V
Nel primo capitolo si cerca di dare una definizione al controllo interno e di
evidenziarne gli obiettivi all’interno della banca, in relazione al mutato contesto
ambientale. In particolare, si pone l’attenzione su come la variazione della
struttura della banca abbia comportato una modifica dei criteri e dei sistemi di
controllo interno. Si passa ad esaminare, la disciplina internazionale proposta
prima dall’IME (“Rapporto sui sistemi di controllo interno”, 1997) e dal Comitato
di Basilea (“Framework for internal control systems in banking organisations”,
1998). Le Autorità internazionali si sono mosse affinché si definissero in modo
unitario, alla luce delle best pratices, i criteri di definizione e di valutazione
dell’adeguatezza dei sistemi di controllo interno, al fine di adottare modelli
uniformi di riferimento.
Il concetto di adeguatezza si fonda sull’esperienza dei fattori che testimoniano
“uno scarso rigore” nei controlli interni
3
. La sollecitazione alla predisposizione di
nuovi principi è stata prontamente accolta dalla Banca d'Italia attraverso
l’emanazione, nel 1999, delle Istruzioni di Vigilanza sui “Sistemi di controllo
interni e compiti del collegio sindacale”
4
; la Banca d'Italia ha previsto anche un
nuovo schema di analisi degli assetti organizzativi delle banche, in cui il giudizio
di adeguatezza è rilasciato dall’Organo di vigilanza “sulla base dell’esistenza di
strutture e procedure in grado di garantire un adeguato livello di sicurezza attuale
e prospettica dell’assetto organizzativo”
5
. Successivamente si approfondisce
l’analisi degli attori dei controlli interni nelle banche italiane, esaminando il
compito loro assegnato dalle Istruzioni di Vigilanza della Banca d'Italia.
Si è scelto di esaminare all’inizio del lavoro la normativa in quanto si ritiene che
l’emanazione dei nuovi principi sia stato lo stimolo iniziale per l’introduzione dei
sistemi di controllo, rivalutandoli come un processo che, posto in essere dall’Alta
Direzione e dal Consiglio d'Amministrazione e da tutto il personale, opera in
modo continuo all’interno delle banche.
3
M. Baravelli e A. Viganò (2001), pag. 89.
4
Banca d’Italia, Istruzioni di Vigilanza per le banche, Titolo IV, cap. 11, “ Sistema dei controlli
interno, compiti del Collegio Sindacale”, 1999
5
Banca d’Italia, Bollettino di Vigilanza, “La Vigilanza sugli assetti organizzativi delle banche”,
n. 10, ottobre 1999, pag. 48.
VI
Preso atto della necessità da parte delle banche di dotarsi dei sistemi di controllo
interno, si passa ad analizzare se e come devono evolvere, in relazione al nuovo
ambiente esterno.
Nel secondo capitolo ci si sofferma sull’evoluzione dei sistemi di controllo.
Partendo dalle caratteristiche dei controlli tradizionali se ne evidenziano i limiti,
specie nell’attuale contesto bancario. Negli approcci tradizionali viene separato
nettamente il momento dell’azione da quello di verifica, il compito del controller
è quello di intervenire, di correggere gli errori e di riportare il sistema allo
standard definito
6
. In questo caso, infatti, vengono enfatizzati soprattutto gli
aspetti di verifica a posteriori del raggiungimento dei risultati previsti e di aiuto
alla definizione di interventi correttivi puntuali
7
.
In un contesto fortemente dinamico, quale quello attuale, è necessario predisporre
un sistema di controllo, visto come uno strumento di apprendimento e
miglioramento continuo nel tempo. Si analizza, quindi, il passaggio ad un sistema
di controllo innovativo descrivendo le fasi necessarie per una corretta
implementazione. In seguito sono esaminati i modelli proposti dagli studiosi a
livello internazionale per un controllo integrato, dove la banca prende in
considerazione oltre alle variabili quantitative anche le variabili qualitative,
ritenute quest’ultime in grado di evitare distorsioni o interpretazioni parziali della
performance e di accertare la coerenza delle dinamiche aziendali con le strategie
perseguite
8
. Il richiamo all’importanza del “controllo strategico” e quindi, del
rischio strategico, si ha con riferimento allo stesso ruolo del controllo interno che,
nell’enunciazione della Banca d'Italia, deve “assicurare il rispetto della strategia
aziendale”.
Nel terzo capitolo si analizza uno specifico modello di controllo integrato: la
Balanced Scorecard, evidenziandone le caratteristiche e le condizioni necessarie
per una corretta implementazione, seguendo lo schema definito dagli Autori:
Kaplan e Norton
9
. Di tale modello si sottolineano le motivazioni
6
A. De Maio - C. Patalano (1995), pag. 35.
7
Ibidem.
8
F. Amigoni - G. Meloni (2002), pag. 23.
9
Cfr. R. S. Kaplan - D. P. Norton (2000).
VII
dell’implementazione in una realtà come quella bancaria, i vantaggi che ne
derivano per un efficiente controllo e gli aspetti critici.
Nell’ultimo capitolo si è cercato di capire se veramente la Balanced Scorecard
risponde alle nuove esigenze di controllo delle banche italiane e come queste
ultime si stanno avvicinando all’utilizzo di questo modello. In modo particolare si
analizza la progettazione della Balanced Scorecard all’interno della Banca 121,
osservandone le fasi e lo stato attuale della sua implementazione.
1
Capitolo Primo
LE PRINCIPALI CARATTERISTICHE DEI SCI E LA NORMATIVA IN
MATERIA
Premessa
In questo primo capitolo si vuole analizzare le caratteristiche e gli obiettivi
fondamentali dei sistemi di controllo interni ed esaminare come mai negli ultimi
anni sono divenuti così importanti, da essere oggetto di molti regolamenti emanati
nel settore bancario. Per tali motivi si esamina l'evoluzione della normativa dei
controlli delineatesi negli anni più recenti, sia al livello internazionale che
nazionale, al fine di valutare se e in che in modo questi documenti abbiano
accresciuto la rilevanza dei controlli interni nel settore bancario. Sono presi in
esame i principi emanati dall’IME e dal Comitato di Basilea e la normativa della
Banca d'Italia.
1.1 Definizione di controllo
Si può definire il controllo come il complesso degli atti tendenti a verificare che
l'azione di governo della banca sia orientata a: raggiungere un equilibrio
patrimoniale, finanziario ed economico duraturo nel tempo; assicurare che la
gestione si sviluppi in un contesto caratterizzato da adeguati livelli di sicurezza
operativa e nel rispetto delle regole fissate dall'ordinamento a tutela degli interessi
generali cui la banca più di ogni altra impresa ne è portatrice
1
.
Sicuramente questa è una delle tante interpretazioni che si possono assegnare alla
funzione del sistema di controllo. La parola "controllo" nel corso degli anni ha
assunto diversi significati
2
, ciò ha reso difficile trovare una definizione univoca e
accettata da tutte le discipline aziendalistiche. Questo non consente di guardare
alla storia dei controlli come allo sviluppo di una disciplina unitaria e consolidata.
1
G. Bruni (1991), pag. 15
2
Il termine ha due accezioni principali: l'etimologia francese della parola “contre-rôle” che evoca
l'idea di contrapposizione, di costrizione, di vigilanza; l'etimologia inglese deducibile dal verbo “to
control” che indica guida e governo di un sistema. Cfr. S. Corbella - N. Pecchiari (1999), pag. 17.
2
Al contrario, essa risulta caratterizzata da una molteplicità di concezioni approcci
e strumenti.
I controlli possono riguardare:
- le strategie (controllo strategico), andando ad esaminare se le decisioni prese
nel breve periodo, consentono di perseguire e realizzare gli obiettivi aziendali
di lungo periodo a suo tempo fissati;
- la gestione complessiva (controllo di gestione), cioè la validità delle scelte
compiute dall'alta direzione attraverso l'analisi dei risultati ottenuti sul piano
operativo e istituzionale;
- l'operatività (controllo tecnico operativo), esaminano le procedure che
regolano lo svolgimento dell'attività aziendale, allo scopo di assicurare la
correttezza dei comportamenti;
- la gestione dei rischi, verificando che il livello complessivo dei rischi definito
e accettato dal vertice aziendale sia coerente con le politiche aziendali e il
sistema implementato sia in grado di segnalare ogni variazione del rischio
assunto
3
.
L’attività di controllo rappresenta uno degli aspetti fondamentali della vita delle
imprese e risponde sia ad esigenze interne sia esterne. La necessità di dotarsi di
sistemi di controllo non è uguale per tutte le imprese, infatti, essa è proporzionata
a una serie di fattori, quali la natura dei rischi che caratterizzano le attività svolte,
il ruolo che l'azienda svolge nel contesto economico, la complessità e la
dinamicità dei mercati di riferimento.
Nel settore bancario il controllo sia interno che esterno, svolge il compito
fondamentale di perseguire la “sana e prudente gestione” dei singoli intermediari
e la stabilità, l'efficienza e la competitività dell'intero sistema finanziario
4
. La
“sana gestione” è intesa dall'Organo di vigilanza come un'operatività della banca
ispirata a criteri di piena efficienza funzionale rispetto agli obiettivi aziendali e di
correttezza nello svolgimento dell'attività. Alla sana gestione si accompagna
anche la prudente gestione che comporta che le banche si dotino di adeguati
sistemi di rilevazione, misurazione e controllo della rischiosità e che le politiche
3
C. Clemente (1995), pag. 68
3
aziendali siano definite e gestite coerentemente con il livello di rischiosità
accettata e con gli obiettivi di tutela del patrimonio e di redditività definiti a
livello strategico.
La responsabilità della gestione aziendale si può ricondurre all'amministrazione,
intesa in senso lato, quale centro di riferimento principale che conferisce
consistenza al controllo. Questa, infatti, è titolare di obblighi verso il corpo sociale
e verso i soggetti in rapporto con l'impresa e verso le istituzioni preposte al
controllo del mercato in cui opera
5
.
Si può identificare una gerarchia dei controllori, costruita in base all'importanza e
al ruolo che i vari soggetti svolgono all'interno o all'esterno della banca
6
:
- le stesse strutture interne alle aziende,quali il consiglio d'amministrazione,
l'alta direzione, l'internal audit;
- il collegio sindacale e la società di revisione, sono considerati attori intermedi
in quanto sono nominati dagli organi della banca, ma operano in qualità di
professioni indipendenti al servizio della banca che delle Autorità di controllo
pubblico;
- la Banca d'Italia, la Consob, sono organi posti all'esterno che vigilano
sull'intero sistema bancario.
1.2 Le caratteristiche generali dei SCI
Il sistema dei controlli interni può essere visto come il complesso di elementi
composto da: una struttura, un'attività, obiettivi e risultati
7
.
La struttura organizzativa del sistema dei controlli interni è relativa alla
distribuzione dei compiti e delle responsabilità all'interno della banca. Nell'ambito
dell'organizzazione la struttura viene suddivisa in unità, a ciascuna sono attribuite
una funzione che rappresenta l'obiettivo dell'unità organizzativa, ognuna si occupa
della progettazione e manutenzione del proprio sistema di controllo interno (ad
esempio nell'area fidi, nell'area finanza). Questo ha comportato molte volte la
4
S. Azzali (2001), pag. 47
5
C. Clemente (1995), pag. 67
6
S. Azzali (2001), pag. 48.
4
nascita di sistemi "parziali" di controllo e, pur condividendo necessariamente
alcune informazioni, hanno spesso assunto ipotesi tra loro non coerenti. Sul piano
informatico, ciò si è tradotto in una situazione di eccesso di dati ma carenza di
informazioni fondamentali
8
.
Questo, secondo me, é molto importante, infatti, se non c'è un adeguato
coordinamento all'interno della banca, il sistema di controllo non da nessun
vantaggio nel prevenire situazioni di squilibrio, anzi può contribuirne a generarli.
Le posizioni all'interno delle unità organizzative sono collegate da relazioni di
subordinazione che configurano la gerarchia organizzativa, cioè i differenti livelli
in cui si articola verticalmente la struttura
9
.
I livelli possono essere sintetizzati
10
, in:
- operativo (primo livello);
- centrale di controllo sulla gestione dei rischi (secondo livello);
- revisione operativa (terzo livello);
- comitato di risk management (gestione della rischiosità accettata).
7
S. Corbella(1999), pag.15
8
A. Minafra (2000), pag.16
9
M. Baravelli e A. Viganò (2001), pag. 77.
10
Banca d’Italia, Istruzioni di Vigilanza per le banche, Titolo IV, Cap. 11, “Sistema dei controlli
interni, compiti del collegio sindacale”, Circolare n. 229 del 21 aprile 1999
Revisione
operativa
controllo di
gestione
controlli di
funzione/settore
Controlli degli addetti
alle operazioni
Comitato di risk
management
controllo sulla gestione
dei rischi
Figura 1.1 La gerarchia dei controlli interni
Fonte: M. Baravelli (2001)
5
1.2.1 Controllo operativo
Il controllo operativo (o di linea) si fonda su delle verifiche di routine svolte sia da
chi mette in atto una determinata attività, che da chi ne ha la responsabilità di
supervisione, rimanendo però, anche se a livelli gerarchici diversi, sempre
nell'ambito della stessa unità organizzativa o funzione
11
.
Tali controlli hanno sempre natura di verifica preventiva (o concomitante) sul
regolare svolgimento del processo. Un esempio di controllo di linea è quello
svolto da un impiegato adetto al riscontro, il quale prima di metter in pagamento
un assegno controlla l'esistenza dei requisiti formali dello stesso. Anche il
controllo di una procedura automatizzata può essere considerato un altro esempio
di controllo di linea.
L'efficacia di questi controlli, secondo me, è conseguenza della diligenza e delle
conoscenze tecniche dell'esecutore che deve effettuare il controllo
contestualmente all'operazione, anche quando la banca non dispone di procedure
validamente scritte e aggiornate. Fondamentale è quindi che il personale sia
motivato a perseguire gli obiettivi della banca e sia, nello stesso tempo, qualificato
ad intervenire anche quando le procedure non lo richiederebbero.
1.2.2 Controllo dei rischi
La variabilità dei rischi è un fattore critico in quanto incide sulla volatilità dei
risultati gestionali nel tempo; per il vertice aziendale si pone il problema della
scelta dei business in cui operare e le scelte devono essere coerenti con il
rendimento atteso corretto per il rischio.
La natura e l'entità dei rischi cui sono esposti gli intermediari finanziari ha subito
negli ultimi anni alcuni rilevanti cambiamenti, in relazione all'attività svolta.
Secondo uno studio condotto dalla Banca Centrale Europea
12
, sulla struttura della
redditività dei sistemi bancari dell'Unione Europea, l'aumentata incidenza del
cosiddetto non interest income ha causato una notevole evoluzione dei profili di
rischio degli intermediari. In particolare, l'aumento del peso delle attività di
11
ABI (1999), pag.52
12
European Central Bank (2000), EU Banks’Income Structure, aprile.
6
servizio ha determinato una crescente importanza di alcune tipologie di rischi
(operativo, reputazionale e strategico
13
) prima non tenute molto in considerazione
dalle banche.
Questi rischi presentano almeno due caratteristiche fondamentali che li
differenziano da altri rischi quali quelli di credito e di mercato. La prima è che,
rispetto a questi ultimi, l'esposizione al rischio operativo non implica nessuna
possibilità di guadagno ma solamente di perdita. La seconda è che i rischi
operativi devono essere necessariamente controllati, ma non possono essere
gestiti
14
, in quanto non sono caratterizzati dalla presenza di un rapporto di
rischio/rendimento
15
. Il problema dei rischi operativi è, secondo me, un apetto che
riguarda la sfera qualitativa della banca e ciò comporta una ridefinizione degli
strumenti di controllo. Recentemente le Autorità e le banche stanno cercando, con
molta difficoltà, di dare una definizione quantitativa ai rischi operativi, ma si trova
ancora in una fase preliminare di sviluppo, in relazione alla scarsità dei dati
disponibili e all'assenza di un modello di valutazione generalmente accettato.
Il sistema di gestione dei rischi deve misurare la perdita massima associata ai
rischi assunti nell'ambito di un intervallo temporale determinato; l'ammontare di
tale perdita rappresenta il capitale a rischio. Per il management si pone di
conseguenza un problema di scelta e gestione delle combinazioni dei business in
modo da ottimizzare il profilo rischio/rendimento complessivo. Queste
considerazioni mostrano l'importanza della distinzione tra gestione dei rischi (risk
management) e controllo dei rischi (risk control). La gestione dei rischi comporta
delle decisioni che rientrano negli obiettivi della banca e sono di competenza del
vertice aziendale (comitato di gestione dei rischi); il controllo è svolto dalla
funzione di controllo rischi. Il vertice aziendale, per assumere le decisioni in
merito al livello massimo di rischio accettabile e quindi sostenibile deve avvalersi
13
La "rischiosità strategica" consiste essenzialmente nel rischio di "incoerenza" della strategia
della banca rispetto ai mercati di riferimento. Le "incoerenze" fra strategia e ambiente, fra strategia
e struttura organizzativa sono possibili per errori, ritardi e/o incapacità nell'implementazione del
sistema di controllo., in quanto il management non è in grado di individuare le azioni da
intraprendere sotto il profilo organizzativo e operativo. M. Baravelli (2001), pag. 82.
14
La gestione può essere considerata solo con riferimento alle operazioni necessarie alla loro
rimozione.
15
P. Bologna (2002), pag.233
7
di sistemi di misurazione delle performance aggiustate per il rischio (risk adjusted
performance measures)
16
.
1.2.3 Attività di revisione interna
Nella prassi si possono identificare tre categorie di revisione: revisione contabile,
revisione gestionale, revisione direzionale
17
. La revisione contabile si propone di
verificare da un lato se il sistema contabile aziendale risponde a principi di
conformità nei confronti delle norme di legge e dei principi contabili; dall'altro se
i dati contabili rispondono alle operazioni svolte e se le imputazioni sono
corrette.La revisione gestionale si propone di verificare il grado di efficienza della
gestione aziendale. Nell'ambito della revisione gestionale si distingue la revisione
operativa (operational audit) e la revisione preventiva (pre-event audit). La
revisione operativa riguarda l'accertamento dell'impiego efficiente delle risorse
aziendali e quindi dell'efficacia e efficienza dei processi decisionali e di controllo
al fine di identificare eventuali situazioni migliorative. La revisione preventiva è
rivolta in particolare a valutare l’efficacia e l’efficienza del sistema del controllo
interno al fine di evidenziare eventuali disfunzioni e i possibili interventi
migliorativi.
La revisione operativa riguarda non solo le singole funzioni aziendali e le singole
aree di attività ma anche le loro interrelazioni al fine di esprimere valutazioni
globali. Essa consiste "nella verifica dell'efficienza delle attività operative e
decisionali, gestite dai responsabili funzionali e dai vertici dall'azienda, per
valutare la qualità e l'economicità del governo funzionale e generale dell'azienda e
per ricercare, in collaborazione con i diretti responsabili, le soluzioni migliorative
da adottare"
18
.
Parte integrante dell'operational audit è la revisione del sistema del controllo
interno, in quanto carenze o disfunzioni del sistema porterebbero a situazioni di
inefficienze gestionali.
16
M. Baravelli (2001), pag. 108
17
Ibidem,pag. 76
18
N. Persiani (1998), pag. 20
8
Questa,secondo me, è la fase più importante perché non è possibile implementare
un sistema di controllo che sia per sempre valido, la realtà esterna muta
continuamente e per riuscire a controllare le attività svolte deve essere in grado di
innovarsi.
La revisione direzionale (management audit) è rivolta all'analisi e valutazione
della condotta dell'intero management nella guida dell'impresa; esso riguarda le
politiche e i processi decisionali. La revisione si focalizza sulla coerenza tra le
scelte intraprese e i mercati di riferimento della banca e dell'adeguatezza
dell'assetto organizzativo. L'articolazione è fondamentale per il sistema di
relazioni interne e per la diffusione a tutti i livelli degli obiettivi della banca.
1.2.4 Gli obiettivi del sistema di controllo interno
La banca come tutte le imprese è un sistema complesso ed ordinato di elementi
separati e interdipendenti, volto al raggiungimento di un obiettivo prefissato
caratterizzandosi nello stesso tempo per la diversità delle sue combinazioni
economiche. Questa differenziazione, fa si che per la realizzazione di un efficace
sistema di controllo è necessario conoscere l'attività specifica messa in atto
dall'azienda. La banca si differenzia in quanto svolge contemporaneamente la
funzione monetaria e la funzione creditizia.
Una prima categoria di obiettivi che deve perseguire il sistema dei controlli
riguarda l'efficacia e l'efficienza delle attività operative. Il conseguimento di
condizioni di economicità è indispensabile per soddisfare tutte le pretese dei vari
stakeholders della banca. Un'azione è efficace quando il risultato è conforme a
quanto programmato. L'efficienza è invece espressiva del rapporto intercorrente
tra i risultati ottenuti e le risorse impiegate
19
. I giudizi di efficacia e efficienza
hanno per oggetto le attività operative variamente composte in processi,
combinazioni di processi particolari, combinazioni generali o in centri di
responsabilità. I parametri utilizzati per esprimere tali giudizi sono costituiti da
costi, ricavi, rendimenti risultati economici nonché volumi e qualità di risorse e di
output, presi singolarmente o in varia combinazione
20
.
19
S. Corbella, N. Pecchiari (1999), pag. 20.
20
A. Viganò (2001), pag.17
9
Ulteriore categoria di obiettivi assegnati al sistema di controllo interno riguarda la
conformità delle decisioni e delle operazioni alle direttive emanate dalla direzione
che a loro volta devono rispettare lo statuto, le leggi e i regolamenti esterni.
Fondamentale affinché tutte le persone che operano a vari livelli della banca siano
in grado di monitorare costantemente le operazioni messe in atto all'interno della
banca dai livelli più bassi a quelli più alti è la presenza di informazioni. Un
obiettivo preposto al sistema di controllo interno e l'attendibilità dei dati e delle
informazioni prodotte. La definizione di dato si può far coincidere con le quantità
monetarie e non desumibili dallo svolgimento delle operazioni elementari e per
informazioni il frutto di aggregazione e talora scomposizione di dati grezzi a
supporto del processo decisionale, sia interno all'azienda che esterno, attraverso la
produzione di documenti contabili obbligatori. Il sistema di controllo interno deve
verificare che le informazioni prodotte riflettano accadimenti realmente avvenuti,
che siano complete in quanto tutte le operazioni devono essere riportate nelle
informazioni e accurate nella loro elaborazione
21
.
1.3 Gli assetti organizzativi e i controlli interni
La vitalità di una qualunque impresa, è strettamente connessa al costante ed
adeguato sviluppo delle relazioni esistenti tra il mercato, da un lato, e le strategie,
gli assetti organizzativi e i comportamenti dell'impresa, dall'altro
22
.
Questa definizione mette in luce la coesistenza di due vincoli che l'azienda deve
tenere in considerazione nelle proprie scelte gestionali: uno esterno all'impresa,
riconducibile alle caratteristiche dell'ambiente operativo rappresentate dalle
preferenze dei consumatori, dai comportamenti dei competitori; l'altro, interno,
riconducibile alle connotazioni tecnico-organizzative dell'impresa, quali la cultura
aziendale, gli strumenti direzionali, il management. Tali elementi si evolvono nel
tempo e proprio la capacità della banca di innovarsi che ne determina il
successo
23
.
21
S. Corbella, N. Pecchiari (1999), pag. 21
22
C. Patalano (1995), pag. 13.
23
A. M. Tarantola (1998), pag. 33.
10
Fra i principali processi di cambiamento che hanno interessato i mercati finanziari
negli ultimi anni, possiamo individuare alcune direttrici:
- l'evoluzione delle richieste dei servizi finanziari da parte dei consumatori
rispetto alla tradizionale intermediazione creditizia (ad esempio il risparmio
gestito, il credito al consumo ecc.) e l'accentuarsi della focalizzazione di tutti
gli operatori verso le esigenze della clientela. Sorge la necessità di soddisfare
il cliente nel minor tempo possibile, comportando un decentramento della
facoltà di iniziativa di alcuni comparti.
- la tendenza verso il progressivo consolidamento del mercato bancario per
contenere i costi e per investire in nuove opportunità di business, in parte
sostenute dallo sviluppo tecnologico (come il caso dell' e-finance).
La necessità di diminuire i tempi di attesa per i vari servizi è un'esigenza
indispensabile per la banca, ma nel contempo ciò può portare, a tralasciare alcuni
controlli fondamentali. Secondo me, la rapidità nel voler soddisfare la clientela è
un altro fattore di rischio che la banca in questo momento deve fronteggiare.
Questo ha portato alla sempre più spinta automazione dei processi, facendo
sparire figure di banca ormai consolidate come ad esempio il cassiere e lo
sportellista
24
. Compiti che un tempo erano suddivisi, ora sono svolti da un unico
soggetto. Ciò ha comportato un cambiamento nei punti di controllo con
riferimento all'attività svolta dall'unico soggetto, resi possibili dall'elevato grado
di automazione dei processi amministrativi.
Ai precedenti fenomeni, che stanno radicalmente trasformando l'approccio delle
istituzioni finanziarie al mercato, le banche hanno risposto con trasformazioni in
strutture gestionali e operative ampliate e complesse.
In anni recenti, infatti, le banche italiane hanno rivisto l'obiettivo reddituale
(ROE) attraverso l'innovazione di processo e di prodotto. La gamma dei prodotti e
dei servizi offerti è stata ampliata, sono state sviluppate attività non tradizionali e
politiche commerciali maggiormente orientate al mercato e alla clientela.
Per soddisfare le esigenze dei diversi segmenti di clientela e rispondere alla
diversificazione dei mercati finanziari, le banche, hanno ampliato il raggio
24
A. Viganò (2001), pag. 20
11
d'intervento nel sistema finanziario
25
. Questo ha comportato: la diversificazione
dei canali distributivi utilizzati con crescente ricorso dei promotori finanziari e di
canali telematici e lo sviluppo contemporaneo di servizi di asset management e di
intermediazione mobiliare.
Il management deve garantire la gestione e il controllo di strutture sempre più
ramificate per segmenti di prodotto e di mercato nonché consentire la misurazione
e il monitoraggio dei diversi gradi di rischio. La presenza, fisica o telematica, su
più mercati richiede la capacità di coordinare le strutture aziendali non solo
distanti tra loro, ma anche diversificate nell'operatività e sviluppare un flusso
informativo ampio e capillare che coinvolga tutti i livelli della struttura nel
perseguimento degli obiettivi aziendali.
Alla luce dei ricordati processi di cambiamento di scenario e di riposizionamento
strategico delle banche, l'identificazione delle aree di rischio e della loro criticità
temporale costituisce un momento importante dell'organizzazione dei controlli.
Saper individuare le specifiche aree di rischio non è sicuramente un compito
molto semplice per il management. La scarsa conoscenza dei nuovi campi in cui si
trova ad operare la banca può portare: da un lato che aree ad alto rischio risultino
non coperte dai controlli; dall'altro lato che aree a rischio decrescente siano
presidiate da controlli eccessivi.
La banca deve essere in grado di assumere comportamenti coerenti, in termini di
struttura distributiva e risorse utilizzate e di esercitare un'adeguata azione di
coordinamento tra i diversi canali.
In precedenza il problema dei diversi canali non si poneva, in quanto il controllo
era sopratutto incentrato nella filiale. La filiale rappresentava, infatti, il centro
dove si svolgevano tutte o quasi le operazioni dell'azienda di creditoe al tempo
stesso simboleggiava il controllo sul territorio da estendere il più possibile
26
.
L'utilizzo di canali differenziati ha riconfigurato il ruolo della banca, ora i diversi
segmenti della clientela, raggiunti dai canali di distribuzione, hanno accesso a
prodotti/servizi provenienti dalla banca stessa o da altri provider, sulla base di
criterio di specializzazione che ha condotto a concentrarsi su quelle parti della
catena di valore in cui dispone effettivamente di un vantaggio competitivo.
25
G. Toscano (1996), pag. 28