tramite Irc significa anche porre fra i due interlocutori uno “spazio
intermedio” (lo spazio virtuale) che anziché avvicinarli può arrivare
a proteggerli l’uno dall’Altro.
Una delle critiche che molto spesso vengono fatte a questo tipo di
comunicazione è che questa permetta di avvicinarsi all’Altro, di
conoscerlo, ma non tanto da doverlo accettare ed incontrare nella
sua diversità e nella sua interezza.
Partendo da questo presupposto abbiamo ipotizzato che la
motivazione principale alla base delle interazioni virtuali in Irc
potesse essere proprio la paura dell’Altro e la ricerca di un
meccanismo protettivo che permettesse di avvicinarglisi e
contemporaneamente di proteggersene tramite lo schermo del
computer.
Ci siamo poi chiesti se la paura dell’incontro con l’Altro potesse
essere una spiegazione sufficiente per motivare il comportamento
di così tante persone e siamo andati alla ricerca di ulteriori cause.
Vari lavori pubblicati, in particolare quelli della psicologa clinica
Sherry Turkle, hanno considerato le modificazioni a cui va
incontro il Sé dell’individuo quando incontra un ambiente
protettivo come quello virtuale; ambiente che può stimolare a
sperimentare e osare là dove nella vita reale tutto questo viene ad
essere impedito, per le richieste di ruolo imposte dalla società e per
il bisogno di un’identità stabile.
Partendo da teorie psicodinamiche, che considerano il Sé come
un’entità fluida, mutevole, decentrata, la cui stessa possibilità di
esistere dipende dalla presenza di un ambiente relazionale che ne
permetta non soltanto l’espressione ma che sia anche facilitante e
convalidante di parti inesplorate o sconosciute, abbiamo provato a
considerare la possibilità che il contesto virtuale possa
rappresentare una condizione di incontro ideale di fattori che
permettono la sperimentazione, l’espressione e l’esplorazione del
Sé; oltre a ciò abbiamo considerato l’ambiente virtuale come un
mezzo di espressione di bisogni e desideri dell’individuo.
La ricerca bibliografica sulla comunicazione virtuale ci ha portati a
notare come vi fosse un’abbondanza, soprattutto della scuola
americana, di speculazioni teoriche sul tema e per contro una
scarsità di dati o di ricerche che dessero testimonianza di queste
teorizzazioni.
Per questo motivo si è ritenuto importante che parte del nostro
lavoro fosse orientato a una ricerca sul campo (in questo caso sul
campo “virtuale”) in modo da poter dar “voce” a questo fenomeno,
riportando testimonianze di persone che quotidianamente vivono a
contatto con questa “realtà”.
La ricerca
1
che abbiamo effettuato non ha avuto quindi lo scopo di
verificare delle ipotesi ma piuttosto di “scoprire” delle ipotesi
eventualmente verificabili. Si è trattato quindi di un primo
momento esplorativo e conoscitivo del fenomeno; i dati e le
informazioni emerse hanno comunque contribuito ad approfondire
la conoscenza “da qualcosa” che molto spesso è visto attraverso un
angolo visuale troppo lontano dal fenomeno stesso.
Ritenendo necessario introdurre il lettore ad una conoscenza,
seppur basilare, dell’origine e dell’evoluzione della rete di Internet
(all’interno della quale prendono vita i fenomeni analizzati) nel
Capitolo 1 si è esaminata la storia della Rete, a partire dalla
nascita fino al momento attuale.
Attraverso la descrizione dei vari strumenti comunicativi a
disposizione del popolo del Cyberspazio (Capitolo 2) si è messo in
evidenza come le caratteristiche di ognuno di questi diano origine
ad ambienti temporali e relazionali diversi e, di conseguenza, a
diverse possibilità di interazione e di conoscenza tra le persone.
L’analisi dell’interfaccia grafica di uno dei tanti software disponibili
per accedere alle comunità virtuali di Irc (Capitolo 3) ci ha consentito
di descriverne l’aspetto fenomenico dal punto di vista delle interazioni
1
Una parte della ricerca è consistita in un periodo di osservazione in questi ambienti virtuali.
Periodo che ci ha permesso di giungere all’analisi presentata nei capitoli teorici di questo lavoro.
di gruppo ed interpersonali e ci ha consentito di evidenziare, inoltre,
come il tipo di comunicazione interattiva, alla base dell’esistenza
stessa di queste comunità, stia assumendo caratteristiche
performative, con un dire sempre più vicino all’agire e con un tipo di
scrittura sempre più vicina al linguaggio orale.
Nel capitolo 4 si è analizzata la comunicazione, in particolare il
linguaggio, nei termini di bisogno di relazione con l’Altro per
l’espressione della propria soggettività; la scrittura, come medium
elettivo per realizzare la narrazione, permette di razionalizzare
un’emozione, un sentimento, una parte di Sé dando vita, attraverso
un processo di simbolizzazione, ad un contenuto “pensabile” . Il tipo
di scrittura caratteristica di questi ambienti virtuali assume quindi la
doppia funzione di metabolizzare un’emozione, un contenuto emotivo
e di mettere in gioco la molteplicità del Sé grazie al contesto
relazionale all’interno del quale va ad inserirsi. Particolari
caratteristiche esaminate dell’ambiente telematico, il narrar-si, l’Altro
virtuale potranno fungere da contenitori “mentali” e da ambiente
convalidante per determinate esperienze emotive, che potranno
portare ad una nuova dimensione del Sé.
La parte di ricerca del nostro lavoro (Capitolo 5 e Capitolo 6) si
configura come un momento esplorativo attraverso alcuni
strumenti d’indagine, costruiti appositamente per il setting
virtuale.
Anche se uno dei nostri obiettivi era quello di raccogliere alcune
testimonianze, da parte di coloro che abitualmente “frequentano” le
chat-rooms, abbiamo ritenuto necessario, per evitare una
dispersione dei contenuti, individuare alcune aree tematiche da
indagare attraverso un colloquio guidato. In particolare, due delle
tre aree individuate (Motivazioni e Nickname) sono strettamente
correlate tra di loro. Si è rilevato che il nickname dei soggetti è
quasi sempre collegato alle motivazioni che li spingono alle
interazioni virtuali, come se nello pseudonimo potessero esprimere
i loro bisogni, desideri, parti di Sé. Nel capitolo 6 si sono analizzati
e commentati i risultati qualitativi della ricerca.
Capitolo 1 Internet
1.1 LE ORIGINI
Oltre 70 milioni di persone in tutto il mondo oggi godono,
indirettamente, dei frutti imprevisti della Guerra Fredda.
La storia di Internet
2
nasce da un progetto ideato dagli Stati Uniti
d'America per difendere la nazione nell'eventualità di una guerra
nucleare.
Il 4 Ottobre 1957 l'Unione Sovietica mise in orbita il primo satellite
artificiale della storia, lo "Sputnick", battendo sul tempo gli U.S.A. e
dimostrando, contemporaneamente, un incalzante progresso
tecnologico nel campo delle scienze applicate al settore militare.
L'Amministrazione statunitense creò così, con l'intento di ristabilire il
primato americano, l'agenzia governativa ARPA (Advanced Reserarch
Projects Agency) per coordinare e finanziare la ricerca nel campo delle
telecomunicazioni militari.
Ben presto i funzionari dell'ARPA si resero conto che il centro di una
rete tradizionale di comunicazione sarebbe stato inevitabilmente
l'obiettivo strategico nel caso di un attacco nucleare.
L'idea sviluppata dalla RAND Corporation, il più avanzato think-tank
americano ai tempi della guerra fredda, fu proprio basata su questo
presupposto: se non era possibile mantenere intatta una rete di
telecomunicazioni, in caso di un attacco atomico, era allora necessario
2
Calvo M., Ciotti F., Internet '97. Manuale per l'uso della rete, Laterza 1997
Capitolo 1 Internet
creare delle strade alternative che permettessero ai dati di arrivare a
destinazione, anche nel caso di distruzione di molti dei nodi della rete.
Perché questo avvenisse era indispensabile che tutti i nodi fossero
indipendenti, avessero una pari gerarchia e fossero in grado di
generare, trasmettere e ricevere messaggi. I messaggi, a loro volta,
sarebbero stati scomposti in tanti pacchetti o moduli e separatamente
indirizzati verso la propria destinazione.
Una volta raggiunta la meta finale i diversi moduli sarebbero stati
ricomposti nel messaggio originario; se, per qualsiasi motivo, si fosse
verificato un blocco lungo una delle arterie della rete, il modulo
sarebbe stato immediatamente re-indirizzato lungo una via
alternativa.
Il primo embrione di questa rete, che venne battezzata ARPANET, fu
attivato nell'autunno del 1969, mettendo in connessione quattro
elaboratori Honeywell 516 dotati di 12 Kb di memoria (Fig.1).
Oggi, a quasi 30 anni di distanza, quei quattro elaboratori stanno
cambiando la concezione umana dei concetti di spazio e tempo.
Capitolo 1 Internet
Fig. 1
1.2 L'EVOLUZIONE
Benché fosse nata come un progetto militare, la rete di Arpanet sfuggì
ben presto al controllo ristretto del Dipartimento della Difesa
americano, diventando una preziosa risorsa per scienziati e
ricercatori che poterono così scambiarsi liberamente informazioni e
condividere dati su progetti complessi.
Non solo Arpanet rappresentava l'embrione della rete attuale ma
esplorava la tendenza, che sarà propria di Internet, di trasformarsi da
Capitolo 1 Internet
strumento informatico classico a strumento, alternativo a quelli
tradizionali, di comunicazione tra persone.
Solo nel 1972 Arpanet comprendeva già 37 nodi che crebbero negli
anni seguenti in modo esponenziale, grazie alla struttura
decentralizzata che rese tecnicamente possibile aggiungere nuovi
collegamenti e promuovere l'espansione della rete.
Alla fine degli anni '70 la rete era troppo estesa per essere sostenuta
dalle tecnologie con cui era nata; furono così creati nuovi protocolli
standard
3
, per la trasmissione dei dati, che rendessero possibile la
comunicazione e lo scambio di informazioni tra i vari sistemi collegati,
spesso diversi per ambienti operativi ed architettura hardware.
Nel 1983, poiché Arpanet finì per essere dedicata prevalentemente ad
altri usi, il Dipartimento della Difesa statunitense costituì una
propria rete chiamata MILNET.
Nel luglio 1986 la National Science Foundation creò la NFS-net (una
rete per operatori scientifici) che incorporò, alla fine degli anni '80,
Arpanet.
Nacquero, in seguito, Usenet e Bitnet; altre reti si svilupparono in altri
paesi. Ognuna di esse finì per connettersi con tutte le altre fino a
formare una gigantesca ragnatela di connessioni.
3
I protocolli standard di comunicazione rappresentano una sorta di esperanto dei computer, un
linguaggio comune caratterizzato da regole che permettono la manipolazione e lo scambio di dati
tra diversi computer. L'attuale protocollo di comunicazione per Internet è il protocollo TCP/IP (per
un approfondimento vedi Calvo M., Ciotti F., Internet '97. Manuale per l'uso della rete, Laterza
1997).
Capitolo 1 Internet
E' proprio da questa aggregazione di reti autonome, capaci di
connettersi attraverso un sistema libero e policentrico, senza alcun
"governo" centrale, che nacque INTERNET cioè la <<Rete delle reti>>.
Nel 1991 i calcolatori connessi erano 376.000; a metà del 1993 le reti
ufficiali erano 43.841, di 91 paesi diversi e con un tasso di crescita
mensile pari al 12%
4
.
Alla fine del 1994 gli "hosts"
5
connessi raggiungevano i 3.000.000. In
realtà, il tasso di crescita della rete è talmente rapido (circa il 450%
annuo) che diventa piuttosto difficile ottenere delle statistiche
precise.
Gli ultimi dati aggiornati risalgono al gennaio 1998: 30.000.000 di
hosts collegati alla rete.
6
Per ciò che concerne il numero utenti di Internet alcune stime
riferiscono di circa 70.000.000 di sistemi connessi alla rete. Si tratta,
comunque, di un numero in continuo e rapido aumento in tutto il
mondo.
7
4
Aparo A., Il libro delle reti, Roma 1995, Adnkronos Libri
5
Elaboratore centrale della rete che offre risorse e servizi ad altri sistemi o utenti.
6
http://www.nw.com.zone/WWW/top.html
7
Nel 1997 l'incremento è stato superiore al 10% mensile, pari ad un nuovo sistema connesso ogni
10 minuti (da Calvo M., Ciotti F., Internet '97. Manuale per l'uso della rete, Laterza 1997)
Capitolo 1 Internet
1.3 LA SITUAZIONE ATTUALE
Dal punto di vista puramente tecnico Internet è una rete di computer
basata su una preesistente rete telefonica. Ma considerarla solo una
rete di computer è piuttosto riduttivo in quanto è in primo luogo una
rete di persone collegate tra loro attraverso dei computer.
Questa caratteristica rende Internet, oltre che una risorsa
informativa, anche un luogo di interazione sociale e di transazioni
economiche.
1.3.1 Risorsa informativa
La quantità e la varietà di informazioni presenti in Internet è
incommensurabile. La rete può essere utilizzata come strumento per
accedere a banche dati, cioè depositi di informazioni ordinate e
organizzate, come cataloghi di biblioteche, archivi di giornali, dati di
borsa oppure per "navigare" tra informazioni disperse e non
organizzate.
In effetti, la vera rivoluzione rappresentata da Internet è la possibilità,
per chiunque, di mettere qualsiasi tipo di informazione in rete: dal
curriculum personale alla ricetta di cucina, da dissertazioni
sull'autore preferito a cataloghi di prodotti aziendali.
Naturalmente tutto ciò provoca un "rumore" di fondo non indifferente.
Capitolo 1 Internet
Trovare l'informazione ricercata può diventare un compito frustrante,
ma questa pluralità di offerta informativa rappresenta l'essenza stessa
della rete.
La novità consiste proprio nella ragnatela di interconnessioni che
possono essere stabilite tra il materiale diffuso attraverso
un'organizzazione ipertestuale di materiale multimediale.
Attualmente queste connessioni sono rese possibili dal World Wide
Web. Nato dal CERN di Ginevra (Conseil Européen pour la Recherce
Nucléaire) fra il 1990 e il 1991 ed usato inizialmente in ambito
accademico è disponibile su larga scala, a livello mondiale, a partire
dal 1994.
Questo sistema è chiamato impropriamente Internet, ma in realtà è
una grande rete che si serve delle connessioni di Internet; utilizza un
linguaggio particolare
8
, una cosiddetta "interfaccia ipertestuale", che
permette di scegliere argomenti (testi e immagini) con l'uso di pulsanti
azionati dal mouse.
L'esplorazione e la lettura del WWW avviene per mezzo di programmi
particolari. Attualmente i programmi o "browser" più utilizzati sono
Netscape Navigator e Microsoft Internet Explorer che hanno
soppiantato Mosaic, il primo browser sviluppato per l'esplorazione del
World Wide Web.
8
HTML HyperText Markup Language, è il linguaggio con cui si creano i documenti ipertestuali da
mettere a disposizione su WWW