Capitolo 1.
Nozioni fondamentali.
1.1 Cenni sulla struttura socio-politica del Messico.
1.1.1 L'ordinamento politico
Gli Estados Unidos Mexicanos sono una Repubblica federale presidenziale, di cui fanno parte
31 Stati e un Distretto Federale, che comprende la capitale, Città del Messico*:
Aguascalientes, Baja California, Baja California Sur, Campeche, Chiapas, Chihuahua,
Coahuila de Zaragoza, Colima, Distrito Federalde Ciudad del Mexico*, Durango, Guanajuato,
Guerrero, Hidalgo, Jalisco, Mexico, Michoacan de Ocampo, Morelos, Nayarit, Nuevo Leon,
Oaxaca, Puebla, Queretaro de Arteaga, Quintana Roo, San Luis Potosi, Sinaloa, Sonora,
Tabasco, Tamaulipas, Tlaxcala, Veracruz-Llave, Yucatan, Zacatecas.
Ogni Stato ha un'ampia autonomia, ciascuno con un proprio Governatore e un’assemblea
elettivi, e una propria costituzione.
La costituzione nazionale, emanata il 5 febbraio 1917, è stata modificata ripetutamente. Il
potere esecutivo è nelle mani del Presidente della Repubblica, che è anche il Capo dello Stato
e nomina il Governo con l’approvazione del Senato, è eletto a suffragio universale ogni sei
anni, non può ricandidarsi dopo la fine del proprio mandato e non può avere più di 65 anni.
Cárdenas, nel 1940, ha introdotto la consuetudine di nomina nell'ultimo anno di mandato da
parte del Presidente in carica del suo successore.
Il potere legislativo spetta al Congresso, suddiviso in: Camara de Senadores o Senato, con 64
membri rappresentanti dei singoli Stati, che inviano ciascuno 2 senatori, eletti per 6 anni, e
altri 64 membri assegnati ai vari partiti su base proporzionale, e Camara de Diputados o
Camera dei Deputati, con 500 membri di cui 300 eletti per 6 anni e 200 attribuiti ai partiti su
base proporzionale ma rinnovati ogni 3 anni. Tutti sempre a suffragio universale.
Il potere giudiziario è basato sul doppio grado di giurisdizione, e in cima alla piramide
giudiziaria c’è la Corte Suprema de Justicia, o Corte Suprema di Giustizia, i cui giudici sono
di nomina presidenziale, anch’essi sottoposti ad approvazione del Senato.
Lo stato messicano si può definire di matrice corporativistica, quindi soggetto alla forte
pressione non solo delle forze partitiche, ma anche delle forze sindacali, che in Messico sono
molteplici : ci sono 11 partiti, di cui i più importanti sono sicuramente il PRI (Partido
Revolucionario Institucionàl) che è rimasto in carica per vent’anni fino alla scorsa legislatura,
e ha dovuto cedere nel 2000 le redini del paese al PAN (Partido de Acciòn Nacional) con la
Presidenza Fox. Ci sono inoltre 12 tra sindacati e gruppi di pressione, oltre all’EZLN
(Esercito Zapatista de Liberaciòn Nacional) soggetto politico e militare fondamentale della
rivolta del Chiapas del 1994.
1.1.2 Breve descrizione della situazione politica messicana
A differenza degli altri Paesi latinoamericani, il Messico non ha mai conosciuto regimi
dittatoriali violenti. Sono state portate a termine riforme strutturali importanti come quella
agraria, l'alfabetizzazione e la scolarizzazione di massa, il sistema sanitario pubblico e un
programma di aiuti ai più diseredati. Anche in politica estera il Messico si è dimostrato un
paese illuminato: ha accolto, e accoglie ancora oggi, esuli politici provenienti da tutti gli Stati
latinoamericani, ha sostenuto la Repubblica Spagnola nella sua lotta contro il franchismo,
Cuba e Castro e non ha intrattenuto buoni rapporti con il Cile di Pinochet.
Il PRI, il Partido Revolucionario Istitucional, è al potere dagli anni Venti. Con Cárdenas i
sindacati operai e contadini si sono integrati nel partito, che si è diramato capillarmente su
tutto il territorio nazionale e in ogni settore della vita sociale e pubblica del Paese, conferendo
al Messico la caratteristica di stato a matrice corporativistica. Il suo monopolio politico si sta
però incrinando negli ultimi anni in favore dei partiti di opposizione: i due principali sono il
PAN, Partido de Acción Nacional, di destra e il PRD, Partido de la Revolución Democrática,
di centro-sinistra. Soprattutto la corruzione, il malgoverno e i brogli elettorali, endemici,
hanno logorato la proverbiale sopportazione del popolo messicano: anche le elezioni
dell'agosto del 1994 sono state segnate da fatti di sangue. Il primo candidato ufficiale del PRI,
Luis Donaldo Cordosio, è stato ucciso (23 marzo 1994) pare dai trafficanti di droga; stessa
sorte, due mesi dopo, per Ruiz Massieu, il segretario generale del PRI. Le opposizioni hanno
denunciato durante lo spoglio delle schede brogli elettorali. Ernesto Zedillo Ponce de León è
stato eletto, il 21 agosto 1994, con il 49% dei voti: minimo storico.
1.1.3 Struttura economica.
Dal Grafico 1 si può evincere l’importanza relativa dei vari settori dell’economia messicana al
giorno d’oggi.
Grafico 1.
Importanza relativa dei diversi settori rispetto al PIL (stime del 2000)
29%
5%
66%
Agricoltura
Industria
Servizi
Fonte: C.I.A. – The world Factbook 2000 – Mexico
Nello specifico, il settore agricolo presenta come prodotti più importanti il grano, il frumento,
la soia, il riso, i fagioli, il cotone, il caffè, la frutta e i pomodori. Anche la produzione di carne
rappresenta una quota importante all’interno del settore.
Per quanto riguarda il settore industriale i prodotti piò importanti sono gli alimentari, il
tabacco, i prodotti chimici , il ferro e l’acciaio, il petrolio, i prodotti dell’industria mineraria,
l’abbigliamento e i motoveicoli.
Nel settore dei servizi hanno raggiunto un ruolo di primaria importanza in questi anni sia il
turismo, che i trasporti, ma l’importanza relativa maggiore in questo dato ce l’ha il
commercio, soprattutto quello con l’estero, stimolato dalle politiche di liberalizzazione e
apertura che hanno caratterizzato la politica economica del paese in questi anni. Infatti, se si
considera l’importanza relativa dei macrosettori dell’economia messicana nel periodo
considerato, indicata dal Grafico 2, sorprendentemente il commercio supera di un punto
percentuale il settore industriale (22% contro 21% di quest ultimo) .
Grafico 2.
Importanza relativa dei macro settori sul PIL (stime del 2000) .
11%
15%
21%
31%
22%
Altri
Commercio
Industria
Finanza
Trasporti
Fonte: “Scheda paese Messico” da “Il Sole 24 Ore – Mondo & Mercati” del 24/02/2000.
Per quanto riguarda la struttura della Bilancia Commerciale, il Messico si presenta come
esportatore netto di manufatti, petrolio e suoi derivati, argento, caffè e cotone, che prendono
la via soprattutto degli Stati Uniti (89,3%) , con quote residue molto esigue per il Canada
(1,7%), nonostante sia uno dei partners del NAFTA, per la Spagna (0,6%) e il Giappone
(0,5%) , e quote quasi nulle per i vicini Venezuela (0,3%) , Cile (0,3%) e Brasile (0,3%) .
Le importazioni viceversa, si presentano un po’ più varie, includendo anche beni agricoli e di
primo consumo, anche se la gran parte di esse è rappresentata da semilavorati destinati ad
essere poi assemblati nel paese, oltre a macchinari per la lavorazione del metallo, materiale
elettrico, pezzi di ricambio per motoveicoli e apparecchi aerei. Anche qui sono gli Stati Uniti
(87,3%) ad avere il ruolo più importante, seguiti a debita distanza da Germania(3,8%),
Giappone(0,5%), Canada(1,9%), Corea del Sud(2%), Italia(1,3%) e Francia(1%).
Nel complesso, la situazione esterna del Messico si presenta ancora oggi instabile, con una
forte dipendenza dagli Stati Uniti, sia per le esportazioni che per le importazioni, dipendenza
che ha spinto il paese a ricercare ulteriori accordi di libero scambio oltre al NAFTA, come ad
esempio con l’UE, o accordi bilaterali di abolizione della doppia tassazione delle imposte sul
reddito (un accordo di questo tipo è in vigore anche con l’Italia) .
Anche la dipendenza dai capitali esteri rimane forte, considerato il basso livello di risparmio
nazionale e la grande elasticità delle importazioni. C’è da dire che in questo senso si è fatto di
tutto negli ultimi anni per ottenere investimenti stranieri, alcuni esempi delle facilitazioni
concesse alle imprese con caratterizzazione multinazionale sono (Fonte I.C.E.):
- la possibilità di acquistare liberamente qualsiasi immobile in tutto il Paese, ad eccezione
di quelli destinati ad uso abitativo che si trovino a meno di 100 km dal confine o a meno
di 50 km dalle coste, per i quali l’acquisto può avvenire solo a particolari condizioni;
- la possibilità di avere accesso a incentivi di tipo fiscale, come gli ammortamenti accelerati
nel primo e secondo anno di attività sia sugli immobili che sulle attrezzature;
- la possibilità di usufruire dei benefici di legge sulla protezione della proprietà industriale e
delle innovazioni tecnologiche, brevetti e marchi;
- la possibilità di avere accesso al programma PITEX, che permette l’importazione
temporanea in esenzione doganale di materie prime, purché si esporti almeno il 10% della
produzione, e di componenti purché se ne esporti almeno il 30%;
- la possibilità di accedere al programma ALTEX, destinato a società con alto potenziale di
esportazione, che esportino almeno il 40% della loro produzione, e che ottengono così il
diritto al rimborso dell’IVA pagata, nonché l’accesso a finanziamenti preferenziali.
In ogni caso, la valutazione del rischio paese (per il 2000) posizionava il Messico in una
situazione abbastanza favorevole (57esima posizione su 164, con un punteggio di 46/100) .
1.1.4 Struttura socio-demografica.
Il Messico conta quasi 83 milioni di abitanti, con una densità modesta, solo 43 ab. per kmq.
Più della metà dei Messicani vive sul 14% della superficie totale, ossia nella capitale e nelle
regioni che vanno da Veracruz a Guadalajara.
L'indice più preoccupante del quadro demografico del Paese è quello relativo all'incremento
demografico annuo che è pari al 2%. Il 42% della popolazione è al di sotto dei 15 anni.
Prospettive, quindi, di crescita demografica molto rapide, con un’incisione sostanziale sul
livello di vita, sulla distribuzione della ricchezza e sullo sviluppo economico del Messico.
Il family planning in teoria è un progetto governativo perseguito dagli operatori sociali e
sanitari, sparsi su tutto il territorio nazionale. Di fatto, è un progetto vuoto che stenta a
decollare ed ha un'applicazione molto parziale, data la diffusione della fede cattolica e la
famiglia numerosa come principio radicato profondamente nella coscienza dei Messicani
1
. A
questo si aggiunga disinformazione rispetto all'uso dei contraccettivi, la loro parziale
diffusione, almeno nei villaggi e nei piccoli centri, e il loro costo proibitivo.
Per quanto riguarda la struttura della popolazione le statistiche dicono che i Messicani si
dividono in meticci (55%), indios(29%), in bianchi o creoli(15%), in neri e in asiatici(1%). In
crescita costante il primo gruppo, maggioritario e meticciato da mille apporti di popoli
differenti. Un cocktail davvero interessante e multietnico. In calo i creoli, ossia i bianchi,
eredi degli hidalgos spagnoli, come pure gli indios. Le comunità indigene registrano un forte
calo numerico: assediate dall’urbanizzazione, dalla povertà e dalla perdita delle terre comuni,
subiscono l'integrazione che sovente le costringe alla perdita della propria identità e della
propria cultura. Tutto questo è motivo di tensioni e di scontri sociali, come quelli scoppiati nel
1994 nel Chiapas. La Selva Lacandona è stato fino a quest anno il centro dei guerriglieri
zapatisti che rivendicano più sostanziali interventi governativi a favore degli indios e
maggiori poteri.
I 40 gruppi etnici di origine amerinda vivono soprattutto nelle regioni meridionali del Paese.
Quelli più numerosi sono gli indios parlanti idiomi náhuatl; gli Otomíes e i Taraschi
nell'Altopiano Centrale; gli Huastecos sulla costa del Golfo del Messico; i Maya nella
penisola dello Yucatán; gli Zapotecos e i Mixtecos nello Stato di Oaxaca, i Mazatecos lungo il
Rìo Papaloapan; gli Yaquis nello Stato di Sonora; gli Huicholes e i Tarahumaras nel nord; i
Tzeltates e i Tzotziles nel centro del Chiapas.
Per quanto riguarda la lingua che queste diverse etnie parlano lo spagnolo è la lingua ufficiale
del Messico. Lo spagnolo non è parlato dal 2% della popolazione globale messicana che usa
solo il proprio idioma indio. Gli analfabeti, che sono pari al 12%, si concentrano in massima
parte nelle comunità indigene.
1.2 Breve storia economica del Messico dal 1940 al 1994.
Durante la Seconda Guerra Mondiale il Messico conosce un periodo fortunato dal punto di
vista della crescita economica (Looney, 1978, citato in Székely,1998) . Le cause dello
sviluppo del paese in questo periodo risultano essere di due tipi: esogene ed endogene.
Tra quelle esogene c’è sicuramente la guerra, che incrementa le esportazioni di manufatti e
prodotti agricoli, ma hanno un ruolo rilevante anche le rimesse degli emigranti messicani e il
turismo.
Il flusso di capitali in entrata conduce alla causa di sviluppo endogena, cioè la creazione di un
sistema bancario che ne regoli e gestisca l’andamento. A questo scopo viene conferito al
Banco de Mexico potere di controllo discrezionale sugli investimenti diretti da parte degli
investitori stranieri e sulle banche private nel 1941.
1
Ogni donna ha in media circa quattro figli.
Nel dopoguerra si cerca di potenziare il nascente settore manifatturiero e lo Stato sceglie di
adottare a questo scopo delle strategie atte a proteggere settori dell’industria che non sono
ancora competitivi a livello internazionale (ISI
2
) . Queste strategie si articolano in tre tipi di
strumenti: i dazi all’importazione, i prezzi di riferimento obbligatori per l’importazione e i
contingentamenti delle licenze, e rimarranno in vigore fino alla metà degli anni ’80. Tuttavia,
in questo periodo si dà corso anche a una politica fiscale espansiva, che provoca inflazione e
va sostenuta tramite il deficit di bilancio. A questo si aggiunge una Bilancia dei Pagamenti
nonostante tutto negativa (anche a causa dei limiti ai movimenti di capitale imposti dal Banco
de Mexico) , e le autorità sono costrette a ripetute svalutazioni, che portano il valore del peso
contro il dollaro da 4,85 a 12,45 tra il 1945 e il 1954 (Looney, 1978, citato in Székely,1998).
Dalla metà degli anni ’50 comunque la crescita si attesta su valori di PNL del 6,5% annuo
(Looney, 1978 , citato in Székely,1998) e proprio in questi anni si comincia a puntare non
solo sul settore manifatturiero, ma anche su quello agricolo, nel tentativo di passare ad
un’agricoltura intensiva e industriale. A questo scopo si introducono innovazioni tecnologiche
e concimi chimici e si procede alla ristrutturazione del sistema degli “ejidos
3
” espropriando
ai grandi latifondi le zone meno fertili e irrigate da destinare alla coltivazione comune
(tipicamente destinata all’agricoltura di sussistenza delle popolazioni indigene) al fine di
ottenere zone utili all’agricoltura intensiva quanto più contigue ed estese possibile.
Naturalmente questa soluzione comporta una diminuzione dei redditi agricoli dei piccoli
contadini e un peggioramento della situazione delle zone rurali (Rìos, 1998) .
La presidenza Echeverria (1970-1976) si concentra sulla spesa pubblica e sull’intervento dello
Stato nell’economia
(infatti tra il 1970 e il 1976 le imprese statali passano da 86 a 740) ,
finanziato dal deficit primario e colpevole di un’accelerazione dell’inflazione che porta il
paese ad indebitarsi pesantemente con l’estero. La situazione spinge gli investitori a ritirare i
propri capitali per paura di una svalutazione e quando la situazione precipita a causa del primo
shock petrolifero il Messico cerca di correre ai ripari mediante massicci prestiti ad alto tasso
di interesse forniti da istituti di credito privati stranieri. Ad ogni modo, nel 1975 le riserve del
Banco de Mexico sono ormai prosciugate e l’istituto, non essendo in grado di garantire il
cambio fisso, lascia il peso libero di fluttuare, su consiglio del Fondo Monetario
Internazionale. La forte svalutazione non allevia lo stallo della crescita né la spirale
inflazionistica tanto che la crescita dei prezzi su base annuale si presenta sempre a due cifre,
con punte record del 30% (Kelly, 1999) .
L’amministrazione Portillo (1976-1982) punta tutto sull’esportazione delle riserve di petrolio
appena scoperte, permettendo un aumento della spesa pubblica che aiuta la crescita (si
consideri che tra il 1978 e il 1981 il PIL messicano cresce a un tasso annuo dell’8%) , ma
stimola anche la domanda interna e quindi l’inflazione. A queste condizioni le esportazioni
diverse dal petrolio sono difficoltose mentre la Bilancia dei Pagamenti si deteriora a causa
delle importazioni di beni di consumo. Inoltre, contro ogni previsione, nell’81 il prezzo del
petrolio comincia a scendere, mentre il livello del tasso di interesse internazionale inizia ad
aumentare.
Il risultato è un forte deflusso di capitali e un’inflazione annua che raggiunge la punta del
100% finché nell’agosto del 1982 il Messico sospende il pagamento del debito estero.
Con l’avvicendamento alla presidenza e l’arrivo di De la Madrid (1982-1988) e delle politiche
di aggiustamento del Fondo Monetario Internazionale la spesa pubblica subisce un drastico
ridimensionamento, al punto che la voce di spesa preponderante è il servizio sul debito (Kelly,
1999) , e si tenta la carta della svalutazione allo scopo di ridurre l’inflazione. Effettivamente il
2
Import Substitution Industrialization.
3
Con questo nome si designano le zone destinate alla coltivazione comune istituite dall’art. 27 della
Costituzione del 1917 e regolamentate dal codice agrario degli anni ’20 create al fine di garantire i diritti delle
popolazioni indigene contadine. Il codice ne vietava l’alienazione e la locazione a persone diverse dalla comunità
(o famiglia) incaricata della coltivazione. In caso di morte della persona responsabile dell’ejido l’usufrutto del
terreno passava ai suoi eredi o, in mancanza, alla collettività.
livello dei prezzi cresce di meno (si raggiunge il livello del 60% annuo) ma l’economia
messicana entra in recessione.
Nell’ottobre del 1985 l'allora Segretario del Tesoro americano, James Baker, propone un
programma per 15 Paesi scelti tra i più in difficoltà: il piano garantisce prestiti per una decina
di miliardi all’anno, circa un quarto degli interessi pagati sul debito estero dai Paesi in Via di
Sviluppo. Il programma non raggiunge i propri obiettivi di lungo periodo perché le banche
preferiscono sbarazzarsi dei loro crediti proponendoli ad eventuali acquirenti
4
, con uno sconto
che arriva anche all’80% del loro valore iniziale e dipende dalla credibilità (economica e
politica) del governo debitore.
Il piano riesce a dare una temporanea spinta alla crescita messicana e naturalmente le
importazioni subiscono un immediato aumento che, accompagnato da una competitività
decrescente e la diminuzione del prezzo del petrolio, peggiora il saldo della Bilancia dei
Pagamenti. Inoltre, la mancanza di credibilità del programma convince il Governo a vararne
uno più rigido e accompagnato da veloce liberalizzazione del commercio e svalutazione: con
questo passo le esportazioni diverse dal petrolio prendono finalmente il volo e il Messico può
entra a far parte del GATT (General Agreement on Trade and Tariffs, oggi World Trade
Organization) .
Purtroppo la tregua dura poco e nel 1987 il paese è vittima di un altro attacco speculativo,
causato dalla pressione inflazionistica che rende le aspettative sul tasso di cambio molto più
volatili. A questo punto il peso diviene semi-fisso
5
e il Governo mette a punto un Patto per la
Solidarietà Sociale che dovrebbe riuscire a mantenere prezzi e salari costanti negli anni a
seguire.
Con la presidenza Salinas (1988-1994) si procede su consiglio del FMI alla privatizzazione
della gran parte delle industrie statali
, che passano dalle 1100 del 1982 alle 257 del 1992
(Lustig e Ros, 1993 ; Aspe, 1992 , citati in Kelly, 1999 ) . Con i proventi
6
si cerca di colmare
il deficit di bilancio. Sempre su consiglio del Fondo viene terminata la riforma agraria, con la
definitiva abolizione del divieto di alienazione e locazione delle terre comuni (ejidos),
provocando un malcontento nelle zone più povere e a maggiore concentrazione contadina e
indigena che sarà alla base delle rivolte degli anni successivi.
Qualche anno dopo (1989) il nuovo Segretario di Stato americano Nicholas Brady propone
un nuovo piano. Alcuni Paesi trasformano parte del debito estero in obbligazioni, garantite dal
Fondo. Il valore dei titoli è inferiore all’importo dei finanziamenti, perché le banche devono
pagare la diminuzione del rischio. Altri Paesi acquistano quote dei loro debiti sul mercato
creato dalle banche, con l’aiuto della Banca mondiale. Tra il 1989 ed il 1996, sono stati ridotti
con questo sistema 46,5 miliardi di dollari di debito, per il solo Messico il debito a
medio/lungo termine passa dal 76% del PIL al 30% del PIL.
Purtroppo c’è anche da dire che nel frattempo l’accumulazione del servizio del debito non si è
fermata e nel 1990 il debito è aumentato del 61 per cento rispetto al 1982.
1.3 Focus sul 1994: il NAFTA e la rivolta in Chiapas.
Nel 1994 entra in vigore il NAFTA
7
, un passo fondamentale per l’economia messicana, che
dovrebbe permettere la libera circolazione di beni, mezzi e capitali nei tre paesi .
4
Si crea un vero e proprio mercato, in cui sono passati più di 7 miliardi di dollari nel 1986 e più di 25 nel 1988
(più del 5% dei prestiti delle banche commerciali) .
5
C.d. crawling-peg.
6
Tra il 1988 e il 1994 le privatizzazioni fruttano alle casse del Governo messicano $ 23 miliardi.
7
NAFTA (North American Free Trade Agreement) si intende l'accordo di libero scambio stipulato da Stati Uniti
Canada e Messico, modellato sul gia' esistente accordo di libero commercio tra Canada e Stati Uniti (FTA)
firmato alla fine del 1993 ed entrato in vigore il primo gennaio 1994. In tutto l'intesa regola flussi commerciali
annui dell' ordine di 250 miliardi di dollari (circa 370mila miliardi di lire). I tre paesi arrivano ad assommare ben
350 milioni di abitanti (e di consumatori) ed un prodotto lordo aggregato di 600 miliardi di dollari
L’accordo era stato proposto nel 1991 da Carlos Salinas, durante un meeting con George Bush
e Brian Mulroney a San Antonio, Texas e faceva parte di una serie di strategie di
liberalizzazione degli scambi tra paesi del continente americano, come il FTA
8
e lo stesso
GATT
9
, entrato in vigore assieme al NAFTA nel 1994.
Si tratta di un accordo che costituisce un’area di libero scambio, prevede una rapida
diminuzione delle dazi e dei contingentamenti nelle importazioni dei paesi coinvolti, delle
particolari norme sulla protezione della proprietà industriale e intellettuale.
In particolare, prevede sei punti fondamentali (Fonte OECD) :
1) Accesso al mercato. Si prevede l’abbassamento e la progressiva eliminazione delle
barriere doganali, anche se gli Stati Uniti e il Canada si riservano di mantenere delle
forme di protezionismo nei settori tessile, dei beveraggi, delle attrezzature per il
trasporto, prodotti alimentari e agricoli
10
;
2) Regole commerciali. Viene prevista
11
una commissione, non eletta e senza
responsabilità, a cui spetta giudicare, su denuncia di uno stato membro o di
un’impresa, le iniziative commerciali prese dai paesi membri allo scopo di individuare
e sanzionare qualsiasi strategia di tipo protezionistico;
3) Commercio di servizi. Una larga gamma di servizi, compresi trasporti e finanza, così
importanti per l’economia messicana negli ultimi anni, deve venire liberalizzata, in
quanto le spese governative per l’educazione, i trasporti e i servizi sociali sono
interpretate dal trattato come sussidi ai lavoratori;
4) Investimenti stranieri. Viene previsto per gli investimenti stranieri un trattamento
basato sul paese di provenienza. In questo caso il Messico mantiene alcune restrizioni,
in virtù della debolezza del suo sistema bancario;
5) Proprietà intellettuale. I diritti di copyright, i marchi e i brevetti sono tutelati
conformemente agli accordi internazionali, quindi i brevetti di impianti, di processi
produttivi, varietà vegetali, prodotti farmaceutici e software rimangono di proprietà
esclusiva delle società, sia che esse siano nazionali, che estere. Questo punto è uno dei
più contestati, non solo nell’approvazione del NAFTA, ma anche durante la stesura
dell’accordo costitutivo del GATT;
6) Risoluzione delle dispute. La composizione delle dispute avviene tramite il tribunale
di cui sopra, aspramente criticato perché non legittimato dalla autorità nazionale e
quindi lesivo della sovranità dei paesi membri.
Nell’accordo non è prevista la libera circolazione delle persone, e naturalmente questo
comporta delle conseguenze cruciali per le economie di Messico e Stati Uniti, a causa
dell’immigrazione clandestina, dei vantaggi di posizione che le aziende posizionate sul
confine tra Stati Uniti e Messico possono sfruttare, e questo è un problema che a distanza di
sette anni ancora non è stato risolto.
L’accordo ha un ruolo chiave nelle politiche post-crisi ed è in gran parte responsabile dei
cambiamenti produttivi che la Tabella 1 dimostra, e che si sono sperimentati dopo la sua
entrata in vigore.
8
Free Trade Agreement, siglato tra Canada e Stati Uniti nel 1988.
9
General Agreement on Tariffs and Trade, che dal 1996 ha preso il nome di WTO, cioè World Trade
Organizations.
10
Da notare che si tratta di settori molto importanti per la produzione messicana, come da Tabella n.1.
11
Art.20 del Trattato NAFTA.
Tabella 1.
Cambiamenti dell’importanza relativa dei settori dell’economia messicana dopo
l’entrata in vigore del NAFTA.
Fonte: ICE.
Come si può notare infatti, con l’entrata in vigore del Trattato prendono sempre più campo
settori quale l’elettronica di base (che cresce di ben 15 punti percentuali) e la componentistica
per autoveicoli, mentre settori tradizionalmente appartenenti alle zone rurali, come il Chiapas,
perdono quota: lo zucchero cresce solo di 5 punti percentuali, il grano di 1.5, mentre il caffé
registra una contrazione addirittura superiore al 5% medio annuo.
Questi dati danno forse un’idea del legame tra questo accordo e lo scoppio della rivolta in
Chiapas: gli abitanti della regione motivano il loro malcontento dicendo di sentirsi impoveriti
dalle scelte economiche dei governi precedenti, in particolare dal cambiamento dello statuto
Settori
Crescita
% 1994-
99
Tasso di
crescita
medio %
Attrezzature elettroniche 102,9 15,2
Attrezzature e materiale per trasporto 59,8 9,8
Elettrodomestici 57,3 9,5
Attrezzature e macchine elettriche 54,0 9,0
Autoveicoli 53,8 9,0
Ferro e acciaio 52,8 8,8
Resine sintetiche e fibre chimiche 50,7 8,6
Preparazione di frutta e legumi 49,0 8,3
Prodotti farmaceutici 42,9 7,4
Componenti auto 42,4 7,3
Attrezzature elettriche 38,3 6,7
Estrazione di altri minerali non metallici 31,0 5,6
Prodotti a base di metalli non ferrosi 30,7 5,5
Zucchero 30,1 5,4
Birra e malta 29,8 5,3
Vetro e prodotti in vetro 29,3 5,3
Carta e cartone 29,1 5,2
Macchine e attrezzature non elettriche 28,1 5,1
Articoli in plastica 26,8 4,9
Abbigliamento 36,0 4,7
Prodotti in gomma 25,9 4,7
Carne e latticini 25,9 4,7
Chimica di base 29,3 5,3
Filati e tessuti di fibre dure 22,1 4,1
Filati e tessuti di fibre morbide 18,1 3,4
Bibite e acque 17,8 3,3
Estrazione di minerali ferrosi 16,7 3,1
Petrolio e gas naturale 14,8 2,8
Tabacco 14,2 2,7
Saponi e detergenti 13,3 2,5
Estrazione di minerali non ferrosi 10,1 1,9
Oli e grassi commestibili 9,2 1,8
M obili metallici 9,0 1,7
Prodotti a base di minerali non metallici 8,8 1,7
Componenti per l'industria del mobile 8,7 1,7
Fertilizzanti 8,4 1,6
Frumento macinato 7,9 1,5
Strutture metalliche 7,8 1,5
Granoturco macinato 7,6 1,5
Alimenti per animali 5,6 1,1
Cemento 3,8 0,7
Estrazione di carbone e grafite 3,4 0,7
Cuoio e calzature 3,2 0,6
Editoria 2,5 0,5
Cave 1,4 0,3
Petrolio e suoi derivati 1,3 0,3
Costruzione -3,0 -0,6
Bevande alcooliche -14,7 -3,1
Caffè -25,7 -5,8
Petrolchimica di base -27,0 -6,1
TOTALE GENERALE 13,5 2,6
Fonte: INEGI - Reforma - Infoset
degli ejidos e dall’orientamento del commercio con l’estero che vede prevalere la produzione
di beni per l’esportazione rispetto ai beni alimentari necessari all’alimentazione tipica
messicana. Imputano a questo tipo di politiche e alle scelte produttive in campo agrario il
progressivo depauperamento del suolo e la caduta del livello dei salari e dei redditi agricoli.
Così il giorno stesso dell’entrata in vigore dell’accordo (il 1 gennaio 1994) scoppia la rivolta
in Chiapas. Successivamente e prima delle elezioni (che avrebbero portato al potere Ernesto
Zedillo) avvengono due omicidi eccellenti e irrisolti: Luis Donaldo Colosio, candidato del
PRI viene ucciso durante un comizio a Tijuana il 23 marzo, e José Francisco Ruìz Massieu,
segretario generale del PRI, viene ucciso a Città del Messico il 28 settembre. Il primo
dicembre Zedillo si insedia alla presidenza e il 20 dello stesso mese inizia la svalutazione del
peso, e quindi la crisi economico-finanziaria del 1994.
Capitolo 2.
Le politiche di aggiustamento e la
povertà.
2.1 Che cos’è il Fondo Monetario Internazionale e come funziona.
Il Fondo Monetario Internazionale è un organismo nato nel 1946 , che conta sulla
partecipazione di 183 paesi, e gli scopi che si prefigge sono:
(i) promuovere la cooperazione monetaria internazionale tramite un’istituzione di tipo
permanente che fornisca consulenza e collaborazione sui problemi monetari
internazionali;
(ii) facilitare l’espansione e la crescita bilanciata del commercio internazionale;
(iii) promuovere la stabilità del cambio e impedire le svalutazioni competitive;
(iv) assistere i paesi membri nella messa a punto di un sistema multilaterale di pagamenti
tramite l’eliminazione delle restrizioni che impediscono una corretta crescita del
commercio internazionale;
(v) rafforzare la fiducia finanziaria nei paesi membri tramite il loro temporaneo utilizzo
delle risorse del fondo, sotto il vincolo di adeguate garanzie, al fine di colmare
temporanei squilibri della Bilancia dei Pagamenti senza l’utilizzo di strumenti che
porterebbero a una diminuzione della prosperità nazionale e internazionale.
Il raggiungimento di questi obiettivi avviene tramite la raccolta di fondi presso i paesi
membri
12
: ogni paese versa una quota che viene misurata in SDR
13
(diritti speciali di prelievo)
, il cui ammontare dipende dalla forza economica del paese considerato e ne determina il
potere contrattuale (cioè il numero di voti esercitabili nelle riunioni del Fondo) nonché la
massima capacità di finanziamento da parte del fondo (un singolo paese può venire finanziato
per un massimo del 100% della sua quota annualmente e del 300% cumulativamente) . Il
prestito avviene sottoforma di mutuo: il paese mutuatario usa la sua moneta corrente per
acquistare quote del Fondo (fornite sottoforma di moneta internazionale, cioè in dollari) e le
usa per risanare i suoi squilibri di bilancia commerciale. Non si ottengono prestiti per progetti
specifici, cioè il Fondo Monetario Internazionale non si comporta come una Banca per lo
Sviluppo. L’ottenimento del prestito è tuttavia condizionato all’accettazione di un progetto di
ristrutturazione dell’economia del paese in difficoltà (l’applicazione delle c.d. politiche di
aggiustamento strutturale) . Il debito verrà successivamente ripagato tramite il riacquisto di
moneta corrente del paese mutuatario contro moneta internazionale. Il tasso di interesse
applicato è un tasso composto, la cui base è la media ponderata dei tassi a breve termine sulle
monete che compongono il SDR.
I tipi di mutuo offerti dal Fondo sono essenzialmente di due tipi: prestiti “non concessionali” ,
che sono gli strumenti classici, e i prestiti “concessionali”, che sono un nuovo strumento
12
Attualmente la capitalizzazione del Fondo ammonta a $ 270 miliardi.
13
Special Drawing Right. Si tratta di un paniere di monete, composto dal Dollaro, dall’Euro, dallo Yen
giapponese e dalla Sterlina inglese.
creato per la lotta alla povertà (PRGF
14
) nei paese più indebitati (HIPC
15
) , caratterizzato da
un basso tasso di interesse (0.05%) e da un tempo di recupero molto lungo (il rimborso inizia
5 anni e sei mesi dopo l’erogazione e può durare fino a 10 anni) . Tra i c.d. prestiti “non
concessionali” si distinguono:
• SBA (Stand-by Arrangements) creati per risolvere temporanei squilibri di Bilancia dei
Pagamenti, di durata tipicamente breve (12-18 mesi) anche se a volte possono arrivare ai 3
anni. Il prestito deve essere ripagato in 3¼-5 anni, periodo riducibile a 2¼-4 anni se la
posizione verso l’estero del paese lo permette. L’erogazione del prestito è condizionata al
raggiungimento di determinati standard di performance;
• EFF (Extended Fund Facility) creato nel 1974 per far fronte a problemi la cui portata si
estende al medio-lungo termine, come ad esempio distorsioni nei prezzi e nella
produzione (causate da politiche di mercato sbagliate) oppure tassi di crescita deboli con
problemi di Bilancia Commerciale. Anche qui l’esborso è legato all’accettazione dei
cambiamenti strutturali imposti dal Fondo. La durata tipica è di tre anni, allungabile a 4½-
10 se l’implementazione delle politiche strutturali lo richiede, o accorciabile a 4½-7 se la
situazione del paese lo permette;
• SRF (Supplementary Reserve Facility) introdotti nel 1997 ad integrazione delle misure
precedenti, in caso di repentina perdita di fiducia del paese in difficoltà sui mercati
internazionali, come successe appunto durante la crisi messicana del 1994 (e di nuovo
durante quella asiatica del 1997) . Tali prestiti devono venire ripagati in 1-1½ anni, con
una proroga massima di un anno;
• CCL (Contingent Credit Line) creati nel 1999 al fine di fornire una linea di difesa a scopo
cautelativo ai paesi che potrebbero avere problemi di Bilancia dei Pagamenti. Il periodo di
rimborso è lo stesso che per le SRF;
• CFF (Compensatory Financing Facility) fornisce un finanziamento ai paese che stanno
sperimentando un improvviso calo nelle esportazioni o un eccesso di prezzo nelle
importazioni di prodotti cerealicoli. Il rimborso avviene in 3¼-5 anni;
• inoltre, viene fornita assistenza supplementare in caso di emergenza, come in caso di
disastri naturali o conflitti. In questo caso il rimborso del prestito deve avvenire entro 3¼-
5 anni.
Nel caso specifico del Messico, si può osservare dalla Tabella n. 2 che i flussi monetari tra
quest ultimo e il Fondo durante il periodo dell’aggiustamento hanno visto le erogazioni
concentrarsi negli anni di crisi, 1984 e 1994, mentre i rimborsi sono stati graduali e di importo
simile tra il 1989 e il 1995. Dopo il 1995 i rimborsi si sono dimostrati di importo più ingente
e crescente, fatta eccezione per il 1998. Un dato singolare è il forte esborso sperimentato nel
1990, in un momento che non è segnato da crisi per il paese, e che anzi, si colloca oltre la
metà dell’aggiustamento strutturale.
14
Poverty Reduction and Growth Facility.
15
Heavily Indebted Poors Countries.
Tabella 2.
Riepilogo dei flussi monetari tra Messico e F.M.I. tra il 1984 e il 2000.
Fonte: Fondo Monetario Internazionale.
Nonostante il Messico non presenti più debiti per mutui in corso con il Fondo, come si evince
dalla Tabella n. 3 sarà comunque soggetto nell’anno in corso e in quelli futuri al pagamento di
alcune somme per l’adeguamento della sua quota di partecipazione e per gli interessi residui.
Tali somme sono espresse in Diritti Speciali di Prelievo, che corrispondono al momento
presente a $1,28.
Tabella n. 3
Impegni futuri del Messico nei confronti del Fondo Monetario Int.le.
Fonte: Fondo Monetario Internazionale.
Interessi
Erogazioni Rimborsi pagati
2000 905,100,000 4,164,305,638 116,051,451
1999 1,034,400,000 3,726,734,393 201,635,798
1998 0 783,699,897 312,033,383
1997 0 2,499,220,229 350,576,558
1996 0 1,413,606,796 448,100,769
1995 8,758,020,000 754,144,459 359,021,229
1994 0 841,037,297 162,654,539
1993 0 841,722,417 305,058,912
1992 233,100,000 636,081,595 356,764,365
1991 932,400,000 807,411,723 394,959,773
1990 1,608,390,000 877,068,051 384,234,960
1989 943,010,000 639,638,962 310,190,116
1988 350,000,000 418,999,168 252,429,539
1987 600,000,000 280,038,750 216,381,058
1986 741,375,000 125,390,625 223,606,266
1985 295,800,000 0 199,098,604
1984 1,203,760,000 0 111,740,923
Prestiti Erogati
Anno
Conto delle Risorse Generali
01/01/2001-31/12/2001
Adeguamento della Quota 30/04/01 44.663 57.169
Interessi 01/05/01 72.751 93.121
Interessi 01/08/01 71.130 91.046
Interessi 01/11/01 71.130 91.046
01/01/2002-31/12/2002
Interessi 01/02/02 71.130 91.046
Adeguamento della Quota 30/04/02 44.663 57.169
Interessi 01/05/02 68.810 88.077
Interessi 01/08/02 71.130 91.046
Interessi 01/11/02 71.130 91.046
01/01/2003-31/12/2003
Interessi 01/02/03 71.130 91.046
Adeguamento della Quota 30/04/03 44.663 57.169
Interessi 01/05/03 68.810 88.077
Interessi 01/08/03 71.130 91.046
Interessi 01/11/03 71.130 91.046
Servizio del debito futuro
Descrizione Data Ammontare in SDR
Ammontare in $
(SDR = $1,28)
Messico
(In SDRs)
2.2 Che cosa sono le politiche di aggiustamento strutturale.
Le politiche di aggiustamento strutturale a cui il paese mutuatario deve far riferimento durante
il periodo di aggiustamento hanno lo scopo di risanare l’economia in crisi. Il modello per
l’analisi dei paesi a cui il Fondo fa credito è essenzialmente un modello di crescita
neoclassico, che vede nelle inefficienze dovute a rigidità del mercato la causa del mancato
sviluppo e dei problemi economici di questi paesi, e quindi vede nella deregolamentazione del
mercato stesso il modo per sanarne gli squilibri. Spesso a questo modello vengono abbinati
alcuni principi del modello della base di esportazione (come quello di Thirlwall del 1980) ,
che delega alle esportazioni il compito di tracciare il sentiero della crescita delle economie in
Via di Sviluppo.
In quest’ottica, le politiche suggerite consistono fondamentalmente in:
- una consistente riduzione dell’intervento statale dell’economia. Addirittura il Fondo arriva
in molti casi a suggerire il taglio dell’investimento in settori quali l’istruzione e la sanità.
Tale tipo di intervento non è giustificato sul piano teorico
16
, bensì deriva dalla visione
ultraliberista che spesso gli analisti del Fondo adottano;
- riduzione dell’offerta di moneta, al fine di enfatizzare i risultati della politica fiscale ma
soprattutto al fine di spingere verso l’alto i tassi di interesse per attrarre capitali stranieri;
- deregolamentazione del mercato, attraverso privatizzazione delle industrie statali o
comunque assistenza selettiva, ed eliminazione delle distorsioni del mercato, come ad
esempio i meccanismi di adeguamento automatico dei salari, i prezzi garantiti per alcuni
prodotti necessari alla sussistenza alimentare, i finanziamenti agevolati al settore agricolo;
- apertura del paese al commercio internazionale, abbinata a politiche di svalutazione allo
scopo di creare un vantaggio competitivo del paese in considerazione, basato sul minor
prezzo. La svalutazione dovrebbe servire anche a ridurre l’effetto negativo che la politica
fiscale restrittiva ha sul livello di occupazione, nonché ad impedire l’effetto recessivo che
ha sulla crescita;
- nella stessa ottica si colloca l’assistenza al settore dei beni esportabili, che mira a traslare
le risorse verso una produzione smerciabile sui mercati internazionali. Spesso si rende
necessario limitare l’ascesa dei prezzi dei beni non esportabili mentre
contemporaneamente una svalutazione nominale alza i prezzi del settore esportabile, per
non vanificare l’effetto svalutazione sul commercio internazionale.;
- ugualmente sulla scia dei due punti precedenti si procede a una rapida liberalizzazione del
commercio interno e con l’estero;
- riforma del settore bancario allo scopo di ottenere un sistema centrale indipendente dal
Governo e un sistema bancario privato adatto ad accogliere flussi di capitali
internazionali.
Il perché di queste politiche si fonda sull’effetto che l’intervento dello Stato nell’economia ha
sulla stessa: secondo gli analisti del Fondo, quando il Governo è responsabile di buona parte
del settore economico di un paese, direttamente o indirettamente influenza l’uso delle risorse
private. Se la gestione della spesa pubblica non è ottimale, in questo caso il sistema può
presentare problemi come un’alta inflazione, deficit della Bilancia Commerciale e crescita
debole.
Le politiche, soprattutto quelle di tipo fiscale, che il Fondo suggerisce, affrontano questi
problemi in due modi:
a. attraverso un impatto diretto sui principali indicatori macroeconomici, come la domanda
aggregata, il tasso di risparmio aggregato e la crescita degli indicatori monetari;
16
Basti pensare che tutti i modelli neoclassici di crescita endogena indicano il capitale umano quale importante
fattore di sviluppo, e giustificano, sulla base di imperfezioni di mercato, l’intervento dello Stato per
promuoverne l’accumulazione.
b. con un impatto a livello microeconomico sull’efficienza dell’allocazione delle risorse e
l’istituzione di infrastrutture e istituzioni essenziali.
A livello macroeconomico l’effetto che il Fondo vorrebbe ottenere con questi accorgimenti è:
• diminuire l’inflazione, passando per un raffreddamento della domanda aggregata, che si
ottiene diminuendo l’intervento statale nell’economia e la quantità di moneta in circolazione;
• ridurre il valore delle importazioni, allo scopo di migliorare la Bilancia Commerciale. Il
ragionamento che gli analisti del Fondo fanno in questo caso si basa sulla semplice identità
fondamentale della crescita:
RTSCMXGICPNL
pppp
+++=−+++=
con PNL = Prodotto Nazionale Lordo;
Cp = consumo privato;
Ip = investimento privato;
G = spesa pubblica;
X = esportazioni di beni e servizi;
M = importazioni di beni e servizi;
Sp = risparmio privato;
T = gettito fiscale;
R = trasferimenti di capitale all’estero.
In una forma più significativa è esprimibile come
)()()( RXMTGSI
pp
+−=−+−
il che significa che un deficit fiscale può causare un deficit di bilancia commerciale, dato che
la maggiore disponibilità fornita dalla Spesa Pubblica spinge ad un eccessivo consumo di
beni, importazioni comprese, oppure può risultare in un eccesso di investimenti rispetto al
risparmio, causato dall’effetto spiazzamento che l’investimento governativo può avere su
quello privato. Anche in questo caso la politica fiscale restrittiva ridurrebbe l’impulso ad
importare e riducendo l’investimento pubblico dovrebbe lasciare maggiore spazio
all’investimento privato;
• aumentare la stabilità finanziaria e mantenere basso il livello del tasso di interesse, che in
caso di politica fiscale espansiva potrebbe aumentare a causa delle aspettative di una
maggiore inflazione;
• aumentare il livello di crescita secondo il Fondo limitato da distorsioni quali il controllo dei
prezzi di certi beni e le restrizioni al commercio estero e ai movimenti di capitali;
• rendere il debito estero sostenibile attraverso il flusso di capitali determinato dal commercio
con l’estero e dall’aumento dei tassi di interesse;
A livello microeconomico viceversa il Fondo vorrebbe ottenere:
• un’allocazione più efficiente delle risorse tramite l’eliminazione degli investimenti pubblici
in progetti a rendimento nullo o negativo, e quindi un maggiore impulso alla crescita;
• un maggiore intervento privato nella costruzione di infrastrutture di base.
2.3 Perché le politiche di aggiustamento hanno effetto sulla povertà.
I motivi per cui le politiche di aggiustamento consigliate dal Fondo Monetario Internazionale
(sempre con l’ausilio della sua istituzione gemella, la Banca Mondiale) dovrebbero avere
effetto sulla povertà si possono spiegare seguendo diversi approcci.