Introduzione
2
rapporto “pedagogico” in forza del quale il giornalista
selezionava gli avvenimenti da comunicare e stabiliva una
gerarchia di fatti del giorno che lettori e telespettatori si
limitavano a subire più o meno passivamente.
Il criterio valutativo convenzionale adottato dagli operatori
dell’informazione per determinare la notiziabilità di un dato
evento era la capacità di quell’evento di diventare oggetto di
interesse per il maggior numero di persone
2
. Ma oggi, travolti da
un flusso incessante di potenziali notizie, risulta sempre più
difficile riuscire ad individuare gli avvenimenti capaci di attirare
l’attenzione.
L’informazione massificata non è più sufficiente per
rispondere ai bisogni di un pubblico ormai smaliziato ed
esigente, in cerca di notizie “su misura”. Gli internauti che
sfogliano giornali digitali e guardano telegiornali elettronici,
infatti, scavalcano il filtro dei giornalisti e la logica della
redazione, nel desiderio di avere una copertura editoriale che
esprima un punto di vista imparziale nell’interpretazione dei fatti.
Lo spazio teoricamente illimitato della rete consente edizioni
customizzabili: ogni utente si trasforma in autore, ha la possibilità
2
Alberto Papuzzi, Professione Giornalista, Manuali Donzelli, Roma 1998
Introduzione
3
di interagire e di creare un’edizione individuale del “daily me” o
un palinsesto personalizzato del “my tg”, in base alle proprie
specifiche necessità e curiosità.
L’accesso diretto alle fonti, la tempestività di aggiornamento
garantita dal web, la rapidità di consultazione dell’informazione
online e la convergenza sullo schermo del personal computer di
dati, parole, suoni ed immagini, realizzano nuovi paradigmi
comunicativi, centrati sul coinvolgimento attivo dei destinatari
dell’informazione, che richiedono inevitabilmente una
riconfigurazione della figura del giornalista.
Di fronte alla liberalizzazione sancita dai mezzi elettronici, il
cyber-redattore è costretto a modificare l’organizzazione del suo
lavoro e ad adeguare metodi e regole del mestiere, per
identificare un diverso statuto professionale valido anche in un
sistema in cui tutto ciò che è notizia giunge in flusso da un unico
strumento cui chiunque può accedere sia dal lato della
consultazione che da quello della trasmissione.
Se ha intenzione di sopravvivere al bombardamento di
informazioni che, provenienti dalle fonti più disparate,
colpiscono direttamente il pubblico, il web reporter deve
rinunciare alla sua funzione istituzionale di mediatore autorevole.
Introduzione
4
Quantità, velocità e competitività sono i tre paradigmi della
nuova fase digitale, che vengono importati da tutti gli ambienti
contaminati dalla rete. È con queste tre parole chiave che il
giornalista deve misurarsi per ribadire la propria centralità e per
ancorare al nuovo scenario della convergenza digitale il suo ruolo
tradizionale
3
.
Nell’overload informativo di Internet, il compito del
giornalista diventa quello di orientare, di guidare rapidamente i
lettori lungo autostrade elettroniche di sicura affidabilità, di
organizzare percorsi di ricerca e assemblaggio del maggior
numero possibile di notizie, spesso difficili da reperire nelle
sconfinate maglie della rete.
Merito degli operatori della comunicazione diventa anche la
capacità di individuare una nicchia nella quale approfondire
interessi e curiosità, creando intorno al prodotto-informazione
una vera e propria web-community, un luogo virtuale di
interazione sociale.
Quale sarà il destino del “Quarto Potere”, costretto ad
accettare la sfida delle nuove tecnologie? I giornalisti si
ridurranno a disciplinare il traffico del flusso delle informazioni
3
Michele Mezza, “Il giornalista wap”, in “Problemi dell’informazione”, n.1, marzo 2000
Introduzione
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in rete, sotto il diretto controllo dei loro lettori? Finiranno per
essere soppiantati dai redattori artificiali? Oppure l’online
rappresenterà la svolta verso un giornalismo più approfondito e
di qualità, meno narcisista e più consapevole?
Come sempre accade in seguito all’introduzione di ogni nuova
tecnologia, anche la comparsa di Internet ha riacceso il dibattito
tra apocalittici e integrati. Da una parte, la schiera dei detrattori
del nuovo mezzo è preoccupata che un uragano di informazioni,
gestite da chiunque e senza nessun controllo, si abbatta sulla
nostra società, capovolgendo ruoli, competenze e poteri.
Dall’altra parte, invece, i fautori della rete sostengono che
l’informazione elettronica sarà più funzionale, più utile, e in
definitiva più democratica.
Si aprirà una nuova era tecnologica nel segno dell’anarchia,
della mistificazione dei contenuti o di una maggiore libertà nella
comunicazione? Gli effetti della rivoluzione telematica sono
ancora tutti da verificare.
Chi difende penna e taccuino come unici attrezzi del mestiere,
punta il dito contro uno strumento che finirà col diventare
semplicemente un diaframma della realtà. Affidandosi ad
Internet, il giornalista non potrà più avere rapporti diretti con il
Introduzione
6
fatto in sé, l’evento visto con i propri occhi. L’inviato nel
cyberspazio si troverebbe, infatti, a lavorare sempre su fonti di
seconda mano interessate, nella logica della commistione tra
pubblicità, spettacolo e notizie, a manipolare i contenuti. Il web
non sarebbe altro che la porta principale attraverso la quale passa
il superamento dei confini tradizionali tra informazione e
intrattenimento, veicolabili, spesso in modo non rigorosamente
separato, da un unico canale, con contenuti riciclabili.
Al contrario, invece, Internet potrebbe diventare uno strumento
di riqualificazione, per riappropriarsi dei diritti e dei doveri di
una professione che proclama di perseguire la verità oggettiva.
La consultazione dei materiali d’archivio, il controllo
incrociato di fonti diverse, la comunicazione in tempo reale a
distanza sono caratteristiche del nuovo mezzo che mettono il
reporter telematico in condizione di realizzare una corretta
informazione. Internet, infatti, non è soltanto una mera fonte
documentativa, ma può essere utilizzato anche come strumento
investigativo. E-mail, discussioni in newsgroup, forum virtuali e
chat rappresentano nuove fonti dalle quali ottenere spunti
interessanti di indagine, da verificare e approfondire sul campo.
I nuovi modelli comunicativi imposti da Internet, in ogni caso,
Introduzione
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senza dubbio richiedono al reporter multimediale di rendere
elastiche le proprie competenze, sconfinando in settori come la
grafica o l’informatica, che oltrepassano i confini della
professione giornalistica in senso stretto.
Chi lavora in rete si trova a fare i conti con un mezzo che
richiede differenti modalità di composizione dei servizi, come
l’iperscrittura e l’iposcrittura, che poco conservano della
sequenzialità di un testo stampato o di un filmato.
La pagina web si trasforma in una mappa visiva che i
navigatori scorrono velocemente cercando ciò che più interessa.
Il design diventa, perciò, parte integrante del processo della
scrittura. Il cronista web deve saper realizzare un documento in
cui si intrecciano testi, audio, video e grafica, e deve offrire al
lettore/autore la possibilità di seguire, orientato da bussole visive,
percorsi molteplici ma individuali di navigazione attraverso link,
approfondimenti e rimandi tematici.
Il concetto di specializzazione di nicchia, spinto fino al limite
della personalizzazione, trasforma anche le logiche della
produzione televisiva, che non è più solo broadcasting, ma
diventa narrowcasting, con contenuti inviabili da “punto a
Introduzione
8
punto”, o meglio da server a singolo utente-telespettatore
4
.
I gusti del pubblico sembrano ormai essere mutati, mostrando
segni di stanchezza nei confronti del modello dominante della tv
generalista. Una possibile risposta al rischio di crisi, e di calo
degli spettatori, per la televisione tradizionale consiste nella
segmentazione e tematizzazione dell’offerta televisiva, passando
dalla diffusione terrestre a quella satellitare in formato digitale, e
dalla televisione pagata dalla pubblicità a quella pagata
direttamente dagli utenti.
Le nuove tecnologie di trasmissione, infatti, abbattendo i costi
di accesso alla comunicazione radiotelevisiva, moltiplicano
l’offerta di contenuti a disposizione.
I canali tematici, dedicati ad un vasto spettro di argomenti e di
generi, e i canali all-news, che trasmettono informazione
nell’arco dell’intera giornata, sono un primo passo verso la totale
libertà di costruzione dei palinsesti, realizzata grazie alla
convergenza digitale e alla disponibilità dei sistemi di video on
demand.
La televisione di “nuova generazione”, però, si realizzerà
attraverso la completa integrazione con Internet, che renderà
4
Renato Parascandolo, La televisione oltre la televisione, Editori Riuniti, Roma 2000
Introduzione
9
possibile la fruizione interamente personalizzata di un flusso di
dati multimediali.
La modificazione, dunque, dei gusti e delle tendenze di fasce
sempre più significative di utenti, la trasformazione tecnologica
dirompente e il rimescolamento dei ruoli tradizionali costringe
inevitabilmente il giornalismo a vivere una fase di rapida
evoluzione, resa ancora più imprevedibile dalla resistenza al
cambiamento da parte delle categorie più direttamente coinvolte
nel definire il futuro della professione. Non stupisce che le
trattative per il rinnovo del contratto nazionale di lavoro dei
giornalisti si siano per lungo tempo arenate proprio sul terreno
dei new media e dell’online
5
.
La battaglia per la registrazione in tribunale delle testate
telematiche, la richiesta del marchio di qualità per i siti
informativi, l’esigenza di ridefinire il diritto d’autore, la tutela
della privacy e la libertà di espressione sono questioni giuridiche
legate all’informazione online, che rivelano l’inefficacia di
norme ancorate a precedenti condizioni tecnologiche di
produzione, riproduzione e diffusione delle notizie e quindi
5
Iniziato a settembre del 1999, il negoziato per il rinnovo del contratto nazionale di lavoro
dei giornalisti si è concluso il 24 febbraio 2001, con la sigla dell’ipotesi di accordo da parte
della segreteria della Federazione Nazionale della Stampa.
Introduzione
10
inadeguate all’ambiente multimediale.
Manca ancora un quadro legislativo organico, capace di
regolamentare il nuovo assetto del sistema di informazione. Gli
ordinamenti giuridici nazionali, ancorati ad una dimensione
territoriale, sembrano entrare in crisi di fronte alla comunicazione
online, trasnazionale e delocalizzata. E le direttive emanate dalla
Comunità Europea non hanno finora raggiunto l’obiettivo della
completa armonizzazione.
Se è difficile pensare ad una normativa troppo limitante che
imbavagli il web e ne ostacoli lo sviluppo, è anche vero che sono
indispensabili interventi a tutela della qualità del giornalismo
digitale. È lecito, ad esempio, in nome della libertà di
manifestazione del pensiero, pubblicare qualsiasi cosa su
Internet, senza controllo? Niente deve essere censurato, ma con
quali garanzie per gli utenti circa la correttezza dei contenuti
diffusi in rete? Se chiunque può conferire alla propria opinione lo
statuto di notizia, se chiunque può gestire e distribuire
l’informazione, chi ha il compito di difendere il lettore da
distorsioni della realtà, manipolazioni e mistificazioni? Chi
dovrebbe ricostruire la professione giornalistica, attaccata dai
“principianti” delle news digitali, senza arroccarla su antichi e
Introduzione
11
anacronistici privilegi di categoria? Ha ancora ragione di esistere,
in una democrazia liberale, un Ordine come quello dei
Giornalisti, che, istituito per esercitare un ruolo di tutela e di
vigilanza sui propri iscritti, sembra adesso ritrovarsi impreparato
a fronteggiare la mediamorfosi in corso? Perché, invece, non
viene promosso un piano capillare di formazione e di
aggiornamento professionale?
È difficile dare risposte certe, perché la partita delle nuove
tecnologie è ancora tutta da giocare. Internet è una potente arma a
doppio taglio destinata a riconfigurare il sistema dei media, ma i
suoi effetti dipendono dall’uso che ne verrà fatto.
Senza dubbio lo sviluppo e la diffusione dell’innovazione
tecnologica hanno cambiato, stanno cambiando e sempre più, in
futuro, cambieranno l’assetto dei mezzi di comunicazione e le
caratteristiche fondamentali della fruizione mediale.
I satelliti, le reti telematiche, i cavi in fibra ottica, le tecnologie
informatiche hanno ormai assunto un ruolo strategico
fondamentale, sia sul piano politico ed economico, che su quello
socio-culturale. Il potere è accentrato nelle mani di chi ha
informazioni e conoscenze, e dispone degli strumenti migliori per
controllarle, gestirle e diffonderle.
Introduzione
12
Questo scenario propone un progressivo mutamento di stili di
vita, abitudini, modelli cognitivi, istituzioni sociali. Ignorare la
pervasività del digitale probabilmente significa lasciarne il
comando ad altri, che sapranno sfruttarne le potenzialità. Tanto
vale arrivare per primi, e soprattutto arrivare preparati.
13
Capitolo I
I NUOVI MODELLI COMUNICATIVI
DELLA RETE
1.1 Stampa, televisione ed Internet verso la
convergenza digitale
Quella prodotta dalle tecnologie digitali, dai nuovi media,
dagli sviluppi dell’informatica e della telematica, come
sostengono i teorici della rete
1
, non è una moda passeggera ma
una vera e propria rivoluzione, che porta con sé conseguenze
culturali, sociali, politiche ed economiche di immenso rilievo.
Un unico strumento, il computer, è capace di adoperare un
unico linguaggio, il codice binario, per rappresentare, elaborare,
raccogliere, conservare, scambiare e trasmettere a distanza
informazioni di ogni tipo: è questa l’essenza del processo di
convergenza digitale in atto che sta trasformando il sistema dei
mezzi di comunicazione, attraverso l’integrazione di forme e di
codici espressivi differenti.
Internet soltanto qualche anno si presentava come la fotocopia
I. I nuovi modelli comunicativi della rete
14
elettronica di una pagina di giornale, trasferita dalla carta al
monitor. Oggi i modelli della rete, che in Italia sono riusciti a
conquistare circa dieci milioni di utenti
2
, influenzano le logiche
di produzione di tutti i media, costretti a confrontarsi con le
nuove modalità di composizione dei documenti reticolari e ad
adottare la cultura dei bit.
I quotidiani sono stati, senza dubbio, i mezzi di comunicazione
che per primi si sono trovati a fare i conti con la crescita del web.
In parte poiché Internet, così come i giornali, si è inizialmente
sviluppata proprio come una rete di distribuzione di contenuti
prevalentemente sotto forma di testo. In parte poiché le pagine
elettroniche presentano una struttura delle informazioni, basata
sugli ipertesti e sulle finestre, simile all’organizzazione delle
notizie sui giornali.
L’aspetto più evidente dell’influenza di Internet sui quotidiani
è la comparsa degli indici che facilitano nella ricerca dei
contenuti
3
. Per quanto riguarda la grafica, invece, l’utilizzo di
fotografie su più colonne e l’adozione del colore, soprattutto
1
Fabio Ciotti, Gino Roncaglia, Il mondo digitale, Laterza 2001
2
Rapporto Eurispes Italia 2001, cap.IV: «Sono quasi dieci milioni, circa il 20 per cento
dell’intera popolazione, gli italiani che navigano in Internet; 4 milioni quelli che navigano
tutti i giorni; 14 milioni coloro che possiedono un computer».
3
Veronica Sedda, Il giornale del futuro? Un “my-newspaper” fatto di carta e di bit,
intervista a Mario Garcia pubblicata nel sito Internet http://www.infocity.it
I. I nuovi modelli comunicativi della rete
15
nelle prime pagine, sono elementi di design presi in prestito dai
documenti ipertestuali.
La carta stampata, dunque, costretta a misurarsi sul terreno
della competizione mediatica e in vista della completa
convergenza multimediale, sperimenta sempre più spesso modelli
di impaginazione che usano tutti i canali di informazione
disponibili, mescolando testo, fotografie e grafici. I giornali non
considerano più la televisione, Internet e la radio come un
nemico, ma anzi guidano i lettori al loro uso, per fornire
un’informazione completa basata non soltanto sull’utilizzo delle
parole.
Il tentativo di uniformarsi agli standard di composizione del
web è dettato anche dal fatto che la maggior parte delle testate
editoriali si è trasferita in rete, utilizzando Internet come un
nuovo canale di distribuzione degli articoli pubblicati sul
supporto tradizionale.