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…..e per sempre
biancoazzurro io sarò!
Si conclude cosi’ uno dei cori più sentiti dai tifosi che ogni
Domenica accompagnano in campo le Rondinelle , cioè i
giocatori della squadra di calcio della mia città , Brescia. I tifosi
sono sempre tanti perché il calcio , come tanti altri sport , ha un
grande seguito nella nostra provincia , sia di affetto e di passione
che di interessi economici. Questi dipendono in grandissima
parte , se non addirittura esclusivamente , dai risultati che gli
atleti ottengono e cosa c’è di meglio per un tifoso che andare a
guardarli il Lunedì mattina sulla pagina dello sport del giornale
che sta leggendo? Ecco quindi la funzione principale del
giornalista sportivo , quella di essere sul campo e di riportare il
risultato di un avvenimento agonistico. E’ una cosa che si può
fare bene o male; in ogni caso in questi ultimi anni la figura del
giornalista sportivo ha assunto un ruolo molto importante.
E già nel 1948 un cronista del “Giornale di Brescia” sentiva
intorno alla categoria una certa pressione, dovuta alle forse
eccessive esigenze dei tifosi: troppo iperbolico quando esalta i
campioni, troppo cauto quando non esprime giudizi esaltanti.
Ecco, egli chiede scusa ma anche comprensione perché è lui che
spesso crea il mito, e questo ai tifosi piace; è lui che va sul campo
ed è sempre lui che fa discutere con gli spunti che offre. Quello
che vuole è insomma solo un po’ più di tranquillità per poter fare
il proprio lavoro in pace.
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1
M.C.R., Giornale di Brescia, 13/9/48, pg.3
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La posizione dell’articolo nella pagina inoltre, nell’angolo in
basso a destra, mi fa riflettere anche su come fossero considerati i
giornalisti sportivi in una redazione di una piccola testata: un
gruppo spesso isolato, poco considerato sebbene competente,
molto seguito per quello che scrive ma con poche possibilità di
fare carriera.
Il mio è un lavoro di ricerca per così dire storica e vuol mostrare
lo sviluppo della stampa sportiva bresciana, negli scritti e in tutte
le altre sue forme; e il suo svolgimento è dettato sia da una
passione personale che da una mancanza di una storia, sebbene
ridotta, delle cronache e dei cronisti sportivi, degli eventi e dei
personaggi che nel secondo dopoguerra hanno caratterizzato
l’ambiente bresciano. La ricostruzione si è basata sulla
consultazione di alcuni testi e soprattutto di tutte le annate, dal
1945 al 1999, dei nostri quotidiani, il “Giornale di Brescia” e
“Bresciaoggi”.
Sono quindi due i giornali presenti in città; uno di più lunga data,
il “Giornale di Brescia”, che dà il via alle pubblicazioni
all’indomani della Liberazione, più precisamente il 27 aprile
1945; e Bresciaoggi, più giovane, che nasce nel marzo del ’74 in
un clima particolarmente caldo.
Osserveremo il modificarsi in essi dello spazio dedicato allo
sport e il succedersi degli eventi, il lavoro delle firme più
importanti ed il loro stile; esalteremo i grandi campioni e
ricorderemo chi non c’è più; sarà un bel viaggio, magari ridotto
ma certamente interessante. Ed ora ecco un primo assaggio.
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CAPITOLO 1
UNO SGUARDO
D’INSIEME
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Con la fine della seconda guerra mondiale riprendono con una
certa regolarità quasi tutte le attività sportive a livello nazionale
anche se bisognerà aspettare qualche tempo per riacquistare a
livello agonistico e organizzativo il ritmo perso a causa del
conflitto bellico. La stampa però non perde tempo ad occuparsi di
sport.
Certo , c’è carenza di uomini e di mezzi ma l’entusiasmo non
manca ed è soprattutto la passione che spinge i giornalisti a
lavorare in questo campo.
C’è da dire che i gli anni del primo dopoguerra presentano alcuni
eventi sportivi di rilievo: la ripresa del campionato di serie A , il
ciclismo con i mitici Coppi e Bartali , la ripresa dei Giochi
Olimpici nel ’48 ma per Brescia l’avvenimento in assoluto più
rilevante è la Mille Miglia.
La gara automobilistica , particolarmente difficile proprio perché
si corre lungo un duro percorso di1600 km e non in un circuito
chiuso , si era svolta per la prima volta nel 1927 , fortemente
voluta da due bresciani , Aimo Maggi e Franco Mazzotti , un
padovano , Renzo Castagneto e un trentino di Rovereto ,
Giovanni Canestrini ; i “quattro moschettieri” , come vennero
successivamente soprannominati , patiti dell’automobilismo,
volevano una gara che mettesse a confronto i grandi piloti e
anche i più potenti motori su un percorso impegnativo ma non in
un circuito .
Quindi il tracciato di gara con partenza da Brescia si sviluppava
verso la Riviera Adriatica passando per S.Marino e arrivando poi
a Roma e nel tratto di ritorno toccava tutte le località più
importanti per tagliare il traguardo in Piazza Loggia. Nel 1947 si
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riaccesero i motori e la gara , cambiando a volte il percorso,
riprese quella tradizione che ancora oggi richiama macchine e
piloti da tutto il mondo.
La stampa non mancò al grande appuntamento e si dovettero
fare i conti pure con certe esigenze editoriali poiché i giornali
non erano ancora molto sviluppati e avevano poche pagine . Di
conseguenza nei giorni della gara assistiamo a un aumento delle
facciate , sia per il numero maggiore degli articoli sia degli
“sponsor” che approfittano dell’evento per avere maggiore
pubblicità e contemporaneamente aiutano ad ammortizzare le
spese editoriali.
I nomi ricorrenti in quegli anni sono quelli più famosi : Farina ,
Ascari , Nuvolari , Biondetti , Marzotto , Villoresi per i piloti ;
Ferrari ,Alfa Romeo , Lancia , Mercedes e altri per i costruttori .
C’è da dire che in quel periodo un’altra manifestazione
motoristica rinasce sulle strade della provincia : il “Circuito del
Garda”, altra prova su strade aperte che permette agli assi del
volante di raggiungere velocità medie veramente elevate.
Un altro sport che contribuisce alla rinascita sotto tutti i punti di
vista è il ciclismo che in questi anni propone dei campioni entrati
ormai nella leggenda : Coppi , Bartali , Magni sono solo alcuni
dei corridori più forti e amati dagli italiani dell’epoca. La stampa
se ne accorge e il Giro del ’47 è il primo evento sportivo seguito
interamente e raccontato in prima pagina. L’anno successivo
ancora le due ruote , nei tragici giorni dell’attentato a Togliatti ,
grazie alle imprese di Bartali al Tour contribuiscono a stemperare
gli animi e nel ’49 , dopo la doppietta nelle due grandi corse a
tappe di Coppi, la prima pagina del Giornale di Brescia non può
non dedicare ampio spazio , comprensivo di foto ecommento di
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Elio Sangiorgi, alla vittoria dell’ “Airone”.
Fiorenzo Magni , da parte sua , con le sue grandi vittorie nelle
classiche del nord diventa per tutti il “Leone delle Fiandre”.
Il calcio non ci da grandi soddisfazioni in questi tempi anche se è
lo sport comunque più seguito e che richiama anche più
spettatori.
La nazionale non entusiasma e alla fine del campionato ‘45-’46 il
Brescia retrocede in B dove resterà per quasi vent’anni. Elio
Sangiorgi , Nino Filippini Fantoni , Luigi Camerini sono gli
uomini che raccontano le vicende del football del primo
dopoguerra ai Bresciani ma occorre sottolineare altre due cose :
grazie al calcio la componente sportiva del giornale si sviluppa
sempre di più fino ad occupare , dal settembre del ’48 , due delle
quattro pagine del quotidiano, pagine che assumono
specificamente il nome di “Brescia Sport” e che diventeranno
dall’anno dopo tre su sei , perché viene dato spazio anche al
calcio provinciale e ad altri sport molto seguiti a Brescia.
Ma è significativo registrare come nel calcio venga data molta
importanza ai tornei minori , non solo quelli ufficiali ma anche
quelli estivi e notturni . Ricordiamo il “Palio di Brescia” e il
“Palio Bettinzoli” e altri che richiamavano un buon pubblico e
dunque erano seguiti dalle cronache che ne riportavano i risultati.
E’ importante sottolineare come sia molto viva nella memoria di
tutti la Resistenza e dunque le squadre e i tornei vengono
intitolatia chi si è battuto fino all’ultimo per quegli ideali :
Bettinzoli , Perlasca, Tita Secchi i cui nomi ancora oggi restano
ad indicare alcune associazioni sportive.
Per quello che riguarda gli altri sport non si ha , come per il
mondo dei motori , della bici e del pallone , un interesse costante;
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piuttosto vengono riportate le cronache degli avvenimenti più
significativi anche perché non c’è lo stesso pubblico per degli
sport che non hanno una presa così generale. Mi riferisco al
tennis oppure alla ginnastica che a Brescia hanno una buona
tradizione grazie all’associazione “Forzae Costanza” ( fondata da
Giorgio Zampori ) , oppure all’atletica o alla boxe.
Sono degli avvenimenti comunque seguiti e quindi assistiamo ad
un aumento progressivo delle pagine o dello spazio loro dedicati .
Tuttavia raramente le cronache sportive approdano in prima
pagina ; fa eccezione un evento di una disciplina spettacolare ma
allora poco diffusa : il salto con gli sci.
Dal punto di vista dell’impaginazione dunque lo sport compare in
seconda pagina nel giugno del ’45 (ricordiamo che per il suo
primo anno di vita il Giornale di Brescia esce quasi sempre con
due sole pagine) e poi finisce in quarta , in ogni caso nell’ultima .
Dal settembre del ’48 metà dell’edizione del lunedì è interamente
dedicata allo sport. Ha l’apertura sul calcio e sulle altre più
importanti notizie e nelle altre pagine viene trattato lo sport
provinciale di tutti i tipi e a tutti i livelli .
Negli altri giorni la collocazione delle notizie sportive resta
invariata (lo spazio ha il nome di “Gli sport” ) a meno di
particolari eventi o notizie. Mi riferisco alla Mille Miglia che da
sola occupa comunque tre o quattro pagine ,alle Olimpiadi
(seguite nel ’48 da Sandro Calvesi), alla Nazionale di calcio che
è sempre molto seguita o a particolari performaces sportive di
atleti italiani.
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Con l’inizio degli anni ’50 assistiamo ad un progressivo
stabilizzarsi del formato del giornale e di conseguenza delle parti
da cui è composto.In questo periodo i numeri sono solitamente
composti da sei pagine che possono a volte diventare otto , specie
la domenica. La pagina sportiva ha il suo posto fisso nella
penultima e il calcio, che è lo sport più seguito anche perché
dura quasi tutto l’anno , recita ormai la parte del padrone ed è
tutti i giorni al centro dell’attenzione. Un giovane Gino
Cavagnini , alle sue prime esperienze , ha un suo spazio
personale il giovedi : “Rettangolo verde” , piccola rubrica
settimanale di commento alle vicende del calcio e il lunedì viene
concesso tantissimo spazio al calcio provinciale ( cosa che
avviene ancora adesso).Gli altri sport sono solitamente relegati
ad un ruolo di secondo piano a meno di fatti eclatanti , come ad
esempio l’esplosione del primo grande sciatore italiano, Zeno
Colò che seppe vincere la Coppa del mondo e medaglie
olimpiche e mondiali.
La Mille Miglia , che chiuderà i battenti come corsa vera nel ’57
e che presenta al via in questi anni campioni del calibro di
Fangio, Moss o Nuvolari , nei giorni della gara è al centro
assoluto non solo delle edizioni del giornale , ampliato di 5-6
pagine a numero (portando sempre molti sponsor ) ma anche
della vita di Brescia che si sente al centro del mondo delle corse.
Il Giro e il Tour occupano sempre un posto di rilievo e hanno un
inviato speciale sempre presente ma ormai il calcio ha nettamente
preso il sopravvento nonostante il Brescia non faccia proprio
impazzire di gioia i suoi tifosi.
Nonostante la squadra militi sempre in serie B è di questi anni il
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progetto dello stadio nuovo a Mompiano ( maggio ’54) , più
ampio e moderno del precedente e la gente , semmai ce ne fosse
stato bisogno , è ancora più attaccata alla squadra.
Brescia in questi anni vede anche l’affermarsi della
“Centomiglia” come appuntamento velico internazionale e
prestigioso ma i motori, con il Circuito del Garda e altri
appuntamenti entrati nel calendario delle corse, sono sempre al
centro dell’attenzione grazie anche alle cronache di Manuel
Vigliani.
E’ comunque una fase di passaggio per il giornale che ha ormai
messo delle solide basi e si appresta adesso a svilupparsi e a
crescere. Ma è anche un momento in cui lo sport fissa le sue
priorità che sono rimaste tali fino ad oggi. Il calcio è l’evento più
seguito , da settembre a giugno con le cronache e in estate con la
preparazione della nuove squadre.
Dopo il calcio ci sono i motori , accesi anch’essi tutto l’anno e
sempre in ogni caso molto spettacolari e seguiti ; d’estate il
ciclismo , lo sport aperto a tutti , che si disputa sulle strade sotto
casa e che ha un tifo incredibile. Per il resto , tolte le Olimpiadi
( invernali del ’56 a Cortina) solo qualche accenno ogni tanto in
caso di eventi particolari.
E’ un periodo in cui cominciano a girare i soldi e non si fa più
sport solo per passione ( in questo periodo la “Forza e Costanza”
compie settant’anni ma è per così dire una mosca bianca) ; ci
sono già certi interessi da rispettare e in ogni caso i campioni
costano ( quanto fecero scalpore la prime magliette ciclistiche
sponsorizzate).
Ad ogni modo il panorama verso la fine degli anni ’50 è questo ,
con gli atleti degli sport più importanti seguitissimi , privilegiati e
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ben pagati e gli altri a guardare. La stampa non può che adattarsi.
L’inizio degli anni ’60 vede la scomparsa del più tradizionale
appuntamento motoristico bresciano: la “Mille Miglia”. A dire il
vero si corrono un paio di edizioni su un circuito che tocca alcuni
caratteristici passi alpini ma ormai costruttori e piloti si dedicano
totalmente alla Formula1 che in questi anni prende il sopravvento
su tutte le altre manifestazioni . Si chiude così un mitico periodo
per Brescia che rinverdirà la tradizione con la “Mille
Miglia”storica.
Intanto il giornale comincia a prendere la forma quasi come noi
la vediamo adesso .Le pagine sportive si spostano in fondo per
lasciare spazio alla cronaca locale , agli spettacoli e alle altre
notizie. Il lunedì occupano l’intera seconda metà del quotidiano
e negli altri numeri hanno una pagina ben strutturata.
Si comincia anche a “rubricare” cioè a strutturare le pagine in
vari settori ognuno contrassegnato da un titoletto evidenziato che
indica appunto l’argomento di cui ci si occupa ( calcio,ciclismo
rugby o le rubriche particolari). Il calcio è sempre protagonista
anche per le belle imprese del Brescia che prima , nel ’63, rischia
la retrocessione in C per un presunto illecito sportivo e poi , al
termine della grande stagione ‘64-65 torna in A con Renato Gei
in panchina. E’ l’anno di De Paoli, Vicini, Bianchi, Fumagalli. Il
giornale in questi giorni partecipa al clima di generale euforia
con articoli, foto e interviste. La squadra rimane nella massima
serie per tre anni consecutivi e si toglie anche belle soddisfazioni
come quella di battere la Juve 4-0 il giorno di S.Stefano del 1965
( “ Ci scusi vecchia signora” titola il giornale di quel giorno).
All’inizio della stagione ‘59-’60 inoltre, come accennato in
precedenza , viene inaugurato il nuovo stadio a Mompiano
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intitolato all’indimenticato Mario Rigamonti. E’ un grande
evento per i tifosi ( che hanno fondato i primi Brescia clubs) in
un bel momento per la società che ha il suo spazio anche sulle
colonne del giornale. Purtroppo non sempre va tutto bene e ci
vorrà Baggio per ottenere nuovamente la salvezza.
Nel 1961 comunque la società aveva festeggiato i suoi primi 50
anni e al proposito anche dalle colonne del giornale arrivano i
riconoscimenti.
Le rubriche di calcio si occupano anche di tutto il calcio
provinciale fino alla terza categoria e del calcio giovanile: il
lunedì infatti ne vengono riportati alcuni tabellini e tutti i
risultati; Gino Cavagnini continua la sua opera di opinionista con
il suo “Rettangolo verde” e seguendo le vicende del calcio ,
affiancato nel compito dal sempre valido Elio Sangiorgi. Quando
poi le coppe europee cominceranno ad appassionare i tifosi
l’edizione del giovedì ospiterà quotidianamente due pagine
dedicate interamente allo sport e che offrono l’occasione per
approfondire anche gli altri argomenti agonistici.
Durante l’estate il calcio va in vacanza e l’interesse si sposta sul
mercato; a questo proposito vengono presentati i movimenti di
giocatori e allenatori e delle tabelle di presentazione delle
avversarie delle Rondinelle.
E’ un’occasione diversa che però vede nascere la sezione del
giornalismo sportivo vero e proprio. Nell’agosto del ’62 infatti
Brescia ha l’onore di organizzare i mondiali di ciclismo e nasce
di conseguenza “Il lunedì dello sportivo”: è questo infatti il titolo
che per anni indicherà le pagine che il primo giorno della
settimana parlano di sport. Il ciclismo vede in questi anni tra i
suoi protagonisti un uomo di Castenedolo , Michele Dancelli.
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2 volte campione italiano , Milano-Sanremo , Maglia Rosa e altre
tante vittorie rappresentano un palmarès invidiabile per
“Michelino” , un atleta che aveva nell’affondo finale la sua
migliore arma. Gli anni ’60 si erano però aperti per il mondo
delle due ruote con la scomparsa di Fausto Coppi. Il
“campionissimo” venne sconfitto da un virus contratto durante
un viaggio in Africa. Lo stesso periodo si chiuderà quando è già
affermato l’uomo più forte di sempre: Eddy Merckx.
Abbiamo parlato di calcio e di ciclismo vorrei sottolineare due
fatti sportivi di questo periodo che offrono buoni spunti
giornalistici.
Il 19 luglio 1966 la nostra nazionale viene sconfitta dalla Corea
ai mondiali inglesi . La cosa suscita un putiferio infinito , Fabbri
viene cacciato e su tutte le testate si scatenano gli esperti. Per
Brescia è il solito Cavagnini a tuonare ( rimandiamo all’antologia
degli articoli).
Il fatto che non sia cambiato niente ( in questo caso il fatto che i
“quattrini” su cui si basa tutto il sistema del calcio ancora oggi
prevalgono su tutto ) ,mi fa collegare la situazione a quella ben
più tragica che si verificò duranteil Tour del ’67 , quando cioè
Tommy Simpson, campione del mondo in carica , trovò la morte
in fondo alla tappa che arrivava in cima al Mont Ventoux. Si
parlò senza mai voler approfondire di un cocktail di medicinali
ma ancora adesso sono le stesse cose che rovinano il ciclismo ,
nonostante i gravi precedenti (la stessa cosa vale per il calcio).
Uno sport che da soddisfazioni grandissime a Brescia e all’Italia
è la Boxe . In città si assiste in quegli anni all’ascesa di due
campioni che si sfideranno per il titolo italiano dei pesi massimi:
Santo Amonti e Piero Tomasoni. Il primo , il più forte , la
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spunterà sul secondo davanti ad uno stadio gremito ; inoltre
proverà , senza successo , l’assalto al titolo europeo. L’Italia
assiste anche alle grandi imprese di Nino Benvenuti che fanno
stare svegli milioni di spettatori. I match con Griffith rimarranno
nella storia della boxe italiana anche per la grande capacità di
ripresa del nostro pugile , in grado di riconquistare la corona dei
medi dopo averla persa pochi mesi prima.
Il 1960 vede Roma organizzare le Olimpiadi e il giornale prepara
i suoi lettori all’evento dando grande spazio per i primi sei mesi
dell’anno all’ atletica; durante i Giochi poi c’è un articolo in
prima pagina ogni giorno a firma di Giancarlo Summonte e una
pagina speciale dedicata ai risultati e ai commenti. Gli speciali
riguardano comunque solo queste occasioni particolari o altre
come i mondiali di calcio.
I motori , finita l’epoca delle Mille Miglia , hanno il loro spazio
nella rubrica “Il giornale dei motori” tenuta come sempre da
Manuel Vigliani. Le manifestazioni comunque non mancano e ,
oltre all’ormai collaudato “Circuito del Garda” , in questi anni
prende il via la “Malegno-Borno” , corsa che ai nostri giorni è
ormai una classica.
Per noi italiani le soddisfazioni non vengono tanto dalla Ferrari,
che è comunque sempre competitiva , ma da Giacomo Agostini
che in sella alla sua Augusta vince sempre , indipendente dal
circuito su cui si gareggia e dalla cilindrata della sua due ruote.
Per quello che riguarda gli altri sport bisogna dire che prende
piede un’attività che è sempre stata praticata ma che nel
contempo è sempre stata nell’ombra: il rugby. Brescia può
vantare una squadra non eccelsa ma di buon livello che arriverà a
giocare in Serie A ed un movimento giovanile molto attivo.
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Basket e Pallavolo , non offrendo squadre di livello , non
vengono molto considerati.
In inverno succede qualcosa che non era mai successo . Il
giornale presenta settimanalmente la rubrica “Il giornale della
neve” che offre tutte le informazioni che occorrono per praticare
le attività sportive invernali in un periodo in cui suscitano grande
interesse ed il turismo collegato ad esse conosce un grande
sviluppo. Sulle montagne di Brescia si organizzano anche diverse
manifestazioni agonistiche e a livello nazionale assistiamo ai
primi trionfi di Gustav Thoeni e alle grandi imprese del “Rosso
volante” Vincenzo Monti a bordo del suo bob.
Per gli altri sport ( tennis , nuoto e altri) non ci sono spazi
specifici ,vengono riportate solo le notizie più significative
durante gli eventi più importanti.
Gli anni ’60 rappresentano un periodo di cambiamenti anche nel
campo del giornalismo sportivo. Abbiamo più pagine, nuove
rubriche, nuovi inviati ma credo che in questo periodo vediamo
un processo di formazione del giornalismo sportivo che per la
grande importanza che sta via via assumendo diventa sempre più
“indipendente”, non solo sulla carta stampata ( nasce il “Processo
alla tappa” e nel 1970 andrà per la prima volta in onda
“90°Minuto”). E’ anche logico che in un’epoca di fatti nuovi ,
alcuni clamorosi e importanti, epoca che vede lo sport rivestire
una parte importantissima per la gente comune, il giornalismo
sportivo prenda una propria identità ,un proprio linguaggio e
proprie caratteristiche che in pochi anni lo porteranno ad essere
sia nei giornali locali che nazionali una delle componenti
principali dell’edizione di ogni giorno.