Introduzione
come si vedrà nel terzo capitolo, la rassegna del Vinitaly ha
accompagnato l’industria enologica italiana, fino a diventare la prima
manifestazione mondiale in campo vinicolo, battendo analoghi eventi
svolti in altri Paesi. Se dal punto di vista turistico questa città vive di
stereotipi come il mito di Giulietta e Romeo, dal punto di vista storico
Verona rappresenta una città unica, come testimoniano le
innumerevoli e prestigiose vestigia architettoniche. Infatti, la città
scaligera raccoglie in essa tutta una serie di palazzi, monumenti,
chiese e musei che testimoniano le diverse epoche di dominazione, da
quella romana a quella degli Scaligeri, dalla dominazione della
Serenissima a quella austriaca. Una città unica perciò, il cui
patrimonio culturale è stato consacrato anche dalla 24^ sessione
dell’Unesco. Per quanto riguarda l’analisi delle principali risorse e
iniziative che vengono svolte durante l’anno a Verona, è stata
effettuata una scelta abbastanza particolare, basata su dati riguardanti
le visite ai vari monumenti. L'arco temporale preso in analisi riguarda
il decennio che decorre dal 1990 al 2000 anche se per alcune iniziative
è stato incluso anche l’anno 2001. Le principali fonti da cui è stato
possibile fare questo studio sono, nell'ordine di importanza
quantitativa: l'APT 13, la Direzione Musei di Castelvecchio, la
Camera di Commercio, l’Ente Autonomo Fiere di Verona, la
Fondazione Arena, l'Estate Teatrale Veronese, la Fondazione “Verona
per l’Arena”, Eventi s.r.l. e alcune indagini apparse su organi di
informazione locali. Purtroppo va sottolineato il fatto che in questa
città, durante la raccolta dei dati, non viene fatta alcuna distinzione,
fatta eccezione per gli arrivi e per le presenze, tra turisti italiani e
Introduzione
stranieri all’ingresso dei monumenti e musei. Da qui qualche difficoltà
nelle scelte da compiere per questa analisi. Nonostante ciò, ulteriori
informazioni sono state ottenute effettuando delle interviste personali
ad alcuni operatori del settore i quali, grazie alla loro disponibilità,
hanno saputo confermare in modo concorde, quali fossero le risorse
che catturavano l’attenzione del turista straniero in questa città. Ecco
la motivazione per cui, nel terzo capitolo, è stato dato rilievo
principalmente a tre luoghi di attrazione: l’Arena, la Casa di Giulietta
e il Teatro Romano. Riguardo alla seconda risorsa presa in
considerazione, sicuramente si potrà obiettare sul fatto che essa non
costituisca una vera e propria testimonianza storica come invece lo
sono le altre due e, in effetti, è così; ma il fatto che la città scaligera
sia conosciuta in tutto il mondo è proprio grazie a questa struttura,
come verrà confermato anche all’interno del quarto capitolo relativo
all’immagine di Verona sulla stampa straniera. Infatti, su quasi tutti gli
articoli analizzati, questa città d'arte viene designata come la capitale
dell’amore, una città nella quale ogni anno arrivano migliaia di
missive, da tutti gli angoli del mondo, da disperati innamorati ai quali
risponde puntualmente il Club di Giulietta. Una città nella quale
numerosissime coppie, soprattutto straniere, amano celebrare il loro
matrimonio o festeggiare il loro anniversario in luoghi suggestivi che
rievocano il passato dei due amanti più celebri nella storia della
letteratura. Ecco il perché di questa scelta. Sempre nel terzo capitolo è
stato inserito un breve paragrafo relativo al cosiddetto "Pozzo
dell'Amore". Quest'ultimo, pur essendo un manufatto antico di secoli,
solo di recente è diventato una vera e propria attrazione turistica, tanto
Introduzione
da essere inserito, da pochi anni, nel percorso Montecchi-Capuleti.
Riguardo all’Arena, certamente la sua fama è associata alla stagione
lirica; luogo sacro per gli appassionati, carico di storia e di cultura,
richiama milioni di spettatori da ogni Paese. Dal lontano 1913, anno
dell’inaugurazione ufficiale della grande manifestazione che si svolge
ogni estate nell’anfiteatro, centinaia di rappresentazioni delle opere
più conosciute ed amate si sono avvicendate su questo palcoscenico,
attirando un pubblico meno rigoroso rispetto ai teatri tradizionali,
come famiglie, giovani, turisti e curiosi. Accanto all’Arena, anche il
Teatro Romano contribuisce a polarizzare l’attenzione internazionale
verso la città. In questo luogo si svolge ogni anno il tradizionale
Festival Shakespeariano e può essere considerato, grazie alle sue
rassegne intese a promuovere le forze emergenti del jazz nazionale,
anche il tempio del jazz veronese. Ma Verona non è solo storia,
cultura e tradizione: all’interno della città scaligera si trova tutta la
cucina veneta, florida di tradizione, sostanziosa e fantasiosa. Infatti, la
varietà del territorio veronese ha fatto sì che la tradizione culinaria si
potesse avvalere di prodotti agricoli di straordinaria qualità
arricchendo la tavola di prodotti tipici locali che, con l’andar del
tempo, hanno trovato un enorme consenso da tutti coloro che visitano
la città, costituendo così un ulteriore elemento che contribuisce a
colpire l’attenzione del turista straniero e magari, a farlo ritornare.
Queste motivazioni costituiscono le principali ragioni per cui il turista
straniero decide di visitare la città Verona, una città orgogliosa del
proprio patrimonio artistico-culturale come lo dimostra una targa
posta sulla porta di Piazza Bra’, in vista dell’Arena, sulla quale vi
Introduzione
sono incisi alcuni versi di Shakespeare tratti da “Giulietta e Romeo”
che ogni abitante della città conosce a memoria: “Non c’è mondo
fuori dalle mura di Verona…”.
Aspetti dell’economia di Verona
1
ASPETTI DELL’ECONOMIA DI VERONA
1.1 Il territorio veronese
La provincia di Verona costituisce un territorio ricchissimo di
documenti paleontologici, che attirarono l’attenzione dei naturalisti
sin dal primo sorgere della ricerca scientifica moderna; questa
realtà costituisce nel suo insieme una zona unitaria grosso modo
ovoidale
1
. L’intero territorio è divisibile in quattro settori
2
: il
settentrionale del Baldo culmina in Valdritta, il settentrionale dei
Lessini culmina nella Cima di Posta ed entrambi degradano a sud
verso i due rispettivi settori delle colline del Garda e delle Grandi
Valli Veronesi. La dorsale del Baldo e la catena dei monti Lessini
costituiscono l’estrema barriera occidentale della Prealpe veneta e
il loro displuvio stabilisce, grosso modo, il confine amministrativo
con la provincia di Trento con la quale il Veronese comunica
mediante la Valle dell’Adige. Verso occidente il confine naturale
del Veronese è delimitato dalla riva del Garda e dal Mincio, oltre il
quale il territorio amministrativo si estende, per l’influenza del
centro economico di Peschiera
3
. Verona sorge lungo la grande via
naturale di comunicazione sudeuropea che dall’oriente balcanico
percorre la zona pedemontana subalpina. La città è posta a giusta
1
Angelo Pasa, Maria Vittoria Pasa, Sandro Ruffo, “Verona e il suo territorio”, vol.I, Istituto per gli
studi storici veronesi, MCMLX, pag.5.
2
Ibid.
3
Ibid.
Aspetti dell’economia di Verona
distanza dalle sedi di tappa di Vicenza e Brescia, in corrispondenza
del guado di Castel San Pietro, protetta a Nord da un colle di facile
difesa. A questo centro, così favorito commercialmente e
militarmente, fa riferimento l’importante via commerciale del
centro Europa, scendente per la via fluviale e terrestre della Val
d’Adige, dove Trento ed Isera indicano i punti di tappa. La zona di
Verona venne a costituire, sin dalle prime occupazioni umane, un
centro, particolarmente favorito dalla posizione fisica, a cavallo del
massimo fiume subalpino attraverso la catena alpina. Grazie al suo
clima e alla sua vegetazione lasciava, nell’ambiente, delle foreste
ampie e delle zone aperte, ricche di fauna per l’economia dei
popoli cacciatori e facilmente trasformabili in coltivazioni nelle
subentranti civiltà agricole postglaciali.
Dall’epoca romana a quella delle invasioni barbariche, dal dominio
degli Scaligeri a quello dei Veneziani e degli Austriaci, la storia del
territorio veronese ha quasi tremila anni
4
. Come accennato, esso
comprende zone di montagna, di collina, di pianura e la sponda del
lago di Garda ed è, infine, attraversato dall’Adige. La ferrovia e
l’autostrada Milano-Venezia separano nettamente la zona
montuosa da quella pianeggiante. La prima vanta prodotti famosi
fin dall’antichità: i marmi ed i vini, esportati in tutto il mondo; la
seconda, un’agricoltura progredita, con importanti frutteti e grosse
industrie di trasformazione. Ci sono infine i cinquanta chilometri
della Riviera degli Olivi (da Peschiera a Malcesine), località
rinomata per la forte affluenza di turisti durante la stagione
4
Fonte internet: www.tourism.verona.it/pages/provincia.htm
Aspetti dell’economia di Verona
primaverile ed estiva. L’area del Basso Veronese comprende molta
parte del territorio piano posto a sud di Verona e della Padana
superiore. La pianura veronese è attraversata dall’Adige e presenta
tutta una serie di corsi d’acqua che costituiscono la fonte
dell’attività agricola, fra le più sviluppate d’Italia
5
. Essa presenta,
inoltre, grossi centri importanti sia dal punto di vista storico che
artigianale (mobili d’arte) e industriale. Questo paesaggio esercita
un fascino delicato e poetico soprattutto nella stagione autunnale
grazie ai suoi colori caratteristici e suggestivi. L’area della
Lessinia, invece, comprende una zona montana-collinare
immediatamente a nord di Verona, conformata ad una specie di
altopiano, solcato da profonde valli, degradante verso la pianura.
Un territorio nato dal mare decine di milioni di anni fa, come
testimoniano i reperti fossili marini che vi si trovano in
abbondanza
6
. La fascia del territorio posta a quota più alta è oggi a
vocazione turistica, sia per la stagione estiva sia per la possibilità di
fare sport invernali. La parte collinare si contraddistingue, invece,
per la sua ricchezza di olivi e viti, che donano olio di delicato
sapore e superbi vini. Anche questa parte dell’altopiano lessinico si
presenta al mercato turistico con interessanti offerte legate alla
gastronomia ed ai tipici prodotti locali, nonché al suo patrimonio
naturalistico-ambientale ed a quello di ville e di abbazie che la
caratterizza
7
. Proseguendo negli itinerari del territorio veronese,
sempre maggior importanza ha acquisito, negli ultimi anni, la
5
Ibid.
6
Ibid.
7
Ibid.
Aspetti dell’economia di Verona
Valpolicella. Abitata fin dalla preistoria, essa conserva stazioni
Neolitiche seguite da “castellieri” e villaggi antichi. La
Valpolicella offre un’ottima ospitalità con hotel di ogni categoria,
ristoranti, trattorie tipiche, agriturismo, “osterie” e cantine dove si
possono degustare i prodotti del luogo: salumi, formaggi, piatti
caratteristici veronesi e, ovviamente, vini. Il vino Valpolicella
classico, oltre al Recioto e all'Amarone, viene prodotto nella zona
comprendente i comuni di Negrar, Marano, Fumane,
Sant’Ambrogio e S.Pietro in Cariano
8
. Infine, ma non meno
importante, troviamo la parte veneta del Garda, la Riviera degli
Olivi. Ricca di castelli, ville d’epoca e di chiesette romaniche
circondate da olivi secolari dai quali è derivato il nome della
sponda, essa ha saputo far innamorare poeti, scrittori ed artisti di
ogni epoca. Ma ancor oggi, con la sua ricchissima vegetazione
spontanea, il suo clima mediterraneo, i suoi paesaggi dai mille volti
e le sue offerte enogastromoniche, questo tratto del Garda, che nel
tempo fu anche importante crocevia nella civiltà europea, rimane
una delle più ambite mete di ogni viaggio in Italia o nel Veneto.
8
Ibid.
Aspetti dell’economia di Verona
1.2 Il movimento demografico veronese
La provincia di Verona, insieme con quelle di Vicenza e Padova,
delinea una vasta area che concentra la maggior ricchezza del Veneto
9
.
Collocata centralmente su una direttrice che congiunge Milano a
Venezia, si estende su una superficie prevalentemente pianeggiante.
La popolazione veronese presenta una dinamica sostenuta, dato che il
tasso di incremento è stato nell’ultimo decennio di quasi il 3%
annuo
10
. L’espansione demografica è imputabile per la quasi totalità ai
consistenti flussi migratori in entrata, che, alimentando le classi
centrali di età, accrescono l’offerta di lavoro.
Il tasso di crescita del 2000 è stato superiore a quello del 1999 in tutte
le province venete. La popolazione della provincia di Verona è di
829.501 abitanti, di cui 257.477
11
residenti nella città capoluogo.
Rispetto all’anno 1999 la città scaligera ha avuto un incremento della
popolazione pari allo 0,97%. Il numero dei residenti, sia per quanto
riguarda la regione, che la città, è il risultato di due diversi movimenti:
quello naturale e quello migratorio, nel quale, a sua volta, vanno
distinte le componenti migratorie da e per l’estero da quello interno.
Infatti, un fenomeno molto rilevante è l’entità del trasferimento di
domicilio in senso stretto, vale a dire quello analizzato con riferimento
ai Paesi stranieri. A questo proposito, occorre sottolineare come il
Veneto, negli ultimi anni, sia diventato un importante punto di
destinazione di numerosissimi flussi d’immigrati, principalmente
9
“Verona economica”, Servizio Studi della Camera di Commercio di Verona, pag.1.
10
Ibid.
11
Comune di Verona, “Annuario statistico 2000”, serie IV, N.12, Verona, luglio 2001, pag.67.
Aspetti dell’economia di Verona
legate alle necessità di manodopera delle aziende locali, in particolare
quella meno specializzata a basso costo. Il tasso d’occupazione (50%),
pur essendo significativamente superiore alla media italiana, è il più
basso a livello regionale, preceduta dalla sola Rovigo
12
.
Disaggregando per settori, l’occupazione a livello provinciale è
assorbita prevalentemente dal terziario (commercio, turismo, credito,
trasporti, servizi e P.A.). Tuttavia, se si leggono i dati della provincia
scaligera nel contesto italiano si coglie un forte peso del
manifatturiero in termini di addetti. Soddisfacente appare invece la
performance del tasso di disoccupazione, valutato intorno al 4,7%
13
,
che comunque pone in situazione di svantaggio la provincia scaligera
rispetto ad altri contesti provinciali veneti, soprattutto in riferimento ai
dati rilevati per le fasce giovanili e le donne.
12
“Verona economica”, Servizio Studi della Camera di Commercio di Verona, pag.1.
13
Ibid.
Aspetti dell’economia di Verona
Tab. 1: Movimento migratorio da e per l’estero nel Veneto.
Elaborazione: Unioncamere del Veneto su dati ISTAT.
NUOVI ISCRITTI CANCELLATI SALDO
PROVINCE
E REGIONE
1998 1999 2000 1998 1999 2000 1998 1999 2000
Belluno 682 861 928 271 287 354 411 574 574
Padova 2.020 3.151 4.216 481 599 604 1.539 2.552 3.612
Rovigo 482 650 733 126 117 139 356 533 594
Treviso 3.764 5.200 5.507 927 909 1.042 2.837 4.291 4.465
Venezia 1.672 2.061 2.946 466 695 614 1.206 1.366 2.332
Verona 3.272 4.416 5.191 724 766 824 2.548 3.650 4.367
Vicenza 3.631 4.869 5.479 798 837 1.078 2.833 4.032 4.401
Veneto 15.523 21.208 25.000 3.793 4.210 4.655 11.730 16.998 20.345
Aspetti dell’economia di Verona
L’analisi degli andamenti per provincia mette in evidenza ovunque
saldi positivi, eccetto a Belluno
14
, dove il saldo 2000 è stato
esattamente della stessa entità di quello del 1999 mentre, in tutte le
altre province si sono registrati incrementi, talvolta anche
considerevoli. E’ il caso, per esempio, di Padova, di Venezia e di
Verona.
Al contrario di altre realtà provinciali venete (come soprattutto
Vicenza e Treviso) dove, di fronte al capoluogo, fanno da
“contraltare” grossi centri periferici, come Schio, Tiene, Bassano,
oppure Cornegliano e Vittorio Veneto, creando una propria realtà
cittadina policentrica, nella “città di Giulietta” non solo abitano circa
un terzo degli abitanti della provincia, che salgono a quasi la metà se
si considerano anche i comuni immediatamente periferici, ma anche le
cittadine più popolose della provincia, Legnago e Villafranca, arrivano
al massimo ad avere poco più di un decimo ciascuna rispetto alla città
scaligera. La prima è una zona, la cosiddetta “Bassa” che, da anni, è in
costante crisi economica e in calo demografico e la seconda troppo
vicina a Verona per costituire una realtà a sé.
14
Istat,“Relazione sulla situazione economica del Veneto nel 2000”, Venezia, giugno 2001,pag.41.
Aspetti dell’economia di Verona
1.3 I settori economici della provincia
Verona costituisce uno dei vertici del triangolo d’oro dell’economia
veneta, che abbraccia oltre il territorio scaligero, anche le province
confinanti di Padova e Vicenza. Il baricentro economico provinciale
coincide con quello demografico e si colloca in prossimità del comune
di S. Giovanni Lupatoto
15
. La struttura produttiva, tipicamente
polisettoriale, è caratterizzata da alcuni comparti produttivi formati da
una pluralità di imprese, che si concentrano in specifiche aree del
territorio provinciale: il marmo e i mobili sono le due specializzanti
produttive tipiche nelle quali la provincia è leader a livello nazionale.
Le aziende dei due comparti appaiono fortemente integrate secondo
logiche distrettuali e sono collocate rispettivamente nell’Alta veronese
e nell’estremità meridionale. L’area di produzione del mobile vede la
concentrazione di un numero molto alto di imprese su un territorio di
diciotto comuni
16
. La lavorazione del marmo nell’area a nord di
Verona, composta da quattro comuni
17
, vanta invece un’antica
tradizione che risale al Medio Evo ed oggi presenta un tessuto di
piccole e medie imprese molto innovative e tecnologicamente
avanzate. La Valpolicella e la Valpantena sono le zone ove ha sede il
nucleo principale delle aziende attive che estraggono e lavorano i
marmi. La provincia scaligera detiene la leadership fra le province
venete per partecipazione alla produzione complessiva regionale
15
Verona economica, Servizio Studi della Camera di Commercio di Verona, pag.2.
16
Ibid., pag.3.
17
Ibid., pag.4.
Aspetti dell’economia di Verona
nell’agricoltura
18
. Infatti, l’agricoltura veronese, storicamente favorita
da condizioni geologiche e climatiche particolarmente propizie, ha
visto crescere negli ultimi decenni in qualità, quantità e varietà la sua
produzione, innovata da sistemi e tecnologie avanzate, stimolando lo
sviluppo di un’industria alimentare sempre più competitiva nei
mercati del mondo. Una menzione a parte, data la specifica
destinazione, va fatta per le olive e l’uva da vino, che consentono la
produzione di rinomati vini DOC, che costituiscono oltre un sesto
dell’intera esportazione italiana. Per quanto riguarda il comparto
olivicolo, con la produzione d’oli vergini d’oliva di qualità, specie
sulla costiera del Garda, ha ricevuto riconoscimenti anche da parte
dell’Unione Europea
19
. La produzione veronese di olio extravergine
d’oliva interessa la vasta zona collinare che dai pendii dei Monti
Lessini scende fino a Valeggio sul Mincio attraverso i territori dei
numerosi comuni che si affacciano a varie altitudini sulla sponda
veronese del Lago di Garda. Quantitativamente limitata, ma
qualitativamente molto apprezzata, la tradizionale produzione
dell’Extravergine veronese sta acquisendo una rinomanza ed un
prestigio particolari, grazie ad un vasto pubblico di consumatori.
Riconosciuto come prodotto a Denominazione di Origine Protetta
dalla Comunità Europea, quest’olio è tutelato dai Consorzi di Tutela a
cui aderiscono produttori delle diverse aree di produzione (Garda,
colline Veneto-Valpolicella).
18
Ibid.
19
Ibid.