CAPITOLO 1
SCOPRENDO L’ E-LEARNING
1.1 E-Learning: un passo in più verso la formazione continua
E’ ormai opinione condivisa che la società in cui viviamo richieda agli individui una
flessibilità (intesa come capacità di adattamento e cambiamento) sempre maggiore sia
dal punto di vista dei comportamenti professionali che da quello dell’acquisizione e
dell’applicazione delle conoscenze.
Il nostro rapporto con la conoscenza sta radicalmente cambiando: la velocità con cui
un’informazione diviene obsoleta e l’estensione delle nostre capacità cognitive che le
nuove tecniche informatiche ci permettono, rappresentano un mutamento di cui
dobbiamo assolutamente prendere coscienza e tener conto
1
.
La possibilità di gestire efficacemente i compiti, gli imprevisti e le incombenze
quotidiane, soprattutto in ambito lavorativo, dipende sempre più dalla nostra attitudine a
reperire informazioni adatte o di rielaborarle a nostro favore, dalla nostra capacità di
gestire la conoscenza e i processi per acquisirla.
L’intermediario fra noi ed il sapere, che ci permetteva di avere le informazioni belle e
pronte e ci indicava cosa era importante conoscere e cosa no, sta lasciando sempre più
spazio al processo che Levy
1
definisce di “disintermediazione”, di libertà di accesso
diretto alle fonti.
Di qui la necessità costante di abilità e competenze nel rapporto con l’informazione ai
sui vari livelli (acquisizione, manipolazione, elaborazione…) che implica una basilare
predisposizione al cambiamento, alla ridefinizione delle coordinate di riferimento senza,
però, perdere l’orientamento.
1
Pierre Levy, Evoluzione del concetto di sapere nell’era telematica, reperibile al sito
http://www.mediamente.rai.it/biblioteca/allbio.asp nella sezione dedicata a Levy
CAPITOLO 1
10
Oggi il sapere ed il saper fare, basilari in un momento in cui il know how e il possesso
di competenze fanno la differenza, non possono fare a meno del saper cambiare.
Non ci si può esentare da una formazione che ci consenta di cercare in prima persona le
informazioni di nostro interesse, di selezionare velocemente e adeguatamente il
materiale più adatto alle nostre esigenze.
In questo modo l’individuo può aspirare a gestire il cambiamento senza subire il
disorientamento che spesso accompagna le trasformazioni repentine.
Questa prospettiva trova il superamento del proprio carico di instabilità ed incertezza
nella capacità dell’individuo di saper cogliere l’esigenza di una formazione continua e
di riuscire ad attivarsi per accedere ai percorsi formativi che più gli sono congeniali.
Certo la lifelong education porta con sé diversi aspetti ingombranti, primi fra tutti quelli
legati ai costi e ai tempi: non è semplice, infatti, conciliare i ritmi di lavoro incalzanti,
che caratterizzano un numero sempre maggiore di professioni, con i tempi che la
formazione richiede. Altrettanto problematiche si presentano le spese che possono
identificarsi con un investimento a medio – lungo termine incapace di produrre risultati
di immediato consumo e che, dal punto di vista del datore di lavoro, si presentano assai
rischiose se si considera la tendenza prevalente alla flessibilità del posto di lavoro.
Non di rado, infatti, l’investimento in formazione che la dirigenza fa su un determinato
lavoratore rischia di trasformarsi in una doppia perdita.
Questo accade nel momento in cui il lavoratore, forte della formazione ricevuta, passa
alle dipendenze di un’azienda, magari concorrente, che gode gratuitamente
dell’aumento produttivo generato dall’iter formativo seguito in precedenza dal nuovo
assunto.
Ci si trova così davanti alla necessità di coniugare la tangibile e pressante esigenza di
formazione continua con i suddetti problemi di costi e tempi.
Tale esigenza la nota anche Erkki Liikanen, membro della Commissione Europea,
responsabile dell’impresa e della società dell’informazione
2
che sottolinea come la
costruzione, il reperimento e l’uso dell’informazione e della conoscenza siano fattori
chiave per la crescita economica e per la competitività in una società che vede un
sempre maggior accorciamento del ciclo di vita delle conoscenze e delle competenze.
2
E-learning in the knowledge Society, eLearning Summit, La Hulpe, 10 May 2001
Scoprendo l’e-learning
Liikanen auspica una strategia fondata su una economia knowledge-based, basata cioè
su una conoscenza flessibile e dinamica, adatta, appunto, all’attuale ciclo di vita a breve
scadenza delle conoscenze relative ai vari ambiti di sapere.
Questa situazione, che trova fra i propri fattori generanti la rapida crescita delle
Tecnologie dell’Informazione e della Comunicazione, può individuare una efficace via
evolutiva proprio nello sviluppo di suddette tecnologie integrate al sapere pedagogico e
andragogico.
Nasce, in questo modo, la proposta dell’e-learning finalizzato a rispondere ai bisogni di
efficacia e di efficienza dell’apprendimento, soprattutto di quello fuori dall’ambito
scolastico.
Bisogni che interessano lavoratori, studenti e cittadini della mutevole Knowledge
Society.
L’e-learning, l’idea chiave dei sistemi FaD di terza generazione
3
, risulta una delle vie
preferenziali per l’aggiornamento continuo.
Tale affermazione vale soprattutto nell’evolversi della prospettiva ben delineata da
Guglielmo Trentin
2
secondo la quale i tradizionali iter formativi acquisiranno sempre
più la connotazione di momento di avvio di un percorso formativo che durerà tutta la
vita sotto la diretta responsabilità del singolo.
La rete si arricchisce di significato superando il ruolo limitativo di semplice strumento
di trasmissione di materiali e caratterizzandosi come vero e proprio luogo dove poter
dare vita a processi di apprendimento e insegnamento connotati da un alto livello di
interattività
4
.
Alla formazione continua si richiede di essere sempre più pronta e disponibile su
richiesta, quando e dove serve, rapida, efficace ed economicamente compatibile.
L’e-learning risponde a tali richieste con la sua disponibilità ad una utenza
numericamente ampia e la possibilità di usufruirne quando occorre e dove fa più
comodo, anche dal proprio posto di lavoro, permettendo così, oltretutto, di poter
colmare lo scollamento tra “momento formativo” e quello di vera e propria “messa in
3
Guglielmo Trentin, Formazione a Distanza di nuova generazione: nuovi orientamenti, consultabile al
sito http://www.area.fi.cnr.it/r&f/n7/trentin.htm
4
Guglielmo Trentin, La transizione dalla FaD alla FoL, in Lettera ASFOR N. 1-2 Gennaio-Giugno 2000,
pp. 1-6
CAPITOLO 1
12
pratica”.
5
Viene così a conciliarsi anche la crescente tendenza delle aziende medio-piccole a dare
in outsourcing la formazione (a livello parziale o totale) con la volontà di ridurre al
massimo i tempi di assenza dal lavoro di coloro che devono partecipare ai corsi
6
.
Queste potenzialità della formazione in rete hanno portato Borje Holmberg
7
a rilevare
che se fino a ben oltre la metà del ventesimo secolo la ricerca sulla formazione a
distanza era sporadica, all’inizio del terzo millennio la situazione sta radicalmente
cambiando. Certo possiamo senza dubbio affermare che l’interesse nei confronti della
formazione in rete va velocemente aumentando, sia da parte delle Università che degli
Enti di Formazione, sia a livello nazionale che internazionale.
A provarlo i dati relativi all’espansione del mercato dell’educazione a distanza che, nei
paesi dell’Europa Occidentale, ha visto il passaggio da un volume di 4700 milioni di
dollari nel 1997 a 5226 nel 1998, con il raggiungimento ed il probabile superamento dei
7758 milioni di dollari previsto per il 2003
8
.
Negli Stati Uniti, da una rilevazione di Gennaio 2001, i titoli che operano nel settore dei
servizi educativi web based quotati in borsa risultano ben 36 (20 dei quali inseriti nel
Nasdaq): questo dato, integrato al buonissimo andamento dei titoli di più recente
quotazione, rivela il buon momento che la formazione on line sta avendo negli USA
9
.
Anche in Italia, notoriamente in ritardo rispetto a paesi europei come Francia, Germania
e Regno Unito, l’uso di Internet si sta diffondendo e con esso la possibilità di usufruire
dell’e-learning: nel 2000 il numero di utenti italiani che si collegano a Internet almeno
una volta la settimana è salito a 7 milioni, il doppio rispetto al 1999
10
, nel Febbraio del
2001 gli utenti on line, superano i 15 milioni
11
.
5
Daniele Mosca, Consigliere ASFOR, E - learning , strumento per realizzare il corporate Knowledge, in
Lettera ASFOR N. 1-2 Gennaio-Giugno 2000, p. 23
6
Francesco Venier, Dalla formazione all’apprendimento, in Lettera ASFOR N. 1-2 Gennaio-Giugno
2000, pp. 31-35
7
Borje Holmberg, Status and trends of distance-education research , presente nel Book of Essay, The
First Research Workshop of EDEN, Research and Innovation in Open and Distance Learning, Prague,
16-17 March 2000, pp. 1-5
8
Fonte: International Data Corporation, 2000, in Lettera ASFOR N.1-2 Gennaio-Giugno 2000, pp.31-35
9
Informazioni reperibili al sito www.goa.it
10
Giampio Bracchi, Politecnico di Milano, La sfida dell’accesso: il risveglio italiano, in Lettera ASFOR
N. 3 Luglio-Dicembre 2000, pp.1-2
11
Dati consultabili al sito http://europa.eu.int/information_society/eeurope/action_plan/index_en.htm
nella sezione della commissione europea che si occupa del progetto eEurope 2002 An
Information Society for All, Dati del sondaggio Internet et le grand public di Febbraio
2001
Scoprendo l’e-learning
A questo punto ci si trova di fronte ad una svolta che richiede di promuovere la
formazione on line partendo da stimolanti programmi di alfabetizzazione informatica in
sede scolastica e continuando con la ricerca di efficaci modalità di integrazione tra
percorsi formativi tradizionali e di nuova generazione.
Non va dimenticata l’esigenza di formare personale specializzato che sia in grado di
associare, alle conoscenze tecniche, delle competenze pedagogiche che gli permettano
di fornire una preparazione ed un servizio realmente significativi per l’iter formativo dei
discenti con i quali lavora.
Fattore comune di questi processi, che dovranno essere attivati all’interno di un progetto
lungimirante e di ampio respiro, dovrà essere la ricerca di una qualità che non venga
boicottata dal facile entusiasmo per le molteplici potenzialità delle nuove tecnologie.
La proposta formativa in rete, che negli ultimi anni ha conosciuto uno sviluppo
pionieristico e spesso incontrollato, sta pian piano subendo un ridimensionamento
secondo principi darwiniani: ora è il momento di inserire la discriminante della qualità
per evitare il rischio che la selezione avvenga in base a valori poco significativi (es.
capacità di pubblicizzare bene un prodotto che in realtà offre ben poco).
Per fare questo è necessario analizzare attentamente le possibilità che l’e-learning offre
in una società come la nostra, senza dimenticare di interrogarsi sulle possibili
controindicazioni e degenerazioni che potrebbero verificarsi.
1.2 Perché l’e-learning?
Esistono, dunque, le condizioni per l’uso della formazione on line come ausilio
principale al lifelong learning.
L’e-learning, infatti, risponde a delle precise esigenze economiche, lavorative, sociali e
metodologiche che fin’ora avevano influenzato non poco l’effettivo sviluppo di progetti
e aspirazioni di formazione continua, sia a livello istituzionale che aziendale e
individuale.
Gli ambiti che, in questo senso, suggeriscono una maggior efficienza ed efficacia dell’e-
learning rispetto a metodi diversi o di generazione precedente sono molteplici.
Dai tempi di utilizzo ai costi da sostenere, dalle metodologie di insegnamento a quelle
di apprendimento: tutte aree nelle quali l’e-learning riesce a fare la differenza .
CAPITOLO 1
14
Potenzialità che risaltano come comune denominatore dei processi di web based
education pur tenendo presente la variabilità cui può prestarsi la configurazione di un
sistema di ODL in termini di caratteristiche degli allievi e contesto socio-culturale,
compiti e obiettivi di apprendimento, contenuti da trasmettere e disponibilità di risorse.
L’ISVOR FIAT, parlando dell’esigenza di formazione in rete, giustifica tale posizione
elencando le precise esigenze cui risponde l’e-learning:
™ “economicità – i corsi in rete hanno il vantaggio di poter essere utilizzati per un
numero molto alto di persone e sono fruibili dal posto di lavoro;
™ flessibilità – si può accedere alle parti di corso cui si è interessati e si può usufruire
del corso come, quanto e quando si vuole, conciliando, in questo modo, la necessità di
formazione con le esigenze aziendali o personali;
™ rinnovabilità – la formazione on line è facilmente aggiornabile. L’introduzione di
modifiche non richiede di rivedere completamente la struttura o l’impianto di un corso;
auto-aggiornamento, forum e newsgroup permettono di creare comunità virtuali utili ai
fini di creare scambi di informazioni e sinergie.”
12
In effetti la formazione on line riesce a coniugare la flessibilità in termini di tempi e di
spazi con la fattiva collaborazione-interazione con i docenti ed i compagni di corso,
caratteristica che la formazione d’aula e la FaD di prima e seconda generazione non
possono offrire contemporaneamente (figura 1).
Una volta accertate le potenzialità in positivo, però, è importante indagare anche a
riguardo di possibili usi impropri o inadeguati della formazione on line: solo
conoscendo i limiti di un metodo, infatti, è possibile capirne i migliori ambiti di utilizzo.
Per questo nei paragrafi che seguono si approfondirà anche quell’aspetto più nascosto
della formazione on line, ma non per questo meno influente, che riguarda la possibile
illusione che la tecnologia possa risolvere tutti i problemi dell’educazione e sostituirsi
completamente alle tecniche tradizionali.
12
ISVOR FIAT, La formazione e le nuove tecnologie, formazione a distanza e soluzioni in open learning,
consultabile al sito www.isvor.it nella sezione Innovazione
Scoprendo l’e-learning
Figura 1: La Formazione on line (FaD di 3ª generazione) offre maggior flessibilità spazio temporale pur
mantenendo come punto centrale l’interazione con il docente e i compagni di corso
1.2.1 Questione di tempi
Come abbiamo accennato precedentemente, una delle caratteristiche più salienti dell’e-
learning riguarda la peculiare gestione dei tempi che permette.
La stessa Commissione delle Comunità Europee afferma che“Le TIC rappresentano un
mezzo formidabile per raggiungere popolazioni sparpagliate e isolate a costi
relativamente contenuti – non soltanto nell’interesse dell’istruzione e della formazione,
ma anche nella prospettiva di comunicazioni che servano a mantenere l’identità della
comunità al di là delle distanze. Più in generale, un accesso permanente e mobile a
formazione
autonoma
flessibilità
spazio
temporale
vincoli di
spazio
e di tempo
interazione con
docenti e compagni
FaD
di 1ª e 2ª
generazione
FaD
Di 3ª
generazione
(e-learning)
Formazione
in
aula
CAPITOLO 1
16
servizi di apprendimento ivi incluso l’apprendimento on-line consente a ciascuno di
sfruttare al meglio il tempo di cui dispone ovunque si trovi”
13
.
In una società che si sta velocemente votando alla formazione continua è importante
garantire la possibilità di formarsi anche in concomitanza con impegni lavorativi
pressanti.
Il lavoratore, infatti, non può permettersi di rubare ore al proprio lavoro in modo
continuo e sistematico come richiederebbe il suo fabbisogno formativo: ciò era possibile
quando bastavano pochi aggiornamenti nel corso di una carriera ma non oggi con la
costante trasformazione delle conoscenze e dei contesti lavorativi.
Sempre di più si impara momento per momento al fine di poter svolgere i propri compiti
lavorativi. Nel passato, invece, le competenze di base di un lavoratore e di un
professionista restavano costanti e si acquisivano, una volta per tutte, nella fase della
vita dedicata all’apprendimento, ovvero durante la formazione scolastica.
Il risultato è una forte domanda di istruzione e formazione da parte di persone che già
sono inserite nel mondo produttivo.
C’è l’esigenza di poter usufruire di un iter formativo che permetta una marcata
flessibilità di tempi, adeguato ai ritmi di vita di un lavoratore o di studente che non
hanno la possibilità di prestabilire date e orari certi da dedicare alla propria formazione.
La web based education viene incontro a queste necessità permettendo di intraprendere
un percorso formativo valido con flessibilità dei tempi e dei ritmi di apprendimento: lo
studio può avvenire la sera, la notte, il mattino o anche nelle pause lavorative.
Basta avere un computer dotato di modem, un collegamento a Internet ed il software
adatto.
La stessa possibilità di poter seguire il corso dal luogo che più ci è congeniale permette
una miglior gestione dei tempi che non risente delle mille incombenze che si
dovrebbero affrontare nel caso dovessimo spostarci in una apposita sede.
Davanti a tutte queste agevolazioni, però, deve rimanere ben chiaro e saldo il fatto che,
in ogni caso, per formarsi serve del tempo: non si può pretendere di acquisire
competenze e conoscenze in modo profondo e valido senza dedicare il dovuto impegno
di studio alla materia sulla quale verte il corso. L’e-learning ci permette si una riduzione
13
Commissione delle Comunità Europee, Memorandum sull’istruzione e la formazione permanente,
documento di lavoro dei servizi della commissione, Bruxelles, 30.10.2000 SEC(2000) 1832
Scoprendo l’e-learning
dei tempi ma principalmente a livello di spostamento, per quanto concerne il tempo e
l’impegno da dedicare al processo di apprendimento in sé, ci da delle facilitazioni solo
(e non è poco!) di tipo gestionale, ci permette cioè di adeguare i programmi di studio ai
nostri tempi e contingenze.
Forse, dal punto di vista dell’impegno, sovente serve addirittura dedicare più tempo ad
un corso on line rispetto a quello necessario per un corso tradizionale: leggere i
materiali, prepararsi, confrontarsi con gli altri studenti, scegliere il percorso da fare
senza che lo facciano altri per interposta persona sono attività impegnative proprio
perché richiedono una attiva e cosciente presenza-attivazione del corsista e non
permettono quel passivo abbandono nelle mani dell’insegnante che spesso, soprattutto
dopo una giornata di lavoro, risulta molto allettante una volta nell’aula di formazione.
Quindi, per risparmiare tempo a livello di apprendimento, elaborazione e studio molto
dipende dalle capacità dell’utente di usare il mezzo e dai ritmi personali: l’organizzarsi
ed il sapersi organizzare sono, probabilmente, le parola d’ordine per sfruttare i vantaggi
di un corso di formazione on line nel quale l’efficacia della personalizzazione dei tempi
dipende dalla capacità di coniugare le caratteristiche personali con la metodologia usata.
Queste considerazioni valgono per lo studente universitario, per il lavoratore che vuole
seguire un corso e anche per il personale di aziende e organizzazioni.
Organizzazioni che non sempre hanno al loro interno le strutture adatte per tenere i corsi
e nelle quali difficilmente si possono conciliare i tempi di formazione con la
disponibilità e i carichi di lavoro di tutti.
Sicuramente, come nota Luigi Serio
14
a proposito degli apporti che l’on line può dare
alla formazione, i problemi di convivenza tra i limiti di tempo, la sensazione
serpeggiante che il tempo speso in formazione sia principalmente tempo sottratto al
lavoro e la necessità di puntare sulle risorse umane per migliorare guadagni e
prestazioni, possono trovare una risposta soddisfacente nei vantaggi della formazione a
distanza.
14
Luigi Serio, La formazione a distanza nelle medie imprese, in Lettera ASFOR N. 1-2 Gennaio_Giugno
2000, pp. 60-62
CAPITOLO 1
18
1.2.2 Costi
La questione dei tempi si riversa direttamente sui costi: ridurre i tempi di assenza dal
lavoro significa, infatti, maggiore produttività.
Luigi Serio
11
rileva la richiesta, da parte delle aziende, di formazione meno costosa che
mantenga, però, la qualità dei risultati.
Questa richiesta, che fino a poco tempo sarebbe sembrata di difficile realizzazione se
non utopica, oggi può trovare risposta in una formazione che richieda meno giornate
d’aula e, di conseguenza, minori spostamenti: un percorso formativo che si avvalga
dell’e-learning.
Del resto, come nota Gianni Ruffino, direttore dei Learning Services dell’IBM, quello
della riduzione dei costi richiesti dalla formazione on line, a parità di standard
qualitativi rispetto a quella tradizionale, è uno dei vantaggi principali offerti dall’ODL
15
.
Per sostenere la sua affermazione Ruffino riporta i dati del risparmio sulla formazione
interna dell’IBM: nel 1999, grazie alla formazione a distanza, si sono risparmiati,
rispetto agli anni precedenti, 100 milioni di dollari, nel 2000 ben il doppio.
Sull’abbattimento dei costi, dovuto alla riduzione delle trasferte e dell’assenza dal
lavoro permessi dall’e-learning concordano anche Gianfranco Papa, responsabile
marketing ed e-channel di Italdata SPA Gruppo Siemens Business Services
16
e Marika
Giovannini, responsabile del sito e delle iniziative relative delle Edizioni Erikson
17
.
Per quanto riguarda i costi effettivi sostenuti dai promotori della formazione on line non
sono così facili da determinare in quanto, come sostiene Moon
18
, si incontrano delle
difficoltà concrete come:
™ disaccordo sui costi da prendere in considerazione e su quelli da ritenere esterni;
™ i dati rilevati spesso risentono della mancanza di un metodo sistematico per
raccoglierli;
15
Cecilia Pierami, Intervista a Gianni Ruffino, IBM, tratta dalla sezione Formazione e Cambiamento di
www.formapubblica.it
16
Cecilia Pierami, Intervista a Gianfranco Papa, Italdata SPA Gruppo Siemens Business Services, tratta
dalla sezione Formazione e Cambiamento di www.formapubblica.it
17
Cecilia Pierami, Intervista a Marika Giovannini, Edizioni Erikson, tratta dalla sezione Formazione e
Cambiamento di www.formapubblica.it
18
citato da Charlotte Ash e Paul Bacsich in A new analysis model for networked learning, presente nel
Book of Essay, The First Research Workshop of EDEN, Research and Innovation in Open and Distance
Learning, Prague, 16-17 March 2000, pp. 208-210
Scoprendo l’e-learning
™ i costi di implementazione e realizzazione spesso sono instabili ed in costante
evoluzione;
™ alcuni dati risultano difficili da ottenere in quanto recepiti come confidenziali.
A queste quattro difficoltà Charlotte Ash e Paul Bacsich
5
aggiungono un altro ostacolo
generale che è rappresentato dal fatto che ogni metodo di rilevamento nell’ambito dei
costi tende ad usare un proprio vocabolario non standardizzato.
Una ricerca condotta dall’ISFOL nel 1999 metteva in evidenza una ripartizione di
massima dei costi della FaD per corsi di formazione professionale multiregionale di
questo tipo: 30% della spesa totale per le docenze, 7% per il tutoraggio e incombenze
affini, tra il 13 ed il 22% per le strutture hardware, software e telematiche ed il 13% per
lo sviluppo di materiali didattici multimediali
19
.
Sicuramente si può dire che, trovandoci ancora in una fase poco più che sperimentale, i
costi di attivazione sono destinati a diminuire e ad essere ammortizzati rapidamente una
volta che i servizi e le proposte siano divenuti pienamente operativi ed abbiano
acquisito un buon bacino d’utenza.
Nonostante questi problemi di rilevazione, che, tra l’altro, stanno trovando soluzione
grazie a vari studi specifici
5
, la formazione on line risulta un valido investimento per
l’abbassamento dei costi di una formazione destinata a diventare presenza costante nella
vita di ogni individuo.
1.2.3 Una valida metodologia di apprendimento/insegnamento
Pur con le differenze derivate dalla vasta gamma di gradi di interazione che rende
possibili, la FaD di terza generazione concretizza la possibilità di integrare il rapporto
insegnante-allievo, tutor-allievo e allievo- allievo in assenza di una compresenza fisica
degli attori in uno stesso luogo.
Dalla propria sede di lavoro o da casa il singolo può partecipare attivamente ad un
processo formativo interattivo e collaborativo.
L’apprendimento avviene in una rete che non esaurisce il proprio significato nell’essere
strumento di trasmissione di materiali didattici e di connessione tra più computer ma
19
Dati rintracciabili in Relazione di ricerca sugli Strumenti Amministrativi, Qualità e Costi nella FAD,
realizzata da IFOA per CFP Vigorelli Luglio 1999
CAPITOLO 1
20
che diventa luogo dove attivare un processo di insegnamento/apprendimento
caratterizzato da un alto livello di interattività tra gli attori coinvolti
20
.
Fin dalla fase progettuale il focus dei processi di formazione on line è l’interazione tra
partecipanti in modo da determinare la crescita collettiva del gruppo, una posizione ben
diversa rispetto alla centralità dell’autoapprendimento che interessa i processi formativi
della FaD di prima e seconda generazione.
L’e-learning, forte di apparati tecnologici che gli conferiscono enormi potenzialità a
livello di stimolazione di processi comunicazionali, si presenta con dei connotati
metodologici nuovi.
La rete, in questo modo, lontana dal riproporre surrogati degli interventi formativi
tradizionali, sviluppa approcci pedagogici innovativi che tendono a valorizzare le
conoscenze pregresse dei singoli individui e la loro condivisione finalizzata alla
formazione generata dalle dinamiche della comunicazione di gruppo.
Per queste ragioni si rende necessaria una completa riorganizzazione dei metodi e dei
contenuti che non possono essere copiati dalla formazione tradizionale e incollati a
quella on line.
Se, come dice McLuhan, il mezzo (medium) è il messaggio, una didattica tradizionale
non può tradursi automaticamente on line solo perché per diffonderla si adottano mezzi
diversi dalla normale lezione, in questo caso la rete Internet.
Il medium influisce sui compiti, sul messaggio e sulla realtà che veicola: di questa
influenza bisogna tener presente nel momento in cui si progetta l’iter formativo
21
.
La stessa natura dell’apprendimento collaborativo cambia alcune proprie connotazioni
nel momento in cui passa dal face to face all’on line.
Esistono delle ricerche che si sono occupate di studiare le interazioni tra individui e
gruppi di individui in ambienti on line.
In particolare, il lavoro svolto alla School of Education Flinders University of South
Australia
22
su un gruppo di adulti che seguivano un corso on line aveva tra i suoi
20
Guglielmo Trentin, La transizione dalla FaD alla FoL, in Lettera ASFOR N.1-2 1-6/2000, pp. 1-6
21
Fragnito, Gaetano De Rosa, La progettazione ipermediale (unità didattica IV), Tecoproject Editore
Multimediale, Padova, 1998
22
David D. Curtis Michael J. Lawson, Exploring Collaborative Online Learning. School of Education
Flinders University of South AustraliaAdelaide, Australia, June 2001, reperibile al sito
http://www.aln.org/alnweb/journal/jaln-vol5issue1.htm#Curtis
Scoprendo l’e-learning
obiettivi primari l’identificazione di elementi in comune e di differenze tra le interazioni
faccia a faccia e quelle mediate dal computer nell’ambito di un corso di formazione.
Alla fine i risultati hanno portato gli autori a poter affermare che esistono notevoli
aspetti in comune tra i comportamenti descritti da Johnson & Johnson riguardo le
relazioni faccia a faccia
23
e quelli degli studenti on line.
Non mancano le differenze determinate dai diversi ambienti in cui avviene la
formazione: l’interazione on line deve fare a meno delle componenti non verbali della
comunicazione che sono di primaria importanza nelle interazioni faccia a faccia e,
ancora, l’apprendimento on line avviene in gran parte in modo asincrono diversamente
dal botta e risposta immediato rilevabile in un gruppo di individui nella stessa stanza.
Certo, se da un lato si può avere un impoverimento della comunicazione, dall’altro c’è
la possibilità di riflettere con calma su informazioni, battute, osservazioni.
L’aspetto importante è dato dal fatto che l’e-learning esce da questa e da altre ricerche
24
come metodo in grado di promuovere un apprendimento collaborativo, sfatando le varie
obiezioni che lo considerano agente di innesco di effetti negativi come la perdita di
significatività delle relazioni sociali e del senso della comunità. Altra potenzialità dell’e-
learning a livello di metodologia di insegnamento/apprendimento riguarda l’ambito
della pratica, dell’uso reale di strumenti e metodi studiati a livello teorico.
Una importante esperienza in questo senso arriva dall’Università di Genova ed è stata
presentata a Praga in occasione del convegno sull’ODL organizzato dall’EDEN
25
.
Si tratta del modello VLAB, un approccio per l’accesso remoto agli strumenti di
laboratorio e alle attività sperimentali basato, appunto, sul concetto di laboratorio
virtuale.
“Gli studenti accedono al web server per visionare gli ipertesti che descrivono le attività
di laboratorio, gli strumenti ed i manuali di riferimento, poi entrano nell’ambiente.
Iniziano la loro sessione di pratica scaricando VLAB e scegliendo l’esperimento al
23
Johnson, D. W., & Johnson, R. T. Cooperation and the use of technology. In D. H. Jonassen (Ed.),
Handbook of research for educational communications and technology (pp. 1017-1044). New York:
Simon and Schuster Macmillan. (1996)
24
Roxanne Hiltz, Collaborative Learning in Asyncronous Learning Networks: Bilding Learning
Communities, New Jersey Institute of Tecnology, 1998 consultabile al sito
http://eies.njit.edu/~hiltz/collaborative_learning_in_asynch.htm
25
Marco Chirico, Anna Maria Scapolla, The role of practice in engineering distance education, presente
nel Book of Essay, The First Research Workshop of EDEN, Research and Innovation in Open and
Distance Learning, Prague, 16-17 March 2000, pp. 1-5
CAPITOLO 1
22
quale sono interessati”. Questo approccio, sia esso integrato in un iter di formazione on
line o tradizionale, offre considerevoli vantaggi:
™ gli studenti possono operare nei laboratori da casa o dai luoghi ad essi più comodi;
™ gli strumenti del laboratorio possono essere usati da più persone
contemporaneamente;
™ gli studenti possono progettare i propri esperimenti in modo indipendente e anche
ripeterli;
™ i laboratori possono essere inseriti in moduli standardizzati ed entrare nel curriculum
di studi.
Riflettendo sull’esperienza, si può senza dubbio affermare che l’e-learning mette a
disposizione diverse possibilità e tipologie di suo utilizzo: come denominatore comune
resta una caratteristica che spesso, anche per semplice mancanza di tempi e risorse, è
latitante nella formazione tradizionale e cioè la personalizzazione del percorso
formativo da parte del discente.
Questa caratteristica è essenziale soprattutto in una situazione socio-culturale in cui
“[…] sono gli individui stessi a fare da protagonisti.Ciò che conta maggiormente è la
capacità umana di creare e usare le conoscenze in maniera efficace ed intelligente, su
basi in costante evoluzione. Per sfruttare al meglio tale capacità le persone devono
essere disposte a gestire il proprio destino e capaci di farlo – in breve, diventare cittadini
attivi. L’istruzione e formazione lungo tutto l’arco della vita rappresentano il modo
migliore per affrontare la sfida del cambiamento”
26
.
Solo con la personalizzazione del proprio iter formativo l’individuo può aggiornarsi in
modo continuo, senza perdite di tempo e denaro in ripetizioni di argomenti già
incontrati precedentemente o in pacchetti formativi non adatti ma propedeutici per poter
accedere alle proposte di reale interesse.
Davanti a queste possibilità offerte dall’e-learning non possiamo trascurare l’influenza
che tale tecnica potrà avere nella transizione verso un’economia e una società della
conoscenza che dovranno inevitabilmente essere accompagnate da un forte
orientamento verso l’istruzione e la formazione permanente.
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Commissione delle Comunità Europee, Memorandum sull’istruzione e la formazione permanente,
documento di lavoro dei servizi della commissione pp.8, Bruxelles, 30.10.2000 SEC(2000) 1832