2
e fecondo incontro fra chi si affaccia alla vita e… un adulto, capace di piegarsi su di lui, di coglierne la
richiesta d'aiuto, di lasciarsi coinvolgere in un cammino comune, di dare risposte in qualche modo
esaustive alle domande non verbalizzate del…" bambino e dell'adolescente. "Ci sono risposte che
nessun diritto, neppure il migliore, potrà mai dare: il bisogno di affetto per sentirsi amabile e amato e
poter sviluppare quell'autostima indispensabile per costruirsi come protagonista del proprio percorso
di vita; il bisogno di sicurezza psicologica, pietra angolare della struttura della personalità, passaporto
per un continente inesplorato; il bisogno di scambi relazionali per comprendere la realtà ed essere
aiutato e stimolato e crescere in un mondo confuso, complesso, oscuro"
1
.
Ancora, "i bambini vengono sempre più spesso usati come valvola di sfogo delle repressioni
degli adulti, fatti oggetto di perversioni degradanti, coinvolti in azioni criminose, strumentalizzati nei
ricatti affettivi familiari e massmediatici… Il mondo in cui viviamo non è a misura di
bambino…L'infanzia ha bisogno di molteplici cure, che per essere efficaci, presuppongono
un'attenzione costante da parte delle istituzioni, ma anche della società nel suo complesso…" "…La
fragilità insita nella condizione infantile- e adolescenziale- merita un rispetto attivo, inteso a proteggere
e comprendere le istanze degli adulti di domani… che spesso rischiano-… dimenticati davanti a un
televisore, affidati a un frigorifero strapieno" e a offerte di svago sempre più tecnologiche e solitarie- di
crescere "…in una solitudine dorata che inaridisce progressivamente la naturale attitudine a
relazionarsi con i «grandi»"…"E' un invito all'ascolto, alla presenza, alla volontà di comprendere il
vissuto"- quotidiano, spesso trascurato- del bambino"
2
.
E' con questa accorata e ponderata esortazione che mi appresto a considerare il quadro
sociologico dell'infanzia in Italia e in Austria e a fornire un'analisi degli interventi giuridici principali
lungo la scala delle fonti del diritto, concludendo con una sorta di mappatura delle organizzazioni e
degli enti che, a vario titolo e con diverse finalità e ambiti di competenza, concorrono alla tutela del
minore. Il punto d'arrivo ideale sarà costituito dall'attività svolta da due organismi, l’Sos-Kinderdorf in
Austria e il Telefono Azzurro in Italia: grazie ai rapporti e ai dati dell'attività di uno dei principali centri di
accoglienza attivi nei pressi di Vienna e all'operare del "Tetto Azzurro" della provincia di Roma, si
potrà confrontare concretamente se e quanto, nelle diverse forme e ai diversi livelli, il "Kinderhilfe"
austriaco e l'aiuto e l'assistenza ai bambini in Italia si differenzino. I due organismi operano in ambiti
1
Estratto dalla "Premessa" alla "Relazione sulla condizione dell'infanzia e dell'adolescenza in Italia, 2000", pag.
10 e 11, stilato dall'Osservatorio nazionale per l'infanzia.
3
diversi, ma le finalità si concretizzano nella realizzazione di uno dei concetti cardine degli ordinamenti
analizzati, sancito a livello internazionale dalla 'Convenzione dei diritti del fanciullo' dell’ONU, 1989: il
“Wohl des Kindes”, il benessere, l’interesse superiore del fanciullo (art. 3).
Le pagine che seguono sono frutto di tanta fatica, resa più lieve dall’apporto fattivo di tante
persone che voglio ringraziare vivamente. Anzitutto il Chiarissimo Prof. Giovanni Guiglia, mio relatore,
che con la sua dottrina e la sua pazienza mi ha seguito lungo tutto il percorso. La Dott.ssa Valeria
Bruno del Centro Studi Cadorna del Telefono Azzurro, per aver messo a mia disposizione tutte le
informazioni e il bagaglio documentale dell’organizzazione. La Dott.ssa Vittoria Manolio, responsabile
del Tetto Azzurro di Roma, e lo staff operativo del Centro, per la disponibilità dimostratami in
occasione della mia visita alla loro struttura. La Dott.ssa Giuseppina Arrighi dell’Sos-Kinderdorf
International Italia di Trento, il Direttore e gli educatori del Villaggio Sos di Saronno, che mi hanno
introdotto nella dimensione dei Villaggi Sos italiani. Mag. Alexandra Murg-Klenner, giurista presso
l’Sos-Kinderdorf International Österreich di Vienna, per il sostegno nell’analisi della legislazione
minorile austriaca e il personale dell’Sos-Kinderdorf di Hinterbrühl, per aver permesso la visita al loro
villaggio. Mag. Paul Arzt, avvocato per i minori di Salisburgo, per il supporto tecnico circa questioni
specifiche della legislazione austriaca. Frau Karin Fröhlich e Herr Wolfgang Simacek, pedagoghi del
Wiener Kindertelefon, per le utili informazioni e l’interesse dimostrato nei confronti del mio lavoro.
Determinante è stato il contributo dello staff amministrativo del Ma 11 di Vienna: la sezione di diritto
minorile ha chiarito, nel corso di un colloquio estremamente esplicativo, molti punti oscuri del
panorama giuridico austriaco. Non posso tralasciare di ringraziare mio padre, per il costante e
generoso lavoro di revisione di questo lungo lavoro e il Sig. Stefano Vallucci, che ha curato, con
pazienza e competenza, la parte grafica.
2
Citazioni tratte dalla Presentazione al "1º Rapporto nazionale sulla condizione dell'Infanzia e della
preadolescenza", pag. 1 e ss., a cura di Telefono Azzurro ed Eurispes, 2000.
4
1° Capitolo
Austria e Italia: due Paesi, due modi per dire "bambini".
Prima di analizzare in dettaglio le diverse fonti del diritto ai vari livelli gerarchici degli
ordinamenti giuridici della repubblica parlamentare italiana e federale austriaca, vorrei approntare una
sorta di identikit, delineando in modo molto sintetico i tratti salienti e generali che caratterizzano i due
Stati, onde evidenziarne le differenze più significative. Infine vorrei soffermarmi, con l'ausilio di alcuni
dati statistici, sulla situazione dei minori nei due Paesi. Una pur cursoria analisi a livello demografico e
sociologico ci permetterà di porre in risalto la realtà concreta in cui un corpus di leggi s'innesta e si
trova a operare, rintracciando in essa anche la possibile genesi di determinate decisioni in campo
legislativo e giurisprudenziale.
L'Austria è un Paese continentale situato nel cuore dell'Europa, che comprende una parte
delle Alpi orientali e dell'area danubiana. In questo Paese s'incontrano svariate forme di paesaggio, di
clima e vegetazione, anche se ha carattere prevalentemente alpino
1
.
L'attuale Austria, cioè la Seconda Repubblica d'Austria (la prima è stata così denominata dai
vincitori della Prima Guerra Mondiale nel 1919 e la seconda fu proclamata nel 1945 dopo la guerra e
l'inglobamento nel Terzo Reich) è un ministato (di 83.849 Km²) se rapportato al grande Impero
asburgico. Gli Asburgo dominarono le sorti dell'Europa, includendo all'interno dei confini dello Stato le
attuali Repubblica Ceca, Slovacchia, Ungheria, parte della ex Iugoslavia, Polonia e Romania, creando
una società multietnica, multiculturale e multireligiosa senza eguali nella storia dell'Europa, in
particolare nella cosmopolita capitale Vienna. La sua storia e la particolare posizione geografica
hanno reso l'Austria nel corso dei secoli il punto d'incontro di tre grandi civiltà: la germanica, la slava e
la latina. La sua popolazione conta oggi quasi 8 milioni di abitanti e si presenta molto variegata dal
punto di vista etnico. Il 78% degli austriaci appartiene alla religione cattolica, il 5% è protestante,
piccole percentuali professano altre religioni.
1
Per ciò che concerne le informazioni di carattere generale, mi sono riferita a: E. Lichtenberger: "Society and
Regions", Vienna, Austrian Academy of Sciences Press, 2000.
"Austria: fatti e cifre", Vienna, 1998, edito dal Servizio Stampa federale.
5
Politicamente è una Repubblica federale composta da nove regioni (Bundesländer). La
costituzione federale, in gran parte opera del Prof. Hans Kelsen, risale al 1920.
L'Austria ha sempre evidenziato una spiccata dicotomia fra la parte orientale e occidentale del
Paese dal punto di vista demografico, economico, sociale e di valorizzazione del territorio, con alterne
vicende a seconda del mutare del quadro geopolitico.
L'omogeneizzazione del territorio e lo smussamento di tale dicotomia è uno dei principali
obiettivi della generosa politica di welfare state che ha caratterizzato fortemente la politica austriaca
dagli anni '50 in avanti. Tale politica, riedizione ardita e originale del "deficit spending" keynesiano, si è
imposta con una massiccia presenza dello Stato in tutti i settori dell'economia, specie industriale, ma
risulta oggi troppo onerosa per lo Stato federale e necessita perciò di una forte revisione, parzialmente
già in atto.
Dal punto di vista economico, la presenza di vaste zone sterili e le difficoltà di comunicazione
dovute al suolo montagnoso, la variazione della politica economica dapprima condizionata dalla
posizione di preminenza del Paese nell'impero asburgico, poi dall'incorporamento nell'economia della
Grande Germania, che comunque avviò uno sviluppo in senso industriale, hanno condizionato molto il
suo decollo economico: l'Austria è passata da un'economia prevalentemente agricola a una fase
postindustriale senza una fase intermedia industriale vera e propria. Oggi i settori trainanti
dell'economia sono il turismo, l'industria, che sta subendo un lento, ma deciso processo di
privatizzazione, il terziario, sia pubblico che privato e il crescente settore del terziario avanzato,
localizzato essenzialmente a Vienna, centro privilegiato anche di numerose istituzioni e organismi
internazionali. Oggi l'Austria rappresenta per l'UE, cui appartiene dal 1994, l'estremo confine con i
Paesi dell'ex blocco sovietico, che ambiscono ad abbattere definitivamente l'ormai anacronistica
cortina di ferro e a entrare in Europa: il suo ruolo è quindi di particolare rilevanza.
L'Italia è una penisola slanciata da NO a SE nel Mediterraneo, legata all'Europa continentale
attraverso il diaframma della catena montuosa delle Alpi, che la separa da Francia, Svizzera, Austria e
Slovenia.
E' un'entità antropica e politica ben individuata, sebbene l'unificazione del mosaico di regioni
e realtà al suo interno risalga solo al 1861 e la dicotomia fra Nord e Sud del Paese, marcata sotto il
profilo economico, sociale e culturale sia ancora lontana da ogni possibile riconciliazione.
6
La superficie dell'Italia copre un'area di 321.700 Km², con una popolazione che si avvicina ai
58 milioni di abitanti.
La morfologia del territorio è molto variegata: regioni alpine, prealpine, dei laghi, regioni
campestri e marittime.
La tradizionale vocazione agricola è ancora viva in un Paese fortemente industrializzato,
inserito sempre più attivamente in un contesto globale postindustriale. Il turismo è molto sviluppato ed
è una delle attività economiche più redditizie, grazie alla sopracitata varietà di paesaggi e alla
ricchezza ineguagliabile di monumenti artistici.
Politicamente è dal 1947 una Repubblica Parlamentare, dopo la fase monarchica e il periodo
fascista. La costituzione attualmente vigente entra in vigore nel 1948.E' uno dei membri fondatori
dell'UE ed è sede di numerosi organismi internazionali.
Dal punto di vista culturale, la popolazione è alfabetizzata nella quasi totalità, con un numero
elevato di giovani che conseguono il diploma e la laurea. Molti gli Istituti Universitari di alto livello
presenti in Italia, sia d'indirizzo umanistico che tecnico-scientifico.
La popolazione autoctona professa per il 90% la religione cattolica, anche se hanno libertà di
culto altri credenti di diversa etnia e religione. Approdo relativamente recente, ma tra i più ambiti per i
numerosi flussi migratori provenienti sia dal Nord Africa che dall'Africa nera, così come dalle regioni
balcaniche, l'Italia stenta ancora ad accettare pienamente la nuova composizione multietnica del suo
tessuto sociale.
L'Austria e l'Italia, come tutti i Paesi europei, eccezion fatta per l'Irlanda, sono due Paesi che
"invecchiano" progressivamente: ciò significa che i giovani sono proporzionalmente di meno e i vecchi
proporzionalmente di più.
Il tasso di fertilità totale è in tutta Europa al di sotto del 2,1%, soglia minima perché possa
avvenire un ricambio generazionale: in entrambi i Paesi in esame si ha crescita zero della
popolazione.
In Austria
2
negli ultimi 30 anni si è registrata una diminuzione del tasso di fertilità dal 2,29% degli
anni '70 a 1,34% nel 2000 (bambini per ogni donna).
2
Per ciò che concerne i dati statistici, questi sono tratti dal sito: www.statistik.at
7
In relazione a una popolazione di 8.110.244 nel 2000, i nati vivi in Austria sono stati
78.268, (40.132 maschi e 38.136 femmine), circa 0,17% in più rispetto al 1999, ma si tratta
comunque di una crescita apparente, perché il 2000 è stato un anno bisestile e questo giorno
aggiuntivo ha apportato, secondo le fonti statistiche centrali, un Plus di 215 nascite. Tale crescita è
stata avvertita soprattutto nella prima metà dell'anno e non uniformemente sul territorio,
interessando solo i Bundesländer di Vienna, Alta Austria e Tirolo. Si prevede una crescita della
popolazione fino al 2030 (gli indici demografici segnerebbero un aumento nel 2015 a 8.274.000 e
fino a 8.386.000 abitanti nel 2030), quindi si prevede una brusca diminuzione.
Il tasso di natalità lievemente in rialzo è da ricondurre esclusivamente ai figli naturali, che
nel 2000 sono stati 24.497 (31,3%) rispetto ai 23.826 (30,5%) del 1999, mentre i figli nati in seno
alla famiglia scendono da 54.312 (69,5%) del '99 a 53.771 (68,7%) del 2000. Tale tendenza è
avvertita tradizionalmente in Carinzia e Stiria. Le famiglie, intese dal "Mikrozensus-
Grundprogramm" (programma di rilevazioni statistiche) come coppie con o senza figli (propri,
adottivi e nati da un precedente matrimonio di uno dei coniugi) e famiglie monoparentali, sono
state nel 1999 in numero di 2.269.100 così ripartite: 37% di coppie senza figli, 51% di coppie con
figli, 12% di famiglie monoparentali. Rispetto al numero totale, solo il 9% di tutte le famiglie e il
15% di quelle con figli ha 3 o più bambini.
Ancora più rilevante sarebbe però il saldo positivo delle migrazioni (+ 17.300) che ha
influito sull’aumento della popolazione in misura decisamente superiore rispetto al tasso
d’incremento naturale, che ha fatto registrare una crescita di 1.488; si prevede che il tasso di
natalità continuerà a decrescere nei prossimi anni. Nel 2000 vivevano in Austria 7.359.918
autoctoni e 761.427 stranieri: il saldo naturale fra gli autoctoni ha fatto registrare un calo di 7.483
e un tasso negativo di migrazione pari a 5.948. La presenza di stranieri si è innalzata di 7.899
persone, con un saldo naturale positivo di 8.971 e un saldo positivo di migrazioni di 23.248
3
. La
percentuale degli stranieri ha raggiunto il 9,3%.
In Italia
4
il tasso di fertilità totale è in lievissima ripresa: dalle rilevazioni degli ultimi anni, si
evinceva infatti un tasso di 1,18% , salito nel 1997 a 1,22%.
3
Fonti statistiche per la popolazione in Austria sono tratte da: Demographisches Jahrbuch 2000, Beitraege zur
Österreichischen Statistik, hrsg. vom Österreichischen Statistischen Zentralamt, Wien, 2001.
4
Fonti statistiche per la popolazione in Italia, tratte da:
8
La popolazione totale nel 1998 era di 57.612.615, fra cui 8.354.631 bambini da 0 a 14 anni. I
nati vivi nel 1999, ultima rilevazione per noi disponibile, sono stati 537.087.
La denatalità
5
( si registrano poco più di 9 nati l'anno ogni 1000 ab.; il quoziente di natalità del
1999 però è 9,3‰, lievemente superiore al 1998: è un dato che, pur non potendo leggersi come
rilancio della natalità senza una verifica nel tempo, è almeno indice di una battuta d'arresto del
costante declino della natalità) accompagnata da un aumento della vita media che si attesta
sostanzialmente identico nei due Paesi, mediamente 75 anni per gli uomini e 81 anni per le donne,
superando in tal modo i corrispondenti valori dell’UE, ha prodotto nei due Paesi un cambiamento della
struttura della popolazione.
In Austria, la percentuale dei bambini fino ai 15 anni è scesa al 16,7% nel 2000, mentre la
percentuale delle persone oltre i 60 anni è salita al 20,7% nello stesso anno. Si prevede un
rafforzamento di questo trend negativo nei prossimi anni.
In Italia, la percentuale dei bambini fino a 14 anni è solo del 14,5% nel 1998 e nel 1999 e
complessivamente i ragazzi fino a 18 anni sono meno del 18% .
L'indice della vecchiaia, cioè il numero dei bambini da 0 a 14 anni per 100 anziani oltre i 65
anni, ha raggiunto in Italia il valore molto accentuato di 122 nel 1998. Ciò indica chiaramente che nel
nostro Paese il processo di denatalità dagli anni '70 in poi è stato talmente intenso e prolungato da
originare il fenomeno della rarefazione dei bambini, il loro disperdersi cioè in una popolazione che
invecchia. In Austria si è verificato un lieve cambiamento positivo in questo senso: contrariamente al
1999, si è registrato nel 2000 un aumento delle nascite rispetto alla mortalità, ma questo fenomeno, in
termini assoluti peraltro non eccessivamente rilevante, dato che l'incremento è stato di 1.488, ha
interessato solo i Länder occidentali, mentre gli altri continuano a evidenziare un deficit nel rapporto
natalità-mortalità.
1. "13^ Quaderno del Centro Nazionale di documentazione e analisi per l'infanzia e l'adolescenza. Indicatori
europei dell'infanzia e dell'adolescenza. Pianeta Infanzia. Questioni e documenti". Firenze, Istituto degli
Innocenti, Ed. 2000.
2. "17^ Quaderno del Centro Nazionale di documentazione e analisi per l'infanzia e l'adolescenza. Infanzia e
Adolescenza in cifre. Pianeta Infanzia. Questioni e documenti. Firenze, Istituto degli Innocenti, Ed. 2000.
Fonte: ISTAT
Popolazione e movimento anagrafico dei comuni. Anno 1996, edizione 1998
Annuario statistico italiano. Anno 1997, edizione 1998
Annuario statistico italiano. Anno 1998, edizione 1998
Annuario statistico italiano. Anno 1999, edizione 1999
Statistiche della sanità. Anno 1996, edizione 1999
Statistiche della sanità. Anno 1997, edizione 2000
5
Fonte: ISTAT, Nascite, caratteristiche demografiche e sociali, Anno 1996, ed. 2000
9
Il fenomeno della denatalità è correlato in Italia e in Austria ad altri fenomeni:
La caduta della propensione al matrimonio, che ha trasformato l'Italia da Paese a forte tasso
di nuzialità a Paese a bassa nuzialità (meno di 5%): dal 1993 al 1997, il numero dei matrimoni è sceso
da 279.903 a 277.738. Il minimo storico è stato raggiunto nel 1998, quando sono stati contratti
276.570 matrimoni. In Austria il numero dei matrimoni per anno è retrocesso da 42.298 a 39.228 solo
negli ultimi cinque anni (con una variazione percentuale di -7,26% ). Nel 2001 si è toccato l’indice più
basso dal 1945: 33.911.
Dal 1984 l’Ufficio statistico centrale ha iniziato in Austria le rilevazioni circa la legittimazione:
nel 2000 9.126 coppie al momento del matrimonio avevano già un figlio e 11.744 figli sono stati
perciò legittimati
6
. Normalmente la legittimazione avviene entro il primo anno di vita: nel 2000 il 56,7%
dei bambini aveva meno di 3 anni e l’82,7% meno di 6 anni. La probabilità per un bambino di essere
legittimato è circa del 50%, valore rimasto sostanzialmente invariato dagli anni Ottanta.
In Austria, inoltre, i divorzi e le separazioni rappresentano un fenomeno numericamente e
sociologicamente rilevante: nel 2000 se ne sono registrati 19.552, con un aumento del 5,6% rispetto
solo all'anno precedente, ciò significa 43 ogni 100 matrimoni (43,9%), tasso record. La durata media
dei matrimoni si è attestata a 9,4 anni: il 34,5% dei casi di separazioni e divorzi si trattava di coppie
senza figli, dato rimasto costante negli ultimi anni. In crescita rispetto al 1999 il numero di bambini di
coppie separate o divorziate: 22.721 figli, di cui 18.044 minorenni (nel 2000 la maggiore età si
raggiungeva ancora a 19 anni). Molte delle coppie separate o divorziate non hanno figli o questi sono
già maggiorenni: in una prospettiva demografica questo fenomeno non influisce drammaticamente
sull’infanzia. Esistono inoltre significative differenze fra l’ambiente rurale, più tradizionalista e legato al
valore della famiglia nucleare, e i grandi centri urbani, più moderni e disinvolti.
In Italia
7
invece tale tasso di divorzialità (il numero dei divorzi per 100 matrimoni), nonostante
l'aumento, è fermo nel 1998 a 12%, cioè 33.510 divorzi, di cui 11.826 con figli affidati (35,3%). Nello
6
Si veda a questo proposito il § 161 ABGB Legitimation der unehelichen Kinder durch die nachfolgende Ehe,
che così recita:
1. Ist die Vaterschaft zum Kind festgestellt (§ 163b) und schließen Vater und Mutter des Kindes die Ehe,
so wird das Kind zum Zeitpunkt der Eheschließung seiner Eltern ehelich.
2. Wird die Vaterschaft nach der Eheschließung festgestellt, so bleiben die vor der Feststellung für das
Kind gesetzten Vertretungshandlungen unberührt.
3. Die Wirkungen der Legitimation treten nur auf Grund einer gerichtlichen Entscheidung außer Kraft, die
in einem für die Beseitigung der Feststellung der Vaterschaft vorgesehenen Verfahren ergeht.
7
Fonte: ISTAT
Matrimoni, separazioni e divorzi. Annuari Anno 1996, ed. 1999
Matrimoni, separazioni e divorzi. Annuari Anno 1997, ed. 2000.
10
stesso anno però, le separazioni per 100 matrimoni raggiungevano il 22,6%, cioè 62.737 separazioni,
di cui 32.638 con figli affidati (52%). In Italia sembra perciò che la famiglia tradizionale, come
evidenziato in rapporto ad altri indicatori sociali, è più salda che altrove, pur se in graduale e
progressivo cambiamento. Le famiglie monoparentali, per esempio, con un bambino al di sotto dei 15
anni sono in Italia solo l'1%. Nel caso di divorzio, i figli vengono normalmente affidati alla madre
8
(nel
90,8% dei casi), sono 14,2 i figli affidati alla madre per ogni figlio affidato al padre, talvolta
alternativamente ad entrambi i genitori e molto raramente ad altre persone.
In Austria le famiglie monoparentali sono più numerose: con la sola madre vive il 15% dei
bambini in età prescolare e il 12% in età scolare, mentre con il padre vive solo il 2% dei bambini
9
. Nel
1996, secondo una rilevazione del Mikrozensus vivevano 16.000 padri soli con uno o più figli sotto i
18 anni e 139.700 madri sole
10
. Dalla prospettiva dei bambini, nel 1991 secondo il censimento l’1,5%
dei bambini sotto i 6 anni, l’1,9% dei bambini tra i 6 e i 15 anni e circa il 3% dei ragazzi fra i 15 e i 19
anni vivevano solo con il padre; nelle suddette fasce d’età, rispettivamente il 15%, 12% e 13% dei
bambini e ragazzi vivevano solo con la madre
11
.
L'innalzamento dell'età media del primo matrimonio in Italia
12
a 30,2 anni per gli uomini e 27,4
anni per le donne) e in Austria a 29,8 anni per gli uomini e 27,3 per le donne.
L'età media al parto si avvicina in Italia ai 30 anni, mentre in Austria tale età si è stabilizzata
nel 2000 ai 28,1 anni.
La fecondità minorile è in Italia alquanto bassa, ma in linea con quella generale. I nati dalle
minorenni sono stati nel 1998 2.742, cioè lo 0,52% del totale dei nati nell'anno e nella quasi totalità si
tratta di figli naturali.
Quasi inconsistente è l'incidenza dei soggetti minorenni nei dati relativi al matrimonio (i
matrimoni di soggetti minorenni rappresentano il 3,5 ogni 1000 matrimoni e l'indice di fecondità
8
FONTI STATISTICHE PER FIGLI IN SEPARAZIONI E DIVORZI
Fonte: ISTAT
Matrimoni, separazioni e divorzi. Anno 1996, edizione 1999
Matrimoni, separazioni e divorzi. Anno 1997, edizione 2000
Statistiche giudiziarie civili. Anno 1998, edizione 2000
9
Datenbank der ÖIF, Heft 5 und 6, Wien, 1991, pag. 53 e ss.
10
V. Nowak, R. Schimpfer, Familien in Zahlen. Daten und Graphiken zur Familie in Österreich auf einen Blick,
Working Paper Nr. 9, Wien, Österr. Institut für Familienforschung, 1998, pag. 112 e ss.
11
M. Beham u.a., Statistik aus Kinderperspektive. Kinderspezifische Auswertung der Volkszaehlung 1991,
Materialsammlung Heft 3. Österr. Institut für Familienforschung, Wien, 1997, pag. 43 e ss.
12
Per queste e per le successive statistiche per l’Italia, si fa riferimento a:
FONTI STATISTICHE PER I MINORI E LA FAMIGLIA
Fonte: ISTAT Indagine multiscopo sulle famiglie
11
minorile in Italia è tra i più bassi in Europa: 6‰ in rapporto alle nascite totali). Le minorenni assumono
rilevanza numerica solo in relazione all'interruzione volontaria di gravidanza (IVG), anche se i dati in
tal senso si riferiscono a donne dai 14 ai 19 anni: tale dato si riferisce al 78‰ di tutte le IVG in Italia.
Nel 1997 hanno abortito 211 minorenni fino ai 15 anni (di cui 2 non italiane), 3.437 ragazze fra i 15 e
i 17 anni (di cui 24 non italiane), quindi complessivamente 3.648 minorenni, comprensive di 26 non
italiane, con un tasso di abortività totale per 1.000 donne di 136.036 (3‰ per ragazze da 14 a 17 anni
e 9,4‰ per donne dai 14 ai 49 anni) e un'età media di IVG per le minorenni di 16,3 anni (sia per le
Italiane che per la componente estera presente nel nostro Paese). Il rapporto di abortività, cioè il
numero di aborti per 100 parti raggiunge 135,9 nella fascia dai 14 ai 17 anni, mentre è del 26,6 nella
fascia compresa fra i 14 e i 49 anni (i dati risalgono al 1996, per indisponibilità del numero dei parti
nel 1997). Ancora nel 1997, le IVG hanno ottenuto per il 51,7% l'assenso dei genitori (che scende al
23,1% nella componente estera; il 30,8 è il dato non indicato), per il 26,2% l'assenso del giudice (dato
che sale al 57,7% nella componente estera; il 19,2% non è indicato), per urgenza nello 0,2% , già oltre
i 90 giorni nello 0,1% dei casi e assenso non indicato per il 21,8% per la componente italiana, il 19,2%
della componente straniera e il 50,0% di componente non menzionata. L'interruzione volontaria di
gravidanza sembra dipendere dal titolo di studio e quindi al livello culturale ad esso inerente: dal 1989
al 1997 l'8,1% delle minorenni che hanno abortito non aveva alcun titolo di studio o la licenza
elementare; il 65,4% aveva la licenza media inferiore; il 23,6% aveva la licenza media superiore e
per il 2,8% il grado di istruzione non era indicato.
In Austria i bambini nati da ragazze minorenni sono stati nel 1999 rispettivamente 11 da madri
sotto i 15 anni (0,014%) e 3.094 da madri tra i 15 e i 20 anni (3,95%) su un totale di 78.138 nati vivi.
L'incidenza dei figli naturali, notevole in parte dell'Austria come abbiamo visto, è in Italia
particolarmente bassa: poco più dell'8%. Nel 1996, su 44.033 figli naturali, il 12,3% è stato
riconosciuto solo dalla madre, il 2,8% solo dal padre, l'84,9% da entrambi e l'1% non è riconosciuto.
Anche in Italia si registra però, in termini relativi, un considerevole aumento dei figli naturali, nati fuori
dell'istituto matrimoniale, passati da 31.375 nel 1985 a 44.095 nel 1996, con un incremento del 41% e
un'incidenza sul totale dei nati dell'8,3% rispetto al 5,4% registrato nel 1985. L'incidenza totale dei figli
naturali in Italia indica che sono relativamente poche le convivenze e che queste interessano, a
Famiglia, soggetti sociali e condizioni dell’infanzia. Anno 1998, edizione 2000
12
differenza di altri Paesi, più gli adulti in là con gli anni che non i giovani. A differenza di molti altri Paesi
europei, tra cui anche l'Austria, i figli sono da ricondurre essenzialmente alla realtà del matrimonio.
La famiglia ha subito delle trasformazioni nella propria configurazione e si presenta con
un'articolazione ricca di nuances: statisticamente si distinguono le famiglie senza nuclei che in Italia
erano nel 1998 il 23,6% (delle 21.210 famiglie totali), comprendenti le famiglie composte da una sola
persona che raggiungono il 21,7%; le famiglie con un nucleo che sono il 75,2%, che include un nucleo
senza altre persone (71,1%) così ripartito: 19,5% sono le coppie senza figli, 44,2% le coppie con figli,
il 7,3% le famiglie monogenitoriali con figli e un nucleo con altre persone (4,1%), di cui coppie senza
figli (1,2%), coppie con figli ( 2,4% ) e le famiglie monogenitoriali con figli (0,6%). Esiste infine una
piccola percentuale di famiglie con due o più nuclei (1,2%). Nelle coppie con figli secondo le
statistiche del 1998, il numero dei figli oscilla da 1 solo figlio, nel 45,2% dei casi, a 2 nel 42,7% dei
casi. Relativamente poche le famiglie con 3 figli (10%), minimo il numero di quelle con 4 o più figli
(2,1%). Per quanto riguarda l'Austria, il "Mikrozensus-Grundprogramm" distingue fra nuclei familiari,
composti da una singola persona o da 2 o più persone, che usano (insieme) un appartamento o parte
di esso e famiglie. Nel 1998, i nuclei con una persona erano il 30,1%, mentre i nuclei con 2 persone il
29,3%, quelli comprendenti 3 persone il 16,9% e il 23,7% con 4 persone. La grandezza media è quindi
del 2,48% persone. Le famiglie invece hanno per il 30% un solo figlio, per il 23,7% 2 figli, per il 9,5% 3
o più figli. Le coppie senza figli sono invece il 36,7%. In relazione al numero totale delle famiglie, il
numero medio di bambini è 1,09, mentre in relazione alle famiglie con figli, il numero medio è 1,72. Si
è affermata con sempre maggiore rilevanza l’eccezione, che però interessa circa il 75% della
popolazione, alla “Patchworkfamilie”, dove non è ritenuto necessario un contratto di matrimonio, una
grande famiglia dove i conviventi hanno figli nati da precedenti matrimoni, ma non sotto lo stesso tetto.
La popolazione italiana segnerebbe già un tasso negativo di natalità già dal 1993 se non fosse
stato per l'apporto sempre più massiccio di movimenti migratori in entrata, il cui saldo attivo ha
compensato la passività registrata dal saldo naturale della popolazione italiana, anche se gli stranieri
presenti con regolare permesso di soggiorno in Italia sono nettamente inferiori a quelli residenti negli
altri Paesi. I minori stranieri in Italia
13
rappresentano meno dell'1%, ma nel nostro Paese
13
FONTI PER MINORI STRANIERI IN ITALIA
Fonte: Istat
Annuario Statistico Italiano. Anno 1998, edizione 1998
Annuario Statistico Italiano. Anno 1999, edizione 1999
Statistiche delle scuole secondarie superiori. Anno 1996/97, edizione 1999
13
l'immigrazione clandestina, non regolarizzata e censita ha un peso notevole. In Austria il rapporto fra
popolazione totale e componente straniera è, come abbiamo detto, di 757.877 unità su un totale di
8.110.244 nel 2000 e i figli degli stranieri residenti in Austria nati nel 2000 sono stati 10.574, cioè il
13,5% del totale dei nati nell'anno.
Analizzando più in dettaglio le condizioni e gli indicatori dei minori, notiamo che:
L'Italia ha un quoziente di nati morti
14
pari al 4‰ . Tuttavia il quoziente di mortalità perinatale
(dato dal rapporto fra la somma dei nati morti e coloro che sono morti nella prima settimana di vita e
totale dei nati, vivi e morti) è alto; l'alta mortalità durante la prima settimana di vita provoca un alto
indice di mortalità infantile (morti nel primo anno di vita per 1000 nati vivi), che secondo le stime del
1997, è un valore in discesa costante negli ultimi anni e comunque non preoccupante in termini
assoluti: 5,5. In Austria
15
tale indice è circa del 4,8 (2,5 nella prima settimana di vita e 2,3
successivamente), stabilmente dal 1997 al di sotto del 5‰ e il quoziente di mortalità perinatale (nati
morti e morti nella prima settimana) del 6,3 nel 2000 secondo la nuova definizione corrispondente alle
direttive del WHO (World Health Organisation) in vigore a partire dal 1. 1. 1995. In base a tale
definizione sono da considerarsi nati morti o morti alla nascita quei neonati per i quali non è
rintracciabile alcun segno vitale (respiro, battito cardiaco, pulsazione del cordone ombelicale o
qualsiasi chiaro movimento muscolare, sia nel caso in cui il cordone sia stato reciso o meno e la
placenta espulsa) o il cui peso sia inferiore a 500 grammi. I nati morti sono stati, secondo questa
nuova definizione, 3‰. Le cause di morte sono per lo più da attribuirsi a malformazioni congenite e
non meglio specificate disfunzioni.
Problematica appare la valutazione comparata su scala europea per ciò che concerne l'uso
delle droghe illegali fra gli studenti di 15-16 anni, perché i dati sono ricavati da indagini su un
campione statistico, in Italia
16
, molto più ristretto di quello utilizzato in altri Paesi europei per lo stesso
Statistiche delle scuole secondarie superiori. Anno 1997/98, edizione 2000
Fonte: Ministero dell’interno
Rapporti del Dipartimento della pubblica sicurezza, direzione centrale per gli affari generali - Servizio stranieri -
Commissione centrale per il riconoscimento dello status di rifugiato, Anni 1996, 1997, 1998.
14
FONTI STATISTICHE PER MORTALITA' E CAUSE DI MORTE
Fonte: Istat
Cause di morte. Anno 1997, edizione 2000.
15
Fonti statistiche per l’Austria: Jahrbuch der Gesundheitsstatistik 1999, Beitraege zur Österreichischen
Statistik, hrsg. vom Österreichischen Statistischen Zentralamt, Wien 2001.
16
FONTI PER MINORI E TOSSICODIPENDENZA
Fonte: Ministero dell’interno, Dipartimento per gli affari sociali
14
obiettivo. In Italia rientrano nel campione 1.641 studenti, un numero irrisorio, che si presenta come
errore di campionamento nella comparazione a livello europeo, inficiando i risultati finali a causa della
maggiore suscettibilità alla fluttuazione campionaria rispetto ad altri Paesi considerati (ad esempio,
Francia, Regno Unito, Germania e Spagna). In secondo luogo, la posizione italiana appare
contraddistinta da due elementi fra loro contrapposti: da un lato, un consumo complessivo di droghe
illegali che rientra nella media europea (il 21% degli studenti fra i 15 e i 16 anni), dall'altro un
consumo mediamente superiore per ciò che concerne le droghe pesanti quali eroina, cocaina ed
ecstasy (rispettivamente per il 2%, 3% e 4%); da questi dati emerge in modo più evidente l'errore di
campionamento, che si evince dalle cifre tonde rispetto a quelle approssimate degli altri Paesi.
L'Italia sembra comunque presentare mediamente un quadro più grave rispetto ai partners
europei per il consumo di droga fra studenti di 15-16 anni, conclusione che però mal s'accorda con la
percentuale di persone con meno di 25 anni trattate presso i Ser.D (ex Ser.T), che è in Italia
complessivamente di 19,5%. I decessi per abuso di sostanze stupefacenti sono stati stimati nel 1999
attorno all'1,5% per i ragazzi e al 5,8% per le ragazze dai 15 ai 19 anni sul totale di 890 persone di
tutte le età.
Per ciò che concerne l’Austria il consumo illegale di droga tra soggetti minorenni
17
non ha
costituito tradizionalmente oggetto di rilevazioni statistiche, ma sporadiche analisi su specifici temi si
rintracciano a partire dagli anni ’70. Dall’ultimo “Rapporto sulla gioventù” stilato nel 1994, sono state
effettuate almeno 8 rilevazioni, ma ad eccezione di uno studio (Springer/Uhl/Widensky 1994
18
) si tratta
di rilevazioni su base regionale (1995: Vienna e Linz meridionale; 1995/96: Vienna, Carinzia e Stiria;
1996: Alta Austria; 1997: Bassa Austria) che si distinguono radicalmente per metodo, campionatura,
domande poste e qualità dei dati, così che una comparazione appare difficile e di dubbia validità
scientifica. L’unica rilevazione su base nazionale ha dato i seguenti risultati: 1993/94 su un campione
di 3170 studenti fra i 12 e 18 anni evidenziano il seguente consumo di sostanze stupefacenti:
Relazione annuale al Parlamento sullo stato delle tossicodipendenze in Italia. Anno 1999.
17
Cfr. 3. Bericht zur Lage der Jugend in Österreich – Themenauszug: Ausmass und Entwicklung jugendlichen
Drogenkonsums unter besonderer Berücksichtigung von Ecstasy, Österreichisches Institut für Jugendforschung,
Wien, 1999, pagg. 5-10.
18
A. Springer, A. Uhl, K. Widensky, Schüler und Drogen in Österreich: Wissen, Erfahrungen, Einstellungen in
Wiener Zeitschrift für Suchtforschung 1/2, 1996, pagg. 3-21.
15
Sostanza Provata almeno una volta Consumo più continuativo
Cannabis 8,7% 4,9%
LSD 0,7% 0,3%
Cocaina 0,8% 0,4%
Oppio 0,6% 0,2%
Eroina 0,4% 0,2%
Crack 0,7% 0,3%
Tra i giovani si è notato un aumento del consumo di ecstasy e cannabis e una diminuzione di
quello di oppiacei
19
. L’aumento delle vittime della droga è da imputare all’aumento di overdosi di oppio
con esito mortale e un numero crescente di morti per AIDS riconducibili direttamente all’uso di
droga
20
.
I valori che si riferiscono all’esperienza mai più ripetuta nel tempo delle droghe è molto
disomogenea nei diversi studi e varia dal 21,3% al 7,7%, segnando una differenza minima rispetto alle
rilevazioni degli anni ’80 e primi anni ’90, quando la considerazione fondamentale era “circa 1/6 - 1/5
dei giovani austriaci hanno provato almeno una volta nella vita”
21
. Per l’uso singolo è anche da
segnalare l’ecstasy, che varia dal 2 e 4,3%, quindi in relazione alla cannabis poco diffusa tra i giovani,
ma una delle più “sperimentate”: nello studio effettuato in Stiria, coloro che hanno provato l’ecstasy
una volta sola sono stati il 61,6%, mentre il 38,5% ha continuato a consumarla.
La soglia stabilita dalla legge per l'imputabilità ai minori, è fissata in Italia come in Austria a 14
anni.
19
Secondo l’IFES, Suchtmittelstudie, 1997.
20
S. Haas, Bericht zur Drogensituation, Wien, Reitox Focal Point Österreich, 1996.
21
Eisenbach-Stangel in Die neue Nüchternheit. Epidemologie legalen und illegalen Drogengebrauchs von
Kindern, Jugendlichen und jungen Erwachsenen in Österreich in H. Janig, B. Rathmayr (Hrsg.): Wartezeit.
Studien zu den Lebensverhaeltnissen Jugendlicher in Österreich, Innsbruck, 1994.