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secondo concerne l’utilizzo dei modelli di credit scoring. E’ opportuno
sottolineare che, a causa delle caratteristiche peculiari del settore del credito
al consumo, quali l’elevato numero di richieste di credito di piccolo
importo, che in media non superano i quattro milioni di lire, e le difficoltà di
reperimento di informazioni veritiere e corrette sui richiedenti credito, non è
agevole condurre l’istruttoria di affidamento esclusivamente sulla base dei
metodi tradizionali (soggettivi), poiché si rivelerebbero non convenienti sia
in termini di tempo sia dal punto di vista economico.
Per sopperire ai limiti presentati dalle tradizionali procedure, presso gli
operatori del credito al consumo si rileva un utilizzo, sempre più diffuso ed
integrato rispetto all’originario sistema di valutazione interno, delle Banche
Dati (Credit Bureaus). Si tratta di società, partecipate da banche e
finanziarie, la cui attività principale è quella di Centrale Rischi (nel
prosieguo si utilizzerà la definizione Centrale Rischi/CB per non
confonderla con la Centrale Rischi della Banca d’Italia). In altri termini i
CB costituiscono una Banca Dati che riceve dalle società aderenti (dette
contributrici) informazioni grezze (numerose, molto analitiche, difficili da
gestire e da interpretare), riguardanti i potenziali affidati, e le rielabora,
sintetizzandole, al fine di agevolare la valutazione della richiesta di credito.
Il servizio di base della Centrale Rischi/CB è comune a tutti gli aderenti e
ne richiede la collaborazione per la condivisione delle informazioni. La
Centrale Rischi/CB, infatti, opera attraverso il “principio di reciprocità”, ciò
significa che ogni società che chiede informazioni ad un CB si impegna a
fornire periodicamente al CB stesso altre informazioni utili per alimentare la
Banca Dati.
Gli aderenti ad un CB, oltre al servizio principale di Centrale Rischi/CB
possono anche usufruire di altri servizi più complessi e complementari
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definiti “a valore aggiunto” e “in outsourcing”, comprendenti anche i
sistemi di application processing. Tali servizi vengono forniti su richiesta
della singola banca o finanziaria al fine di soddisfare le esigenze specifiche
della società; pertanto viene instaurato un rapporto bilaterale tra il singolo
istituto ed il CB.
In questo lavoro si porrà particolare attenzione ai sistemi di credit scoring,
che sono i più importanti tra i servizi cosiddetti “a valore aggiunto”. Si tratta
di metodi statistici rigorosi ed oggettivi che permettono una valutazione
puntuale del rischio insito in ciascuna domanda di credito, a supporto delle
fasi di istruttoria, accettazione, controllo e recupero del credito stesso.
Il nostro Paese si trova in una situazione abbastanza “anomala” per quanto
riguarda la presenza e l’utilizzo dei CB. Infatti, in Italia registriamo la
presenza dello stesso numero di CB presenti in America. La realtà
americana, però, non può minimamente essere paragonata a quella italiana,
sia per i volumi raggiunti dal credito al consumo, sia per l’utilizzo dei
sistemi di scoring che sono tra i più sviluppati del mondo.
Con questa tesi, dunque, ci si pone l’obiettivo specifico di verificare se e in
che modo nel nostro Paese gli operatori del credito al consumo di diversa
estrazione, dimensione, operatività, ecc. utilizzano i servizi offerti dai CB e
quali sono i benefici che ne possono trarre.
Il lavoro si articola in cinque capitoli ed è diviso in due parti. Nella prima,
(capitoli primo e secondo) le problematiche sono state affrontate da un
punto di vista generale e istituzionale, mentre nella seconda (capitoli terzo,
quarto e quinto) le stesse problematiche sono state analizzate con specifico
riferimento all’esperienza italiana, documentata, tra l’altro, dai risultati di
una ricerca condotta sui tre CB nazionali, su due tra le principali società
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specializzate nell’implementazione dei sistemi di score e su un campione di
otto società, tra banche e finanziarie.
Più in particolare il primo capitolo sarà dedicato alla definizione ed
all’analisi del mercato del credito al consumo nella realtà italiana. Ci si
soffermerà brevemente sulle sue caratteristiche, sulle sue dimensioni e sulla
loro evoluzione (i dati relativi ai suddetti punti sono stati forniti dagli
Osservatori CRIF, Prometeia, Assofin, Findomestic, nonché da Databank
Group, tutte società molto attente all’evoluzione del mercato considerato).
In particolar modo si analizzerà la composizione dell’offerta, attraverso la
tipica classificazione tra banche, aziende commerciali, società finanziarie
indipendenti, società finanziarie di emanazione bancaria, società finanziarie
emanazione di gruppi assicurativi e società di emanazione di gruppi
industriali o commerciali. Nella parte finale verrà esposta una sintesi delle
problematiche e delle prospettive di sviluppo del credito al consumo in
Italia.
Il secondo capitolo tratta del rischio di credito e di come le informazioni
riguardanti il potenziale affidato rappresentino un supporto fondamentale
per la sua valutazione. Si parlerà delle asimmetrie informative in quanto
tipiche del rapporto di credito che, essendo basato sulla fiducia, è
caratterizzato da una distribuzione non omogenea delle informazioni tra il
richiedente fondi e colui che li eroga. Verrà illustrata la teoria della
condivisione delle informazioni al fine di capire se il fenomeno
dell’information sharing (totale o parziale) possa essere applicato anche
nella realtà. Infatti sarà interessante verificare se le società di credito al
consumo appartenenti a gruppi bancari o assicurativi hanno la possibilità di
condividere le informazioni riguardanti i clienti dello stesso gruppo, ed
inoltre se le informazioni reperite dai singoli intermediari finanziari sono
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sufficienti per una buona valutazione del rischio di credito. Essendo
fondamentale l’uso delle informazioni individuali per la valutazione del
richiedente credito, si è ritenuto necessario parlare dell’impatto
sull’industria del credito derivante dall’introduzione della Legge 675/96 del
31 dicembre 1996, “Tutela delle persone e di altri soggetti rispetto al
trattamento dei dati personali”, in applicazione della Direttiva dell’Unione
Europea 46/95 del 24 ottobre 1995. Verrà infine illustrata l’importanza
dell’introduzione dell’Information Technology per gestire ed ottenere nel
modo più razionale e veloce possibile tutte le informazioni che servono agli
operatori del credito.
Nel terzo capitolo si descriveranno le funzioni, gli obiettivi e le modalità
operative dei CB, ed in modo particolare si cercherà di focalizzare il loro
ruolo nell’ambito delle procedure di valutazione del rischio di credito. Si
parlerà, inoltre, della presenza dei CB in Italia e nel mondo. L’obiettivo è
quello di verificare l’eventuale diversità delle loro caratteristiche con
riferimento al paese di appartenenza dei soci fondatori, alle modalità di
costituzione, all’uso o meno di tecnologie avanzate, allo sviluppo più o
meno recente dei servizi di score, alle organizzazioni utenti, ecc.
Il quarto capitolo sarà interamente dedicato all’uso del credit scoring nel
credito al consumo. Per la sua stesura sono stati determinanti i colloqui
intercorsi con il Relationship Manager di Fair Isaac e con il Responsabile
del servizio score di CRIF Servizi, come pure fondamentali sono state le
brochures fornite dal Business Analyst di Experian-Scorex. Infatti la
letteratura riguardante i modelli di scoring riferiti alla realtà italiana è molto
scarsa, se non addirittura inesistente. Gli scritti reperibili che trattano questa
materia sono “datati” e generalmente si riferiscono alla realtà anglosassone,
dove il credito al consumo e l’uso dei modelli statistici è ormai consolidato.
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Le informazioni che se ne possono trarre sono spesso quindi incomplete, sia
perché l’autore si concentra solo su aspetti particolari, sia perché le società
implementatrici preferiscono non rivelare l’effettivo funzionamento delle
proprie procedure di classificazione. In questo capitolo vengono poi
illustrate le tecniche statistiche più diffuse, ponendone in rilievo i pregi
metodologici e cercando di capire quali siano realmente le procedure più
utilizzate. Infine, si illustreranno i principali metodi alternativi allo scoring,
quali: intelligenza artificiale, sistemi esperti, reti neurali, cluster analysis.
L’ultimo capitolo si pone l’obiettivo di confrontare l’operatività delle
banche e delle finanziarie in relazione alle procedure di valutazione del
rischio di credito. Pertanto verrà verificato se e in che modo gli operatori del
credito al consumo interpellati utilizzano i servizi dei CB e di credit
scoring. A questo fine è stata condotta una ricerca sul campo tramite
colloqui e questionari rivolti a un campione di società appartenenti sia al
settore bancario che finanziario. In particolare sono state considerate per la
categoria delle banche, la Deutsche Bank e la Banca Popolare Antoniana
Veneta; per quella delle finanziarie appartenenti a gruppi bancari
Findomestic, Compass e Agos Itafinco; per le finanziarie di emanazione
assicurativa Finitalia e Fincral; infine per quanto riguarda le finanziarie di
marca è stata considerata P.S.A. Finanziaria Italia, la finanziaria del Gruppo
Peugeut-Citroen. Dopo una breve descrizione del campione e dei criteri di
campionamento si analizzerà l’iter del processo di istruttoria del credito, ed
in particolare le modalità di acquisizione delle informazioni e di selezione
delle domande di credito, mettendo in evidenza le differenze che
caratterizzano l’operatività di ogni categoria di società. Nella parte
conclusiva del capitolo si illustreranno i vantaggi derivanti dall’utilizzo dei
CB (soprattutto di Centrale Rischi/CB) e dei sistemi di scoring,
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implementati in house o in outsourcing dai CB o dalle società specializzate
quali Fair Isaac.
E’ da parte mia doveroso ringraziare tutti gli operatori del settore che con le
loro testimonianze e attraverso la fornitura di materiale hanno permesso la
realizzazione di questo lavoro. Un particolare ringraziamento va al Prof.
Francesco Cesarini e alla Dott.ssa Laura Nieri che pazientemente mi hanno
aiutato nella stesura della tesi.