7
INTRODUZIONE
La mia ricerca vorrebbe, innanzitutto, evocare due immagini.
In primo luogo la città-fabbrica che rappresenta la Sesto San Giovanni che fu.
Territorio di grandi fabbriche e grandi famiglie, che avevano insediato nella parte
a nord di Milano le proprie produzioni.
Sesto San Giovanni era la principale città fabbrica, anche la forma urbis aveva
seguito quel disegno, viali lungo i quali sono attestate le fabbriche e quartieri
(villaggio Falck) costruiti per gli operai, ma tutto il Nord Milano era stato investito
dal fenomeno della produzione industriale.
Bresso, Cologno e Cinisello pur non avendo lo stesso sviluppo impetuoso di
Sesto, vivono e crescono all’ombra delle fabbriche.
La città-digitale che rappresenta il Nord Milano che potrà essere.
È ormai ricco il tessuto di imprese piccole, medie ma anche di grandi
multinazionali che operano nel settore dell’information and communication
technology, che hanno scelto l’area del Nord Milano per la propria localizzazione.
I principali fattori che hanno spinto queste aziende ad insediarsi nel territorio
sono descritti ed analizzati nel corso del lavoro.
Nel primo capitolo, ho voluto illustrare quelle che sono ritenuti le basi teoriche
dello sviluppo locale, ho riportato alcuni concetti di autori che hanno scritto molto
su questo tema, alcuni attivi fin dal secondo dopoguerra, quando il concetto di
locale e di sviluppo stavano solo nascendo.
Ho potuto così, individuare tre spinte differenti per la crescita del territorio, ma
che in realtà continuano ad incrociarsi ed a mischiarsi costruendo percorsi diversi
a secondo dei contesti.
Le agenzie di sviluppo locale sono, attualmente, lo strumento principale per
intervenire per uno sviluppo auto-centrato del territorio. Ho quindi, deciso di
presentarle, seguendo prima la legislazione nazionale di riferimento, che in realtà
8
è ancora piuttosto vaga, lasciando ampi margini di interpretazione e di
adattamento; in seguito utilizzando una classificazione proposta dall’Istituto
Formez ho cercato di costruire una mia interpretazione del fenomeno
introducendo un agenzia che nasce in ambiti in crisi, operando nell’emergenza
per poi rientrare nei binari della classificazione proposta dal Formez.
Due casi studi internazionali, l’esperienza della comunità urbana di Jerez de la
Frontera (Spagna) e l’agenzia per lo sviluppo tecnologico di Aachen (Germania)
sono stati utilizzati per rilevare come possano essere profondamente diversi
approcci, strumenti e d azioni per lo sviluppo locale. Ho rilevato anche come,
l’importanza della crescita economica prenda, spesso, il sopravvento rispetto al
territorio ed alla società.
Per introdurre alla parte principale della ricerca, ho ricostruito, prevalentemente
attraverso dati statistici, il contesto del Nord Milano, sottolineando il
cambiamento che il territorio sta attraversando. Attore importante per la
trasformazione in corso è l’Agenzia per la promozione e lo sviluppo sostenibile
dell’area metropolitana Nord Milano (ASNM). Prima di presentare quest’attore,
fondamentale al fine del mio lavoro, ho ricercato la radice di quest’esperienza,
individuandola in un progetto promosso dal comune di Sesto San Giovanni e
dalla Falck nel 1993 per la costruzione di un parco scientifico per le tecnologie
ambientali (PSTA).
Ho utilizzato quattro progetti per comprendere come operi ASNM, per raccogliere
informazioni e suggestioni utili per costruire una serie di punti emergenti
dell’esperienza, da discutere e approfondire.
La riqualificazione urbana del Rione Vittoria, utilizzando lo strumento innovativo
delle politiche temporali, è un progetto realizzato con successo, in cui ASNM è
riuscita a far “toccare con mano” alla popolazione il cambiamento che si vuole
proporre, si è giunti ad un processo partecipato che ha segnalato una visione del
quartiere visto dai cittadini. I punti che sono emersi con forza da
quest’esperienza, e che ho cercato di interpretare sono: il perché si siano
9
utilizzate proprio le politiche temporali, il ruolo di ASNM all’interno del progetto e
le risorse utilizzate.
L’incubatore per piccole e medie imprese, l’”Officina Multimediale Concordia” è il
principale progetto per guidare la nuova vocazione produttiva del territorio.
Analizzare quest’importante progetto è stato un passaggio obbligato per rendersi
conto di che cosa sia ASNM e come voglia agire per il Nord Milano. In questo
caso i punti di maggiore interesse che ho individuato sono stati: l’utilizzo di uno
strumento innovativo come intende essere un’incubatore per PMI, la nuova
specializzazione del territorio ed ancora una volta il ruolo di ASNM, che cambia
in ogni progetto.
Il riutilizzo delle aree dismesse rappresenta una delle sfide più grandi per il Nord
Milano. Riuscire ad intervenire con successo in questa tematica, vorrebbe dire
avvicinarsi realmente verso la nuova città-digitale.
Il tentativo di orientare il reinserimento delle aree verso progetti di qualità e
compatibilità ambientale, e la ricerca di equilibrare necessità e bisogni dei diversi
soci di ASNM, sono gli spunti emersi dall’analisi del recupero delle aree
dismesse del Nord Milano.
La mobilità non è propriamente un progetto di ASNM, è una tematica, una
politica che solo ora si sta sviluppando nella sua interezza. Ho deciso di
includere questa parte, perché è nella infrastrutturazione del territorio che si
gioca parte del cambiamento.
Ho inteso ricercare una logica che guidi i diversi interventi infrastrutturali nel Nord
Milano, ho sottolineato l’innovazione apportata da diversi strumenti per
intervenire anche nelle strutture fisiche, ho dato rilievo alla necessità di migliore
la gestione e l’efficienza del trasporto pubblico locale per riunire realmente il
Nord Milano come un unico territorio.
Questi sono i “progetti per capire”, chiavi di lettura per cogliere le molteplice
sfaccettature che lo sviluppo locale può assumere. Infine, i punti emergenti
rappresentano alcuni temi che ho ritenuto doveroso mettere in luce ed
approfondire, per creare un legame coeso lungo tutta la ricerca, unendo sviluppo
locale, ASNM, strumenti e metodi.
10
Nell’ultima parte ho cercato di riassumere alcuni, possibili, sviluppi
dell’esperienza di ASNM, sottolineando come esista il rischio di disperdere il
patrimonio di conoscenze. Seguendo strade che non riescono ad introdurre
necessarie innovazioni. Inoltre, ho disegnato, sulla base della fase di studio
dell’agenzia, alcune tematiche che stanno diventando campi di azione nuovi per
ASNM, alla luce della riorganizzazione intrapresa nello scorso mese di marzo.
Gli scenari rappresentano dei possibili sviluppi dell’esperienza di ASNM, alcuni
sono probabili, tutti allo stato attuale sono possibili, questo a sottolineare l’alto
grado di incertezza che caratterizza la fase corrente.
La città-digitale rappresenta quindi il Nord Milano di oggi, realtà in equilibrio tra
passato industriale, crisi e rinascita.
11
CAPITOLO 1 PANORAMA SULLO SVILUPPO LOCALE
1.1 IL RIEMERGERE DI UNO SVILUPPO DAL LOCALE
L’idea di uno sviluppo generato dal tessuto locale non è per nulla nuova.
La riscoperta, in Italia di una necessità di “sviluppo dal basso”, è al contrario
un’affermazione recente, che possiamo far risalire ai primi anni novanta.
Questa nuova stagione delle politiche per lo sviluppo locale è nata da una serie
d’opportunità/necessità che si sono incontrate negli ultimi anni.
L’Unione Europea è diventato soggetto attivo, fa politiche e programmi a favore
del territorio, ma l’Europa è un’insieme di regioni tutt’altro che omogenee. Per
promuovere la coesione del territorio a livello comunitario l’Unione Europea ha
avviato una serie di politiche locality oriented
1
.
Le leggi ed i decreti Bassanini hanno favorito una riforma dell’assetto della
pubblica amministrazione, decentralizzando agli Enti locali poteri che di fatto
ridisegnano il quadro dell’azione pubblica, specie nello sviluppo e promozione
del territorio.
La necessità, visto il fallimento del Welfare State, di porre un freno a
finanziamenti a pioggia su i territori, cercando di costruire programmi capaci di
coinvolgere il tessuto locale economico e sociale, al fine di individuare azioni
mirate per il territorio, senza drenare eccessivamente denaro pubblico, ma
valorizzando le risorse locali.
Il riemergere di una corrente di pensiero che vede, nella mobilitazione del
contesto locale, la chiave del successo per i progetti di sviluppo; questa
tendenza è chiaramente ispirata ad una tradizione risalente al secondo
dopoguerra, che ha nell’esperienza di Adriano Olivetti uno dei principali
esponenti.
Lo sviluppo locale è un concetto che racchiude al suo interno un insieme di
fenomeni sociali, economici e politici che rendono difficile una definizione
univoca ed unificante.
1
Esempio tipico di questo tipo di politiche sono i programmi URBAN e URBAN II
12
Alcuni autori
2
, hanno illustrato come lo sviluppo locale sia mosso da più “motori”,
processi fondamentali che mettono in moto lo sviluppo.
È possibile individuare tre assi interpretativi
3
differenti che di volta in volta sono
stati la “scintilla” del cambiamento.
• Un primo asse interpretativo è centrato sull’importanza delle reti sociali e
politiche come determinanti per lo sviluppo. In quest’asse assumono grande
importanza accanto al capitale economico il capitale sociale ed umano dei
territori. La presa di coscienza e l’attivazione di reti politiche e relazionali
porta alla “costruzione sociale del mercato”
4
che permette di costruire
percorsi di sviluppo specifici, che prendono la loro forza dalla mobilitazione
locale.
• Il secondo asse trova nella dimensione economica dello sviluppo la propria
specificità. Il mercato, le imprese ed il territorio costituiscono un tutt’uno che
deve reagire alla competitività esterna. Assumono grande importanza le
relazioni tra imprese e la costruzione di un clima cooperativo, per dirlo con le
parole di G.Garofoli:
Viene quindi esaltata la relazione tra sistema delle imprese e ambiente che è
alla base della frequente esistenza di economie esterne all’impresa ma
interne all’area; queste economie esterne rendono possibile l’adozione di
tecniche produttive, di processi organizzativi e di strategie differenti anche tra
le aree che producono le stesse merci indipendentemente dai semplici
rapporti tra prezzi dei fattori e degli inputs impiegabili
5
.
• Il terzo asse privilegia l’interpretazione di sviluppo locale come valorizzazione
delle caratteristiche dei territori e alla specificità dei luoghi. Ogni luogo
presenta caratteristiche uniche e non riproducibili in altri contesti, la crescita
del territorio deve passare attraverso i principi dello sviluppo sostenibile. Il
contesto locale non è neutro ma attraversato da un insieme di valori che
2
Nell’ampia letteratura si ricorda: Pasqui e Bolocan nel numero speciale di ASUR n.64, 1999;
Garofoli in “Modelli locali di sviluppo”.
3
Pasqui, Bolocan n. 64 ASUR, 1999
4
A. Bagnasco, “ La costruzione sociale del mercato: studi sullo sviluppo di piccola impresa in
Italia”, 1998, Il Mulino
5
G.Garofoli, “ Modelli locali di sviluppo” , 1991, Franco Angeli
13
devono essere messi a sistema, le risorse ambientali e culturali sono i
principali fattori di sviluppo endogeno ed autocentrato. La comunità è il
referente dello sviluppo.
Risulta quindi, complesso individuare un unico modello di sviluppo locale, ogni
contesto può presentare caratteristiche che lo rendono unico unico, anche
determinare che cosa si può “etichettare” con locale risulta di difficile, F.Governa
ha presentato una definizione di locale che prescinde dalle dimensioni del
contesto ma trova la sua radice nello “sguardo” che si rivolge verso il territorio:
Il concetto di locale, non è definito in termini dimensionali o di scale, ma è
piuttosto un modo di concepire il territorio, di guardare alle specificità ed alle
differenze che lo caratterizzano come elementi rilevanti delle analisi. Il locale si
configura così come uno specifico “sguardo” alle problematiche territoriali o,
ancora, come strumento della ricerca. Il livello locale diviene parte attiva
all’interno delle dinamiche del territorio, in contrapposizione alle logiche
globalizzanti che considerano lo sviluppo locale come semplice omologazione
alle dinamiche agenti a scala più ampia.
6
Lo sviluppo locale può essere considerato come un processo attraverso il quale
un certo numero di attori istituzionali e/o attori locali si mobilitano per creare,
rinforzare e stabilizzare modi d’uso compatibili con le determinanti territoriali
dell’area. Solitamente è un processo bottom-up nel quale gli attori locali
intervengono per migliorare gli aspetti economici, gli aspetti sociali e gli aspetti
ambientali del proprio territorio di appartenenza; questa mobilitazione si è resa
necessaria per il fallimento del mercato e delle politiche pubbliche nel rispondere
ai bisogni della società post-fordista.
Sono coinvolti nello sviluppo locale una pluralità di attori, sia pubblici, sia
economici e sociali. Gli attori pubblici, direttamente coinvolti, comprendono le
istituzioni regionali provinciali e locali. Gli attori economici e sociali comprendono
6
F.Governa, “Il milieu urbano. L’identità territoriale nei processi di sviluppo” 1997, Franco Angeli
14
i lavoratori, i sindacati, gli imprenditori, le università ed il mondo della formazione
e gli attori del terzo settore. Esistendo una quantità di modelli di sviluppo che
fanno riferimento a contesti differenti appare logico come il mix degli attori
coinvolti sia influenzato a seconda del territorio di riferimento.
Un tratto che accomuna i diversi modelli di sviluppo, è l’importanza che ricopre la
mobilitazione degli attori locali, infatti, il coinvolgimento della comunità locale è
strategico per generare proposte, per valorizzare le risorse e per sfruttare la
conoscenza del contesto. Le politiche di sviluppo locale permettono agli attori di
agire come catalizzatori per lo sviluppo, di attrarre idee ed energie del tessuto
locale.
La rapidità di relazione tra chi ha un “bisogno” e chi è delegato ad intervenire per
modificare la situazione di bisogno permettere di costruire azioni mirate e
flessibili, e di cui è possibile misurare l’efficacia in tempi brevi. Lo sviluppo locale
permette di adattare la risposta al bisogno locale.
È importante sottolineare l’importanza che ha assunto la dimensione territoriale.
Il territorio è diventato il luogo nel quale sono depositate e si sedimentano la
cultura locale e altre caratteristiche non riproducibili, che possono essere
valorizzate solo se orientate al contesto. I principali obiettivi per lo sviluppo locale
diventano quindi
7
:
1. Favorire l’azione “sperimentale” dei soggetti sociali
2. Aiutare a “costruire la società” cercando di costruire comportamenti
cooperativi tra i diversi attori sociali, economici ed istituzionali
3. Sviluppare meccanismi per combinare assieme diversi attori e risorse
4. Riqualificare i contesti territoriali, migliorando la competitività dei soggetti
economici e l’efficienza della pubblica amministrazione
5. Rafforzare la “qualità di sistema” dei contesti locali, prestando particolari
attenzioni verso i servizi collettivi
7
Pasqui, Bolocan n. 64 ASUR, 1999
15
Le politiche di sviluppo locale, vengono quindi, a trovarsi all’incrocio tra tre diversi
“mondi” che devono dialogare e cooperare. Il mercato economico, le istituzioni
pubbliche e la società locale, per realizzare azioni e programmi efficaci devono
sviluppare ed accrescere la propria capacità di “fare progetto”
8
.
È stato chiarito come non sia possibile costruire modelli riproducibili in ogni
contesto, al contrario è proprio l’ammissione della differenza fra i territori, e
quindi, la ricerca e valorizzazione di risorse uniche, il primo passo per sviluppare
strategie di sviluppo.
Lo sviluppo locale si configura come uno “stile di pensiero” cui sono legati
multiformi fili che, differenti tra loro, si possono unire costruendo percorsi sempre
diversi per i territori.
Non esiste un’unica definizione e non c’è bisogno di unire sotto un’unica etichetta
un concetto che ha molteplici radici e molteplici vie di sviluppo, ma forse è utile
riportare un passo del “Manifesto per lo sviluppo locale” di De Rita e Bonomi.
La capacità di associarsi, di organizzare le diverse domande prospettandone
soluzioni di tipo solidaristico, di canalizzare risorse in senso universalistico,
costituisce un bene collettivo di cui l’associazionismo degli interessi è
tipicamente depositario.
9
1.2 LE AGENZIE DI SVILUPPO
Uno degli strumenti più importanti per agire nel campo dello sviluppo locale, sono
le agenzie di sviluppo locale, attori in grado di promuovere e gestire le diverse
azioni a favore della crescita del territorio.
Negli ultimi anni si è registrata in Italia ed in Europa più in generale, una
straordinaria proliferazione di nuove agenzie di sviluppo locale. In Italia sono
state avviate diverse esperienze: sono presenti numerose istituzioni intermedie
focalizzate sulla promozione e sulla implementazione di programmi per lo
sviluppo locale, tanto nel Centro-Nord che nel mezzogiorno. Il tema delle
8
Pasqui, Bolocan n. 64 ASUR, 1999
9
De Rita, Bonomi, “Manifesto per lo sviluppo locale. Dall’azione di comunità ai patti territoriali”,
1998, Bollati Boringhieri
16
politiche di sviluppo locale, infatti non riguarda unicamente contesti in crisi ma
anche territori dinamici e le tematiche dello sviluppo rappresentano una
questione strategica tanto nelle aree marginali quanto nelle parti più avanzate e
mature.
Molto spesso la creazione di nuove agenzie di sviluppo rappresenta la risposta
istituzionale al crescente localismo economico e alle molteplici forme di auto-
organizzazione che vanno emergendo in diversi contesti.
L’esperienza italiana mostra che a partire dai primi anni novanta alcuni contesti
locali si sono mossi per cercare di modificare situazioni derivanti dalla
dismissione di ampie aree produttive. Dismissioni causate dallo spostamento
verso bacini economici più favorevoli delle industrie pesanti, in particolare la
grande siderurgia nell’area sestese ha lasciato improduttiva un’area di quasi
3.000.000 di metri quadri.
Mancando nella legislazione italiana un riconoscimento formale alle agenzie di
sviluppo è necessario riferirsi ad un insieme eterogeneo di leggi, che
compongono un quadro molto composito di ciò che si può considerare
un’agenzia di sviluppo, e quali siano gli obiettivi di questo strumento.
La legge a cui si può fare riferimento è la 142/90, che per prima introduce
attraverso l’articolo 22 la possibilità per comuni e province di costituire “società
per azioni a prevalente capitale pubblico locale” per la “gestione di servizi
pubblici locali” che abbiano per oggetto “la produzione di beni ed attività rivolte a
realizzare fini sociali ed a promuovere lo sviluppo economico e civile delle
comunità locali”
10
.
La successiva legge 498/92 apriva al capitale privato, prevedendo che la società
potesse essere “ a prevalente capitale pubblico o privato”, facendo così
decadere il vincolo della proprietà pubblica maggioritaria.
Per concludere l’incerta origine legislativa delle Agenzie di Sviluppo, che come
mostrato dovrebbero essere “Società Miste di Trasformazione Urbana”, occorre
ricordare la legge 127/97 che nei commi 58 e 59 dell’articolo 17 modifica la legge
10
S. Stanghellini, “Le società miste, nuovi strumenti dei comuni per la gestione urbanistica e
l’erogazione dei servizi pubblici”, Urbanistica Dossier n. 11, 1997, INU
17
142/90. Il comma 58 prevede che possano essere costituite anche società a
responsabilità limitata (fino a quel momento potevano essere costituite
solamente società per azioni), inoltre, la legge permette che l’Ente locale
partecipi a società già costituite. Il comma 59 tratta di società per azioni che
possono essere costituite da città metropolitane e comuni, anche con la
partecipazione della provincia e della regione, “per progettare e realizzare
interventi di trasformazione urbana in attuazione degli strumenti urbanistici
vigenti”, partendo dalla “preventiva acquisizione” delle aree, fino alla loro
trasformazione e commercializzazione.
11
Una definizione univoca di agenzia di sviluppo locale diventa quindi di difficile
individuazione dato che si tratta di esperienze diverse, strettamente interrelate ai
contesti in cui vanno ad inserirsi.
Può essere efficacemente utilizzata l’idea che le agenzie di sviluppo siano
strutture più o meno formalizzate che hanno come missione esclusiva o
prevalente lo sviluppo socio-economico locale, tanto negli aspetti strettamente
economico-imprenditoriali e occupazionali quanto in quelli più impalpabili ed
immateriali, come la qualità urbana, la diffusione di reti di relazioni istituzionali e
non, la valorizzazione dei beni culturali e così via
12
.
Le agenzie di sviluppo sono quelle strutture che contribuiscono ad abbassare
permanentemente le barriere d’ingresso allo sviluppo per le comunità locali,
valorizzando e potenziando il capitale sociale locale, riducendo i costi di
transazione per le imprese, migliorando la qualità sociale e del territorio di
riferimento, ovvero aumentando lo stock locale di beni pubblici disponibili
13
.
La definizione appena presentata fa riferimento solamente a quelle agenzie la cui
sfera di attività e di competenze è focalizzata su porzioni relativamente ristrette
del territorio.
11
S. Stanghellini, “Le società miste, nuovi strumenti dei comuni per la gestione urbanistica e
l’erogazione dei servizi pubblici”, Urbanistica Dossier n. 11, 1997, INU
12
A.Magnaghi, “Il territorio degli abitanti: società locali ed autosostenibilità”, 1998, Masson
13
www.formez.it
18
Le agenzie di sviluppo regionale che agiscono su ambiti e con competenze ed
obiettivi più vasti non fanno parte di questa definizione.
Sulla base di quanto presentato, l’Istiuto Formez ha individuato tre possibili tipi
di agenzie di sviluppo locale.
La classificazione proposta del Formez rappresenta solo une delle possibili
interpretazioni del fenomeno delle agenzie di sviluppo. Come è già stato
sottolineato, le determinati per lo sviluppo sono differenti a seconda dei contesti,
è quindi possibile osservare profonde differenze tra le agenzie che operano nei
diversi territori, individuando molteplici, possibili, classificazioni di queste strutture
operative.
• Agenzie “formali”, scaturite dall’applicazione della normativa nazionale: sono
agenzie previste da diversi strumenti legislativi, strutture operative deputate a
gestire progetti di sviluppo che si avvalgono di finanziamenti nazionali. Le
società di gestione di Patti Territoriali, di Contratti d’area e di Gal ne sono un
esempio.
• Agenzie “provinciali”, nate su iniziativa della Pubblica Amministrazione locale
per esternalizzare funzioni attinenti allo sviluppo economico-territoriale; si
tratta di strutture dedicate alla promozione e alla gestione di progetti di
sviluppo locale avviate da comuni, comunità montane, province.
• Agenzie “informali”, nate da processi di mobilitazione dal basso, in cui i
soggetti istituzionali, economici e sociali di una particolare area creano una
rete di collaborazione e dialogo per guidare il territorio in trasformazione.
Sono agenzie finalizzate alla promozione/gestione di processi di crescita di
“economie minori” o di funzioni di supporto e promozione di soggetti e azioni
determinanti per lo sviluppo locale, quali istituti di credito locali, Associazioni
per la valorizzazione beni culturali e architettonici e del patrimonio
ambientale, Consorzi intercomunali per lo sviluppo integrato e la
19
riqualificazione urbana, Società e Associazioni per lo sviluppo delle nuove
occupazioni.
Alla classificazione dell’Istituto Formez ho ritenuto opportuno includere una
quarta tipologia, la scelta è basata sull’osservazione diretta del caso dell’Agenzia
di Sviluppo Nord Milano. ASNM sembrerebbe essere inserita tra le agenzie
informali, caratterizzate da un forte dinamismo degli attori locali, ma quella
particolare classificazione non include il fattore che portato al bisogno di
un’agenzia di sviluppo, la crisi e quindi l’emergenza.
Viene così ad essere individuata l’agenzia “dell’emergenza”, che nasce solo in
determinati contesti in crisi legata, appunto, a problemi e bisogni che possono
emergere nel tessuto socio-economico. Gli attori che ne fanno parte sono molto
spesso di origine locale, poiché conoscono il contesto di riferimento e sono i
primi ad accusare la situazione di emergenza, coadiuvati in un secondo
momento da attori e strumenti istituzionali necessari ad individuare nuovi
percorsi di sviluppo.
Questa particolare tipologia di agenzia può essere considerate trasversale alle
altre.
Utilizza infatti, strumenti istituzionali e può diventare un’agenzia “formale”, può
essere assimilata ad un’agenzia “provinciale” dato che molto spesso è l’intero
ambito provinciale ad essere in crisi, e quindi, la provincia deve operare per un
rilancio di tutta l’area; infine, è un’agenzia “informale” dato che gli attori locali,
che vivono l’emergenza sono i maggiori interessati ad uscire dalla crisi cercando
soluzioni a lungo termine per il contesto al quale appartengono.
20
AGISCE
UTILIZZA
PROMUOVE
RELAZIONA
Scheda 1.1 schematizzazione del funzionamento delle agenzie di sviluppo locale
AGENZIE DI
SVILUPPO
LOCALE
PROGRAMMAZIONE
NEGOZIATA
POLITICHE
STRUTTURALI
ATTORI
LOCALI
ATTORI
LOCALI
ATTORI
LOCALI
ATTORI
LOCALI
LIVELLO LOCALE
PROGETTI
ECONOMICI,
SOCIALI,
AMBIENTALI
Corrispondono
ad AdSL:
• SOCIETA’ DI PROMOZIONE
E GESTIONE DI:
1. Patti territoriali
2. Contratti d’area
3. Contratti di quartiere
4. PRUSST
5. GAL
• CONSORZI
INTERCOMUNALI
Nati per favorire lo sviluppo
integrato e la riqualificazione
urbana ed ambientale
• CONSORZI MISTI PUBBLICO
PRIVATO IMPEGNATI PER:
1. Valorizzare beni culturali
2. Valorizzare il patrimonio
ambientale
3. Promuovere la qualità
urbana
4. Sviluppare nuove
occupazioni
5. Favorire l’integrazione
sociale