8
Quest'evoluzione tecnologica produttiva, sia di effetti economici che
sociali, inevitabilmente porta delle conseguenze anche sul piano
giuridico. Anzitutto, sul piano dei principi costituzionali, si è ravvisata
la necessità di provvedere un ripensamento ed un adeguamento di
questi alla nuova situazione. In considerazione della molteplicità di
servizi, anche interattivi, che il telefonino 3G sarà in grado di
veicolare, la linea certa di confine tra comunicazione intersoggettiva e
comunicazione diffusiva (art. 15 e 21 Cost.) sembra destinata a
cadere, con la conseguenza che parte della dottrina ritiene di dover
operare una lettura combinata delle due disposizioni costituzionali per
ricomprendere le diverse forme di comunicazione sociale oggi
possibili.
In secondo luogo, sotto la spinta del legislatore comunitario anche in
Italia è stato posto fine al monopolio statale nel settore delle
telecomunicazioni, dandosi vita ad un processo di liberalizzazione che
ha portato a ritenere definitivamente tramontata l’idea di un modello
economico-organizzativo basato sull’art. 43 Cost. (riserva allo Stato di
attività di interesse generale), ed alla sostituzione col più adeguato
principio di libertà d'iniziativa economica privata, sancita dall'art. 41
Cost..
Inoltre, prendendo in considerazione la posizione dell'utente, si è fatto
ricorso all'art. 2 Cost. per mettere sotto copertura costituzionale tutta
una serie di posizioni giuridiche ulteriori (non dotate di copertura
specifica), che la dottrina, oggi, considera ugualmente fondamentali.
Si tratta della tutela della riservatezza, dei dati personali, dell'identità
personale, della reputazione, tutte situazioni che possono essere
concretamente danneggiate dalle modalità d’impiego del nuovo
strumento di comunicazione mobile UMTS.
9
Determinante in materia di telecomunicazioni è stata l’Unione
Europea. Circa l'azione politica intrapresa dalla Comunità, vedremo in
via generale, quali sono state le principali iniziative che hanno
permesso, anche attraverso interventi atipici, di indirizzare il settore
delle telecomunicazioni europeo fuori dalle precedenti situazioni di
monopolio nazionale. In particolare, prenderò in considerazione le
varie direttive di liberalizzazione e di armonizzazione che
maggiormente riguardano la telefonia mobile, cercando di chiarire i
concetti di atipicità dell'azione comunitaria e di asimmetria normativa.
Sul versante nazionale, la liberalizzazione del settore delle
telecomunicazioni è ovviamente dovuto all'obbligo di adeguamento
imposto dalla normativa europea. Tuttavia, la telefonia mobile ha
beneficiato di una prima apertura del mercato (in forma di duopolio)
grazie all'intervento dell'Autorità antitrust, nel famoso "caso Omnitel",
in cui ha anticipato la vera e propria liberalizzazione, seguita di li a
poco. Liberalizzazione realizzata poi attraverso una serie leggi e
decreti, dei quali due fondamentalmente riepilogativi: la legge 249/97
- istitutiva della nuova Autorità Garante delle Comunicazioni - ed il
regolamento 318/97 che, in attuazione delle direttive comunitarie,
hanno introdotto anche da noi i nuovi principi fondamentali relativi
all'installazione, all'esercizio ed alla fornitura dei servizi di
telecomunicazione, sancendo l’abolizione definitiva dei precedenti
diritti esclusivi e speciali.
Focalizzando l'attenzione sulle comunicazioni mobili di terza
generazione, dall'esame in particolare della decisione 128/99/CE -
sull'introduzione coordinata dell'UMTS nella Comunità - emerge che
l'Unione Europea ha voluto lasciare ai singoli Stati membri importanti
poteri decisori in relazione, sia al numero delle licenze da assegnare
che alle procedure per l'assegnazione di queste, sia alla questione del
10
roaming che della condivisione delle infrastrutture. Una scelta questa
che, come vedremo nel penultimo capitolo, è stata all'origine di una
situazione di profonda disarmonia (da Stato a Stato) circa i regimi che
disciplinano le licenze 3G, a cominciare dalle procedure di selezione
(asta, licitazione o mix), con inevitabili ripercussioni sui prezzi pagati
dagli operatori (giudicati eccessivi in alcuni paesi) e che potranno
influire sulla capacità di questi a fronteggiare la successiva fase di
costruzione della rete necessaria a supportare il nuovo servizio. Per
continuare con il numero di licenze offerte in ciascun paese, la durata
e l'inizio di validità delle stesse e le bande di frequenza assegnate che
non coincidono. E per finire con le differenze in relazione agli
obblighi di copertura del territorio nazionale ed alle varie forme di
cooperazione tra operatori in termini di roaming e di condivisione
delle reti.
A tal proposito, osservando le convulse fasi di gara sviluppatesi nei
principali paesi del mercato unico (Italia compresa), ci si rende conto
come l'autonomia regolamentare lasciata ai singoli Stati membri abbia
generato questa situazione di profondo squilibrio che potrebbe
seriamente compromettere l'equilibrato sviluppo del mercato
paneuropeo mobile 3G. Una situazione alla quale i maggiori imputati -
governi e Unione Europea - stanno adesso cercando di riparare
attraverso una maggiore coordinazione, un atteggiamento più
favorevole verso le forme di cooperazione tra operatori licenziatari
(es. accordi di condivisione) e addirittura interventi volti a modificare
alcune condizioni del regime delle licenze già concesse (es. durata),
per venire incontro ai concessionari, con tutti i rischi di probabili
azioni legali da parte di operatori che in relazione anche a quelle
condizioni avevano rinunciato alla gara.
11
Particolare attenzione sarà dedicata al caso italiano, anzitutto alle
scelte regolamentari relative alle modalità di selezione dei candidati
UMTS, alle fasi di svolgimento della gara ed al regime e condizioni
applicabili alle licenze sul territorio italiano, e in secondo luogo ad
alcuni aspetti collegati alla telefonia mobile e recentemente regolati,
quali la questione degli Operatori Mobili Virtuali, la Mobile Number
Portability e le modalità di assegnazione delle frequenze per il
Wireless Local Loop.
Per finire, dato l'enorme rilievo che nel nostro paese riceve la
questione dell'inquinamento elettromagnetico per i suoi possibili - ma
non comprovati - effetti sulla salute umana, e considerando che oggi
una delle principali fonti produttive di campi elettromagnetici sono
proprio le famigerate antenne di radio base della telefonia mobile e le
antennine dei cellulari, è opportuno fare una breve panoramica su
quelli che sono gli attuali livelli della conoscenza scientifica in questo
campo. In proposito, il nostro legislatore, nonostante la mancanza di
risultati certi a livello scientifico, ha adottato una legge-quadro che
rappresenta una vera e propria novità anche a livello mondiale e che
pone le basi per un elevato livello di tutela ambientale e sanitaria in
applicazione del "principio di precauzione". Una legge sicuramente
morale, sebbene in fase di burocratica applicazione potrebbe
ostacolare ulteriormente gli operatori mobili italiani impegnati nella
costruzione della nuova rete 3G.
12
I
LA TELEFONIA MOBILE DI III
GENERAZIONE: EVOLUZIONE E PROFILI
TECNICI
Telecomunicazioni e telefonia mobile: verso la
convergenza multimediale
La tradizionale nozione di telecomunicazioni che emerge dalla
Convenzione internazionale di Madrid del 6 dicembre 1932, poi
ripresa dall'Unione Internazionale delle Telecomunicazioni (UIT) nel
1952
1
dice: "per telecomunicazioni si intende ogni forma di emissione,
trasmissione o ricezione di segni, segnali, scritti, immagine, suoni o di
informazioni di qualunque natura, per filo, radioelettrica, ottica od a
mezzo di altri sistemi elettromagnetici". Trattasi di un concetto molto
ampio che ha consentito, specie in una fase di rapido progresso
1
R. ZACCARIA, Diritto dell’informazione e della comunicazione, Cedam, Padova 1998, 259.
13
tecnologico, di non modificare nel tempo i principi inizialmente
enunciati.
2
Concetto che è stato ripreso dalle legislazioni nazionali.
Così il nostro codice postale e delle telecomunicazioni (d.p.r. 156/73)
che è in linea con questa impostazione, distinguendo tre categorie di
servizi: telefonia (fissa), telegrafia e radiocomunicazioni.
3
Queste
costituiscono, si può dire, species di cui si compone il più ampio
genus delle telecomunicazioni. Telefonia e telegrafia sono supportati
poi da un conduttore fisico artificiale come il cavo (essendo la
differenza nel messaggio trasmesso), mentre le radiocomunicazioni
sono mezzi trasmissivi senza filo che sfruttano la proprietà dei campi
elettrici di generare onde herziane che si propagano nell'etere in ogni
direzione alla velocità della luce. Nelle radiocomunicazioni, alle
radiodiffusioni si sono aggiunte più tardi, la radiotelegrafia e la
radiotelefonia, che realizzano comunicazioni telegrafiche e telefoniche
senza conduttore fisico.
4
È da quest'ultima che si è sviluppata la
moderna telefonia mobile che utilizza la tecnica di trasmissione
digitale fino alla banda larga dell'UMTS.
Quello che bisogna rilevare è, però, che se fino a qualche tempo fa
c'era una situazione di coincidenza tra un determinato mezzo (tv,
radio, telefono) e il servizio che esso consentiva di trasmettere,
coincidenza che stava alla base dello sviluppo di discipline
differenziate dei diversi mezzi trasmissivi, oggi l'innovazione
tecnologica ed il fenomeno di convergenza multimediale in atto hanno
completamente stravolto lo scenario descritto nel suo presupposto di
base, mettendo in crisi l'intero assetto infrastrutturale ed il relativo
quadro normativo. Ciò vale in modo esemplare per i due grandi
2
V. DI STEFANO, La liberalizzazione delle telecomunicazioni, Il Sole 24 ore, Pirola, Milano
1997, 18.
3
P. CARETTI, Diritto dell’informazione e della comunicazione, Il Mulino, Bologna 2001, 145.
4
R. ZACCARIA, Diritto dell’informazione e della comunicazione, Cedam, Padova 1998, 260.
14
comparti della telefonia e della radiotelevisione, oggetto prima di
mercati rigorosamente distinti. Si sta quindi progressivamente
passando da un "diritto dei media" ad un "diritto della convergenza".
5
Le innovazioni tecnologiche causa della convergenza
All'origine delle trasformazioni che hanno interessato le tecnologie
dell'informazione e comunicazione, si pongono alcune innovazione
fondamentali, riconducibili in sintesi all'applicazione delle procedure
informatiche alle telecomunicazioni, all'introduzione di nuovi mezzi
(fibra ottica e satellite) e tecniche (digitali) di trasmissione dei segnali,
nonché tecniche di codifica per il criptaggio di questi.
La prima innovazione è rappresentata dalla telematica, che consiste
nella fornitura di servizi informatici attraverso le reti di
telecomunicazione.
6
Di qui il termine telematica, che è acronimo delle
parole telecomunicazione e informatica e che deriva da un neologismo
francese degli anni settanta, per indicare un'integrazione tra il
trattamento o elaborazione dell'informazione e il suo trasporto
attraverso un network,
7
che in tempo reale consente di riceverla anche
a grande distanza, per raggiungere l'utente del servizio. Naturalmente
l’elaborazione a distanza dell'informazione aumenta il suo valore,
tanto da averne definito i servizi telematici, come servizi a valore
aggiunto.
8
5
P. CARETTI, Diritto dell’informazione e della comunicazione, Il Mulino, Bologna 2001, 146.
6
R. ZACCARIA, Diritto dell’informazione e della comunicazione, Cedam, Padova 1998, 262.
7
ENC. TRECCANI, Appendice 1979-92, 417.
8
R. ZACCARIA, Diritto dell’informazione e della comunicazione, Cedam, Padova 1998, 263.
15
La seconda innovazione riguarda i nuovi mezzi di trasmissione di
segnali, come il cavo fibra ottica,
9
che per adesso si è aggiunto, ma
futuro sostituirà completamente il più tradizionale cavo coassiale in
quanto consente una maggiore estensione della banda utile, potendo la
capacità di trasporto giungere circa 150 volte quella del cavo coassiale
a parità di dimensioni.
10
Nel cavo in fibra ottica il doppino di rame del
cavo coassiale è sostituito da due sottili fibre di vetro che con una
guida consentono di trasportare una piccola quantità di luce a distanze
elevatissime, con poca perdita e senza problemi di interferenze. I cavi
in fibra ottica sono molto più robusti di quelli in rame, costano meno,
sono più leggeri e flessibili, portano molte più fibre rispetto ai
coassiali di un cavo di rame di ciascuna fibra contiene molti più dati.
Il segnale inoltre deve essere amplificato solo ogni 80/100 chilometri.
Senza contare la qualità del trasporto digitale, notevolmente superiore
dato che queste fibre non risentono delle condizioni atmosferiche e
meteorologiche.
11
Altro mezzo di trasmissione dei segnali, che ha conosciuto enormi
sviluppi negli ultimi anni, è senza altro il satellite. Questo mezzo di
trasmissione, sistemato nell'orbita geostazionaria terrestre, funge da
ripetitore, rendendo possibile il rimbalzo del segnale radioelettrico ad
altissima frequenza anche fra punti lontanissimi del pianeta. Questo
sistema ha dunque consentito di moltiplicare e migliorare le
opportunità di distribuzione del segnale, permettendo, oltre al
trasporto, la diffusione diretta
12
(moderni satelliti DDS).
La terza grande innovazione riguarda l'introduzione di nuove tecniche
di trasmissione dei segnali, che consentono di diffondere
9
P. CARETTI, Diritto dell’informazione e della comunicazione, Il Mulino, Bologna 2001, 147.
10
R. ZACCARIA, Diritto dell’informazione e della comunicazione, Cedam, Padova 1998, 264.
11
RCS, Comunicare oltre il muro del suono, di E. LONGHI in riv. mens. Newton 6bis 2000, 77.
12
R. ZACCARIA, Diritto dell’informazione e della comunicazione, Cedam, Padova 1998, 265.
16
contemporaneamente segnali di natura diversa e che in passato
richiedevano diversi tipi di infrastruttura.
13
Mentre con la più
tradizionale tecnologia analogica, il segnale trasmesso (sia di tipo
ottico, acustico, elettrico) mantiene il formato "naturale" del segnale
all'origine quando viene veicolato attraverso i vari mezzi trasmissivi
prima di raggiungere l'utente, adesso lo stesso può subire qualunque
trasformazione grazie all'applicazione dello standard digitale (o
numerico). La tecnologia digitale, quindi, permette la scomposizione
di dati, immagini, suoni nei loro componenti atomici e nella riduzione
ad un agglomerato di bit, cioè impulsi in successione che assumono
l'aspetto di 1 e 0 (linguaggio binario):
14
in pratica l'onda continua del
segnale elettrico, che col metodo analogico rimane della sua
lunghezza e ampiezza, qui viene spezzettata in tanti segmenti ognuno
lungo un tot di micro-secondi e sono questi segmenti ad essere
convertiti in simboli binari che, dopo essere stati immessi nel circuito
di trasmissione, verranno trasmessi a distanza per essere ricomposti
alla fine nel segnale originale. Si tratta di una tecnica in grado di
trasmettere qualunque tipo di informazione riducendola ad una serie
sequenziale di numeri, che in quanto indifferenziati, danno vita ad una
sorta di alfabeto universale che consente la trasmissione simultanea di
segnali di ogni genere.
15
Un peso determinante per l'affermazione di questa tecnica, che di per
se occuperebbe una banda di trasmissione assai maggiore di quella
utilizzata dal segnale analogico, è da attribuire alle tecniche di
compressione dei segnali che permettono di ridurre all'essenziale la
quantità di bit necessaria a descrivere dati, immagini e suoni.
16
13
P. CARETTI, Diritto dell’informazione e della comunicazione, Il Mulino, Bologna 2001, 147.
14
R. ZACCARIA, Diritto dell’informazione e della comunicazione, Cedam, Padova 1998, 266.
15
P. CARETTI, Diritto dell’informazione e della comunicazione, Il Mulino, Bologna 2001, 147.
16
R. ZACCARIA, Diritto dell’informazione e della comunicazione, Cedam, Padova 1998, 266.
17
Infine, un'altra innovazione consiste nell'aver introdotto delle tecniche
di codifica dei segnali che influiscono sulla ricevibilità del segnale,
limitandola all'utilizzo di particolari strumenti (es. pay tv), o parole
chiavi per garantire segretezza e sicurezza delle informazioni
trasmesse.
17
Innovazioni queste, tutte molto importanti, a cui va ricondotto il
fenomeno della multimedialità e della convergenza tecnologica. La
prima, significa possibilità che più linguaggi di comunicazione siano
veicolati dallo stesso medium, oggi reso possibile proprio dalla
trasformazione dei segnali di trasmissione analogici in segnali
numerico-digitali che consentono così di combinare più mezzi di
comunicazione prima distinti (telefono, tv, PC). Quando poi la
comunicazione multimediale è operata attraverso reti di
telecomunicazione, essa può essere anche interattiva se all'utente è
data facoltà di interagire in vario modo sul contenuto del messaggio,
formulando richieste al sistema che devono più o meno rapidamente
essere soddisfatte, in modo da personalizzare e controllare il processo
di comunicazione.
18
Si è avviato inoltre, un processo di convergenza tecnologica, cioè
delle tecniche e infrastrutture di trasmissione e del superamento della
struttura tradizionale delle telecomunicazioni basata sull'esistenza di
distinte reti per servizi diversi.
Un aspetto importante della convergenza riguarda le modalità della
sua realizzazione. Internet è sicuramente la più importante e diffusa
tecnologia che consente di realizzare la convergenza tra telefonia,
radiotelevisione e telecomunicazioni in generale. Esso ha avuto più
successo delle altre in quanto è molto di più di una semplice
17
P. CARETTI, Diritto dell’informazione e della comunicazione, Il Mulino, Bologna 2001, 147.
18
R. ZACCARIA, Diritto dell’informazione e della comunicazione, Cedam, Padova 1998, 267.
18
infrastruttura di trasporto, è un sistema che offre contenuti, servizi ad
un costo spesso inferiore a quello dell'ISDN e soprattutto ha
un'architettura distribuita globalmente e non centralizzata. Ancora la
separazione fra operatori delle reti e fornitori di servizi genera effetti
benefici in termini di concorrenza. Da registrare che lo sviluppo di
questo settore è così rapido che il suo futuro è già stato tracciato che si
chiama Internet 2 o NGI (Next Generation Internet) e UMTS. NGI è
la generazione successiva di Internet che deriva dall'esigenza di una
maggiore velocità di trasferimento delle informazioni, per un servizio
garantito in termini di tempo e qualità e per consentire il "multicast",
cioè possibilità di comunicare in forma interattiva e bidirezionale con
un gruppo di utenti (es. teledidattica, teleinformazioni). L'UMTS ha
l'obiettivo di migliorare qualità e quantità di servizi dell'attuale
sistema cellulare GSM. Grazie all'UMTS la convergenza compie un
altro passo includendo anche le comunicazioni mobili: esso consentirà
di utilizzare insieme comunicazioni mobili e Internet in modo
efficiente per varie applicazioni e servizi combinando l'uso di
componenti fisse, mobili e satellitari.
19
Oltre queste, ci sono altre tecnologie che possono realizzare la
convergenza o l'integrazione. La rete ISDN (Integrated Services
Digital Network - rete numerica integrata nei servizi) che rappresenta
la prima forma di convergenza realizzatasi nel settore delle reti fisse di
comunicazione e che è una rete digitale che consente la trasmissione
non solo di fonia, ma anche dati e video a bassa frequenza: è su questa
strada che vanno sviluppandosi servizi nuovi, come la cd video on
demand
20
che, in sede di adozione della direttiva 97/36 modificativa
della direttiva 552/89 "tv senza frontiere", è stata ritenuta non
19
E. DEL RE, La convergenza multimediale tra telecomunicazioni e televisione, in DRT, 4, 1999,
81 ss..
20
P. CARETTI, Diritto dell’informazione e della comunicazione, Il Mulino, Bologna 2001, 148.
19
rientrante nella definizione di trasmissione televisiva dato l'alto grado
di interattività, ma bensì servizio di telecomunicazione. La ATM
(Asynchronous Transfer Mode - tecnica di trasferimento asincrona)
che è stata scelta dall'UIT come base dell'ISDN a larga banda (che
succederà a quella a banda ristretta)
21
, si basa su delle "celle", dei
mini-contenitori in grado di trasportare una piccola quantità di
informazioni lungo una linea digitale. Le celle ATM sono composte
da mini-pacchetti di 53 byte, 5 contengono l'indirizzo e le restanti 48
l'informazione. Il flusso informazione viene quindi spezzettato e poi
inviato linea. Si possono intercalare sulla stessa linea celle contenenti
flussi informativi diversi, poiché ogni cella contiene l'indirizzo del
destinatario ed è quindi in grado di trovare la strada autonomamente.
A destinazione le celle vengono aperte e viene ricreato il flusso di dati
originale. Ad ogni cella, inoltre, verrà assegnata una priorità che
dovrebbe garantire, per esempio, che tutti dati di un filmato video
arrivino con la costanza necessaria ad evitare salti o buchi
nell'immagine visualizzata. Il grosso vantaggio di ATM è di sostituire
la connessione diretta ed esclusiva con una condivisa per sfruttare un
canale al 100% abbattendo i costi del collegamento. L'esigenza che si
pone è, infatti, quella di evitare il grosso spreco di risorse che si
verifica quando, durante una connessione diretta ed esclusiva, il canale
è occupato anche da pause senza contenuti.
22
21
Tecnologie di rete per la convergenza, tratto dal Libro sulla convergenza delle tlc della CE
22
RCS, Comunicare oltre il muro del suono, di E. LONGHI in riv. mens. Newton, giu. 2000, 79.
20
L’evoluzione della telefonia mobile
Il settore delle comunicazioni mobili rappresenta una delle realtà in
maggiore divenire nel mondo delle telecomunicazioni e che, come
visto, ha beneficiato grandemente delle innovazioni tecnologiche
registrate. Naturalmente anche questo settore, come qualunque altro, è
preso in considerazione dal diritto e, come vedremo, anch’esso ha
subito una forte evoluzione che ha portato allo stravolgimento della
precedente disciplina.
I servizi commerciali di telefonia mobile sono nati nei primi anni
settanta, con l'introduzione del radiomobile di conversazione. Nel
nostro paese il primo servizio radiomobile, denominato RTMI (Radio
Telefono Mobile Italiano), venne lanciato nel 1973 sulla frequenza dei
160 MHz, ma permetteva la sola chiamata originata e senza la
possibilità di commutare i canali radio nel passaggio da una cella
all'altra, con conseguente caduta della conversazione. Inoltre, a causa
delle notevoli dimensioni delle apparecchiature terminali e
dell’elevato costo della fruizione del servizio non ha mai avuto un
grande successo. Con l'ingresso delle nuove tecnologie "cellulari"
nella rete radiomobile alla fine degli anni '70, il radiomobile cellulare,
sempre basato sulla trasmissione del segnale analogico, si presentava
come un servizio articolato sul collegamento tra i terminali d'utente
trasportabili con stazioni locali riceventi e trasmittenti (stazioni di
radio base) che coprivano una zona o "cella" definita. Si trattava di
una nuova rete radiomobile operante sulla banda dei 450 MHz.Il
nuovo sistema analogico, detto radio telefono mobile system (RTMS)
venne attivato nel 1985, ma la copertura del territorio era ancora
scarsa e riguardava solo le città più importanti. A differenza del
sistema precedente, questo consentiva sia il servizio veicolare che
21
l'impiego di terminali trasportabili, con le dimensioni di una valigetta
ed il peso di circa tre chili. Grazie a questo sistema gli utenti
passarono da diecimila a circa centomila. Dal punto vista
commerciale, tuttavia, il servizio di telefonia radiomobile ha ottenuto
una diffusione soddisfacente solo dopo il 1990, in seguito
all'introduzione del più avanzato sistema analogico TACS (Total
Access Communication System), operante sui 900 MHz, e che
avrebbe dovuto svolgere una funzione tampone in attesa della
completa definizione dello standard digitale paneuropeo GSM,
destinato ad utilizzare le medesime frequenze. Tra i vantaggi del
TACS vi era la possibilità di utilizzare terminali telefonici palmari del
peso di pochi etti.
23
Tuttavia l'esigenza di dotarsi di uno standard comune a livello europeo
comincia farsi sentire fin dai primi anni ottanta, viene quindi avviato
nel 1982 un gruppo di studio GSM (Groupe Speciale Mobile) in sede
di CEPT (Consiglio Europeo Poste e Telecomunicazioni) allo scopo di
definire le specifiche tecniche di un sistema mobile paneuropeo.
24
L'idea era di creare, per la prima volta in Europa, un sistema di
interconnessione delle reti di telecomunicazioni che ponesse fine alla
tradizionale incompatibilità e frammentazione dei sistemi radiomobili,
dando la possibilità agli utenti di usufruire del servizio dello stesso
terminale con la tecnica del "roaming"
25
(che consente al segnale da
trasmettere di passare da una rete all'altra).
23
V. AMENDOLA, Antitrust e regolamentazione: il caso del mercato italiano della telefonia
cellulare GSM, in Concorrenza e mercato, 4/1996, 520 ss. e A. DI NARDO, Profili della
liberalizzazione nel settore delle telecomunicazioni. In particolare il settore della telefonia mobile,
in i T.a.r., 2001, vol. XXVII, fasc. 4, p. II, 271 ss..
24
A. COSTA, Il settore della telefonia mobile nella transizione dal monopolio al mercato, in
Econ. Pubbl., 3 1997, 75 ss..
25
V. DI STEFANO, La liberalizzazione delle telecomunicazioni, Il Sole 24 ore, Pirola, Milano
1997, 294.