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su alcuni di bambini di varia età ed estrazione sociale. La terza parte
conterrà alcune suggestioni che questo lavoro mi ha evocato.
Quello che vi auguro è di affrontare questa lettura con spirito lieve,
cercando, per quanto vi è possibile, di lasciare da parte i vostri schemi
mentali, la vostra rigidità intellettuale ed il vostro mondo adulto.
In questo lavoro entreremo in una zona inesplorata del nostro essere
bambini, delle nostre reminescenze di quello che eravamo, di quello che ci
interessava e ci colpiva, di quello che rimaneva fermamente impresso nella
nostra memoria e di quello che ci annoiava. Sarà forse proprio questo
“alone sensoriale” a guidarci nel nostro cammino e a fornirci le sensazioni
giuste. E allora Buona Immersione!
Mauro Cherubini
P A R T E I
CONOSCENZA E INTERPRETAZIONE
CAP. 1
Il quadro della situazione
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a)Definizione del problema
Questo capitolo, peraltro molto breve ed essenziale, si propone di
definire lo spazio di indagine nel quale ci stiamo avventurando.
L’oggetto di questo lavoro sono i siti internet per bambini, Le domande
sulle quali si tenterà di fare luce sono la seguenti:
1. Qual è la specificità dei bambini nel relazionarsi alla rete?
2. Come si può ottimizzare la fruizione dei siti internet per i
bambini?
3. Quali contenuti possono essere e sono attualmente proposti al
pubblico infantile.
4. Quali possono essere le aspettative per questo nuovo strumento
educativo?
Non sarà possibile esaurire questi argomenti in questa sede ma, quello
che mi propongo di fare è di aprire uno spiraglio di luce su queste nuove
tematiche.
Internet rappresenta un nuovo mondo per l’educazione, le sue peculiarità
sono del tutto originali e le sue potenzialità ancora inesplorate. La Rete
non è solo un’accozzaglia di computer collegati in varie maniere, la Rete è
viva, cambia continuamente forma, permette interazione; in una frase la
Rete è creata dalle persone che la utilizzano, è un essere sociale.
La Rete azzera le distanze, moltiplica le differenze, registra i
cambiamenti, tiene traccia delle identità. Non credo esista qualcosa di
simile altrove.
Quali potranno essere le implicazioni pedagogiche di questa nuova
realtà? Come si trasformerà la vita sociale con questo nuovo medium?
Quanto rapidamente assimileremo le sue strutture cognitive? Come
reagiranno i bambini all’arrivo di questa quarta rivoluzione industriale e
sociale?
Le suggestioni che rapidamente emergono sono molteplici, infinite,
convulsamente affascinanti ma, in parte, fuori della portata di questo
studio. Restringeremo il campo di indagine al Web, ai siti che popolano
attualmente l’Internet. Poi, restringeremo ulteriormente il fuoco del nostro
obiettivo, fino a concentrarci su un piccolo ma numeroso sottoinsieme di
siti presenti in rete: i siti per bambini. Ne studieremo la concezione, le
modalità comunicative, espressive, le potenzialità. Prenderemo poi le
distanze per inquadrare il bambino in relazione attiva al sito. Lo
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osserveremo in azione, interagiremo con lui in Rete per evidenziare
l’approccio che lui utilizza nell’interazione.
Quello che andremo ad analizzare è la costruzione dell’interfaccia, cioè la
parte comunicativa del sito che si rivolge all’utente. In questo contesto
sfrutteremo l’approccio della HCI (human computer interaction)1 cioè andremo
a soffermarci, con particolare attenzione, su quelli che sono gli aspetti
costitutivi e simbolici di ogni elemento dell’interfaccia.
Con particolare considerazione a tutto il lavoro svolto vorrei chiarire che
il presente lavoro costituisce un approccio originale al suddetto problema,
e per il quale, non esiste letteratura specifica di riferimento. Si apre quindi
una via nuova di esplorazione ed elaborazione che prenderà corpo da un
criterio di studio multidisciplinare.
1 Vedi a questo proposito lo scritto di:
VOGELZANG, Jeanie. Human Computer Interaction: Interface Design for Child Users,
documento reperito in internet all’indirizzo:
http://www.panoptek.com/javo/writing/HCI_2.HTM . Rilevazione marzo 2001.
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b)L’approccio teoretico
L’approccio utilizzato sarà multidisciplinare. Questo tipo di studio è
estremamente originale, e cercare di comprendere le modalità di
funzionamento di un’entità astratta quale internet, richiede l’utilizzo di
molteplici discipline:
1. Scienze dell’informazione
2. Scienze della comunicazione
3. Psicologia
4. Ergonomia
5. Pedagogia
6. Semiologia
7. Architettura
8. Etnometodologia
Internet è essenzialmente una realtà informatica, e quindi, in quanto tale,
è prodotta e implementata nel campo delle scienze dell’informazione. Questo
supporto, quindi sarà necessario ed essenziale per tentare di comprendere
quali sono le tecnologie che creano la rete e quali tendenze la
trasformeranno ed implementeranno in futuro.
La rete è anche e soprattutto uno strumento comunicativo è quindi
possibile studiarlo con gli strumenti ed i parametri di qualunque altro
media comunicativo. E’ il campo delle scienze della comunicazione.
Scoprire come i bambini apprendono, quali strategie mettono in atto,
cosa rende più facile la soluzione di un problema e l’assimilazione di un
nuovo concetto, sarebbe impossibile senza il supporto della psicologia.
Soprattutto ci riferiremo alla psicologia cognitiva che meglio potrà
approfondire questo tipo di tematiche.
L’ergonomia, disciplina centrale in questo lavoro è a sua volta una realtà
multidisciplinare, ma con peculiarità del tutto specifiche. Il suo campo di
ricerca è il lavoro umano, o meglio, il benessere della persona che lavora.
E’ anche con questo approccio che ci riferiremo alla rete; come uno
strumento con cui lavorare, e, per i bambini, intenderemo il processo di
apprendimento come un processo lavorativo.
La pedagogia sarà, in questo lavoro, come il sale per la cucina; come la
matematica per le scienze esatte. Tutto il lavoro sarà costruito con un
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particolare occhio di riguardo per questa disciplina. Vedremo infatti i siti
internet come uno strumento educativo.
La semiologia verrà appena accennata in questo percorso come lo studio
dei segni, dei simboli. Icone, parole, simboli, utilizzati nel Web,
comunicano significati. Spesso la costruzione di questi oggetti è del tutto
arbitraria; altre volte ci si affida alle circostanze o alle ricorrenze. E’
particolarmente utile risalire alla fonte che genera il simbolo al concetto o
all’idea che può o deve comunicare.
L’architettura è la disciplina madre del design e rientra in questo contesto
nella sfera dello studio della gestione dello spazio virtuale della Rete come
un qualsiasi spazio umano da organizzare, da migliorare.
Infine l’etnometodologia2 e l’analisi conversazionale che studiano la logica e
l’interazione dei gruppi sociali, considerando la Rete come possibile posto
dove si formano continuamente nuovi gruppi sociali e di discussione.
Concludendo sarà proprio dall’intrecciarsi di queste materie,
dall’interazione di differenti approcci che potrà nascere una intuizione, un
nuovo punto di vista; voglio però specificare che solo alcuni di questi
approcci verranno pienamente seguiti in questo lavoro: l’approccio
dell’usabilità, dell’ergonomia e della semiologia e della psicologia
forniranno la base di questo studio, gli altri punti di vista costituiranno un
corollario di riferimento.
2 Si veda: LECERF, Yves. Le champ d’étude de l’ethnométhodologie , documento reperito in
internet all’indirizzo : http://www.mindorg.com/ethnomethodo/ . Rilevazione maggio
2001.
CAP. 2
Che cos’è l’usabilità
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a) Definizione di Usabilità
Cercando di trovare una definizione per il termine usabilità le suggestioni
possibili sono molteplici ma quella che più mi convince è la seguente:
l’usabilità è la ricerca della massima fruibilità di un oggetto1. Quello che mi
prefiggo è quindi lo studio del massimo e migliore utilizzo del web da
parte dei bambini.
Cosa intendo in particolare? Osservando i siti attualmente disponibili in
rete, ci si convince facilmente che per un bambino da 6 a 12 anni Internet
sia uno strumento troppo complesso.
La mia convinzione è che non sia troppo complesso, ma solamente mal
progettato.
Il concetto di usabilità in informatica è molto recente, basti pensare che
la Microsoft ha iniziato ad occuparsene solamente nel 19922. In particolare
l’usabilità di siti per bambini è un filone di ricerca ancora inesplorato e, per
certi versi, ancora non definito. La maggior parte dei documenti che
hanno inspirato il presente lavoro, infatti, provengono dalla Rete.
Il paragrafo che segue riporta in dettaglio le mie considerazioni di
usabilità adattate dal lavoro di Nielsen3 al mondo infantile. I dati relativi al
mondo adulto sono stati, quindi, assunti dal suddetto lavoro, mentre le
considerazioni relative al mondo infantile saranno testate nella parte di
sperimentazione.
1 Si consideri anche la definizione che ne danno i maggiori ricercatori di questo campo
sui rispettivi siti: Jakob Nielsen in http://www.useit.com e Keith Instone in
http://usableweb.com .
2 Vedi il sito www.microsoft.com/usability .
3 NIELSEN, Jakob, Designing Web usability; trad. It. Web Usability : La pratica della
semplicità, Milano, Apogeo, 2000.
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b) L’usabilità dei siti per bambini in dettaglio
� Progettazione delle pagine
LA SUDDIVISIONE DELLO SCHERMO.
Le pagine dovrebbero essere dedicate all’informazione che interessa
l’utente e non alla pubblicità o alla navigazione stessa. Numerosi siti
riducono la parte “informativa” della pagina ad un terzo dello spazio e
forse meno, decrementando lo spazio utile. Molto spazio viene “rubato”
da incorrette impostazioni grafiche, o da messaggi pubblicitari troppo
pressanti. Difatti, quando si progetta la pagina, le dimensioni di larghezza e
di altezza dovrebbero essere espresse in percentuale e non in valore
assoluto o in pixel. Questo essenzialmente perché gli strumenti da cui gli
utenti accedono alla pagina potrebbero essere profondamente diversi:
Browser, palmari, WebTV, etc. In particolare questo effetto contrasta con
la spazialità dei bambini che vengono disturbati nella navigazione da una
sovra-informazione. Il principio dal quale dobbiamo partire è che quello
che per noi risulta di immediata comprensione, potrebbe non esserlo per i
bambini.4 Inoltre i bambini sono molto attirati dalla grafica colorata e dalle
animazioni, quindi gli annunci pubblicitari (banner), spesso distraggono
dalla fruizione del sito.
4 Theresa Ferrari nell’articolo What We Know About How Children Learn, dipinge un
quadro molto ampio di questo problema, fornendo diverse indicazioni metodologiche.
L’articolo è disponibile in Rete all’indirizzo riportato di seguito:
http://www.msue.msu.edu/msue/cyf/youth/childlrn.html; rilevazione marzo 2001.
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http://www.cqcm.org/kidsfirst/start.html - Aprile 2001
Figura 1 Il sito di Kids First mostra un cattivo esempio di
suddivisione dello spazio interno alla pagina. Potete notare come il
menu di navigazione sia sproporzionatamente piccolo rispetto ai
contenuti e come gli oggetti della pagina siano poco organizzati
rispetto allo spazio.
PROGETTAZIONE MULTI-PIATTAFORMA ED INDIPENDENTE DALLO SCHERMO.
Spesso ci si trova di fronte a problemi di visualizzazione quando si passa
da un tipo di browser ad un altro. I principali browser utilizzati sono:
� Microsoft Internet Explorer5
� Netscape6
� Opera7
Questi browser sono stati sviluppati per utilizzare lo standard HTML
sviluppato nel 1986 Da Tim Berners-Lee8. Di seguito le diverse case
hanno iniziato a “personalizzare” i propri programmi con l’introduzione di
specifiche proprietarie. Microsoft e Netscape si contendono il mercato
con battaglie di marketing in cui spesso si assiste alla ricerca
dell’imposizione dei propri standard.
5 Vedi il sito Microsoft: www.microsoft.com .
6 Vedi il sito: www.netscape.com .
7 Vedi il sito: www.opera.com .
8 Le specifiche originali di HTML sono presenti sul sito del World Wide Web
Consortium all’indirizzo: www.w3.org .
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Da questo deriva il problema della compatibilità del browser a certi
contenuti delle pagine. In effetti spesso, navigando, si registrano dei
problemi di visualizzazione di contenuti. Il consiglio è ovviamente quello
di utilizzare le specifiche HTML originarie e, comunque, di testare il sito
con differenti browser.
I bambini arrivano alle pagina con competenze informatiche molto
differenti dalle nostre, spesso utilizzano lo strumento internet prima che
abbiano capito bene l’idea delle reti di computer e delle tecnologie che le
governano. In generale, ritengo che i giovani navigatori non riescano a
comprendere che un particolare problema di visualizzazione possa
dipendere da una battaglia di marketing, pertanto in queste circostanze il
problema va totalmente a loro svantaggio, e sicuramente a svantaggio di
chi ha progettato il sito perché vedrà andare via potenziali utilizzatori.
Come dicevo nel punto precedente, spesso le progettazioni non sono
indipendenti dallo schermo utilizzato e possono creare problemi di
visualizzazione portando parti informative significative fuori dell’area
visibile. Spesso è molto scomodo centrare le informazioni utilizzando le
barre di scorrimento ed in particolare per i bambini che o non hanno
voglia o non sanno come procedere.
Questo problema può essere evitato utilizzando particolari tecniche di
progettazione che sono perlopiù indipendenti dalle dimensioni dello
schermo.9
Un particolare riguardo va posto nelle pagine particolarmente ricche di
grafica che possono essere più difficilmente ridimensionabili.
UTILIZZO DI CONTENUTI NON STANDARD.
Navigando nei siti internet per bambini, ci si rendo subito conto di
dover, molto spesso, scaricare software particolari, ausili per la navigazione
e via dicendo. In questo modo si rallentano tantissimo le prestazioni della
navigazione, costringendo l’utente ad attendere il download del software.
9 Riporto di seguito una parte di codice prelevata, nel mese di marzo 2001, dal sito
http://www.useit.com/jakob/webusability/ in cui potete osservare l’utilizzo delle
dimensioni percentuali:
…
<BODY>
<TABLE class=navbar width="100%" bgColor=#ffff66> …
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Spesso inoltre il software scaricato manda in crash il sistema causando
danni e perdite di dati. Inoltre, tenendo presente, che gli utenti arrivano
alla pagina utilizzando i software e i supporti più differenti, la
progettazione di questi contenuti “non-standard”, è particolarmente
difficile.
Particolarmente per i bambini, risulta difficile e ostico l’utilizzo di questi
software, di cui spesso non comprendono bene il significato e la necessità.
Ritengo che sia un errore utilizzare questi software e che il miglior
consiglio che si possa dare in questi casi è di non utilizzarli.
http://lagirandola.berghem.it/online/torpedo/index.html - Aprile 2001
Figura 2 Non sempre l’utilizzo di contenuti non standard è
consigliabile. In questo caso l’utente di questa pagina si trova di
fronte ad un rettangolo grigio perche il suo browser manca del plug-
in necessario per visualizzare il contenuto.
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NUOVE VERSIONI DEGLI STANDARD TECNOLOGICI.
Tra le differenti case, c’è da sempre la rincorsa alla produzione di nuove
tecnologia che tentano di imporsi come standard.
In genere non è consigliabile utilizzare nuovi standard prima di un anno
dall’uscita perché potrebbero causare problemi di visualizzazione dei
contenuti.
Se per gli utenti adulti è difficile comprendere che il proprio browser
non è compatibile con un nuovo standard, a maggior ragione sarà difficile
per un bambino accorgersi di queste differenze e soprattutto capire come
risolverle.
http://www.sikids.com/index.html - Aprile 2001
Figura 3 In questo esempio potete notare come la mancanza del
plug-in Flash di Macromedia (http://www.macromedia.com) rende
impossibile la fruizione del sito. Non è facile capire da cosa è
originato il problema.