carta dal secondo dopoguerra ad oggi, cercando di inquadrare lo sfondo politico-
economico nel quale esso si inseriva.
1.1. L’importanza e l’evoluzione delle statistiche forestali dal 1947 al 2000
“Una politica forestale a livello mondiale deve essere diretta verso un duplice
scopo: primo- sufficienti aree forestali per assicurare l’utilità del loro ruolo protettivo,
secondo- una costante e abbondante offerta di prodotti forestali.
“Di fronte ad un sempre crescente bisogno delle foreste viste e come parte
dell’attività agricola e come fonte di materiali che servono ad innumerevoli usi per
l’uomo, la FAO non può rimanere indifferente al deterioramento, sia di qualità che di
quantità, delle aree forestali a livello mondiale.
“Fino a quando la carestia opprimerà il mondo, il primo dovere della FAO sarà
molto chiaro. Il nostro compito immediato è di incrementare l’offerta disponibile di
cibo; il nostro dovere di lungo periodo è di creare un mondo meglio nutrito e meglio
protetto attraverso un più ampio uso della terra. Per entrambi questi compiti dobbiamo
fare affidamento su un indispensabile alleato dell’agricoltura – la foresta.”
Così Sir John Boyd Orr, primo direttore generale della FAO, scriveva nella
prefazione della prima pubblicazione statistica forestale della FAO, “Forestry and
Forest products – World situation 1937-1946”.
Per decidere la linea di condotta da seguire in campo forestale la conoscenza delle
risorse è essenziale. Da qui l’importanza dell’informazione statistica, non solo per avere
una migliore consapevolezza della situazione presente, ma soprattutto per avere una
maggiore capacità di prevedere i cambiamenti nella domanda e offerta dei prodotti
forestali nel tempo futuro.
Un’informazione globale sul settore forestale serve alle esigenze della comunità
internazionale, che risente dell’interdipendenza tra nazioni e regioni. Come in tutti i
mercati, anche in quello relativo ai prodotti forestali esistono delle fluttuazioni nella
produzione, commercio, consumo e quindi nei prezzi. Di conseguenza l’obiettivo
principale che la FAO si era preposta attraverso queste pubblicazioni statistiche era
quello di prevenire una disparità tra domanda e offerta, scarsità e sovrabbondanza di
prodotti.
La FAO ha contribuito alla valutazione quantitativa dello stato e dei risultati del
settore forestale attraverso tre modi principali: la collezione e la divulgazione di
statistiche; studi analitici (ad esempio, quali nuove materie prime utilizzare per la
produzione di carta); la pubblicazione di riviste aggiornate sulla base delle maggiori
informazioni disponibili.
La Divisione Forestale cominciò il suo lavoro al tempo in cui i servizi statistici di
molti paesi erano disorganizzati e molte pubblicazioni statistiche non apparivano da
anni. Il primo compito, dunque, fu quello di riunire e presentare tutti i dati disponibili
sulla situazione mondiale delle foreste, in modo da fornire un quadro per i grandi
problemi che la FAO avrebbe dovuto affrontare. Una prima relazione fu presentata alla
conferenza FAO tenutasi a Copenaghen nel 1946, ma essa rivelava chiaramente che le
statistiche disponibili variavano da paese a paese ed erano insoddisfacenti dal punto di
vista del contenuto e dell’accuratezza. Non erano neppure sufficientemente complete da
poter essere utilizzate per così grandi propositi come la formulazione delle politiche
forestali o lo studio della direzione dello sviluppo forestale. Il lavoro del settore
economico della Divisione Forestale della FAO fu concentrato su due aspetti: primo –
assemblare, comparare, tabulare ed interpretare le statistiche al presente disponibili sulle
foreste e i relativi prodotti, in modo da avere alla mano tutti i dati necessari per
analizzare la situazione mondiale e i suoi possibili sviluppi. Secondo – migliorare le
tecniche statistiche usate nelle varie nazioni allo scopo di incrementare la loro
accuratezza e comparabilità dal punto di vista internazionale. In pratica è stato difficile
tenere una netta divisione tra i due aspetti del lavoro e la sovrapposizione fu inevitabile.
Uno dei più grandi ostacoli a riguardo della comparabilità delle statistiche fu
dovuta alla chiarezza dei termini usati. Così due conferenze internazionali tenutesi a
Washington e a Roma, nel 1947, fecero luce sulle definizioni più importanti e fissarono
la conversione dei fattori che dovevano essere comunemente usati.
Il miglioramento delle esistenti statistiche e l’introduzione di nuove rappresentò
uno sforzo paziente e costante. L’introduzione, per opera delle Nazioni Unite, del SITC
(Standard International Trade Classification) in molti paesi rese possibile la
comparabilità a livello internazionale dei dati sulla produzione e commercio dei prodotti
forestali.
Buoni dati rappresentano il materiale essenziale per l’analisi statistica e, per
ottenerli, un’organizzazione internazionale, come la FAO, dipende interamente dalla
volontà e capacità di cooperazione tra i suoi paesi membri. La collezione e divulgazione
delle statistiche nazionali forestali fu realizzata sulla base di questionari mandati ai
governi membri della FAO. E, incidentalmente, il mero fatto di dover compilare tali
questionari, preparati da esperti altamente qualificati, obbligò i paesi a migliorare i loro
servizi statistici nazionali. I dati erano (e sono tuttora) pubblicati negli annuari di
statistica (Yearbook of Forest Products Statistics), che contengono le più recenti
informazioni sull’utilizzazione e produzione dei principali prodotti forestali, tra cui,
appunto, quelli riferiti alla “carta e cartone”.
Nel corso degli anni, la composizione dei dati è stata rivisitata (vedi i differenti
aggregati presentati nelle due serie storiche), e il fuoco dell’analisi è stato cambiato ed
allargato al fine di rispondere a nuove percezioni, priorità e domande. La disponibilità e
la qualità dell’informazione, e con essa la capacità tecnica dell’analisi e studio dei dati,
si è sviluppata straordinariamente con l’avvento del computer. È, infatti, a partire dalla
metà del 1970 che l’uso di database elettronici ha svolto un ruolo centrale nell’analisi
econometrica del consumo e, più tardi, della produzione dei beni forestali. Inizialmente,
tale analisi si basava sull’utilizzo di medie periodiche, ma, a partire dalla metà degli
anni ’80, è stato possibile utilizzare i dati annuali per tutte le nazioni significative nella
stima delle relazioni econometriche.
Concludendo: l’obiettivo delle analisi statistiche non è quello di prevedere lo
sviluppo di una qualsivoglia nazione, ma, piuttosto, di trarre vantaggio dai diversi dati
per capire ed esplorare le tendenze generali dei paesi e stimare in tal modo le
implicazioni che possono avere per il mondo.
Scrive Philip Wardle, responsabile del settore economico della Divisione
Forestale: “Spesso le statistiche non sono le materie preferite da coloro che lavorano in
campo forestale, da una parte, e dagli ecologisti dall’altra; ma, se le disdegnano, nella
nostra società complessa ed altamente competitiva, sarà improbabile che riusciranno a
trovare un accettabile compromesso tra la conservazione del capitale ambientale ed un
suo sostenibile uso.”
2. PRESENTAZIONE E DEFINIZIONE DEI DATI
I dati presentati nelle pagine seguenti sono stati elaborati dal Settore Economico
della Divisione Forestale della FAO (Food and Agriculture Organization) che dal 1947
(anno della prima pubblicazione di “Yearbook of Forest Products Statistics”) si occupa
di tutti i prodotti forestali e, quindi, di pasta, carta e cartone.
Lo studio seguirà l’impostazione degli Annuari Statistici pubblicati dall’ONU, di
cui la FAO è un’organizzazione specializzata. Quindi, sono presentate due serie
storiche. La prima, che copre il periodo 1947-1960, è riferita alla sola produzione di
carta. Viene dunque escluso tutto ciò che si riferisce al cartone. E’ invece dal 1961,
anno di inizio della seconda serie, che si considera come unico aggregato quello
rappresentato da “carta e cartone”.
2.1. Definizioni
CARTA e CARTONE
1
I seguenti prodotti sono inclusi in questo aggregato: carta da giornale, carta da
scrivere e da stampa, altra carta e cartone.
Carta da giornale
Carta non patinata (quindi non plastificata o lucida), che contiene almeno il 60%
(percentuale di contenuto fibroso) di pasta di legno meccanica, di solito con un peso che
si aggira tra i 40 e 60 grammi per metro quadrato.
Carta da scrivere e da stampa
Carta appropriata per differenti fini (scrittura, schizzo, disegno, stampa etc…)
ottenuta da una varietà di miscele di pasta di legno. Sono incluse in questo aggregato le
carte usate per libri e periodici, rotocalchi, carte da parati, carta bibbia (usata per libri di
molte pagine, ma di spessore minimo), etichette, banconote, poster, carta da fotocopie e
per macchina da scrivere.
Altra carta e cartone
Rientrano in questa categoria
• Carte per usi domestici e sanitari. Includono: carta assorbente, crespata o
no, tessuto per asciugamani, pannolini, carta igienica. Sono ottenute da pasta di
1
La carta è generalmente definita cartone quando supera il peso di 220 grammi per metro quadrato.
legno chimica, imbianchita o no, talvolta da un misto di carta straccia e pasta
meccanica.
• Carte speciali sottili. Si tratta di carte che, grazie alla loro relativa
sottigliezza, sono utilizzate per fini particolari. Possono essere ottenute da pasta
di legno chimica o meccanica, imbianchita o no, ma frequentemente da paste
contenenti fibre di lino, di canapa o di cotone. Le principali caratteristiche di
queste carte sono l’uniformità della superficie, assenza di fori, bassa
permeabilità, purezza chimica. Esempi dei suddetti tipi di carta sono: carta
carbone, carta dei condensatori, carta da sigarette, carta per le bustine da tè.
• Carte e cartoni da involgere e da imballo. Rientrano in questo gruppo:
pergamena vegetale, carta pergamena e carta vetrata, carte fatte da pasta di legno
chimica, pura o mista, trattate in modo da renderle resistenti all’olio, grasso e
acqua. Sono usate principalmente per impachettare i congelati, materie umide o
grasse come burro, margarina, carne o pesce.
• Carte e cartoni da costruzioni. Sono usati nella costruzione di tetti e
pavimenti di edifici, e di strutture in genere, per isolare, proteggere dal vapor
acqueo… Sono interamente ottenuti dal raffinamento di materiali come pasta di
legno, carta straccia, altra pasta vegetale e fibre minerali. La bassa conducibilità
termica, la resistenza all’umidità, al fuoco e agli insetti parassiti sono i motivi
per cui questi materiali sono così impiegati ed apprezzati.
• Carte e cartoni non altrove specificati. Sono comprese: carta kraft (molto
robusta) per incerare, asfaltare, resistere all’acqua, ingommare; e ancora: carta
da filtro, carta fotografica, cartoni usati nelle scatole da scarpe, nelle valigie etc.
PASTA
Le materie prime, sulle quali si basa la fabbricazione della carta sono: pasta di
legno (che è quella predominante), altre paste fibrose e carta riciclata.
Pasta di legno
La pasta di legno si ottiene sfibrando minutamente il legname fino a ridurlo in una
soffice poltiglia, operazione questa che può essere compiuta in vari modi e
principalmente in tre:
1. Lo sfibramento meccanico mediante una mola;
2. Lo sfibramento chimico mediante lisciviazione e cottura (la lisciva può
essere, ad esempio, soda caustica o bisolfito di calcio);
3. Lo sfibramento per esplosione, cioè il legno, ridotto in minute schegge,
dette chips, viene messo in autoclavi nelle quali viene compresso dal vapor
acqueo ad una pressione elevatissima. Quando le schegge sono imbevute,
si apre improvvisamente l’autoclave e il brusco passaggio dall’alta
pressione alla pressione normale provoca una vera e propria esplosione
delle schegge, che vengono ridotte in fibre minutissime.
La pasta di legno viene utilizzata non solo nella produzione di carta, ma anche di
legni sintetici (pannelli leggeri, stabili e di vaste dimensioni costituiti essenzialmente da
pasta di legno pressata), e altri prodotti cellulosici (celluloide, rayon, cellophane ed
esplosivi).
Altre paste fibrose
Sono paste di materiali vegetali fibrosi diversi dal legno. Includono bagassa,
bambù, paglia, canapa, lino e cotone.
Carta riciclata
Viene ottenuta dal re-impiego di carte e cartoni, una volta che sono stati impiegati
per il loro scopo originale.
Infine, ricordo brevemente la suddivisione delle specie degli alberi in due grandi
famiglie:
• Conifere o resinose: abete, pino, larice, cipresso;
• Latifoglie o fogliuti: pioppo, eucalipto, betulla, faggio, castagno, tremula;
allo scopo di citarne alcuni tra quelli più impiegati nella produzione di pasta e carta.
3. PRIMA SERIE: ANNI 1947-1960
I dati tabulati, che vengono presentati nelle seguenti pagine, sono tratti dagli
Annuari Statistici pubblicati dalle Nazioni Unite. Sono stati ottenuti sommando due
categorie presentate al loro interno: carta da giornale e carta diversa dalla precedente.
Quest’ultima comprende quella che è stata definita carta da stampa e da scrivere e altra
carta. Come già fatto notare, ogni riferimento al cartone è escluso.
Ciascun annuario contiene una serie storica di dati, di quel determinato anno e dei
nove precedenti. Visto che ad ogni pubblicazione la FAO, seppur in maniera lieve, li
rivisitava, ho deciso di considerare nella mia analisi gli ultimi dati pubblicati relativi a
quel determinato anno. Nelle tabelle sono presenti anche spazi vuoti, per indicare cifre
non pervenute o mancanza di produzione di carta nel paese.
In relazione al progresso compiuto dalla FAO in campo statistico è da notare che
si è passati dalla disponibilità di dati di soli 30 paesi, nel 1947, a 43 nel 1960, con un
incremento quasi del 50 percento. Inoltre, è stata mantenuta la suddivisione dei paesi,
fatta negli “Statistical Yearbook”, nei relativi continenti e regioni d’appartenenza.
Mancano, però, tutti i dati relativi alle importazioni ed esportazioni dei paesi. Di
conseguenza, l’analisi di questo periodo si concentrerà solo sull’andamento della
produzione di carta a livello mondiale. Alcune cifre sono riportate in corsivo; a partire
da queste, i dati successivi non sono suscettibili di paragone con quelli di anni
precedenti.
Una chiarificazione è d’obbligo. C’è distinzione tra i termini “Totale” e “Mondo”.
Il primo è da intendersi nella sua accezione comune, ossia come semplice somma
aritmetica dei termini situati sulle righe. Il secondo, invece, non sempre corrisponde alla
definizione precedente, in quanto può comprendere al suo interno anche dati che non
sono esplicitati in tabella. Quando, invece, alcuni paesi non sono compresi palesemente
nell’aggregato mondiale viene indicato con una nota a margine.
Per ultimo, al fine di agevolare la comprensione dell’evoluzione del mercato
cartario, ho inserito anche gli ultimi dati disponibili dei diversi paesi prima dello
scoppio della guerra, e precisamente quelli relativi al 1938.
Di seguito sono riportati i dati che ho raccolto prima a livello generale, poi
suddivisi per continenti. Ho accompagnato ciascun tabulato con una relativa
rappresentazione grafica, in modo da rendere più chiaro e immediato lo studio dello
stesso.
Tab. 1.a: Produzione mondiale di carta suddivisa per continenti
Produzione
(tonnellate
metriche)
14,695,000 202,000 270,000 5,732,000 30,000 21,480,000
(1)
15,198,000 267,000 432,000 6,694,000 58,000 22,650,000
(1)
5.45
14,599,000 353,000 607,000 7,542,000 116,000 23,580,000
(1)
4.11
28,000 16,328,000 407,000 809,000 8,656,000 123,000 1,193,000 28,080,000
(2)
19.08
37,000 17,568,000 397,000 1,032,000 9,884,000 122,000 1,342,000 30,515,000
(2)
8.67
34,000 16,925,000 424,000 1,195,000 9,109,000 130,000 1,461,000 29,375,000
(2)
-3.74
48,000 17,511,000 416,000 1,504,000 10,133,000 130,000 1,612,000 31,455,000
(2)
7.08
82,000 18,081,000 462,000 1,665,000 11,416,000 184,000 1,769,000 33,815,000
(2)
7.50
95,000 19,611,000 508,000 1,881,000 12,460,000 225,000 1,862,000 36,800,000
(2)
8.83
113,000 20,789,000 600,000 2,117,000 13,141,000 311,000 1,994,000 39,235,000
(2)
6.62
119,000 20,271,000 607,000 3,363,000 13,903,000 336,000 2,126,000 40,935,000 4.33
133,000 19,969,000 673,000 3,736,000 14,260,000 349,000 2,236,000 41,587,000 1.59
148,000 21,837,000 706,000 4,661,000 15,572,000 388,000 2,248,000 45,700,000 9.89
167,000 22,513,000 720,000 5,267,000 17,308,000 433,000 2,334,000 49,075,000 7.39
1956
1957
1958
1951
1952
1953
1954
Sud
America
Oceania
1955
1947
1948
1949
1950
Asia Europa
Crescita
annuale
%
(2)
Cina esclusa.
Unione
Sovietica
MONDO
(1)
Unione Sovietica e Cina escluse.
1959
1960
Carta
Nord e
Centro
America
Africa
Fig. 1.a: Produzione Mondiale di Carta
1958
1952
0
10,000,000
20,000,000
30,000,000
40,000,000
50,000,000
60,000,000
1947 1948 1949 1950 1951 1952 1953 1954 1955 1956 1957 1958 1959 1960
Anni
T
o
n
n
e
l
l
a
t
e
4. SECONDA SERIE: ANNI 1961-2000
I dati
2
, che si riferiscono a questa seconda serie, sono tratti interamente dal
database elettronico della FAO (“FAO STATISTICAL DATABASE”)
3
, consultabile
on-line all’indirizzo http://apps.fao.org .
Come già accennato all’inizio del mio lavoro, in questo secondo periodo sono
presi in considerazione in un unico aggregato i dati di carta e cartone. Due sono le
novità di rilievo dal punto di vista statistico:
1. vengono presentati dati relativi non soltanto alla produzione, ma anche
all’importazione ed esportazione;
2. il numero di paesi, di cui abbiamo informazioni riguardo la produzione di
prodotti cartari, ha subìto un notevole incremento (+140%), pari cioè a
103 paesi. Inoltre sono ben 220 gli stati importatori, mentre 185 quelli
esportatori.
Corollario del primo punto risulta essere la possibilità di studiare l’evoluzione del
consumo di carta e cartone a livello delle singole regioni e paesi
4
. Più precisamente si
parla di consumo apparente, ottenuto dalla seguente eguaglianza:
CONSUMO APPARENTE = PRODUZIONE + IMPORTAZIONE –ESPORTAZIONE
In tal modo, la mia analisi come mostro nelle seguenti pagine, risulta essere
arricchita non solo di dati, ma specialmente di grafici.
Come si nota dal secondo punto, il numero di paesi dei diversi segmenti è
differente, con una netta prevalenza dei paesi importatori. Questa osservazione è
giustificata dal fatto che paesi molto piccoli – e molto spesso isole – importano
solamente prodotti cartari, ma non hanno le risorse per poterli produrre. Al fine, però, di
2
I dati del 2000 sono provvisori ed aggiornati al 21 agosto 2001.
3
FAO STATISTICAL DATABASE è un insieme di serie storiche, che generalmente hanno come punto
di inizio l’anno 1961, e che raccoglie dati su tutte le materie di competenza della FAO e, quindi,
riguardanti prodotti agricoli, forestali, ittici ai quali si aggiungono quelli facenti riferimento alla
popolazione.
4
A livello mondiale non è possibile parlare di consumo apparente, giacché esso coincide con la
produzione. Almeno dal punto di vista teorico, infatti, il totale delle importazioni eguaglia quello delle
esportazioni, ma a livello pratico, come mostrerò nella prima tabella, errori di misurazione provocano un
lieve scostamento dei due valori. Eccessive differenze, come il dato relativo al 1999, sono da giustificarsi
come cifre ancora provvisorie, bisognose di successive rettifiche.
una maggiore chiarezza espositiva ho deciso di non riportare i dati di questi paesi nelle
tabelle in quanto di ordine poco rilevante (qualche centinaia di tonnellate)
5
. Vale un
discorso analogo per il segmento relativo alle esportazioni. Ho, dunque, stabilito di
raccogliere i dati tabulati di tutti quegli stati maggiormente degni di nota nel mercato
mondiale della carta e che presentassero informazioni su tutti e tre i segmenti esposti al
punto primo
6
. Segue che di ogni paese presente nella tabella riporto quattro tipi di dati
secondo la seguente simbologia:
P = Produzione I = Importazione
E = Esportazione C = Consumo apparente
Infine, rispetto alla prima serie, ho cambiato l’unità di misura, che diventa
“migliaia di tonnellate metriche”.
Manterrò l’impostazione seguita precedentemente, ossia presenterò dapprima
l’evoluzione del mercato di carta e cartone a livello mondiale, e subito dopo suddivisa
per aree geografiche.
5
Attenzione: anche se i dati di questi paesi non sono inseriti nelle tabelle, sono comunque computati nel
calcolo delle importazioni ed esportazioni a livello mondiale.
6
Paesi importatori di cui non ho riportato i dati: Afghanistan, Isole americane Samoa, Andorra, Isola
Anguilla, Isole Antigua e Barbuda, Armenia, Isola Aruba, Azerbaigian, Isole Bahamas, Bahrein, Isola
Barbados, Belize, Benin, Bhutan, Bosnia Erzegovina, Botswana, Territorio Britannico dell'Oceano, Isole
Britanniche Vergini, Brunei, Burkina Faso, Burundi, Isole Capo Verde,Isola Cayman, Repubblica
Centrafricana, Ciad, Isola Christmas, Isole Cocos, Isole Comore, Repubblica Democratica del Congo,
Isole Cook, Costa d'Avorio, Cipro, Gibuti, Domenica, Timor est, Guinea Equatoriale, Eritrea, Isole
Faeroe, Isole Falkland, Isole Figi, Guayana Francese, Polinesia Francese, Gabon, Gambia, Georgia,
Ghana, Stretto di Gibilterra Groenlandia, Isola Granata, Isola Guadalupa, Guinea, Guinea-Bissau,
Guyana, Haiti, Islanda, Kazakistan, Isole Kiribati, Kuwait, Kirghizistan, Laos, Liberia, Malati, Maldive,
Mali, Malta, Isole Marshall, Isola Martinica, Mauritania, Isola Maurizio, Micronesia, Stati Federati,
Moldavia, Mongolia, Isola Monserrat, Isole Settentrionali Marianne, Namibia, Isola Nauru, Antille
Olandesi, Nuova Caledonia, Nicaragua, Niger, Isola Niue, Isola Norfolk, Oman, Isola Palau, Papua
Nuova Guinea, Isole Pitcairn, Qatar, Isola Riunione, Ruanda, Isola Samoa, Isole Sao Tomé e Principe,
Arabia Saudita, Senegal, Isole Seicelle, Sierra Leone, Isola Salomone, Somalia, Isola Sant'Elena, Isole
Saint Kitts e Nevis, Isola Saint Lucia, Isole Saint Pierre e Miquelon, Isole Saint Vincent e Grenadine,
Surinam, Tagikistan, Togo, Isola Tokelau, Isola Tonga, Isole Trinidad e Tobago, Turkmenistan, Isole
Turks e Caicos, Isola Tuvalu, Emirati Arabi Uniti, Uzbekistan, Isola Vanuatu, Isola Wake, Isola Wallis e
Futura, Yemen.
Paesi esportatori di cui non ho riportato i dati: Afghanistan, Andorra, Isola Anguilla, Isole Antigua e
Barbuda, Armenia, Azerbaigian, Isole Bahamas, Bahrein, Isola Barbados, Belize, Benin, Bhutan, Bosnia
Erzegovina, Isole Britanniche Vergini, Brunei, Burkina Faso, Burundi, Isole Capo Verde, Isola Cayman,
Ciad, Repubblica Democratica del Congo, Costa d'Avorio, Cipro, Gibuti, Domenica, Guinea Equatoriale,
Isola Faeroe, Isole Figi, Polinesia Francese, Gabon, Gambia, Georgia, Ghana, Stretto di Gibilterra,
Groenlandia, Isola Grenada, Isola Guadalupa, Haiti, Islanda, Kazakistan, Kuwait, Kirghizistan, Laos,
Malati, Maldive, Mali, Malta, Isola Martinica, Mauritania, Isola Maurizio, Moldavia, Mongolia, Isola
Nauru, Antille Olandesi, Nuova Caledonia, Nicaragua, Niger, Isola Niue, Oman, Isola Palau, Papua
Nuova Guinea, Qatar, Isola Riunione, Ruanda, Isola Samoa, Isole Sao Tomé e Principe, Arabia Saudita,
Senegal, Isole Seicelle, Sierra Leone, Isola Salomone, Somalia, Isole Saint Vincent e Grenadine,
Surinam, Tagikistan, Isola Tonga, Togo, Isole Trinidad e Tobago, Turkmenistan, Isola Tuvalu, Emirati
Arabi Uniti, Uzbekistan, Yemen.
Fig. 1.b: Produzione Mondiale di carta e cartone
1996
1982
1975
1998
0
50,000
100,000
150,000
200,000
250,000
300,000
350,000
1
9
6
1
1
9
6
2
1
9
6
3
1
9
6
4
1
9
6
5
1
9
6
6
1
9
6
7
1
9
6
8
1
9
6
9
1
9
7
0
1
9
7
1
1
9
7
2
1
9
7
3
1
9
7
4
1
9
7
5
1
9
7
6
1
9
7
7
1
9
7
8
1
9
7
9
1
9
8
0
1
9
8
1
1
9
8
2
1
9
8
3
1
9
8
4
1
9
8
5
1
9
8
6
1
9
8
7
1
9
8
8
1
9
8
9
1
9
9
0
1
9
9
1
1
9
9
2
1
9
9
3
1
9
9
4
1
9
9
5
1
9
9
6
1
9
9
7
1
9
9
8
1
9
9
9
2
0
0
0
Anni
M
i
g
l
i
a
i
a
t
o
n
n
e
l
l
a
t
e
Fig. 1.1.b: Produzione di carta e cartone per continenti
0
20,000
40,000
60,000
80,000
100,000
120,000
1
9
6
1
1
9
6
2
1
9
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3
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0
Anni
M
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g
l
i
a
i
a
t
o
n
n
e
l
l
a
t
e
Africa P Nord e Centro America P Sud America P
Asia P Europa P Oceania P
Unione Sovietica P
Nord e Centro America
Europa
Asia
Unione Sovietica
Sud America
Africa e Oceania
Guardando al grafico della produzione mondiale di carta e cartone (fig. 1.b),
possiamo notare una tendenza ancora marcatamente lineare e crescente, seppur con un
maggior dinamismo rispetto allo stesso grafico della prima serie (vedi pag. 9).
Anni
Produzione mondiale
carte e cartoni (migliaia
tonnellate metriche)
Tasso di
crescita per
anno (%)
1961 77,493
1962 80,743
4.19
1963 85,946
6.44
1964 92,096
7.16
1965 97,615
5.99
1966 104,670
7.23
1967 105,696
0.98
1968 113,848
7.71
1969 122,762
7.83
1970 126,454
3.01
1971 128,295
1.46
1972 137,497
7.17
1973 148,244
7.82
1974 150,426
1.47
1975 130,505
-13.24
1976 147,186
12.78
1977 152,058
3.31
1978 159,860
5.13
1979 169,374
5.95
1980 170,257
0.52
1981 170,979
0.42
1982 167,271
-2.17
1983 177,298
5.99
1984 189,999
7.16
1985 192,941
1.55
1986 203,279
5.36
1987 214,636
5.59
1988 227,546
6.01
1989 233,162
2.47
1990 240,099
2.98
1991 243,336
1.35
1992 245,002
0.68
1993 252,028
2.87
1994 268,277
6.45
1995 282,041
5.13
1996 281,973
-0.02
1997 299,073
6.06
1998 300,328
0.42
1999 316,677
5.44
2000 319,777
0.98
Tab. 8.b: Tasso annuo di
crescita nella produzione
mondiale di carta e cartone
Il tasso annuo di crescita in media è stato del 3.8%, ma la produzione subisce una
brusca caduta nel 1975 (-13.24%), una più lieve nel 1982 (-2.17%), ed infine un arresto
nel 1996 e nel 1998.
Prima di passare a comprendere le ragioni di questi avvenimenti, è importante
sottolineare una differenza. Anteriormente all’anno 1975 il tasso di crescita nella
produzione era piuttosto costante, tanto che solo nel 1967 si era registrato un
incremento inferiore ad un punto percentuale. A partire dal 1982, invece, si hanno forti
espansioni negli anni 1983-1984, quindi 1986-1988 ed infine 1994-1995, tutte al di
sopra del 5%, intervallate da periodi di bassa crescita nel 1985 e, soprattutto, tra il 1989
e il 1992, anno in cui l’incremento registrato è stato appena dello 0.68% . Quindi, dopo
l’arresto del 1996 e fino al 2000 si sono alternati anni di sensibili variazioni positive
(1997 e 1999, rispettivamente +6 e +5.5%), ad anni di crescita mediocre (1998 e 2000).
Studiando i grafici della produzione, importazione, esportazione e consumo,
relativamente ai singoli continenti, possiamo compiere le seguenti considerazioni. Le
curve della produzione riferite al Nord-Centro America e all’Europa seguono – con uno
scarto negativo costante di circa 15-20 milioni di tonnellate dei dati europei – lo stesso
andamento crescente, confermandosi come i maggiori produttori mondiali.
Anche l’Asia ha seguito per parecchio tempo, almeno fino agli inizi degli anni
’80, la tendenza crescente delle regioni sopra descritte, per poi iniziare un’ascesa senza
paragoni fino ai nostri giorni, e riuscendo addirittura a superare la produzione totale
europea nel 1999 (93,972,000 tonnellate contro le 93,812,000 dell’Europa). Nel 2000
sembra che la regione asiatica abbia fatto registrare una crescita inferiore a quella del
Vecchio Continente, ma, come già fatto notare, questi dati sono ancora suscettibili di
successive rettifiche.
Risultati ancora piuttosto mediocri sono da attribuirsi all’Africa e all’Oceania che
rimangono, alle soglie del nuovo millennio, con un livello di produzione che si aggira
attorno ai 3 milioni di tonnellate per anno.
L’Unione Sovietica ha mostrato, sulla base di quanto fatto notare
precedentemente, nell’analisi del primo periodo, e fino al suo dissolvimento sul piano
politico, l’andamento più lineare, non mostrando segni di caduta nemmeno nel
momento più difficile su scala globale del settore cartario che, come descriverò in
seguito, si è verificato nel 1975.
Note positive di crescita, anche se non esaltanti, provengono dal Sud America che
ha continuato il suo trend ascendente fino al 2000, quando finalmente ha raggiunto i 10
milioni di tonnellate prodotte.
Per ciò che concerne l’importazione ed esportazione di carte e cartoni, è possibile
notare come l’Europa e il Nord-Centro America (entrambi esportatori netti) mostrino
ancora un andamento crescente, ma in questo caso divergente con il passare degli anni.
L’Europa registra un volume di importazioni ed esportazioni nettamente più alto
rispetto al Nord e Centro America che, negli ultimi anni, e precisamente dopo il 1997,
vede precipitare gli scambi internazionali di alcuni milioni di tonnellate.
Il continuo aumento delle importazioni asiatiche, unitamente alla modesta crescita
del volume delle esportazioni da una parte e all’elevato livello della produzione
dall’altra, ha fatto letteralmente schizzare verso l’alto la curva del consumo di questo
continente. L’Asia raggiunge dapprima il valore europeo nel 1993, quando si attesta su
72,485,000 tonnellate contro le 69,875,000 del Vecchio Continente, quindi, continua il
suo trend ascendente scavalcando il livello di ben 100 milioni di tonnellate, a breve
distanza dal Nord e Centro America. Visto il suo straordinario tasso di crescita nella
produzione ed importazione, non è difficile prevedere che non tarderà ad oltrepassare i
consumi americani.
Per quanto riguarda, infine, gli altri continenti (Sud America, Oceania ed Africa),
notiamo solamente che i livelli di importazione ed esportazione si mantengono
costantemente su risultati alquanto modesti, e soprattutto dipendono ancora troppo da
prodotti cartari importati.
4.1. La brusca caduta del 1975
Il grafico che riassume i dati della produzione mondiale di carte e cartoni (fig. 1.b,
pag. 38) evidenzia chiaramente che il 1975 è stato un anno deludente e di notevole
regresso dell’attività produttiva.
Per dare un giudizio più completo, però, occorre tenere presente che quella del
settore cartario si innestava in una crisi ben più vasta che coinvolgeva non soltanto tutte
le attività industriali, ma addirittura tutti i paesi industrializzati.