L�indagine svolta in questo lavoro riguarda la reazione di
opinione dell�Italia negli anni di guerra - ossia dalla fine del 1942
alla prima met� del 1945 - e approfondisce, tra le altre cose, la
dimensione �extra-Beveridge� che il documento britannico ha
assunto col passare dei mesi.
3
L�accoglienza italiana al Beveridge report rappresenta un
campo nuovo di studio. Tutte le pubblicazioni sull�argomento � a
partire dal libro monografico di Benedetto Fenzi
4
fino all�articolo di
Massimo Paci su �Quale Stato� del 1997
5
� trattano il progetto
britannico in una prospettiva diversa, circoscritta
all�approfondimento del testo oppure inserito in un contesto pi�
ampio (storia dello stato sociale o laburismo inglese o riforma del
welfare eccetera.)
6
In questa sede si propone una lettura delle fonti a stampa
pubblicate nell�ultimo anno del regime fascista e nei due anni di
occupazione: alleata al sud, nazi-fascista al centronord.
La ricerca si � articolata lungo tre diversi percorsi - la vita e
le opere di William Beveridge, la reazione della stampa legale
3
Ci riferiamo soprattutto alla aggressione antibritannica della stampa
italiana e allo status di materiale �antifascista�: da sequestrare per i nazi-
fascisti e da leggere e diffondere per alcuni partigiani.
4
B. Fenzi, Il Piano Beveridge, Roma, Edizioni Roma, 1945.
5
M. Paci, Attualit� di Beveridge, in �Quale Stato� M. Paci, Attualit� di
Beveridge, in �Quale Stato�, Welfare terzo settore, a.I, 4/1996 1/1997,
pp.313-322. L�articolo � seguito da un riassunto del �piano�: W.
Beveridge, Assicurazioni sociali e servizi assistenziali affini. Relazione
al governo (1942), ivi, pp. 232-347.
6
Tra le pubblicazioni dell�immediato dopoguerra si segnala A. Aiello, La
Terza via. Nelle teorie di Menegazzi, Keynes, Beveridge e Roepke,
Verona, M. Lecce editore,1950 e G. Stammati, Dal Piano Beveridge al
progetto laburista di assicurazioni sociali, Roma, Associazione Italo-
inglese, 1945. In tempi recenti invece sono significativi i lavori di
Maurizio Ferrera Il welfare state in Italia, Bologna, Il Mulino, 1984;
Modelli di solidarietà, Bologna, Il Mulino, 1993 e il libro di M. La
Rosa, Solidarietà, equità e qualità: in difesa di un nuovo Welfare in
Italia, Milano, F. Angeli, 1995, in cui viene riproposto un sunto del piano
Beveridge.
fascista, la propaganda alleata e la riflessione del mondo
intellettuale antifascista - presentando pertanto tre capitoli dai
confini molto marcati.
Il primo capitolo ripercorre le tappe che hanno segnato
l�esistenza dell�autore del Social Insurance dai primi interessi per
la politica sociale ai successi editoriali e d�immagine degli anni�40.
Nel centro della sua vita la vicenda che lo port� alla scrivania
presidenziale della commissione d�inchiesta per il riordino dei
servizi sociali inglesi e il singolare procedimento, seguito da
Beveridge, per elaborare un testo tecnico di grande spessore
politico.
Le vicende personali sono inserite nel contesto della storia
britannica, in particolare della storia della politica sociale, dai primi
provvedimenti liberali di inizio secolo, fino all�instaurazione del
welfare state da parte del governo laburista di Attlee. Il
cambiamento di mentalit� avvenuto nei cinque anni di guerra
(disponibilit�, anzi auspicio, ad una radicale riforma nel campo
sociale), viene posto alla base del successo del Beveridge report
7
e
ricondotto, da parte di tutti i principali studiosi del settore allo
spirito di solidariet� e di uguaglianza maturati nel corso
dell�emergenza bellica.
Nel secondo capitolo � analizzata l�accoglienza del progetto
Beveridge nella pubblicistica fascista. Un�accoglienza copiosa -
7
�� proprio adesso, con la guerra che tende ad eliminare ogni genere di
limitazioni e di differenze che si presenta meglio l�occasione di usare
l�esperienza acquisita in un campo fatto libero. Un periodo rivoluzionario
nella storia del mondo � il momento pi� opportuno per fare cambiamenti
radicali invece di semplici rattoppi.� W. Beveridge, Il Piano Beveridge.
Compendio ufficiale della relazione di Sir William Beveridge al governo
britannico sulla protezione sociale, Londra, Stamperia Reale, 1944, p.11.
oltre venti articoli di approfondimento e numerosi commenti nella
cronaca dei quotidiani - autorevole
8
e documentata.
Non si � trattato, insomma, di una semplice stroncatura
�d�ordinanza�. Se cos� fosse potrebbero bastare le fugaci
apparizioni che Cherubini, Fenzi e Borsa fanno sull�argomento:
�Si diffonde la notizia del piano Beveridge e subito
gli esegeti in camicia nera ad affermare come il fascismo
abbia da gran tempo superato questi traguardi, e tutto il
sistema previdenziale fascista si regga su principi
ineguagliabili di giustizia e moralit�.�
9
�In Italia molte sono state le critiche mosse al piano
Beveridge, la maggior parte animate dal solo spirito
polemico.�
10
�Quando il Piano Beveridge fu conosciuto in Italia la
stampa fascista credette di trovarvi un �sapore casalingo�,
volle, cio�, dare ad intendere che qualche cosa di simile si era
promesso di fare il fascismo, pur ammettendo che in certe
provvisioni, come, ad esempio, nell�estendere a tutte le classi,
compresi gli imprenditori, i professionisti e i rentiers i pesi e
i benefici dell�assicurazione, andava anche pi� in l� [�].
Questo interessato riconoscimento dei nostri scrittori fascisti
non fu per� condiviso dai loro colleghi nazisti��
11
La presente ricerca dimostra invece un interesse di ben altro
livello. Accanto alla �contropropaganda� di guerra, furono scritti
articoli che affrontavano, con piglio critico ma non infamatorio, il
progetto nei suoi cardini ideologici (si pensi ad esempio
all�universalismo) oppure tecnici (soprattutto alla spinosa questione
del finanziamento).
La posizione della stampa cattolica aggiunge un ulteriore
spunto di riflessione. Gli articoli de �L�Osservatore Romano�
8
Tra gli altri si cimenteranno col piano Beveridge l�ex ministro
delle finanze Alberto De Stefani, l�ex presidente dell�ente nazionale della
previdenza Bruno Biagi e lo studioso di assicurazioni sociali Vittorio
Zincone.
9
A. Cherubini, Storia della previdenza sociale, Roma, Editori Riuniti,
1997, p. 347.
10
B. Fenzi, Il Piano Beveridge, Roma, Edizioni Roma, 1945, p. 57.
riportando notizie �censurate� dalla stampa nazionale italiana
aprono interessanti scenari sulla riforma inglese; sia per il giudizio
che traspare dalle colonne del quotidiano cattolico, sia per il
confronto che permette tra le critiche mosse dall�Italia e quelle
mosse da resto d�Europa (anche filo-fascista).
Il terzo e ultimo capitolo guarda all�altro campo dei
combattenti (alleati e resistenti) cercando i possibili intrecci tra
l�emergenza della guerra e la prospettiva della ricostruzione.
Una prima parte � dedicata all�analisi dei documenti in
lingua italiana che il governo inglese di coalizione - malgrado le
durissime polemiche interne - fece stampare e distribuire nei due
anni di occupazione nell�Italia del centro-sud (1943-1945). Le
pubblicazioni prese in considerazione sono due: il compendio
ufficiale
12
- una sorta di selezione delle parti considerate pi�
importanti - e il pamphlet divulgativo di Sir Ronald Davison.
13
Il
primo destinato ai quadri medio alti della borghesia, il secondo
scritto e illustrato per un pubblico meno colto.
Ancora un cambio di prospettiva riguarda l�atteggiamento
del movimento di liberazione.
In un generale disinteresse, attestato dall�assenza di
Beveridge nella stampa antifascista, sono significativi alcuni
episodi che testimoniano, al contrario, una certa attenzione verso il
progetto riformista britannico.
Di un certo rilievo � senz�altro la durissima polemica interna
al Partito Comunista intorno al primo documento programmatico di
11
M. Borsa, Il laborismo, cit., p. 137.
12
W. Beveridge, Il Piano Beveridge. Compendio ufficiale della relazione
di Sir William Beveridge al governo britannico sulla protezione sociale,
Londra, Stamperia Reale, 1944 (I ed. 1943).
13
R. Davison, Protezione sociale in Gran Bretagna. Con una
illustrazione popolare del Piano Beveridge, Londra, George G. Harrap &
Company, 1944.
unit� antifascista stilato in Italia. Scritto dal commissario politico
(comunista) Amerigo Clocchiatti con la collaborazione dei delegati
comunisti Cappellini e Caretto, il testo �conteneva anche
un�esaltazione del piano Beveridge di assistenza sociale�
14
: quanto
bast� ai dirigenti del comitato centrale del Pci di Milano per
sconfessarlo pubblicamente, senza farlo stampare. L�episodio ha il
merito di evidenziare non solo la grande capacit� di penetrazione
culturale del piano Beveridge, anche tra le fila di importanti
esponenti comunisti, ma anche di anticipare l�inflessibile linea di
condotta del PCI; apparentemente circoscritta alle problematiche di
guerriglia (lotta all�attendismo), in realt�, come dimostrato
nell�immediato dopoguerra, allargata all�intera politica di sviluppo
contraria/disinteressata alla politica di piano.
15
La vicenda di Willy Jervis, partigiano azionista piemontese,
conferma un certo interesse del movimento verso il progetto
Beveridge e una chiara connotazione �antifascista� attribuitagli
dalle autorit� tedesche. Jervis fu fucilato dalle SS tedesche
nell�agosto del 1944 in seguito ad un arresto e ad una perquisizione
nella casa di residenza. Condannato per possesso di esplosivo e per
essere stato individuato come riferimento per gli anglosassoni della
zona (Val Pellice in provincia di Torino), dovette rispondere
durante l�interrogatorio anche per il possesso di testi inglesi di
previdenza sociale e di una �una brossatura dattiloscritta in lingua
italiana sul �Piano Beveridge� � la sicurezza sociale.�
16
14
P. Spriano, Storia del Partito comunista italiano. IV. La fine del
fascismo. Dalla riscossa operaia alla lotta armata, Torino, Einaudi,
1973, p. 166.
15
L�intenso dibattito sulle possibilit� di dare all�Italia un indirizzo di
ricostruzione economica basato sulla pianificazione non coinvolse il PCI.
Si veda in proposito Partito Comunista Italiano, “Ricostruire” resoconto
del Convegno economico del P.C.I.– Roma 21-23 agosto 1945, a cura del
Centro Studi Economici del Partito Comunista Italiano, Roma, Societ�
Editrice l�Unit�, 1945.
16
�Documenti. 1. Relazione delle SS italiane di Luserna sulla cattura di
Jervis, 12.3.1944�, in L. Boccalatte (a cura di), Un filo tenace. Lettere e
Lo studio di Luigi Einaudi e di Ernesto Rossi completano il
quadro del giudizio italiano in tempo di guerra. Grazie anche alle
condizioni offerte dall�universit� svizzera i due intellettuali
poterono approfondire sul testo originale e su alcuni saggi critici le
varie sfaccettature del progetto. I lavori
17
affrontano, da punti di
vista differenti, le questioni etiche di principio e le questioni
tecniche di realizzazione pratica.
L�ultima parte � uno scorcio sul dopoguerra. Prima che
l�attenzione sulle assicurazioni sociali sia tutta presa dalle
motivazioni politiche di riforma previdenziale, due testi di matrice
socialista (riformista), vanno alle stampe. Benedetto Fenzi e Mario
Borsa confezionano un�apologia del piano Beveridge: niente
critiche, niente controversie; solo un lungo omaggio all�autore e
alla cultura politica britannica.
La conclusione riguarda il giudizio espresso nei confronti del
piano Beveridge da parte dei partiti chiamati a ricostruire l�Italia.
In generale il progetto inglese diviene �il modello�, valido in
linea di principio, ma universalmente respinto in ragione della non
applicabilit� economica. La dimensione ideale del documento e il
richiamo ai suoi principi fondanti (libert� dal bisogno,
conglobamento dei rischi ecc.) � peraltro legittimata dalla
pubblicistica recente, che � tornata sul lavoro dell�economista
inglese nell�ambito del dibattito sulla riforma del welfare, avviata
un po� in tutta Europa, dalla met� degli anni �80.
memorie: 1944-1969. Willy Gervis, Lucilla Jervis Rochat, Giorgio
Agosti, Scandicci, La Nuova Italia, 1998, p. 176.
17
L. Einaudi, Lezioni di politica economica, Losanna, Fonds Europeen
de Secours aux Etudiants, 1944 (dispense delle lezioni tenute
all�universit� di Lisanna e Ginevra nella primavera del �44); E. Rossi,
Abolire la miseria, a cura di Paolo Sylos Labini, Roma-Bari, Laterza,
1977. Prima edizione: E. Rossi, Abolire la miseria, Milano, La Fiaccola,
1946.
Per chiarezza di esposizione pensiamo di aggiungere una
veloce panoramica sui vocaboli pi� usati nel tema welfare.
Assistenza sociale, assicurazione obbligatoria, protezione e
sicurezza sociale, nonch� pensioni, sussidi, indennit� e benefici, per
quanto ormai di uso comune sono spesso utilizzati a sproposito -
anche da addetti al settore - alimentando confusione e imprecisione
in un campo, gi� di per s�, abbastanza complesso.
L�assistenza sociale comprende gli interventi a favore di
specifici bisogni individuali, generalmente determinati da
accertamento di risorse e da altri parametri discrezionali. �
pertanto una forma di intervento altamente selettiva, talvolta
stigmatizzante, che prescinde totalmente dai versamenti
contributivi. � il sistema centrale della politica sociale in Gran
Bretagna dai tempi delle Poor Laws. Sopravvive al modello
Beveridge nell�ente del National Assistence.
L�assicurazione sociale (obbligatoria): qualifica un
intervento pubblico altamente specializzato in prestazioni
automatiche e imparziali, determinate in base a precisi standard
contributivi, generalmente definiti dalla categoria occupazionale di
appartenenza. Sebbene lo sviluppo del welfare abbia modificato
l�originale principio di redistribuzione orizzontale, a causa di forti
sostegni provenienti dalla fiscalit� generale, il termine
�assicurazione sociale� resta legato all�idea di una diretta
partecipazione contributiva e di un relativo collegamento della
prestazione con il livello salariale.
Con protezione sociale si indica l�intero organigramma
degli interventi pubblici destinati a garantire alla cittadinanza quei
�diritti sociali� entrati, specialmente a partire dal secondo
dopoguerra, nel DNA dei principali stati occidentali e in particolare
europei.
Il termine sicurezza sociale, viene in questa sede utilizzato
nello stesso significato di protezione sociale, ovvero in riferimento
ad interventi generici e complessivi; in alcune interpretazioni il
sistema di sicurezza sociale � utilizzato per definire il modello
universale di welfare state; cio� l�estensione generalizzata a tutta la
cittadinanza con prestazioni uguali per tutti senza alcuna relazione
tra la fruizione dei benefici e la partecipazione specifica al loro
finanziamento da parte di chi ne usufruisce.
I termini sussidio, indennità, beneficio, assegno, sono
praticamente equivalenti. L�assegno �, in genere, riferito alle
provvigioni una tantum, come nel caso del matrimonio o delle
spese funerarie. Gli altri casi prevedono una condizione
assistenziale che si presuppone transitoria.
Viceversa la pensione viene corrisposta, una volta raggiunti
i requisiti per ottenerla, senza alcun limite di tempo e senza alcun
altro accertamento.
Capitolo primo
Sir William Beveridge e il rapporto del 1942
“Social Insurance and Allied Services”
1.1 La politica sociale e il governo di coalizione
Quando il popolo inglese si trov� solo di fronte
all�aggressione nazista, molti degli orizzonti cognitivi che avevano,
fino a quel momento, orientato la politica nazionale risultarono
stravolti. L�artefice della sciagurata politica di appeasement, Sir
Neville Chamberlain, aveva ormai lasciato il posto al �duro�
Winston Churchill; un governo di coalizione di unit� nazionale si
era sostituito alla grigia conduzione Tories; un grande patto sociale
tra istituzioni, sindacati, imprenditori e popolo si stava costituendo
nel nome della resistenza antifascista
18
.
La ferita aperta dalla guerra mut� la mentalit� stessa dei
cittadini britannici; la comune minaccia dei bombardamenti nazisti
attenu� le differenze tra le classi sociali, fece indietreggiare i
contrasti ideologici e di interesse, contribu� a diffondere una
generica aspirazione a veder realizzata la giustizia sociale.
Non fu, per la verit�, un fenomeno assolutamente nuovo: se
guardiamo l�evoluzione delle politiche sociali nei paesi
18
Churchill, a differenza di Chamberlain, riusc� a raccogliere intorno alla
sua figura tutte le parti politiche interessate alla resistenza militare: molto
indicativo � infatti il suo discorso di insediamento il 13 maggio 1940 in
cui citando Garibaldi e Clamenceau disse testualmente �Non ho nulla da
offrire se non sangue, travagli, lagrime e sudore. Voi chiedete: qual � la
nostra politica? Io risponder�: fare la guerra per mare, per terra e nell�aria
con tutte le nostre energie e tutte le forze che Dio ci pu� dare�Voi
chiedete: qual � il nostro scopo? Posso rispondere con una sola parola:
vittoria; vittoria a tutti i costi, vittoria a dispetto di ogni terrore; vittoria
per quanto lunga e dura possa essere la strada� in A.J.P. Taylor, Storia
dell’Inghilterra contemporanea, Roma-Bari, Laterza, 1975, vol. II, p.
583.
industrializzati vedremo un andamento tutt�altro che lineare; lunghi
periodi di stasi si sono alternati a brevi momenti di progresso (come
gli anni '70 dell'Ottocento o l'immediato primo dopoguerra) in
genere a seguito di gravi � per dirla con Maurizio Ferrera - "crisi di
politica pubblica."
19
E proprio la Seconda guerra mondiale, con il
suo impatto devastante sulla societ� civile, risult� essere la pi�
grave di queste crisi, giocando un ruolo affatto determinante nella
genesi del principio di diritto sociale di cittadinanza.
20
19
Maurizio Ferrera, Modelli di Solidarietà, Bologna, Il Mulino, 1993, p.
108.
20
I lavori di studio su quella peculiarit� storico e politica rappresentata
dal welfare state europeo sono stati numerosi soltanto a partire dagli anni
�80. In precedenza sono da segnalare i lavori, veramente basilari per la
materia, di T.H. Marshall (Citizenship and Social Class, 1950 e Social
Policy, 1965) e Richard Titmuss (Problems of Social Policy, 1950, e
Social Policy, 1974). Di grande rilievo � pure lo studio, elaborato in varie
tappe tra gli anni �60 e �70, di Stein Rokkan sull�evoluzione dei moderni
stati, confluito nel famoso macro-modello dello sviluppo europeo.
Secondo lo studioso norvegese l�estensione dei servizi sociali rappresenta
la quarta fase di un processo che aveva precedentemente incluso la
formazione dello stato (prima fase), la formazione della nazione (seconda
fase) e l�istituzionalizzazione dei diritti politici (terza fase). Fu lo stesso
Rokkan ad alzare l�attenzione sulla carenza di studi, principalmente di
carattere statistico, in questo settore. La lacuna fu colmata da un�equipe
di studiosi sociali guidati da Peter Flora, che prima hanno realizzato il
monumentale progetto di raccolta ed elaborazione dati pubblicato nel
1983 presso Campus e Macmillan in due volumi dal titolo State,
Economy and Society in Western Europe 1815-1975, e in seguito hanno
realizzato, nell�ambito di un progetto di ricerca internazionale presso
l�Istituto Universitario Europeo di Firenze, l�importante studio pubblicato
in cinque volumi Growth to limits? The Development of the European
Welfare State Since the Second World War. Con queste due opere,
complete di dati, statistiche e analisi storiche di tipo nazionale e
comparativo, lo studio e la bibliografia del settore ha conosciuto un
impulso notevole, sia per l�enorme quantit� di materiale scientifico
finalmente a disposizione, sia per la competenza acquisita dai molti
studiosi coinvolti nel progetto. Tra gli altri si ricorda oltre allo stesso
Peter Flora, il tedesco Jens Alber, lo svedese Sven Olson e l�italiano
Maurizio Ferrera autori successivamente di importanti lavori relativi allo
sviluppo del welfare state nel proprio paese. P. Flora, State, Economy
and Society in Western Europe 1815-1975, Frankfurt-London-Chicago,
Campus Verlag-Macmillan Press-St.James Press, 2 voll., 1983-1987. P.
Flora (a cura di), Growth to limits? The Development of the European
Welfare State Since the Second World War, Berlin-New York, Walter de
Gruyter, 5 voll., 1984-1986. Una panoramica mondiale rapida ma
Fu soprattutto il contesto delle evacuazioni a diffondere un
grande senso di solidariet� interclassista e un nuovo concetto di
azione collettiva; ricorda Keith Laybourn in The Evolution of
British Social Policy:
��the need to evacuate children from the early
months of the war, created an immediate and major stir. As
one newspaper reminded the British people, evacuation
�became the most important subject in the social history of
the war because it revealed to the whole people the black
spots in its social life�. The poor social and health conditions
of many children became apparent to the whole nation and it
was recognized that something needed to be done�.
21
La stessa propaganda nazionale attinse dalla retorica,
promettendo un futuro di uguaglianza e solidariet�, al fine di
compattare ulteriormente la popolazione nello sforzo comune. In un
memorabile editoriale del �Times� pubblicato dopo l�operazione di
Dunkerque
22
si faceva esplicito appello �a favore della giustizia
sociale, per l�abolizione dei privilegi e per una pi� equa
distribuzione del reddito e della ricchezza, per drastici mutamenti
della vita economica e sociale della nazione�.
23
In una serie di lavori di grande qualit�, lo studioso Richard
Titmuss, analizz� in dettaglio le conseguenze sociali indotte dalla
resistenza all�attacco di Hitler. La ricerca attribu� alla nuova forma
esauriente dello sviluppo dei servizi sociali in epoca contemporanea, con
interessanti riferimenti al ruolo giocato dal Beveridge Report, si trova in
P. Bairoch, �Lo stato sociale: da Bismark alla crisi del sistema�, cap. 29�,
par. 2, in Storia economica e sociale del mondo. Vittorie e insuccessi dal
XVI secolo a oggi, Torino, Einaudi, 1999, Vol. II., pp. 1185-1219.
21
K. Laybourn, The Evolution of British Social Policy and the Welfare
State, Keele, Keele University Press, 1995, pp. 210-11.
22
La cittadina francese fu teatro di una eccezionale operazione di
trasferimento delle truppe anglo-francesi sconfitte nell'invasione nazista
del 1940. Tra il 24 maggio e il 3 giugno passarono la Manica per
approdare in Gran Bretagna 340.000 soldati e un numero consistente di
mezzi. In un certo senso fu l'ultimo atto della resistenza francese (il 22
giugno la resa definitiva) e il primo della resistenza inglese, culminata
nell'estate nella celebre "battaglia d'Inghilterra".
23
R. Titmuss, Saggi sul Welfare State, Roma, Edizioni Lavoro, 1986, p.
83.
di convivenza civile il mutamento, assolutamente eccezionale, dei
rapporti tra le forme di solidariet� sociale a base familiare o
comunitaria e la politica sociale.
In Problems of Social Policy
24
Titmuss dimostra che � solo
in base all�operare dei legami di parentela e di comunit� locale che
la societ� inglese pot� resistere al terrore ed alla deprivazione della
guerra; le solidariet� primarie (della famiglia e della comunit�)
offrirono le �riserve morali� di cui avevano bisogno gli individui
per affrontare la realt�. In conseguenza il welfare state doveva
�estendere progressivamente a livello sociale le stesse forme
altruistiche di solidariet�, originariamente proprie della famiglia e
della piccola comunit� locale.�
25
Questa posizione, seppur criticata
da studiosi come Angus Calder e Henry Pelling
26
, � ribadita dallo
sviluppo stesso della politica sociale in tempo di guerra: pronto
soccorso e ricovero ospedaliero furono i primi servizi accessibili
indistintamente a ricchi e poveri, lavoratori e persone a carico.
Accanto all'estensione quantitativa dei servizi pubblici,
dettata tra l'altro da impellenti necessit�, si affacci� pertanto una
nuova prospettiva di intervento pubblico: quasi da un giorno
all�altro l�idea dominante non fu pi� quella di sostenere
finanziariamente programmi assicurativi contributivi o di garantire
con interventi ad hoc un reddito di pura sussistenza;
improvvisamente sembr� possibile e decisamente auspicabile che lo
stato si facesse carico del benessere dei propri cittadini. Come ha
24
R. Titmuss, Problems of Social Policy, London, HMSO, 1950.
25
M. Paci, Pubblico e privato nei moderni sistemi di welfare, Napoli,
Liguori Editore, 1989, pp. 130-131.
26
Secondo Calder la seconda guerra mondiale lungi dal creare nuovi
climi riformistici ha semplicemente rinforzato la tendenza gi� in atto;
secondo Pelling invece una situazione di pace negli anni �40 avrebbe
sviluppato diversi e, probabilmente, migliori accorgimenti nel campo
sociale ed educativo. Si veda K. Laybourn, The Evolution of British
Social Policy…, cit., p. 210.
sintetizzato bene A.J.P. Taylor: �la Luftwaffe fu una potente
missionaria dello stato del benessere�.
27
Quando i rappresentanti delle Trade Unions - eravamo
ancora nei primi mesi di guerra - si sedettero al tavolo delle
trattative con governo e industriali, fecero valere il mutato
sentimento popolare, inserendo nella discussione richieste
semplicemente impensabili fino a poche settimane prima.
La necessit� di importanti riforme sociali, comunque, non
era una novit� esclusiva di sindacati e movimento operaio. Gi� da
qualche anno, infatti, uffici di consulenza ed enti di ricerca avevano
pubblicato interessanti analisi del sistema di sicurezza sociale,
giungendo alla unanime conclusione che - seppur da punti di vista
differenti - una revisione complessiva fosse quantomai urgente.
Tra le tante inchieste commissionate nella seconda parte
degli anni �30, possiamo ricordare per ampiezza e competenza il
lavoro del Rowntree’s study of York sulle cause sociali della
povert� della classe operaia,
28
un�indagine promossa dalla
27
A.J.P. Taylor, Storia dell’Inghilterra contemporanea, Roma-Bari,
Laterza, 1975, vol. II, p.559.
28
Pubblicato nel 1941 il risultato della ricerca iniziata nel 1936, aveva
gi� avuto ampio riscontro tra gli esperti di riforme sociali. Il resoconto
offr� interessanti spunti di riflessione per un eventuale intervento, alla
luce soprattutto della valutazione sociologica presentata dall�istituto sul
mutamento diacronico della causa, o meglio, delle cause, della povert�.
L�indagine si riferiva esclusivamente alla classe operaia, analizzando
modalit� e struttura della povert� nel 1936 in confronto con i dati del
1899. E� utile approfondire i risultati di questa ricerca perch� le
�premesse� del Piano Beveridge, ovvero lotta alla disoccupazione e
assegni familiari, furono indicate come priorit� assolute proprio da questa
inchiesta. Leggiamo dalla versione ufficiale di B.S. Rowntree, Poverty
and Progress: A Second Survey of York, Longmans, Green, 1941:
�Three-quarters of the poverty is due to three causes: 28.6 per cent is due
to unemployment, 32.8 per cent to the fact the workers in regular work
are not receiving wages sufficiently high to enable them to live above the
poverty line, and the 14.7 per cent are in poverty on account of old age�.
Ed ecco le possibili indicazioni sulle modalit� di intervento: �It is the
unemployed families with a number of dependent children that are most
liable to be in poverty, and therefore any increase in benefits given to
children is most likely to go families who stand in most urgent need of it
[�] This difficult would be overcome if a scheme of family allowances
Industrial Assurance riguardo all�aspetto finanziario del sistema
assicurativo britannico
29
e, per le ovvie ragioni di continuit�, alcuni
studi condotti negli anni �20 e �30 dalla London School of
Economics presieduta da Beveridge.
Altri esempi provenienti dal mondo dell�associazionismo: il
Fabian Society in collaborazione con il P.E.P.
30
fece pressione
perch� le riforme sociali fossero incluse come un ingrediente
essenziale dello sforzo di guerra; a Oxford, il grande studioso di
riforme sociali G.D.H. Cole fond� un�associazione apposita (la
Nuffield College Reconstruction Survey) per tracciare un piano di
politiche economiche e sociali per il dopoguerra.
Cos�, nel momento pi� difficile della guerra, l�inverno �40-
�41, si rese indispensabile per il nuovo esecutivo fare alcune
concessioni ai sindacati.
31
Sul tavolo della trattativa entrarono
alcuni modesti aggiustamenti ai benefits per malattia e infortuni
(successo del governo) e la promessa di instaurare una
Commissione d�inchiesta per guidare le riforme nel dopoguerra
(successo dei sindacati).
were made general.� Tratto da: R. Pope, A. Pratt, B. Hoyle, Social
Welfare in Britain 1885-1985, London-Sidney-Dover, Croom Helm,
1986, p. 86-90.
29
Il risultato, esattamente come era successo per lo studio del Rowentry,
lo ritroveremo tra i presupposti del lavoro condotto da Beveridge: la
commissione d�inchiesta infatti critic� aspramente le compagnie di
assicurazioni private per l�alta incidenza dei costi amministrativi sul
bilancio generale. J. Harris, William Beveridge. A Biography, Oxford,
Clarendon Press, 1977, p. 379.
30
Political and Economics Planning.
31
Le inchieste che erano state avviate in alcuni dipartimenti ministeriali
nell�ambito delle riforme sociali a met� 1941 erano praticamente fallite.
Nelle parole di Jos� Harris �this Commission had virtually folded up in
July 1940 because employers claimed that they could not prepare
evidence on such a subject in wartime. Nevertheless, the Home Office
was reluctant to offend the Unions by abandoning the inquiry, and early
in 1941 Home Office officials were looking around for some alternative
way in which to continue the discussion of workmen�s compensation. At
the same time the Minister of Health was under pressure to extend the
scope of health insurance and to increase the level of sickness benefit. A