3
Il problema qui considerato
Lo studio e il confronto delle diverse prassi contabili in seno a
differenti paesi costituisce il campo d’indagine della Ragioneria
Internazionale.
Questa si distingue nettamente dalla Ragioneria Comparata
1
che si limita a constatare e descrivere i diversi modi di
concepire la funzione contabile e di attuarla all’interno delle
aziende e dei diversi Paesi.
Viceversa, la ragioneria internazionale si pone scopi diversi:
individuare le cause delle diversità al fine di superarle
laddove ciò sia possibile ed opportuno.
Opportuno perché la funzione contabile non è avulsa dalla
realtà aziendale, né può prescindere dall’ambiente nel quale
essa è inserita o al quale è destinata.
Pertanto, il fine è quello di conoscere e classificare gli
orientamenti teorici e pratici peculiari e di giudicarne la
necessità in relazione all’ambiente.
In questo senso, la ragioneria comparata è un approccio della
ragioneria internazionale, in quanto ne costituisce
l’indispensabile materiale di ricerca.
1
VIGANO’ – Ragioneria Internazionale – pag.820 e seguenti - 1991
4
Gli obiettivi non sono soltanto teorici, ma anche pratici:
dinanzi ad una sempre più evidente globalizzazione ed
internazionalizzazione dei mercati, si avverte l’esigenza di
verificare l’esistenza di condizioni armonizzanti prassi e teorie
contabili talvolta caratterizzate da diversità apparentemente
insormontabili.
Date queste necessarie premesse si può passare più
propriamente ad introdurre il tema di questo lavoro.
Nel corso degli anni, in letteratura sono state avanzate molte
spiegazioni per giustificare il perché di diversi comportamenti
contabili in seno a differenti contesti nazionali.
Tra i modelli suggeriti in dottrina per spiegare le diversità
intranazionali, la nostra analisi si soffermerà sul modello di
Nobes.
Le variabili alla base del modello ci consentiranno di
classificare gli orientamenti pratici e teorici dominanti
all’interno di ogni singola nazione. Nel nostro caso si è pensato
alla Svezia.
Pertanto, la nostra analisi verterà sulla classificazione del
comportamento contabile svedese secondo le variabili del
modello di Nobes.
5
L’applicazione di tali variabili alla Svezia ci consentirà di
delineare un quadro generale di riferimento nel quale
provvedere a collocare il sistema contabile dominante nella
realtà svedese.
Si tratta di una realtà fatta di imprese di dimensioni
contenute che costituiscono il tessuto economico di
riferimento al quale il sistema contabile è destinato.
In realtà, non trascureremo di fornire dei dati in merito alle
imprese di dimensioni maggiori.
Queste presentano un sistema di comunicazione contabile che
si differenzia da quello dominante. Ciò accade perchè esse
apportano esigenze diverse e peculiari.
In definitiva, quindi, l’obiettivo è da un lato, classificare il
comportamento contabile dominante nel contesto svedese e
dall’altro di tenere nella debita considerazione il
comportamento delle imprese, per la maggior parte di
dimensioni maggiori, che si discostano da tale sistema
dominante.
Non trascureremo, infine, di interrogarci sul perché il sistema
contabile dominante abbia assunto caratteri di un certo tipo.
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A tal fine, si cercherà di fornire una chiave di lettura
significativa: gli aspetti macro-economici del contesto
nazionale considerato.
CAPITOLO 1
International
Accounting
Cenni
sulla letteratura
esistente
7
1.1 Cenni introduttivi
La Ragioneria Internazionale nasce e si sviluppa
dall’osservazione delle diversità nella teoria e pratica contabile
di diversi paesi.
Muovendo dallo loro analisi, tale dottrina si propone in prima
istanza, di classificare gli orientamenti pratici e teorici peculiari
valutandone la coerenza con l’ambiente, ed in seconda istanza,
ove ciò risulti possibile, di superare le diversità di prassi e
teorie contabili.
1
L’obiettivo è quello di verificare la possibilità e l’utilità di
avviare processi di armonizzazione di prassi e teorie contabili.
Tale esigenza si avverte ancor più alla luce della crescente
globalizzazione dei mercati, nonché dalla possibilità di
comunicazioni sempre più istantanee e globali che
travalichino i confini nazionali e permettano lo scambio di
accounting technologies.
In dottrina si ravvisa un ampio consenso, dovuto alla
consapevolezza che una maggiore comparabilità di strumenti
contabili differenti comporti enormi benefici per gli users of
1
VIGANO’ - Un primo scopo che deve porsi alla Ragioneria Internazionale è quello di
individuare cause non solo formali che determinano quelle profonde diversità comparate al
fine,ove opportuno di superarle, magari per blocchi successivi di aggregazioni –
Ragioneria Internazionale – pag.820 e seguenti - 1991
8
financial information, tra cui in particolare, le società di
revisione.
2
Esistono tuttavia voci discordanti.
Choi & Mueller in un lavoro del 1992, evidenziano che alla
base di tale diversità risiedono caratteri culturali e socio-
economici peculiari alla maggior parte delle nazioni.
Tali caratteri non possono, né devono, annullarsi.
Tutto ciò significa che di fatto tale processo è inattuabile
poiché è impossibile uniformare le environmental variables da
cui tali diversità scaturiscono.
In realtà, negli anni si sono comunque registrate
contaminazioni tra i vari accounting systems.
Si pensi all’intensa attività di propagazione svolta in maniera
efficace dalle Multinational Enterprises – MNE’s.
3
Si tratta di imprese che producono e/o commercializzano beni
e servizi in due o più paesi.
Il loro ruolo nel trasferimento di accounting technologies da un
paese all’altro, è stato molto importante.
Infatti, la loro contemporanea presenza in più paesi, nonché la
necessità di produrre financial statements in ossequio ad
ordinamenti civilistici differenti, ha comportato la necessità
2
JUAN M. RIVERA – 1989 ; ROBERTS – 1995 ; GRAY - 1998
3
NOBES & PARKER – International comparative accounting - 2000
9
per gli investitori di familiarizzare con differenti financial
reporting systems.
Un’ulteriore spinta in tal senso è costituita dalla possibilità
per ogni singolo paese di migliorare il proprio sistema
contabile mediante l’osservazione di come altri sistemi hanno
reagito a problematiche analoghe.
4
1.2 I modelli di interpretazione delle diversità
intranazionali : Droupnik & Salter (1995)
Molti modelli sono stati suggeriti in dottrina per spiegare le
differenze nei financial reporting systems.
5
Tra questi, Gray (1988) suggerisce un modello basato su dei
fattori culturali che di fatto spiegherebbero tali diversità.
In realtà, un evoluzione di tale modello si ha nel 1995.
Si tratta del modello di Droupnik & Salter (D&S).
D&S provvedono ad individuare ben 17 variabili che
rappresentano la motivazione delle differenze nei financial
reporting systems.
4
NOBES & PARKER – International comparative accounting - 2000
5
CHOI & MUELLER – 1992 ; RADEBAUGH & GRAY – 1993 ; BELKAOUI - 1995
10
Queste variabili assumono caratteri peculiari in contesti
diversi e di fatto, spiegano le diverse accounting practices nei
contesti stessi.
Tavola 1
6
Le 17 variabili nel modello Doupnik&Salter
(1995)
1
NATURE OF BUSINESS OWNERSHIP AND
FINANCING SYSTEM
2 COLONIAL INHERITANCE
3 INVASIONS
4 TAXATION
5 INFLATION
6 LEVEL OF EDUCATION
7 AGE AND SIZE OF ACCOUNTANCY PROFESSION
8 STAGE OF ECONOMIC DEVELOPMENT
9 LEGAL SYSTEMS
10 CULTURE
11 HISTORY
12 GEOGRAPHY
13 LANGUAGE
14 INFLUENCE OF THEORY
15 POLITICAL SYSTEMS, SOCIAL CLIMATE
16 RELIGION
17 ACCIDENTS
6
DROUPNIK & SALTER - 1995
11
La presenza di un numero così elevato di fattori crea non
pochi problemi di natura applicativa.
Infatti, appare difficile riuscire a quantificare ognuna delle
variabili, e soprattutto stabilire in che modo e secondo quali
regole esse interagiscono al fine di determinare un peculiare
accounting system in un determinato contesto.
Ancora, la presenza di una variabile di tipo residuale
(accidents), testimonia la possibilità che anche fattori non
identificabili possano contribuire a determinare un accounting
system.
Infatti, in tale variabile, rientrano una serie di fattori casuali.
Una determinazione aprioristica di tali fattori casuali risulta
evidentemente complessa.
Il problema è pertanto di tipo pratico: determinare il
collegamento che permetta di chiarire in che modi tali fattori
interagiscono.
Inoltre, nel modello si parla di accounting practices.
In realtà, in alcuni Ordinamenti nazionali le rules coincuidono
con le practices, in altri, si riconosce alle imprese di poter
prescindere dalle stesse.
7
7
ROBERTS - 1995
12
Per esempio, la realtà italiana sperimenta una problematica di
questo tipo: il totale disinteresse da parte delle piccole e medie
imprese dei principi contabili in fase di redazione di bilancio
comporta una sfasatura tra aspetti de jure e aspetti de facto.
8
Tale sfasatura incide in maniera negativa in ambito
valutativo.
9
Inoltre, un modello che si limiti ad esaminare le differenze tra i
financial reporting systems limitatamente alle accounting
practices, di fatto offre una visione parziale di tali diversità,
dato che parte di queste diversità si legano a differenze dei
rispettivi ordinamenti giuridici.
Nel modello, ancora, si ravvisano variabili di tipo istituzionale.
Fattori quali : Culture, History, Geography, Religion
evidenziano una classificazione che tende a coincidere con i
singoli confini nazionali ( by countries ).
In realtà, in ogni contesto nazionale può sperimentarsi una
pluralità di sistemi contabili, per cui potrebbe non aver senso
una classificazione by countries.
10
Infatti, potrebbero ravvisarsi casi di paesi che seppur differenti
sperimentino sistemi contabili altamente standardizzati (
8
COLUCCI & RICCOMAGNO - 1999
9
NOBES – ( Abacus, Vol 34, No2, 1998)
10
ROBERTS - 1995
13
Irlanda e Gran Bretagna ), di converso casi in cui nell’ambito
dello stesso contesto nazionale si sperimentino più sistemi
contabili, ognuno dei quali imperniato su di una serie di
esigenze mostrate da categorie diverse di imprese.
1.3 Verso il modello di Nobes
Il contributo di Nobes è di notevole importanza nell’ambito
degli studi di International Accounting.
Già nel 1983, l’autore inglese si era segnalato in dottrina per
aver posto l’accento sulla necessità di giungere ad una
rigorosa classificazione delle measurement practices.
Nel corso degli anni, il suo pensiero segue un’evoluzione che lo
porta nel 1998 alla presentazione di un modello
sull’international differences in financial reporting.
La sua analisi trae spunto proprio dal modello D&S.
Infatti, l’autore inglese tenta di derivare un’iniziale
classificazione a due classi dei vari financial reporting systems,
sulla base di uno studio delle variabili che compongono il
modello D&S.
14
In una logica di classificazione a due classi, la maggior parte
delle variabili prese in considerazione nel modello precedente
sembrerebbero superflue, almeno per l’iniziale classificazione.
Nobes procede ad esaminare le singole variabili mostrando la
possibilità di una riduzione del numero delle stesse.
Si parte dalla prima variabile : nature of business ownership
and financing system.
1.3.1 Natura dell’assetto proprietario e sistema
finanziario
In dottrina si ravvisa che il financing system svolge un ruolo
fondamentale in termini di influenza sulle pratiche di financial
reporting.
Il passaggio logico alla base di tale convincimento è quello
delle modalità di approvvigionamento delle risorse finanziarie
da parte delle imprese.
Si distinguono tre tipi di financial systems :
11
11
ROBERTS - 1995
15
Capital market based - risorse approvvigionate in
mercati finanziari
Governmental credit based system - risorse allocate dal
governo centrale
Financial institutions credit based system - prevalenza delle
banche e di
altre istituzioni
finanziarie nel
concedere risorse
Tale distinzione deriva da un riscontro empirico che permette
di evidenziare nell’ambito dei principali paesi maggiormente
industrializzati una suddivisione del tipo :
Capital market based - GB e USA
Governmental credit based system - Francia e Giappone
Financial instituitons credit based system - Germania