2
CAPITOLO 1
ANALISI DEI SEGNALI
Questo primo capitolo descrive le tecniche che, partendo dall'analisi di segnali
stazionari con la trasformata di Fourier, consentono di studiare segnali non stazionari. In
particolare cominciando dalla Short Time Fourier Transform, si passa alla Continuous
Wavelet Transform, si analizzano gli aspetti peculiari dell'analisi wavelet, e si pone
particolare accento sulle rappresentazioni d'energia nel piano bidimensionale tempo-
frequenza. Infine si descrivono brevemente gli algoritmi relativi alle implementazioni
digitali che realizzano la trasformata wavelet discreta.
[1.1] INTRODUZIONE ALLE TECNICHE DI ANALISI NEL DOMINIO
BIDIMENSIONALE TEMPO-FREQUENZA
I segnali possono essere classificati in stazionari e non stazionari. Un ottimo strumento
per l'analisi dei primi � la trasformata di Fourier che a partire dal segnale nel dominio
del tempo, lo traduce nel dominio delle frequenze e ne consente lo studio osservando il
suo contenuto frequenziale. L'informazione contenuta nella trasformata, � data
dall'insieme dei coefficienti di Fourier, che rappresentano il contributo di ogni funzione
seno e coseno ad ogni frequenza. Seno e coseno rappresentano la base di funzioni della
trasformata, in particolare formano una base ortogonale. Sotto ampie ipotesi, una
funzione periodica tempo continua f(t) di periodo T � scrivibile come combinazione di
tale base di funzioni:
))
2
()
2
cos((
2
)(
1
0
T
kt
senb
T
kt
a
a
tf
k
k
k
Π
+
Π
+=
∑
∞
=
(1.1)
In cui a
0
, a
k
e b
k
sono i coefficienti di Fuorier definiti da:
∫∫
−
==
TT
T
dttf
T
dttf
T
a
0
2
2
0
)(
2
)(
2
(1.2)
3
dtnt
T
ff
T
dtnt
T
tf
T
a
T
T
T
k
)
2
cos()(
2
)
2
cos()(
2
2
20
∫∫
−
Π
=
Π
= (1.3)
dtnt
T
ff
T
dtnt
T
tf
T
b
T
T
T
k
)
2
sin()(
2
)
2
sin()(
2
2
20
∫∫
−
Π
=
Π
= (1.4)
Il caso di segnali a-periodici di durata illimitata, pu� essere trattato come caso limite di
segnale periodico al tendere all'infinito del periodo T, si definisce a tal proposito
trasformata diretta di Fourier del segnale aperiodico f(t):
∫
∞
∞−
−= dttjtfF )exp()()( ωω (1.5)
Si definisce, invece, trasformata inversa:
ωωωω dtAtf ))(cos()()(
0
∫
∞
Θ+= (1.6)
Si possono infine definire spettro d'ampiezza e spettro di fase le quantit�:
Π
=
)(
)(
ω
ω
F
A (1.7)
))(()( ωω FArg=Θ (1.8)
Riveste particolare importanza lo spettro d'ampiezza del segnale, esso ci fornisce le
informazioni sul suo contenuto frequenziale, vale a dire le ampiezze delle sue
componenti alle diverse frequenze. Tuttavia la trasformata di Fourier ha un grosso
limite: quando il segnale analizzato � non stazionario, tale tecnica non consente di
determinare l'andamento nel tempo delle componenti frequenziali del segnale stesso.
Per rendere pi� chiaro il concetto, introduciamo un esempio che si sfrutter� nel corso
dell'esposizione: consideriamo un segnale s
1
(t) dato dalla somma di due seni alle
frequenze f
1
e f
2
; lo spettro di Fourier mostrer� due componenti frequenziali,
corrispondenti alle frequenze dei due segnali sinusoidali sommati fra loro.
4
)2sin()2sin()(
22111
tfAtfAts Π+Π= (1.9)
Figura 1.1. Somma delle due sinusoidi nel dominio del tempo.
Figura1. 2. Spettro del segnale somma.
5
Si pu� notare come lo spettro non fornisca nessun'informazione temporale, per com'�
definito matematicamente, infatti, esso � caratterizzato da una sola variabile
indipendente, la frequenza. Supponiamo ora che le due sinusoidi non si manifestino
entrambe nello stesso istante, ma abbiano un certo ritardo relativo l'una rispetto all'altra;
possiamo ipotizzare, ad esempio, che la seconda sinusoide si sommi alla prima dopo un
tempo pari a dieci periodi della stessa. Chiamiamo s
2
(t) il nuovo segnale somma.
>Π+Π
<<Π
=
1
2211
1
11
2
10
)2sin()2sin(
1
0)2sin(
)(
f
ttfAtfA
f
ttfA
ts (1.0)
Figura 1.3. Somma delle due sinusoidi nel tempo, la seconda si somma alla prima dopo 10 periodi di quest'ultima.
Analizzando lo spettro di potenza del segnale somma (quando stazionario), non
possiamo sapere qual � il ritardo delle due singole sinusoidi, n� assoluto, cio� rispetto
all'istante zero sull'asse dei tempi, n� relativo l'una all'altra. Per adattare l'analisi di
Fourier ai segnali non stazionari, si rende necessaria l'introduzione della dipendenza dal
tempo, l'approccio � di usare un parametro di frequenza locale. Il segnale � osservato
attraverso una sequenza di finestre temporali limitate, all'interno delle quali �
approssimato come stazionario e in ogni finestra � calcolata la trasformata di Fourier di
6
quella porzione di segnale. Cos� facendo si ottiene la Short Time Fourier Transform del
segnale.
Figura 1.4. Finestratura del segnale nel dominio del tempo con wavelet sinusoidale.
La nuova rappresentazione nel dominio bidimensionale tempo-frequenza, sar� quindi
composta da caratteristiche spettrali dipendenti dal tempo. Rigorosamente la Short Time
Fourier Transform pu� essere cos� definita: consideriamo un segnale x(t) e assumiamolo
stazionario quando lo osserviamo attraverso una finestra g(t) d'estensione limitata,
centrata al tempo τ. La trasformata di Fourier del segnale finestrato s(t) espresso con la
formula (1.11), produce la Short Time Fourier Transform indicata con la (1.12).
)()()(
*
τ−= tgtxts (1.1)
(1.12)
La STFT mappa il segnale nel dominio bidimensionale (τ,f), molte delle propriet�
valide per la trasformata di Fourier valgono anche per la STFT, in particolare �
preservata la linearit�. Le caratteristiche dell'analisi effettuata sono strettamente legate
alle caratteristiche della finestra g(t) scelta. Grazie all'introduzione del tempo come
∫
Π−
−= dtetgtxfSTFT
ftj 2*
)()(),( ττ
7
variabile indipendente, possiamo avere l'informazione cercata relativamente
all'andamento temporale delle componenti spettrali. Grafichiamo di seguito l'andamento
dell'energia della STFT del segnale somma di seni s
1
(t), energia definita come il
quadrato del modulo della STFT stessa.
Figura 1.5. Spettrogramma del segnale s1(t), somma delle due sinusoidi alle frequenze f1, f2.
Tale rappresentazione tempo-frequenza, che prende il nome di spettrogramma, mostra
che il segnale ha due componenti frequenziali che si sviluppano lungo l'intero asse dei
tempi, ci� lo si pu� capire osservando le due rette rosse orizzontali, quella pi� in basso �
relativa al segnale con frequenza f
1
, quella pi� in alto a quello con frequenza f
2
, con
f
2
>f
1
. Andiamo a vedere come si modifica lo spettrogramma nel caso in cui il secondo
seno si sommi al primo con un certo ritardo. Osservando lo spettro del segnale somma
(figura 1.2), non si ha alcun'informazione in merito a tale avvenimento, invece lo
spettrogramma reca l'informazione voluta, infatti, osservandolo in figura 1.6 si nota
che:
o per t = 0 � t
1
, il segnale ha una sola componente frequenziale pari a f
1.
o per t = t
1
, lo spettro del segnale si sta modificando.
8
o per t > t
1
, le componenti frequenziali sono due, il segnale � dato dalla somma di
due sinusoidi, una a frequenza f
1
, l'altra a frequenza f
2
.
Figura 1.6. Spettrogramma del segnale s2(t) somma di due sinusoidi, in cui la seconda a frequenza f2 parte con un certo ritardo
rispetto alla prima a frequenza f1.
Per chiarire ulteriormente le idee le figure 1.7, 1.8, 1.9 e 1.10, mostrano gli andamenti
nel dominio del tempo e i relativi spettrogrammi di due chirp signal, per il primo, c
1
(t),
la legge che lega la variazione di frequenza al tempo � lineare, per il secondo, c
2
(t), �
quadratica.
tftftfAtc
ii
β+=Π=
011
)())(2cos()( (1.3)
2
022
)())(2cos()( tftftfAtc
i
i
β+=Π= (1.4)
9
Figura 1.7. Andamento nel tempo del segnale chirp con variazione lineare della frequenza.
Figura 1.8. Spettrogramma di un segnale chirp con dipendenza lineare della frequenza dal tempo.
10
Figura 1.9. Andamento nel tempo del segnale chirp con variazione della frequenza di tipo quadratico.
Time
F
r
e
q
u
e
n
c
y
0 0.5 1 1.5 2 2.5 3 3.5
0
50
100
150
200
250
300
350
400
450
500
Figura 1.10. Spettrogramma di un segnale chirp con variazione quadratica della frequenza nel tempo.
L'analisi nel dominio bidimensionale tempo-frequenza � particolarmente utile anche
quando il segnale presenta brusche variazioni; prendiamo ad esempio un segnale s
3
(t),
11
dato da una sinusoide cui va a sommarsi ad un istante t
1
un impulso di Dirac (figura
1.11), il suo spettrogramma (figura 1.12) mostrer� questa momentanea variazione dello
spettro del segnale.
)()2sin()(
1113
tttfAts −+Π= δ (1.5)
Figura 1.11. Andamento nel tempo di una sinusoide cui va a sommarsi un impulso di durata finita all'istante t1.
12
Figura 1.12. Spettrogramma di un segnale sinusoidale, a frequenza f1, cui si somma all'istante t1 l'impulso di durata finita.
Tale brusca variazione nel tempo influenza l'intero spettro, dunque tramite un'analisi nel
dominio delle frequenze non si sarebbe potuto determinare l'origine di tal evento,
mentre grazie allo spettrogramma abbiamo l'informazione sulle variazioni frequenziali
del segnale nel corso del tempo.
Osserviamo ora la figura 1.13.
13
Figura 1.13. Piano tempo-frequenza corrispondente alla Short Time Fourier Transform.
Essa si presta ad una doppia interpretazione, se si considera la copertura dell'asse dei
tempi, le singole finestre forniscono una versione del segnale finestrato attorno al tempo
t calcolato su tutte le frequenze della STFT. In alternativa, se si considera la copertura
dell'asse delle frequenze, il segnale � filtrato ad ogni t con un filtro passabanda avente
come risposta impulsiva la funzione finestra modulante tale frequenza, in questo modo
la STFT pu� essere vista come un banco di filtri modulanti. Tale ultima osservazione
consente di mostrare uno dei principali svantaggi della trasformata di Fourier finestrata,
relativamente alla risoluzione di tempo e frequenza. Consideriamo la capacit� della
STFT di discriminare fra due sinusoidi pure. Data la funzione finestra g(t) e la sua
trasformata di Fuorier G(f), si definisce la larghezza di banda del filtro ∆f con la
formula (1.16).
∫
∫
=∆
dffG
dffGf
f
2
2
2
2
)(
)(
(1.16)
14
Due sinusoidi potranno essere distinte solo se separate in frequenza per pi� di ∆f, quindi
la risoluzione in frequenza � data dalla larghezza di banda del filtro modulante. Ora
invece si vuole investigare sulla capacit� della STFT di discriminare fra due impulsi nel
tempo. Analogamente a quanto detto prima, definiamo con ∆t l'estensione nel tempo
della funzione finestra g(t) come espresso dalla formula (1.17):
∫
∫
=∆
dttg
dttgt
t
2
2
2
2
)(
)(
(1.7)
Due impulsi nel tempo potranno dunque essere distinti solo se distanti temporalmente
per pi� di ∆t. Il principio d'indeterminazione di Heisenberg dimostra che le risoluzioni
in tempo-frequenza non possono essere arbitrariamente piccole, perch� il loro prodotto �
limitato inferiormente:
Π
≥∆∆
4
1
ft (1.8)
Ci� significa che scelta la risoluzione temporale voluta, quella frequenziale � fissata e
viceversa. La STFT, in particolare, usa la stessa funzione finestra per la copertura di
tutto il piano tempo-frequenza, e quindi una volta scelta la g(t), la risoluzione tempo-
frequenza � fissata su tutto il piano. Tale concetto � espresso molto chiaramente dalla
figura 1.14.