II
Attualmente il settore del tour operating si trova in un momento
critico del suo ciclo di vita: il fenomeno della globalizzazione della
domanda e dei contesti competitivi costituisce una delle maggiori sfide per
le imprese del comparto. La globalizzazione si manifesta attraverso il
dilatarsi degli orizzonti geografici, il tendenziale affievolimento dei confini
settoriali, la libera circolazione di capitali, di beni e di persone ed espone le
imprese ad una competizione non più solo locale ma anche internazionale.
Il tour operator, non disposto a subire passivamente il dinamismo
delle variabili ambientali, cerca di elaborare strategie che gli consentano di
mantenere o accrescere il suo potere di mercato. Emerge così la diffusione
di nuove forme organizzative tra imprese del settore, attuate tramite
processi di sviluppo che vanno dai semplici accordi di cooperazione fino
alle forme più evolute di concentrazione aziendale e di integrazione
internazionale.
L’alternativa allo sviluppo dimensionale è costituito dai processi di
specializzazione in specifiche nicchie di mercato, puntando l’attenzione
verso un miglior sfruttamento delle competenze distintive.
Quanto analizzato in chiave teorica è dimostrato, nel terzo, capitolo
alla luce di significative esperienze nello scenario europeo dei viaggi
organizzati. In Europa il comparto del tour operating è altamente
concentrato ed è dominato da importanti gruppi turistici, tra i quali i grandi
colossi: Tui Ag(ex Preussag), Thomas Cook Ag (ex C&N), My Travel (ex
Airtours).
In Italia, tuttavia, l’offerta è ancora polverizzata in un numero di
operatori di dimensioni modeste e il processo di aggregazione, avvenuto da
tempo in Europa, è solo agli inizi.
III
A seguire tale tendenza sono stati soprattutto i gruppi Alpitour, Costa
Crociere, Hotelplan, Kuoni & Gastaldi Tours, ma l’intensificazione dei
processi di concentrazione non sembra minacciare fortemente gli operatori
di nicchia operanti nel nostro Paese.
Il piccolo-medio tour operator italiano non si sente in seria
competizione con i grandi gruppi europei: poiché opera in un ambiente
diverso soddisfa segmenti di mercato specifici per clienti più esigenti. Ci
riferiamo soprattutto alla clientela italiana che sceglie prodotti con ampia
possibilità di personalizzazione, che ama la vacanza di qualità e con livello
di servizi elevati. Il tour operator italiano si sente sicuro nella propria
nicchia di mercato, ben consapevole della conoscenza approfondita che ha
del turista nazionale dell’esperienza e professionalità acquisite negli anni.
E’ in questo quadro che si colloca il tour operator campano
Aliantour in Europa.
L’azienda, con sede centrale a Pompei è oggetto di analisi nel quarto
capitolo. Interessante è il processo evolutivo che ne ha caratterizzato la
crescita. Nata nel 1976, come ricettivista, si è poi sviluppata
nell’organizzazione dell’outgoing, grazie all’apertura di nuovi uffici
all’estero (Lourdes, Parigi, Londra, Vienna, Praga), per poter offrire
l’assistenza in loco secondo lo stile italiano. Dopo una dettagliata
presentazione del tour operator, ne viene evidenziata la struttura
organizzativa, le principali strategie attuate e i prodotti e servizi offerti.
Attraverso l’analisi condotta ci si è posti l’obiettivo di individuare le risorse
chiave, secondo l’approccio resource based, e definire i principali punti di
forza dell’azienda per il raggiungimento di una superiorità competitiva.
Accanto alla formazione ed alla professionalità sono risultati strategici lo
IV
sfruttamento dell’immagine, la creazione di legami e relazioni sempre più
concentrati sul cliente. Tali risorse si sono sviluppate e accumulate
nell’impresa nel corso della sua stessa storia, come frutto
dell’apprendimento organizzativo delle capacità e abilità consolidate nel
tempo. Sono risorse fortemente all’azienda legate, impossibili da imitare da
parte della concorrenza e sono alla base del vantaggio competitivo
raggiunto dall’Aliantour.
Per la stesura del lavoro, ringrazio la professoressa Della Corte
Valentina, per avermi guidato con attenzione e con preziose indicazioni
scientifiche.
Rivolgo, inoltre, i miei ringraziamenti a tutti i collaboratori
dell’Aliantour e in particolare al direttore Franco Tedesco e alla signora
Nadia Paolella per avermi fornito con estrema puntualità tutte le
informazioni relative all’azienda.
CAPITOLO 1
IL TOUR OPERATOR
- 2 -
1 IL TOUR OPERATOR
1.1 CARATTERISTICHE GENERALI
Il tour operator
1
può essere definito come un’impresa dedita alla
selezione e al coordinamento dei servizi turistici necessari alla clientela,
perché possa usufruire in modo efficiente e gradevole delle risorse fisiche,
ambientali e culturali relative alla località prescelta come propria
destinazione di viaggio
2
. Propriamente il tour operator acquista una serie di
servizi di base per poi realizzare un unico prodotto da offrire al pubblico ad
un determinato prezzo
3
. Nella realtà si può presentare l’ipotesi in cui il tour
operator, al fine di ampliare la propria clientela, offra servizi turistici
singoli, diretti a coloro che desiderano scegliere personalmente i servizi di
cui usufruire. In tali circostanze non sembra riscontrarsi una vera e propria
attività di trasformazione, ma piuttosto una semplice attività di
intermediazione.
L’immissione sul mercato di prodotti turistici organizzati viene
realizzata dal tour operator attraverso la sua sostituzione ai fornitori di base
1
Si ritiene che il primo TO della storia sia stato Thomas Cook, tipografo di Leicester, che nel 1841
organizzò un’escursione per i membri del South Midland Temporance Association. Il successo
dell’iniziativa lo incoraggiò a continuare in tale attività. Attualmente Thomas Cook è uno dei principali
operatori del mercato britannico ed è stato recentemente acquisito dal gruppo tedesco C&N.
2
( CAFFERATA R., GRASSO M., Cambiamenti di strategia e politica aziendale dei tour operator,
Finanza Marketing e Produzione n.1,1998, pag.10). Tale definizione è molto simile a quella fornita da
Peroni ”Il TO è un’impresa di trasformazione che si serve della materia prima costituita dalle attrattive
ambientali e dai servizi turistici prestati da altre imprese per costituire un prodotto nuovo che assume una
sua precisa personalità , funzione e configurazione rispetto alle singole parti che lo compongono”
(PERONI G., Marketing turistico, Franco Angeli, Milano, 1989, pp. 133-139).
3
L’attività di organizzazione di tali pacchetti può anche manifestarsi nella realizzazione di spostamenti
turistici su specifica indicazione del cliente. L’ impresa che svolge tale attività viene denominata tour
organizer.
- 3 -
in una o più fasi cruciali del processo produttivo
4
, che potremmo così
suddividere:
1. ricerca, comparazione e assemblaggio dei servizi necessari a
soddisfare le richieste del consumatore;
2. definizione del prezzo di mercato a cui un certo turista in una
determinata area geografica è disposto ad acquistare una
destinazione o una tipologia di vacanza;
3. presentazione al mercato di destinazioni e servizi presentati in
cataloghi e trasformati in concreti prodotti garantiti dalla marca del
tour operator.
Si possono distinguere due fondamentali tipologie di tour operator:
tour operator specializzati nell’outgoing, cioè nell’organizzazione di viaggi
all’estero a favore della clientela esistente nella zona in cui sono ubicati, e
tour operator specializzati nell’incoming, cioè nell’organizzazione di
servizi a favore di turisti principalmente stranieri che raggiungono le
località ove essi operano
5
.
4
VERTULO F., Le ricerche di marketing nel turismo, Franco Angeli Milano, 1996 ,pag.116.
5
Holloway distingue tra TO di massa, i quali vendono un gran numero di inclusive tour, operatori
domestici, che assemblano e vendono una destinazione nazionale a turisti residenti, operatori
specializzati, che vanno dai tour organizer fino alle aziende che offrono viaggi su lunghe distanze verso
mete esclusive.Fra questi ultimi, l’Autore distingue cinque categorie di TO a seconda che si specializzino
verso un particolare segmento di mercato, un Paese specifico con il quale hanno un rapporto privilegiato,
una particolare tipologia di sistemazione ricettiva, un particolare mezzo di trasporto o, infine, uno
specifico tipo di vacanza. La classificazione attuata da Databank, invece, differenzia: TO che gestiscono
direttamente i villaggi turistici sia in Italia che all’estero (Vacanze, Club Med, Valtur); TO specializzati
su lungo raggio, con un target di clientela medio- alta (Viaggi dell’Elefante,Hotelplan );utenza di fascia
media (Alpitour, Orizzonti, Teorema, Ventana); medio-lungo raggio e clientela media (Comet, Utat);
utenza giovane, pacchetti molto differenziati (Nouvelles Frontieres); crociere (Costa). (Databank,1997).
- 4 -
Figura 1: I servizi offerti e la localizzazione dei TO
Il criterio su cui si base tale classificazione non attiene tanto alla
nazionalità dei turisti serviti, quanto piuttosto alle diverse funzioni svolte
dagli operatori. Mentre i TO outgoing si occupano della prima fase del
viaggio, ossia di organizzare e dirigere i turisti fino alle aree di
destinazione, i tour operator incoming si specializzano nella seconda fase
del viaggio, ossia si occupano dei servizi di accoglienza, di accesso, di
soggiorno e assistenza in loco. I tour operator outgoing generalmente si
collocano in località lontane dall’offerta, e possono condizionare i flussi
turistici, orientare le scelte dei clienti verso determinate località, stimolare
determinati bisogni. Essi spesso si avvalgono di imprese di incoming
6
, che
in qualità di corrispondenti, si occupano dell’accoglienza dei clienti, della
scelta e controllo delle sistemazioni ricettive e dei servizi erogati in loco.
Tale funzione di intermediazione semplifica l’organizzazione del viaggio,
limitando i rischi connessi alle limitate conoscenze delle aree di
destinazione. E’ utile sottolineare che, contrariamente a quanto accade nel
mondo industriale, il moltiplicarsi degli intermediari non si traduce in
6
L’attività di incoming può essere svolta da agenzie di viaggio dettaglianti. Il caso è molto diffuso in
Italia in cui piccole agenzie di viaggio, riunite in forma associativa fungono da corrispondenti di grandi
TO stranieri.
Reperimento
Clientela
Trasporto
Ricettività
Ristorazione
Assistenza in loco
PAESE
ORIGINE
PAESE
DESTINAZIONE
TOUR OPERATOR
OUTGOING
TOUR OPERATOR
INCOMING
- 5 -
aumenti di costi e, quindi di prezzi per la clientela finale: tali passaggi,
specializzando le varie fasi produttive, consentendo maggiore potere
contrattuale verso i fornitori , migliore programmazione delle vendite con
conseguente diminuzione dei rischi e più marcata attenzione alla qualità e
alla puntualità dei fornitori stessi, si traducono in un’incidenza positiva sul
complesso dei costi.
7
Diverso è il caso dei tour operator incoming i quali acquistano in
proprio i servizi richiesti dagli outgoing corrispondenti. Essi, grazie alla
loro duplice funzione, clienti di servizi altrui e fornitori di prodotti turistici
assemblati, riescono a comprendere più facilmente i cambiamenti sia
relativi alla gestione dei fornitori che ai comportamenti della clientela.
1.2 ATTIVITÀ DEI TOUR OPERATOR
Le attività dei tour operator possono essere interpretate secondo la
catena del valore di Porter. Tale modello segue una logica trasversale e
sequenziale, ed evidenzia come le attività primarie dell’azienda (logistica
in entrata, attività operative, logistica in uscita, marketing, servizi
accessori) si susseguono creando valore per il cliente.
Attività di supporto (attività infrastrutturali, gestione delle risorse
umane, sviluppo della tecnologia, approvvigionamento), migliorano sia in
efficacia che in efficienza lo svolgimento delle attività primarie e
contribuiscono a loro volta all’incremento del valore aggiunto finale
8
.
7
AIELLO G., Imprese alberghiere e turistiche, organizzazione, gestione, marketing, Hoepli, 1998.
8
Distinguere le attività di un TO come primarie o di supporto può presentare delle difficoltà, in quanto,
come afferma Porter stesso: classificare le attività nelle imprese di servizi può provocare confusione
perché le attività operative, il marketing e l’assistenza post-vendita sono spesso strettamente intrecciate.
(PORTER M., Il vantaggio competitivo, Comunità, 1987).
- 6 -
ATTIVITA’ INFRASTRUTTURALI
GESTIONE DELLE RISORSE UMANE
SVILUPPO DELLA TECNOLOGIA
APPROVVIGIONAMENTO
LOGISTICA
IN ENTRATA
ATTIVITA’
OPERATIVE
LOGISTICA
IN USCITA
MARKETING
SERVIZI
ACCESSORI
MODELLO GENERALE
GESTIONE DELLE RISORSE UMANE
RICERCHE SUI PRODOTTI
SVILUPPODELLA TECNOLOGIA DEI PROCESSI DI TRATTAMENTO DELLE INFORMAZIONI
APPROVVIGIONAMENTO FATTORI NON RIGUARDANTI LA PRODUZIONE
APPROVVIGIONAMENTO
FATTORI CHE VANNO AD
ALIMENTARE LA
PRODUZIONE
ATTIVITA’
OPERATIVE
GESTIONE
ORDINI DI
VENDITA
MARKETING
OPERATIVO
ASSISTENZA
POST - VENDITA
ATTIVITA’ INFRASTRUTTURALI
IMPRESE DI PRODUZIONE VIAGGI
VA
VA
Figura 2: Rapporti fra la catena del valore nel modello generale e nelle
imprese di produzione viaggi
9
Esaminiamo innanzitutto le attività primarie.
Rispetto al modello generale l’attività di logistica in entrata potrebbe
considerarsi assente e sostituirsi con l’approvvigionamento di quei fattori
che vanno ad alimentare l’attività produttiva. In effetti la produzione dei
tour operator consiste soprattutto in un’attività di coordinamento di fattori
elementari e deve essere continuamente alimentata dalle operazioni di
acquisto a condizioni economiche vantaggiose. È evidente la necessità di
9
SCANNERINI A., Tour operator: il controllo di gestione, CEDAM, 1999.
- 7 -
operare una riclassificazione del modello generale trasferendo
l’approvvigionamento dalle attività di supporto a quelle primarie.
Le attività operative consistono nella definizione delle specifiche
destinazioni, dei servizi ricettivi e di trasporto e dei prezzi, nella
determinazione del catalogo e degli opuscoli.
La logistica in uscita, invece, data l’assenza del magazzino viene
rimpiazzata dalla gestione degli ordini di vendita.
Tra le attività primarie, quelle che più di tutte incidono sul valore
aggiunto delle imprese tour operator sono le attività di marketing
operativo, volte a promuovere l’immagine della qualità dei servizi offerti,
esse comprendono: la promozione alle agenzie dettaglianti, la pubblicità
rivolta al consumatore finale, la selezione dell’agenzia, l’invio dei
cataloghi.
Infine l’attività di assistenza post-vendita comprende tutti i servizi
accessori offerti al cliente finale e definisce un elemento distintivo rispetto
alla concorrenza, migliorando la qualità del prodotto offerto.
Proseguiamo l’esame con le attività di supporto.
Per le attività infrastrutturali e per la gestione delle risorse umane
non si presentano particolari differenziazioni rispetto alle altre tipologie di
imprese. Le prime comprendono: pianificazione, amministrazione, finanza;
le seconde l’assunzione, la formazione e lo sviluppo del personale.
Tra le attività di supporto possiamo includere le ricerche di prodotto,
che contribuiscono al miglioramento dell’output attraverso l’ideazione di
nuovi prodotti e attraverso l’ ottimizzazione dei processi.
Tuttavia è lo sviluppo della tecnologia che assume un ruolo sempre
più importante tra le attività di supporto. La tecnologia consente di
- 8 -
migliorare i processi mediante l’introduzione e il continuo perfezionamento
di sistemi automatizzati di elaborazione e comunicazione a distanza dei
dati.
Se tutte le attività dei tour operator sono improntate a migliorare
l’efficacia e l’efficienza dell’intera produzione ciò determina incrementi di
valore, sia in termini di produttività, che di qualità per il potenziale turista-
cliente.
1.3 RISCHI DELL’ATTIVITÀ
L’attività dei tour operator è particolarmente complessa e rischiosa.
Da quanto precedentemente affermato, risulta che l’operatore, in qualità di
assemblatore, preconfeziona un pacchetto di servizi turistici sulla base di
una previsione e senza la precedente richiesta di un cliente, assumendo
quindi un elevato rischio collegato al successo dell’iniziativa. In effetti
l’andamento dei flussi turistici è difficilmente prevedibile, in quanto la
domanda è costituita da una componente di fondo sulla quale si possono
esprimere previsioni di una certa attendibilità ed una componente
eccezionale, che è più difficilmente prevedibile. Per non dipendere in modo
eccessivo dal mutevole andamento della domanda di mercato, i tour
operator di più grandi dimensioni offrono numerosi pacchetti che
contemplano più destinazioni. Tale scelta comporta notevoli esborsi
monetari con un inevitabile incremento del rischio finanziario.
Il tour operator deve riuscire a soddisfare la domanda in modo
adeguato al fine di ridurre il rischio di mercato. Il prodotto, oltre ad essere
di qualità, deve essere venduto ad un prezzo conveniente sì da invogliare il
- 9 -
cliente all’acquisto del viaggio organizzato. Di qui la necessità per i tour
operator di operare su larga scala, lavorando su grandi numeri, spuntando
prezzi più favorevoli ottenendo quindi condizioni di acquisto vantaggiose.
In genere tali operatori esercitano un forte potere contrattuale nei confronti
dei loro fornitori, tuttavia ottengono bassi margini di redditività dalla
commercializzazione dei propri prodotti, si stima che i loro utili si aggirino
intorno all’1,5-3 % del fatturato totale. Tale dato dimostra come il risultato
economico dipenda dal volume delle vendite che essi sono in grado di
attivare. Non va trascurato un aspetto importante e cioè che la struttura dei
costi
10
presenta un grado di rigidità molto elevato, infatti il livello di
copertura dei costi è altissimo, si stima intorno all’ 85 % ed è dopo questo
limite che si realizzano utili. Il rischio economico dipende soprattutto
dall’intangibilità del prodotto turistico e dalla sua forte deperibilità. I
servizi turistici sono servizi a consumo immediato, non trasferibili nel
tempo e nello spazio e perciò non immagazzinabili, viene a mancare quindi
la funzione equilibratrice delle scorte che consente di fronteggiare nelle
imprese produttrici di beni le variazioni della domanda. I servizi turistici
qualora non immediatamente consumati si traducono in perdite, poiché a
fronte dei costi fissi sostenuti per l’acquisto i tour operator non riscontrano
specifici ricavi. Attualmente per evitare di dover subire i costi derivanti dai
pacchetti invenduti, sempre più operatori si orientano verso strategie di
offerta last-minute
11
, cioè verso la vendita di viaggi a tariffe
particolarmente vantaggiose.
10
I costi sostenuti dal TO derivano per la maggior parte dalla fornitura dei servizi assemblati,
dall’amministrazione e organizzazione della propria struttura .
11
L'espressione "Last minute", riferita a pacchetti turistici proposti dagli operatori a pochi giorni dalla
data di partenza , identifica una categoria di viaggi, che risponde all’ esigenza dei TO di: offrire i
pacchetti invenduti ad un prezzo minimo di mercato e realizzare comunque un incasso. Questi viaggi si
riferiscono generalmente a pacchetti che comprendono volo charter più soggiorno alberghiero o, in pochi
- 10 -
Prima dell’entrata in vigore dell’euro, particolare importanza
assumeva la gestione dei cambi, in quanto i fornitori delle imprese di
produzione viaggi di nazionalità diverse rispetto a quella dell’impresa,
operavano con monete differenti. I regolamenti differiti provocavano
pertanto, in relazione all’andamento dei cambi , variazioni economiche
anche considerevoli esprimibili come utili o perdite su cambi
12
. Poiché il
rischio di cambio era strutturale, le imprese dovevano opportunamente
cautelarsi, non soltanto accantonando fondi rischi specifici, ma anche
definendo criteri automatici dei prezzi espressi nei propri cataloghi, alle
oscillazioni della valuta. Con l’introduzione dell’Euro, le problematiche
relative ai cambi vengono eliminate nei paesi aderenti alla moneta unica
europea, permangono nei rapporti con i fornitori operanti nei paesi
extracomunitari.
I rischi evidenziati variano in relazione alle diverse modalità di
gestione dei rapporti con i fornitori dei servizi aerei o di ricettività. Il tour
operator può operare con i “vuoto per pieno”, gli “allotments con diritto di
recesso”, oppure con le “tariffe confidenziali”.
Il contratto del vuoto per pieno consiste nell’acquistare grossi
quantitativi di servizi con una stagione di anticipo e ci si impegna a pagare
il prezzo pattuito indipendentemente dall’effettivo utilizzo. Con questa
formula si riesce a spuntare un prezzo di fornitura più favorevole, ma
aumenta il rischio di invenduto.
casi, tours. La vendita di pacchetti a prezzi scontati può creare dubbi circa il valore del servizio offerto.
Data l’immaterialità del prodotto del TO il prezzo costituisce un indicatore di qualità importante.
12
Se la moneta con cui sono acquistati i servizi elementari si apprezza rispetto alla valuta in cui è stabilito
il pagamento del package da parte dei clienti il tour operator subisce una perdita; per contro, nel caso in
cui la moneta con cui sono pagati i fornitori si deprezza in rapporto alla valuta che l’impresa incassa dai
clienti realizza un utile.
- 11 -
Gli allotments con diritto di recesso prevedono l’obbligo per
l’operatore di pagare il prezzo pieno pattuito per i servizi confermati nel
rispetto dei tempi definiti nel contratto. In pratica esiste una “deal line” al
di là della quale le disponibilità tornano di pertinenza del fornitore. I prezzi
praticati in questo caso sono sicuramente superiori rispetto alla prima
soluzione, ma il rischio economico si riduce.
Con l’ultima formula, il tour operator acquista un’opzione su alcuni
servizi per un periodo di tempo definito, ma corrisponde al fornitore solo il
prezzo dei servizi effettivamente utilizzati
13
. L’applicazione di tariffe
confidenziali, quindi comporta un rischio economico ridotto al minimo,
poiché non implica alcun impegno ben definito dal tour operator, ma i
prezzi sono superiori rispetto alle altre due ipotesi esaminate.
In genere i tour operator operano attraverso la prima e la seconda
soluzione e pertanto tali scelte gestionali comportano consistenti
investimenti finanziari, elevate spese di marketing, la costante necessità di
innovare la linea di prodotti.
Il rischio d’impresa di tali operatori nasce anche da fattori esterni,
quali guerre, attacchi terroristici, restrizioni valutarie che provocano
variazioni improvvise nella domanda turistica. L’emergenza terrorismo
dopo l’attacco dell’11 settembre del 2001 alle Torri gemelle a New Work,
ha provocato notevoli perdite nell’ intero settore, secondo le analisi
effettuate da alcune associazioni di categoria ASTOI e ASSOTRAVEL nel
settore del tour operating le perdite stimate sono state di circa il 60, 70%
del fatturato previsto.
13
Questo tipo di formula può provocare fenomeni di overbooking, quando il fornitore, ad esempio
l’albergatore, vende autonomamente le camere riservate in opzione prima della scadenza dei termini, per
tutelarsi dal rischio di invenduto, e nello stesso tempo anche il tour operator finisce per usufruire in pieno
della disponibilità acquisita.