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stellette, e recante sull’elsa la scritta “Italia”, circondato da fron-
de d’alloro.
Il buon Gianpaolo Pansa, nel 1991, decise di intitolare il suo libro
sulla RSI, già in parte pubblicato nel ’70 col titolo “L’esercito di
Salò”, “IL GLADIO E L’ALLORO”, spiegando, in un’intervista,
che “…quando se ne saprà di più si vedrà che, soprattutto nella
sua prima fase, accanto ai partigiani bianchi, c’era tanta gente che
veniva dall’esercito di Salò. E questo potrebbe spiegare anche la
scelta di quel nome”.
1
Come avrebbero detto i rivoltosi del Maggio francese, “Ce n’est
qu’un debut” di un assalto massmediatico che dal 1990 al 1992 -
con una particolare veemenza nei mesi seguenti la rivelazione
della struttura - darà corpo alla più clamorosa e fragorosa opera
di desinformazia mai attuata in Italia, facendo impallidire il ri-
cordo di Willi Munzenberg, il deputato comunista tedesco inven-
tore, negli anni Venti, delle “marce per la pace” e dei “comitati
degli intellettuali” per il disarmo, strumenti di bontà al servizio di
Mosca.
Il tutto avverrà con la complicità di settori politicizzati della Ma-
gistratura e di uomini politici moderati, pavidi oppure intenti a
giocare una loro partita politica e sotto la regia della Sinistra, ai
cui apparati politico-informativi la “Gladio bianca” servirà ad at-
tutire o impedire, presso la pubblica opinione, la divulgazione,
dagli archivi dei Paesi dell’Est di recente o prossima apertura, di
“Gladio rossa” e dei finanziamenti imbarazzanti di PCUS e di
KGB al PCI, oltreché a rilanciare l’idea del “grande complotto”
anticomunista e di un'unica centrale (atlantica, fascista, piduista)
dietro tutte le stragi italiane del dopoguerra. Presteranno la loro
1
"Una storia iniziata a Salò", colloquio con Gianpaolo Pansa, L'ESPRESSO, 14 apri-
le 1991.
3
opera al disegno anche alcuni “borghesi gentiluomini” come Li-
bero Gualtieri e qualche giornalista de “La Repubblica”, testa di
ponte dell’assalto contro Gladio, il cui nome è stato poi trovato,
grazie all’Archivio Mitrokhin, sul libro paga dei Servizi Segreti
Sovietici.
Di questa operazione, il cui unico risultato pratico sarà il definiti-
vo indebolimento, in seguito allo scioglimento della struttura,
della capacità di reazione ai sistemi di infiltrazione, di controllo
delle notizie, di gestione della pubblica opinione, fattori di incal-
colabile rilevanza strategica per la dottrina dell’interesse naziona-
le, abbiamo esaminato tecniche, strategie e motivazioni, che pre-
sentiamo nei prossimi capitoli.
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CAPITOLO I
I FATTI
Ufficialmente, la questione Gladio nasce dall’indagine condotta
dal Giudice Istruttore del Tribunale di Venezia, dottor Felice
Casson, sulla strage di Peteano, in Friuli, vale a dire l’uccisione,
avvenuta nel 1972, di tre carabinieri (ed il ferimento di un quarto)
dilaniati da una bomba piazzata su un’automobile abbandonata.
Per quel reato – caso più unico che raro nella storia dello stragi-
smo italiano – vi è un condannato, reo confesso: il terrorista neo-
nazista Vincenzo Vinciguerra.
Partendo dalle “rivelazioni” di Vinciguerra (di cui vedremo in
seguito l’entità e la rilevanza strategica che avranno
nell’operazione disinformativa) Casson inoltra, il 19 gennaio
1990, una richiesta al Presidente del Consiglio Giulio Andreotti
intesa ad acquisire documentazione utile ad accertare “se nel pe-
riodo 1972-73-74 siano stati effettuati nel Friuli-Venezia Giulia
trasferimenti dei depositi (segreti) di armi, munizioni ed esplosivi
a disposizione dei servizi di sicurezza”
2
.
Il Governo ritiene di aprire alle esigenze della Magistratura gli
archivi dei servizi segreti “e di far conoscere al Parlamento la
portata esatta di alcuni passaggi storici che avevano condotto, an-
che in passato, a strumentalizzazioni o a conclusioni fuorvianti”
3
.
Così, nel luglio 1990, Casson può prendere conoscenza di tutti i
documenti inerenti l’operazione “Gladio”, che viene così uffi-
cialmente svelata.
2
Relazione sulla vicenda "Gladio", presentata dal Presidente del Consiglio dei Mini-
stri (ANDREOTTI) al Senato della Repubblica, comunicata alla Presidenza il 26 feb-
braio 1991, pag.12.
3
Relazione ANDREOTTI, pag.36.
5
Inizia allora una sequenza di azioni politiche, giudiziarie ed edi-
toriali che, intrecciandosi strettamente fra di loro, per due anni
consecutivi – ma con ulteriori, sporadici ed apparentemente e-
stemporanei ritorni di fiamma, anche in epoca recente, nei due
lustri a venire – accrediteranno ad ogni livello l’idea della Gladio
come strumento principale di quella “strategia della tensione”, di
matrice atlantica, che avrebbe bloccato la crescita, impedendone
la conquista del potere, da parte del Partito Comunista Italiano.
Nessuna delle inchieste avviate dalla Magistratura sulle possibili
deviazioni di Stay Behind (10 ad hoc e 6 riaperture di casi giudi-
ziari insoluti del passato, dalla strage di Peteano all’Italicus,
dall’omicidio Insalaco alla scomparsa del giornalista Mauro De
Mauro) è mai approdata a nulla , rimanendo in piedi solo un pro-
cedimento giudiziario contro Inzerilli e Martini, nelle loro vesti,
rispettivamente, di ex Capo di Gladio ed ex Capo del SISMI, ri-
guardante la distruzione di documenti attinenti la Sicurezza dello
Stato, dai quali sarebbe stato possibile risalire a reati avvenuti
prima del 1972 (reati commessi non si sa da chi e comunque pre-
scritti); la legittimità della Gladio è stata sancita da documenti
inoppugnabili, anche se sostanzialmente trascurati dalla stampa;
lo schema della regia unica delle stragi e del “doppio Stato” è
oggi smontato dalle ricerche meno viziate dalla propaganda, con
il suggello delle autorevolissime riflessioni “autocritiche” di
Giovanni Pellegrino.
Nel biennio 90-92, però, Gladio diventa sinonimo di ogni nefan-
dezza ed i 622 gladiatori, traditi nell’impegno, loro garantito,
dell’anonimato, si trovano ad essere additati come autori di pec-
cati inconfessabili o strumenti di disegni antidemocratici.
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Prima di occuparci delle tecniche della manipolazione, e di deli-
nearne i protagonisti, ripercorriamo in rapida sequenza i principa-
li eventi di quei ventiquattro mesi di fuoco di artiglieria.
aprile 90
- Il Capo di Stato Maggiore della Difesa lavora ad una relazione
sull’Organizzazione Gladio, richiestagli il mese precedente dal
Presidente del Consiglio;
- il giudice Casson si reca dal Presidente del Consiglio Andreotti
per avere l’autorizzazione ad accedere agli archivi del SISMI;
- viene pubblicato l’articolo di Marcella Andreoli su “Panorama”,
il primo che rivela, anche se indirettamente, le inchieste del ma-
gistrato lagunare.
luglio 90
- Casson inizia la visione degli archivi del Servizio;
- 8 articoli sulla stampa fra giugno e luglio.
agosto 90
- Il Direttore del SISMI (Martini) emana una direttiva interna che
prevede di iniziare l’addestramento dei gladiatori per poter indi-
viduare indizi di attività della criminalità organizzata;
- il Presidente del Consiglio accetta alla Camera e alla Commis-
sione Stragi di riferire sul caso Gladio;
- 29 articoli sulla stampa.
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ottobre 90
- Andreotti trasmette alla Commissione Stragi la relazione su
Gladio;
- 200 articoli sulla stampa.
novembre 90
- Andreotti presenta la sua relazione al Senato, stigmatizza
l’iniziativa di Martini per l’impiego dei gladiatori in funzione an-
ti-criminalità organizzata, dispone lo scioglimento
dell’Organizzazione;
- 4 Procure inviano al Servizio 8 richieste di documentazione;
- 800 articoli sulla stampa.
dicembre 90
- La Procura di Roma sequestra tutto il carteggio della gladio;
- 4 Procure inviano al Servizio 4 richieste di atti;
- 230 articoli sulla stampa;
- Inzerilli (capo di Gladio dal 1974 al 1986, gli anni cruciali
dell’Organizzazione, e l’unico a difenderne in toto l’onorabilità e
la legittimità) viene indiziato di favoreggiamento dalla Procura di
Venezia. Seguiranno le incriminazioni per cospirazione politica,
costituzione di banda armata ecc. dalle varie Procure, tutte con-
clusesi con l’assoluzione.
gennaio 91
- Esplosione del Piano Solo, con relative polemiche sugli omissis;
- dimissioni dell’On. Segni dal Comitato Parlamentare di
Controllo sui Servizi (COPACO). Verrà sostituito da un altro
democristiano, Tarcisio Gitti;
8
- pubblicazione delle liste dei gladiatori;
- Andreotti accusa Martini;
- 4 Procure inviano al Servizio 9 richieste di atti;
- 400 articoli sulla stampa.
marzo 91
- Audizione del Presidente della Repubblica Cossiga da parte del
COPACO;
- l’Avvocatura di Stato esprime parere di legittimità;
- Casson viene inquisito dalla Procura di Roma per violazione del
segreto (sarà scagionato);
- 3 Procure inviano al Servizio 4 richieste di atti;
- 200 articoli sulla stampa.
settembre 91
- Inzerilli viene silurato alla promozione;
- 13 articoli sulla stampa.
ottobre 91
- Martini viene incriminato per cospirazione politica;
- la Procura di Venezia trasferisce gli atti a Roma per incompe-
tenza territoriale;
- 57 articoli sulla stampa.
novembre 91
- Autodenuncia del Presidente della Repubblica Cossiga, per gli
stessi capi di imputazione di Inzerilli e Martini;
- 52 articoli sulla stampa.
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gennaio 92
- Pubblicazione della relazione Gualtieri, Presidente della Com-
missione Stragi;
74 articoli sulla stampa.
febbraio 92
- Pubblicazione della relazione del COPACO;
- Richiesta di archiviazione della Procura di Roma;
- 95 articoli sulla stampa.
Da allora sino a fine giugno gli articoli sulla stampa scendono a
meno di 20 al mese ed inizia lo smantellamento degli apparati di-
sinformativi, sempre pronti comunque ad essere reimpiegati.