Le reti transeuropee con particolare riguardo per il transito Lione- Torino
5
con l'idea di "sviluppo sostenibile", i cui benefici economici ed occupazionali
interessino, insieme con la regione, i suoi abitanti nel modo più generalizzato
possibile. In questo senso la realizzazione di reti transeuropee non é che una
condizione necessaria per il reale compimento dell'Unione europea.
Riassumendo gli obiettivi che ci si prefigge con la realizzazione delle reti
transeuropee, Delors si sofferma in particolare su tre benefici conseguibili per i
cittadini dell'Unione:
• una circolazione più veloce, sicura ed economica, tale cioè da permettere di
aumentare i profitti delle attività produttive e da sviluppare di conseguenza
una migliore competitività dell'azienda-Europa, creando nuova occupazione
• un riassetto del territorio europeo per una distribuzione più equa della
ricchezza e una minore concentrazione della popolazione. Infatti
infrastrutture di trasporto e di telecomunicazione più efficienti consentono un
migliore sviluppo delle potenzialità delle regioni depresse e povere di materie
prime e riducono la necessità di migrazione verso le grandi città ed i siti
produttivi, portando il lavoro più vicino a dove le persone vivono
• la creazione di un "ponte" verso l'Europa dell'est per potenziare gli
investimenti e stimolare gli scambi, specie nel momento in cui trattati di
Eugenia Serrao
6
cooperazione economica
1
si propongono l'integrazione di tali paesi in un
sistema coordinato esteso a tutto il continente.
L’impulso che ha condotto alla realizzazione del Libro Bianco è partito dal
Trattato di Maastricht, firmato il 7 febbraio 1992, che ha riconosciuto
ufficialmente l'importanza di una politica di sviluppo delle reti transeuropee nei
settori delle infrastrutture di trasporto, telecomunicazione ed energia,
dedicando l’intero titolo XII alla loro costituzione e modalità di attuazione.
I benefici ipotizzabili sono nel medio e lungo termine ed il loro scopo ultimo é in
effetti quello di portare al suo pieno sviluppo il mercato interno europeo, la cui
realizzazione fu ufficialmente prevista dall'articolo 8A dell'Atto Unico europeo
firmato all'inizio del 1986 e per il cui completamento le modalità essenziali
furono previste agli articoli 129B, 129C e 129D del Trattato di Maastricht.
Se la definizione degli obiettivi delle reti transeuropee appare consolidata
dunque già da tempo, per l'individuazione dei progetti rispondenti a tali finalità,
un lungo processo é stato necessario, e non ancora definitivamente concluso,
specie per quanto attiene alla priorità relativa delle realizzazioni. Di tale iter
ricordiamo le tappe principali:
• Ancora prima del Trattato di Maastricht, la Commissione europea pubblica
''Europa 2000: Prospettive per lo sviluppo del territorio comunitario'' (1991)
1
P.es. quello concluso con l'Ungheria
Le reti transeuropee con particolare riguardo per il transito Lione- Torino
7
• Il 10/11 dicembre 1993 il presidente della Commissione europea Jacques
Delors presenta al Consiglio europeo di Bruxelles il Libro Bianco della
Commissione europea ''Crescita, competitività e occupazione"
• Sempre nel dicembre 1993, il Consiglio europeo riunito a Bruxelles crea un
gruppo speciale per assistere la Commissione nel definire i progetti da
attuare, presieduto dal vicepresidente Christophersen, e costituito da
rappresentanti dei capi di Stato e di governo
• Il 5 giugno 1994 lo stesso Vicepresidente della Commissione europea
Henning Christophersen presenta una relazione interinale sulle reti al
Consiglio europeo di Corfù
• Nel settembre 1994 la Commissione europea presenta "Europa
2000+:Cooperazione europea per lo sviluppo territoriale'' a una riunione
informale dei ministri tenutasi a Lipsia
• Il 9/10 dicembre 1994 il ''gruppo Christophersen'' termina i suoi lavori con la
presentazione di una relazione conclusiva al Consiglio europeo di Essen.
Appare chiaro dall'insieme di questi documenti che gli aspetti cruciali per
passare dalla dinamica del problema alla fase operativa risultano le modalità di
finanziamento delle infrastrutture, la tutela ambientale, l’unificazione e la
semplificazione normativa.
Eugenia Serrao
8
Questa tesi tratta inoltre di uno dei progetti europei cui l'Italia é direttamente
interessata: il collegamento ferroviario ad alta velocità Torino - Lione.
Gli obiettivi principali di questo progetto sono :
• consentire la ripresa economica delle regioni Rhône-Alpes e Piemonte
• permettere l'interconnessione della linea con le reti ad alta velocità italiane
francesi e spagnole
• decongestionare la zona alpina interessata - a grande vocazione turistica -
dal traffico di merci su strada
Le reti transeuropee con particolare riguardo per il transito Lione- Torino
9
1° CAPITOLO
L'ORIGINE DEL CONCETTO DI RETI TRANSEUROPEE:
SVILUPPO DELLE DIRETTIVE DELL’ATTO UNICO (1986-1989)
1. CONSIDERAZIONI INTRODUTTIVE
Il primo documento ufficiale della Commissione europea che stabilisce
chiaramente come obiettivo primario la realizzazione del mercato unico é stato
il Libro bianco della Commissione approvato dagli Stati membri nel Consiglio
europeo di Milano (giugno 1985).
Siffatta realizzazione sottintende:
• l'eliminazione totale degli ostacoli alla circolazione dei beni, dei capitali, dei
servizi e delle persone;
• la realizzazione di una serie di misure di accompagnamento destinate a
fornire a questo mercato capacità di ricerca e sviluppo tecnologico, a
rafforzarne la coesione economica e a conferirgli una dimensione sociale
2
2
Tale documento, auspicato e sollecitato dai Capi di Stato e di governo che, riuniti nel Consiglio Europeo
di Copenaghen del 1982, hanno stabilito essere di fondamentale importanza il completamento del mercato
interno (impegno ribadito a Fontainebleau nel giugno 1984, a Dublino nel dicembre dello stesso anno, e a
Bruxelles il 29-30 marzo 1985) è il risultato di un programma di lavoro svolto dalla Commissione nel
1985 nel quale sono stati analizzati tutti gli ostacoli (frontiere fisiche, tecniche e fiscali) che si
opponevano ad una sua realizzazione e sono state avanzate una serie di proposte per superarli. Obiettivi
del programma erano tre: integrare i dodici mercati nazionali fondendoli in un unico grande mercato,
rendere questo mercato un mercato in espansione, e quindi dinamico, assicurare una maggiore flessibilità
allo scopo di canalizzare al meglio le risorse sia umane che materiali e finanziarie verso settori ottimali di
Eugenia Serrao
10
Tale documento prevedeva quasi 300 misure da adottare tra il 1985 e il 1992
per assicurare la realizzazione del mercato interno; ma né il Libro bianco né le
misure da esso considerate concernevano specificatamente la messa in opera
delle grandi infrastrutture indispensabili per sostenere una circolazione sempre
crescente di persone, di beni e di servizi, come poteva risultare dalla
soppressione delle frontiere fisiche, tecniche e fiscali.
Il 1° luglio 1987 entra in vigore l'Atto unico europeo che, confermando e
sancendo l'obiettivo del Libro bianco del 1985, stabilisce che il mercato interno
comporta ''uno spazio senza frontiere interne, nel quale è assicurata la libera
circolazione delle merci, delle persone, dei servizi e dei capitali'' (articolo 8 A)
da realizzare entro la fine del 1992.
La questione che ci si poneva era quella di sapere se effettivamente le reti di
trasporto, energia e telecomunicazioni allora esistenti si sarebbero potute
adattare ad una significativa intensificazione della mobilità delle persone e ad
un notevole aumento degli scambi di beni e di servizi, senza creare delle
disfunzioni maggiori nel mercato.
Le richieste di investimenti in questi campi erano (e sono tuttora) considerevoli
ed esigevano dei tempi di realizzazione incompatibili con una scadenza così
ravvicinata come quella del 1° gennaio 1993.
La Comunità, nel porsi la questione, ha ritenuto tuttavia che la creazione ed il
potenziamento delle infrastrutture nei settori considerati fosse necessaria e di
utilizzazione.(per approfondimenti v. Libro Bianco della Commissione europea 12-06-85 COM(85)310/3
Le reti transeuropee con particolare riguardo per il transito Lione- Torino
11
importanza fondamentale per garantire lo sviluppo coerente dello spazio senza
frontiere, e che fosse quindi essenziale provvedere ad investimenti in materia.
Delle infrastrutture adeguate sono dunque indispensabili sia per le reti dei
trasporti, telecomunicazioni ed energia che per le reti di formazione
3
.
Grazie all’articolo 10 del regolamento FESR
4
del 1988 la Commissione europea
ha potuto intraprendere l'elaborazione di uno schema prospettico
sull'utilizzazione dello spazio comunitario
5
.
Bruxelles 14-6-85.
3
E' interessante notare che il concetto di ‘reti di formazione’, proposto dalla Commissione europea nella
sua comunicazione del 18 dicembre 1989 ''Verso reti transeuropee: obiettivi e applicazioni possibili
(punto 2.3.5.) non fu mantenuto nel Titolo XII del Trattato di Maastricht non perché ritenuto di scarso
valore, ma perché, già all’epoca della comunicazione dell’‘89 era stata realizzata tutta una serie di reti nel
campo della formazione attraverso vari programmi di azione come COMET, EUROTECNET LINGUA,
ERASMUS, PETRA. ecc, reti che comunque si dovevano consolidare, nella prospettiva dello sviluppo
dell’azione comunitaria in quel campo(specie in quello della formazione permanente e a distanza), per un
adeguato sfruttamento del mercato interno. ''L' importanza strategica dello sviluppo delle risorse umane
per la Comunità ha evidenziato la dimensione prioritaria e l'esigenza di ridar valore alla formazione come
fattore decisivo per la sua riuscita economica .Il miglioramento qualitativo della formazione è essenziale
per assicurare concretamente la qualità del futuro capitale umano. Senza investimenti in una manodopera
qualificata, attuale e futura, l' Europa rischia di indebolire la sua capacità di innovazione, la sua
competitività e la sua facoltà di creare ricchezza e prosperità''
4
Regolamento CEE n°4254/88 del Consiglio del 19 dicembre 1988, JOCE n°L 374 del 31 dicembre
1988,p.15.Il FESR é il Fondo europeo di sviluppo regionale istituito nel 1975; sua principale funzione é
contribuire alla riduzione dei più gravi squilibri regionali con la sovvenzione di investimenti nelle aree
svantaggiate, in cui la CE presta aiuti alle regioni. In particolar modo nei primi dodici anni il fondo ha
versato oltre 12 miliardi di ECU in contributi per il miglioramento delle infrastrutture e creazione d’
imprenditorialità nelle regioni in ritardo di sviluppo e per la riconversione delle regioni industriali in
declino.(vedi anche Regolamento CEE n°2052/88 del 24 giugno 1988 e art. 130Cdel Trattato di
Maastricht del 1992).
5
L’articolo 10 del regolamento FESR del dicembre 1988 stabilisce che,’’conformemente all’ art.3
paragrafo 1 ult. com. del Regolamento CEE n°2052/88, il FESR può contribuire al finanziamento a livello
comunitario favorendo l’iniziativa della Commissione che mira ad identificare:
• le conseguenze spaziali delle misure progettate dalle autorità nazionali, in particolare in materia di
grandi infrastrutture, nel momento in cui queste superano coi loro effetti l’ambito nazionale;
• le misure che mirano a porre rimedio ai problemi specifici delle regioni di frontiera interne ed esterne
alla Comunità;
• gli elementi necessari per l’individuazione di uno schema prospettico dell’utilizzazione dello spazio
comunitario e di altre misure aventi di mira un interesse comunitario marcato, in particolare nelle
regioni frontaliere interne ed esterne della Comunità, favorendo lo scambio d’esperienze e la
cooperazione in materia di sviluppo tra le regioni della Comunità, anche di azioni innovatrici”
Eugenia Serrao
12
Si tratta del Documento Europa 2000
6
ed in particolare della sua sezione B
''Infrastruttura e coerenza spaziale'', ove la Commissione indica che la
realizzazione di un mercato senza frontiere, la crescita dell'economia dei servizi
e lo sviluppo delle relazioni della Comunità con i paesi dell'AELE e PECO
7
, ecc.
producono un incremento della domanda di trasporti.
I sistemi di trasporto, come quelli di telecomunicazione ed energia, nella
Comunità hanno grosse difficoltà a rispondere a questa domanda, soprattutto
perché gli stati membri hanno sempre programmato i loro investimenti in
un'ottica puramente nazionale.
Questa carenza di infrastrutture ha spinto la Commissione ad avviare un'attenta
riflessione sul tema delle reti transeuropee che l'ha portata alla stesura di un
documento di lavoro nell'ottobre 1989
8
e all'emanazione di due importanti
Comunicazioni: la prima presentata al Consiglio il 18-12-1989 intitolata ''Verso
reti transeuropee: obiettivi e possibili applicazioni''
9
e la seconda del 23 gennaio
1991
10
, di cui si dirà in dettaglio nel cap.2.
La Comunità europea è vista in funzione prospettica, infatti bisogna considerare lo spazio comunitario in
una visione sia di espansione della Comunità sia di aumento delle sue necessità a cui le infrastrutture
devono far fronte. E’ evidente quindi l’opportunità di inquadrare il tema delle reti transeuropee in
un’ottica di espansione territoriale e commerciale della CE.
6
Vedi documento della Commissione Europea, DG delle politiche regionali ‘Europe 2000: outlook for
the development of the Community’s territory’, november 1991.
7
I paesi dell'AELE sono quelli che appartengono all'Associazione Europea del libero scambio, mentre i
paesi del PECO sono quelli dell'Europa Centrale e Orientale
8
‘Vers des reseaux transeuropéens’(Document de travail des services de la Commission) SEC(89) du 4-
10-1989.Questo documento é servito da base ad una discussione del Consiglio sul’Mercato interno’ del 10
ottobre 1989.
9
Comunicazione della Commissione europea’’Verso reti transeuropee: obiettivi e possibili
applicazioni’’,Doc. Com.(89) 643 del 18 dicembre 1989.
10
Comunicazione della Commissione europea ‘Verso reti transeuropee:per un programma d’azione
comunitario’Doc. Com.(90)585 Bruxelles,23 gennaio 1991.
Le reti transeuropee con particolare riguardo per il transito Lione- Torino
13
2. IL RUOLO DELLE RETI TRANSEUROPEE DI INFRASTRUTTURE PER IL
COMPLETAMENTO DEL MERCATO UNICO
Nel documento di lavoro del 4 ottobre 1989 la Commissione compie una delle
prime riflessioni sulle reti transeuropee cercando di precisare il ruolo e
l'importanza che un loro integrato e coerente sviluppo può giocare nel
completamento del mercato unico europeo e nel rafforzamento della coesione
economica e sociale.
Il rapporto è articolato in quattro parti: nella prima la Commissione espone le
ragioni per le quali è opportuna una riflessione approfondita sullo sviluppo di
reti transeuropee di infrastrutture; nella seconda parte fa una constatazione
della situazione attuale delle iniziative in corso. La terza parte illustra tre settori
nei quali un approccio integrato allo sviluppo di reti transeuropee può essere di
applicazione immediata. Infine la quarta parte identifica le condizioni di un tale
approccio e gli assi da privilegiare.
Eugenia Serrao
14
2.1 Realizzazione della strategia del Libro Bianco del 1985: senso e
portata delle trasformazioni economiche legate alla prospettiva del
Mercato Unico
a. Una nuova prospettiva
L'adozione delle disposizioni regolamentari del Libro Bianco e la loro
progressiva realizzazione ha comportato un sicuro dato di fatto: l'irreversibilità
del Mercato Unico. In questo consolidarsi delle prospettive comunitarie risiede il
senso ed il ruolo delle reti transeuropee.
Si tratta di una nuova prospettiva, che non solo illustra l'efficacia delle
disposizioni dell'Atto Unico, ma è largamente anticipata dal comportamento
degli ambienti economici, le cui strategie sia in materia commerciale che
nell'organizzazione della produzione mostrano che l'economia europea é colta
in un momento di estensione (redéploiement, letteralmente “dispiegamento”).
La Commissione nota altresì come lo sviluppo economico atteso nel 1992 e
negli anni successivi dipenda essenzialmente dall'appoggio di politiche di
accompagnamento
11
ed in particolare dall’evoluzione delle infrastrutture. Non a
caso si é spesso parlato di una vera e propria ''politica delle reti transeuropee''.
11
Le politiche di accompagnamento sono quelle politiche comunitarie che interagiscono con il mercato
interno nel senso che condizionano il suo funzionamento e beneficeranno dell’impulso che porterà il suo
completamento. Citiamo la politica della concorrenza, la politica dei trasporti, la politica sociale, la
politica dell'ambiente, la politica della protezione dei consumatori e la politica dell’industria, la politica
della coesione economica e sociale.
Le reti transeuropee con particolare riguardo per il transito Lione- Torino
15
Se risulta indubitabile che la strategia del Libro Bianco del 1985 si basa in
primo luogo sullo smantellamento di tutte le misure di carattere regolamentare
che ostacolano la libertà degli scambi all'interno dello spazio economico
comunitario, l'ampiezza del successo sperato dipenderà tuttavia dal sostegno
delle politiche di accompagnamento intraprese negli altri settori da cui deriva
l’interesse dei lavori sull'unione economica e monetaria e sulla dimensione
sociale europea. Infatti lo sviluppo delle infrastrutture economiche, cioè
immediatamente legate all'attività delle imprese, non potrà non influenzare i
benefici che ci si attende dal completamento del mercato interno.
L'integrazione provoca effetti dinamici: il prodotto delle reazioni, ad esempio,
delle imprese all'emergenza di un grande Mercato aperto e dal taglio
continentale permette delle sostanziali economie di scala allo stadio della
produzione e della commercializzazione. Nel loro processo di adeguamento a
questa nuova prospettiva, le imprese europee hanno talvolta bisogno di vedere
la loro strategia europea sostenuta da infrastrutture idonee a livello
continentale. Idoneità che viene data in special modo dalla presa in
considerazione, nello sviluppo di tali infrastrutture, della normalizzazione
12
,
dell'apertura dei mercati pubblici e dei mercati finanziari.
La conclusione necessaria é che un mercato aperto e concorrenziale ha un
enorme bisogno di infrastrutture idonee ed adeguate al suo sviluppo.
12
Il termine ‘normalizzazione’ sta ad indicare la creazione di norme o raccomandazioni valide per tutti gli
addetti ad un settore della tecnica o ad una sua particolare applicazione
Eugenia Serrao
16
b. Accelerazione degli scambi
La logica del completamento del Mercato unico poggia su di una accelerazione
degli scambi intracomunitari che comporta un aumento delle comunicazioni in
quattro settori principali individuati dalla Commissione:
· trasporto di merci e di persone;
· trasporto dell'energia
· trasmissione dei dati e dell'informazione
· diffusione della conoscenza e dei dati della ricerca
Il denominatore comune di questi quattro settori é dato dal fatto che l'efficacia
economica é collegata all'efficienza delle reti di infrastrutture e di scambio di
conoscenze disponibili. A questo proposito, bisogna notare come il
completamento del mercato interno dipenda in modo molto stretto
dall'adeguamento di queste reti alla nuova dimensione dell'economia europea e
dalla loro messa in compatibilità. Al momento di concepire queste nuove
infrastrutture, va tenuto conto inoltre della possibilità che nuove esigenze ad
esse relative insorgano nell'immediato futuro e/o dello sviluppo potenziale di
alcuni servizi offerti dalla rete.
Le reti transeuropee con particolare riguardo per il transito Lione- Torino
17
c.Adeguamento delle infrastrutture esistenti e problemi di compatibilità
Passando ad occuparsi delle reti d'infrastruttura già esistenti nel 1989,
nell'intento di adeguarle alla prospettiva del 1992 ed inoltre di coordinare e
rendere coerenti le iniziative comunitarie prese isolatamente nei singoli settori,
identificando le possibili sinergie, la Commissione si propone di studiare
l'impatto della realizzazione del Mercato unico su tali reti. Questa riflessione
tiene anche conto del fatto che queste reti devono inserirsi in un contesto di
relazioni internazionali della Comunità. La validità intrinseca delle infrastrutture
di cui sono dotati gli Stati membri non impedisce che la loro efficacia sia
fortemente ostacolata da un ''cloisonnement'' (chiusura) in materia di reti ''tra-
Stati''. Infatti le reti attualmente funzionanti sono state costruite in una logica di
spazi geografici nazionali e si basano su scelte tecnologiche proprie.
Con termine tecnico, questo significa prendere in considerazione l'imperativo
della messa in compatibilità (intercomunicabilità ed interoperabilità) delle reti, la
cui attuazione rappresenta la possibilità concreta per l'utente di fruire dei
vantaggi del Mercato aperto. Una volta che questo problema di compatibilità sia
risolto, tali infrastrutture potranno costituire un vero e proprio sistema nervoso
dell'economia comunitaria e quindi rispondere a nuove esigenze dettate dal
ruolo crescente dei servizi, dalla necessità di una più grande complementarità
ed interconnessione tra i sistemi e dal bisogno di nuove infrastrutture
caratterizzate da un'elevata riuscita e di contenuto tecnologico crescente. Nel
documento si discute anche dell'opportunità di sviluppare delle reti di
Eugenia Serrao
18
formazione che permettano di approfittare dei vantaggi che presenta per le
imprese una manodopera qualificata e di sfruttare al meglio i differenti sistemi
educativi nazionali per una mobilità accresciuta di studenti e ricercatori.
Molti altri lavori anteriori al 1989 hanno messo in evidenza la necessità di
concepire le infrastrutture in funzione di una nuova dimensione che risulterà dal
completamento del Mercato unico. La maggior parte delle iniziative si
inscrivono in pratiche settoriali ed urtano contro pesanti ostacoli che riguardano
la complessità dei problemi di sviluppo delle reti infrastrutturali ed il loro
carattere multidimensionale
13
. Tale complessità é dovuta allo stesso processo
di sviluppo delle reti ed implica spesso una loro concezione a lungo termine.
Questo perché si ha necessità di far uso di tecnologie diffuse
14
ed inoltre la
messa in opera delle infrastrutture necessarie é resa difficile da investimenti
onerosi e da durate di ammortamento estremamente lunghe.
I requisiti che la Commissione ritiene essenziali per tali reti sono la rispondenza
di ogni singola infrastruttura ad un piano di insieme sul territorio, inoltre la
garanzia di una loro libera accessibilità e di un elevato livello di sicurezza. Il loro
già citato carattere multidimensionale risulta dalla molteplicità delle politiche
comunitarie e nazionali che interferiscono con la concezione, la realizzazione e
la gestione delle reti d'infrastrutture.
Si tratta quindi di armonizzare le politiche nel settore dei trasporti, energia,
telecomunicazioni e promuovere la formazione iniziale e continua.
13
cioè che comporta delle decisioni a livello regionale, nazionale e comunitario