CAPITOLO PRIMO
LA DIFFUSIONE DEL ROMANZO NERO IN FRANCIA
NELLA PRIMA META’ DEL XIX SECOLO
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Il romanzo gotico nasce in Inghilterra con la
pubblicazione del racconto di Horace Walpole, The Castle of Otranto, nel
1764. tralasciando di analizzare il cammino percorso nel suo paese
natale, vediamo quale seguito incontrò in un altro paese, la Francia.
La fortuna del romanzo nero (1) ha fasi alterne dovute
alla lunga pausa imposta dal governo di Napoleone, restauratore di un
classicismo, o pseudo-classicismo, cui il genere nero si era contrapposto
sin dalla nascita.
Le prime opere gotiche incontrarono un blando successo
in Francia. Nel mese di marzo del 1767 compare la prima traduzione
“libera” (2) di The Castle of Otranto. Di questo racconto, quello che
interessò maggiormente i francesi fu la prefazione dell’autore, nella
quale sono contenuti dei commenti (3) su Shakespeare, sulla cui
autorità si era basato per la caratterizzazione dei personaggi dei
domestici (4), e sulla critica francese che, sulla scia di Voltaire,
discuteva sull’opportunità o meno di unire il comico e il serio nella
stessa opera (5). Il racconto in se stesso interessò poco ed ebbe un
numero ridottissimo di edizioni (due sole fino al 1774).
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Neanche il romanzo di Clara Reeve ebbe molto successo.
Basta pensare che la prima traduzione francese di The old English
Baron apparve solo nel 1787, dieci anni dopo la sua prima
pubblicazione in Inghilterra.
Nonostante il loro scarso successo di pubblico, la
traduzione e la pubblicazione di queste opere in Francia rappresentano
un importante anticipazione. Già compaiono i primi autori che fanno
uso di alcuni elementi caratteristici del genere nero. E’ il caso, ad
esempio, di M.me de Genlis, autrice, nel 1782, di Adèle et Théodore, in
cui, per raccontare la storia di una donna imprigionata per nove anni
da un marito geloso, fa già uso di un reticolo di quegli orribili
sotterranei che tanto spesso si incontreranno negli anni seguenti. M.me
de Genlis farà uso di questi elementi in un altro romanzo, Les
Chevaliers du Cygne in cui dimostra di conoscere la letteratura tedesca
(6) e di aver subito l’influenza di H. Walpole (7) e forse anche di Clara
Reeve.
Nel 1797 vengono pubblicate le prime traduzioni di The
Mysteries of Udolpho e The Italian di Ann Radcliffe e di The Monk di
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M.G. Lewis, segnando l’inizio del grande favore incontrato dal genere
nero in Francia.
Se in Inghilterra lo scoppio della rivoluzione francese non
sembra aver avuto gran peso nella diffusione del gusto per il gotico, in
Francia, invece, lo favorì abituando il pubblico a scene sanguinose e
raccapriccianti. La rivoluzione era iniziata come moto di protesta, una
protesta che si ripercosse anche negli ambienti culturali, oppressi dalle
antiche tradizioni e dalle regole del classicismo. Quello che si esprimeva
era il bisogno di novità, e chi meglio del genere gotico poteva fornirle,
con l’orrore suscitato da scene piene di sangue, crimini, omicidi, ai
quali si univa il terrore scaturito dall’esplorazione delle regioni
sconosciute del soprannaturale e del meraviglioso?
Le basi erano dunque poste e il romanzo gotico inglese si
diffonde rapidamente in Francia, grazie all’opera di zelanti traduttori ai
quali, tuttavia, non si può evitare di rivolgere un rimprovero a causa
dell’eccessiva libertà d’interpretazione usata nelle traduzioni. Non sono
rari, infatti, i casi in cui i traduttori apportano delle modifiche ai testi o
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ne traducono solo alcune parti, come “riguardo” alla sensibilità dei
lettori francesi.
Le opere più tradotte furono quelle di Ann Radcliffe e
M.G. Lewis. La prima piacque molto ai francesi proprio per lo stesso
motivo per cui era stata criticata in Inghilterra: l’applicazione, nei suoi
romanzi, di quello che è stato chiamato il “soprannaturale spiegato”, per
cui tutti gli avvenimenti meravigliosi, terrificanti ed apparentemente
inspiegabili dell’intrigo, alla fine del romanzo trovano una logica e
naturale spiegazione.
Ancora maggior successo ebbe l’autore di The Monk,
favorito dall’attualità delle scene descritte e dei temi trattati. Gli orrori
perpetrati dal monaco Ambrosio sicuramente soddisfacevano un
pubblico che aveva ancora davanti agli occhi le brutture della
rivoluzione, mentre le scene di magia nera, gli incantesimi, le pozioni
magiche e altri artifizi, ricordavano ai francesi il caso di un ciarlatano di
nome Cagliostro che aveva fatto scalpore a Parigi qualche anno primo
della comparsa della traduzione di The Monk (8). E come già per i
romanzi di Ann Radcliffe, The Monk piace ai francesi per gli stessi motivi
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per cui era stato criticato dagli inglesi, che lo avevano giudicato
grossolano ed immorale. I francesi, affascinati dalla novità del romanzo
e dalla immaginazione impiegatavi dall’autore, sorvolarono su quei
difetti che il puritanesimo inglese non poteva perdonare.
In Francia non ci si limitò di certo a pubblicare traduzioni
di romanzi inglesi: come già in Inghilterra, tra la fine del XVIII e l’inizio
del XIX secolo, troviamo una folta schiera di imitatori, intenti
esclusivamente a fare una letteratura commerciale, senza alcun
interesse di stile o di originalità.
Dal momento in cui compaiono le traduzioni di The
Mysteries of Udolpho, The Italian e The Monk, il genere nero domina sul
romanzo francese e nemmeno le critiche letterarie contrarie riescono a
porre un freno al dilagare di questo fenomeno. I romanzieri in
maggioranza riproducono, con fastidiosa monotonia, i misteri e il
“soprannaturale spiegato” di Ann Radcliffe, oppure gli orrori più
stravaganti e il soprannaturale irrazionale di Lewis, con tutti i tratti che
caratterizzano le opere dei loro modelli.
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Per rendere più facile il compito di tanti romanzieri
desiderosi di farsi un nome come autori di romanzi neri, nascono dei
veri e propri manuali in cui sono elencati tutti gli ingredienti necessari
alla composizione. Ovviamente satire e parodie non impiegarono molto a
comparire: alcune di esse sono molto divertenti ed hanno avuto lo
stesso successo delle opere che intendevano deridere.
Una delle più famose parodie fu La Nuit anglaise, di
Bellin de La Liborlière, autore egli stesso di romanzi neri (9). Vi si
narrano le vicende di un onesto mercante, M. Dabaud, cui degli amici
giocano uno scherzo. M. Dabaud è un avido lettore di romanzi neri e, in
conseguenza dello scherzo, si trova a vivere tutte le avventure vissute
dai suoi eroi preferiti. Addirittura, le descrizioni delle scene sono tratte,
parola per parola, dai romanzi neri più noti. Alla fine, la vittima dello
scherzo si ritrova tra i suoi amici, ma non prima di aver rinunciato per
sempre:
à tous ces romans passés, présents et futurs où il y aura
des spectres, des ruines, des vieux châteaux, des bandits,
des petites portes cachées, des poignards tachés de sang,
des armoires secrètes et surtout une tour portant le nom de
quelque ce puisse être des quatre points cardinaux. (10)
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Mentre prolificano le imitazioni stravaganti e ridicole del
romanzo nero inglese, l’influenza di Ann Radcliffe si esercita anche su
un altro gruppo di scrittori. Si tratta di autori di romanzi popolari, un
genere nato alla fine del XVIII secolo, e che da allora godrà di un grande
successo. Fin dall’inizio sono distinguibili due correnti, quella del
romanzo grottesco e spesso licenzioso, il cui maggior esponente fu
Pigault-Lebrun, poco influenzato dalla scuola del terrore, e quella del
romanzo che vede in azione bande di briganti. L’intrigo diventa allora la
storia di un rapimento, spesso di bambini, di sparizioni, di identità
nascoste e di provvidenziali riconoscimenti, tutti procedimenti usati nei
suoi romanzi da Ducray-Duminil (11), sul quale l’influenza di Ann
Radcliffe fu rilevante, anche se in un secondo momento, fu la scrittrice
inglese a subire l’influenza del romanziere francese.
La voga del romanzo nero subisce un progressivo declino
durante i primi anni del XIX secolo. Sono i quindici anni del regno di
Napoleone, che videro la rinascita del gusto neoclassico. Nessuno
scrittore inglese ottenne in quegli anni il successo che avevano avuto la
Radcliffe e Lewis. Ma il genere nero non sparisce dal mondo della
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letteratura. Dopo il 1816, dopo la caduta di Napoleone, e con la
crescente diffusione del Romanticismo, il genere nero si rinnova e, con
nuovo vigore, conquisterà un posto autorevole nel mondo culturale della
nuova scuola grazie all’interesse suscitato in scrittori molto più colti e di
valore di quelli che scrissero nel primo periodo.
Nel periodo della restaurazione, gli scrittori stranieri
tornano di moda. Nel 1819 compaiono nuove edizioni dei romanzi di
Ann Radcliffe e di Lewis. La loro influenza si rinnova, ma questa volta
sarà recepita diversamente dai protagonisti del Romanticismo francese.
I primi imitatori di Ann Radcliffe avevano preso in
prestito soprattutto quanto di più sensazionale c’era nei suoi romanzi. I
suoi traduttori avevano trascurato la parte più lirica delle sue opere. Ma
ora, con il Romanticismo, si apprezzano sempre di più le belle
descrizioni naturali con le quali la Radcliffe integrava le sue opere, la
malinconia delle sue poesie, il suo amore per i sogni e la musica.
Contemporaneamente, i romantici adottano anche i meccanismi più
stravaganti del romanzo di Lewis: il patto con il demonio ed il
soprannaturale che rifiuta qualsiasi spiegazione razionale.
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