In "Lettere ad un giovane poeta" di Rainer Maria Rilke c'è un
passaggio che mi ha sempre incuriosito, e che ho imparato a
memoria: "Se quando ti svegli la mattina non puoi pensare ad
altro che allo scrivere, allora sei uno scrittore". Parafrasando
Rilke, ed adeguando i miei sogni e le mie aspirazioni, allora, il
mio interesse vitale è la Moda.
Avevo dieci anni quando, durante un'estate trascorsa a casa
dei miei nonni a Taormina, mi venne in mente di giocare,
insieme a cugini ed amici, all'atelier di moda di un famoso stili-
Introduzione
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sta. Grazie a mia nonna, anzi al suo guardaroba, trovammo
tutte le stoffe, ritagli di abiti, cappelli e scarpe per iniziare que-
sto nuovo gioco. Un vecchio pollaio ripulito era la nostra mai-
son, il cortile della villa, la passerella; genitori, zii, prozii e amici
il nostro pubblico, la nostra stampa, i nostri fotografi.
Tutto ciò che riguarda la Moda, tutto ciò che ha attinenza
con la Moda, confesso, è di mio interesse; potrei stare ore ed
ore a leggere, disegnare, informarmi su tutto quello che è
stato, è e forse sarà nella Moda.
Dovendo affrontare un approfondimento conclusivo per ulti-
mare il mio percorso di studi in Disegno Industriale, ho avuto la
fortuna di poterne studiare, ed esaminare le regole, la proget-
tazione di questa per il corpo e, oggi, del corpo stesso, l'in-
fluenza che questa riporta nella società e il suo modo di evol-
vere, crescere e comunicare.
Il mio lavoro inizia, in una prima parte introduttiva, con l'analisi
dell'oggetto moda, del passaggio di quest'ultimo ad un
Sistema, allo studio di tale Sistema in cui lo stesso oggetto è
inserito. Del Sistema Moda si indagano le teorie principali e le
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La Moda: da oggetto di Seduzione del corpo al Mondo dell’Arredo del corpo
regole definendo i passaggi chiave, Haute Couture, Prêt-a-
porter, Fashion Style, all'interno dell'evoluzione della Storia del
Costume nel secolo scorso, il '900.
Aspetto essenziale di questa ricerca è il nesso tra Moda e
Design, giacché attività creativa regolata da una cultura pro-
gettuale particolare e rivolta a un settore specifico, si passa, in
un secondo capitolo introduttivo, a definire il binomio inscindi-
bile Moda-Design, andando ad approfondire l'attività di ricer-
ca del Bauhaus e, in particolar modo, del Laboratorio Tessile.
Ancora, si farà riferimento a tutti quei movimenti artistici e cul-
turali che hanno interpretato la Moda come elemento fonda-
mentale di comunicazione, di rottura, di cambiamento all'in-
terno della società.
Nella seconda parte si è indagato l'evoluzione dei campi di
ricerca della Moda: da uno studio prettamente tessile a una
ricerca basata sulla comunicazione di un determinato prodot-
to di moda,dalla messa in scena dell'oggetto alla comunica-
zione basata sulla totale assenza dell'oggetto stesso, per giun-
gere alla comunicazione come elemento oggi "indossabile" e
Introduzione
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quindi spunto per un nuovo ambito di ricerca, basato sulle
tendenze metropolitane e nomadi, sempre più presenti nella
società.
Diviene così visibile che gli ambiti in cui Moda e Design opera-
no non sono distinti, e che semmai entrambi condividono lo
stesso claim: l'orientamento alla progettazione di elementi
capaci di soddisfare e produrre desideri, mutando il rapporto
con il corpo e quindi con il mondo. E appunto sui mutamenti
in atto e i quesiti che essi sollevano si sofferma la tesi nella sua
parte finale e conclusiva.
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La Moda: da oggetto di Seduzione del corpo al Mondo dell’Arredo del corpo
Parte I
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Parte I
Parte I
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1° Un secolo di Moda: dal 1900 al 1999
Il Sistema Moda: Haute Couture
Prêt-à-porter
Fashion System
Il termine moda, dal latino modus, nel suo significato più
ampio indica una "scelta", o meglio un meccanismo regolati-
vo di scelte, compiuto in base a criteri di gusto; ancora, pos-
siamo intenderlo come un processo di regolamentazione
sociale in cui il gusto individuale fa i conti col suo essere iscrit-
to all'interno di una socialità, che detta regole, a cui riferirsi;
esse determinano periodicamente ciò che in ogni epoca è di
moda.
Il filosofo Georg Simmel, all'inizio del Novecento, sostiene che
la moda sia un'imitazione di un modello dato, che appaga il
bisogno di appoggio sociale, e che la ragione fondamentale
Un secolo di Moda: dal 1900 al 1999
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dell'efficacia delle mode sia quella di essere delle mode di
classe. Afferma che le mode delle classi più elevate si distin-
guono da quelle della classe inferiore e vengono abbando-
nate nel momento in cui quest'ultima comincia a farle proprie
imitandone i contenuti. La teoria di Simmel oggi viene indica-
ta come una delle possibili teorie di diffusione, in senso verti-
cale, della moda nei vari strati sociali e viene riproposta sotto
il nome di trickle-down theory ovvero "teoria del gocciola-
mento", che esplicita il meccanismo che consente la diffusio-
ne "goccia-a-goccia" delle mode, del gusto, dei nuovi stili di
vita e dei consumi in genere attraverso la generazione di sta-
tus.
Da allora il carattere sociale della moda e la sua rilevanza si è
fatto sempre più evidente. La moda esprime lo spirito del
tempo ed è uno dei segnali più immediati dei cambiamenti
sociali, politici, economici e culturali. E' l'espressione allargata
e superficiale di una profonda modificazione della vita socia-
le. Non essendo più considerata solo come "contenitore",
"manifestazione" dell'abbigliamento, semplice soddisfazione
dei bisogni personali, secondo Roland Barthes, la moda è
oggetto privilegiato di una disciplina fortemente differenziata
dall'abito, oggetto tecnologico, dall'ornamento, oggetto este-
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La Moda: da oggetto di Seduzione del corpo al Mondo dell’Arredo del corpo
tico, e dal costume, oggetto di un'indagine sociologica.
Cosicché la moda rappresenta l'immagine che la società dà
della moda: è questa la moda intesa come differenza assolu-
ta tra ciò che siamo e ciò che vorremmo essere, è questa,
anche, la moda intesa come nuovo motore e volano del mer-
cato, delle nuove economie d'impresa manifatturiera e com-
merciale. La moda è diventata sistema, quella in cui il segno
è elaborato di volta in volta non dalla massa dei consumatori,
ma da un ristretto "fashion-group" che si eleva ad interprete
dei bisogni della massa stessa. "Strutturalmente il segno di
Moda è…arbitrario: non è l'effetto né di una evoluzione pro-
gressiva…né di un senso collettivo; nasce bruscamente ogni
anno, per decreto…" (R.Barthes,1970: 45)
Così la moda ci appare oggi rappresentazione di un fenome-
no di massa che attraverso complesse dinamiche contribuisce
a raccontare l'evoluzione del costume, delle idee e dei com-
portamenti collettivi, essendo costituita essenzialmente di intui-
to, creatività, gusto.
Imprime infatti su se stessa, sulla sua mutevolezza, sul suo cre-
scere e cambiare, le mutazioni sociali rappresentando le
ambivalenze dell'identità collettiva che hanno generato le
diverse rivoluzioni stilistiche post-moderne.
Un secolo di Moda: dal 1900 al 1999
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1. Il Sistema Moda
Per parlare del sistema della moda, dobbiamo fare riferimento
ad organizzazione apparentemente instabile ordinata in un
determinato tempo sociale, in cui si raggruppano le istituzioni,
gli enti e i soggetti che si condizionano attraverso un processo
di continue relazioni e scambi. "Il sistema in questione genera
una complessità di output individuali nell'accresciuta creativi-
tà, estetica, ricchezza, organizzazione tecnologica e industria-
le, della società postmoderna." (L. Ricci, 2001: 199)
In questo sistema così complesso si possono individuare tre fasi
che hanno provocato profonde modifiche all'organizzazione:
- il sistema moda tradizionale: l'haute couture, dal 1858 al
1968
- il sistema moda riformato: l'avvento del prêt-à-porter, I^
fase, dal 1968 al 1994
- il post-fashion: il prêt-à-porter, II^ fase, dal 1994
(L. Ricci, 2001: 216)
Questi tre momenti riscontrabili nella storia della moda hanno
creato un sistema complesso, ma allo stesso tempo estrema-
mente organizzato, che vive del rapporto continuo tra vita,
gusto sociale ed esigenze individuali, nonché mercato.
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La Moda: da oggetto di Seduzione del corpo al Mondo dell’Arredo del corpo
1.1 Il sistema moda tradizionale: l'haute couture, dal 1858 al 1968
Riferendosi alla storia della moda, l'haute couture rappresenta
un modello classico basato sulla sartoria e riferito ad un pub-
blico, l'aristocrazia, che utilizza l'abito come manifesto del pro-
prio potere. Chi crea l'abito è un sarto capace di interpretare
e custodire il gusto e la tradizione dell'abito. Vediamone i pas-
saggi salienti.
1.1.1 Charles Frederick Worth il couturier (1825 - 1895)
Come tutte le cose anche la moda ha una data di nascita
ed un luogo: Parigi, rue de la Paix 1858. E ha un padre:
Charles Frederick Worth.
Worth, inglese, è il primo couturier che
dopo un apprendistato di sette anni
presso una casa di tessuti londinese
decide di aprire il proprio atelier e di "fir-
mare", come gli artisti, le sue opere. Se
fino a quel momento gli artisti erano
riconosciuti per dipinti, sculture, architet-
ture, Worth fa del suo lavoro un "arte"
nobilitando e rendendo riconoscibile le sue creazioni firman-
dole. Worth va oltre, introducendo per l'abito il concetto di
"mutevolezza", o, come lo intendiamo oggi, il concetto
Un secolo di Moda: dal 1900 al 1999
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moderno di "collezione stagionale".
Per Worth si conia il termine "Couturier", qualcosa di più di un
semplice sarto. E' il primo anche ad introdurre in un mondo
prettamente femminile la presenza maschile. Prima c'erano le
sarte, ora più che i sarti ci sono gli stilisti.
Charles Frederick Worth, e suo figlio Jean-Philippe il quale rac-
colse l'eredità artistica del padre continuando a lavorare
nella medesima tradizione di grande eleganza, ha uno stile
riconoscibile per il periodo in cui opera: gli abiti sono lunghi, i
colli alti e stretti. Di profilo le donne disegnano un "S" perfetta:
la crinolina abbondante, raccolta posteriormente, creava un
sellino imbottito da portare sotto la cintura della vita, mentre
la parte superiore era supportata da busti con stecche di
balena che evidenziavano il seno. Questi abiti obbligavano la
dama ad un portamento eretto, rigido; per conferire maggio-
re equilibrio alla silouhette le donne appartenenti all'alta
società si agghindavano con cappellini portati, in contrasto
con la sporgenza posteriore dell'abito, leggermente inclinati
davanti, su una capigliatura ondulata e raccolta. Le scarpe o
gli stivaletti erano a punta e con un tacco a rocchetto leg-
germente arcuato. Accessori fondamentali: le calze di seta
sotto le lunghe sottane, i guanti per coprire le mani e le brac-
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La Moda: da oggetto di Seduzione del corpo al Mondo dell’Arredo del corpo
cia e gli ombrellini da sole per conservare un pallido incarnato
e i cappelli a tesa larga impreziositi da velette, piume e mer-
letti. I materiali che costituivano i tessuti per gli abiti erano dif-
ferenti per il giorno e per la sera; anche i colori rispettavano la
divisione temporale giornaliera: il lino, la lana e il velluto dalle
tonalità pastello scure o pallide come il rosa, il blu, la malva
per il giorno. Erano previsti quattro cambi al dì, e alla sera: la
seta, il pizzo, lo chiffon, la mussola e il satin, impreziositi da
semplici fili di perle che evidenziavano le scollature spesso
molto pronunciate negli abiti da sera.
1.1.2 Il primo stilista: Paul Poiret (1879 - 1944)
Worth rimase fedele alla sua professione di
sarto pur avendo apportato pioneristica-
mente al mondo della sartoria alcune modi-
ficazioni, quali la mutevolezza e la periodici-
tà stagionale, l'atelier e le modelle in carne
ed ossa. E' Paul Poiret che ha il merito di
avere creato la figura dello stilista introdu-
cendo il concetto di "total look", di creatore
dell'abito accompagnato dall'accessorio
studiato per quel corpo.
Nato da una famiglia di commercianti di stoffe, Poiret era
Un secolo di Moda: dal 1900 al 1999
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convinto che non ci fosse nulla di più importante dell'aspetto
esteriore. L'apparenza, l'eleganza e la cura della propria per-
sona erano una carta d'identità per distinguersi nell'alta socie-
tà. Lavorando in un laboratorio dove produce-
vano ombrellini, rubava gli scarti delle sete per
poi farne stravaganti creazioni di moda che
confezionava per una bambola.
Poiret si caratterizzò per spiccata vocazione
scenografica: inizia prima come garzone, poi
come impiegato alla Worth per poi avviare nel
1905 il suo atelier, dove creare le sue "opere".
Trovando ridicoli gli abiti del tempo, consideran-
do delle gabbie i busti e le lunghe gonne, Poiret
lancia nel 1906 La Vague, un abito da sera
sobrio ed essenziale dove la gonna cade a
terra direttamente da sotto il seno inventando lo
"stile direttorio".
Rispetto alle dame della Bella Epòque, la donna
di Poiret appare semplificata, giovane e sfac-
ciatamente vivace. Non è solo l'abolizione del
busto, sostituito dallo stilista con un reggiseno e una giarrettie-
ra leggera, che fa apparire le donne più esuberanti e giovani;
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