3
stesso conto l'importo dei beni ritirati dall'estero. Tra gli Stati interveniva
soltanto un regolamento contabile a mezzo dei resoconti bancari.
2
Nel 1948, all�interno del piano Marshall gli scambi tra i paesi europei erano
regolati da accordi commerciali bilaterali mentre i paesi del blocco comunista
cominciarono ad adottare il sistema di compensazione prebellica e lo
utilizzarono al loro interno come pure negli scambi con gli altri paesi del Patto
di Varsavia.
Nel decennio successivo, con le prime tenui aperture al dialogo
internazionale, si assistette ad una prima rinascita degli scambi in
compensazione specialmente negli stati dell�Est Europa, ansiosi di
ammodernare le industrie nazionali. Le vicende post-belliche avevano minato
la credibilit� finanziaria di tali stati decretandone l�impossibilit� di ottenere
credito sui mercati internazionali; nel contempo alcune imprese occidentali,
impegnate nella ricerca di nuove possibilit� di esportazione, colsero
l�opportunit�, attraverso accordi intergovernativi, di rifornire di macchinari di
urgente necessit� Stati come l�Ungheria, la Cecoslovacchia e la Romania,
contro il pagamento di materie prime, commodities da rivendere in un
secondo tempo sui mercati occidentali
3
.
Il fenomeno in questione � stato, per lungo tempo in realt�, la punta di un
iceberg che compromise in modo radicale la filosofia che aveva ispirato gli
2
Cfr. Fontaine, �� Les contrats de contre-achat�� in Droit et pratique du commerce international, Parigi, 1982,
p.170. ; anche Dick, op. cit., p. 4
3
Cfr. F. Dick, op.cit., p. 5-6.; tali accordi sono citati anche da A. Foglio, op. cit., p. 21
4
Accordi di Bretton Woods, mettendo in crisi il principio del multilateralismo
nei rapporti commerciali. Lo shock petrolifero degli anni Settanta, l�avvento
dei NICS ( paesi di recente industrializzazione ), il pesantissimo
indebitamento di molti paesi esteri, il congelamento dei crediti da parte dei
paesi indebitati, determin� una crisi dei mercati finanziari internazionali. La
reazione a questi nuovi elementi dirompenti sulla scena del commercio
internazionale non trov� risposte concertate da parte degli Stati che misero in
atto misure unilaterali reagendo in modo completamente autonomo ai nuovi e
gravi condizionamenti del mercato internazionale. Sia gli operatori pubblici
che, in misura minore, quelli privati non tennero minimamente conto delle
raccomandazioni di organismi internazionali che ispiravano le loro azioni ai
gi� citati Accordi di Bretton Woods. Causa ed effetto di ci� fu anche il
fenomeno del protezionismo. Il problema fu complicato dal fatto che gli
strumenti utilizzati dagli Stati per frenare il commercio internazionale furono
sempre pi� raffinati e pi� insidiosi. Il GATT aveva, per esempio, catalogato
pi� di 600 pratiche in grado di istituire barriere protezionistiche non tariffarie
4
.
La seconda rinascita del countertrade, traducibile in italiano con il termine
��controscambio��o con la locuzione ��scambi in compensazione ��, avvenne nei
primi anni Ottanta, quando la crisi debitoria dei paesi del Terzo Mondo segu�
al quasi totale esaurimento delle loro riserve valutarie straniere e il mondo si
trovava nella peggiore recessione economica dagli anni Trenta. Nel medesimo
periodo le banche commerciali straniere negavano le nuove richieste di
4
Cfr. Gian Cesare. Marchesi, �� Il Countertrade e le sue tecniche ��, Milano, 1988, p. 17 e ss.
5
credito e perfino l�Agenzia nazionale statunitense per il credito
all�esportazione (ECGD) ritir� la sua copertura assicurativa o aument� i
premi per molti mercati. Il countertrade fu visto, dai paesi ricchi di risorse
primarie, come un modo, forse l�unico, di procurarsi le merci di cui
necessitavano maggiormente. Tale crisi compromise fortemente il processo di
internazionalizzazione in atto negli anni Ottanta, anche attraverso le misure
protezionistiche che ne seguirono, e mise in dubbio il principio di
multilateralismo degli scambi riducendo il valore sovranazionale dell�Accordo
generale sulle tariffe ed il commercio (GATT)
5
. Anche dopo l�affermazione
del principio del multilateralismo comunque, tali accordi sono rimasti in
vigore ed anzi, verso la fine degli anni Ottanta, si registra una crescente
diffusione di intese commerciali a livello di singole imprese e di singoli paesi
che prevedono lo scambio di merci contro merci. Vengono, da allora,
adottati non pi� solo negli scambi tra l�Occidente e i paesi dell�Est, ma anche
negli scambi tra i Paesi occidentali e i Paesi in via di sviluppo, tra i Paesi
occidentali e i Paesi produttori di petrolio ( in particolare nei periodi in cui
diminuiscono la domanda o il prezzo del petrolio ), tra i Paesi dell�Est e i
Paesi in via di sviluppo, tra Paesi in via di sviluppo ( scambi Sud-Sud), e tra
Paesi industrializzati ( scambi Nord-Nord )
6
. Attualmente, per�, le operazioni
in compensazione hanno ben poco in comune con il baratto e si riferiscono a
scambi caratterizzati da un livello di reciprocit� diverso in ogni operazione e
5
Cfr. F. Dick, op.cit., p. 8.
6
Cfr. Luisa Valle, �� Il Countertrade �� in ��I contratti del commercio, dell’ industria e del mercato finanziario ’’ di
Francesco Galgano, 1995, p. 1229.
6
con riferimento non pi� solo a merci, ma anche a prestazioni di servizi di
natura finanziaria e non. Sebbene da un punto di vista tecnico il countertrade
assuma un ampia variet� di forme e nonostante la finalit� originaria del
baratto fosse quella di evitare l�utilizzo di moneta, attualmente, le transazioni
che coinvolgono scambi di merci non regolati monetariamente sono molto
rare
7
.
1.2 Definizione di countertrade e diffusione
Con il termine countertrade si intende fare riferimento a quelle transazioni
internazionali regolate totalmente o parzialmente con merci o servizi, ovvero
regolate in moneta, ma in base ad un accordo per compensare in quote, forme
e tempi definiti, i flussi valutari delle controparti, non escludendo peraltro la
possibilit� di trasferire a terzi le obbligazioni contrattuali
8
. Cos� inteso, non �
pi� assimilabile al commercio senza moneta, ma costituisce un insieme di
operazioni estremamente differenziate e lo stesso baratto, il quale rappresenta
l�idea di base del fenomeno degli scambi in compensazione, non solo viene
attuato ad un livello di sofisticazione ben lontano dallo schema originario
tipico delle economie non monetarie o post-belliche, ma ha sub�to una
profonda evoluzione. Le due controparti dell�operazione si propongono
quindi non l�esclusione dei regolamenti monetari, bens� un loro bilanciamento
per quanto riguarda la componente in valuta convertibile. Utilizzando tale
7
Cfr. G. Marchesi, op. cit., p 20- 21.
8
Cfr. F. Dick,op. cit.., p. 2; anche Valle ne d� una definizione simile a p. 1215.; come pure Foglio,op. cit., p.
7-8.
7
definizione , il countertrade comprende un insieme assai eterogeneo di
tipologie, solo in minima parte di tipo tradizionale e tipiche dell�esperienza
degli scambi internazionali maturata nella prima parte del secolo scorso.
Molto spesso esse presentano carattere innovativo e livelli diversi di
complessit� tale da renderle uniche e difficilmente standardizzabili e
classificabili. Il countertrade arriva cos� ad abbracciare una vasta gamma di
forme che vanno dalla semplice transazione commerciale ai pi� complessi
progetti industriali; in relazione ai suoi contenuti e alle modalit� di
svolgimento essa pu� cos�, per il paese proponente, costituire uno strumento
di finanziamento oppure rientrare in un disegno pi� ampio di pianificazione o
programmazione del sistema economico e, per l�impresa, rappresentare non
una operazione da sub�re ma un aspetto del proprio processo di
internazionalizzazione
9
.
Oltre alla difficolt� di realizzare un inventario dei vari tipi di operazioni, va
sottolineato come esse non siano n� indicate separatamente nelle statistiche
del commercio internazionale n� soggette a segnalazioni specifiche nei paesi
industrializzati. Di fronte alla riservatezza sulle operazioni concluse, in
particolare quelle commerciali, e alla consuetudine delle imprese di includere
la compensazione industriale nell�ambito del contratto principale di fornitura-
rendendo cos� difficile cogliere l�intera dimensione dell�operazione- non esiste
concordanza sulle modalit� e su gli strumenti di analisi e di stima, e i diversi
organismi nazionali ed internazionali forniscono valutazioni divergenti
9
Cfr. Claudio Porzio, ��Gli scambi in compensazione: tipologie e servizi bancari di supporto �� in Rivista
di Diritto Valutario e di Economia Internazionale, Milano, 1988, p.112-114. ; anche Foglio, op. cit., p. 10.
8
sull�effettiva incidenza del fenomeno. Ulteriori difficolt� derivano dalla
diffusione del countertrade in aree geografiche diverse da quelle che erano
tradizionalmente interessata dal fenomeno. Ad ogni modo, secondo gli studi
effettuati sulla proliferazione di accordi di countertrade da parte del Fondo
Monetario Internazionale, si stima che il fenomeno rappresenti solo l�1% del
commercio mondiale nel periodo 1980-92; il GATT invece, pure escludendo
gli scambi effettuati nell�ambito di accordi bilaterali di pagamento, pone all�8%
il limite massimo dell�incidenza del countertrade sul commercio mondiale
sottolineando per� come la consistenza attuale sia presumibilmente inferiore.
Un altro studio concluso dal Segretariato dell� OCSE, dopo aver effettuato
una analisi dell�incidenza del fenomeno nelle diverse aree geografiche,
contesta le stime compiute sia dal Fondo Monetario Internazionale che dal
GATT e attribuisce al countertrade una quota pari al 4,8% del commercio
mondiale
10
. Per quanto riguarda i paesi industrializzati, che da soli coprono
oltre 60% del commercio mondiale, tale fenomeno si riferisce
prevalentemente ai paesi dell�est europeo e pu� essere quantificato in circa il
15% dell�interscambio complessivo mentre nei confronti di quelli produttori
di petrolio tale quota non dovrebbe superare il 2%. Mentre poi, all�interno dei
paesi industrializzati, la quota del 2% � imputabile prevalentemente ad accordi
nel settore delle telecomunicazioni e dell�aviazione civile e militare, nei paesi in
via di sviluppo e tra questi e quelli ad economia pianificata o di recente
trasformazione neoliberista, tale quota di interscambio in modalit�
10
Cfr. A. Foglio, op. cit., p. 22, ne sottolinea l�ostilit� confermando come solo l� UNCTAD e
l�UNCITRAL siano favorevoli a tali opportunit� di scambio.; F. Dick,op. cit., p. 3-4 risulta pi�
prudente.
9
compensatoria oscilla in una fascia che va dal 15% al 30%
11
.E� bene ricordare
che il fenomeno potrebbe essere pi� sottovalutato di quanto si creda sia per la
carenza di statistiche in merito sia per l�ostilit� che gli organismi internazionali
nutrono verso questa tecnica di scambio.
1.3 Motivazioni per il suo utilizzo
Le ragioni per le quali un paese o un privato utilizzano tecniche di
countertrade, si argomentano a seconda del livello al quale vengono svolte le
contrattazioni : a livello governativo, e in tal caso nell�ambito di politiche
economiche ben definite; o a livello di societ� di trading e di altre imprese del
settore industriale o terziario. Abbiamo gi� visto che, tendenzialmente, i paesi
pi� deboli finanziariamente subiscono i contraccolpi delle recessioni
economiche con ripercussioni ben pi� deleterie sulle loro posizioni debitorie
nei mercati del credito. Infatti, � proprio la mancanza di riserve valutarie
straniere, una delle principali ragioni per cui tali Paesi sono costretti a
rivolgersi a nuove tecniche di importazione. A loro volta le agenzie nazionali
per il credito all�esportazione (ECGD per gli Usa, COFACE per la Francia,
SACE per l�Italia,ecc�) si trovano ad affrontare, in momenti di crisi, assai pi�
numerose richieste di rimborso da parte degli esportatori nazionali assicurati
in concomitanza con un pi� alto tasso di insolvenza della controparte
debitrice. Il consequenziale aumento dei premi richiesti provoca l�effetto di
ridurre il numero di imprese disponibili ad esportare nei paesi a rischio di
11
Cfr. C. Porzio, op. cit., 115-118.; anche A. Foglio, op. cit.., ne parla a p. 24.
10
credito e il livello di importazioni necessarie alle economie degli stati pi�
vulnerabili diminuisce incessantemente. Sotto questo aspetto, il countertrade,
da parte dei paesi in via di sviluppo, � utilizzata come una tecnica finanziaria a
scopo commerciale
12
.
Tale fenomeno assume invece delle caratteristiche di pura tecnica
commerciale in quei paesi capaci di pagare le proprie importazioni ma che,
essendo in una fase di piena industrializzazione e avendo ricevuto ingenti
investimenti esteri negli apparati produttivi, ricercano nuovi sbocchi nei
mercati internazionali sfruttando la competitivit� dei loro prodotti con un
basso costo della manodopera locale. Altra motivazione per l�utilizzo di
questa tecnica, in prevalenza espressa dai paesi dell�Est Europa, riguarda la
priorit� nelle importazioni: le merci classificate come non essenziali o di lusso
possono essere soggette a compensazione mentre quelle fondamentali
vengono pagate in contanti
13
.
Vi � poi , tutta una serie di ragioni per le quali l�utilizzo di questo strumento �
stato conseguenza della diminuzione della mancanza di fiducia nel commercio
internazionale, in quanto, per molti anni, le tipologie di restrizioni adottate
avevano caratteristiche di barriere non tariffarie come limitazioni legislative
all�esportazione, sussidi domestici, azioni anti-dumping e dazi doganali
compensatori, specialmente nei Paesi in via di sviluppo caratterizzati da una
scarsa propensione a regimi democratici. Infine, come ho gi� accennato
12
Cfr. F. Dick, op. cit., p.10-11. anche A. Foglio, op. cit.., ne parla a p. 25.
13
Cfr. F. Dick., op. cit., p. 12-13.
11
precedentemente, il countertrade � stato visto, nell�accezione di contratto
industriale, come un modo per importare alta tecnologia, know-how,
materiale strategico per i sistemi di difesa nazionali, per costruire grossi
impianti industriali, il cui prezzo veniva compensato con parte della
produzione
14
.
1.4 Critiche ed esternalità negative e positive
Malgrado venga ritenuto da parte di alcuni che il countertrade rappresenti per
i Paesi in via di sviluppo l�estrema risorsa, i maggiori organismi internazionali
(Fondo Monetario Internazionale, OCSE, Commissione dell�Unione
Europea, le autorit� del GATT, attuale OMC ) hanno tuttavia mostrato serie
preoccupazioni per la diffusione di tali tecniche di contrattazione in quanto
esse costituirebbero un pericolo per il mantenimento dei liberi rapporti di
mercato. L�uso del countertrade ha in effetti inevitabili implicazioni con le
norme poste a tutela della concorrenza
15
. Pu� infatti causare lo sviluppo di
imprese che sono disposte o preparate ad accettare beni in compensazione, a
discapito di altre che non lo sono; fa s� che la scelta delle merci da importare
non venga indirizzata verso la qualit� o i prezzi migliori, in quanto
l�importazione costituisce esecuzione dell�obbligo di countertrade; pu�
condurre a condizione di oligopolio o monopolio e alla riduzione delle
14
Cfr. A. Foglio, op. cit.., ne a p. 25-26.
15
Cfr. OECD, �� Countertrade: Developing Country practices ��, Paris, 1985, p. 87.
12
imprese che operano in ambito internazionale
16
. Si pongono a tale proposito i
problemi della determinazione della normativa antitrust applicabile e dei limiti
territoriali della sua applicazione. Inoltre alcuni esperti in materia non hanno a
loro volta sottaciuto gli inconvenienti che gli scambi in compensazione
potrebbero portare con s�: il pericolo di alterazione dei prezzi rispetto a quelli
comandati dalle leggi di mercato
17
. Inoltre un�operazione di countertrade (ad
eccezione delle forme pi� semplici ) ha di solito tempi molto lunghi di
attuazione e coinvolge spesso soggetti terzi rispetto a quelli che partecipano
originariamente alla contrattazione; per questi motivi pu� presentarsi molto
complessa comportando pesanti rischi ed incognite che si manifesteranno nel
corso della sua esecuzione. Infine, spesso, i paesi con forte indebitamento
estero ricorrono alla compensazione offrendo quelle loro risorse che erano gi�
destinate al pagamento dei debiti in precedenza contratti. I critici sottolineano
ancora gli effetti negativi che derivano ai Paesi in via di sviluppo dalla
mancanza di confronto reale e diretto con i mercati esteri, con la domanda
effettiva del mercato, con il concetto di produttivit�. Il countertrade
rappresenta indubbiamente una risposta di tipo bilaterale a un problema che
invece andrebbe risolto in sede il pi� possibile multilaterale. Questo
ovviamente comporta una serie di conseguenze facilmente intuibili, prima fra
tutte quelle relative all�abbandono al sistema della specializzazione
internazionale che aumenta la vulnerabilit� e la rigidit� degli scambi
18
.
16
Cfr. OECD, op. cit., p. 88-89.
17
Cfr. L. Valle, op. cit., p. 1230-1231.
18
Cfr. C. Porzio, op. cit., p. 118 ; anche A. Foglio, op. cit.., ne parla a p. 27.
13
Secondo Sergio Alessandrini, uno studioso italiano, gli scambi in
compensazione sono �� una politica commerciale riduttiva in quanto:
riducono e distorcono i flussi commerciali; pregiudicano le opportunit� di
esportazione delle piccole e medie imprese; non contribuiscono ad allentare o
a risolvere i vincoli commerciali economici e finanziari del commercio;
esprimono una progressiva bilateralizzazione degli scambi; abbandonano i
criteri di efficienza economica e di specializzazione produttiva; usano il modo
distorto le risorse produttive nazionali creando una concorrenza perversa e
artificiosa punte, riducono la trasparenza nella disciplina del commercio
internazionale���.
Il countertrade presenta per� numerose esternalit� positive nel momento in
cui viene concepito come rimedio alle difficolt� che altrimenti impedirebbero
ad alcuni paesi di permanere sulla scena del commercio internazionale. Infatti,
offre la possibilit� di finanziare l�interscambio in situazioni in cui il credito
commerciale da parte dell�esportatore o di valuta convertibile da parte
dell�importatore, penalizzerebbe o renderebbe addirittura impossibile la
nascita dell�operazione commerciale; migliora la posizione sui mercati di
sbocco e permette di realizzare nello stesso tempo l�acquisto di materie prime
sovente a migliori condizioni; stimola le esportazioni e pi� in generale gli
scambi commerciali dell�industria nazionale; favorisce la politica di scambio
volta al miglioramento della bilancia commerciale e permette cos� di non
aggravare la perenne mancanza di liquidit� dei paesi deboli finanziariamente;
infine , aiutando a superare barriere protezionistiche, procura vantaggi che
14
consistono nell�apertura verso nuovi mercati per quei paesi poco competitivi
che hanno cos� la possibilit� di distribuire prodotti che non avrebbero
altrimenti ingresso nei mercati esteri
19
. C�� da aggiungere inoltre, che i governi
di molti paesi in via di sviluppo, con problemi di scarsit� di valuta
convertibile, hanno posto severe restrizioni sui movimenti di capitale creando
notevoli problemi alle societ� multinazionali occidentali nell�esportazione dei
fondi di pertinenza delle proprie consociate estere. Negli ultimi anni alcuni
accordi di countertrade sono stati quindi motivati dalla necessit� di trasferire
fondi in valute non convertibili tra societ� con fondi congelati ad altre con
necessit� di utilizzarle per investimenti locali, spesso con contestuale stipula di
un prestito parallelo tra le rispettive case madri. Ecco cos� che la necessit� di
quelle imprese di ampie dimensioni e operanti sui mercati mondiali, ha creato
i presupposti per la diffusione presso gli intermediari finanziari internazionali
di nuove modalit� di intermediazione, tra le quali possono essere comprese
negoziazioni non regolate in monet,a ma in tutto o in parte con la cessione di
altre attivit� finanziarie, ponendo in essere una sorta di countertrade
finanziario. Infatti, al fine di favorire la trasferibilit� dei crediti di dubbia
esigibilit�, in particolare di quelli erogati a Paesi in via di sviluppo, � nato un
mercato secondario dei prestiti in cui gli scambi possono assumere diverse
forme tecniche. Tali operazioni si sono diffuse poich�, attraverso complesse
triangolazioni, alcuni istituti di credito sono riusciti a ridurre la propria
esposizione debitoria verso i Paesi latino-americani cedendo parte dei prestiti
19
Cfr. L. Valle, op. cit., p. 1229-1230. anche C. Porzio, op. cit., p. 118 ; A. Foglio, op. cit.., ne parla a p. 28.
15
a societ� interessate ad effettuare investimenti in quei paesi
20
. Quanto ho
appena accennato evidenzia il ruolo degli intermediari finanziari e in primis
degli istituti di credito sia a livello di banche centrali nazionali, per quanto
riguarda gli accordi a livello intergovernativo, sia a livello di banche d�affari o
di semplici finanziatrici, nel caso di contratti di compensazione stipulati tra
privati. Tale operativit� sar� dettagliatamente trattata nel capitolo 5.
1.5 Oggetto di scambio
Un ultimo breve accenno � da farsi con riguardo all�oggetto del contratto di
countertrade. La maggior parte degli attori coinvolti negli scambi in
compensazione ( societ� di import-export o trading companies, banche
centrali e private, societ� specializzate negli appalti internazionali, industrie
manifatturiere e di raffinazione, societ� di servizi, ecc.) preferirebbero avere a
che fare con transazioni che coinvolgano merci all�ingrosso ampiamente
negoziate sulle principali piazze commerciali, in modo da avere il beneficio
che il loro acquisto o la loro vendita seguano le regole di determinazione del
prezzo comandato dal mercato. Sfortunatamente, le merci coinvolte nel
countertrade sono spesso di una variet� poco scambiata ed � per questo che si
presentano due possibilit� : o l�esportatore sottoposto all�obbligo contrattuale
di contro-acquisto garantisce un sussidio sotto forma di sconto alla trading
company che rivender� le merci a terzi; oppure l� importatore garantisce un
20
Cfr. C. Porzio, op. cit., p. 120.; anche A. Foglio, op. cit.., ne parla a p. 27-28.
16
disaggio all�esportatore sul valore effettivo delle merci date a titolo di
compensazione.
Tale sconto quindi sar� in funzione delle merci oggetto di countertrade :
prodotti commercializzati come metalli, cereali, petrolio, cotone; prodotti
meno commercializzati come minerali, carbone, metalli poco pregiati;
prodotti chimici all�ingrosso, legname, derrate alimentari, materiali grezzi,
semilavorati, materiali di consumo, macchinari, impianti industriali;
prestazioni di servizi come il trasporto marittimo e aereo o su strada, servizi
professionali e turistici, servizi di ricettivit� alberghiera, ecc..
21
21
Cfr. F. Dick, op. cit., p. 92-93. .simile C. Porzio, op. cit., p. 119 ; anche A. Foglio, op. cit.., ne parla a p.
25-26.