II
conseguita dallo scrittore. La maturità creativa raggiunta da Weiß trova la sua più
limpida espressione nel ritratto distaccato, ma al contempo partecipe, della
condizione di autodistruttiva e alienante solitudine dell’individuo nella società
moderna. L’importanza di Jarmila va vista nella sintesi fra la realizzazione stilistica,
l’elemento tecnico-formale e l’analisi psicologica.
A questo proposito assume un notevole rilievo la caratterizzazione dei singoli
personaggi, utile anche ai fini della comprensione del quadro storico-sociale in cui si
inserisce l’opera, scritta probabilmente nel ’37. Se da un lato Weiß sembra non
accorgersi dei drammatici sviluppi di cui era vittima l’Europa negli anni del regime
nazista, quasi fosse smarrito in un sogno nostalgico della sua patria, dietro la
serenità apparente dei personaggi, la prosa dell’autore delinea delle psicologie
individuali profondamente malate, la cui inquietudine tradisce l’influenza degli
avvenimenti politici dell’epoca.
La decisione di proporre in questa sede anche un confronto con la traduzione
francese di Pierre Deshusses, deriva dal duplice desiderio di accostarmi in modo più
approfondito all’arte della traduzione e di verificarne la valenza interpretativa.
Il rendere il testo fruibile ad un numero sempre maggiore di lettori ingenera nel
traduttore la responsabilità di rendere fedelmente il senso del testo originale, ma allo
stesso tempo di agevolare la comprensione ad un pubblico di sensibilità e tradizione
culturale diverse.
1
Notizie biografiche sull’autore
Come per altri scrittori ebrei di lingua tedesca morti in esilio, poveri e
soli, delineare la figura di Ernst Weiß risulta un compito arduo. In
molte storie della letteratura e opere di consultazione il suo nome
manca del tutto e la ricerca che si è recentemente occupata di lui
non è ancora riuscita a far luce su molti periodi della sua vita che
rimangono di conseguenza, nel vago. Furioso e intrattabile, ma
anche cortese, cordiale e disponibile, aveva un carattere che spesso
viene descritto come malinconico e complesso
1
.
1
Kafka caratterizza Ernst Weiß nel suo diario (1.7.1913) nel seguente modo:
“Vorvorgestern mit Weiß, Verfasser der Galeere. Jüdischer Arzt, von der Art, die dem
Typus des westeuropäischen Juden am nächsten ist und dem man sich deshalb gleich nahe
fühlt. Der ungeheure Vorteil der Christen, die im allgemeinen Verkehr die gleichen Gefühle
der Nähe immerfort haben und genießen, zum Beispiel christlicher Tscheche unter
christlichen Tschechen.”
Ernst Blei, con lo pseudonimo di Dr. Peregrin Steinhövel, scrive a pagina 46 della prima
edizione a tiratura limitata (1000 copie) del suo Bestiarium Literaricum das ist: genaue
Beschreibung derer Tiere des literarischen Deutschland, apparsa privatamente nel 1920 a
Monaco, riguardo all’”animale letterario” Ernst Weiß:
Ernstweiß
Der Ernstweiß ist ein Blutegel, der bei allen Arten von Blutgeschwüren mit Erfolg,
vornehmlich für das Tier, verwandt wird. Darum wird der Ernstweiß in Spitälern,
Bordellen, schlagfertigen Ehen für alle blutigen Fälle gehalten.
L’animale Ernst Weiß scomparve però dalle successive edizioni di questo famosissimo
libro. Non se ne conosce la ragione.
2
Le difficoltà
2
cominciano già dalla sua data di nascita; l’autore stesso
ha indicato ripetutamente il 1884 come l’anno della sua nascita e
2
Polemicamente Peter Engel, nel suo contributo al simposio su Ernst Weiß del 1990, si
chiede “ob es überhaupt schon eine Weiß-Forschung im eigentlichen Sinne gibt”,
esponendo le ragioni per questa affermazione (Peter Engel, Viele Defizite, einige
Leistungen. Anmerkkungen zum Stand der Weiß-Forschung und –Edition, in “Ernst Weiß –
Seelenanalytiker und Erzähler von europäischem Rang, Jahrbuch für Internationale
Germanistik, Reihe A, Band 31, p. 9-22, Verlag Peter Lang, 1992).
Per essere brevi: sono soprattutto i dati riguardanti la vita di questo autore a non essere -
questo vale a tutt’oggi – ancora debitamente chiariti. La critica, con poche eccezioni, non
ha fatto che acquisire informazioni biografiche riportate da altri senza verificarle. Non che
la conoscenza “totale” della vita, delle esperienze, degli spostamenti e degli amori di un
autore sia una necessità imprescindibile per la critica, certo però aiuta a inquadrare un
autore e a non prendere eccessivi abbagli riguardo l’interpretazione delle sue opere.
Due brevi esempi a documentazione delle sgradevoli imprecisioni in cui si imbatte chi
desideri informarsi, un esempio precedente le esasperate osservazioni di Peter Engel e uno
posteriore ad esse.
Nel Deutsches Dichterlexikon di Gero von Wilpert del 1963 (Alfred Kröner Verlag,
Stuttgart), lo stesso anno in cui esce il primo libro di Ernst Weiß nella Germania del
dopoguerra, libro che contemporaneamente è anche opera postuma, il romanzo Der
Augenzeuge cioè, si legge:
Weiß, Ernst, 28.8.1884 Brünn – 14.6.1940 Paris. Jugend in Wien u. Prag, Stud. Medizin,
als Schiffsarzt Fahrten nach Ostasien, im 1. Weltkrieg Regimentsarzt, emigrierte 1938 nach
Paris, wo er sich bei Annäherung der dt. Truppen das Leben nahm. – Expressionist.
Erzähler und Dramatiker. Freund Kafkas. (Segue un elenco approssimativo delle opere).
L’anno di nascita è sbagliato; il giorno della morte è sbagliato; la gioventù Ernst Weiß l’ha
passata a Brno; a Vienna e Praga ha invece studiato medicina. E’ stato effettivamente
medico di bordo, ma per un brevissimo periodo (dal 7.1. al 30.6.1913) e “Ostasien” è
piuttosto l’India. Del suo lungo soggiorno a Berlino dagli anni 20 al 1933 non si parla.
L’emigrazione a Parigi è avvenuta nel ’34. Che si possa ridurre tutta la sua opera a un solo
periodo, quello espressionista, è opinabile. E che infine solo l’amicizia con Kafka – tutta
ancora da verificare – sia la cosa più rimarchevole di questo autore è un’implicita squalifica
della sua opera letteraria.
Del resto, Peter Engel ha trattato questo tema, e cioè Die Weiß-Rezeption in
Literaturgeschichten und Darstellungen (Teil I [von 1922-1940], in “Weiß-Blätter”, Nr. 1,
Nov. 1983; Teil II [von 1945-1981], in “Weiß-Blätter” Nr. 2, Sept. 1984), esaustivamente e
con risultati deprimenti.
L’altro esempio per il persistere di informazioni biografiche errate è recentissimo, tratto
dalla recensione a Jarmila apparsa sulla “Frankfurter Allgemeine Zeitung” (Sabine Brandt,
Die Unglücksuhr. Ernst Weiß erzählt von Jarmila, “FAZ”, Nr. 164, 18.7.1998), dove di
nuovo viene detto:
“[…Ernst Weiß] 1884 in Brünn geboren, aufgewachsen in Wien und Prag”
3
questo dato si trova anche in parecchie opere di consultazione.
Nell’archivio di Brno, la sua città natale morava, è registrato tuttavia
senza ombra di dubbio che egli è nato il 28 agosto 1882 da Gustav
Weiß, un commerciante di tessuti ebreo di successo, e da Berta
Weinberg, coniugata Weiß.
Anche in altri documenti ufficiali, come il diploma di maturità o
l’immatricolazione all’università e infine il certificato di morte, è
indicato il 1882 come l’anno della sua nascita.
Non può essere determinato con certezza il perché lo scrittore
volesse affermare di essere di due anni più giovane, ma una
supposizione sta nel fatto che egli volesse nascondere di aver
sostenuto gli esami di maturità con due anni di ritardo.
Ernst Weiß crebbe in un ambiente ebreo borghese, ma nella sua
famiglia l’aspetto economico-commerciale non giocava un ruolo
dominante, prevalevano al contrario spiccate inclinazioni culturali.
Nel 1886 il padre di Ernst Weiß morì quando egli aveva solo quattro
anni. La morte prematura del padre ha avuto un’influenza decisiva
sullo scrittore, infatti, in particolar modo le opere della maturità sono
e “Weiß war ein Schüler Sigmund Freuds”, il che non solo non è provato, ma non è
neppure verosimile, lo scandaglio psicologico operato dall’autore in sempre nuove varianti
è di altra natura.
4
contraddistinte dalla presenza di potentissime figure paterne, che
sono probabilmente la conseguenza della mancanza di un modello
maschile in gioventù.
Ernst Weiß frequentò i licei di Brno, Leitmeritz e Arnau e sostenne
l’esame di maturità a Brno nel 1902.
Nello stesso anno si iscrisse alla facoltà di medicina a Vienna e
studiò anche tre semestri a Praga. Si laureò a Vienna il 4 luglio 1908.
Era affascinato particolarmente dalla chirurgia e dalle sue possibilità
terapeutiche. Certamente venne a contatto con la psicanalisi di
Sigmund Freud
3
. Dopo la laurea, cominciò la formazione per
diventare chirurgo, dapprima a Berna presso il Professor Theodor
Kocher
4
, premio Nobel per la medicina nel 1909, e in seguito a
3
L’importanza di Freud per Ernst Weiß scrittore è stata largamente sopravvalutata.
L’annotazione che si trova frequentemente nella critica (v. nota precedente), che Ernst
Weiß sia stato allievo di Freud o che sia rimasto affascinato dalla psicanalisi freudiana,
deriva, secondo Peter Engel, (Viele Defizite…, op. cit. p. 20) da un’affermazione di questo
tenore di Eduard Wondrák, il primo ad aver tentato una biografia e bibliografia di Weiß
risalendo alle fonti (Einiges über den Arzt und Schrifsteller Ernst Weiß mit einer
autobiographischen Skizze von 1928 “Ernst Weiß über sich selbst” und dem “Versuch
einer Autobiographie” der Werke von Ernst Weiß, Kreisselmeier, München, 1968).
Disgraziatamente, per questa affermazione manca ogni conferma.
4
Se Weiß si fosse sentito in debito verso Freud, certo lo avrebbe detto. Invece attribuisce il
merito per avergli indicato un metodo, anche e forse soprattutto nello scrivere, al Prof.
Kocher. Scrive così nelle Notizen über mich selbst (in francese in “Revue d’Allemagne”,
5.2.1933, in tedesco in “Weiß-Blätter”, Nr. 4, Nov. 1985, pp.3-8): “In dem Jahr, als ich sein
Assistent war, erhielt er den Nobelpreis. Viel eher als ein strenger Vorgesetzter war er mir
ein väterlicher Freund” (p. 3). “[…] er ist es, dem ich das Bewußtsein für meine
Bestimmung zum Schriftsteller verdanke. Auch hierin unterwies er mich. Er ließ uns
5
Berlino. Qui proseguì con le sue scritture
5
e nel 1910 portò a termine
il suo primo romanzo pubblicabile: Die Galeere. Nel 1911 tornò a
Vienna dove trovò un impiego nel reparto di chirurgia del Wiedener
Spital sotto il Professor Julius Schnitzler, fratello di Arthur e si
adoperò per la pubblicazione del suo primo romanzo, cosa che
inizialmente non gli riuscì e lo fece cadere in una crisi profonda.
Per curarsi da una tubercolosi polmonare, poiché non aveva altri
mezzi, accettò per sei mesi un posto come medico sul vapore
“Austria” del Lloyd austriaco e viaggiò nel 1913 nell’Estremo oriente.
Poco prima di partire ricevette la notizia che quattro grandi case
editrici tedesche, che per tre anni avevano rifiutato il suo libro, ora
erano decise a pubblicarlo. Scelse la Fischer e quando rientrò in
Krankengeschichten abfassen; es gab für ihn keinen einfachen Fall, da er nichts in der
Medizin für belanglos hielt. Deshalb brachte er uns bei, Schlüsse aus unscheinbaren
äußeren Details zu ziehen und diese keineswegs zu vernachlässigen, sondern sie so
darzulegen, daß noch nach zwanzig Jahren bei der Lektüre des knappen Berichts die
Entwicklung der Symptome nachvollziehbar bliebe. Wir mußten in diesen Berichten drei
Arten von Beobachtungen anstellen: 1. Beschreibung der pathologischen Symptome:
typische und außergewönliche Symptome; 2. Stellen der Diagnose: genaue Ursache der
Schmerzen, Grund der Störungen usw.; 3. Schilderung des Operationsverlaufs. Keine
Phrasen, nichts, was zu Illusion Anlaß gäbe, sondern die peinlich genaue Darstellung der
Tatsachen. Es war eine harte Schule.” (p. 4) “Ich besuche dort [Bern] regelmäßig ein Café
[…] Wie ich sonst meine Krankengeschichten und Operationsprotokolle verfaßte, schrieb
ich an jenen Tagen einen Roman […]” (p. 4)
5
Esse datano almeno dal 1907 (Peter Engel, Viele Defizite…, op.cit. p.12), tutte andate
perse, su cui però getta qualche luce il carteggio di Ernst Weiß con Leo Perutz (Peter Engel/
Hans-Harald Müller, Ernst Weiß’ Briefe an Leo Perutz, in “Modern Austrian Literature”,
vol. 21, n.1, 1988).
6
patria, nel 1913, il romanzo Die Galeere si trovava già nelle librerie.
Con questo suo primo libro Weiß, che ora viveva a Berlino, incontrò
l’interesse della critica. Esso fu accolto con entusiasmo dalle riviste
espressioniste. Con sguardo diagnostico vengono rappresentate le
nevrosi, le depravazioni in tutti i rapporti umani di un giovane medico
viennese morfinomane al volgere del secolo. Costui si concentra
sulle sue ricerche di radiologia in modo autodistruttivo e ossessivo e
cerca invano di spezzare la sua freddezza e, attraverso i suoi
rapporti con le donne, di partecipare realmente alla vita.
Nello stesso periodo egli conobbe Franz Kafka e tra i due nacque un
problematico rapporto di amicizia
6
. Il 12 luglio 1914 Ernst Weiß fu
presente alla rottura del fidanzamento fra Kafka e la sua fidanzata
Felice Bauer nell’albergo “Ascanischer Hof” di Berlino. Il 15 luglio
Weiß convinse Kafka ad unirsi a lui e alla sua amica Rahel Sanzara
in un viaggio nella località balneare danese Marielyst, dove si
occuparono della correzione della bozza di stampa del secondo
6
Marino Freschi riporta nella sua prefazione alla traduzione italiana de L’aristocratico di
Ernst Weiß (edizioni e/o, Roma, 1985) molti passaggi rilevanti dell'epistolario di Kafka
dove si fa esplicito riferimento a Ernst Weiß. Per ulteriori spunti riguardo al rapporto fra
Kafka e Weiß si rimanda
a: Günther Nicolin, Ernst Weiß – Franz Kafka. Aspekte einer Dichterfreundschaft, in
“Weiß-Blätter”, Nr.1, Nov. 1983, pp 20-29.
7
romanzo di Weiß, Der Kampf, in cui il vecchio tema del conflitto tra
vita e arte viene affrontato in una nuova maniera. Weiß avrebbe
potuto rimanere in Danimarca quando nell’agosto del 1914 scoppiò
la prima guerra mondiale, ma fece ritorno in Austria e fu mandato in
Ungheria in qualità di medico. Nel frattempo Der Kampf fu pubblicato
dalla Fischer nel 1916 e nel 1918 apparve l’avvincente romanzo
Tiere in Ketten, scritto con grandi capacità psicologiche di
immedesimazione nella dipendenza sessuale di una prostituta che
dopo numerose umiliazioni uccide il suo “amante” per gelosia.
Nel 1919 apparve nell’edizione Georg Müller Mensch gegen Mensch
che rappresenta l’orrore e l’assurdità della guerra. Questo lavoro è
caratterizzato dal pathos espressionista tipico dell’epoca e il
protagonista, un medico ebreo psichicamente labile, si suicida con la
sua mitragliatrice.
Nello stesso anno viene rappresentata a Praga con grande successo
la prima opera teatrale di Weiß, la tragedia Tanja, che vedeva la sua
amica, Rahel Sanzara, nel ruolo di protagonista.
Dopo la fine della guerra Weiß visse qualche tempo a Monaco, e in
seguito si trasferì a Praga per un anno dove lavorò all’Ospedale
Generale, prima di partire di nuovo per Berlino nella primavera del
8
1921. Gli anni trascorsi a Berlino furono quelli di maggior successo
nella vita dello scrittore. Quasi ogni anno pubblicò un nuovo libro,
partecipava alla vita letteraria della città, conobbe gli scrittori più
influenti come Alfred Döblin e Albert Ehrenstein e fece parte della
cerchia del “Gruppo 1925” dove autori come Brecht, Becher e
Tucholsky discutevano di letteratura e di politica, e inoltre
frequentava i saloni letterari di ricchi banchieri ebrei.
Nel marzo del 1923 ci fu a Berlino la prima della seconda opera
teatrale di Weiß, la tragicommedia Olympia.
Dal 1924 si percepisce un mutamento nell’opera di Weiß: egli si
allontana dall’espressionismo e cerca uno stile narrativo più sobrio e
tranquillo seguendo le tendenze della Neue Sachlichkeit, senza con
ciò perdere il suo interesse nel sondare le situazioni psichiche
borderline.
Il primo esempio di questa nuova fase della sua produzione artistica
è l’analisi di un caso criminale Der Fall Vukobrankovics (1924) che
ha come protagonista una manipolatrice di veleni e il romanzo storico
biografico Männer in der Nacht (1925), nel quale Weiß illustra il ruolo
di Honoré de Balzac nell’omicidio del suo amico di infanzia Peytel e
che fu recensito entusiasticamente da Stefan Zweig.
9
Weiß da sempre era affascinato dal fenomeno del delitto, per tutta la
vita si occupò del problema di scoprire perché l’uomo agisca in modo
malvagio nonostante sappia quale sia il bene.
Per il romanzo Boëtius von Orlamünde (più tardi chiamato Der
Aristokrat) Weiß fu premiato nel 1928 con una medaglia d’argento
nel concorso d’arte olimpionico di Amsterdam e nel 1930 con il
premio Adalbert-Stifter per la letteratura.
Questo sottile romanzo di formazione è una pietra miliare nella
produzione di Weiß: per la prima volta egli sperimenta una
narrazione in cui l’eroe parla in prima persona e rivela una
pseudoautobiografia che è tipica delle opere della maturità.
L’ultima opera che Weiß poté pubblicare prima della sua emigrazione
fu il romanzo Georg Letham, Arzt und Mörder nel 1931 che fa parte
dei suoi lavori migliori. Già nel titolo viene annunciata la tensione del
personaggio tra etica medica e azione delittuosa, il cui sviluppo
narrativo e la cui soluzione finale si trovano nel libro.
Se nei primi romanzi troviamo l’irruzione del demoniaco nella
quotidianità e il potere dell’inconscio, la determinatezza delle figure
attraverso i loro istinti e, al centro, dei delitti, nei testi posteriori
10
dominano piuttosto i rapporti ambivalenti dei figli verso i loro padri, i
quali contraccambiano a malapena l’affetto dei loro figli.
Come i suoi colleghi scrittori più perspicaci, Weiß aveva riconosciuto
i segni minacciosi dell’epoca molto prima della presa del potere da
parte dei nazisti; fu tuttavia sorpreso dalla brutalità degli eventi.
Nel 1933 Weiß si trasferì da Berlino a Praga per curare la madre
malata e dopo la sua morte, all’inizio del 1934, emigrò a Parigi dove
visse un periodo di stenti sostenuto da Stefan Zweig, Thomas Mann
e vecchi conoscenti.
La sua prima opera dell’esilio, Der Gefängnisarzt oder die Vaterlosen
(1934), è dedicata alle condizioni politiche ed economiche del
dopoguerra che favorirono l’ascesa del nazionalsocialismo; grande
attenzione va alla differenziata caratterizzazione delle disposizioni
psicologiche degli “orfani di padre” verso la “figura paterna” di Hitler.
Per Weiß fu molto difficile trovare un editore che volesse pubblicare
quest’opera.
Il romanzo che scrisse a Parigi nel 1936, Der arme Verschwender, e
che dedicò a Stefan Zweig, con il quale corrispondeva da anni,
mostra un Weiß ancora all’altezza della sua arte narrativa: il nucleo
11
di questa opera è la somma delle sue visioni pessimistiche più
profonde sulla natura discordante dell’uomo.
Nella primavera del 1935 Ernst Weiß, in qualità di cittadino
cecoslovacco, si recò ancora per una settimana a Berlino per una
visita medica e in quell’occasione disse definitivamente addio a
Rahel Sanzara, che nel frattempo si era sposata ed era gravemente
malata.
Weiß continuò a vivere isolato a Parigi, per lo più in misere camere
d’albergo; lavorava in modo instancabile, riusciva però a mantenersi
solo con grande fatica.
Dalla metà del 1936 lavorò al suo nuovo romanzo Der Verführer che
fu pubblicato nel 1937 con una dedica al suo maestro Thomas Mann.
Questo fu l’ultimo romanzo che Weiß fece pubblicare durante la sua
vita ed è caratterizzato anch’esso dalla problematica padre-figlio.
Durante l’esilio Ernst Weiß scrisse per riviste importanti come “Maß
und Wert”, “Das Wort” e “Die Zukunft” e collaborava occasionalmente
con il “Pariser Tageszeitung”. Non poteva più vivere con il suo lavoro
di scrittore e dipendeva dal sussidio dell’organizzazione umanitaria
“American Guild for German Cultural Freedom” e dall’aiuto di
Thomas Mann e di Stefan Zweig.
12
Con il suo romanzo del 1938 Der Augenzeuge, nel quale un medico
cura il caporale A.H. (Adolf Hitler
7
) da una cecità isterica, e volente o
nolente rende possibile in questo modo la sua ascesa al potere,
Weiß partecipa al concorso letterario della “Guild”, ma non ottiene
nessun premio. Il tentativo riuscito di dimostrare, utilizzando la figura
di Hitler, lo scontro tra etica medica e cinismo della politica del
potere, cattura l’attenzione e rende quest’opera uno dei più grandi
romanzi politici dell’epoca del Terzo Reich. Ernst Weiß non riuscì a
vedere pubblicato questo romanzo (che apparve presso un piccolo
editore tedesco, Kreisselmeier, ma solo nel 1963; infatti quando le
truppe dell’esercito tedesco marciarono su Parigi il 14 giugno 1940,
7
Pare che il famoso psicostorico americano Rudoph Binion abbia trovato valide prove che
confermerebbero Der Augenzeuge quale fonte attendibile di informazioni storiche. Ne parla
soprattutto nel primo capitolo del suo libro Hitler Among the Germans (New York, 1976) e
nella prefazione alla traduzione americana The Eyewitness (Boston, 1977). Riporta Klaus-
Peter Hinze nella sua prefazione all’edizione Heyne di Ich- der Augenzeuge (1977) a p. 11:
“Nach jahrelanger Forschung und Sucharbeit ist es dem bekannten amerikanischen
Psychohistoriker Rudolph Binion gelungen, den Beweis dafür zu bringen, daß die
Darstellung in Weiß’ Roman auf genauer Kenntnis der Krankengeschichte Hitlers, d. h. auf
historischen Tatsachen, beruht. Zunächst identifizierte Binion die Person des Arztes als Dr.
Edmund Forster, der bis 1933 Professor und zeitweise Dekan der medizinischen Fakultät
der Universität Greifswald war. Kurz nach dem Treffen mit Weiß in Paris, nachdem er nach
Deutschland zurückgekehrt war, wurde Forster wegen ‘politischer Unzuverlässigkeit’
seines Amtes enthoben. Er glaubte, der eigentliche Grund für die Dispensierung und die
nachfolgende Inhaftierung sei sein Wissen um die pathologische Vorgeschichte des
Diktators. Auch er wählte den Freitod.
Binion belegt mit einer Vielzahl von Dokumenten und Zeugenaussagen, daß Forster einige
Wochen vor seinem Tod den Arzt und Schrifsteller Ernst Weiß, vermittelt von den
Herausgebern des Neuen Tagebuchs, in Paris getroffen und ihm Hitlers Krankengeschichte
unterbreitet habe. Wer den Augenzeugen selbst gelesen hat, wird nicht bezweifeln, daß hier
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egli tentò il suicidio e morì la notte seguente all’ospedale
Lariboisière.
Ad Ernst Weiß non interessava la critica della società. Secondo lui
l’uomo non è il prodotto dell’ambiente in cui vive, ma al contrario è
l’ambiente ad essere un prodotto degli uomini. Così nei suoi romanzi
non ha cercato altro che di mostrare e spiegare i caratteri di individui
particolari. Per la maggior parte dei casi essi vengono spinti da
grandi passioni, dall’amore, dall’odio, dall’ambizione, finiscono in
conflitti drammatici, vengono spesso coinvolti in delitti. Questi
romanzi non parlano di persone, ma del destino; bisogna ammettere
che gli avvenimenti devono proprio andare in quel modo e non in un
altro, che le contraddizioni di questi romanzi non sono nient’altro che
le contraddizioni della vita stessa.
Weiß investiga nell’anima dei suoi personaggi, è affascinato dalle
situazioni psichiche estreme in cui l’individuo deve prendere decisioni
importanti.
Forsters medizinisches Material zu dem Patienten ‘A.H.’ im Sanatorium ‘P.’ verarbeitet