Delle istituzioni create da questo documento la più significativa è la
Presidenza, il potere esecutivo: questa ha subito per prima gli effetti
dell’evoluzione dei tempi, tanto da crescere a livelli che
nell’Ottocento non potevano essere neppure immaginati. Essa venne
creata con lo scopo di dare un esecutivo al Paese che fosse in grado di
dare unità e di occuparsi di alcune problematiche particolari ed ha
finito, ai giorni nostri con lo svolgere un’iniziativa legislativa, il
comando delle forze armate e la gestione di un apparato burocratico di
dimensioni straordinarie.
Un simile processo non poté che comportare un diverso rapportarsi
degli altri poteri nei suoi confronti: si trattava di accettare questa
nuova posizione senza che essa pregiudicasse i principi democratici. Il
passaggio non è avvenuto senza scontri e tensioni istituzionali: al
contrario, i contrasti sono stati piuttosto aspri, in quanto ciascuno non
voleva cedere fette delle proprie prerogative. Sicuramente i momenti
di espansione dell’esecutivo avevano coinciso con una fase di
debolezza, specialmente da parte del potere legislativo, ma in queste
circostanze fu o la Corte Suprema o la stessa opinione pubblica a
sorvegliare l’operato presidenziale. In questo senso il processo si è
verificato in maniera tale da non pregiudicare i principi fondamentali
della democrazia stabiliti dalla Costituzione: nei pochi casi in cui
l’azione presidenziale ha sconfinato da questi limiti, essa ha subito la
reazione proprio degli altri organi.
Tutto questo testimonia come la democrazia americana sia stata in
grado di sopravvivere alle situazioni più disparate, da una guerra
civile ai due conflitti mondiali e di porsi come un modello esemplare
ancora oggi.
Molti dei principi espressi nella Costituzione americana, soprattutto
riguardo ai diritti dei cittadini, sono comuni a molte altre carte
costituzionali dell’epoca; sono al contrario gli istituti realizzati che
rappresentarono una novità fondamentale.
6
Non esisteva nessun modello a cui riferirsi e ciò alla fine ha costituito
un vantaggio per gli stessi americani, perché ha permesso di costruire
un sistema del tutto nuovo.
Tale sistema avrebbe però potuto fallire, in fondo non era che un
esperimento, ma proprio il senso di democrazia che ne era alla base ne
decretò il successo.
La storia della Costituzione americana, del suo governo, finiscono
allora con l’essere la storia di uno spirito e di una serie di ideali che li
hanno animati.
Studiare la figura presidenziale e gli altri poteri è però anche la storia
degli uomini che di volta in volta ne hanno assunto le funzioni. Questi,
nel bene e nel male ne hanno determinato gli sviluppi, sia ampliando
la sfera di intervento, sia riducendone la portata. Ciò, ancora una
volta, costituisce una differenza rispetto alle altre forme di governo
democratiche, siano repubblicane che monarchiche. In queste la
maggior carica dello stato, oltre a non avere un potere altrettanto forte
come quello del Presidente americano (basti pensare ai sovrani degli
stati occidentali o ai presidenti italiani e tedeschi) ricopre una serie di
prerogative già stabilite e difficilmente modificabili; ciò vale anche
per il presidente francese, che pure ha maggiori poteri rispetto ai suoi
colleghi di altri paesi. La possibilità per questi di ottenere maggiori
prerogative potrebbe verificarsi solo a seguito di un processo di
riforma delle costituzioni; al contrario, il Presidente degli USA ha
acquisito i suoi poteri semplicemente interpretando le norme espresse
nella Costituzione.
Sono stati proprio i singoli individui ad interpretare le norme espresse
nella Costituzione, scontrandosi talvolta con le altre istituzioni.
E’ difficile immaginare quali sarebbero stati gli sviluppi senza
l’apporto di presidenti come Lincoln, Wilson o Roosevelt:
l’impressione è che questi abbiano saputo trovarsi alla Casa Bianca
nel momento giusto per effettuare le innovazioni necessarie al Paese.
7
Dopo più di duecento anni la Presidenza americana continua a
rimanere come un modello insuperato di sintesi tra capacità
governative e salvaguardia dei valori democratici: ancora più
importante, sembra essere il fatto che al momento questo istituto
appare destinato ancora per lungo tempo a soddisfare, attraverso i suoi
adattamenti, le necessità della Nazione.
8
Capitolo uno
ξ LE ORIGINI DELLA COSTITUZIONE AMERICANA
La Costituzione che prese vita negli Stati Uniti d’America nel 1787
non fu dovuta ad una scelta casuale dei Padri Fondatori, ma fu il frutto
di una precisa volontà di questi tesa a realizzare una più forte unione
tra i vari stati.
Fino a quel momento le 13 colonie che si erano battute per
l’indipendenza dall’Inghilterra si erano date, a partire dal 1776, delle
costituzioni autonome, che portarono a diversi sistemi di governo
L’unico organismo sovranazionale era rappresentato dal Congresso
Continentale, istituito sempre nel 1776 ;si trattava di una assemblea
legislativa monocamerale nella quale si trovavano i rappresentanti dei
singoli stati. Esso fu istituito proprio con lo scopo di dare maggiore
coesione a questi ultimi
1
. Non esisteva ancora un potere esecutivo
autonomo : le funzioni esecutive erano svolte da dicasteri retti da
commissioni parlamentari. Solamente negli anni successivi sarebbero
sorti dei dipartimenti (come quello degli esteri) alla cui guida si
trovavano funzionari indipendenti dal Parlamento.
Nel decennio che precedette la Convenzione di Filadelfia molte
circostanze sembrarono mettere in dubbio la possibilità di istituire
un’unione stabile tra i vari stati. Emersero presto molti particolarismi
soprattutto a livello economico, poiché i singoli stati avevano iniziato
a porre delle barriere commerciali, che attraverso dazi e tributi
impedivano la libera circolazione delle merci.
A queste difficoltà si aggiungeva una crescente recessione che si
sviluppò per effetto della guerra, alla quale il Congresso non riusciva a
porre rimedio. Quest’ultimo, infatti, non aveva poteri di intervento
1
Swisher, American Constitutional Developement, p. 22, Hougton Mifflin Company,
Cambridge, 1954
9
nell’economia, non potendo imporre tasse e non avendo neppure una
propria disponibilità finanziaria
2
.
Le difficoltà economiche non erano però le uniche. Le costituzioni dei
singoli stati erano state effettuate secondo un procedimento di
legislazione ordinaria, così che i principi in esse contenute avrebbero
potuto essere superate da leggi successive. Le carte costituzionali
erano state create con due obiettivi : indicare da una parte la forma di
governo che avrebbe retto lo stato, dall’altra stabilire quali fossero i
principi fondamentali dei cittadini, quelli che lo stato non poteva
limitare o danneggiare. Di fatto entrambi questi due obiettivi vennero
traditi nella pratica attuazione delle costituzioni.
Riguardo alle forme di governo, esse erano state realizzate seguendo i
principi della separazione dei poteri. Questa prevedeva che il potere
legislativo, esecutivo e giudiziario venissero ripartiti tra organi diversi,
ciascuno indipendente dall’altro e capace quindi di bilanciare sempre
gli altri due. Furono filosofi europei come Locke e Montesquieu a
teorizzare questa dottrina, che vedevano applicata con successo nel
governo parlamentare della Gran Bretagna.
I costituenti degli stati si ispirarono effettivamente alle idee di questi
pensatori liberali : diedero poteri definiti all’esecutivo, che spesso era
un singolo individuo, di nomina popolare o legislativa, istituirono
delle assemblee legislative deputate a fare le leggi e crearono un
potere giudiziario che valutasse la costituzionalità delle stesse.
Tuttavia questa ripartizione dei poteri che avrebbe dovuto garantire in
accordo con Montesquieu un valido sistema di freni e contrappesi, non
riuscì a raggiungere tali obiettivi. L’esecutivo, infatti, si dimostrò
sempre estremamente debole :la carica era molto spesso di un solo
anno, non poteva interferire attraverso il potere di veto, nelle scelte del
legislativo, né poteva nominare i propri collaboratori.
2
Solberg,The Federal Convention and the formation of the United States, pp.31/33,Liberal
Art Press, 1987
10
Lo stesso potere giudiziario non diede mai prova di forza sufficiente
per contrastare le assemblee legislative.
Tutto ciò portò al sopravvento degli organi legislativi rispetto agli altri
due, acquisendo un potere enorme : potevano emanare leggi in modo
discrezionale, senza che ci fossero rilevanti opposizioni. Questa
discrezionalità permise anche di incidere unilateralmente nella sfera
dei cittadini, a pregiudizio anche di quei diritti che pure erano stati
garantiti dalle costituzioni.
Gli abusi più evidenti di questi diritti si ebbero per controversie
relative a questioni economiche e sociali. Gli stati membri, per far
fronte alle crescenti difficoltà della recessione, avevano cercato di
alleviare le difficoltà dei debitori riducendo o annullando gli obblighi
che questi avevano verso i propri creditori.
3
Le corti giudiziarie avevano anche dichiarato l’incostituzionalità di
simili atti, ma i parlamenti nulla fecero per modificarli, creando un
malcontento diffuso ;questo sfociò addirittura in una rivolta armata in
Massachusetts, guidata da Shays, nel 1786.
Il Congresso Confederale non aveva gli strumenti sufficienti per far
fronte a simili episodi :ci si rese conto che era necessario operare un
rafforzamento della Confederazione per evitare un suo possibile
disgregamento.
La rivolta di Shays contribuì in maniera determinante a rendere gli
americani più consapevoli della necessità di rafforzare l’unione.
Tuttavia già da tempo molti autorevoli personaggi si erano espressi
per una soluzione del genere : Hamilton, Madison ne Washington si
erano battuti per ripristinare gli scambi commerciali, in modo che
questo portasse anche ad un intervento sul piano politico.
3
Swisher, Op. Cit., p.25/26
11
Per questo fine proposero di istituire una Convenzione ad Annapolis,
che però non trovò il consenso degli stati ;Hamilton propose allora di
istituire nel 1786 una Convenzione Federale che creasse un governo
più adeguato alle esigenze dell’Unione. Se inizialmente solo tre stati
aderirono a questo progetto, la rivolta nel Massachusetts spinse anche
gli stati più riottosi ad appoggiare questa assemblea, sostenuta anche
dal Congresso Confederale.
4
Tale Costituente fu istituita nel Maggio del 1787 a Filadelfia :vi
presero parte 55 uomini delegati dai singoli stati. Fra di essi si
trovavano personalità illustri della Guerra d’Indipendenza e della
Dichiarazione dei diritti :Washington, che per il suo ruolo nella guerra
ne divenne presidente, Franklin, il Governatore Morris e Wilson,
entrambi della Pennnsylvania, Madison e Mason della Virginia,
Sherman del Connecticut e Gerry del Massachusetts.
Questi soggetti avrebbero avuto un ruolo notevole soprattutto nel
dibattito sull’istituzione del Presidente ; tra di loro mancava però
Thomas Jefferson, che si trovava a Parigi :questo non gli impedì di
mantenersi in contatto con i delegati e di dare consigli sulle decisioni
che di volta in volta venivano adottate.
Caratteristica comune a tutti i costituenti era quella di essere ispirati
da una stessa matrice liberale, quella di pensatori come Locke e
Montesquieu; per questo volevano che il nuovo governo fosse ispirato
al principio della divisione dei poteri, secondo cui il potere
legislativo, esecutivo e giudiziario venivano retti da organi diversi e
indipendenti tra loro. L’obiettivo era quello di evitare una eccessiva
concentrazione di autorità in capo ad un solo organo, come avveniva
in molti paesi europei.
Le difficoltà erano dovute alla mancanza di modelli di riferimento a
cui ispirarsi :quasi tutte le nazioni del vecchio continente erano rette
da monarchie, che gli americani fortemente avversavano, in quanto le
4
Solberg, Op. Cit., pp.35/37
12
ritenevano contraddire quel principio di separazione dei poteri su cui
volevano invece basarsi.
L’unico esempio di regno dove il Parlamento e l’esecutivo erano
distinti era la Gran Bretagna, ma anch’essa si stava evolvendo in
forme dispotiche sotto Giorgio Terzo
5
.
Una peculiare forma di governo era data dalla Svizzera, nella quale si
trovava un esecutivo di tipo pluralista, ma esso venne subito scartato
in quanto ritenuto troppo debole per un paese complesso come gli
Stati Uniti.
Non si deve inoltre pensare che tutti i Padri Fondatori fossero
d’accordo sulla necessità di istituire un governo centrale forte e su
quali poteri attribuirgli. Al contrario, questi emersero solamente dopo
un lungo dibattito che vide contrapposti in sede di Costituente due
principali schieramenti, i fautori del Piano della Virginia e quelli del
Piano del New Jersey.
Il primo progetto venne presentato dagli stati più grandi, che volevano
che la rappresentanza parlamentare avvenisse sulla base della
popolazione; essi premevano per un complessivo rafforzamento delle
strutture di governo centrali attraverso un parlamento bicamerale e un
esecutivo da esso indipendente. Il secondo venne presentato dagli stati
più piccoli in risposta al Piano della Virginia : questo intendeva
preservare, rafforzandone i poteri, il Congresso Confederale. In
particolare, si prevedeva che quest’ultimo potesse accrescere le
proprie entrate attraverso l’emissione di francobolli, dazi
d’importazione, tariffe postali ; poteva inoltre raccogliere le tasse dei
cittadini quando non lo avessero fatto i singoli stati. La rappresentanza
in Congresso avrebbe dovuto essere ancora su base paritaria tra gli
stati
6
.
5
Cunliffe, American Ppresidents and Presidency, pp 17/19, Fontana Collins, londra, 1972
6
Mervin, The President of the United States, pp.12/13, Harvester & Wheatsheaf, NY, 1993
13
Sarebbe stato il Piano della Virginia a prevalere, ma solo dopo un
lungo dibattito e al prezzo di non pochi compromessi.
Il documento che venne ratificato al termine dei lavori, sarebbe stato
per molti versi innovativo, poiché per la prima volta istituiva un
governo centrale, superiore a quello dei singoli stati.
Quest’ultimo venne dotato di una serie di competenze e poteri
riservati con i quali realizzare i due importanti obiettivi della
Costituzione: garantire da una parte una unione stabile e duratura tra i
vari stati e dall’altra preservare le libertà fondamentali degli individui.
Nell’ambito di una costituzione liberale queste ultime venivano intese
soprattutto come libertà economiche : la proprietà privata, la libera
circolazione delle merci, la libertà d’impresa e di lavoro
7
La forma di governo che si realizzò risultò ispirata al principio della
separazione dei poteri, intesa sia a livello verticale che orizzontale.
Se il secondo tipo di ripartizione dei poteri era comunemente accettato
dai Padri Fondatori, il primo fu il risultato di una scelta del tutto
originale, che diede vita ad una forma di governo di carattere
federalista. Questo modello prevede che, pur mantenendo intatta la
sovranità dei singoli stati, alcuni poteri vengano ad essi sottratti e
riservati allo stato centrale in modo da garantire l’unità della
Federazione
Gli ambiti di intervento che investirono in particolare il Federal
Government riguardarono la capacità di battere moneta, di assicurare
la difesa nazionale, di realizzare la politica estera, la potestà di fissare
tributi e di riscuoterli (assicurando in questo modo la sua autonomia
finanziaria), il potere di emanare leggi e farle rispettare.
7
Bognetti, Op. Cit., p. 30
14
Fu stabilito , principio fondamentale per una repubblica federale, che
la Costituzione, le leggi fatte in base ad essa e i trattati che sarebbero
stati conclusi dagli Stati Uniti avrebbero costituito il diritto supremo
del paese. Questo avrebbe dovuto essere applicato anche dagli organi
giudiziari degli stati membri, disapplicando le eventuali norme statali
ad esso contrastanti.
Ai poteri dello stato federale corrispondevano una serie di divieti e
obblighi per i singoli stati dell’unione :dal dovere di mantenere la
forma repubblicana al divieto di concludere accordi internazionali, di
coniare moneta, di trattare in maniera diversa i cittadini non
appartenenti a quello stato, il divieto di compiere leggi che incidessero
sulle obbligazioni contratte tra privati.
La separazione tra i poteri non operò solo in senso verticale, ma anche
a livello orizzontale. Il progetto definitivo istituì un esecutivo federale
alla cui guida si trovava un presidente, un potere legislativo costituito
dalle due camere del Congresso e una Corte Suprema che svolgesse le
funzioni giudiziarie.
.
15
1. Nascita del Presidente
La creazione della figura presidenziale non nacque dall’idea di un
singolo delegato, ma fu il frutto di una serie di compromessi che si
svilupparono lungo tutto il periodo dei lavori della Convenzione
La prima ipotesi, quella che prevedeva l’istituzione di un esecutivo
forte, presentata nel piano della Virginia, trovò fin dal principio molte
perplessità. Il delegato Randolph vide in esso il ”feto della
monarchia”, in quanto riteneva che potesse portare a un simile tipo di
amministrazione.
8
Sullo stesso piano George Mason sostenne che il
popolo americano era così contrario alle forme di governo
monarchiche che avrebbe rigettato un simile piano
9
.
Anche autorevoli personaggi che non facevano parte della
Convenzione, come il governatore di New York George Clinton,
espressero la loro contrarietà, in quanto videro nella nascita di un
governo centrale una usurpazione delle prerogative dei singoli stati.
Ma la proposta presidenzialista trovava a sua volta sostenitori: tra
questi il delegato della Pennsylvania James Wilson ,il quale fu autore
della concezione più radicale ,quella che ne prevedeva l’elezione
diretta da parte dei cittadini. Per controbattere le tesi degli
antipresidenzialisti, Wilson sostenne che la presenza di un esecutivo
forte sarebbe stata una salvaguardia contro le tirannie e che non c’era
alcuna ragione perché l’opinione pubblica si opponesse ad un governo
di tipo monocratico
10
. Come presidente della “Committe of detail”
Wilson ebbe modo di inserire la sua proposta nella stesura preliminare
della Costituzione.
Il 6 Agosto furono messi in votazione gli articoli del rapporto della
commissione che prevedevano l’alternativa tra un esecutivo
monocratico o pluralistico: si optò per il primo, stabilendo però che
8
Max Farrand,ed.,The Records of the Federal Convention of 1787,pp. 26/27
9
Farrand, Op. Cit., vol 1, pp.66, p.88
10
Farrand, Op. Cit., vol.1, pp 66 e 96
16
questo Presidente traesse i suoi poteri da una specifica previsione
costituzionale.
La scelta a favore di un potere esecutivo forte non fu dovuta però solo
alla pervicacia di alcuni delegati :essa prevalse grazie a diversi fattori
che orientarono in tal senso la maggioranza dei membri della
Convenzione.
In primo luogo gli Stati Uniti dovettero affrontare in quell’anno la
prima insurrezione interna, quella di Shays nel Massachussetts. Essa
fece capire come la mancanza di un potere centralizzato capace di dare
coesione ai singoli stati ,avrebbe portato non solo al ripetersi di simili
episodi, ma anche al disfacimento dell’intera Unione. Lo stesso
George Washington, dapprima contrario al presidenzialismo, divenne
per questa ragione un suo sostenitore: “Tredici sovrani- così si
espresse - ciascuno in lotta contro gli altri e tutti che strattonano la
testa federale avrebbero portato presto alla rovina dell’insieme”
11
.
Il fatto che una personalità così autorevole si esprimesse a favore del
Presidenzialismo non poteva non influire positivamente sugli altri
costituenti e sull’opinione pubblica. Si fece strada la consapevolezza
che il Congresso ,che aveva fino a quel momento retto l’Unione, non
fosse più sufficiente a garantire la necessaria stabilità. In quel periodo,
inoltre, le costituzioni che i singoli stati si erano dati a loro volta
tendevano a dare maggior peso al potere legislativo rispetto
all’esecutivo. Il quadro che emergeva era quello di una nazione
governata a livello centrale da un Congresso con funzioni legislative e
da singole assemblee, sempre con funzioni legislative nei diversi stati.
Se questi elementi si dimostrarono determinanti per la scelta operata
dall’assemblea, non impedì che per tutto il periodo dei lavori della
stessa si compissero tentativi per cercare di limitare le prerogative
presidenziali.
11
Cunliffe,Op.Cit.,pag.21
17
Il dibattito successivo si incentrò infatti sulle attribuzioni che questo
presidente avrebbe dovuto avere, sulle modalità di elezione e sui suoi
rapporti col Congresso
1a) Modalità di elezione e durata in carica
Il secondo terreno di scontro tra i membri della Convenzione si ebbe
riguardo al modo in cui il Presidente avrebbe dovuto essere eletto.
Come riconobbe lo stesso Wilson, esso fu il punto più difficile su cui
trovare un compromesso, tanto che il dibattito durò tutta l’estate
12
. La
proposta originaria, comune sia al piano della Virginia che del New
Jersey prevedeva la scelta dell’esecutivo da parte del Congresso,
un’idea che contrastava in maniera così evidente col principio della
separazione dei poteri da venire subito avversata. Wilson, Madison e il
governatore Morris proposero, in netta opposizione, l’elezione diretta
da parte dei cittadini.
Il primo basava il suo ragionamento sulla convinzione che il popolo
fosse in grado di scegliere sempre la persona più adatta, come
dimostravano i buoni risultati ottenuti con questo sistema negli stati di
New York e nel Massachusetts
13
.Madison e Morris ritenevano che una
scelta da parte del Congresso, oltre a contraddire il principio della
separazione dei poteri, sarebbe stata la conseguenza di intrighi in seno
al Parlamento
In risposta a coloro che sostenevano tale modello si trovarono altri
autorevoli esponenti, come Mason, Sherman e Pinckney.
12
Farrand, Op. Cit., vol.2, p.501
13
Mervin,Op. Cit.,,pag 14
18