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violenza viene perpetuata. E, se non altro, per non correre il
rischio di ignorare o dimenticare quanta violenta colpisce
ancora donne e bambine indiane. Quindi un grazie di cuore a
Parimala, Joty, Selvì, Martha..., compagne e amiche di un
viaggio in India che deve ancora incominciare. In questa mia
tesi ci sono soprattutto loro.
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INTRODUZIONE
Il rito della sati, immolazione della vedova sulla pira del
marito defunto, � fuorilegge dal 1829, anno di promulgazione
dell�editto di Lord Bentinck. Da allora, tuttavia, anche se la
legge lo proibisce il suicidio della vedova sul rogo del marito
continua.
In India esistono decine e decine di templi dedicati a donne
immolatesi sul rogo del marito e che il culto popolare ha
trasformato in divinit�. Nel corso della mia ricerca metter� in
evidenza come sia scorretto e poco rispettoso verso le donne
indiane considerare la sati solo il peso di certe tradizioni. Nel
concetto di tradizione c�� generalmente un accento positivo.
La sati � invece la sopravvivenza di una coercizione culturale
che ha il pi� immediato riscontro nell�onnipotenza dell�uomo,
che vuole la donna schiava e sottomessa. La sati non fu tanto
l�espressione pi� estrema di amore coniugale fino al punto di
decidere volontariamente di non sopravvivere al proprio
marito, ma la convinzione da parte di una societ� patriarcale e
maschilista di considerare la donna essere inferiore e destinato
8
a scomparire se viene a mancare il marito e il conseguente
status di moglie. Le ragioni che hanno portato all�istituzione
della sati sono da ricercare all�interno di quella stessa cultura
indiana che ha dato origine alla dote, alla vedovanza perpetua
e all�infanticidio di figlie femmine. Tutto questo simboleggia
la condizione della donna indiana. Virt� di sacrificio,
obbedienza e fedelt� vennero esaltate dalla religione induista e
dai brahmani fino alle espressioni pi� aberranti.
Gi� nel periodo Vedico il compito della donna era quello di
dare alla luce figli maschi e vivere per servire il suo �Signore�.
I figli maschi, oltre ad essere per tradizione il sostegno della
famiglia, sono i responsabili della esequie del padre. Soltanto
un figlio maschio, infatti, pu� officiare la cerimonia dei
funerali del padre e permettergli di raggiungere il paradiso per
poi reincarnarsi in un altro ruolo. Per una donna rimanere
vedova, senza figli e soprattutto senza figli maschi, equivale ad
una tragedia ed � un segno inconfondibile di una punizione
divina. La vedova, sopravvivendo al marito, viene
colpevolizzata ed accusata di aver compiuto gravi peccati in
questa vita e nelle precedenti. La colpevolizzazione sociale e
9
l�ostracismo religioso verso la vedova raggiungono, in India,
aspetti sconvolgenti. Migliaia di donne provenienti da ogni
casta sono considerate dalla societ� peccato vivente e costrette
ad un atroce vita di penitenza e sofferenza sia fisiche che
psicologiche. Per sopravvivere alla persecuzione molte vedove
scappano e raggiungono Vrindavan (Uttar Pradesh) per vivere
di elemosine e darsi alla prostituzione.
Ma la violenza nei confronti delle donne indiane non inizia
esclusivamente con la perdita dell�importante ruolo di moglie.
Interessi strettamente materiali ed economici sono alla base di
innumerevoli maltrattamenti, che quotidianamente colpiscono
le giovani donne indiane. Molte famiglie, per procurare alle
proprie figlie uno sposo, sono costrette a sborsare cifre di
molto superiori alle loro possibilit�. In India il valore della
dote � di primaria importanza per il compimento e la buona
riuscita del matrimonio. Ma spesso mariti insoddisfatti della
dote ricevuta, si sbarazzano delle proprie mogli simulando
incidenti domestici, per risposarsi ed ottenere una nuova dote.
In una simile situazione si pu� comprendere come la nascita di
una figlia rappresenti una disgrazia e come la discriminazione
10
nei confronti delle donne, spesso, si traduca in vera e propria
eliminazione fisica.
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CAPITOLO I:
La sati in India
Il rito della sati, autoimolazione sulla pira del marito
defunto, ha origine antichissime, al tempo stesso storiche e
mitologiche. In periodi diversi della storia indiana molti
fattori hanno contribuito al perpetuarsi di questo costume
che ancora oggi, bench� vietato, sembra non essere del tutto
scomparso. La sati � fuorilegge dal 1829, anno in cui gli
inglesi promulgarono un editto abrogativo: l�editto di Lord
Bentinck. Da allora, tuttavia, continuano ad esserci casi di
vedove che si bruciano sotto gli occhi tutti. La sati sempre
pi� di rado oggi si � perpetuata nel tempo. Nell�India del
nord dove questa pratica � tradizionalmente pi� diffusa ci
sono moltissimi templi dedicati a donne immolatesi sul rogo
del marito e che il culto popolare ha trasformato in divinit�.
Piccoli cenotafi a cupola commentano il luogo di una sati
ormai dimenticata, un memoriale costruito per segnalare il
luogo dove ha perso la vita una vedova sacrificandosi per
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assicurare al marito una felice rinascita e al villaggio
prosperit� e fortuna.
L�ultimo tempio � stato eretto alla gloria di Roop
Kanwar, diciotto anni, gettatasi sul rogo del marito nel
settembre del 1987 a Deorala nel Rajasthan. Delle molte sati
che soprattutto nel Rajasthan sono avvenute dopo il 1829
sino ai giorni nostri, l�immolazione di Roop Kanwar � stata
soprattutto la pi� discussa e controversa. Essa � riuscita a
riportare �la questione sati� e tutto il problema della
condizione femminile in India, nelle prime pagine dei
giornali, nei dibattiti e convegni.
Nel forte di Chittorgorgh, nello stato del Rajasthan, un
tempo avvenivano le cremazioni: quando il corpo dello
sposo defunto incominciava a bruciare sulla pira, la vedova
immergeva la mano destra in un secchio di pittura e prima
di gettarsi tra le fiamme lasciava un�ultima traccia della sua
vita, l�impronta della mano. In questo modo si credeva che
la sua anima si unisse alla dea Sati Mata, simbolo di purezza
e fedelt�. Chittorgorgh, con il suo corridoio di impronte di
morte continua ad essere luogo di pellegrinaggio di giovani
13
spose indiane. Non solo, �tutte le donne che negli ultimi
decenni si sono immolate sulla pira del marito defunto sono
state deificate dalla devozione popolare�.
1
Divenute sati,
molte donne, sarebbero state ricordate con il loro nome,
Shakuntala, Roop, Padmini, e non solo per la funzione
principale disegnata loro dalla societ� Ind�: figlia, moglie,
madre. Lo stesso termine sati � il participio presente
femminile della radice verbale �as�(essere), il cui significato
� �colei che ��, traslato in fedele, buona, virtuosa. Il termine
tecnico per indicare il rito era invece �sahamarana� (morire
insieme) o �anumarana� (morire in seguito). Quest�ultimo
designa il sacrificio della vedova effettuato nello stesso
luogo dove si � svolta la cremazione del marito, ma in data
successiva.
�Nella sati la donna affermava con disperata ed
agghiacciante fermezza il suo essere persona, non solo, in
lei si realizzava la potenza della Shakti, la divina energia
femminile, la grande madre dai multiformi e contrastanti
1
Cfr Crimi B., Bambina mia ti devo uccidere, da Panorama n.49 del 12/12/1996, p.1.
14
aspetti�.
2
La sacralit� del rito pone le sue radici nell�antica
mitologia induista: �la prima sposa di Siva, si chiamava Sati
(la moglie virtuosa) ed era figlia del patriarca Daksa;
quando questi, accingendosi a celebrare un grande sacrificio
in onore di Visnu, non invit� deliberatamente Siva, la sua
sposa Sati si diede volontariamente la morte nel fuoco�
3
.
Nella cultura tradizionale questo atto di autoimmolazione �
percepito come divino esempio di devozione nei confronti
del marito. Laura Piretti Santangelo nel suo libro Sati una
tragedia indiana, mostra come Sati rappresenta si la sposa
ideale e fedele, ma sprovvista di colpa e disistima di s� che
caratterizza il rito della sati. �Sati Parvati � una parte di
Shiva, una parte attiva ed orgogliosa che muore per
vendicare un�offesa subita. Il mito di Sati, pi� legato al culto
di Shiva che al culto della sposa amorosa, coniuga solo nel
nome i principi di subalternit� sociale e religiosa che sono
alla base della sati nella sua forma pi� matura�
4
.
2
cfr Albanese-Borgo-Tirelli, Cinque volti dell�India, Milano, Associazione Culturale
Obiettivo sul Mondo, 1999, p.74.
3
cfr Piano S., Sanatana Dharma �Un incontro con l�Induismo, Milano, S.Paolo, 1996
p.156.
4
cfr Piretti Santangelo L., Sati una tragedia indiana, Bologna, Editrice Club Bologna,
1991, p.101.
15
Le ragioni che hanno portato all�istituzione della sati
vanno ricercate all�interno di quella stessa societ� indiana
che ha dato origine alla dote, alla convinzione comune che
la donna � considerata tale solo dopo aver acquisito lo stato
di moglie e di madre ed ai non ultimi matrimoni infantili.
Tutte pratiche che mirano a controllare la donna in quanto
essere inferiore e totalmente dipendente all�uomo. Gi� in
un�opera di portata enciclopedica come le Leggi di Manu
(in sanscrito Manusmrti, databili tra il II secolo a.c. e il II
d.c.), 2685 versi che trattano argomenti diversi ma in realt�
strettamente connessi tra loro, quali i doveri e obblighi
sociali delle varie caste e dei singoli individui, si legge: �Gli
uomini devono rendere le loro donne dipendenti giorno e
notte...il padre le protegge nell�infanzia, il marito le
protegge nella giovinezza e i figli la proteggono nella
vecchiaia. Una donna non � adatta all�indipendenza...
quando una donna si unisce ad un marito secondo le regole
essa assume le stesse qualit� che ha lui come un fiume che
si getta nell�oceano�.
5
5
cfr Manu IX, 2-4.22.24.
16
Tutti i pi� recenti studi sulla sati, in particolarmente
quelli relativi alle recenti sati Rajasthane, continuano a
collegare il problema della sati al perdurare dello stato di
emarginazione e sfruttamento delle donne indiane,
nonostante editti abrogativi e recenti atti di prevenzione
(The commission of sati prevention, act, 1987).
Figura 2: Impronte di mano di Sati (foto di Leslie J.).
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1.1.La sati nell’immaginario occidentale
I greci furono i primi a descrivere in Occidente il costume
della sati in particolare il filosofo Onesicrito e lo storico
Aristopulo. E� con Diodoro Siculo e Strabone che si ha la
pi� precisa e ragionata documentazione sull�autoimolazione
della vedova. Diodoro nella sua Biblioteca riferisce la prima
testimonianza di sati storicamente accaduta che riguarda il
caso delle mogli di un generale della trib� dei Catei, morto
in battaglia nel 316 a.C. Egli lasci� due mogli che si
contesero il privilegio e l�onore di immolarsi. Diodoro
descrive anche la cerimonia: �Giunta presso la pira si tolse i
suoi ornamenti e li distribu� a parenti e amici... infine, sal�
sulla pira ed eroicamente pose termine alla sua vita, oggetto
di ammirazione da parte della moltitudine radunatasi per
vedere...tuttavia qualcuno dei greci biasimava tali usanze
come selvagge e crudeli�.
6
Diodoro riferisce inoltre che se
la vedova decideva di non immolarsi doveva rimanere in
tale stato per tutta la vita ed era totalmente esclusa da
sacrifici e rituali perch� impura.
6
cfr Diodoro, XIX, XXXIV, 4-5.6.
18
Anche Strabone riferisce della sati come di un�usanza
tipica dei Catei: �Lo sposo e la sposa si scelgono l�un con
l�altro e le mogli sono bruciate con i loro defunti mariti...
perch� esse un tempo si innamoravano di giovani uomini,
abbandonavano i loro mariti e gli avvelenavano, per questo i
Catei stabiliscono questo pensando che avrebbero potuto far
cessare gli avvelenamenti�.
7
Infine aggiunge �N� la legge,
n� la sua causa sono riferite in modo plausibile�
8
,
sottolineando l�inverosimiglianza della tesi sugli
avvelenamenti.
Le testimonianze dei primi due osservatori greci risultano
molto ricche di informazioni importanti inerenti la sati.
Descrivono la rassomiglianza fra colei che compie il
sacrificio e la novella sposa, dicono che il rituale era un
onore conteso tra due mogli, descrivono la volontariet� del
rito precisando per� subito dopo il disprezzo per la vedova
che non compiva tale pratica e il triste destino che
l�attendeva. Le testimonianze di Diodoro e Strabone
rimarranno per secoli le uniche vere informazioni che
7
cfr Strabone, 15,1,30.
8
cfr Strabone, 15,1,30.
19
l�occidente ebbe sulla sati, informazioni che si
diffonderanno per tutta la classicit� greco-latina e infine si
riconosceranno nelle testimonianze del medioevo e oltre.
�La tesi poi, degli avvelenamenti... tanto poco plausibile da
sollevare perplessit� nello spirito critico degli storici greci,
contiene dietro la versione romanzesca una verit� di fondo
importantissima: alla vedova la societ� indiana attribuiva
gravi colpe. Le fonti greche... ne colgono probabilmente
tutta l�importanza�.
9
Cicerone, nelle Tusculanae disputationes, descrive il
coraggio della donna indiana e il privilegio di chi fra le
mogli pu� immolarsi in quanto la pi� amata dal marito. Nel
capitolo XVIII della Summa Trecentesca, nota con il titolo
di Viaggi di Giovanni di Mandavilla troviamo alcune
considerazioni sulla sati: viene descritta come una norma
per la vedova indiana che se ha figli e lo desidera pu� non
immolarsi anche se vivr� maledetta e non avr� mai amore e
fiducia da nessuno.
9
cfr Piretti L., op. cit, pp. 28-29.