IV
dell’impresa, che nel corso del presente lavoro verranno soventemente
chiamati stakeholder, negli ultimi anni sono diventati consapevoli di essere
di importanza vitale per l’impresa, verso la quale non ricoprono più il ruolo
passivo di un tempo, bensì devono svolgere una funzione di stimolo a
migliorare i prodotti e i servizi offerti, oltre che ad esercitare il diritto di
essere informati al meglio sulle attività che l’impresa svolge per migliorare
la qualità della vita.
E per questo motivo che a partire dagli anni’90 si assiste ad un sensibile
incremento nell’utilizzo di un nuovo sistema di rendicontazione, da
affiancare al bilancio economico tradizionale: il bilancio sociale. Il bilancio
sociale diventa quindi lo strumento di cui l’impresa dispone per
comunicare il valore da essa creato, e costituisce l’oggetto principale di
questo elaborato.
Con il presente lavoro si cerca di far luce, sul bilancio sociale, un
argomento ancora forse poco conosciuto, nel suo reale significato, dalla
maggior parte delle persone, ma che sicuramente nei prossimi anni
acquisirà ulteriore credito. La scelta del tema non è stata casuale: ero alla
ricerca di un argomento ancora giovane, sul quale potermi confrontare e
soprattutto arricchirmi dal punto di vista professionale, che potesse
costituire in previsione del futuro inserimento nel mondo del lavoro un
motivo di interesse da parte dei miei possibili interlocutori. Svolgendo il
servizio civile presso Sodalitas1 ho avuto modo di conoscere le tematiche
inerenti alla responsabilità sociale d’impresa e al bilancio sociale; da quel
1
Associazione per lo Sviluppo dell’Imprenditorialità nel Sociale nata nel 1995 per iniziativa di
Assolombarda. Oggi l'Associazione conta 35 imprese operanti su tutto il territorio nazionale nel mondo
dell'industria, dei servizi, del credito e della finanza e dispone di un team di circa 100 consulenti
V
momento ho cominciato a raccogliere numerosa documentazione, che in
seguito si è rivelata essere fondamentale per lo svolgimento del presente
lavoro.
Il materiale raccolto, oltre che da libri e dispense italiani, è composto in
gran parte da testi stranieri; il che ha reso possibile un’analisi più obiettiva
e completa delle tematiche affrontate. Può suonare retorico, ma grazie ad
Internet ho avuto modo di consultare documenti e atti della Commissione
Europea che difficilmente sarebbero stati accessibili sotto forma cartacea.
La stesura di questo documento è stata molto stimolante, anche se non
priva di difficoltà. La quantità impressionante di modelli, teorie e
applicazioni pratiche in materia di bilancio sociale è stata a volte
fuorviante. La terminologia di stampo economico utilizzata nei testi
stranieri ha reso – almeno inizialmente – difficoltosa l’opera di
comprensione e di selezione del materiale. In ultima analisi, da segnalare la
difficoltà nel far proprio un argomento di cui inizialmente si conosce ben
poco: si è trattato di un processo faticoso, ma che col tempo, man mano che
il lavoro prendeva forma, è diventato molto stimolante.
Nel corso del presente lavoro si analizzano, in primo luogo, le premesse
che stanno alla base della nascita del bilancio sociale: lo sviluppo della
responsabilità sociale nelle imprese e l’incremento delle attese che gli
stakeholder ripongono nel mondo imprenditoriale, soprattutto in materia di
ambiente, qualità della vita e condizioni di lavoro (capitolo I).
In secondo luogo viene introdotto il bilancio sociale, cercando di fare
chiarezza su cos’è il bilancio sociale, su quali sono le sue principali
volontari, provenienti da qualificate attività professionali e manageriali. Per approfondimenti cfr.
www.sodalitas.it .
VI
funzioni e sulle motivazioni che possono spingere un’impresa ad affiancare
questo strumento al tradizionale bilancio economico d’esercizio. L’ultima
parte del capitolo II si focalizza sull’evoluzione del bilancio sociale in
Italia: dai primi esempi di rendicontazione sociale fino ad arrivare agli
Oscar di Bilancio, prestigioso premio promosso dalla Ferpi che riconosce
annualmente le imprese che hanno redatto i migliori bilanci.
Nel capitolo III viene seguita la complessa evoluzione, a livello
internazionale, dello sviluppo del bilancio sociale. Vengono prese in esame
quattro nazioni2 – Francia, Germania, Inghilterra e Stati Uniti – ognuna
caratterizzata da un diverso approccio alla rendicontazione sociale, ma tutte
ugualmente importanti per lo sviluppo e l’affermazione del bilancio sociale
a livello mondiale.
Come si avrà modo di osservare nel corso di questo lavoro, non esistono
rigide regole che vincolano la stesura di un bilancio sociale. Esistono però
numerosi modelli o linee guida, concepiti da studiosi ed esperti in materia
per guidare il percorso che le imprese compiono nella rendicontazione
sociale. I principali modelli e strumenti di rendicontazione sociale sono
illustrati nel corso del capitolo IV.
Nonostante gli sforzi compiuti da molte imprese, sia in termini economici
che di risorse destinate, bisogna affermare che non tutti i bilanci sociali
vengono giudicati completi e ben fatti. Nel capitolo V vengono presi in
esame due esempi di rendicontazione sociale: il Bilancio Sociale
Ambientale del Gruppo UniCredito Italiano e il Social Report redatto da
Shell.
2
La scelta di queste quattro nazioni è legata alla presenza, nei Paesi in esame, del maggior numero di
ideologie, modelli, esperimenti legati alla nascita e allo sviluppo del bilancio sociale nel mondo.
VII
In ultima analisi, poiché il bilancio sociale è uno strumento in continua
evoluzione, verranno analizzate le tendenze e prospettive future in materia,
grazie al prezioso contributo del Dott. Ruggero Bodo3, a cui vanno i miei
più sentiti ringraziamenti.
3
Membro del GBS – Gruppo Bilancio Sociale Italiano e consigliere di Sodalitas.
1
CAPITOLO I
LA RESPONSABILITA’ SOCIALE D’IMPRESA
Tra le tematiche riguardanti il rapporto tra impresa e società, la
responsabilità sociale d’impresa ha cominciato ad assumere grande valore a
partire dalla fine degli anni’80 e risulta essere, attualmente, di notevole
importanza per comprendere le motivazioni che spingono un’impresa a
redigere un bilancio sociale.
La responsabilità sociale non rappresenta solamente un’opinione, una
tendenza adottata da alcune imprese particolarmente sensibili alle
problematiche che emergono nel contesto in cui esse operano. Al contrario,
la responsabilità sociale d’impresa rientra in un discorso assai più
complesso, che si intreccia con numerosi elementi quali, ad esempio,
l’etica, la sostenibilità, gli stakeholder, la comunicazione. Nel corso del
presente capitolo si cercherà quindi di dare una definizione di
responsabilità sociale d’impresa e di comprendere le motivazioni che
spingono un’impresa ad essere “socialmente responsabile”.
2
1.1 Oggetto della responsabilità sociale d’impresa
I primi tentativi di identificazione della responsabilità sociale d’impresa
risalgono alla prima guerra mondiale, ma è solamente a partire dagli
anni’50 negli Stati Uniti che inizia a diffondersi un vero e proprio dibattito
sull’argomento, dibattito che verrà ripreso negli anni successivi in tutta
l’Europa occidentale1.
Una prima definizione del termine è stata proposta da Bowen, nel 1953, e
ancora oggi può essere considerata in parte valida:
“la responsabilità sociale è il dovere degli uomini d’affari di perseguire
quelle politiche, di prendere quelle decisioni, di seguire quelle linee
d’azione che sono desiderabili in funzione degli obiettivi e dei valori
riconosciuti dalla società”2.
A partire dagli anni’70 il tema della responsabilità sociale inizia ad essere
proposto in alcuni documenti internazionali: in particolare, in un
documento3 delle Nazioni Unite del 1977, si trova la seguente
dichiarazione:
“l’impresa deve rendere conto delle sue attività a tutta la società, in
particolare per l’uso fatto delle risorse umane e di quelle naturali e per le
conseguenze delle sue attività sull’ambiente”.
L’Italia4, per diversi motivi, è in netto ritardo nella percezione della
problematica. La grande crisi degli anni ’70 si è tradotta in una grave
situazione di incertezza economica e politica che ha coinvolto le aziende
1
Cfr. F.Vermiglio, Il bilancio sociale nel quadro evolutivo del sistema d’impresa , Grafo Editore,
Messina, 1984, pg. 75
2
Cfr. H.Bowen, Social Responsibility of the Businessman, Harper, New York, 1953
3
Cfr. Documento Nazioni Unite, International standards of accounting and reporting for transnational
corporation, New York, 1977
3
italiane. Tali aziende, riuscendo a malapena a ottenere la quadratura del
bilancio economico, non avevano i mezzi necessari per condurre riflessioni
e studi rivolti all’innovazione dei sis temi di gestione.
Verso la fine degli anni’70, negli Stati Uniti, il dibattito era concentrato sul
seguente interrogativo: la responsabilità sociale è una moda passeggera
oppure l’inizio di un fondamentale cambiamento di direzione aziendale?5.
Alcuni grandi economisti hanno cercato di opporsi a questa nuova visione
e, a riguardo, le parole dell’economista Milton Friedman sono molto
chiare:
“Ci sono poche cose così pericolose per le fondamenta della nostra libera
società quanto l’accettare, da parte dei dirigenti aziendali, il concetto di
responsabilità sociale, piuttosto che il servire nel miglior modo possibile
gli interessi degli azionisti della loro impresa”6.
Sulla scia delle parole di Friedman altri studiosi hanno mosso critiche
sull’importanza della responsabilità sociale7:
• l’obiettivo dell’impresa è economico e non sociale: secondo la dottrina
economica classica un’impresa può definirsi socialmente responsabile
quando si occupa solamente dei propri interessi economici, lasciando le
rimanenti attività ad istituti ed ordinamenti non economici;
• gli elevati costi dei programmi d’intervento sui problemi sociali non le
consentono di inserirsi nei sistemi di gestione aziendale;
4
Per approfondimenti cfr. TRABUCCHI R., “Responsabilità sociale dell’impresa e bilancio sociale”, in
L’impresa n. 9/10, Milano, 1975.
5
Cfr. SALVEMINI S., “A che punto siamo col bilancio sociale?”, in Sviluppo & Organizzazione n.47,
Milano, 1978, pag. 8.
6
Cfr. FRIEDMAN M., Capitalism and Freedom, Chicago University Press, 1962, pag. 133.
Sul dibattito tra le diverse correnti ideologiche in merito ai vantaggi e gli svantaggi della responsabilità
sociale d’impresa e riguardo al dibattito sul ruolo dell’etica nel governo dell’impresa cfr. GIARETTA E.,
Business ethics e scelte di prodotto, CEDAM, Padova, 2000, pag. 43 e seg.
7
Riguardo agli elementi opposti all’assunzione di responsabilità sociale dell’impresa cfr. SALVEMINI
S., A che punto siamo col bilancio sociale?, in Sviluppo & Organizzazione n.47, Milano, 1978, pag. 9-11
4
• la responsabilità sociale aumenterebbe la già elevata concentrazione di
potere dell’impresa, che già esercita un’elevata influenza nella società in
campo politico, nell’educazione, nel mercato, ecc.;
• gli operatori dell’impresa non hanno competenza per risolvere
problematiche relative alla società.
Nonostante le critiche segnalate, sono altrettanti e più convincenti gli
argomenti a favore, i quali hanno portato all’effettiva assunzione della
responsabilità sociale come tematica importante da parte dell’impresa:
• la crisi dei valori che hanno caratterizzato l’industrialismo8: il progresso
tecnologico ed economico illimitato, la produttività, il consumismo; a
questi valori la responsabilità sociale ne contrappone altri come la
sicurezza, la salute, i legami sociali, la qualità della vita;
• motivazioni connesse all’ambiente: la questione ecologica e in
particolare l’inquinamento hanno attirato l’attenzione di tutta la
comunità, ora consapevole che l’ecologia è un tema prioritario su cui
investire;
• motivazioni ideologiche e culturali: l’atteggiamento dell’uomo è
diventato più scettico nei confronti del progresso economico e dei valori
cui esso è legato;
• le dimensioni raggiunte dall’impresa: “quando per una sola impresa
convergono interessi così consistenti e così diffusi, l’impresa stessa
assume un ruolo e una funzione che vanno al di là delle aspettative dei
singoli per estendersi sull’intera collettività”9;
8
cfr. TRABUCCHI R, “Responsabilità sociale dell’impresa e bilancio sociale”, in L’impresa n. 9/10,
Milano, 1975
9
Cfr. VERMIGLIO F., Il bilancio sociale nel quadro evolutivo del sistema d’impresa , Grafo Editore,
Messina, 1984, pg. 79
5
• l’affermarsi di fenomeni come il consumerismo10 che – una volta
raggiunta la consapevolezza del ruolo attivo dei consumatori nel
compiere scelte d’acquisto – hanno dato vita a veri e propri gruppi di
pressione in grado di influire sul sistema legislativo reclamando
l’emanazione di leggi che tutelassero in modo sempre più ampio la
salute e gli interessi economici dei consumatori.
Non si può mancare di precisare, tuttavia, che l’incidenza di queste
motivazioni varia (anche sensibilmente) da Paese a Paese, poiché i diversi
contesti in cui le imprese si trovano ad operare sono condizionati da
moltissimi fattori economici, politici e sociali. E’ comunque possibile
individuare tre linee standard di comportamento11 caratteristiche di
altrettante macro aree geografiche:
• Negli Stati Uniti le pressioni per una maggiore responsabilità delle
imprese nascono con il modello capitalista e le rivendicazioni sociali
hanno spinto le imprese a reagire sotto la minaccia di una sensibile
perdita d’immagine. La risposta alle esigenze sociali viene intesa come
un mezzo di strategia concorrenziale difensiva e offensiva.
• In Germania e in Gran Bretagna il contesto socialdemocratico costringe
le imprese ad adeguarsi alle pressioni sociali.
• In Francia e Italia non si riscontrano situazioni socio-politiche
paragonabili alle precedenti e l’assunzione di responsabilità sociali è per
lo più una scelta volontaria o di adeguamento compiuta da singole
imprese.
10
Cfr. VERMIGLIO F, Il bilancio sociale nel quadro evolutivo del sistema d’impresa , Grafo Editore,
Messina, 1984, pg. 89
11
Sulla tematica cfr. Rapporto Comitato Scientifico del Centro Enrico Pastore al Convegno
internazionale Il bilancio sociale dell’impresa , in L’Impresa , n°6, Milano, 1976, pag 443
6
Per arrivare ad una definizione attuale di responsabilità sociale d’impresa si
deve attendere il proclama del Consiglio Europeo di Lisbona del marzo
2000:
“Social responsibilities involve taking on responsibilities as an actor in
society and the community by engaging in activities that go beyond making
profit such as protecting the environment, looking after employees and
being ethical in trade”12.
Alle imprese transnazionali viene quindi chiesto di rendere conto
dell’impatto delle proprie scelte strategiche sulla comunità, specialmente
alla luce di eventi significativi come lo scarso rispetto delle norme di
sicurezza, i grandi disastri ecologici, l’impiego di lavoro minorile e le
campagne di pubblicità ingannevole. Tali ultime circostanze sembrano aver
portato, finalmente, ad un cambiamento nel modo di operare delle aziende,
con il riconoscimento della vitale importanza della “social
accountability”13.
12
La definizione è stata espressa nel corso dell’European Council tenutosi il 23/24 marzo 2000 a Lisbona.
Si tratta di un convegno sulla “costruzione” della responsabilità sociale ed ha come obiettivo prioritario di
fare dell’Europa il terzo polo competitivo e dinamico del mondo.
Cfr. Csr magazine European campaign 2005 for sustainable growth and Human-progress, rivista curata
da CSR Europe, una rete di imprese europee che operano per la diffusione della responsabilità sociale.
13
Per social accountability si intende il dovere di informazione dell’impresa, ovvero spiegare o
giustificare i fatti o le omissioni per i quali si è responsabili verso le persone che hanno un interesse
legittimo nell’impresa Per approfondimenti sulla tematica cfr. AccountAbility 1000: AA1000 framework ,
exposure draft, november 1999.
7
1.2 La responsabilità sociale d’impresa: un segnale per tutti
gli stakeholder
Un numero sempre crescente di imprese promuove strategie di
responsabilità sociale in risposta ad una serie di pressioni sociali,
ambientali ed economiche. Lo scopo principale è quello di inviare un
segnale a tutti gli stakeholder14 – ovvero lavoratori dipendenti, azionisti,
investitori, consumatori, poteri pubblici e ONG – con i quali le imprese
intrattengono rapporti. In questo modo le imprese investono nel loro
avvenire e sperano che l’impegno volontario possa contribuire all’aumento
della propria redditività.
In seguito alle numerose sfide poste da un ambiente in continua
trasformazione, le imprese sono sempre più consapevoli del fatto che la
responsabilità sociale possa rivestire un valore economico diretto. Anche se
la preoccupazione maggiore delle imprese è tendenzialmente quella di
generare profitti, tuttavia esse possono al tempo stesso contribuire alla
realizzazione di obiettivi sociali e alla tutela dell’ambiente, integrando la
responsabilità sociale (intesa come investimento strategico) sia nel quadro
della propria business strategy che nell’ambito dei propri strumenti di
gestione e controllo.
La responsabilità sociale d’impresa, così come la qualità, deve essere
quindi considerata come un investimento e non come un costo. Le imprese
14
Gli stakeholders vengono generalmente classificati in tre gruppi, in base alla loro vicinanza all’impresa:
• stakeholders secondari - rappresentano la comunità nel senso più ampio del termine, che va dagli enti
privati all’ambito internazionale, passando per i gruppi di pressione;
• stakeholders primari esterni - sono gruppi d’interesse che hanno a che fare direttamente con
l’impresa, ma dall’esterno;
• stakeholders primari interni - i soci, i lavoratori, i volontari per le imprese nonprofit, sono coloro che
detengono una posta (stake) all’interno della struttura aziendale.
8
possono dunque adottare un approccio che integri gli aspetti finanziari,
commerciali, sociali e ambientali, elaborando in tal modo una strategia di
lungo periodo in grado di minimizzare i rischi collegati alle incertezze. Le
imprese dovrebbero realizzare la propria responsabilità sociale
comprendendo l’intera catena di valore.
Generalmente, il concetto di responsabilità sociale è promosso in modo
visibile maggiormente dalle grandi imprese15, anche se prassi socialmente
responsabili si ritrovano in tutti i tipi di società, pubbliche e private,
comprese le PMI (Piccole e Medie Imprese)16.
Affermando la propria responsabilità sociale e assumendo autonomamente
impegni che vanno al di là delle esigenze regolamentari cui devono
comunque conformarsi, le imprese si sforzano di elevare le norme collegate
allo sviluppo sociale, alla tutela dell’ambiente e al rispetto dei diritti
fondamentali, adottando un sistema di governo aperto che sia in grado di
conciliare gli interessi delle varie parti interessate nell’ambito di un
approccio globale della qualità e dello sviluppo sostenibile. Tale azione ha
portato ad un crescente sviluppo di nuove partnership e di nuovi ambiti per
le relazioni stabilite nell’ambito delle imprese per il consolidamento della
coesione economico-sociale, per la protezione della salute e, in modo più
generale, per la protezione dell’ambiente e il rispetto dei diritti
fondamentali.
15
Ciò non implica che solo le grandi aziende adottino un comportamento responsabile, bensì che
dispongono sovente di mezzi e risorse maggiori che possono garantire un’adeguata comunicazione delle
attività svolte ai propri interlocutori.
16
Riguardo a questo punto, come viene spiegato nel capitolo II, le PMI si avvicinano sensibilmente alla
responsabilità sociale d’impresa e al bilancio sociale; per questo motivo il premio Oscar di bilancio dalla
prossima edizione includerà una nuova categoria, denominata “Bilancio della Sostenibilità Piccole e
Medie Imprese”.
9
L’Unione Europea si preoccupa della responsabilità sociale delle imprese
con l’intento di sollecitare un contributo positivo all’obiettivo strategico
definito durante il Consiglio europeo di Lisbona (marzo 2000): “Divenire
l’economia della conoscenza più competitiva e più dinamica del mondo,
capace di una crescita economica sostenibile accompagnata da un
miglioramento quantitativo e qualitativo dell’occupazione e da una
maggiore coesione sociale”17.
Il concetto di responsabilità sociale delle imprese – adottato dal Libro
Verde della Comunità Europea18 – significa essenzialmente che esse
decidono di propria iniziativa di contribuire a migliorare la società e
tutelare l’ambiente.
17
Proclama finale del Consiglio europeo di Lisbona, marzo 2000
18
Documento scaricabile dal sito della Comunità Europea www.europa.eu.int