Il percorso delle notizie
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Alle agenzie di stampa ed al flusso internazionale dell�informazione � dedicata
questa tesi, nel tentativo di investigare le dinamiche dell�informazione ed i
percorsi della notizia all�interno del sistema dei media della comunicazione.
L�approccio alla ricerca partir� dal mercato globale dell�informazione e
comunicazione sviluppatosi nel ventesimo secolo; nello specifico verr�
evidenziata posizione centrale ricoperta delle agenzie d�informazioni occidentali
nella diffusione i notizie, dati e informazioni di carattere politico, finanziario e
culturale a livello internazionale. La comunicazione su scala planetaria ha creato
un�interazione ed un�interdipendenza maggiore fra gli stati ma, al contempo, ha
emarginato vaste zone del pianeta che non hanno un facile accesso alle reti di
comunicazione. L�importanza di questi canali informativi e il loro potere
crescente ha rapidamente creato disuguaglianze e squilibri non solo nel flusso
d�informazione ma anche a livello di contenuti, al punto di creare nell�opinione
pubblica la necessit� di una riorganizzazione del sistema globale delle
informazioni. La risposta politica a questo tipo di necessit� si � avviata tra la fine
degli anni 70 e la prima met� degli 80 attraverso l�UNESCO e in particolare
tramite una serie di dibattiti, conferenze e commissioni sul tema di un �Nuovo
ordine mondiale di informazione e comunicazione� (NWICO).
Nella prima parte della tesi verr� tratteggiato il contesto storico e sociale, che
ha portato all�affermazione di un mercato globale dell�informazione in cui le
agenzie di stampa hanno acquistato una posizione centrale, inoltre saranno
analizzati i temi principali affrontati durante il dibattito sul flusso di informazione
internazionale.
L�interesse da parte dei sociologi della comunicazione nei confronti delle
agenzie di informazione � stata scarsa fino a quando il dibattito sul NWICO �
emerso. Assieme al dibattito si svilupparono i temi delle ineguaglianze nel flusso
di informazione, della rappresentazione non oggettiva dei paesi in fase di
sviluppo e della diseguaglianza nella distribuzione delle risorse tecnologiche della
comunicazione, che nel complesso penalizzavano un�informazione alternativa,
rispetto a quella delle agenzie globali dell�informazione. In questa fase saranno
Introduzione
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evidenziati gli attori principali coinvolti nel dibattito, quali l�UNESCO, la
Commissione Internazionale per lo Studio dei Problemi della Comunicazione,
meglio conosciuta come la Commissione MacBride, incaricata dall�UNESCO di
stilare un rapporto sui problemi della comunicazione alla fine degli anni �70,
Mustapha Masmoudi e Thomas L. McPhail, quali principali esponenti della
corrente terzomondista. Tale approccio analizzava la struttura internazionale
dell�informazione in termini di dipendenza Nord-Sud del Mondo e di
imperialismo elettronico e culturale. Inoltre, verr� dato spazio alle resistenze e
opposizioni da parte di USA, GB e pi� in generale da parte della stampa
occidentale quali sostenitrici di una politica internazionale della comunicazione
basata sulla libert� di stampa. Infine, la prima parte della tesi dar� una panoramica
sui motivi del fallimento del NWICO ed il successivo sviluppo di agenzie di
stampa e di meccanismi per lo scambio di informazioni nei paesi del Terzo
mondo.
Il secondo capitolo della tesi � dedicato all�attuale sistema delle agenzie di
informazione, ponendo particolare attenzione al ruolo delle telecomunicazioni e
delle nuove tecnologie che hanno permesso all�informazione di muoversi su piani
transnazionali. Inoltre, al fine di chiarire le dinamiche che hanno permesso a tre
agenzie di informazione, la Associated Press, la Reuters e la Agence France
Presse, di imporsi nel sistema dell�informazione internazionale, verr� ricostruita la
genesi delle tre agenzie fino ad arrivare ad un�analisi della situazione attuale.
Il terzo capitolo cercher� di stabilire un legame fra le cornici teoriche della
comunicazione ed il mercato dell�informazione, inoltre dedicher� una sezione ad
un aspetto importante del flusso di informazione che sono i criteri che rendono
un qualsiasi evento notizia.
La sezione finale della tesi si concentra sullo studio di un caso, rappresentato
dalle agenzie di informazione nei paesi dell�Europa centro-orientale, nello
specifico le agenzie di stampa, presenti in Ungheria, Repubblica Ceca e Polonia.
Il percorso delle notizie
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La scelta di analizzare tali organi di informazione � legato alle trasformazioni
politiche e sociali che i paesi in questione stanno attraversando, dopo la caduta
dei regimi socialisti.
Tali trasformazioni hanno investito anche il sistema di informazione dei paesi
in esame, modificandone in parte la loro funzione. Da canali di propaganda, i
media dell�informazione in Ungheria, Polonia e Repubblica Ceca si stanno
progressivamente spostando su un piano pi� puramente informativo,
indipendente ed autonomo. Nel quarto capitolo verr� fornita un�analisi del ruolo
e delle funzioni dei media della comunicazione, in particolare delle agenzie di
stampa, durante i regimi socialisti. Saranno analizzati gli elementi caratterizzanti i
media dell�epoca, la loro funzione propagandistica e le differenze con i modi, i
metodi e i principi guida del giornalismo occidentale. Si scender� quindi ad un
livello pi� specifico, che � appunto quello delle agenzie di informazione
dell�Europa centro-orientale, per analizzare la loro nascita e la loro struttura
iniziale, quali importanti elementi per comprendere l�assetto e le funzioni
attribuite alle agenzie in esame durante i regimi socialisti.
Inoltre, si cercher� di ricostruire le interpretazioni teoriche sulla caduta dei
regimi socialisti e le possibili applicazioni alle realt� delle agenzie di informazione
post-Soviet. A questo punto sar� possibile fornire una descrizione, quanto pi�
accurata, delle agenzie di informazione MTI in Ungheria, PAP in Polonia e CTK
in Repubblica Ceca: struttura normativa, organizzazione, propriet�, staff
impiegato saranno alcuni degli elementi della descrizione. Infine, sar� opportuno
legare le agenzie di informazione CTK, PAP e MTI al contesto dell�informazione
globale, evidenziando i rapporti con le agenzie globali di informazione, con le
nuove tecnologie della comunicazione e le posizioni delle organizzazioni
internazionali, quali ad esempio l�UNESCO.
Si cercher� infine di ipotizzare possibili sviluppi futuri delle agenzie di stampa
prese in esame, nel tentativo di porre in evidenza il reale valore di tali organi di
informazione primaria, nel contesto della comunicazione globale. Ci� al fine di
ritagliare per le agenzie nazionali di informazioni un ruolo comunque vitale nella
Introduzione
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rappresentazione dei rispettivi paesi sia all�interno dei loro territori che nel
sistema dell�informazione internazionale.
Resta da chiarire il fine ultimo di questa tesi. Ebbene, la ricerca mira ad
analizzare criticamente i rapporti esistenti fra le agenzie di informazione operanti
a livello nazionale e le agenzie cosiddette �globali�. Il tentativo � di comprendere le
dinamiche dell�informazione internazionale, le voci principali che si impongono
sulla scena della comunicazioni e lo spazio consentito alle voci pi� basse.
Ci� che fino a questo momento la letteratura ha prodotto in materia di fonti di
informazione primaria si � limitata ad un analisi, seppur approfondita, delle tre
grandi agenzie di informazione, tralasciando attori che solo recentemente si sono
affacciate sul mercato dell�informazione. Tra questi attori sono presenti anche le
agenzie dell�Est Europeo, che hanno visto la loro funzione cambiare
notevolmente assieme alle trasformazioni strutturali dei rispettivi paesi, avvenuta
con la caduta dei regimi socialisti. L�attenzione dei sociologi della comunicazione
si � concentrata, nel caso dei paesi dell�Europa centro-orientale, sul ruolo della
televisione o sulla produzione cinematografica quali espressioni primarie dei
cambiamenti nella comunicazione post-regime.
Questa ricerca � un tentativo di far luce sul valore delle agenzie di stampa di
paesi che stanno attraversando importanti trasformazioni e che necessitano di
strumenti, quali appunto le agenzie, per far emergere la loro nuova immagine nel
settore dell�informazione mondiale e contribuire alla diffusione all�estero di
notizie riguardanti i rispettivi paesi. Le agenzie CTK, PAP e MTI stanno
attraversando importanti sfide che riguardano il mantenimento di posizioni
politicamente ed economicamente indipendenti dai rispettivi governi, il recupero
di una credibilit� agli occhi delle agenzie occidentali, dopo anni passati al servizio
dello stato per un giornalismo di propaganda ed infine la difesa dei propri clienti,
allettati dai servizi offerti dalle agenzie occidentali, ora che anche i loro territori si
sono aperti al libero mercato.
Su tali sfide si incentra anche un dibattito pi� ampio, che � quello di un flusso
pi� equilibrato di informazione e di una migliore distribuzione delle risorse
Il percorso delle notizie
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tecnologiche fra aree del mondo ancora molto dissimili fra loro, nel settore della
comunicazione.
Lo sviluppo dei media globali
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CAPITOLO 1 – Lo sviluppo dei media globali ed il dibattito
terzomondista
1.1 Contesto storico/sociale
La diffusione delle comunicazioni su scala planetaria � considerata una tra le
caratteristiche principali della societ� contemporanea. L�interazione fra individui
in zone del mondo lontane fra loro avviene sempre pi� frequentemente sotto
forma di interazioni mediate ed � collegata ad un fenomeno chiave del nostro
tempo: la ridefinizione del rapporto spazio/tempo. La perdita di connessione fra
questi due elementi ha reso istantanea l�esperienza percettiva, sviluppando ci� che
Anthony Giddens definisce �disembedding� (traducibile con la parola
�disaggregazione�), fenomeno in cui:
“I rapporti sociali sono nella società moderna ‘tirati fuori’ da contesti locali d’interazione
e ristrutturati su archi di spazio-tempo indefiniti.”(Giddens, 1991,p.11)
Nel secolo appena terminato le distanze che separano fisicamente gli individui
hanno perso il loro valore originario per dare luogo, tramite lo sviluppo
tecnologico, a fenomeni come l�interdipendenza, l�aumento delle interazioni e
soprattutto la nascita di un sistema globale nell�ambito della comunicazione. Le
origini di questi eventi sono da ricercare nel XIX secolo, quando si svilupparono
le prime reti di comunicazione attraverso tre fenomeni chiave. Primo fra questi fu
l�invenzione del telegrafo. Nel 1831 Joseph Henry di Albany, nello stato di New
York- USA, sfrutt� i vantaggi dell�elettricit� e riusc� a trasmettere un segnale
lungo un miglio. Oltre a lui Cooke e Wheatston in Inghilterra e Morse negli Stati
Uniti misero a punto rispettivamente sistemi ad aghi leggibili e messaggi a linee e
punti. Nel 1843 nacque fra Washington e Baltimora la prima linea telegrafica.
L�uso del telegrafo, sviluppatosi con una rete di cavi sottomarini, costitu�
nell�Ottocento il cuore delle comunicazioni capaci di trasmettere messaggi tra
Europa, Nord America ed Estremo Oriente.
Il percorso delle notizie
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A partire dalla fine del XIX secolo, la distribuzione di notizie a livello globale
fece un ulteriore passo avanti con l�invenzione di mezzi per la trasmissione
dell�informazione, che sfruttavano le onde elettromagnetiche. Da questo
momento fu possibile trasmettere a grandi distanze e le zone, attrezzate di
apparecchiature necessarie per la ricezione, ebbero accesso ad una quantit�
sempre maggiore d�informazioni in tempo reale.
Sempre nello stesso periodo nacquero le prime agenzie di informazioni
internazionali: queste iniziarono a raccogliere le notizie in modo sistematico e a
distribuirle su ampi territori. Le prime furono la Havas nel 1835 a Parigi, la
Reuters a Londra e la Wolff a Berlino. Le tre agenzie utilizzarono i sistemi
telegrafici via cavo per la trasmissione di informazione e i loro campi di attivit�
corrispondevano alle sfere di influenza economica e politica delle potenze
imperiali europee. Per questo motivo divennero le tre principali fonti di
informazione fino allo scoppio della prima guerra mondiale. Alla fine del
conflitto infatti si inserirono nel cartello due societ� americane: l�Associated Press
(AP) e la United Press Association (che divenne poi la United Press
International-UPI). A partire dalla Seconda Guerra Mondiale le agenzie che
dominavano il sistema internazionale della comunicazione erano quattro: la
Reuters, AP, UPI ed infine l�Agence France Presse (AFP), che sostitu� nel 1940 la
Havas. Ancora oggi Reuters, AP e AFP restano gli attori principali nel sistema
della comunicazione globale; non solo sono il veicolo primario nella raccolta e
distribuzione di informazioni di carattere politico, finanziario e culturale, ma
hanno un ruolo fondamentale nella diffusione di idee e immagini in tutto il
pianeta.
Un grande aiuto alla crescita di queste organizzazioni � stato fornito, nel
ventesimo secolo, dallo sviluppo delle cosiddette �nuove tecnologie�. La
produzione di reti via cavo sempre pi� sofisticate � tra le principali innovazioni
in questo campo, negli anni �80 ha permesso lo sviluppo di emittenti televisive
transnazionali che raggiungono milioni di case nel mondo. La CNN, nell�America
del Nord, rappresenta in questo settore l�esempio tipico di network televisivo che
Lo sviluppo dei media globali
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opera a livello mondiale trasmettendo non-stop e in tempo reale notizie, eventi,
immagini provenienti da tutto il mondo. BBC World Service � uno dei maggiori
concorrenti della CNN: la sua copertura arriva a 5 continenti, grazie ad accordi
con emittenti locali quali la South African pay-TV network M-Net e canali
americani e giapponesi. Questi ed altri network televisivi hanno utilizzato i
sistemi di trasmissione via satellite per la comunicazione a grandi distanze nonch�
i pi� moderni metodi digitali.
Nel settore delle comunicazioni i satelliti rappresentano ci� che Gutenberg
rappresent� in passato. Reperire, elaborare, immagazzinare e diffondere le
informazioni, attraverso le tecnologie elettroniche, ha esteso il mercato globale
dei media. �L�era dell�informazione� � segnata dal trionfo di internet che si �
sviluppato attraverso un numero sempre maggiore di connessioni dagli anni �80
fino ad oggi. Se nel 1981 il numero di computer collegati ad internet erano poco
pi� di duecento, a luglio del 2000 sono saliti fino a pi� di 93 milioni
1
. Tuttavia
internet resta un sistema di comunicazione accessibile soltanto a zone con
economie a reddito alto, che monopolizzavano il 95% delle connessioni.
La rivoluzione digitale insieme allo sviluppo di network interattivi e
interconnessi tra loro ha creato cambiamenti radicali nel sistema della
comunicazione e, al contempo, ha provocato forti asimmetrie nel flusso di
informazioni. I progressi tecnologici hanno infatti accresciuto le iniquit� e gli
squilibri fra paesi industrializzati e paesi in via di sviluppo, fra Nord e Sud del
mondo. Il dibattito etico/ politico sviluppatesi attorno a questo effetto nel
sistema globale della comunicazione verr� analizzato nei paragrafi successivi.
1
Fonte: Internet Software Consortium-Domain Survay
Il percorso delle notizie
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1.2 L’approccio terzomondista
Negli anni successivi alla Seconda Guerra Mondiale l�effervescenza economica
dell�Occidente permise alle societ� multinazionali di incrementare e rendere pi�
solidi i propri mercati sia a livello interno che al di fuori dei propri confini, con
l�esportazione di un numero sempre maggiore di prodotti, che variavano dai beni
di largo consumo ai sistemi digitali pi� sofisticati. Al contempo due grandi
cambiamenti ebbero luogo tra la fine degli anni �50 e l�inizio degli anni �60: lo
sviluppo di regimi nazionalisti, concentrato maggiormente nel Terzo Mondo, e lo
spostamento verso un�economia dei servizi nell�Occidente, basata soprattutto sui
sistemi delle telecomunicazioni. Nel settore internazionale della comunicazione le
tradizionali barriere geografiche persero il loro valore originario, fino a diventare
del tutto obsolete. La societ� postindustriale, con il suo sistema di informazione,
ha avuto forti implicazioni sia per i sistemi industrializzati che per quelli non
industrializzati fino a sostituire la politica coloniale militare e mercantile del
passato con ci� che Thomas L. McPhail definisce �colonialismo elettronico�:
“Il Colonialismo Elettronico é la relazione di dipendenza stabilita dall’importazione di
infrastrutture per la comunicazione, software prodotti all’estero, così come di ingegneri,
tecnici e relativi protocolli di informazione, che stabiliscono un insieme di regole, valori e
aspettative straniere che, in gradi diversi, possono alterare la cultura interna ed I processi
di socializzazione” (T.L. McPhail, 1981, p.20)
Il colonialismo elettronico a cui i Paesi meno industrializzati sono stati sottoposti
ha provocato un brusco passaggio da societ� ancora ferme all�Et� Pietra a societ�
dell�Informazione senza un vero e proprio sviluppo intermedio a livello politico,
sociale ed economico.
Questo fenomeno, unito allo sviluppo della societ� dell�informazione ha
rilanciato la questione delle ineguaglianze che costituiscono, nel sistema della
comunicazione, il tratto distintivo sia a livello macro tra paesi industrializzati e
Lo sviluppo dei media globali
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paesi in via di sviluppo, che a livello micro tra abbienti e disagiati all�interno della
stessa societ�. Quando si parla di disuguaglianze nella circolazione delle notizie si
deve far riferimento a fenomeni piuttosto complessi che si verificano sia a livello
qualitativo che quantitativo. Le differenze non sono solo quelle che intercorrono
i paesi sviluppati ed i paesi in fase di sviluppo ma implicano anche altri tipi di
ineguaglianze: fra livello politico e socio-economico dei sistemi, fra paesi pi�
piccoli e pi� grandi pur nello stesso sistema, fra paesi del Terzo Mondo, fra
notizie di politica e le notizie di tipo sociale, economico e culturale dei paesi in
condizioni di sottosviluppo, fra �buone� e le �cattive� notizie (catastrofi,
conflitti, fallimenti, eccetera) ed infine fra notizie riguardanti eventi attuali di
grande importanza e le notizie della vita quotidiana di un paese.
Queste disparit� non si limitano quindi al semplice flusso di notizie, nel senso
comune del termine, ma hanno effetto anche nel reperimento e la diffusione di
dati per scopi scientifici, innovazioni tecnologiche, questioni commerciali,
mercato dello sviluppo, previsioni del tempo, scopi militari e cos� via.
Una prima risposta politica a questi temi si � sviluppata tra la fine degli anni
�70 e i primi anni �80 all�interno dell�UNESCO ed in altri circoli internazionali,
tramite una serie di dibattiti, conferenze e commissioni sviluppatesi attorno al
tema di un �Nuovo Ordine Mondiale di Informazione e Comunicazione�
(NWICO). Gli attori e i loro ruoli nei dibattiti del NWICO saranno analizzati nei
paragrafi successivi. In questa sede saranno evidenziate le argomentazioni
principali sviluppatesi in quegli anni, che hanno preso il nome di approccio
terzomondista, legato sia alla teoria della dipendenza degli anni �60 e alla struttura
�centro-periferia� del mondo, sia alle proposte per garantire il Diritto alla
Comunicazione.
Esperti del settore hanno analizzato le condizioni dei Paesi meno sviluppati -
LDC�s
2
- all�interno del sistema globale delle informazioni, traendone alcune
considerazioni fondamentali. Una fra queste � la convinzione che i Paesi in via di
2
I LDCs comprendono i paesi dell�Asia, Africa e America Latina o paesi del Sud del Mondo �
(ibid., p.37)
Il percorso delle notizie
15
sviluppo debbano confrontarsi con le sfide lanciate dello sviluppo delle nuove
tecnologie, della produzione e della distribuzione di notizie che avviene al di fuori
delle loro frontiere. La maggior parte di questi Paesi si sente esclusa da quel
progresso che viene considerato, al contrario, come un�aggravante degli squilibri
nel flusso di informazione e nei contenuti delle reti di comunicazione scambiati
tra Nord e Sud del mondo. Ad esempio, due delle questioni d�interesse
internazionale che legano il Terzo Mondo e l�Occidente, spesso in contrasto fra
loro, riguardano i servizi delle principali reti di comunicazione e i satelliti di
trasmissione diretta DBS
3
. Il flusso, l�enfasi ed i contenuti trasmessi dalle reti di
trasmissione di notizie dell�Occidente, circa questioni riguardanti il Terzo Mondo,
sono stati duramente criticati, in modo particolare dall�UNESCO per la loro
scarsa sensibilit� riguardo alle questioni dello sviluppo del Terzo Mondo. La
copertura di fatti accaduti in questi paesi spesso si limita ad una lunga lista di
disastri e colpi di stato. Un�altra critica � stata fatta ai DBS ed al meccanismo di
influenza sulle menti e le culture dei paesi meno sviluppati che il Canada, il
Giappone gli Stati Uniti e l�ex-Unione Sovietica hanno perpetrato negli anni. I
messaggi trasmessi dai satelliti, nel settore dell�informazione a livello globale,
vanno al di l� dei semplici aspetti tecnico-economici ma coinvolgono una serie di
questioni legate alle diversit� culturali, politiche e sociali.
In questo ambito, si � sviluppato a partire dalla fine degli anni �60 un nuovo
sistema di regole di base per i giornalismo nei LDC�s che ha preso il nome di
�giornalismo dello sviluppo�, come reazione al sistema di valori che regolavano il
flusso di notizie e che avevano favorito le notizie ed i punti di vista Occidentali.
Questo � un approccio che ha cercato di affrontare i bisogni e le speranze dei
paesi del Terzo Mondo nel settore dell�informazione, tramite un tipo di stampa
impegnata non soltanto ad informare dei fatti, a contestualizzarli e a trarre delle
conclusioni, ma anche ad avere un ruolo attivo nella soluzione dei problemi della
comunit�, avviando un dialogo con la comunit� stessa. La comunicazione,
influenzata dal concetto di responsabilit� sociale, diventava quindi uno strumento
3
Direct Television Broadcasting
Lo sviluppo dei media globali
16
importante per lo sviluppo dei paesi del Terzo Mondo, focalizzato sui bisogni
primari, secondari e terziari di tutte le persone e non soltanto delle �lite. In
pratica, le notizie dovevano comprendere un esame critico, una valutazione sulla
rilevanza dei fatti e il loro impatto sullo sviluppo. Il concetto di sviluppo doveva
permeare il lavoro del giornalista, che riportava con le notizie anche le relazioni e
situazioni di vita reali. In tal modo il giornalista diventava una componente attiva
nel mutamento sociale della comunit�.
Le motivazioni allo sviluppo di questo tipo di giornalismo sono da ricercare
nelle condizioni dei LDC�s: in tali paesi l�informazione non poteva essere fine a se
stessa ma doveva contenere elementi a supporto dei processi di sviluppo.
L�informazione doveva comunicare alle popolazioni i processi di sviluppo che il
proprio paese stava attraversando, rendendolo coscienti degli eventi che
contribuivano allo sviluppo.
Va detto inoltre che l�informazione nei LDCs viaggiava, a causa della scarsit�
di mezzi economici e di risorse tecnologiche, su mezzi piuttosto semplici. Non
potendo equipaggiarsi di sofisticati medium di comunicazione, l�unico mezzo a
loro disposizione era la radio. L�affermazione della radio � legata anche alla sua
accessibilit�: l�alto tasso d�analfabetismo rendeva infatti la stampa un mezzo
accessibile solo ad una fascia ristretta della popolazione.
Dal punto di vista politico, la posizione dei LDC�s � diametralmente opposta
all�Occidente. Per pi� di due secoli, l�imperativo categorico di stampo
anglosassone � stato, nei paesi industrializzati, la libert� di stampa non soggetta al
controllo dal governo. Al contrario, nel Terzo Mondo, l�unica formula di
informazione ammessa � stata la ripetizione fedele della posizione dei singoli
governi. In realt� questa condizione � strettamente legata alla mancanza
d�infrastrutture necessarie ai sistemi di telecomunicazione. Il ruolo dei governi nel
settore dei media prevedeva un dispendio di risorse tale che gli esecutivi erano
disposti ad affrontare solo se ripagati da un sistema di informazione �allineato�.
L�approccio terzomondista ha cercato di fornire risposte al problema delle
ineguaglianze, in modo particolare alle difficolt� incontrate dai paesi in via di
Il percorso delle notizie
17
sviluppo. Una prima reazione poneva l�accento su una maggiore assistenza
tecnica per lo sviluppo di infrastrutture per la comunicazione, assistenza
finanziaria e trasferimento della tecnologia. Da sola questo tipo di assistenza,
comunque necessaria, non poteva portare ad un nuovo ordine della
comunicazione e quindi furono ritenute indispensabili anche altre trasformazioni.
Come viene anche espresso nella �Dichiarazione sui principi fondamentali
riguardanti il contributo delle comunicazioni di massa per il rafforzamento della
pace e la comprensione internazionale, la promozione dei diritti dell�uomo e
l�opposizione al razzismo, l�apartheid e l�incitamento alla guerra� (UNESCO,
1978), oltre alla dotazione di risorse e infrastrutture tecnologiche nei paesi in via
di sviluppo � necessario un cambiamento nelle attitudini ed uno sviluppo a livello
etico e propositivo dei media, al fine di dare ai LDC�s un ruolo nel sistema
mondiale. Questo punto � particolarmente caro alla Commissione Internazionale
per lo Studio dei Problemi della Comunicazione, che nel suo rapporto chiede una
riduzione delle diseguaglianze nella comunicazione nazionale e internazionale
attraverso politiche della comunicazione nazionali e la cooperazione
internazionale. La Commissione non riteneva sufficiente una maggior
disponibilit� di strutture tecniche ma mirava ad un cambiamento delle attitudini,
una maggiore comprensione e responsabilit� reciproca ed esortava i paesi in via di
sviluppo a non limitarsi a colmare i vuoti, ma a raggiungere una maggior
autostima delle proprie politiche e delle capacit� nel settore della comunicazione.
Questo richiedeva l�accettazione da entrambe le parti di una prospettiva di
indipendenza nei processi decisionali unita alle differenze tra una societ� e l�altra
e la partecipazione democratica.
Per avvicinarsi alla realizzazione di tali condizioni la Commissione
Internazionale per lo Studio dei Problemi della Comunicazione forn� una serie di
suggerimenti ed indicazioni che coinvolgevano le organizzazioni internazionali e i
sistemi di informazione attivi in Occidente; ci� provoc� reazioni negative,
soprattutto dagli Stati Uniti e dal Regno Unito, che verranno analizzati nei
paragrafi successivi.
Lo sviluppo dei media globali
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Resta il fatto che tale approccio era il frutto di un particolare momento
politico-sociale, alla fine degli anni �70 e non era soltanto legato agli studi della
Commissione Internazionale per lo Studio dei Problemi della Comunicazione.
Gi� dalla fine degli anni �60, la crescita del ruolo del Terzo Mondo nella
politica internazionale, supportata dal Movimento dei Paesi Non-Allienati e in
seguito dall�OPEC, unita alle frustrazioni di molti paesi in fase di sviluppo nei
confronti dei modelli di sviluppo occidentale, spinsero il Terzo Mondo ad avere
un approccio internazionale nel gestire i loro problemi interni. Fu cos� che i temi
della diseguaglianze nel flusso di informazione e la richiesta di politiche per la
comunicazione di massa presero corpo.
Tuttavia la cornice teorica terzomondista � solo una dei vari approcci allo
studio della comunicazione ed � stata superata da altre cornici interpretative, che
saranno analizzate nel terzo capitolo della tesi.