Introduzione
2
evidenziare l’importanza fondamentale della sua concezione filosofica
sviluppatasi nel periodo giovanile ai fini della piena comprensione della
formazione del suo sistema filosofico complessivo e dei suoi esiti successivi più
arditi ed anche, e non in secondo luogo, per poter direttamente accedere a
questioni essenziali del dibattito filosofico contemporaneo. Difatti, dal confronto
diretto con le opere di alcuni tra i massimi pensatori della moderna filosofia
occidentale (Heidegger, Dilthey, Marx ed Hegel) si sostanziano nella concezione
filosofica del giovane Marcuse almeno tre questioni filosofiche fondamentali: la
possibilità dell’incontro tra fenomenologia e marxismo, una visione concreta e
materiale della storia e della filosofia, in stretta correlazione con la tematica della
storicità, e la necessità di tentare di rispondere adeguatamente alla pressante
esigenza esistenziale heideggeriana di una vita autentica per l’uomo.
L’incontro tra fenomenologia e marxismo, auspicato, progettato
e concretamente tentato da Marcuse sin dall’inizio della sua attività filosofica,
dovrebbe promuovere il superamento della dicotomia tra soggetto e oggetto nella
conoscenza storica e, dal momento che la filosofia (storicizzandosi) è divenuta
storica, anche nella filosofia, che, primariamente preoccupata dal senso
dell’esistenza umana e raggiunta così la consistenza (nella sua essenza) di
filosofia concreta, diviene finalmente la “scienza pratica” a lungo ricercata dai
filosofi. Il metodo, al quale Marcuse perviene nel suo progressivo avvicinamento
all’ontologia hegeliana, è quello dell’agire secondo conoscenza, culminante nella
dialettica fenomenologica, diretta progenitrice della “teoria critica” e unico
Introduzione
3
strumento filosofico veramente adeguato alla realtà storica, in grado
contemporaneamente di rispondere alla forte esortazione della fenomenologia
«Verso le cose stesse!» e di salvaguardare l’originaria ispirazione (pratica,
politica e ontologico-esistenziale) della teoria di Marx.
Per quanto riguarda la problematica della storia e la connessa
tematica della storicità l’interpretazione marcusiana di Hegel ha inteso mettere in
primo piano l’intima storicità (Geschichtlichkeit) dello spirito, che si dispiega
nell’accadere (geschehen) della storia (Geschichte) secondo la visione hegeliana,
opponendo ad una concezione della storia “universale” (astratta) una
considerazione della storia “materiale” (concreta), assumendo così una decisa ed
originale posizione all’interno del dibattito post-hegeliano sulla duplice
fondazione ontologica del sistema filosofico di Hegel. Nella concezione
filosofica della storia del giovane Marcuse, vera ontologia della storicità e del
movimento, lo spirito assoluto hegeliano diviene l’immagine della totale
comprensione (della storia) e della piena consapevolezza (di sé e del mondo)
degli uomini, che, guidati dalla ragione (attiva nello spirito), possono finalmente
promuovere la produzione del cambiamento storico-sociale tramite l’azione
rivoluzionaria, assecondando pertanto il principio ontologico fondamentale della
vita (la vitalità stessa), dal momento che la pulsione verso il mutamento
rappresenta forse l’aspetto più autentico di quell’idea di mobilità, che si
determina come caratteristica essenziale della vita medesima.
Introduzione
4
L’urgenza di un’esistenza autentica per l’uomo espressa da
Heidegger e riferita nella sua ontologia ad un individuo isolato si trasforma nella
filosofia in fieri di Marcuse nell’istanza rivoluzionaria di una società incarnata
dal proletariato e guidata dalla coscienza di sé e della storia e dunque dalla
ragione secondo una visione complessiva, che confluirà pressoché identica nella
filosofia matura di Ragione e rivoluzione
2
. L’Esserci heideggeriano, affinché si
possa riscattare dalla propria condizione di deiezione (e di alienazione) e si possa
cimentare nella ricerca dell’appropriazione di una vita autentica, viene
ricollocato da Marcuse come uomo storico e sociale nel concreto movimento
storico ed elevato alla condizione ontologico-esistenziale di nuovo soggetto della
storia (proletariato), nella consapevolezza di essere oggetto di storia. L’atto di
scelta radicale che sospingeva l’uomo isolato di Heidegger a decidere di “essere
per la morte” si è trasformato, nella concezione filosofica di Marcuse, nell’atto di
scelta radicale di una classe sociale solidale, che comprende il divenire storico
come prassi e si decide per il cambiamento concreto della storia nell’azione
rivoluzionaria.
Rispetto alle tre questioni filosofiche appena enunciate,
profondamente collegate tra di loro, e all’atteggiamento filosofico di Marcuse nei
loro confronti è necessario, prima di esporre la tesi principale di questo studio,
segnalare un’ultima importante osservazione di carattere generale capace di
2
H.Marcuse, Ragione e rivoluzione. Hegel e il sorgere della “teoria sociale”, trad. di A.Izzo, Il Mulino,
Bologna, 1968
Introduzione
5
sottolineare, che è in sostanza la sua attenzione marxiana per la storia a portarlo
ad essere così intimamente legato al proprio tempo e dunque al dibattito
filosofico che in esso si sviluppa e contemporaneamente che è la volontà di
comprendere completamente la propria epoca a condurlo a ricercare senza pause
i fondamenti della storicità in filosofi e in filosofie precedenti. Il nostro viaggio
all’indietro aspira anche a rendere adeguatamente il ritmo del procedimento
filosofico marcusiano, in cui le scansioni cronologiche finiscono per annullarsi e
l’argomentazione si concentra unicamente sulla fondamentale domanda riguardo
al significato dell’essere e della vita, alla quale in ogni momento il filosofo tenta
di rispondere arrischiando di perdersi ed aggrappandosi dunque all’istanza di
senso di un presente capace di evocare un futuro, la cui essenza è saldamente
radicata nel passato e custodita dalla memoria.
Il presente lavoro intende indagare analiticamente le opere
giovanili di Marcuse, sino al 1932, evidenziare l’importanza del percorso
filosofico a ritroso che in esse si dispiega e dimostrare a titolo di tesi la necessità
della radicale interpretazione marcusiana di Hegel ai fini della costituzione da
parte di Marcuse di un’ontologia della storicità e della vita in prospettiva degli
esiti successivi della sua filosofia e in risposta ed in contrapposizione alla
profonda lacuna dell’ontologia heideggeriana, consistente nella condanna al
vuoto (insita nell’ “essere per la morte”) per l’esserci (per l’uomo) ed al silenzio
per il filosofo.
Introduzione
6
L’ontologia hegeliana di Marcuse ci pone direttamente di fronte
alle grandi questioni filosofiche di tutta la storia del pensiero occidentale e,
tramite la suggestione heideggeriana, invita il filosofo contemporaneo,
completamente coinvolto nell’esistenza e profondamente impegnato a ricercarne
l’autenticità, a continuare ad interrogarsi senza sosta sul senso stesso dell’essere
e della vita, tenendo però sempre presente la necessità di una radicale ricerca
sulla storia e sulla storicità, inesauribili acquisizioni della filosofia di Hegel.
CAPITOLO I
PROGETTO DI UNA FILOSOFIA CONCRETA
I Contributi ad una fenomenologia del materialismo storico
1
costituiscono il breve saggio con cui Herbert Marcuse comincia nel 1928 la sua
prolifica attività filosofica. È un inizio a dir poco impegnativo che proietta
direttamente il giovane pensatore nelle più alte sfere della filosofia e che mostra
sin d’ora la sua intraprendenza, il suo coraggio intellettuale e la sua originalità.
Sono anni di eccezionale trasporto emotivo e di straordinario
fervore culturale, sia per Marcuse che per la società tedesca, questi nei quali il
filosofo si affaccia sulla scena tragicamente reale del mondo con il suo progetto
tutto speciale di una filosofia concreta, capace di smuovere i destini degli uomini
indicando loro la via della rivoluzione come unica possibilità per accedere ad
un’esistenza autentica.
Queste che Marcuse immediatamente affronta, perché sente così
incombenti, sono tematiche estremamente profonde, sono le questioni
fondamentali della storia della filosofia in tutta la loro scottante attualità e
vitalità, sono i pressanti ed inderogabili interrogativi dell’uomo contemporaneo,
1
Il titolo originale del saggio di H.Marcuse è Beiträge zu einer Phänomenologie des Historischen
Materialismus contenuto nella rivista Philosophische Hefte , I, luglio 1928, pp. 45-68. Il saggio è tradotto
in italiano da A.Marini in Contributi ad una fenomenologia del materialismo storico contenuto in
H.Marcuse, Fenomenologia ontologico-esistenziale e dialettica materialistica, Edizioni Unicopli, Milano
1980.
7
Cap. I Progetto di una filosofia concreta
8
sono i controversi temi del dibattito marxista.
1
L’Ideologia tedesca
2
di Marx è il testo al quale Marcuse si
riferisce principalmente nei suoi Contributi ad una fenomenologia del
materialismo storico.
Quella di Marcuse è una professione di fede nei confronti del
marxismo: egli ne prova la solidità saggiandone le caratteristiche particolari in
quell’unità inattaccabile di teoria e di pratica, di scienza e di azione, unità
originaria del vero senso della filosofia di Marx. Contrapponendo la verità del
marxismo ad una verità meramente gnoseologica ne esalta la piena collocazione
nella storicità (e nel movimento storico) e la reale portata rivoluzionaria.
Nella dichiarazione di intenti contenuta nella parte conclusiva
dell’introduzione prende forma la volontà di un incontro tra la fenomenologia di
Heidegger espressa in Sein und Zeit
3
e la dialettica materialista. Questo è un
tentativo che anticipa progetti analoghi successivi di qualche decennio come
sottolinea J.Habermas nella Premessa alle Risposte a Marcuse.
4
1
«Negli anni e sulle stesse riviste sulle quali scrive Marcuse, i cervelli migliori della socialdemocrezia e
delle scienze sociali orientate democraticamente tentano di analizzare in concreto la struttura sociale della
Germania, le dinamiche e i conflitti di classe, i prepotenti fenomeni di massa ecc. per dare contenuto
operativo e strategico alle formulazioni classiche del marxismo [ … ]. Per Marcuse invece «il tener fermo
lo sguardo sull’essenza dell’uomo» diventa subito «inesorabile impulso a fondare la rivoluzione radicale»
nell’epoca della «catastrofe dell’esistenza umana». » (G.E.Rusconi, Introduzione a H.Marcuse, Marxismo
e rivoluzione.Studi 1929-32, Einaudi, Torino 1975, pp.XV)
2
K.Marx-F.Engels, L’ideologia tedesca, Editori Riuniti, Roma 1991.
3
M.Heidegger, Sein und Zeit («Erste Hälfte»), Max Niemeyer Verlag, Tübingen, 1927; ed. it.:
M.Heidegger, Essere e tempo, trad. di P. Chiodi, Edizioni Longanesi, Milano 1976.
4
«Dopo la guerra gli esistenzialisti di sinistra di Parigi e i filosofi della prassi a Praga e a Zagabria
sostituirono l’analisi del mondo vitale del tardo Husserl all’analisi heideggeriana dell’essere, ma entrambe
le “scuole” si fondano sulla base fenomenologica di un marxismo che fu anticipato propriamente da
Herbert Marcuse» Jürgen Habermas, Premessa alle Risposte a Marcuse, Laterza, Bari 1969, p.7
Cap. I Progetto di una filosofia concreta
9
Il secondo paragrafo ha lo scopo di chiarire un aspetto della sua
filosofia che Marcuse esprima nel titolo stesso del paragrafo: La situazione
fondamentale marxistica. Questo chiarimento avviene secondo procedure dichiarate
fenomenologiche, tramite le quali si ricercano il luogo storico ed il senso della
situazione fondamentale marxistica. Bisogna evidenziare come per Marcuse sia
possibile una corretta interpretazione di questa situazione solo ed unicamente
attenendosi all’Esserci heideggeriano, come premesso nell’ Introduzione, fondato
sulla maniera d’essere dell’esserci umano in quanto storico.
1
Si profila così l’incontro tra la fenomenologia ed il marxismo
che dovrebbe superare la dicotomia soggetto/oggetto nella conoscenza storica. È
già in nuce qui la necessità di superare questa dicotomia che sarà uno dei motivi
dominanti di Hegels Ontologie
2
, che sin dal primo capitolo (impostato a partire
da un approccio storico-filosofico a Hegel) ricerca la verità al di là della mera
indagine gnoseologica e che conseguentemente porterà Marcuse in un percorso a
ritroso da Heidegger a Marx, da Dilthey ad Hegel, sino alla fondazione di
un’ontologia e di un concetto di storicità.
Chiarire la situazione fondamentale marxista è un’esigenza
metodica e non significa connettere cronologicamente delle astratte parti storiche
1
H.Marcuse, Contributi ad una fenomenologia del materialismo storico in Fenomenologia, cit., p. 5
2
H.Marcuse, Hegels Ontologie und die Grunlegung einer Theorie der Geschichtlpchkeit ,V.Klosterman,
Frankfurt am Main 1932 ; ed.it.: H.Marcuse, L’ontologia di Hegel e la fondazione di una teoria della
storicità, trad. di E.Arnaud,Firenze 1969
Cap. I Progetto di una filosofia concreta
10
ma conservare la totalità storica.
1
Questa salvaguardia della totalità fortemente
perseguita da Marcuse ci precisa l’influenza su di lui esercitata da Lukács, il
quale pone appunto nel punto di vista della totalità il concetto decisivo che
differenzia il marxismo dalla filosofia borghese e che costituisce l’essenza del
metodo dialettico che Marx ha assunto da Hegel.
2
Delineando questa situazione fondamentale Marcuse introduce
l’argomento che maggiormente lo coinvolge in quegli anni: l’azione
rivoluzionaria che deve portare alla realizzazione dell’uomo secondo
l’evoluzione del pensiero di Marx. In questa situazione è proprio la possibilità
storica dell’azione rivoluzionaria a dover essere collocata. Mi sembra di poter
sostenere che questo impulso all’azione rivoluzionaria sia il pungolo costante
allo sviluppo del pensiero di Marcuse sino alla stesura della Hegels Ontologie,
dove i concetti di movimento e di cambiamento raggiungono il massimo
approfondimento e trovano la vera dimensione ontologica del loro significato
rivoluzionario. Si parte da un’esigenza di fatto così sentita da Marcuse e così
viva in quegli anni, dalle aspirazioni al cambiamento di più individui e dai
fermenti rivoluzionari che agitano lavoratori, intellettuali e masse e si giunge
all’elaborazione di un sistema così completo, così articolato e così saldo come
1
H.Marcuse, Contributi ad una fenomenologia del materialismo storico, cit., pp. 5-7
2
G.Lukács, Storia e coscienza di classe, trad. di G.Piana , Mondadori, Milano 1973, p.105, scrive: «Ciò
che distingue in modo decisivo il marxismo dalla scienza borghese non è predominio delle motivazioni
economiche nella spiegazione della storia, ma il punto di vista della totalità [ … ]. E’ l’essenza del
metodo che Marx ha assunto da Hegel riformulandolo in modo originale e ponendolo alla base di una
scienza interamente nuova. ».
Cap. I Progetto di una filosofia concreta
11
quello portato a compimento da Marcuse in Hegels Ontologie, dove egli riesce ad
identificare i nessi originari che collegano alcuni tra i massimi pensatori
occidentali in una ontologia ed a vivificare in tutto il loro spessore concetti
fondamentali quali quelli di ragione, di vita, di storia e di storicità, di coscienza,
di spirito.
Questa situazione fondamentale marxistica che dovrà essere la
situazione rivoluzionaria ci conduce a trattare direttamente con i concetti di
storia e di storicità, che si andranno sviluppando e si definiranno in Hegels
Ontologie, e con quello di proletariato, concetti che mostrano l’indissolubile
legame di Marcuse con Marx.
Partendo da qui sottolineiamo la grandezza del tentativo marcusiano
di collegare fenomenologia e marxismo e la necessità del cammino a ritroso da
Marx a Hegel e dell’elaborazione di un’ontologia del pensiero di Hegel allo
scopo di dare salde fondamenta, fedeli, all’idea originaria della filosofia di Marx.
In questo tentativo si sostanzia l’esigenza concreta di una vita autentica
dell’Esserci di Heidegger.
Partendo dalla domanda di Marcuse: «come viene determinata
l’azione radicale così acquisita in contrapposizione con l’attività (capitalistica)?»
1
vediamo quali siano le caratteristiche dell’azione rivoluzionaria. Esse sono la
radicalità , la necessità , l’immanenza , tutte riconducibili alla storicità. Difatti la
1
H.Marcuse, Contributi ad una fenomenologia del materialismo storico, cit., p.7
Cap. I Progetto di una filosofia concreta
12
risposta di Marcuse è: «L’azione radicale deve accadere come concreta necessità
del concreto esserci umano [ … ] e deve necessariamente essere per il concreto
esserci dell’uomo [ … ]. La sfera di questa concreta necessità dell’accadere è la
storia. Tutte le determinazioni dell’azione radicale confluiscono nella sua
determinatezza fondamentale in quanto storicità. »
1
Quindi la storicità dispiega
la possibilità storica dell’azione radicale. La radicalità mira alla radice
dell’uomo: che è l’uomo stesso nella sua esistenzialità, nel suo essere pratico e
che lo conduce alla prassi rivoluzionaria. La necessità indica l’essenzialità
dell’accadere dell’azione radicale e l’immanenza di essa necessità nell’esserci e
nell’accadere (Geschehen).
Questi caratteri, intimamente connessi nella storicità, collocano
l’azione rivoluzionaria direttamente nella storia che rappresenta per Marx l’unica
scienza
2
. Affinchè sia possibile concretamente l’azione rivoluzionaria è
necessaria l’esistenza storica dell’agente rivoluzionario (l’agente dell’azione
radicale) e la conoscenza della situazione storica in cui la sua azione deve
compiersi.
A questo punto Marcuse inframmezza un’importante citazione
da L’ideologia tedesca che coglie tutti i presupposti dell’indagine che, come egli
stesso esplicitamente dichiara, sarà condotta con «Il metodo [ … ] innanzitutto
1
Ivi, p.8
2
Marcuse cita direttamente Marx:«Noi conosciamo un’unica scienza, la scienza della storia», K.Marx-
F.Engels, L’ideologia tedesca , cit.,p.14
Cap. I Progetto di una filosofia concreta
13
puramente fenomenologico: in piena concretezza va indicata la consistenza
fattuale dell’ ”uomo storico”»
1
.
Difatti Marx aveva indicato che «I presupposti da cui muoviamo
non sono arbitrari, non sono dogmi: sono presupposti reali, dai quali si può
astrarre solo nell’immaginazione. Essi sono gli individui reali, la loro azione e le
loro condizioni materiali di vita, tanto quelle che essi hanno trovato già esistenti
quanto quelle prodotte dalla loro stessa azione. Questi presupposti sono dunque
constatabili per via puramente empirica. »
2
Partendo da questi presupposti, attraverso una serie di escursioni
nel pensiero di Marx (da L’ideologia tedesca alla Sacra Famiglia
3
), Marcuse
giunge a dare una sola possibilità all’uomo storico di essere soggetto di storia: la
consapevolezza di essere oggetto di storia. Da qui si passa alla comprensione
dello sviluppo storico (secondo lo schema marxistico) e si determina l’ultimo
portatore del movimento storico, cioè il vero agente dell’azione radicale, il
protagonista dell’azione rivoluzionaria.
Riportiamo direttamente un ampio passo di Marcuse: «Ogni
conoscenza autentica è, nel modo più profondo, conoscenza “pratica”, in quanto
essa “porta alla verità” un esserci umano. Questo è il senso della scienza ed il suo
unico compito è quello di adempiere a questo senso. L’esistenza storica si
1
H.Marcuse, Contributi ad una fenomenologia del materialismo storico, cit., p. 9
2
K.Marx, L’ideologia tedesca, cit., p. 8
3
K.Marx – F.Engels, Sacra Famiglia, Editori Riuniti, Roma,1972
Cap. I Progetto di una filosofia concreta
14
completa soltanto nel sapere di questa esistenza, nella conoscenza della sua
situazione storica, delle sue possibilità e del suo compito. Solo allora essa è
“immediatamente legata alla storia”, e può fare radicalmente ciò che deve
necessariamente fare. Si può fare radicalmente solo ciò che deve essere fatto
necessariamente e solo nella conoscenza l’esserci umano può rendersi certo della
necessità. Nella situazione cui si riferisce la classe è l’unità storica decisiva [ …].
Nella coscienza di classe la classe eletta diventa matura per essere portatrice
dell’azione storica. Se la situazione rivoluzionaria è data, solo la classe cosciente
della sua situazione storica può intraprenderla.»
1
Questa lunga citazione descrive talmente chiaramente,
precisamente e completamente il pensiero di Marcuse da non necessitare di
ulteriori approfondimenti e commenti. L’agente dell’azione rivoluzionaria è il
proletariato.
A conclusione di questa argomentazione, rifacendosi
nuovamente a Marx, Marcuse ci illumina riguardo al compito della teoria e
all’utilità della filosofia e garantisce al filosofo, e quindi a se stesso, un ruolo che
altrimenti l’avrebbe tenuto tanto distante dal proletariato, unico agente
dell’azione rivoluzionaria. Egli è la coscienza (di classe) del proletariato.
Il terzo paragrafo tratta direttamente di Heidegger e ci fornisce
l’occasione per parlare preliminarmente di questo pensatore che influì in maniera
decisiva con la sua opera Sein und Zeit sulla filosofia di Marcuse e sulla sua
1
H.Marcuse, Contributi ad una fenomenologia del materialismo storico cit., p. 13
Cap. I Progetto di una filosofia concreta
15
scelta di dedicarsi stabilmente alla filosofia.
1
Perché discutere ora di Heidegger ?
Marcuse vi perviene partendo dall’esserci umano inteso come
primariamente storico e dalla determinazione del problema della storicità come
problema centrale della filosofia da Hegel in poi. Riconoscendo a Dilthey un
ruolo eminente nella valutazione di questo problema quale problema della
filosofia egli attribuisce ad Heidegger ed alla sua opera fondamentale Sein und
Zeit (peraltro da lui conosciuta e studiata come opera incompleta)
2
il merito di
rappresentare il «punto di svolta nella storia della filosofia: il punto, cioè, in cui
la filosofia borghese si dissolve da sé e dall’interno aprendo la strada ad una
scienza nuova, “concreta”. »
3
1
Scrive lo studioso R.Wiggershaus: «Quando egli [ Marcuse ] e il suo amico più stretto studiarono
l’opera di Heidegger, Sein und Zeit, furono concordi nel pensare di essere finalmente difronte a ciò che
era loro mancato nella teoria marxista – nonostante Geschichte und Klassenvewußtsein - , ossia
l’elemento esistenziale, l’approccio alle forme quotidiane dell’alienazione e il chiarimento del problema
dell’esistenza umana autentica. Marcuse decise di tornare a Friburgo, dove in passato aveva ascoltato
Husserl senza un particolare interesse, e di abbracciare la carriera accademica come filosofo. Nel 1928 vi
si trasferì con la moglie e il figlio, e divenne assistente di Heidegger, che proprio allora aveva ereditato la
cattedra di Husserl.» (R. Wiggershaus, La Scuola di Francoforte, Bollati Boringhieri, Torino 1992,
p.107). E più avanti ancora scrive: «Quando nel 1928 Marcuse andò da Heidegger a Friburgo, aveva un
programma filosofico e una precisa idea dell’importanza di Heidegger. Il suo programma consisteva in
una “ filosofia concreta”. » (Ivi p.112)
2
Marcuse si dedicò con pervicacia allo studio di Sein und Zeit quando essa apparve per la prima volta nel
1927. Come ci ricorda P.Chiodi nella sua introduzione all’edizione italiana: «secondo il piano presentato
nel paragrafo 8, Essere e tempo doveva comprendere due parti. [ … ] Al suo apparire l’opera portava il
titolo Sein und Zeit («Erste Hälfte»); ma a partire dalla settima edizione quando l’opera subì una
revisione [ … ] l’ «Erste Hälfte» fu lasciato cadere e l’editore annunciò che il secondo volume non
sarebbe uscito. » (P. Chiodi, Introduzione a M. Heidegger, Essere e tempo, cit., p. III ).È evidente quindi
come Marcuse si riferisse a Sein und Zeit come ad un’opera incompleta e si aspettasse la pubblicazione
della seconda parte di essa, che secondo l’indicazione di Heidegger stesso doveva trattare storicamente
della distruzione fenomenologica della filosofia precedente e che in realtà non avvenne mai. Non credo
che questo abbia pregiudicato in alcuna maniera l’influenza su di lui esercitata dalla prima parte di Sein
und Zeit.
3
H.Marcuse, Contributi ad una fenomenologia del materialismo storico, cit., p. 15