1. INTRODUZIONE
1.1 Il ciclo cellulare
Negli eucarioti le cellule somatiche vanno normalmente incontro ad
eventi duplicazionali; da una singola cellula madre, attraverso
un�ordinata sequenza di eventi, si ottengono due cellule figlie con lo
stesso corredo cromosomico della cellula progenitrice. L�evento fisico
della divisione nucleare viene chiamato mitosi.
Il termine ciclo cellulare � comunemente usato per indicare il periodo
di tempo che va dalla formazione della cellula, come prodotto di una
mitosi, fino al completamento della sua divisione in due cellule figlie.
Il ciclo cellulare si articola in 4 fasi: la fase G
1
(6-12 ore) (Fig-1.)
durante la quale sono sintetizzati RNA e proteine; la fase S (6-8 ore)
che rappresenta il periodo di tempo necessario affinch� tutto il DNA
della cellula sia duplicato; la fase G
2
(3-4 ore) che copre la transizione
dalla fase S alla mitosi ed infine la mitosi (M) stessa. Ognuna di
queste fasi � caratterizzata da numerosi eventi che si susseguono in
maniera estremamente ordinata, grazie ad un sistema di regolazione
che controlla l�intero ciclo. Un ruolo chiave, nella regolazione del
ciclo cellulare � svolto dalla fosforilazione e defosforilazione di
substrati proteici da parte di specifiche chinasi. In particolare, nelle
cellule eucariotiche somatiche a questo ruolo sono deputate le
serin/treonin chinasi ciclino-dipendenti o CDK.
L�attivit� di queste chinasi � a sua volta soggetta ad una serie di
complessi meccanismi di controllo. Per essere attive, le CDK,
richiedono il legame con specifiche subunit� dette cicline. Le cicline
che intervengono nelle diverse fasi del ciclo cellulare sono espresse
solo durante lo stadio nel quale devono svolgere la propria funzione.
La loro classificazione � infatti caratteristica dello stadio del ciclo
Fig.-1 Schema del ciclo cellulare, ad ogni fase � associato un
complesso ciclina-CDK.
cellulare in cui vengono espresse: la ciclina D che interagisce con le
CDK2, CDK4, CDK5, interviene nella fase G
1
; il complesso proteico
ciclina E/CDK2 modula la transizione G
1
→S; il complesso ciclina
A/CDK2 si forma nella fase S infine i complessi ciclina B/A-CDK2
regolano la transizione S→G
2
(Sherr et al., 1993). La degradazione di
queste subunit� avviene probabilmente mediante un meccanismo di
tipo proteolico ubiquitina-dipendente grazie a delle sequenze
amminoacidiche (destruction box) contenute nella regione N-
terminale delle cicline (Morgan., 1995; Glotzer et al., 1991).
Un secondo evento necessario all�attivazione delle CDK � la
fosforilazione di uno specifico residuo di treonina da parte della
chinasi CDK�attivante o CAK (Fig-2). Il residuo di treonina che viene
fosforilato dalla chinasi CAK � un residuo piuttosto conservato (Thr
160/161) e durante il normale ciclo cellulare dei vertebrati il
trasferimento di fosfato su questo residuo sembra aumentare
parallelamente con la formazione del legame alla ciclina (Krek et al.,
1992). Comunque il complesso cos� formato � in grado di agire quale
modulatore positivo del ciclo cellulare.
L�inattivazione di questi complessi pu� avvenire in diversi modi ad
esempio tramite l�intervento di una fosfatasi (CDC25) che rimuove il
fosfato sulla Thr 160/161; questo tipo di meccanismo probabilmente
agisce sul turn-over del complesso, ne facilita cio� il pathway di
degradazione. Alternativamente, l�inattivazione del complesso ciclina-
CDK, pu� avvenire per aggiunta di un secondo fosfato, questa volta
su un residuo di tirosina (Tyr15) presente nella regione N-terminale
del complesso per azione di una chinasi denominata Wee1 (Morgan,
1995). I complessi ciclina-CDK possono infine essere inibiti
dall�interazione con una seconda classe di proteine: gli inibitori delle
chinasi ciclino dipendenti (CKI).
Le CKI, appartengono ad una classe di piccole proteine che agiscono
da regolatori negativi del ciclo cellulare. Esse hanno sollevato, negli
ultimi anni, un interesse sempre maggiore ai fini della comprensione
dei meccanismi che regolano la proliferazione cellulare nei
mammiferi, oltre che per le loro potenziali applicazioni in campo
biomedico.
Fig.-2 Schema riassuntivo sulla regolazione dei complessi ciclina-CDK.
1.2 Inibitori delle CDK: la proteina p27.
Gli inibitori delle chinasi ciclino-dipendenti o CKI formano complessi
di natura non covalente con i dimeri ciclina�CDK inattivandoli,
rendendo possibile cos� un controllo negativo della proliferazione
cellulare. E� intuitivo quindi che eventi deregolativi a carico di queste
molecole proteiche possono avere un ruolo importante nella
cancerogenesi. Le CKI sono divise in due famiglie in base alle loro
caratteristiche strutturali ed alla loro specificit� di legame. La prima
classe di proteine � formata dagli inibitori di CDK4 o INK4 a questa
classe appartengono p16
INK4a
(Serrano et al., 1993) , p15
INK4b
(Hannon
and Beach, 1994), p18
INK4c
(Guan et al., 1994) e p19
INK4d
(Chan et al.,
1995). Tutte si legano in maniera altamente specifica esclusivamente
alla CDK4 ed alla sua isoforma CDK6 (Sherr et al., 1995). Le proteine
della famiglia Cip/Kip, invece, legano ed inibiscono esclusivamente i
complessi ciclina-CDK che intervengono durante le fasi G
1
ed S. A
quest�ultima classe di inibitori appartengono: p21
Cip1/WAF1
(Gu et al.,
1993), p27
kip1
(Polyak et al., 1994) e p57
kip2
(Lee et. al.,1995). Sebbene
queste proteine siano in grado di legare indipendentemente la CDK e
la ciclina isolata, esse mostrano un�affinit� molto maggiore per il
legame con il complesso ciclina-CDK (Nakanishi et al., 1995; Lin et
al., 1996). Le proteine Cip/Kip sono in grado di inibire le chinasi
cicline E-, A- e D-dipendenti e come tali giocano un ruolo importante
nel controllo del ciclo cellulare in risposta a fattori anti-mitogeni (Xu
et al., 1999).
p27, dunque, � un inibitore della famiglia Cip/Kip e come tale � un
regolatore negativo del ciclo cellulare, � una piccola proteina di circa
23kDa e viene normalmente espressa in quasi tutti i tessuti umani.
Blocca la progressione dalla fase G
1
alla fase S legandosi con il
complesso ciclina/E-CDK2 ed inibendone l�attivit�. Le Cip/Kip sono
altamente conservate. Tra le proteine di questa famiglia, p21 e p27
mostrano il pi� alto grado di omologia a livello di sequenza
primaria.
La sequenza amminoacidica riportata in Fig-3, costituisce la regione
che effettivamente lega il complesso ciclina-CDK. Il legame tra p27 e
la ciclina avviene attraverso l�interazione tra la regione coil/α -helix
dell�inibitore ed una sequenza caratteristica della ciclina stessa (ciclin-
box), mentre il legame con la CDK2 avviene attraverso il
coinvolgimento di una regione pi� estesa di p27 (β-hairpin/β-
strand/3
10
helix) con la regione N-terminale della subunit� catalitica
della CDK. E� in particolare, attraverso questa seconda interazione,
che p27 impedirebbe stericamente l�accesso al sito attivo della chinasi,
rendendolo inattivo (Russo et al., 1996). Entrambi gli inibitori, p21 e
p27, contengono al C-terminale una sequenza amminoacidica come
segnale per la localizzazione nucleare o SNL (Polyak et al., 1994). E�
stato, inoltre, dimostrato che il controllo dell�attivit� in vivo di p27 �
di tipo post-traduzionale: con la formazione del trimero ciclina/E-
CDK/p27 l�inibitore stesso diviene, attraverso un meccanismo ancora
Fig.-3 Sequenza amminoacidica relativa alla regione N-terminale degli inibitori delle
chinasi cilino-dipendenti p27 e p21.
non del tutto chiarito, substrato della CDK che � ora in grado di
trasferire un gruppo fosfato sulla treonina 187 di p27. (Montagnoli et
al., 1999; Lyuben et al.; 1999) Anche in questa caso la fosforilazione
sul residuo amminoacidico � essenziale; infatti, la proteina fosforilata
viene riconosciuta da un complesso proteico (SCF) che media un
meccanismo di degradazione ubiquitina-dipendente attraverso la via
del proteosoma 26S (Pagano et al., 1995). Il turn-over temporale e
selettivo di questi inibitori mediante ubiquitina/proteosoma � un
meccanismo di regolazione molto valido ed ampiamente adottato dalla
cellula, anche per altre proteine.
Non si possono escludere, comunque, per questa classe di inibitori,
vie di regolazione alternative. E� stato, infatti, recentemente proposto
per p21, un nuovo meccanismo di regolazione basato sulla ritenzione
della proteina nel citoplasma. Tale meccanismo impedisce la
traslocazione di p21 nel nucleo dove fisiologicamente svolge la sua
normale funzione. La protein chinasi B o AKT fosforila l�inibitore a
livello della treonina 145 e la proteina fosforilata non � pi� in grado
di traslocare nel nucleo (Zhou et al., 2001).
E� interessante notare inoltre che la maggior parte delle cellule
tumorali della tiroide conservano un livello di espressione normale di
p27 (Erickson et al., 1998; Resnick et al.,1998). Quindi nonostante la
presenza dell�inibitore, si osserva una crescita aberrante delle cellule e
di conseguenza, un�elevata attivit� delle CDK2. Questo pu� essere
spiegato, come per p21, dalla ritenzione di p27 nel citoplasma.
(Yaroslavskiy et al., 1999; Baldassarre et al., 1999). La sequenza SNL,
quindi in qualche modo non sarebbe pi� in grado di fornire
l�informazione necessaria per il passaggio, di p27, nel nucleo. Questo
inibitore quindi, sembra costituire un�importante connessione tra
mitogeni extra-cellulari e ciclo cellulare, con una correlazione inversa
tra la sua attivit� e la capacit� di proliferazione cellulare.