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Il fenomeno si e´ presentato nella nostra realta´ sociale ed e´ per questo che
pian piano si e´ sviluppata una sensibilizzazione sempre maggiore. Ma non e´
ancora sufficiente: la maggior parte delle persone e´ riluttante e non disposta ad
una discussione sull´ argomento. Il piu´ delle volte il tema risulta come un tabu´:
abbiamo delle false e stereotipate concezioni rispetto alla cultura altra, diversa.
Vorrei che attraverso questa mia relazione, il tema fosse motivo di dibattito e
discussione per meglio comprendere le ragioni di fondo di questa pratica e per
un maggior interessamento e sensibilizzazione nei confronti di questo
fenomeno.
Penso che bisogna trattare questo argomento non dal punto di vista puramente
occidentale, considerato quale trucida e barbara pratica, ma anche dal punto di
vista della cultura Africana.
Non possiamo imporre il nostro modo di vedere e di concepire i diritti umani ad
altre culture e societa´ che non hanno la base sociale ed istituzionale concreta
per sviluppare in maniera analoga a quella occidentale il concetto dei diritti
umani.
Si tende ad esprimere il concetto dei diritti umani in maniera universale.
Universale e´, a ben intendersi, il modo di vedere e di pensare occidentale.
L´ influenza occidentale, dominante all´ origine dello sviluppo delle norme
internazionali sui diritti umani, e´ ora solo una delle influenze culturali nello
sviluppo degli standard internazionali dei diritti umani. Il suo contributo allo
sviluppo dei diritti umani e´ stato enorme ma non unico; altre culture hanno
apportato significanti contributi al concetto collettivo della dignita´ umana.
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Sebbene il concetto occidentale dei diritti umani fu introdotto nei sistemi legali di
molte culture non occidentali, attraverso il colonialismo e l´ influenza culturale
occidentale, non fu sempre una facile trasposizione.
Per molti nel Terzo Mondo, i diritti umani rimangono un concetto alieno e un
esempio di imperialismo culturale.
Inoltre la supposta protezione dei diritti umani e´ stata spesso vista quale
pretesto per un continuo intervento dei poteri coloniali occidentali negli affari
interni di tali stati sovrani.
La cultura tradizionale Africana era ed e´ oggi compatibile con i diritti umani, ma
con una concezione africana dei diritti umani, fondata in un contesto africano; e
non con le norme occidentali che inglobano la Dichiarazione Universale dei
Diritti Umani.
Dobbiamo riconoscere che in un mondo pluriculturale ogni cultura riconosce i
diritti umani alla sua maniera.
Essendo rivolti ad un pluralismo culturale e opposti ad un relativismo culturale,
cio´ ci permette di raggiungere un consenso universale sulla base dei diritti
umani condivisi dalle diverse culture.
E´ essenziale conciliare il concetto di diversita´ con quello di universalita´.
Dobbiamo aver rispetto delle altre e diverse culture, ma tale rispetto non puo´
conciliarsi di fronte a pratiche, quale la mutilazione genitale femminile, che
violano l´ integrita´ fisica della persona.
Cio´ che credo sia importante e´ il modo in cui si puo´ intervenire per abolire tali
pratiche, senza pero´ criticare la cultura altrui. Bisogna portare avanti un
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discorso dal punto di vista educativo: i paesi che praticano la mutilazione hanno
bisogno di uno sviluppo concreto dal punto di vista sociale ed economico.
Non imporre la propria cultura, ma cercare di adeguare gli standards
internazionali dei diritti umani alla vera realta´ sociale Africana.
La relazione si sviluppa su cio´ che il mondo occidentale ha iniziato
concretamente a sviluppare per sradicare tale pratica.
In America, grazie al caso di una ragazza toganese, che dopo molte esperienze
negative e´ riuscita ad ottenere l´ asilo politico poiche´ era fuggita dal suo paese
perche´ temeva di essere sottoposta alla pratica della mutilazione, e´ stata
modificata la legge dei precedenti: ora le donne che non vogliono sottoporsi a
tale pratica possono fare domanda di asilo perche´ perseguitate dal loro status
di donne, appartenenti ad un determinato gruppo sociale.
Le donne, devono avere la possibilita´ di esprimersi: non si puo´ perpetrare tale
pratica su bambine che non possono esprimere la loro opinione. Se, ci deve
essere un consenso cosciente, conoscendo inoltre le diverse conseguenze
della pratica, soprattutto dal punto di vista fisico e psichico.
In Europa , come ho detto prima , si e´ venuti a conoscenza di questa pratica,
attraverso l´ immigrazione. Il rito viene praticato illegalmente, poiche´ e´
perseguibile dal punto di vista penale.
Negli ultimi anni sono state emanate anche delle leggi specifiche per “debellare“
il fenomeno in Europa., vedi li caso del Regno Unito e la risoluzione approvata
dal Parlamento europeo nel 2001 riguardo alla pratica delle mutilazione ed alla
possibilita´ di far richiesta d´ asilo.
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Ma lo strumento legale non e´ sufficiente ed non e´ efficace. Si rivolge a
persone, che prive di un livello culturale adeguato sono legate alla tradizione. In
Europa e in ogni altra terra di immigrazione, il ripetersi del fenomeno e´ legato
anche al problema della non integrazione degli immigrati. E´ probabile che,
ritrovandosi in un nuovo contesto culturale potenzialmente ostile, o
semplicemente incomprensibile, l´ individuo legga nelle proprie usanze l´ unico
vero legame che, ancora ed indelebilmente, lo unisce alla cultura da cui deriva
e sia spinto a praticarle anche quando queste si scontrano con la morale locale,
o addirittura con la legge.
Per meglio comprendere il fenomeno, bisogna anche inoltrarsi in territorio
africano e vedere come negli ultimi anni, in alcuni stati , si e´ presa coscienza
del fenomeno e come si e´cercato di sradicarlo.
Esistono gia´ delle leggi sostanziali in Sudan e in Somalia, in altri stati le donne
africane hanno preso coscienza delle conseguenze di tali riti e si sono ingeniate
per trovare dei riti alternativi di iniziazione che non violino l´ integrita´ fisica della
persona ( vedi Gambia )
Questo percorso educativo per sradicare la pratica della mutilazione genitale
femminile e´ un percorso lungo, ma che sta gia´ dando i.suoi frutti.
Sradicare elementi culturali, cosi´ radicati nella coscienza umana, non e´ un´
impresa facile, ma sappiamo che un giorno tale pratica verra´ completamente
abbandonata e lo status sociale della donna trovera´ finalmente riconoscimento
sulla scena internazionale in maniera sostanziale e non solamente formale.
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1. COSA SONO I DIRITTI UMANI: UN’ INTRODUZIONE
E´ difficile trovare un periodo nella storia dell´ umanita´ dove la questione dei
diritti umani ha avuto cosi´ grande rilevanza in teoria e in pratica come quello
che si e´ sviluppato dal 1948 a oggi. Mai la questione dei diritti umani e´ stata
oggetto di cosi´ grande attenzione.
L´universalizzazione della questione dei diritti umani, un fenomeno caratteristico
della nostra era, e´ stata associata con l´ internazionalizzazione politica e legale
dei diritti umani. I diritti umani non interessano piu´ dal punto di vista storico,
filosofico e dottrinale, ma sono diventati una materia legata al diritto sostanziale
e alla politica. Dal punto di vista politico e giuridico si sono evoluti dall´ essere
esclusiva materia del diritto nazionale in realta´ internazionale.
Non vi e´ dubbio che al giorno d´ oggi la questione dei diritti umani e´ regolata in
gran parte dal diritto internazionale.
La storia dei diritti umani si confonde con la storia dell´ uomo. Riflette le diverse
tappe che sono state segnate dall´ evoluzione del pensiero in generale e dalla
prassi. Gli stessi pensieri religiosi, filosofici e politici che analizzano e spiegano
la trama del modo di vivere in societa´ , fondano anch´ essi i diritti dell´uomo.
Tali diritti si articolano di idee e di concetti che li hanno forgiati e veicolati
nonche´ di strumenti che hanno potuto materialmente esprimerli e renderli
efficienti.
Grandi scoperte e grandi invenzioni hanno marcato e cambiato la storia dell´
uomo. Le grandi scoperte scientifiche e tecniche hanno soppresso la meraviglia
dell´ uomo.
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Dapprima situato in un mondo finito, l´ uomo ha visto i confini che lo
circondavano inabissarsi di fronte alle scoperte tecniche e scientifiche.
Ma l´ uomo e´ rimasto sempre l´ uomo sapiens di 2000 anni fa: le sue braccia si
sono ingrandite per l´ invenzione di nuovi utensili, ma la sua anima e´ rimasta la
stessa; cio´ ha provocato un disquilibrio tragico e pericoloso per il futuro dell´
umanita´.
Obbedendo ad una legge dialettica contrastante che reagisce di fronte ai fatti
sociali, certi uomini e donne si sono sentiti ancora piu´ determinati a lottare per
la protezione dell´ essere umano, in uno spazio che non e´ piu´ a misura d´
uomo e che in ogni istante li minaccia e cerca di annientarli.
Questi uomini e queste donne tentano di proteggere la persona umana dietro
una barriera giuridica, fatta di valori propri e di prescrizioni legali, ma purtroppo
tale barriera e´ in mano alla volonta´ degli stati che perseguono per lo piu´ i loro
interessi e che si attaccano alla loro sovranita´ e alla loro pretesa e illusoria
uguaglianza.
I crimini contro l´ umanita´ e l´ ineguaglianza che il mondo intero ha conosciuto
in un passato recente e che per certi aspetti sono ancora una crudele realta´,
hanno fortificato la determinazione degli uomini e delle donne di impegnarsi
nella lotta in favore dei diritti della persona umana.
Ecco perche´ i trascorsi 40 anni sono stati segnati dallo sforzo costante di
enunciare, promuovere e proteggere i diritti inalienabili dell´ uomo e dei popoli.
Nel quadro di questo sforzo di riflessione e di azione, le Nazioni Unite hanno
avuto un ruolo capitale e determinante.
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Ciascuno cerca di legare l´ istituzione dei diritti umani a delle origini lontane,
facenti parte della sua cultura o comunita´.
Gli europei si legano al pensiero greco-classico e gli asiatici a Confucio. Gli
africani affermano che il rispetto della persona umana e´stato prescritto nelle
societa´tradizionali dell´ Africa precoloniale.
Ma la storia dei diritti dell´ uomo non appartiene a nessun popolo: i diritti
dell´uomo non sono l´ esclusiva di nessuna epoca, di nessun luogo, di nessuna
cultura.
E´ con la concezione aristotelica del diritto naturale che si ha il punto di
cristallizzazione della credenza nell´ esistenza e nella primarieta´ di un diritto
risultante dalla natura delle cose di cui la legge di una societa´ non e´ che un´
espressione e un complemento e che milita a favore di cio´ che deve o non
deve essere.
La societa´ medioevale, ci appare come una societa´ i cui principi base sono all´
opposto dei diritti dell´ uomo. E´ essenzialmente ingiusta e discriminatoria.
“E´ totalmente errato voler far risalire le origini dei diritti dell´ uomo a dei sistemi
sociali che non conoscono la condizione fondamentale dell´ esistenza dei diritti
dell´ uomo, cioe´ l´ idea della liberta´ e dell´ uguaglianza.”
L´ uguaglianza e la liberta´ sono state conquistate dagli uomini in un´ epoca
recente e il concetto di solidarieta´ e´ stato coniato dall´ONU quale societa´
internazionale organizzata per le necessita´ della sopravvivenza.
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1.1. L´evoluzione nel concetto dei diritti umani.
Nell´ evoluzione del concetto “diritti umani” si sono sviluppate diverse teorie
facenti capo a diverse correnti di pensiero o meglio contrapposizione di blocchi.
Vorrei soffermarmi brevemente solo per meglio definire e comprendere lo stadio
odierno del tema diritti umani, di come si e´ arrivati ad un concetto di
universalizzazione dei diritti umani.
Sone tre le visione con cui si analizza il concetto diritti umani: la visione
occidentale, quella socialista e quella dei paesi del Terzo Mondo.
Nella concezione occidentale alcuni criteri e diverse dottrine hanno concorso a
formare il concetto di diritti umani. L´ aspetto predominante della concezione
occidentale afferma che l´ esistenza di diritti e liberta´ inerenti alla natura umana
e lo status di individuo emergono al di sopra dello stato e al di sopra di tutte le
organizzazioni politiche. Tali diritti si attribuiscono all´ essere umano, e non
sono la conseguenza di essere cittadino di uno stato. Inoltre si afferma che l´
essere umano e´ soggetto di diritto internazionale.
Tale visione dei diritti umani si lega alla tradizione democratica dei paesi
occidentali, la quale accetta il pluralismo ideologico e culturale e il sistema
pluripartitistico.
Negli ultimi 30 anni la concezione occidentale si e´ evoluta: dalla vecchia
concezione individualistica ad una concezione che riconosce non solo i diritti
civili e politici ma anche l´ effettivita´ dei diritti economici, culturali e sociali
perche´senza di essi i diritti civili non hanno una base materiale e sono una
formula vuota e senza realta´. Inoltre per sgravare lo stato dal problema della
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protezione dei diritti umani sono state create dell´istituzioni ad hoc a livello
nazionale.
Nel gruppo occidentale fa parte anche l´ Europa Occidentale. La menziono
poiche´ vi e´ stata in questa area uno sviluppo notevole nella protezione
internazionale dei diritti umani a livello regionale, quale esempio per la
comunita´ internazionale intera.
E´ l´ esempio di come si puo´ operare a livello locale avendo sempre presente il
concetto di universalita´. I due concetti non confliggono ma i due regimi
possono combinarsi ed armonizzarsi nelle diverse situazioni.
La concezione socialista presenta diversita´ d´ approccio sul concetto dei diritti
umani.
Il punto di partenza e´ la concezione marxista. Le teorie socialiste non
accettano l´ origine del diritto naturale quale diritto dei cittadini; non accettano l´
idea che il diritto dei cittadini riflette la relazione tra l´ uomo e la societa´. La
base e´ la societa´ organizzata in uno stato: tali diritti dovrebbero esprimere la
relazione tra lo stato e i cittadini. Vi e´ un´ enfasi sul ruolo dello stato che situa i
diritti umani in una diversa posizione rispetto alla concezione occidentale. Lo
stato rappresenta gli interessi dei cittadini, i cittadini non possono avere dei
diritti che contrastano con quelli dello stato. Inoltre tale ruolo primario che si
conferisce allo stato nega che vi possa essere qualsiasi forma di controllo
internazionale. L´ individuo si deve comportare secondo cio´ che lo stato gli
prescrive, perche´ tale comportamento corrisponde all´ interesse della societa´.
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La visione del Terzo Mondo presenta difficolta´ d´ analisi poiche vi sono diverse
culture, diverse forme di colonizzazione che hanno influito alla formazione della
comunita´ moderna.
Non vi e´ un concetto comune sui diritti umani, ma vi e´ un´ uniformita´ di
condizioni quali il sottosviluppo, la situazione politica ed economica che
permettono una certa uniformita´ d´ approccio al tema dei diritti umani.
La realta´ sociale ed economica del Terzo Mondo porta a dare maggior
importanza ai diritti economici sociali e culturali che sono alla base della
formazione di ciascun individuo. L´ idea dello sviluppo economico ha la priorita´
rispetto alla garanzia dei diritti civili e politici.
La maggioranza dei paesi del Terzo Mondo afferma che il risolvere i problemi
riguardanti la malnutrizione, la poverta´ e l´ educazione ha la priorita´ rispetto
all´ affermazione dei diritti formali, i quali sono sconosciuti e non riscuotono
interesse nelle masse affamate e ignoranti.
Inoltre bisogna guardare alla situazione politica e sociale: mancano strutture
istituzionali ed amministrative stabili ed efficienti, vi e´ la mancanza di rispetto
dei metodi costituzionali e la non libera manifestazione del pensiero politico.
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1.2. Definizione dei diritti dell´uomo
Non si puo´ dare una definizione soddisfacente del termine “diritti dell´uomo”.
Il problema e´ che non esiste un concetto globale che ricomprende tutte le
diverse culture e societa´: “ l´ espressione diritti umani “ e´ un concetto relativo
che varia nelle diverse societa´, regioni e circostanze.
Che sul nostro pianeta esista una diversita´ di “ culture “ o di “civilizzazioni “ e´
un fatto che non puo´ o che almeno non dovrebbe essere contestato, ma cio´
che risulta importante e´ che cio´ che, esteriormente, fa apparire gli uomini
diversi dovrebbe essere giudicato come del tutto secondario nei confronti di cio´
che li rende simili ed uguali.
Un nucleo di diritti umani si ritrova anche nelle piu´ primitive delle societa´, ma
gli strumenti per la protezione di tali diritti sono stati elaborati piu´ tardi : ciascun
gruppo etnico, ciascuna ideologia ha cercato di formulare dei concetti per
metterli a servizio dell´ obiettivo da perseguire. I diritti dell´ uomo sono cosi´
soggetti a delle tensioni perpetue intorno alle quali si creano scuole e tendenze
che comunque si scontrano con la nuova idea dell´ universalismo.
Si e´ arrivati in tempi recenti ad una concezione globale, ad una sorta di sintesi
imposta dall´ evoluzione dell´ umanita´ verso un mondo unico.
Questa concezione dell´universalismo si e´ sviluppata dal crollo dell´ Unione
Sovietica, dalla non piu´ contrapposizione dei blocchi Occidente e Oriente: non
abbiamo piu´ una visione bipolare e possiamo considerare i diritti umani in una
visione globale e universale, rispettando pur sempre le diverse culture e
civilizzazioni.
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Il nuovo sviluppo e la nuova attenzione rivolta ai diritti umani deve essere
caratterizzato da un dialogo cross- culturale che porti ad una condivisione di
valori che possono essere cosi´ considerati universali ed essere salvaguardati:
solo attraverso un interagire tra le culture si puo instaurare un dialogo e una
conoscenza reciproca da cui scaturisce una societa´ multiculturale che impara
dagli “ altri “ e che puo´arricchire e migliorare un´ altra societa´.
Allo stato attuale i diritti dell´uomo risultano principalmente dai trattati e dalle
convenzioni liberalmente ratificate dagli stati, nonche´ dalle regole facenti parte
dei diversi costumi.
I diritti dell´ uomo si presentano dunque come un´ insieme coerente di principi
giuridici fondamentali che si applicano in tutto il mondo sia agli individui che ai
popoli e che hanno lo scopo di proteggere le prerogative inerenti all´ uomo e a
tutti gli uomini considerati collettivamente in ragione dell´ esistenza di una
dignita´ umana facente parte della loro persona e giustificata dalla loro
condizione umana.
Delle prerogative riconosciute, un individuo o piu´ individui considerati
collettivamente e la condizione umana sono dei caratteri primari dei diritti
umani.
Per prerogative s´ intende il potere legale di fare o non fare qualcosa, o di
esigere o meno una prestazione. I diritti dell´ uomo e dei popoli presentano un
beneficiario ( individuo o gruppi di individui ) e un prestatore( principalmente i
poteri pubblici).
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Il beneficiario deve poter compiere certi atti o astenersi, senza che vi sia la
possibilita´ di proibire o di limitare il suo comportamento. E´ la legge che impone
dei limiti al comportamento umano e precisa i comportamenti vietati.
Il beneficiario non deve abusare dei poteri a lui attribuiti, poiche´ puo´ nuocere
agli altri individui. Perche´sia possibile la vita in societa´ bisogna che l´ esercizio
di diritti naturali di ciascun uomo sia limitato da dei diritti che assicurano ad altri
membri della societa´ l´ esercizio degli stessi diritti.
In maniera generale , l´ ordine pubblico e i diritti dei terzi sono le frontiere
inacessibili di tutti i diritti dell´ uomo e dei popoli. L´ intervento dello stato deve
essere bilanciato facendo riferimento alle sue prerogative statali messe pero´ a
confronto con i diritti dell´ uomo e i diritti dei terzi.
Le prerogative, sopra citate, esistono soltanto perche´ sono riconosciute. E´ tale
riconoscimento che le trasforma in diritti dell´ uomo, in qualche modo si realizza
la traslazione da diritti di pre-diritto a stato di diritto.
Il riconoscimento di tali prerogative deve avere un´ effetto internazionale. i diritti
dell´ uomo non concernono solamente gli stati presi in maniera isolata. L´
obbligo di rispettare tali diritti va oltre i confini nazionali. I diritti dell´ uomo si
considerano accettati dall´ insieme degli stati che formano la societa´
internazionale attuale, che si presenta come una comunita´ fondata
essenzialmente sulla solidarieta´.
Perche´ i diritti umani diventino una realta´ giuridica, bisogna che esista una
societa´ organizzata sotto la forma dello stato di diritto. La societa´
internazionale e´ fondata sul principio dell´ uguaglianza sovrana e sul principio
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del non-intervento. Cio´ implica concretamente che uno stato non puo´ essere
legato a delle decisioni che non ha accettato, significa inoltre che i diritti dell´
uomo esistono solo nella misura in cui uno stato li ha accettati a livello di
legislazione nazionale.
Bisogna pero´ fare una precisazione: il diritto internazionale fondato sui costumi
e sui trattati ha assorbito una parte dei diritti nazionali relativi ai diritti dell´
uomo, cosi´ tali diritti non sono piu´ di competenza nazionale, ma si risolvono a
livello internazionale.
Fanno parte di tali diritti i diritti fondamentali dell´ uomo, quali valori comuni
della societa´ umana. Nessuno stato puo´ invocare la sua sovranita´ per la
violazione di tali diritti e ciascun individuo ne e´ beneficiario senza considerare
la sua nazionalita´.
Inoltre in caso di violazione sistematica di tali diritti, si giustifica l´ intervento
della comunita´ internazionale per dei mezzi diversi dall´ uso della forza.
Il tutto per concludere che quando si e´ in tema di diritti umani, di violazioni
sistematiche di tali diritti o dei diritti dei popoli, non occorre il riconoscimento a
livello statale di tali diritti per conferire loro vita giuridica, si deve far riferimento
al diritto internazionale generale.
Tradizionalmente, il diritto internazionale conosce come soggetti gli stati e le
organizzazioni internazionali. E´ solo con esitazione che si interessa degli
individui.
All´ origine fu solo a nome di azioni umanitarie e per la protezione di certi diritti
naturali.