1. La pratica della scrittura
Si può provare a mettere un po’ di ordine in questa arte cercando di
circoscrivere dapprima la voce “scrittura”, per osservare che, se si cerca una
definizione che vada oltre quella standard di scrittura come atto dello scrivere,
questa si rivela riduttiva e precaria. E dunque, si può affrontare il problema
mettendo in rilievo alcuni aspetti lampanti e non di quest’arte.
La scrittura, innanzitutto, è un gesto, forse tra i più elementari, comuni e
diffusi (capita, infatti, a tutti prima o poi di dover scrivere qualcosa per
ragioni di diversa natura), ma allo stesso tempo difficile dato che non si tratta
di un atto naturale bensì di un atto che necessita di una serie di fattori e
capacità, vedi, ad esempio, il saper leggere e il possedere un ricco
vocabolario. Inoltre la sua natura è legata sia ad una condizione limite ed
estrema, quale quella della asocialità (nasce da un momento di sofferenza, di
assenza, di solitudine che si vuole colmare attraverso l’arte)
1
sia ad una
condizione di potere che permette che la scrittura si imponga, sfuggendo ad
ogni tentativo di controllo
2
, presentandosi nuda e nella forma più sincera
1
<La solitude de l’écriture c’est une solitude sans quoi l’écrit ne se produit pas, où il s’émiette exangue de
chercher quoi écrire encore>; <La solitude c’est ce sans quoi on ne fait rien. Ce sans quoi on ne regarde plus
rien. C’est una façon de penser, de raisonner, mais avec la seule pensée quotidienne>; <La solitude, c’était ça
aussi. Une sorte d’écriture> (M.Duras, Ecrire, pp.14,32,36,40)
possibile. Infine essa è strettamente legata al piacere che è appunto quello di
scrivere. Ognuno di noi ha delle emozioni che vuole trasmettere o delle
situazioni che vuole far rivivere e, allora, quale mezzo migliore se non la
scrittura per fare ciò!
1.1 Perché scrivere?
Charles Juliet
3
ha proposto una interessante declinazione sull’infinito del
verbo écrire, elencando tutte, o quasi, le ragioni per cui si dovrebbe scrivere:
Ecrire. Ecrire pour obéir au besoin que j’en ai.
Ecrire pour apprendre à écrire.. Apprendre à parler.
Ecrire pour me parcourir, me découvrir. Me révéler à moi-meme.
Ecrire pour me clarifier, me mettre en ordre, m’unifier.
Ecrire pour produire la lumiére dont j’ai besoin.
Ecrire pour m’inventer, me créer, me faire exister.Ecrire pour soustraire des instants de vie
à l’érosion du temps.
Ecrire pour ^etre moins seul
Ecrire pour mieux vivre. Mieux parteciper à la vie.
Dunque la scrittura si impone, innanzitutto, come una forma di mediazione di
comunicazione attraverso cui instaurando un nuovo rapporto con l’altro, una
interazione, un legame si cerca di trasmettere delle emozioni altrimenti
2
<L’écrit ,ça arrive comme le vent, c’est nu, c’est de l’encre,c’est l’écrit, et ça passe comme rien d’autre ne
passe dans la vie, rien de plus, sauf elle, la vie> (idem, pp.53)
3
Charles Juliet,” Il fait un temps de poème”, sta in François Bon, Tous les mots sont adultes, pp.248
difficili ad esprimere e una certa visione del mondo. Così facendo la scrittura
si rivela essere una condizione di rischio in cui si cerca di far sentire la
propria voce mostrando chi si è, cosa si è e allo stesso tempo accettando
le differenze reciproche. Inoltre, essa nasce da un bisogno: si avverte il
bisogno di dire qualcosa che non è stata ancora detta, di andare al di
là della realtà contingente facendo vedere degli aspetti ancora irrisolti,
e creando un legame tra il dicibile e l’indicibile
4
, insomma è un
modo di mettere in moto il pensiero.
A queste motivazioni se ne aggiungono tantissime altre che vanno dalla
scrittura come valore terapeutico ( si scrive per eccesso di felicità o
pienezza o per allontanare il dolore) alla scrittura come follia attraverso
la quale si tenta di cambiare la realtà che ci circonda
5
e che è in ognuno di
noi. Per qualcun altro la scrittura è associata all’immoralità
6
, all’avventura
di esistere
7
o ad una nota di realismo
8
o più semplicemente e in modo
4
“ L’écriture commence là où s’arr^ete la parole et c’est un grand mystére que ce passage de l’indicible au
dicible. La parole et l’écrit se relaient et ne se coupent jamais.”, A. Nothomb,Hygiéne de l’assassin,
Folio,1998.
5
“ Ecrire est une espace de folie. ….grace a l’écriture on essaie de changer quelque chose autour de soi et en
soi”; Michel Butor, Répertoire, Minuit, 1982
6
“ Ecrire sans jouir c’est immoral. L’écriture porte déjà en elle tous les germes de l’ immoralitè. La seule
excuse de l’écrivain, c’est sa jouissance.”, A. Nothomb, opera già citata.
7
“ J’écris pour me parcourir. Peindre, composer,écrire: me parcourir. Là est l’aventure d’^etre en vie., H.
Michaux, Passages, Gallimard, 1950.
un pò narcisistico all’unica cosa che si sa fare
9
.
Ma molto spesso dinanzi a tante motivazioni, la difficoltà dell’atto pratico
della scrittura impedisce di addentrarsi in quest’arte ed ecco che mille
dubbi affiorano alla mente facendo pensare che la scrittura sia una pratica
concessa a pochi e che pertanto soltanto chi è un esperto del settore può
effettivamente dedicarsi ad essa. Ma è proprio così?
1.2 Perché far scrivere?
Avvicinarsi alla scrittura può sembrare una prerogativa per pochi, ma la
volontà di giocare con le parole, trovare la loro forza segreta e perché no,
imporsi come parolieri, nuovi poeti può essere un valido stimolo per mettersi
in gioco. Infatti, se l’atto di scrittura implica un potere di comunicazione e la
salvaguardia di un ricordo, di una traccia del passato ciò vuol dire che essa
aiuta a riflettere sulla realtà e a muoversi intorno ad essa.
Riflettere su se stessi, interrogarsi, divertirsi con la lingua, esprimere i
desideri più profondi diventano così motivi validi per addentrarsi nella pratica
8
“L’écriture ne soulage guére. Elle retrace, elle délimite. Elle introduit un supçon de cohérence, l’idée d’un
réalisme”,M.Houellebecq, Extension du domaine de la lutte, J’ai lu,1997.
9
“ Scrivo perché mi piace e perché è l’unica cosa che so fare.”, E. Brizzi in occasione della Fiera del libro di
Potenza 2001.
della scrittura.
Questo è il primo passo: si sono trovate le motivazioni utili per decidere di
scrivere e di voler scrivere. Ma resta il problema pratico. Per alcuni, tutto
risiede nella fase preliminare e una volta trovate le ragioni per scrivere,
niente può impedire di farlo. Occorre soltanto avere i materiali da usare: dei
fogli e una penna. Per altri, il passaggio alla pratica resta difficile.
1.3 Come far scrivere?
La difficoltà dell’atto di scrittura può essere superata non soltanto attraverso
una buona conoscenza delle regole grammaticali, ma anche attraverso la
frequenza di corsi di scrittura il cui obbiettivo principale è quello di offrire
tutti gli strumenti necessari per poter riuscire in questa avventura.
Essi aiutano a trovare il giusto stile, a scoprire il proprio talento e a rendere in
modo corretto la propria ispirazione. Inoltre, il legame che si instaura tra i
vari partecipanti costituisce un vantaggio per chi vi partecipa dato che si
affinano le capacità di lettura e di valutazione (si cerca di essere il più chiari
possibile utilizzando le parole più adatte), si impara ad avere più fiducia nelle
proprie possibilità (si cerca di fare sempre meglio) ma anche in quelle degli
altri (si osa esporsi dinanzi al giudizio degli altri) e ,in più, si impara ad essere
più pazienti e più tolleranti.
2. Nascita degli “ateliers d’écriture”
Nati nel 1935 nelle università americane con la dicitura “ creative writing
courses o workshops”, i primi corsi di scrittura sono apparsi in Francia
all’indomani degli eventi del ’68 ( qui si parla semplicemente di “ateliers
d’écriture”) mentre in Italia hanno conosciuto un vero boom soltanto negli
anni ’90 nonostante questi fossero presenti già da diverso tempo ( in Italia si
usa l’espressione “corsi di scrittura creativa” dato che si tratta di una
traduzione fedele dall’inglese).
Sia che si parli di “ateliers d’écriture” in Francia o “corsi di scrittura
creativa” in Italia, si tratta di diciture che molti di noi sentono senza saper dire
di che cosa si tratti realmente o che danno adito a molti fraintendimenti ( in
Francia, ad esempio, tale espressione non è depositata presso un ente
che ne garantisca i suoi termini e pertanto essa è usata per qualificare ogni
tipo di pratica che si vuole decidere di chiamare così
10
).
Tuttavia se si vuole tentare di dare una definizione sommaria , potremmo
affermare che un atelier non è altro che un gruppo di persone (membri di una
associazione, studenti o persone interessate semplicemente alla scrittura), dal
numero variabile che, sotto la guida di un animatore (insegnante,
scrittore, giornalista o altro), si riunisce in un determinato luogo (una classe
virtuale o reale) con l’obbiettivo comune di scrivere collettivamente delle
storie partecipando a delle narrazioni di cui è possibile modificare
l’evoluzione all’infinito.
2.1 Cosa offrono
Questi laboratori di scrittura creativa permettono a coloro che hanno già una
certa pratica con la scrittura di mettere a confronto il proprio elaborato con
quello degli altri, e per i principianti di scoprire che ognuno è in grado di
scrivere un testo qualunque o più semplicemente che il loro desiderio
10
In Francia è soltanto l’Encyclopedia Universalis che nel 1992 nel capitolo “Vie au quotidien”, p. 372-375
accenna agli ateliers d’écriture e ai loro scopi senza darne una definizione precisa . In Italia, è La Garzantina
“Letteratura”, Garzanti alla p. 969 che inserisce la voce “scritture creative o creative writing” qualificandola
come l’arte dello scrivere in quanto oggetto di insegnamento.
può diventare una realtà. Inoltre essi coniugano il piacere al lavoro senza però
mai cadere nella demagogia o nel pedantismo.
2.2 Diffusione in Italia e in Francia
Se si prendono come area di indagine la Francia e l’Italia, ci si potrà
accorgere come questi corsi di scrittura abbiano una diffusione capillare nei
grandi centri urbani per la prima e nelle regioni del nord per la seconda, e
come gli obbiettivi ultimi siano differenti tra le due nazioni.
In Francia, gli ateliers non hanno la presunzione di preparare dei futuri
scrittori ma mirano soltanto a far vedere come ognuno sia in grado di scrivere
un testo e di mettere a frutto la propria creatività, mentre in Italia si assiste ad
una grande quantità di corsi, sia via Internet che presso associazioni culturali
e non, gratuiti o a pagamento, con finalità del tutto differenti (alcuni
prospettano sbocchi lavorativi certi nel mondo dell’editoria, altri tentano di
avviare dei futuri scrittori di successo, altri ancora offrono semplicemente
tutte le tecniche necessarie per poter ben scrivere).
2.3 Ragioni del loro continuo sviluppo
Lo sviluppo di questi corsi di scrittura è anche legato alla realtà culturale della
Francia e dell’Italia anche se costituiscono due realtà opposte.
Se nella prima l’aumento generale della cultura ha comportato un incremento
proporzionale della lettura per cui non bisogna sorprendersi di vedere
chiunque (operai, impiegati, tassisti) leggere, in Italia, invece, non è stato
affatto così. Infatti, si può affermare che manchi quasi la cultura del libro ( i
dati Istat dell’Indagine Multiscopo sulle famiglie, realizzata nel novembre
2000, ci pongono di fronte a una realtà molto negativa: si legge tanto se si
pensa al 12,1 per cento di forti o fortissimi lettori che non si fanno mancare un
libro al mese, ma si legge pochissimo se si considera il 62,4 per cento degli
italiani con più di 6 anni che legge soltanto un libro all’anno)
11
, ma è pur vero
che leggendo poco o non leggendo affatto, gli italiani hanno comunque un
grande amore per lo scrivere.
Ormai in quasi tutte le città italiane si assiste ad un gran fiorire di librerie,
associazioni culturali e non e riviste che aprono i battenti ad un ritmo
quotidiano alla cultura e, in particolare, alla lettura e alla scrittura. Infatti,
11
Corsera, novembre, 2001
sono numerosi i laboratori, seminari, scuole, corsi condensati di scrittura che
continuano ad avere un grande successo tanto da dare vita ad iniziative
analoghe. In generale, il bisogno di comunicare, di affrontare le diverse
tecniche, le finalità, le modalità della scrittura e il desiderio di dare libero
sfogo alla propria inventiva e creatività sono alcuni dei fattori che possono in
parte spiegare le ragioni del continuo sviluppo di tali seminari.
Questo stesso amore per lo scrivere è anche presente in Francia dove non
mancano corsi, programmi via Internet e riviste completamente dedicati alla
scrittura con l’unica differenza che lo scopo di questi non è tanto quello di
proporre sul mercato nuovi talenti, ma quello di facilitare l’accesso a
quest’arte dimostrando come la scrittura non sia soltanto un mestiere ma
anche un piacere e una necessità.
Il lavoro che mi propongo di affrontare cerca dunque di identificare in
chiave comparativa gli ateliers d’écriture in Francia e in Italia cercando di
rispondere nei vari capitoli a 5 interrogativi essenziali:
• quali sono le origini degli ateliers d’écriture o laboratori di scrittura
creativa?
• che cosa sono?
• quali sono le modalità di funzionamento?
• chi sono i protagonisti di questi corsi?
• quali sono le reazioni della società?