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commercializzazione, sulla qualità e sui problemi dell'etichettatura.
Attenzione particolare è stata data al prezzo dei prodotti da Agricoltura
biologica, alla loro determinazione, alla differenza con quelli
dell'agricoltura convenzionale e all'importanza che essi hanno per le
aziende agricole produttrici con metodi biologici. Nell'ultima parte della
tesi, anche sulla base di una serie di interviste ad hoc, si è analizzato il
ruolo dell'Agricoltura biologica in Calabria. Si è valutato il peso e le
prospettive del settore biologico nella Regione, i problemi che lo
circondano e quali i possibili rimedi che possono essere adottati affinché
l'Agricoltura biologica in Calabria possa divenire un elemento distintivo e
trainante per lo sviluppo del settore agricolo.
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Introduzione
Viste le rilevanti problematiche ambientali ed il tanto discusso ruolo
dell'agricoltura per la salvaguardia dell'ambiente e del territorio, elementi
che quotidianamente si pongono all'attenzione dell'opinione pubblica, ho
deciso di realizzare il lavoro di tesi proprio sull'analisi di un settore
agricolo che rispetti l'ambiente, traendone conclusioni da un punto di vista
economico. Ricercare le cause delle numerose critiche cui è destinatario il
settore primario, cioè l'agricoltura, è stata per me un'attività interessante e
soddisfacente in quanto ha consentito che io potessi rendermi consapevole
del funzionamento di una realtà a me molto vicina.
Il punto focale del mio lavoro è rappresentato dall'esame approfondito
di un tipo di agricoltura ancora poco conosciuta nell'ambito regionale:
l'Agricoltura biologica, contrapposta alla sviluppata e criticata Agricoltura
convenzionale.
Si è iniziato con il dare la definizione di Agricoltura biologica e di
cosa implichi l'applicazione di questo nuovo metodo, facendo riferimento
alle regole imposte dell'IFOAM (International Federation of Organic
Agricolture Movements) ed analizzando i vantaggi e gli svantaggi che sono
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presenti. Si è passati poi ad esaminare il Regolamento n. 2092/91 emanato
dal Consiglio della Comunità Europea.
Il Regolamento n. 2092/91 ha disposto l'iter necessario all'adozione
del metodo colturale biologico, imponendo le regole e i principi comuni da
adottare nella Comunità Europea. Questo Regolamento è stato il primo
passo verso la tutela del mercato di tali prodotti con norme inerenti le
tecniche di coltivazione, la vendita, la trasformazione e la loro
importazione, tutelando così non solo i produttori, ma anche i consumatori
e quanti legati al settore.
Successivamente, sempre da parte della Comunità Europea, al fine di
ridurre la produzione agricola in eccesso e favorire un'agricoltura
conciliabile con il benessere ambientale, si è avuta l'emanazione di un altro
Regolamento n.2078/92, che ha incentivato la pratica dell'Agricoltura
biologica in Europa.
Interessante è stato esaminare l'effetto trainante di questo
Regolamento per l'Agricoltura biologica in Italia e in Calabria. Infatti,
quest'ultimo prevede degli incentivi per gli agricoltori che si impegnano a
rispettare e introdurre le pratiche dell'Agricoltura biologica, facendo così
aumentare notevolmente il numero di aziende adottanti tali pratiche
nell'Italia meridionale.
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Successivamente si è analizzato l'evolversi del Regolamento 2092/91,
cioè il nuovo Regolamento 1804/99, recante disposizioni in merito alla
produzione biologica nel settore zootecnico, disposizioni tanto attese che
hanno finalmente colmato il vuoto legislativo lasciato dal Reg. 2092/91,
facendo sì che l'Agricoltura biologica diventasse completamente
disciplinata oltre per le produzioni vegetali anche per quelle animali.
Nel capitolo secondo si è osservato il mercato dei prodotti da
Agricoltura biologica in Italia, analizzando le maggiori aziende italiane,
che del biologico stanno facendo il loro segno distintivo, mettendo anche in
evidenza l'importanza dell'associazionismo in questa nuova esperienza ed
in particolare si è esaminato il valore della filiera dell'ortofrutta (elemento
trainante del comparto biologico).
Si è attestata l'importanza che sta assumendo l'Agricoltura biologica,
mettendo in rilievo il valore economico del mercato biologico in Italia,
insieme alla quota di consumo dei prodotti da Agricoltura biologica sul
totale dei consumi italiani, raffrontato con quello di maggiori paesi europei.
Interessante è stata anche l'analisi dei vari settori distributivi dei
prodotti da Agricoltura biologica, centro culturale, negozio specializzato e
grande distribuzione, settori che hanno un peso differente sulla
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commercializzazione dei prodotti da Agricoltura biologica in Italia, ed
influiscono notevolmente sulla quota dei consumi.
Sempre restando nell'ambito della commercializzazione dei prodotti
da Agricoltura biologica, si è discusso sul ruolo degli Organismi di
controllo nella certificazione dei prodotti da Agricoltura biologica, sulla
loro etichettatura e sulla differente qualità rispetto ai simili convenzionali.
Nel capitolo terzo si è fatto riferimento al prezzo dei prodotti da
Agricoltura biologica, analizzando la sua determinazione e le differenze
con quello dei prodotti convenzionali. Abbiamo visto che il prezzo dei
prodotti da Agricoltura biologica può rappresentare per i consumatori un
elemento distintivo e di qualità ma, allo stesso tempo, può costituire anche
un ostacolo allo sviluppo del settore, poiché questo è più elevato rispetto a
quello dei prodotti simili convenzionali, inoltre esiste una fascia di
consumatori indifferenti fino ad un determinato livello di prezzo.
Si è ritenuto utile analizzare un campione di aziende agricole Rica
(Rete di informazione contabile agricola) per capire l'importanza che ha per
loro il prezzo, il mercato su cui piazzare i prodotti e se è, per loro,
conveniente o meno la pratica delle colture biologiche.
Nell'ultimo capitolo, visto il cresciuto peso che sta assumendo
l'Agricoltura biologica in Italia e nelle Regioni meridionali, (testimoniato
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dal crescere degli addetti in questo comparto), si è voluto analizzare il
settore biologico nella realtà calabrese.
In questo lavoro, considerata la mancanza di dati è preso spunto dalla
testimonianza diretta di un campione di operatori del settore biologico
regionale: Organismo di controllo, aziende agricole, imprese di
trasformazione e punti vendita. Da queste indagini sono sorte le notazioni
peculiari dell'Agricoltura biologica calabrese.
Si sono messe in evidenza le caratteristiche dei vari ordinamenti
colturali con vantaggi e svantaggi rispetto alle colture convenzionali. Si
sono rilevati e testimoniati i problemi e le loro origini caratterizzanti il
settore. Infine si è pensato ad una loro possibile soluzione affinché si
prospetti lo sviluppo dell'Agricoltura biologica calabrese.
Sviluppo di un settore che può rappresentare un elemento distintivo
della Regione.
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Capitolo 1: L'Agricoltura biologica.
Premessa
In questi ultimi tempi il problema dell'inquinamento si è posto con
sempre maggiore risalto alla pubblica attenzione; si è tanto discusso sui
fattori responsabili dell'inquinamento e sulle possibili soluzioni. Tra i
principali responsabili sono state "additate" le attività produttive e di
trasformazione.
Partendo da queste considerazioni si può constatare che neanche il
settore primario, cioè l’agricoltura, è stato esente da colpe e da critiche; si
parla, infatti, di “agricoltura inquinante ed inquinata”.
Nella seconda metà di questo secolo, per far fronte alla maggiore
domanda di alimenti dovuta ad un aumento demografico, e per consentire
un incremento di reddito agli operatori del settore agricolo, si è sentita la
necessità di sviluppare la produttività di quest'ultimo. Al fine di ottenere
tale aumento di produttività ci si è avvalsi dell'ausilio della scienza,
sfruttando nuovi e potenti macchinari ed utilizzando tutti i più moderni
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ritrovati "di laboratorio": fertilizzanti chimici, antiparassitari, pesticidi e
manipolazioni genetiche.
Un simile contesto ha causato la rottura dell'importante equilibrio
esistente tra agricoltura ed ambiente, determinando l'attribuzione di una
grande responsabilità all'agricoltura stessa nel processo dell’inquinamento.
Da qui l'esigenza di applicare, inizialmente, un'agricoltura meno
inquinante, sostenibile e rispettosa dell’ambiente e del paesaggio, fino ad
arrivare all'applicazione dell'Agricoltura biologica, che rappresenta
l'estremo di un nuovo concetto di coltivazione eco-ambientale.
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1.1 L'Agricoltura biologica.
Definire cosa sia l'Agricoltura biologica non è semplice, anche perché tale
pratica è di recente applicazione. Le linee guida possono sintetizzarsi
nell'utilizzo del metodo biodinamico
1
che, contrariamente all'agricoltura
convenzionale, prevede il solo utilizzo di fertilizzanti naturali (composti di
natura organica, concime animale, torba, ecc..) con una graduale
eliminazione delle concimazioni chimiche e dei fitofarmaci.
L'Agricoltura biologica ha come fine la creazione di un'agricoltura più
rispettosa dell'ambiente e del paesaggio e cerca di ridurre al minimo
l'impatto ambientale, tenendo contemporaneamente il livello di produttività
vicino a quello raggiunto con l'agricoltura convenzionale.
Per meglio comprendere cosa sia in concreto questa nuova pratica, si
ritiene opportuno menzionare le regole emanate a livello internazionale
dall'associazione IFOAM
2
.
1
Il metodo di coltivazione biodinamico non usa: diserbanti chimici, fitosanitari e concimi di
sintesi chimica. Il terreno viene considerato come un organismo vivente con il rispetto della
natura, delle piante, e dell'ambiente.
2
IFOAM (International Federation of Organic Agriculture Movements), è stata fondata in
Europa nel 1972. E' un'associazione mondiale che ha lo scopo di diffondere l'Agricoltura
biologica. Promuove interscambi di idee e di esperienze tra i suoi membri, rappresenta il
movimento biologico nelle decisioni amministrative e legislative a livello mondiale. I suoi
disciplinari di base sono stati presi come modelli di riferimento nel Reg. Cee 2092/1991.[Raffa]