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In un binario che scorre parallelo alla storia della città, seguiremo
l’evolversi di un corpo di vigilanza che, fondato nel periodo dell’impero
romanico, percorre tutti i momenti che hanno caratterizzato 20 secoli di
vita del Comune.
Scopriremo nelle pagine seguenti che il termine “Comune” è più
appropriato per Milano piuttosto che la parola “Città”, in quanto
Milano era già Comune ben 15 secoli fa quando, alla caduta dell’impero
romano, sotto la protezione del vescovo Ambrogio la città era
amministrata da un governo composto da rappresentanti cittadini
disgiunti da un’autorità centrale ( quale Stato o Regno ).
La ricerca sulle origini del Corpo di Polizia Urbana di Milano è fattibile solo
ripercorrendo la storia della città che, qui brevemente citiamo nei capitoli
più significativi, sottolineando i riferimenti e le connessioni utili
all’argomento in trattazione.
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MEDIOLANUM E I MILES STATIONARI
Nel 500 A.C. Milano, in origine Mediolanum
1
, fu fondata dai Galli Insubri
cinque secoli prima dell’anno zero del calendario cristiano.
Sviluppatasi come comunità ad etnia gallo-etrusca, Milano nel 222 a.c.
fu assoggettata dai Romani. Il periodo di dominazione romana, grazie
anche alla favorevole posizione geografica, rappresentò per la città un
periodo di prosperità e sviluppo.
Nel 27 A.C. Ottaviano Caio imperatore di Roma, denominato dai coevi
l’”Augustus delle riforme”, istituì nelle provincie dell’Impero e in Milano,
un corpo di “Miles Stationari”, che riteniamo essere, per caratteristiche e
funzioni, i veri antenati dell’attuale Corpo di Polizia Urbana.
La traduzione dal latino ne indica la funzione:
miles = soldati, sorveglianti, agenti
stationari = posti in luogo, del luogo
Erano, pertanto, corpi armati non a scopo bellico, ma a difesa del luogo a
loro assegnato con funzioni di tutela dell’Ordine costituitosi nella città e
disgiunti dalla gerarchia dell’esercito.
La connessione tra i Miles e gli attuali Agenti di Polizia Urbana, oltre al
fatto di essere legati al luogo a loro assegnato, è nella funzione di tutela
dell’Ordine Pubblico, con svincolo da un potere centrale e dipendenza da
potere locale.
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Con i “Miles” si assiste alla prima suddivisione storica delle competenze tra
un organo militare ed uno civile. Agli antenati dell’attuale Corpo erano
devoluti, oltre all’onere di garantire l’Ordine Pubblico anche il compito di
spegnere incendi, vigilare il perimetro delle mura cittadine e arrestare i
colpevoli di reato.
Nel 226 D.C .Milano diveniva la seconda capitale dell’Impero.
Nel 305 D.C. all’abdicazione di Diocleziano, Milano appariva come una
città cinta da imponenti mura romane con porte e pusterle
2
. Alcune di esse,
anche se mutate come nome, permangono ad oggi nella dislocazione,
ritroviamo: la Porta Romana (dedicata a Marte), la Porta Vercellina
(dedicata a Venere), la Comasina (dedicata alla Luna), la Porta Nuova
(dedicata a Saturno).
1
Il suo nome deriva dal celtico “medio” e “lan” che significa “in mezzo” alla “pianura”
2
porte minori
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L’ERA CRISTIANA
Nel 313 D.C. con l’editto di Costantino si cristianizzò l’Impero romano;
nella città sorsero chiese, ospizi e, all’esterno delle mura, i primi cimiteri.
Nel 374 D.C. la città iniziò la propria crescita politica sotto la guida del
vescovo Ambrogio.
Nel 390 D.C. Milano raggiungeva l’apice della sua importanza nel periodo
romanico, quando il Vescovo riuscì a sottomettere l’autorità imperiale a
quella spirituale.
Nei quattro secoli dalla loro fondazione ritroviamo i “Miles” sempre attivi
nella loro opera di tutela dell’Ordine Pubblico della città.
Dal IV° secolo Milano vive la sua vita sociale e politica come Comune.
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DAL PERIODO BARBARICO ALLA CITTA’ AMBROSIANA
Nell’anno 397 D.C. muore Ambrogio
3
ed inizia per la città “ambrosiana” un
periodo di decadenza.
Nel 451 D.C.Attila invade la pianura padana.
Nel 535 D.C. la città subisce, ad opera dei Goti, il più grande saccheggio
della sua storia, con deportazioni di massa e uccisioni di inaudita ferocia.
Successivamente la pianura lombarda cade sotto il dominio dei Longobardi.
Solo con la vittoria del re Carlo Magno sui Longobardi, Milano risorge dalle
barbarie e sotto la guida dei suoi arcivescovi (d’ispirazione ambrosiana), la
città vede rinascere la propria potenza economica.
Nell’800 D.C. si ricostruiscono nuove mura, la città si arricchisce di chiese,
le attività si moltiplicano, crescono case e botteghe. Mercanti ed artigiani si
raggruppano per attività in diverse zone della città. Ancora oggi
permangono le denominazioni stradali delle zone di allora: OREFICI,
MERCANTI, ARMORARI , etc..
3
successivamente nominato santo e patrono
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DA “CASTRUM” A COMUNE
Traccia di questa trasformazione storica è ancora oggi leggibile nelle
denominazioni e attività riportate nella lapide dell’anno 1098 posta nella
basilica di S. Ambrogio e nella lapide dell’anno 1045 in via S.Vittore, luogo
di raduno, di allora ,del Consiglio Generale della città.
Il Comune di Milano, una delle più antiche forme di democrazia europea
4
,
era gestito dalla volontà popolare, divisa per varie classi sociali, organizzate
in Associazioni e Corporazioni, che si riunivano nel “Broletto”.
Anche l’incendio dell’XI sec., pur se devastante, fu stimolo al rinnovamento
edilizio della città, guidata dai “consoli cittadini”.
Le guerre con le città d’attorno e la necessità di difendere i borghi nati
all’esterno delle antiche mura, portano Milano a dotarsi di una nuova
cerchia fortificata. A distanza dalle vecchie mura romane si scavò un canale
rafforzato da terrapieni formanti muraglie naturali.
4
preceduto storicamente solo dalle democrazie dell’antica Grecia
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L’EPOCA IMPERIALE E LA LEGA LOMBARDA
Il riformarsi in Europa dell’autorità imperiale vede la ribelle Milano cadere,
dopo una strenua difesa, sotto il predominio del “Barbarossa”.
Nell’anno 1165 la ribellione milanese all’Imperatore porta alla distruzione
del cuore della città, cinto da mura e cinque anni di vita milanese confinata
nei borghi esterni alla vecchia cerchia cittadina.
Le guerre dei Comuni della pianura, riuniti nella Lega Lombarda all’ombra
del Carroccio
5
, combattute dall’anno 1167 all’anno 1183, si concludono
con la sconfitta dell’Imperatore ed il ritorno di Milano a Comune con
propria autonomia economica e militare.
I Milanesi, ricostruendo la città, ripristinarono i bastioni, il grande fossato e
fortificarono le loro porte. Delle vecchie mura romane era rimasto ben poco:
i portici di Porta Nuova, l’arco di Porta Ticinese e la pusterla
6
di S.
Ambrogio. Le mura, ricostruite e fortificate dopo la vittoria sul Barbarossa,
saranno a protezione della città nei successivi quattro secoli.
5
carro trainato da buoi con soprastante altare, simbolo di unità sotto l’egida religiosa
6
piccola porta
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L’ORDINE PUBBLICO
Ripercorrendo 12 secoli con alterne vicende di sviluppo e barbarie,
ritroviamo i “Miles Stationari”, (soffocati nei periodi di ferocia barbarica),
attivi nella tutela dell’ordine pubblico nei periodi di pace e sviluppo e
guidati dai Consoli cittadini sotto l’ala protettrice degli arcivescovi.
Come solo un governo stabile può garantire la pace e il benessere, (se detto
governo è riconosciuto come legittimo dalla popolazione), parimenti, la
Vigilanza, (se espressione locale non imposta da poteri centrali), può
garantire la sicurezza cittadina, le attività, i commerci e lo sviluppo naturale,
impedendo le prevaricazioni e i disordini fornendo ai cittadini protezione
dalla malvivenza.
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IL PERIODO VISCONTEO
Ma il clima di pace e sviluppo vedeva altre nuvole addensarsi sul cielo della
città: l’assetto politico di Milano, governata dai suoi cittadini
democraticamente, si trasformò, nell’anno 1186, in dispotismo, avendo
assunto Uberto Visconti il titolo di podestà, titolo che assommava in sé ogni
carica ed autorità cittadina.
Il dispotismo dei Visconti fu però l’epilogo di una serie di tensioni cittadine
tra popolo e aristocrazia, inaspritesi negli anni al punto di avere nella città
contemporaneamente due capi: i Della Torre per il popolo e Ottone Visconti
per i nobili.
Il Visconti, pur nel suo dispotismo, promosse comunque lo sviluppo della
città.
Nel 1233 sorgeva il Nuovo Broletto per le riunioni del Consiglio dei
Cinquecento, nasceva la piazza dei Mercanti con l’edificio del Podestà le
sedi dei giureconsulti, dei notai e dei banchieri. La nuova grande piazza era
divenuta il cuore delle attività cittadine, dalle adunate alle fiere, dalle
cerimonie religiose alle giostre.
Sotto il podestà vennero intraprese opere pubbliche di grande scala: bonifica
delle terre circostanti e imponenti canali derivati dall’Adda e dal Ticino
7
.
7
quest’ultimo fu il primo esempio nella storia di canale navigabile costruito dall’uomo
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L’ORDINE PUBBLICO NEL PERIODO VISCONTEO
Con i Visconti a capo della città per due secoli, mentre si assiste da un lato
alla crescita di Milano come centro commerciale e produttivo, si ha però
dall’altro l’involuzione delle funzioni di Ordine Pubblico, avendo assorbito
la polizia “politica” (viscontea) anche quel ruolo di polizia urbana nata,
quindici secoli prima, con i “Miles stationari”, (disgiunti dal potere centrale
e dalla prepotenza oligarchica) .
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IL PERIODO SFORZESCO
Nell’anno 1447 alla morte di Filippo Maria Visconti, i cittadini milanesi
proclamarono la Repubblica Ambrosiana, il cui condottiero fu Francesco
Sforza, nominato in seguito duca della città di Milano nell’anno 1454.
Il ducato degli Sforza diede ulteriore splendore alla città, divenendo Milano
uno dei massimi centri dell’Umanesimo Italiano. Sotto la protezione degli
Sforza, scultori, pittori ed architetti, arricchirono Milano di opere insigni,
quali il Castello, l’Ospedale Maggiore, il Lazzaretto e il Naviglio della
Martesana per la navigazione tra Como e Milano; l’aumento del numero
degli abitanti, le epidemie e gli ingenti problemi sanitari, portarono Milano a
dotarsi delle prime fognature.
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LA MILIZIA MILANESE
Rinasce in questo periodo, di pace e governo stabile, la Milizia milanese,
(discendenti dei “Miles stationari” della Milano romanica e ambrosiana).
Alla Milizia è affidata la difesa ed il controllo delle porte, la tutela
dell’Ordine cittadino, disgiunta come all’epoca romana, dall’esercito.
Si deve a questa milizia l’istituzione nel 1499 del Senato cittadino.
Commento:
La data ufficiale di fondazione del Corpo di Vigilanza Urbana sarà fissata
parecchi secoli dopo nel periodo dell’Unità d’Italia ( 1860 ). Mentre da un
lato è encomiabile fissare questa data perché coincidente con la fondazione
del Corpo in tutti i Comuni italiani, è storicamente errato trattare Milano al
pari di altre città italiane nate da vicende locali diverse. Fissare in un’unica
data nazionale la nascita di un’Istituzione, significa, da un lato dimenticare
le evoluzioni sociali e politiche di due millenni di storia milanese e
dall’altro “tarpare” ogni merito di ascendenza storica alla vigilanza urbana
della città, misconoscendo le origini di un’Organizzazione che nel periodo
romanico, ambrosiano, di democrazia comunale e sforzesco, ha
rappresentato l’unico baluardo a difesa della sicurezza dei cittadini milanesi
Vero che i vigili furono istituiti in tutta Italia con l’unificazione dei Savoia,
ma vero anche che quelli di Milano non dovevano essere rifondati perché
Istituzione presente ed attiva quasi ininterrottamente, da circa 20 secoli.
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Parimenti il Comune milanese esisteva come Istituzione quando altre città o
non erano ancora nate o erano brandelli di regni molto spesso di stampo
straniero
LA DOMINAZIONE SPAGNOLA
Le vicende milanesi dovevano essere però influenzate dall’instabilità
politica europea dell’epoca.
Nel 1500 Carlo VIII di Francia sconfiggeva Ludovico il Moro, reggente
degli Sforza.
Altre guerre sconvolgono la città fino a divenire Milano, nel 1535, un feudo
imperiale di Carlo V d’Asburgo, re di Spagna, il quale pose a capo della
città un governatore assistito da un Consiglio di stranieri.
La cattiva amministrazione spagnola determinerà la decadenza della città
anche se, della struttura Sforzesca, sopravviverà il Senato con funzioni di
parlamento. Di questo Senato, istituito dalla Milizia milanese il Verga dice:
“Si adoperò a frenare la baldanza delle soldatesche e a ristabilire la
pubblica sicurezza”.
Sotto la dominazione straniera, Milano subì episodi di violenza e vessazioni
perpetrati dall’esercito spagnolo; il clima di allora è ben dipinto “ dall’autor
di quel romanzetto ove si parla di promessi sposi.”
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Accanto all’esercito spagnolo, stazionante a Milano e composto da spagnoli
e mercenari, permanevano però la milizia urbana ed una forense
8
,
dipendente dal Senato
9
.
In relazione alla milizia cittadina citiamo:
nel 1631 il Consiglio dei Decurioni decretava che: “Per difesa della patria
si debba istituire una milizia della città che debba servire esclusivamente
alla difesa della medesima e per quel tempo che alla città parerà bisogno”.
La milizia era un contingente ragguardevole: 6 reggimenti di 1000 uomini
cadauno. A capo di ogni reggimento vi era un Maestro di campo con
ufficiali scelti tra la nobiltà milanese. Primo capo della Milizia fu il Conte
d’Adda (milanese). Questa milizia cittadina, pur in una Milano oppressa
dalle angherie dei dominatori, sarà l’unico baluardo della città ai soprusi e
alle violenze degli spagnoli.
COMMENTO:
anche se storicamente lontani, questi militi dell’era spagnola sono vicini e
similari agli attuali Vigili
10
, ancor più del Corpo di Vigilanza fondato nel
1860. Il Corpo di Vigilanza, alla sua fondazione, dipendeva infatti da un
ministro con sede nella capitale e da un governo monarchico, ( lontano
dalla volontà popolare e cittadina ). Agli albori dell’Unità d’Italia la
tradizione sabauda/piemontese, poco legava con la tradizione lombarda.
8
composta da volontari
9
formato solo da nobili spagnoli e milanesi
10
come espressione della volontà comunale