6
contraevano un debito per ripagare debiti più vecchi. In questo modo i
poveri erano e sono tuttora praticamente incapaci di uscire dal giogo
dell’usura e della povertà.
7
1.2 Il primo esperimento di microcredito.
I risultati di una successiva indagine fatta nel villaggio di Jobra
mise in evidenza che l’ammontare complessivo dei debiti contratti
da quarantadue individui era di 856 taka, l’equivalente di circa
ventisette dollari
1
, per ripagare i quali quarantadue famiglie erano
quasi costrette alla fame.
La prima iniziativa presa da Yunus fu quella di distribuire quei
ventisette dollari alle famiglie affinché ripagassero il debito, ma
ciò non soddisfece il professore in quanto si rendeva perfettamente
conto che era solo una soluzione temporanea che non avrebbe
cambiato certamente la vita di quelle persone. Si rese conto che,
per migliorare “lo stato delle cose” l’intervento nei confronti dei
poveri doveva essere strutturato, il problema andava affrontato dal
lato delle istituzioni, con interventi non di carità o di “elemosina”
ma con interventi volti a mettere i più bisognosi in grado di
produrre ricchezza per loro stessi. Il passo successivo fu quello di
rivolgersi alla banca Janata di Jobra e chiedere a quest’ultima una
collaborazione. Il risultato di quell’incontro con un funzionario di
una agenzia locale fu un successivo appuntamento con il direttore
regionale della banca Janata. Con molta fatica Yunus riuscì a farsi
concedere un prestito della somma di diecimila taka, l’equivalente
1
Moneta ufficiale del Bangladesh, Tasso di cambio attuale 1999: 1 $ = 48,650 Taka.
8
di trecento dollari, avente come beneficiari i poveri del villaggio di
Jobra di cui si rese garante. La banca faceva sempre riferimento a
lui per qualsiasi cosa, i rapporti tra banca e beneficiari del prestito
passavano attraverso il professor Yunus. Era dicembre del 1976.
9
1.3 L’inizio dell’attività di Grameen Bank.
Nel dicembre 1977 comincia così il progetto Grameen Bank il
quale attraversava una prima fase sperimentale che va dal 1976 al
1977. In questo periodo vennero gettati i fondamenti dell’attività della
banca Grameen, i loro primi “impiegati” erano impegnati tutto il
giorno nei villaggi a monitorare la situazione economica e a cercare di
convincere i poveri che la Banca avrebbe dato loro l’opportunità di
liberarsi dal giogo dell’usura e dalla povertà.
Gli inizi non furono facili in quanto bisognava vincere la
diffidenza che i poveri avevano nei confronti delle banche, barriere di
tipo culturale come ad esempio il purdah
2
che relega le donne dentro
le mura domestiche e impedisce loro di parlare con gli uomini e di
avere alcun tipo di contatto sociale se non con i familiari. La banca
Grameen Durante questa fase il denaro veniva prestato preferibilmente
alle donne, anzi soprattutto a loro, perché nell’opinione di Yunus il
credito, passando attraverso le donne, avrebbe portato cambiamenti
più rapidi rispetto a quando era gestito dagli uomini. Infatti, proprio
per motivi di carattere culturale la fame e la povertà colpiscono più le
donne che gli uomini in quanto la donna si trova in una posizione di
10
sottomissione rispetto all’uomo , tanto da venire considerata più una
“cosa” che una persona.
Se in una famiglia qualcuno deve soffrire la fame, sarà
sicuramente la donna a farlo, inoltre è sempre la donna a vivere la
traumatica esperienza di non essere in grado di sfamare i bambini a lei
totalmente affidati, con il proprio latte in tempi di carestia. Inoltre la
donna vive in una perenne situazione di insicurezza in quanto può
essere facilmente ripudiata dal marito, non le è concesso di uscire di
casa e guadagnarsi da vivere neanche se lei lo desidera. Tutti questi
fattori fanno sì che la donna sia molto più motivata e responsabile
dell’uomo a impegnarsi in prima persona per migliorare la sua
situazione anche economica, che significa una certa indipendenza
economica, una sicurezza per il futuro suo e dei propri figli. Inoltre
proprio per il fatto che la cura dei figli è affidata esclusivamente alle
donne, ciò le rende più responsabili e più produttive degli uomini nella
gestione del denaro.
Le donne mostrano quindi una maggiore adattabilità al
processo di autoassistenza
3
. Inoltre bisogna aggiungere che, in
Bangladesh, l’uomo ha una scala di valori, all’interno della quale la
famiglia è penalizzata, in quanto se un maschio povero ha a
disposizione un reddito maggiore di quello necessario per la
2
Letteralmente “velo”. Pratiche legate all’ingiunzione coranica di proteggere la virtù e la modestia
delle donne. Muhammad Yunus, il Banchiere dei poveri, Feltrinelli, Milano 1998.
3
Adattamento del termine inglese “empowerment”
11
sopravvivenza egli penserà innanzitutto a soddisfare le proprie
esigenze personali.
L’attenzione alla donna, l’impegno di Yunus e dei suoi
collaboratori nel far si che potesse liberarsi da quella sorta di schiavitù
culturale, ha provocato non pochi problemi e resistenze da parte degli
uomini dei vari villaggi, soprattutto da parte dei mariti, mullah
4
e
usurai.
4
Autorità religiosa dei villaggi rurali.
12
1.4 Un ulteriore passo avanti
I rapporti con la banca Janata di Jobra non soddisfacevano del
tutto il professor Yunus anche perché le procedure per chiedere nuovi
prestiti richiedevano tempi troppo lunghi, avevano comunque bisogno
della sua firma e ogni domanda doveva essere approvata dal
responsabile della sede di Dhaka. Ciò spinse Yunus a chiedere la
collaborazione di un’altra banca la Krishi Bank, ( Banca agricola del
Bangladesh). Dalla Krishi Bank il professor Yunus riuscì ad ottenere
quello che voleva: la gestione sperimentale di una filiale della banca
Krishi che chiamò Grameen Bank, che significa banca rurale (o di
villaggio) che egli poteva condurre autonomamente e direttamente. Le
dimensioni del progetto erano, però, ancora poco significative, infatti
nel 1977 i clienti di Grameen Bank erano ancora meno di cinquecento,
e l’esperimento era stato effettuato su scala troppo piccola per poter
destare l’interesse delle banche governative. Yunus approfittò di un
seminario organizzato dalla Banca Centrale, avente come oggetto il
finanziamento dei poveri in ambiente rurale, per illustrare la sua
iniziativa e per chiedere la collaborazione delle altre banche
governative e riuscì ad ottenere l’aiuto del vicegovernatore della
Banca Centrale il quale accolse la sua sfida, mirante a dimostrare che
il microcredito poteva funzionare su scala nazionale. Fu così
approvato un progetto che prevedeva che ogni banca nazionale
13
dovesse mettere a disposizione della banca Grameen almeno tre
agenzie nella provincia di Tangail
5
più alcune nella provincia di
Chittagong per un totale di venticinque agenzie. La regione del
Tangail era una regione sull’orlo della guerra civile, un luogo difficile
da gestire. Nonostante ciò nel 1979 Grameen Bank cominciò a
concedere prestiti nella regione del Tangail ai contadini senza terra.
Nel 1982, dopo solo tre anni dall’insediamento nella regione
del Tangail, i membri della banca Grameen erano arrivati a 28000 di
cui 11000 erano donne. Dopo il successo riscontrato non ostante le
difficoltà incontrate il progetto fu esteso ad altri tre distretti. Dhaka,
Rangpur e Ptuakhali, i quali rispecchiavano fedelmente il Paese in
termini di crescita demografica, di presenza di senzaterra, di
produttività agricola e di sviluppo. Insieme rappresentavano il 25
percento del territorio, il 27 percento delle famiglie contadine, ed il 30
percento della popolazione del Bangladesh
6
.
5
Regione situata nella zona nord occidentale del Paese
6
Fedrica Volpi, Il denaro della speranza, E.M.I. 1998pag. 14.
14
1.5 L’autonomia
Il Progetto Grameen appassionò un funzionario del Bangladesh
con il quale Yunus aveva collaborato, agli inizi degli anni settanta
negli Stati Uniti, alla propaganda per l’indipendenza del Bangladesh,
in una campagna di sensibilizzazione dell’opinione pubblica. Yunus
incontrò questo funzionario dieci anni dopo, alcuni giorni prima che
venisse eletto ministro delle finanze del Bangladesh e quest’ultimo gli
promise che alla prossima riunione della Banca Centrale avrebbe
sollevato la questione del passaggio di Grameen a istituto
indipendente. Alla fine del settembre del 1983 Grameen Bank divenne
un’istituzione finanziaria a tutti gli effetti con un capitale sociale
detenuto al 60 per cento dal governo, per il 40 per cento dai clienti
della banca stessa. Il professor Yunus voleva invece che i clienti di
Grameen detenessero il cento per cento delle azioni. Ciò avvenne nel
1985 quando la partecipazione azionaria fu modificata a favore dei
clienti azionisti ai quali andava il 75 per cento delle azioni mentre il
restante 25 per cento andò distribuito tra lo stato e altri due istituti
governativi, la Sonali Bank e la Krishi Bank. Nel 1986 venne
modificata la struttura del consiglio di amministrazione in modo che i
clienti risultassero maggioritari ed infine, per garantire completamente
l’autonomia della banca dal governo, il professor Yunus, che al
momento era direttore generale e quindi un funzionario della pubblica
15
amministrazione da cui dipendeva anche da un punto di vista
decisionale, riuscì ad ottenere un emendamento delle norme giuridiche
di Grameen che venne sottoposto all’attenzione del parlamento tramite
il ministro delle finanze. In base alla nuova disposizione , approvata
dal parlamento, il direttore generale doveva essere non più nominato
dal governo ma dal consiglio di amministrazione.
Attualmente il 92 percento delle azioni è posseduto dai clienti,
mentre il restante 8 percento è detenuto dal governo, ha 1118 agenzie
sparse sul tutto il territorio, che servono 38766 villaggi
7
, su un totale
di 68000 villaggi presenti nel Paese.
7
Statistical updates August 1998, www. Grameen.org.
16
Capitolo 2 Analisi dell’aspetto organizzativo
Questo capitolo si propone di esaminare le variabili
organizzative che hanno determinato il successo di Grameen Bank
cercando di analizzarne la natura e il significato. Verrà inoltre
esaminato lo stile di leadership e la qualità del management.
2.1 I fondamenti organizzativi.
Alla base dell’attività svolta di Grameen Bank, che consiste nel
fornire servizi bancari quali piccoli prestiti, mutui per la casa ai “più
poveri tra i poveri”, sta la convinzione che le persone, siano esse
dipendenti della banca oppure clienti, abbiano la capacità di risolvere i
problemi, di lavorare sodo, e che siano persone oneste. Secondo il
pensiero del suo fondatore, che è diventato un “credo” comune a tutti
quelli che operano con Grameen Bank, le persone sono delle risorse
che bisogna sostenere e rendere in grado di agire, operare, realizzare
qualcosa di utile per migliorare la qualità della vita propria e quella
degli altri.
17
I concetti di “partecipazione”, inteso come coinvolgimento
attivo e responsabile, e “autosostentamento”, che riferito ai poveri
significa renderli in grado di provvedere da soli ,cioè sfruttando le
proprie capacità e abilità, a costruirsi un’esistenza dignitosa per uscire
dallo stato di estrema povertà, costituiscono quindi il sostrato
ideologico-culturale sul quale poggia e dal quale si alimenta, l’intera
attività di Grameen Bank.
E’ stato notato da più parti come il concetto di partecipazione
sia strettamente legato a quello di sviluppo, e le definizioni sono
molteplici. Si va dall’interpretazione che attribuisce alla
partecipazione il carattere di lavoro volontario, con un processo
decisionale che va dall’alto verso il basso, e che esclude quindi i
“volontari”, (in questo caso i clienti di Grameen Bank), ad un
“decentramento del processo decisionale verso le rappresentanze di ,
èlites locali”, sino ad un’interpretazione diametralmente opposta alla
prima che vede i poveri direttamente coinvolti nella identificazione
nella progettazione e nella gestione delle iniziative intraprese nei loro
confronti
1
. Infine un’altra interpretazione del concetto di
partecipazione è quella che considera il suo manifestarsi sotto tre
aspetti:
1
Cfr.Judith Tendler,”What ever hapened to Poverty Alleviation“ New York, Ford foundation,
1987.
18
a) contributo dato da gruppi selezionati a progetti predefiniti
b) forme di organizzazione strutturate e supportate sia da
“operatori” dello sviluppo, che dalla gente comune,
beneficiaria dei progetti di sviluppo.
c) acquisizione di un maggior potere (in inglese
empowerment), attraverso l’apprendimento di nuove abilità
manageriali, di contrattazione, e di nuove capacità nel
processo decisionale. Si vedrà in seguito come viene attuata
la partecipazione all’interno dell’organizzazione e quali sono
le interazioni con il processo decisionale
2
.
Da questo ultimo punto emerge un altro concetto molto importante
che sta alla base della filosofia manageriale di Grameen Bank: è il
concetto di “empowerment” di cui sono state date parecchie
interpretazioni. Da un lato l’acquisizione di maggior potere sta a
significare il possesso del controllo delle risorse e il godimento dei
benefici che derivano da questo controllo. Questa interpretazione è poi
stata ulteriormente corretta da altri autori,( tra cui David Korten ) i
quali sostengono come l’importanza del controllo non sia tanto riferita
al controllo delle risorse quanto al controllo delle capacità di gestire le
risorse produttive
3
. In questo modo lo stesso autore introduce un altro
concetto molto importante per il management di Grameen Bank, come
2
Cfr.Peter Oakley Projects with people.: The practice of perticipetion in riral developement.
19
si vedrà meglio più avanti, che è quello di affidabilità, in quanto dice
che “il controllo di un’azione dovrebbe restare ai i soggetti ai quali
andranno i benefici di quell’azione
4
”.
Secondo altri teorici, l’acquisizione di potere è collegata
all’organizzazione o alla sua carenza. Da questo punto di vista i poveri
possono essere sfruttati perché isolati e disorganizzati. Organizzandosi
possono avere accesso al controllo delle risorse produttive,
ristabilendo così un equilibrio di potere nelle strutture delle società
rurali. L’acquisizione di potere quindi implica la partecipazione
consapevole, la fiducia nelle proprie capacità ”agire piuttosto che
subire le azioni altrui
5
”. Interessanti a questo riguardo sono le
considerazioni di Paolo Freire
6
che hanno delle forti analogie con il
pensiero del professor Yunus che caratterizza l’intero operato di
Grameen Bank. Contraddicendo le convinzioni di una cultura fatalista,
molto diffusa nei paesi orientali, Freire sostiene che l’essere umano, è
un soggetto attivo, in grado di pensare e di agire (ed è in virtù di
queste sue capacità che si fonda l’impegno di Grameen Bank).
3
Cfr. David C. Korten “Community Organization and Rural Developement: a Learning Process
Approach. Public Administration Review. 420, 480.
4
David Korten Op. cit.
5
Theodore Thomas Public Participation in developement planning and management: Cases from
Africa and Asia. ( Boulder, Colorado, Westview press, 1985 ) pag.19-20.