4
4.Una piccola area a sud-est di Kabul Ł in mano a
Gulbuddin Hikmetyar
5
.
5.Nell Afghanistan centrale, le province di Bamiyan e
parte di quelle di Ghor, Urozgan e Ghazni sono
controllate dagli hazara, il gruppo sciita piø
numeroso del paese.
6.Il comandante usbeco, Abdul Rashid Dostum
6
, governa
sei province nel Nord: Faryab, Jozjan, Balkh,
Samangan e parte di Kunduz.
7.Nell Afghanistan meridionale e nella provincia di
Kandahar dominano svariati piccoli signori della
guerra. La citt di Kandahar Ł in mano al mullah
Naquib.
Questa situazione di estrema frammentazione lungo linee
etnolinguistiche, tribali, settarie e di fedelt
personali Ł un lascito delle forti rivalit tra i leader
dei sette principali gruppi sunniti di mujahiddin e degli
svariati gruppi della minoranza sciita
7
, le quali durante
il lungo decennio del jihad contro i sovietici
8
erano
state coperte dalla comune identit islamica. Queste
fratture sono rimaste anche dopo il ritiro dell Armata
Rossa: infatti, se il governo filo-sovietico di Syed
Mohammad Najibullah
9
controllava, tra il 1989 e il 1992,
i centri principali (Kabul, Mazar-e Sharif, Kandahar,
Herat, Jalalabad) e qualche piccola cittadina, i
mujahiddin erano presenti nelle aree rurali e da li
attaccavano le posizioni governative. Il governo di
5
Ibidem
6
Ibidem
7
Cfr. Appendice 2
8
Dicembre 1979-Febbraio 1989
9
Cfr. Appendice 1
5
Najibullah avrebbe resistito a questi attacchi per tre
anni (fino all aprile 1992), in gran parte grazie alle
risorse fornite dall Unione Sovietica (che garantivano
alla popolazione urbana un discreto livello di vita) e ai
servizi dei Jowzjan
10
del generale Rashid Dostum che gli
permettevano di comprare il sostegno nelle aree rurali
del nord dell Afghanistan; il governo, per , beneficiava
anche della crescente frammentazione tra i ranghi dei
mujahiddin che rendeva le aree rurali piø pericolose che
durante gli anni dell occupazione sovietica: i mujahiddin
si abbandonavano al banditismo e a guerre fratricide che
opponevano musulmani contro musulmani, in netto contrasto
con lo spirito del jihad.
L Afghanistan sarebbe riuscito a sbarazzarsi del regime
comunista di Najibullah nell aprile del 1992, grazie alla
concomitanza di tre fattori: venne a mancare il supporto
sovietico per il disimpegno dell URSS dall area
(conseguente agli accordi con gli Stati Uniti della fine
del 1991) e per il successivo collasso dell URSS stessa;
contemporaneamente, l abilit di Najibullah nello
sfruttare il ritiro sovietico presentando se stesso come
un nazionalista moderato e nell abbandonare i temi del
partito e della rivoluzione a favore dei tradizionali
pattern afgani del potere
11
, lo port ad esasperare le
divisioni etniche tra pashtun e farsiwan
12
: Najibullah, un
pashtun, cerc di ridurre il potere dei non-pashtun e
interruppe i pagamenti alla potente milizia usbeca di
10
Il feroce corpo di miliziani usbechi, la più ruvida fra tutte le nazionalità dell’Asia Centrale, che prende il nome dalla
provincia d’origine.
11
Assenza di uno stato centrale forte, cooptazione dei capi locali tradizionali in unità informali a maglia larga a livello
nazionale e conservazione a livello locale del potere effettivo.
12
Minoranza sciita di lingua dari. Sono concentrati nella provincia di Nimruz, vicino al confine iraniano.
6
Dostum, che quindi disert . All annuncio di Najibullah
della sua disponibilit a lasciare il potere (18 Marzo
1992),in base al piano di pace delle Nazioni Unite
13
,
preparato da Benon Sevan
14
, vari comandanti mujahiddin,
quali il tagico Ahmad Shah Masud
15
e Dostum, rifiutarono
quello che ai loro occhi risultava un piano per svendere
il paese ai pashtun e ai clienti del Pakistan
(segnatamente Hikmetyar) e per emarginare i comandanti
sul campo. Quindi, Masud form l Alleanza del Nord
insieme al leader hazara Abdul Ali Mazari
16
, al generale
usbeco Dostum e al leader degli ismailiti Jaffer Naderi
allo scopo di rovesciare il regime filo-comunista e
impedire l applicazione del piano di pace. Alla nuova
alleanza si aggregarono presto alcuni membri importanti
dello stesso governo, in particolare elementi anti-
pashtun della fazione di governo Parcham del PDPA. Questa
coalizione si sarebbe, per , sgretolata rapidamente. Gli
eventi precipitarono: Masud e Dostum fecero il loro
ingresso in armi ma pacifico a Kabul il 25 aprile, mentre
Najibullah si rifugiava nell edificio delle Nazioni
Unite, dove sarebbe rimasto fino alla morte, nel
settembre 1996. Il loro controllo della citt non era
per completo poichØ non riuscirono a impedire ad altri
gruppi di mujahiddin, in particolare ai loro principali
rivali, Hisb-e Islami e Hisb-e Wahdat
17
, di insediarsi nei
sobborghi meridionali e occidentali di Kabul.
13
Il piano prevedeva il trasferimento del potere ad un’amministrazione ad interim composta da tecnocrati e la
convocazione, sotto gli auspici dell’ONU, di una riunione di personalità afgane di rilievo per eleggere il governo ad
interim. Le organizzazioni delle resistenza con base a Peshawar giocarono un ruolo importante in questo piano.
14
Cfr. Appendice 1
15
Ibidem
16
Ibidem
17
Cfr. Appendice 2
7
La presa della capitale da parte dei mujahiddin fu
accolta positivamente da molti afgani, che si aspettavano
da ci il ripristino della pace e dell ordine in un paese
devastato. Infatti, nell immediato si registr un ritorno
su larga scala dei profughi dal Pakistan e, in misura
minore, dall Iran: nell arco di sei mesi, tra l estate e
l autunno del 1992, il tasso di rimpatrio dal Pakistan
raggiunse la quota di 1,2 milioni di rifugiati
18
. Queste
speranze sarebbero per andate deluse: la vittoria dei
mujahiddin si trasform presto in una ripetizione dello
stato di guerra degli ultimi tredici anni. Del resto, la
resistenza non aveva le credenziali per invocare un
qualunque processo legale di cambiamento politico al fine
di creare un governo islamico largamente rappresentativo.
Infatti nessuno dei sette partiti di Peshawar
19
e nessuno
dei gruppi sciiti con base in Iran aveva sviluppato un
profilo o un seguito su scala nazionale. Al contrario, la
maggior parte dei gruppi di combattenti funzionava come
milizie operanti in localit specifiche, da cui
generalmente provenivano i leader, e godeva di un
supporto che si forgiava su parametri di identificazione
tribale o etnica. Spesso, inoltre, i leader esercitavano
un controllo solo nominale dei loro comandanti sul campo.
Per cercare di legittimare il nuovo regime a Kabul e per
cercare di raggiungere un accordo fra tutti i leader
mujahiddin sulla condivisione del potere, al fine di
porre le basi per un governo nazionale legittimo, vennero
18
Peter Marsden, The Taliban: war, religion and the new order in Afghanistan, London, Zed Books Ltd, 1998, p. 37
19
Città pachistana vicina al confine orientale con l’Afghanistan dove hanno sede i partiti sunniti della resistenza afgana.
8
promossi dal Primo ministro pachistano, Nawaz Sharif
20
,
una serie di incontri tra i membri dei sette partiti
componenti l Afghan Interim Government (AIG)
21
.Il
risultato di questi incontri, che Hikmetyar non firm , fu
l Accordo di Peshawar del 24 aprile 1992, il quale si
pose l obiettivo di fornire il framework per un governo
ad interim in due fasi: durante i primi due mesi il
governo provvisorio sarebbe stato retto dal leader di un
piccolo partito pashtun, Sebghatullah Mojadiddi
22
; questi
sarebbe poi stato sostituito, per quattro mesi, da
Rabbani, leader del Jamiat-i Islami
23
, il cui controllo
della capitale attraverso Masud gli forniva un maggior
peso politico. A questa prima fase sarebbe seguita la
convocazione di un Consiglio per la risoluzione e il
patto (Shura-i ahl al-hal valaqd), il quale aveva il
compito di formare un governo transitorio della durata di
diciotto mesi, che sarebbe stato seguito a sua volta da
elezioni. Questo programma, la cui chiave di volta era il
necessario accordo fra tutti i partecipanti venne, per ,
travolto dalle ambizioni di Hikmetyar, che rifiut la
sottomissione della carica di Primo ministro (carica
riservata al suo partito) all autorit del presidente e
che pretendeva di assoggettare il ministero della Difesa
(che venne affidato a Masud) agli ordini del Primo
20
Cfr. Appendice 1
21
L’AIG è stato fondato nel 1989 su iniziativa degli Stati Uniti attraverso l’USAID (Agenzia Americana per lo
Sviluppo Internazionale). L’intenzione americana era quella di incoraggiare i mujahiddin a stabilire un’entità politica
unitaria, che potesse presentarsi come un’alternativa al regime filo-sovietico di Kabul più credibile dell’accapigliata
coalizione di fazioni mujahiddin di Peshawar. Quest’ultima fu trasformata in una burocrazia inefficiente e corrotta, a
dominanza pushtun. Su questo branco di leader politici lontani dalla realtà dell’Afghanistan, che avevano passato gli
anni della guerra nel comodo esilio di Peshawar, le Nazioni Unite contavano per installare a Kabul un governo che
sostituisse Najibullah.
22
Cfr. Appendice 1
23
Cfr. Appendice 2
9
ministro. L ostruzionismo di Hikmetyar, manipolato dal
Pakistan, rese totalmente inefficace l Accordo di
Peshawar, che non riusc a soddisfare gli obiettivi che
si era posto (disarmo delle milizie; creazione di un
unico esercito sotto il controllo del governo centrale;
eliminazione degli ex comunisti da cariche ufficiali;
cooperazione tra i membri principali delle tanzeemat
24
;
elezione di un nuovo presidente). Inoltre, Rabbani, che
avrebbe dovuto lasciare la presidenza il 28 ottobre 1992
ad un altro governo transitorio, nel dicembre 1992, in
qualit di presidente di una assemblea nazionale
selezionata, si auto-prolung il mandato di altri due
anni.
Hikmetyar, infuriato per la mancata soddisfazione delle
sue richieste sulla spartizione del potere e intenzionato
a indebolire la predominanza del Jamiat nella coalizione
governativa (che includeva Dostum ed un ex stretto
alleato pashtun di Hikmetyar, Sayyaf
25
), ricorse alle
armi: ad inizio agosto del 1994 rovesci su Kabul
un enorme quantit di razzi che provocarono piø di mille
morti fra i civili. Inoltre, lavor per disgregare
l alleanza tra Masud e Dostum, alleanza che
effettivamente si sarebbe deteriorata durante l anno
successivo, anche perchØ, nonostante il ruolo
fondamentale di Dostum nella caduta di Najibullah, il
generale usbeco e le sue proposte per un governo federale
che riservasse un ampio grado di autonomia alle regioni
rimasero emarginati.
24
Partiti politici
25
Cfr. Appendice 1
10
PoichØ i bombardamenti di Hikmetyar su Kabul continuarono
per tutto l inverno 1992-1993, si rese necessario
rinegoziare l accordo per la condivisione del potere: i
nuovi termini, firmati nel marzo 1993 a Islamabad
26
videro
Rabbani rimanere alla presidenza e Hikmetyar divenire
Primo ministro. Tuttavia, Hikmetyar prefer non entrare a
Kabul, mentre la sua forte ostilit verso Masud
27
rese
difficile assicurare un accomodamento per la ripartizione
del potere fra tutte le maggiori fazioni
dell Afghanistan. Nel gennaio 1994, insieme ai suoi nuovi
alleati, Dostum e Mojadiddi, Hikmetyar, dal suo quartier
generale di Charasyab, a sud di Kabul, lanci il piø
feroce attacco missilistico mai sperimentato dalla
capitale, attacco che la trasform in una nuova Beirut. I
continui bombardamenti indiscriminati di Hikmetyar per
tutto il 1994 provocarono la distruzione di met della
citt , l uccisione di circa 25.000 dei suoi abitanti e
portarono il numero dei fuggiaschi a 300.000
28
.
Numerosi tentativi di giungere ad un accordo di pace,
promossi dalle Nazioni Unite, dall Organizzazione della
Conferenza Islamica (OIC) e da vari leader mujahiddin non
produssero alcun risultato, mentre si sarebbe rivelata di
grande successo la strategia armata di Hikmetyar mirante
a: impedire a Rabbani e Masud di consolidare il potere,
di creare un amministrazione credibile e di espandere il
loro controllo sul territorio; rendere Kabul una citt
26
Capitale del Pakistan.
27
Le tensioni tra i due hanno radici lontane nel tempo (risalgono ai tempi del jihad), e sono molto profonde: Masud
accusava Hikmetyar di essere uno strumento al servizio degli interessi strategici del Pakistan e vedeva qualunque
accordo con lui come un’apertura alla colonizzazione pachistana; Hikmetyar voleva il massimo potere in Afghanistan e
considerava Masud come il principale ostacolo alla sua ambizione.
28
Amin Saikal, “The Rabbani government,1992-1996” in William Maley (ed.), Fundamentalism reborn? Afghanistan
and the Taliban, London, Hurst & Company, 1998, p. 33
11
non sicura agli occhi della comunit internazionale in
modo da dissuadere quest ultima dal fornire l aiuto
necessario alla ricostruzione del dopo-guerra;
assicurarsi che il governo fosse incapace di guadagnarsi
il sostegno effettivo della popolazione. Tuttavia,
nonostante la carneficina, Hikmetyar non fu in grado di
assumere il controllo di Kabul e questo fu il motivo
ultimo che lo trasform agli occhi del suo protettore di
sempre (il Pakistan) in un peso di cui occorreva
liberarsi.
Quindi, il cosiddetto governo mujahiddin dello Stato
Islamico dell Afghanistan fall nel compito primario di
riportare il paese alla governabilit per motivi sia
endogeni che esogeni. A livello interno, affront un
problema di legittimit politica. L Accordo di Peshawar
risult essere nient altro che un amalgama dei sette
partiti politici che avevano formato in precedenza
l Afghan Interim Government, amalgama basato su un metodo
elitario di legittimazione del potere, in linea, del
resto, con la storia politica afgana, in cui ordine
politico e di governo sono sempre dipesi da una miscela
di politiche clientelari e personalizzate e da alleanze
elitarie e opportuniste, sono sempre stati legittimati da
meccanismi tradizionali di costruzione del consenso,
quali la Loya Jirga, e sono stati spesso minacciati
dall uso della forza per ottenere il cambiamento di
regime. Inoltre, delle sette organizzazioni con base a
Peshawar le tre piø potenti traevano origine dal
movimento islamista emerso nell Universit di Kabul nei
tardi anni 50. Questo movimento aveva, perci , le sue
12
radici in un piccolo gruppo radicale presente nei circoli
elitari dell ambiente universitario e, attraverso
l Accordo di Peshawar, semplicemente sostitu il governo
minoritario del PDPA
29
con un altro governo minoritario.
Ci imped ai governanti di Kabul di crearsi una base di
potere piø ampia nella societ civile, eccetto forse per
il nord-est, dove il Jamiat deteneva un saldo controllo.
Le speranze di Rabbani di crearsi un supporto radicato al
di fuori di queste poche province affiliate
etnolinguisticamente non si sarebbero mai concretizzate
e, anzi, le sue origini tagiche resero ci virtualmente
impossibile, soprattutto nella fascia meridionale
pashtun. A ci si aggiunse l inadeguatezza a governare
del partito di Rabbani, il Jamiat: avendo funzionato
durante l occupazione sovietica come un organizzazione di
supporto ai combattenti, mancava di esperienza politica e
soffriva per incomprensioni, divisioni ed incapacit di
coordinamento fra l ala politica e quella militare.
Infine, la costante lotta per il potere che caratterizz
il governo Rabbani e che caus molte sofferenze alla
popolazione, soprattutto di Kabul, sul lungo periodo gli
alien quel supporto di massa di cui aveva bisogno.
Sul lato delle cause esogene della debolezza del governo,
cruciale risult essere l opposizione del Pakistan a
Rabbani e Masud. PoichØ il governo Rabbani non era
disposto a subordinare le proprie politiche agli
interessi regionali del Pakistan, quest ultimo attiv un
29
Partito Popolar-democratico dell’Afghanistan. Fondato nel gennaio 1965, di orientamento comunista, ricomprendeva
due fazioni: Khalq (il Popolo), guidata da Nur Mohammad Taraki, diffusa principalmente nell’esercito e di estrazione
strettamente pashtun; Parcham (la Bandiera), guidata da Babrak Karmal, attiva nelle sfere elevate dell’amministrazione
e influente fra l’élite persiana di Kabul. Rovesciò il regime di Mohammed Daoud Khan con un colpo di stato il 17 aprile
1978 ( Saur Revolution). Nel luglio 1990 cambiò nome in Hisb-i Watan (Partito della Patria).
13
intervento in Afghanistan per mezzo di Hikmetyar,
privando Rabbani della possibilit di consolidare il
proprio potere.
Mentre gli eventi seguivano il loro corso a Kabul, il
resto del paese funzionava come un insieme di feudi
indipendenti, ciascuno in condizioni molto differenti.
Ismael Khan, leader della resistenza del partito Jamiat,
prese il controllo di Herat subito dopo il collasso del
regime di Najibullah. La citt , culla della storia e
della civilt dell Afghanistan, abitata da una colta
popolazione di lingua persiana aveva sofferto immensi
sacrifici durante la guerra contro i sovietici e
pesantissimi bombardamenti che l avevano ridotta a poco
piø che un cumulo di macerie. Nonostante la devastazione
che lo circondava, Ismael Khan riusc a garantire la
stabilit per tre anni: disarm la popolazione e
organizz un efficiente amministrazione con strutture
sanitarie e scuole ben funzionanti (nel 1993
frequentavano la scuola ad Herat 45.000 bambini, di cui
la met erano bambine, e 75.000 studenti nelle tre
province sotto il controllo di Ismael Khan
30
).
Nel nord Mazar, la citt piø aperta e liberale del paese,
che riusciva a far convivere una complessa miscela di
gruppi etnici e religiosi, era la roccaforte di Dostum,
che controllava sei province, con una popolazione ridotta
(in quanto il grosso Ł concentrato nell Afghanistan
meridionale) ma nelle quali si concentrano il 60% delle
risorse agricole e l 80% delle ricchezze minerarie,
industriali e petrolifere. A Mazar, che negli ultimi
30
Ahmed Rashid, Talebani: Islam, petrolio e il Grande scontro in Asia Centrale, Milano, Feltrinelli 2001, p. 58
14
tredici anni di guerra non aveva conosciuto devastanti
bombardamenti e combattimenti di strada, il comandante
usbeco era riuscito ad impiantare un amministrazione
efficiente con un sistema sanitario e scolastico di buon
livello. Qui era attiva l unica universit del paese,
frequentata da circa 1800 ragazze
31
e la citt era un
rifugio sicuro per le migliaia di profughi che fuggivano
dai bombardamenti di Kabul. Dostum aveva anche varato una
linea area (Balkh) che trasportava merce di contrabbando
da Dubai: infatti Mazar era la chiave di raccolta del
fiorente contrabbando tra il Pakistan, l Iran e l Asia
Centrale (distante poco piø di un centinaio di
chilometri), che garantiva costanti entrate tramite
l imposizione di pedaggi.
Gli Ismailiti
32
, che controllavano in alleanza con Dostum
Pul-i Khumri e la strada principale a nord del Salang
Pass, raggiunsero un accordo con i mujahiddin locali,
riuscendo cos a mantenere pacifica l area.
Il nord-est tagico, nell aspra area montuosa del Pamir,
continuava un esistenza ragionevolmente stabile sotto il
controllo del Jamiat.
Le province orientali erano riunite sotto il governo
comune di un consiglio (shura), con sede a Jalalabad,
guidato da Haji Abdul Qadeer
33
. L ordine era molto fragile
e le tensioni fra i vari membri della shura erano
palpabili.
31
Ibidem, p. 79
32
Sono una delle due minoranze sciite dell’Afghanistan (l’altra sono gli hazara). Sono concentrati nell’Afghanistan
nord-orientale.
33
Cfr. Appendice 1
15
Anche la citt di frontiera di Khost era coesa attorno ad
una leadership collettiva di mujahiddin, mentre invece
Ghazni, a sud-ovest di Khost, aveva trovato il proprio
leader in Qari Babar.
Gardez, al contrario, non era riuscita a ricreare anche
solo una parvenza di ordine.
La regione centrale dell Afghanistan, chiamata Hazarajat
perchØ abitata dagli hazara, il gruppo di musulmani
sciiti piø numeroso dell Afghanistan (stimati in tre o
quattro milioni
34
) era controllata dal partito Hisb-e
Wahdat. La citt principale di quest area povera (solo il
10% del territorio Ł coltivabile) e montuosa, Ł Bamiyan,
antico centro del buddismo. Il Comitato centrale del
partito hazara, che contava una discreta presenza
femminile, si occupava, insieme all ONU, dei
provvedimenti per garantire una minima base di
istruzione, sanit e pianificazione familiare.
La cintura meridionale pashtun e la provincia di Kandahar
vivevano, invece, una situazione di quasi anarchia: la
struttura e l economia tribali erano al collasso, mancava
un autorit pashtun unificatrice, gli svariati signori
della guerra locali tiranneggiavano, si combattevano per
il controllo delle strade e avevano ridotto Kandahar ad
un mucchio di macerie. I comandanti mujahiddin
controllavano anche le vie di comunicazione, imponendo
numerosi e pesanti pedaggi, saccheggiano case e bazar e
abusavano della popolazione. La situazione era
estremamente degradata.
34
Ahmed Rashid, op. cit. p. 92
16
Alla fine del 1999 circa il 90% del territorio
dell Afghanistan era riunito sotto una nuova forza: i
Talebani. Chi sono? Come sono riusciti, in cinque anni,
a vincere le altre forze che si contendevano il Paese?
Quali fattori li hanno facilitati nell opera di
conquista? Chi li ha organizzati in un movimento? Quali
sono le loro radici sociali e religiose? Quale filosofia
politica e sociale vogliono implementare?