6
Erano anni in cui il moralismo interferiva in vicende politiche,
carriere e storie personali come quelle di Togliatti e Nilde Iotti,
Maria Callas e Aristotele Onassis, Fausto Coppi e Giulia
Occhini.
Senza dimenticare relazioni spettacolari, come quelle tra Grace e
Ranieri di Monaco, Elisabeth Taylor e Richard Burton, Marilyn
Monroe e i suoi mariti, Ingrid Bergman e Roberto Rossellini.
Fino agli anni Sessanta, i giornali seri mantennero un approccio
di distaccato interesse nei confronti delle love story. I grandi
cronisti, abituati ai delitti di stato e di letto, disdegnavano di
abbassarsi al livello di Mina e Corrado Pani, di Coppi e Giulia
Occhini, la famosa �Dama Bianca�, di Gigi Riva e Gianna
Tofanaro, subito ribattezzata la �Dama Bionda�.
Tutti i rotocalchi che di quella �robaccia� facevano fior di pagine
e di tirature venivano additati come frivoli, inutili, di poco conto.
La svolta si ebbe nel ferragosto del 1958, in Via Veneto, dove si
accesero furibonde liti tra alcuni vip e un fotoreporter, Tazio
Secchiaroli. La cronaca di quella notte apparve su un quotidiano,
Il Giorno, con un pezzo in prima pagina, proprio sotto l�articolo
di spalla: In via Veneto un fotografo assalito da Faruk e
Franciosa(dalla nostra redazione)Roma, 18 agosto 1958. Un
fotografo ha vissuto momenti drammatici, venerd� notte, in Via
Veneto, assalito prima da un ex re, Faruk d�Egitto, poi da un
attore, Antony Franciosa. La storia � cominciata alle due della
notte di ferragosto, sulla �rive gausche� al Caf� de Paris la cui
7
clientela di mondani nottambuli � accresciuta ogni sera a
quell�ora dalla mole ragguardevole dell�ex sovrano(�). Mentre
Mario Ottieni, per quanto monarchico, lasciava alla chetichella
il teatro della mischia e re Faruk si rifugiava nella pi� remota
saletta del Caf� de Paris interveniva in forze un reparto di
polizia, e i fotografi si allontanavano definitivamente. Questo,
non tanto perch� cacciati lontano, quanto perch� richiamati
sulla �rive droite� dall�arrivo di Ava Gardner con Antony
Franciosa, primo attore della �Maya Denuda e primo attuale
occupante, si dice, del cuore della volubile Ava.
1
Il �fattaccio�
2
avvenne in modo del tutto prevedibile. Il monarca
egiziano, che gi� da alcuni anni viveva un esilio dorato nella
capitale, era seduto ad un tavolo del noto ritrovo romano in
compagnia di una piccola corte: Irma Capace Minutolo, ben nota,
alle cronache mondane pi� come accompagnatrice fissa dell�ex re
che per la sua carriera di cantante lirica, la sorella Ada, Mario
Ottieni, noto personaggio della Napoli rampante, e alcune
guardie del corpo. Il Caf� de Paris era uno dei pochi locali ancor
aperti in quella afosa serata e Secchiaroli stava tentando di
realizzare un servizio sul ferragosto romano. Le notti di Faruk
non destavano pi� curiosit� tra i passanti di Via Veneto, tanto la
sua presenza era abitudinaria.
1
http:/www.amicus.it/libri/dolcevita/larosa.htm
2
http:/www.dagospia.com
8
Il re spodestato, unico personaggio di spicco nell�estate deserta,
aveva comunque attirato l�interesse del fotoreporter e forse
disturbato dai lampi indiscreti che Secchiaroli gli aveva �sparato�
da due metri, con balzo felino agguant� il fotografo,
guadagnandosi la notizia in prima pagina.
Il Giorno, diretto da Gaetano Baldacci, era in quel periodo una
testata particolarmente interessante, in quanto innovativa e
addirittura di rottura rispetto al giornalismo tradizionale.
Il rilievo dato alla notizia sul fotoreporter potrebbe oggi apparire
del tutto marginale, ma quella colonnina di piombo, per la sua
inusualit� e per il significato giornalistico che ha avuto, fu
invece, un momento fondamentale nella storia del
fotogiornalismo: costitu� il vero e proprio inizio del periodo
cosiddetto della �cronaca rosa�.
Nel momento in cui la �rosa� cess� di rivestire un ruolo
unicamente riservato alle pagine dello spettacolo per inserirsi
anche fra le notizie di cronaca (l�episodio descritto risulta essere
uno dei primi casi), si innescarono interessi e reazioni diverse:
giornalistici, pubblicitari, commerciali.
Tutti elementi che, insieme, contribuirono a garantire alla notizia
connotazioni di importanza assai maggiore di quanto in realt�
non avesse.
9
Da quel lontano ferragosto, i �fatti� di Via Veneto e pi� in
generale le love story, assunsero sempre pi� rilevanza, anche
internazionale, trasformandosi, poco a poco, in avvenimenti che,
da spettacolari quali erano, divennero argomento di costume.
I giornali non prendevano molto seriamente quelle storie che
andavano consumandosi tra fotoreporter da un lato, e personaggi
della nobilt�, i divi del cinema, gli esibizionisti di provincia e i
professionisti del jet set dall�altra, anzi molto spesso usavano toni
fra il serio e il faceto. Ma quel tipo di notizia emanava un fascino
�indiscreto� sul lettore, suscitava commenti, era oggetto di
discussioni e soprattutto incrementava le vendite.
Di conseguenza, quasi tutte le testate iniziarono ad interessarsene
e di riflesso anche settimanali politici come Panorama e
L�Europeo, presero ad impegnare sempre pi� spesso i loro illustri
cronisti sui fronti rosa, che si moltiplicavano, piuttosto che sui
fronti di guerra, che scarseggiavano.
A livello internazionale, fu soprattutto l�ascesa alla Casa
Bianca della coppia John Kennedy e Jaqueline Lee Bouvier, ad
innescare la corsa al pettegolezzo, che assumeva data la caratura
dei protagonisti, valenza politica.
L�uomo pi� potente della terra, il Presidente degli Stati Uniti, era
giovane e ricco. Per incarnare appieno il sogno americano, in
nome del quale fu eletto, doveva avere al fianco una donna
giovane ed elegante.
10
L�aveva. Era Jaqueline.
Si sposarono nel settembre del 1953 e solo dopo due aborti erano
riusciti ad avere nel 1957 Caroline e John junior nel 1960.
Lei veniva da una famiglia complicata, con un padre di buoni
natali che aveva perso una grande fortuna ed era finito
alcolizzato, con una madre che salv� la situazione risposandosi
con Hugh Auchincloss (una stella �bene� del firmamento in cui
brillavano anche i Rockefeller, i Vanderbilt, gli Astor), con una
sorella minore, Lee, che avrebbe messo insieme nella vita una
serie di matrimoni sfortunati.
Sposando John spos� di fatto il clan Kennedy, le sue glorie ma
anche le sue tragedie.
Parlava poco, ma era determinata. Di lei, la suocera Rose
Fitzgerald Kennedy, nell�autobiografia, scrive un gran bene sia
pure con qualche inevitabile punta d�acidit�. Come quando
riferisce il parere di Dick Clasby: �Il pubblico si fa un�idea
sbagliata di lei e la considera una donna che sa solo vestirsi
bene, ma lei si trova a completo agio anche con una camicia e un
paio di blue jeans�..�
3
.
Per i rotocalchi di tutto il mondo quel matrimonio fu una
pacchia!
4
Divenne sport internazionale la ricerca di un neo nell�agiografica
cronistoria del fidanzamento e del matrimonio.
3
Marina Cosi, Valentino che veste di nuovo, Camunia, Brescia 1984, pag.53
4
Andrea Occhipinti, �Quando rapimmo la principessa� in L�Europeo, Milano 2001, pag.11
11
Anche chi era solito storcere il naso di fronte ad �amorazzi�
5
di
seconda categoria, o di serie �B�, come venivano catalogati, si
divertiva ad intingere la penna nel veleno.
Con l�entusiasmo dei neofiti, corsivisti di fama, tanto scavarono,
tanto scovarono che alla vigilia della morte di Kennedy ce ne era
abbastanza, sul conto di entrambi, per giustificare l�ipotesi di un
imminente divorzio.
L�unione tra Jackie e John Kennedy, in effetti, non fu per niente
esemplare.
A renderla leggendaria e a evocarla poi, per anni sui giornali di
mezzo mondo fu, pi� ancora della tragica fine, la scoperta di una
tresca mai provata con certezza tra John Fitzgerald Kennedy e
Marilyn Monroe e le nozze della vedova d�America con
Aristotele Onassis.
Ad esempio, la vicenda dell�abito per il suo secondo matrimonio
ebbe momenti da romanzo di spionaggio. Negli Stati Uniti alcuni
giornalisti pedinarono con discrezione l�ex first lady. Uno di loro
si accorse cos� che, nel giro delle compere, Jackie aveva
acquistato un velo di chiffon beige. Era un giornalista del
�Women�s Wear Daily� che, dopo una ricerca negli archivi,
scopr� che lo stilista italiano Valentino, nell�ultima collezione
aveva fatto un vestito di pizzo beige. S�informarono se l�aveva
comprato la signora Kennedy, scoprirono dove, ricostruirono con
un disegno abito e velo e lo misero in copertina. Jackie era stata
5
Ibidem, pag.12
12
attenta, aveva acquistato in posti diversi, addirittura in nazioni
diverse, le varie parti dell�abbigliamento nuziale, ma come si
vede non era servito a nulla.
In breve tempo, �Time�, �Look� e �Life� si occuparono della
notizia dandole la dignit� che meritava.
L�abito da sposa divenne talmente famoso da sconfiggere la
regola prima che presiede ad una creazione di alta moda: la sua
unicit�.
�Me ne ordinarono altre trentotto copie� racconta lo stilista
Valentino, �un fatto unico nella storia della moda�.
6
Con questi miti si riempivano le copertine degni anni Sessanta e
Settanta, anni d�oro dei rotocalchi.
Erano gli anni della Dolce Vita, delle famosissime �baruffe� tra i
vip
7
e i fotografi. Quegli stessi fotografi che Federico Fellini
insieme ad Ennio Flaiano, volle mettere in scena in uno dei suoi
film pi� celebri, attribuendo loro come soprannome un termine
che ha fatto da allora il giro del mondo: paparazzo.
8
Erano gli anni in cui pagine e pagine davano spazio alle storie
d�amore di sangue blu.
Impazzavano le stesse famiglie di oggi, i Reali Inglesi, i Savoia, i
Grimaldi del Principato di Monaco. Ma se quelle di oggi paiono
banali telenovele, quelle di una volta erano veri romanzi d�amore
destinati a passare alla storia.
6
Marina Cosi, op. cit. , pag.58
7
Guido Panico, parola nata nei primi anni �70, (sigla di very important persone). E� la pi� brutta parola di tutti i tempi e
di tutte le galassie. Propongo per chi la usa, l�interdizione perpetua dal cellulare e dal festival di Sanremo
13
C�� un salto di qualit�, pi� che di generazioni, tra Edoardo VIII,
mondano ed elegante principe di Galles che rinuncia al trono per
sposare l�americana Wally Simpson, una donna non bella, ma
furba e gelida
9
e suo nipote Carlo che sul trono accanto a s�
vorrebbe Camilla Parker-Bowles dopo la tragica scomparsa della
principessa Diana nel tunnel dell�Alma a Parigi, la prima
principessa ad appartenere interamente al mondo dei media, e
non pi� a quello delle favole, la cui storia � finita tragicamente
come tragiche sono le fiabe e ancora pi� tragiche le fiabe che i
media raccontano.
10
O ancora, come paragonare la favola del principe Ranieri e della
regina di Hollywood, Grace Kelly con le sgangherate farse
sentimentali di cui si rende protagonista la loro figlia St�phanie,
di volta in volta innamorata dell�autista, della guardia del corpo,
del maestro di sci e ridotta fino a qualche mese fa, per amore di
un domatore di elefanti, a vivere nella roulotte di un circo
anzich� a Palazzo Grimaldi?
Affermiamolo con franchezza: anche gli amori di sangue blu non
sono pi� quelli di una volta, cos� come quelli tra i divi del
cinema. Sui diversi fronti continuano a battersi senza esclusioni i
colpi eroici dei paparazzi, ma le prede, non sono altrettanto
succulente: si vive di ricordi.
8
http://.amicus.it/libri/dolcevita/prefazione.htm
9
Laura Laurenzi, Amori e Furori, Edizioni Bur, Milano 2001, pag.88
10
Aldo Grasso, �La fine della principessa triste�, in Sette, Corriere della Sera, Milano, Agosto 1999, pag.20
14
I� CAPITOLO
Love story
tra Storia, Sociologia e Letteratura
Gli amori.
Non c�� argomento pi� appetitoso, pi� succulento, per divertirsi
alle spalle degli altri distraendosi dalle spesso poco allegre,
vicende quotidiane.
�Raccontami i tuoi amori, Jacques!�, invoca il padrone di
�Jacques il fatalista�, di Denis Diderot, ogni volta che il suo
servo si abbandona a discorsi troppo seri e filosofici per rendere
sopportabile quel lungo viaggio che i due compiono insieme non
si sa perch�, verso non si sa dove e che assomiglia tanto alla vita
di ogni essere umano.
11
Il padrone preferisce divertirsi con il racconto degli amori del suo
servo Jacques. Come quell�altro padrone, il pubblico dei lettori,
che mostra di appassionarsi alle love story dei personaggi
conosciuti.
Una passione quella del pettegolezzo cartaceo e non, trasversale
ad ogni ceto sociale e intellettuale.
Naturalmente c�� modo e modo di interessarsi degli amori altrui,
dei fatti degli altri in generale. Gli intellettuali, non
ammetterebbero mai, mentendo, una propensione al pettegolezzo,
alla malignit�, allo scandalismo, considerata, anzi prerogativa dei
11
M.Bonfantini, E.De Ehrenstein-Rouvroy, Anthologie et Histoire de la Litt�rature fran�ais, G.B. Petrini, Torino 1972,
pag. 316
15
giornali specializzati, proprio al soddisfacimento delle invidie da
frustrazione del popolo pi� semplice nei confronti di starlettes,
principesse varie, personaggi famosi.
Vanno bene tutti, la cantante, l�annunciatrice di telegiornale, la
blasonata di turno ormai in rovina, il politico di grido, il
calciatore miliardario con la �velina� o la �letterina� di turno. La
lista potrebbe essere ancora pi� lunga, ma quanto scritto basta ad
illustrare il gran caravanserraglio dello spettacolo degli amori di
gente famosa.
Al centro di questo formidabile spettacolo giornalistico c�� stata
e c�� la fotografia. E� in Italia che � nata la specializzazione un
poco perversa e particolarmente ambigua del mestiere del
fotografo �mondano�
12
, intorno alla quale � stata creata una
leggenda pittoresca, che serve ad alimentare il ricchissimo e
variegato mercato di riviste e giornali che per raccontare gli
amori celebri hanno il bisogno di immagini che ne dimostrano
l�esistenza ma che a volte creano di sana pianta il fatto di esserne
la prova.
13
Il genio di Federico Fellini trov� nella �Dolce Vita� un nome per
questa variante del mestiere di fotografo che da allora viene
definita con il nome dei paparazzi. Adesso questo discutibile
primato degli italiani � stato ampiamente sottratto dai francesi,
dagli spagnoli, dagli americani che spesso dispiegano
formidabili mezzi economici e tecnici.
12
www.omero.it/barillari.htm
16
Affittano appartamenti per mesi, si travestono, pedinano,
comprano la complicit� dalle guardie del corpo, dividono con le
stesse star e principesse fintamente sorprese i guadagni strepitosi
degli scoop, usano elicotteri e teleobiettivi che sono quasi
telescopi, inseguono le nuove divinit�,
rischiano la vita e la fanno rischiare pur di fornire sempre nuova
�legna da ardere�, alla macchina affamata dello spettacolo.
Certo le cose sono moto cambiate sulle pagine patinate delle
riviste da quando si raccontano e si fotografano gli amori dei
personaggi famosi. Sicuramente le scazzottate della via Veneto
anni �50 sono diventate un po� retr�, ma gli ingredienti degli
scoop sono rimasti gli stessi. Sono cambiati i modi di
raccontarli poich� la stampa rosa si � adeguata all�evoluzione di
una societ� sempre pi� voyeur e violenta, votata ad una
tendenza inarrestabile alla spettacolarizzazione. Tendenza che
nasce dal nuovo ruolo dell�informazione, tutta centrata sulla
costruzione emotiva della realt� ad opera della televisione.
14
13
F. Scianna, �Amori eccessivi, turbolenti, boccacceschi e fedifraghi�, in L�Europeo 2001, Milano, pag. 93
14
Franco Monteleone, Storia della radio e della televisione, Marsilio, Venezia 1999, pag. 455
17
1.1 Come nasce l�editoria �rosa� in Italia
Quando gli ultimi echi della guerra voluta da Mussolini si
spensero, l�Italia era un cumulo di macerie.
L�industria culturale rivolse il suo sguardo soprattutto
all�intrattenimento.
Questa osservazione contrasta con l�immagine di una cultura
italiana del dopoguerra dominata dalle istanze neorealistiche sia
per quanto riguarda il cinema sia per quanto riguarda la
letteratura.
Bisogna per� ribadire il dato evidente che quei prodotti ebbero
una diffusione assai pi� ridotta di altri, legati al teatro di variet�,
al cinema seriale, al fumetto o alla stampa periodica �popolare�.
Il circuito elitario vide obiettivamente una preminenza dello stile
e dei contenuti del neorealismo; quello propriamente industrial-
culturale fu dominato da stili e forme pi� tipici
dell�intrattenimento mediatico, che attingeva dall�avanspettacolo
�colto� (Rascel), al comico teatrale e cinematografico seriale
(Tot�), al mai morto melodramma (i film di Matarazzo), a una
sorta di �buonismo� sociale (i romanzi di Guareschi e i film
derivati), agli elementi salienti di una certa letteratura
d�appendice, tendente al rosa, anzich� al nero dei periodici
femminili (Grand Hotel, Bolero, Sogno).
Grazie al cinema, le pubblicazioni paraletterarie (fotoromanzi,
riviste, cineromanzi), divennero un aspetto peculiare
dell�industria culturale nazionale. Gi� fra le due guerre,
18
soprattutto con la Rizzoli, il rotocalco divenne mezzo
straordinariamente popolare, a diretto contatto con un
immaginario (soprattutto femminile) che guardava al cinema
come luogo proprio della materializzazione e della proiezione
fantastiche del periodo.
15
Tenuta lontana da una cosciente dimensione politica che non le
pu� appartenere, e pi� spesso fatta segno di indottrinamenti
propagandistici, alla donna di media borghesia venivano riservati
i suoi specifici ambiti di interesse e di realizzazione, identificati
nelle problematiche della vita quotidiana, della famiglia,
dell�amore sognato, dei lavori domestici, della religione cui si
aggiungeva il consueto apparato di oroscopi e interpretazioni dei
sogni.
I motivi per i quali il genere rosa ha sempre trovato spazio sui
nostri periodici sono da ricercare proprio in questa cultura
popolare del dopoguerra, precedente al boom del periodico
illustrato degli anni �60.
Nel 1946, la casa editrice Del Duca, decise di tentare una nuova
strada nel settore periodici e pubblic� Gran Hotel, un giornale a
fumetti con storie e racconti realizzati attraverso sequenze di
tavole disegnate, proprio come quelle per ragazzi, ma destinato a
lettori adulti.
15
Fausto Colombo, La cultura sottile, Media e industria culturale in Italia dall�ottocento agli anni novanta, Bompiani,
Milano 1998, pag. 207-208
19
Durante il fascismo, in Italia, era stata attuata una sorta di
chiusura totale nei confronti del giornale a fumetti per adulti,
limitandone la diffusione solo ai racconti per ragazzi.
La Del Duca (seguita a breve distanza dalla Mondadori che
pubblic� Bolero Film), cominci� quindi la diffusione di Gran
Hotel per le grandi masse femminili o quelle di recente
alfabetizzazione adoperando un linguaggio molto semplice e
dimesso.
16
Le tavole del settimanale erano disegnate da Walter Molino, gi�
caro agli italiani per le copertine di cronaca della �Tribuna
Illustrata� e de �La Domenica del Corriere�, e le storie
edulcorate, popolari, di facile comprensione, ma anche
fantasiose, si protraevano per numerose puntate e si rifacevano a
quelle del romanzo rosa classico o meglio facevano parte di una
ripresa aggiornata del feuilleton. Grand Hotel proponeva
avvincenti storie sentimentali, autentici tormentoni non indegni
delle telenovelas sudamericane, in cui il sesso, per quanto
innominabile e soprattutto non rappresentabile, era, sempre
presente.
Dopo questo primo tentativo ad opera dei disegnatori e grazie all�
esplosione delle produzioni cinematografiche, la Mondadori con
�Bolero� e De Fonseca con �Sogno� (che verr� quasi subito
acquistato dalla Rizzoli) si inserirono in questo nuovo filone con
altre storie a puntate, ma realizzate fotograficamente.
16
Adriana Di Leo, Il Novecento: comportamenti borghesi, Edizioni Scientifiche Italiane, Napoli 1998, pag. 156