Durante questo percorso di ricerca sui Voyages,
non ho potuto fare a meno di notare come quest’opera ed il
suo autore abbiano finito progressivamente con
l’identificarsi. La produzione letteraria di Valery non è
particolarmente estesa, ma non è stata solo letteratura di
viaggio, soprattutto nei primi tempi. Dal momento in cui
comparvero i Voyages, tuttavia, Valery è ritornato
puntualmente, in tutte le opere successive, sull’argomento
italiano. L’amore incondizionato per l’Italia, espresso nel
libro, ha contribuito a consacrare il suo successo, proprio
nel momento in cui il nostro paese era la meta indiscussa
del viaggiatore colto. Ne sono testimonianza le immediate
e numerose ristampe, opera soprattutto delle case editrici
belghe che, attraverso edizioni contraffatte, concorsero ad
accrescere la popolarità di Valery.
E’ difficile dare una spiegazione all’oblio che ha
progressivamente confinato in una zona d’ombra
quest’opera e il suo autore.
L’edizione interfoliata, oggetto della mia tesi, è uno
dei rari atti di riconoscimento verso questo scrittore
dimenticato: a distanza di circa cinquant’anni dalla
comparsa della prima edizione, l’esemplare, di cui ho
esaminato e trascritto gli articoli frapposti e le meticolose
annotazioni manoscritte, dimostra che ancora qualcuno,
certamente un appassionato come Valery del nostro
paese, era disposto a confrontarsi con un’opera
probabilmente, dai più, ritenuta superata.
Il lavoro di ricostruzione paleografica non ha sempre
portato a risultati clamorosi: la presenza di lacune
significative ha precluso talvolta le mie indagini,
costringendomi a limitare gli obiettivi delle mie
considerazioni.
Spero che la lettura di queste pagine trascritte, in
ogni caso, possa contribuire a mantenere viva l’opera e la
figura di Valery, ed a stimolare il desiderio di riscoprire
aspetti dimenticati del patrimonio collettivo del nostro
paese.
PARTE PRIMA
2
I. ANTOINE-CLAUDE PASQUIN VALERY: UN
ESTIMATORE POCO NOTO DELL’ITALIA.
I. 1. Cenni riguardanti la sua vita, la sua attività di
bibliotecario e di letterato.
Antoine-Claude Pasquin, conosciuto con il nome di
Valery, è oggi un personaggio poco noto della letteratura
francese. Non esistono, infatti, opere di critica o
monografie pubblicate su quest’autore, che tuttavia ebbe
una posizione di rilievo nell’ambiente letterario del suo
tempo. Qualche articolo di giornale è apparso all’epoca
della pubblicazione delle sue opere, ma senza un’analisi
critica soddisfacente. Le sue opere sono state recensite in
riviste francesi, inglesi e italiane, ma si tratta in gran parte
di parafrasi dei brani contenuti nei suoi libri o di brevi
articoli elogiativi.
1
Di umili origini, Valery nacque a Parigi l’otto agosto
1789.
2
Figura di spicco nell’ambiente dell’amministrazione
parigina, fu, giovanissimo, impiegato negli uffici del
Consiglio di Stato, ma la sua inclinazione agli studi, il suo
ardente amore per le lettere, mal si conciliavano con la
monotonia dell’attività amministrativa e dei processi verbali.
3
Presto ottenne la nomina di bibliotecario presso
alcune fra le più importanti biblioteche parigine; nel
febbraio 1815, sotto Luigi XVIII, ottenne uno dei suoi primi
incarichi in qualità di bibliotecario presso il castello di Saint-
Cloud: « Ce fut un grand bonheur pour ce jeune homme
ami du travail, qui cherchait la société des hommes lettrés,
et qui se plaisait surtout en la compagnie des livres. »
3
Ardente royaliste, Valery divenne conservatore ed
amministratore delle biblioteche della corona sotto Carlo X.
Nel 1822 conseguì la nomina di « Conservateur » della
biblioteca del Louvre, e d’ispettore delle biblioteche degli
altri castelli reali. Nel 1830, sotto Luigi-Filippo, ottenne
l’incarico di bibliotecario del re al palazzo di Versailles e del
Trianon e fino al termine della sua non lunga esistenza si
dedicò all’arricchimento delle biblioteche reali.
Valery fu un assiduo frequentatore dei salons letterari
parigini, e soprattutto di quei circoli tradizionali, più vicini al
suo spirito conservatore e meno aperti alle tendenze
progressiste. A Parigi era possibile trovarlo ai salotti di
Mme Duras, Mme Swetchine ed in particolare all’Abbaye-
au-Bois, salotto animato da Mme Récamier, dove entrò in
contatto con alcune figure letterarie carismatiche
dell’epoca. Fra le sue amicizie più significative troviamo
Chateaubriand, Mérimée, Stendhal, Sainte-Beuve e Xavier
de Maistre di cui fu anche l’editore delle Œuvres complètes
nel 1825.
4
4
Autore di un breve romanzo sentimentale, Sainte
Périne, souvenirs contemporains, (1826) e di un’opera
eclettico-filosofica, Études morales, politiques et littéraires,
ou Recherche des vérités par les faits, Valery è oggi
ricordato soprattutto per una guida sull’Italia che fu
considerata il vademecum dei viaggiatori romantici: i
Voyages historiques et littéraires en Italie, opera pubblicata
a Parigi, in cinque volumi, presso l’editore Le Normant, fra
il 1831 e il 1833.
Il suo amore per l’Italia ed il particolare interesse per
la letteratura di questo paese caratterizzano tutte le sue
opere successive.
Valery venne sei volte in Italia
5
e, in ognuno di questi
viaggi, non perse l’occasione di stringere importanti
amicizie con uomini di cultura ed eruditi italiani. La sua
posizione, infatti, gli consentì di accedere ad alcuni fra i più
prestigiosi circoli intellettuali della penisola, primo fra tutti
quello di Gian Pietro Vieusseux a Firenze.
In quasi ogni città, venne a contatto con letterati,
bibliotecari come lui, con i quali intrattenne un fitto rapporto
epistolare.
6
Dall’incontro con gli intellettuali italiani Valery
trasse preziose informazioni per l’approfondimento delle
sue ricerche sull’Italia. Grazie al loro contributo, ad
un’attenta indagine sul campo, oltre ai Voyages, videro la
luce tutte le sue successive produzioni, a partire dai
Voyages en Corse, à l'île d'Elbe et en Sardaigne. A
5
completamento della sua guida sull’Italia pubblicò poi
l’Italie confortable, Manuel du touriste: appendice aux
Voyages historiques, littéraires et artistiques en Italie, un
manuale di facile consultazione che costituisce il
prolungamento ideale dei Voyages. Attraverso un’opera di
carattere divulgativo, le Curiosités et anecdotes italiennes,
Valery fece conoscere in Francia i trattatisti minori italiani
dal Trecento al Cinquecento.
I suoi interessi più eruditi, accentuatisi nella maturità,
sono presenti anche in un’altra opera: La Science de la vie,
ou Principes de conduite religieuse, morale et politique,
extraits et traduits d'auteurs italiens.
L’ultimo lavoro di Valery a noi pervenuto è il frutto di
una scrupolosa ricerca personale negli archivi e nelle
biblioteche italiane: si tratta della Correspondance fra i due
monaci benedettini Mabillon e Montfaucon ed i
contemporanei italiani.
La morte prematura dello scrittore, a Versailles, nel
1847,
7
impedì che venissero alla luce altri suoi progetti
letterari: le Curiosités Italiennes, come testimoniano alcune
lettere all’abate Gazzera, allora segretario perpetuo presso
la Reale Accademia delle Scienze di Torino, dovevano
essere solo l’inizio di una serie di studi letterari sull’Italia.
8
6
I. 2. La fortuna delle sue opere dopo la sua morte.
Subito dopo la pubblicazione dei suoi viaggi, a
testimonianza del valore che i contemporanei attribuirono a
Valery e della fortuna che la guida ebbe al di là della
Francia, comparvero alcune traduzioni inglesi dei Voyages,
e numerose contraffazioni belghe.
9
Queste edizioni furono
pensate ad uso e consumo dei turisti e pertanto suddivise
in estratti e presentate in formati più maneggevoli per la
consultazione.
La figura di Valery è ancora oggi molto evanescente.
Nel secolo passato alcuni studiosi hanno rivelato solo
parzialmente le sue doti di letterato e di attento osservatore
dell’Italia.
Maurice Levaillant, in uno studio su Chateaubriand e
sul suo soggiorno veneziano, presenta Valery come uno
fra i più profondi ispiratori dello scrittore romantico. I
Voyages, infatti, sarebbero stati la fonte principale per la
composizione del VII° libro della IV
a
parte dei suoi
Mémoires d’Outre-Tombe.
10
Levaillant analizza
accuratamente i passaggi in cui Chateaubriand fa esplicito
riferimento alla guida di Valery. Allo stesso tempo però
riconosce la superiorità del grande scrittore, il pathos e la
poesia, elementi di cui la guida è sprovvista.
11
7
I giudizi di Valery su Alfieri sono invece l’oggetto di
uno studio di Luciano Serra,
12
il quale, ripercorrendo le
pagine dei Voyages, analizza i passaggi in cui Valery cita il
grande scrittore astigiano, rivelandone, in più occasioni, il
carattere inquieto e la figura contraddittoria.
13
In tempi più recenti Elena Berti-Toesca ha cercato di
sottolineare il carattere di precoce italianisant del Valery e,
riassumendo le pagine dei Voyages, offre un ritratto inedito
dello scrittore, mostrandolo capace di cogliere, nel suo
tempo, i segnali del futuro Risorgimento italiano.
14
Fra i contributi critici maggiormente degni di nota cito
gli studi di Clara Florio Cooper: in alcuni suoi articoli, che
vertono sul rapporto dell’autore dei Voyages con i
contemporanei italiani e francesi, la studiosa arricchisce di
particolari inediti l’immagine di Valery facendola uscire da
quella zona d’ombra in cui è stata ingiustamente relegata.
15
Nonostante la mancanza di studi pubblicati che
forniscano un’immagine complessiva di questo grande
appassionato di cose italiane, le opere di Valery sono
sopravvissute alla memoria del loro autore: le traduzioni e
le ristampe dei suoi lavori si sono perpetuate fino ai giorni
nostri, a dimostrazione che il suo contributo di letterato e
conoscitore del nostro paese è ancora attuale e prezioso.
8
Le traduzioni dei lavori di Valery sono iniziate quando
era ancora in vita. La prima di cui si ha notizia è quella in
lingua inglese di C. Ebenezer CLIFTON, Historical, literary
and artistical travels in Italy, a complete and methodical
guide for travellers and artists, by M. Valery, librarian of the
Royal Libraries of Versailles and Trianon; author of
"Voyage en Corse, à l'île d'Elbe et en Sardaigne",
translated with the special approbation of the author from
the second Corrected and improved edition by C. E. Clifton
(with a copious index and road -map of Italy), Paris,
Baudry's European library, 1839, 1 vol., in 8°, VII + 783 pp.
A questa edizione, approvata dallo stesso Valery,
seguirono altre due pubblicazioni nel 1842 e nel 1852
presso lo stesso editore. A Londra sono apparse due
pubblicazioni dell’Italie confortable in lingua inglese, senza
data, ma presumibilmente del 1842, citate nella mia
bibliografia.
In Italia la prima traduzione integrale di un’opera di
Valery è la versione curata da F. SALA dal titolo Viaggi alle
isole di Corsica, d'Elba, e di Sardegna del Signor Valery,
Milano, Tip. e Libr. Pirotta e C. 1842-1843, 4 voll. in-24°. Le
successive pubblicazioni e ristampe sono relative al solo
Viaggio in Sardegna.
16
9
Purtroppo non esistono traduzioni integrali in italiano
dei Voyages littéraires,
17
una mancanza questa che non è
facilmente spiegabile in considerazione della dedizione e
dell’amore che Valery ha tributato al nostro paese.
Un’iniziativa in tal senso contribuirebbe a restituire una
parte della notorietà che l’Italia, a suo tempo, gli aveva
giustamente conferito.
10
II. VALERY E IL RAPPORTO CON IL MONDO
CULTURALE FRANCESE DEL SUO TEMPO: DUE
ESPERIENZE SIGNIFICATIVE.
II. 1. L’edizione delle Œuvres complètes di Xavier de
Maistre.
Valery ebbe un posto di primo piano nel contesto
culturale del suo tempo. Il « bibliothécaire de six pieds »
18
fu arruolato sin da giovanissimo al Consiglio di Stato, di cui
suo zio, M. Hochet, era stato segretario generale; la sua
posizione sociale, unita alla vocazione di letterato e di
erudito, gli consentirono ben presto di ritagliarsi un ruolo di
prim’ordine nell’ambiente intellettuale della Restaurazione.
E’ nota, ad esempio, la parte di primo piano che ebbe
nella pubblicazione delle Œuvres complètes di Xavier de
Maistre, grazie alla sua conoscenza della situazione delle
case editrici parigine.
19
La storia di questa edizione è fitta di incidenti, come
testimonia questo passaggio di Alfred Berthier :
C’est toute une petite tragi-comédie que l’histoire des
manuscrits de Xavier, expédiés à Londres, puis
réexpédiés à Paris ; crus un instant perdus ou volés, puis
retrouvés. Rien n’y manque: cris de désespoir, critiques
contradictoires, marchés conclus puis défaits, coups de
11
théâtre, note comique, - ni même le deus ex machina, qui
fut, en l’espèce, Antoine Valery, le « géant », le
« bibliothécaire de six pieds », littérateur distingué,
arrivant à point nommé pour dénouer les situations
embrouillées...
20
La pubblicazione delle Œuvres diede luogo ad un fitto
scambio epistolare che coinvolse numerosi personaggi;
questo carteggio è ricco di dettagli interessanti sui loro
orientamenti politici, sui gusti letterari, e sulla vitalità della
cultura francese dell’epoca. In esso compaiono i nomi di
Chateaubriand, Sainte-Beuve, Mareste (figura molto
influente del « milieu » burocratico e letterario parigino,
amico di Stendhal e Mérimée e « chef de bureau des
passe-ports » di Parigi all’epoca in cui si svolsero i fatti),
21
Mme de Duras,
22
ed altri ancora.
Come testimonia Berthier, Valery fu personalmente
convocato dalla duchessa di Duras per sostenere la
pubblicazione delle opere di Xavier de Maistre, e seguì,
con Mareste, tutti i delicati passaggi relativi alla
composizione dei lavori dello scrittore savoiardo, lavori dei
quali, nel 1825, divenne editore e correttore:
M
me
de Duras, contrairement à ce qu’en dit Sainte-Beuve,
augura bien de la publication ; elle fut « enchantée des
deux nouvelles » ; elle les « vanta à Ladvocat son
libraire » ; elle intéressa Valery à cette affaire et le mit en
rapport avec les libraires Dondey-Dupré et Ponthieu pour
12
la somme de 5.000 fr. ; il défendit l’Expédition nocturne
contre Vignet qui la jugeait « détestable dans toute la
force du mot »…
23
Xavier de Maistre, che allora viveva a San
Pietroburgo, aveva inviato al nipote, il barone Louis de
Vignet, i manoscritti di due novelle, Les aventures du
major Kascambo e L’histoire véridique de Prascovie
Lopuloff, pregandolo di giudicarne personalmente il valore.
Inoltre aveva riesumato l’Expédition nocturne, un lavoro
iniziato 25 anni prima, e ideale proseguimento del Voyage
autour de ma chambre, l’opera che lo aveva reso celebre.
Il giudizio negativo di Vignet, che considerava l’Expédition
nocturne « très mauvaise »
24
non fu condiviso da Valery
che al contrario, in una lettera indirizzata a Mareste,
scriveva :
…la surabondance, le vagabondage des idées sont
excusées dans ces sortes d’ouvrages ; il y a, si l’on veut,
des négligences de style, mais que de traits, que
d’expressions même les gens qui écrivent envieraient!
25
La sollecitudine e l’autorità di Valery, a dispetto di
quell’« air un peu hableur »
26
che gli contestava Vignet,
furono di grande peso durante le contrattazioni con gli
editori, e contribuirono all’esito positivo della pubblicazione
delle Œuvres complètes.
27
Lo stesso Vignet dovette