CAPITOLO II
LE RELAZIONI AFFETTIVE DEL BAMBINO:
IN FAMIGLIA E AL NIDO
2.1. L’influenza della teoria dell’attaccamento sullo sviluppo
emotivo del bambino
Lo sviluppo emotivo del bambino e la sua capacità di gestire le emozioni
derivano dalle relazioni del bambino con il genitore di riferimento e dalle aspettative
che il bambino ha di lui. I bambini hanno la necessità di avere qualcuno che si prenda
cura di loro, che gli dia cura e protezione e quindi hanno bisogno di avere legami
affettivi
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. Questo bisogno è stato definito da John Bowlby come essenziale affinché sia
vivo l’essere umano. Quest’ultimo parla del primo anno di vita del bambino come
periodo “sensibile” e in questo periodo appunto il bambino costruisce un legame
affettivo con il caregiver. Ed è proprio nel primo anno di vita che è molto importante da
parte dell’adulto rispondere agli stimoli del bambino e dare un significato alle loro
esperienze (pianto, sorrisi). Ogni bambino in base a come il genitore risponderà ai suoi
stimoli, farà in modo di rimanere vicino a quest’ultimo. Sin dalla nascita il bambino ha
la possibilità, proprio grazie alle sue relazioni e interazioni con le persone che hanno
cura di lui, di tirar fuori le proprie emozioni e la qualità dell’attaccamento e
l’interazione positiva tra bambino e caregiver è molto importante per lo sviluppo sociale
ed emotivo del bambino. I tratti del legame affettivo del bambino con il caregiver,
danno al bambino la capacità di capire quali emozioni tirar fuori nei vari contesti e di
capire quale sia quella più adatta per adattarsi all’ambiente circostante. La regolazione
delle emozioni all’inizio viene controllata dai genitori, in seguito con lo sviluppo del
bambino, avviene in maniera autonoma. La prima fase dello sviluppo emotivo del
bambino avviene quando il bambino ha un anno e qui è di fondamentale importanza la
collaborazione del genitore affinché risponda ai suoi stimoli, in seguito fino ai 36 mesi
del bambino le strategie di regolazione emotiva sono comportamentali, mentre alla fine
10 bisogno definito da John Bowlby essenziale affinché sia vivo l’essere umano.
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del suo primo anno di vita il bambino regola il suo stato d’animo in base a quello del
genitore. Con lo sviluppo il bambino impara in modo graduale a regolare in modo
autonomo le sue emozioni.
2.2. Relazione madre-bambino come modello per i legami futuri
Un argomento molto importante all’interno della psicologia dello sviluppo è
proprio il legame che si instaura tra il bambino e la propria madre, l’esperienza del
bambino dipende molto dai comportamenti percepiti dalla madre. Lo sviluppo del
bambino dipende anche dalle relazioni interpersonali che il bambino ha fin dalla nascita,
la teoria dell’attaccamento ha infatti confermato quanto siano importanti le relazioni del
bambino per lo sviluppo della sua personalità. La sicurezza dal bambino deriva da un
legame sicuro con una figura di riferimento, in primo luogo la madre. Gli studi hanno
dimostrato che la prima infanzia è un periodo in cui, dal punto di vista dello sviluppo,
un bambino sta imparando molto dall’ambiente circostante e dalle persone che lo
circondando. Questa è la finestra di apprendimento del bambino che avrà un impatto sui
suoi anni di crescita. Pertanto, come presenza principale nella vita di un bambino, il
rapporto con la madre è cruciale. Una madre svolge molteplici ruoli nello sviluppo del
proprio bambino, poiché è un’insegnante in ogni aspetto della crescita dello sviluppo
del bambino – sociale, emotiva, fisica, cognitiva e indipendente. La madre rappresenta
una figura di riferimento e ha il ruolo di accompagnare il bambino all’interno del suo
percorso di vita, la relazione che si instaura e il tipo di attaccamento sono due elementi
fondamentali per la costruzione dell’identità del bambino e per il suo sviluppo sociale,
cognitivo ed emotivo. La sensibilità della madre è di fondamentale importanza perché è
proprio grazie a questa che riesce a favorire lo sviluppo delle abilità cognitive, socio-
emotive e linguistiche del bambino e a rispondere in maniera adeguata ai suoi bisogni.
La madre ha la funzione di supporto ed è molto importante che ci sia un’interazione
reciproca affinché il bambino possa ricevere gli stimoli e farsi guidare all’interno del
percorso di crescita. Bowlby aveva infatti notato nella sua monografia Maternal care
and Mental health 1951, come i bambini che vivevano in istituti o che non avevano
ricevuto le giuste cure materne avessero gravi disturbi di linguaggio e di personalità e
di come fossero incapaci di costruire legami con altre persone.
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Quindi, questo significa che oltre al distacco con la madre, anche la presenza di
una madre assente ed insensibile ai bisogni del bambino può essere dannosa per il suo
sviluppo poiché bambino ha bisogno che i suoi bisogni primari siano soddisfatti e
quindi la sensibilità della madre è un fattore determinante per la qualità del suo
sviluppo. Il ruolo della madre è quindi fondamentale affinché il bambino costruisca la
sua identità. La qualità del legame che si instaura tra madre e bambino ha un ruolo
centrale sullo sviluppo del bambino e sui legami che instaurerà in futuro inoltre,
influenza anche quelli che sono i primi modelli operativi interni del bambino e quindi il
modo di interiorizzare le sue prime esperienze. Come avviene nelle altre relazioni, è
molto importante anche nella relazione madre-bambino, che entrambi diano il loro
contributo e che svolgano un ruolo attivo. La formazione dell’autostima del bambino e
la sua relazione con altri membri della società sono molto condizionati da questo
processo. Se la madre si mostrerà sensibile e disponibile e se si instaurerà una buona
relazione con il bambino, quest’ultimo avrà una “base sicura” da cui partire per iniziare
a costruire la sua indipendenza, di conseguenza vivrà con maggiore serenità
l’esplorazione dell’ambiente circostante a differenza di un bambino che nella fase di
sviluppo dell’attaccamento avrà ricevuto comportamenti di rifiuto. La modesta
associazione tra sensibilità materna e sicurezza dell’attaccamento madre-bambino ha
portato un certo numero di autori a chiedere una visione ristretta dell’attaccamento e
della sensibilità materna. In particolare, poiché la funzione del sistema di attaccamento è
quella di promuovere la sicurezza e la protezione, il modo in cui le madri rispondono ai
loro bambini in difficoltà o durante i periodi di minaccia può essere il predittore più
saliente della sicurezza dell’attaccamento (Goldberg, Grusec, & Jenkins, 1999;
Thompson, 1997). Attingendo da questa prospettiva, McElwain e Booth-LaForce
(2006) hanno dimostrato che, se considerate contemporaneamente, la sensibilità
materna ai segnali di angoscia infantile ma non alla sensibilità ai segnali non angoscia a
6 mesi prevedeva la successiva sicurezza dell’attaccamento. Quindi, piuttosto che
concentrarsi sulla sensibilità al disagio infantile rispetto ai segnali di non angoscia, la
sensibilità materna è stata valutata in due diversi tipi di contesti; un breve periodo di
gioco libero e due brevi periodi progettati in modo tale da creare angoscia nel bambino.
Si prevedeva che la sensibilità durante i compiti angoscianti sarebbe stata un predittore
più robusto della successiva sicurezza dell’attaccamento madre-bambino rispetto alla
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sensibilità durante il compito di gioco libero perché il modo in cui le madri rispondono
ai bambini in ambienti potenzialmente minacciosi offre ai bambini le migliori prove,
ovvero capiscono se possono contare o meno sulla loro madre per soddisfare le loro
esigenze di sicurezza. Quindi, il comportamento materno sensibile durante i contesti
angoscianti, è un predittore unico della sicurezza dell’attaccamento al di là della
sensibilità durante un compito di gioco libero non arduo. La moderata correlazione tra la
sensibilità nel contesto non angosciante e il contesto angosciante e il loro ruolo
differenziale nella previsione dell’attaccamento sottolinea l’importanza di identificare i
fattori che predicono la sensibilità materna in contesti angoscianti, un aspetto unico
della sensibilità materna. È possibile che alcuni bambini con l’attaccamento insicuro
possano migliorare il loro rapporto con la madre e viceversa i bambini con attaccamento
sicuro possono sviluppare relazioni di attaccamento insicure se la situazione familiare
peggiora. I bambini con attaccamento sicuro già da piccoli sono associati ad un
comportamento esplorativo più complesso a 2 anni di età, mentre una buona sintonia e
una maggiore sensibilità da parte della madre sono collegati ad un buon sviluppo
cognitivo all’età di 7 anni. È stato riscontrato che i bambini con attaccamento sicuro
verso la madre hanno possibilità di sviluppare maggiori abilità cognitive, maggiore
empatia, riescono a relazionarsi meglio con altre persone, mostrano maggiori emozioni
positive e comportamenti meno aggressivi; quindi, risultano molto più indipendenti e
hanno maggiori possibilità di sviluppare amicizie più strette rispetto ai bambini con
legami insicuri. Infatti, alcuni studi dimostrano come i bambini che hanno sviluppato un
legame di attaccamento insicuro con la madre possano poi avere difficoltà a relazionarsi
e manifestare alcuni disturbi psicologici, come ansia, stress e depressione.
Quindi, si evince che un attaccamento sicuro madre-bambino, è legato a
risultati positivi per bambini come sentimenti di autostima, competenza sociale e meno
problemi di interiorizzazione ed esternalizzazione. Nella teoria dell’attaccamento la
madre detiene il ruolo di caregiver primario, ma anche il padre e la sua presenza hanno
un ruolo molto importante sullo sviluppo del bambino. I bambini acquisiscono e
sviluppano capacità normative emotive nel contesto delle relazioni di attaccamento
genitore-figlio, tuttavia molti studi si sono concentrati principalmente sulla madre e
sono disponibili meno informazioni sul ruolo di entrambe le relazioni di attaccamento
genitore-figlio. Per molto tempo la letteratura sull’attaccamento ha portato avanti il
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pensiero secondo il quale il contributo dato dai due genitori è uguale e incide in modo
simile sullo sviluppo del bambino; tuttavia, ulteriori ricerche hanno messo in evidenza
come il parenting materno e paterno siano diversi (Barnett, Deng, Mills-Koonce,
Willoughby e Cox, 2008) e che quindi possono collaborare anche se in modo diverso
per determinare lo sviluppo della sicurezza dell’attaccamento (Volling e Belsky, 1992).
Nella mezza infanzia, si verifica una certa diversificazione nella formazione di legami
affettivi con madri e padri e diverse condizioni che attivano il sistema di attaccamento
che portano al bambino a cercare sostegno e protezione da diverse figure di
attaccamento. Il legame di attaccamento non è definito né dalla parentela del bambino e
né tanto meno dal genere dell’adulto ma dalla funziona attiva e di base sicura che
l’adulto esercita con il bambino. Le madri come abbiamo precedentemente detto sono
tipicamente viste come il porto sicuro a cui i bambini si rivolgono in caso di angoscia, i
padri invece si pensa che possano servire come basi sicure e compagni di gioco. In
conclusione quindi possiamo dedurre quanto sia importante avere un attaccamento
sicuro ad entrambi i genitori in quanto se questo non avvenisse si potrebbero riscontrare
degli effetti negativi per lo sviluppo del bambino.
2.3. Relazioni caregiver professionali e bambino
Le madri sono viste come figure primarie di attaccamento, tuttavia, la
consapevolezza è progressivamente cresciuta che i bambini stabiliscono più di una
relazione di attaccamento durante la loro infanzia; la prospettiva degli attaccamenti
multipli ha quindi portato a una crescente attenzione alle relazioni che i bambini
stabiliscono con altri caregiver familiari, il padre prima di tutto, ma anche gli operatori
sanitari professionali come gli educatori.
La relazione di attaccamento che il bambino instaura con l’educatore di
riferimento ha un ruolo rilevante sullo sviluppo sociale del bambino. Gli educatori di
prima infanzia sono figure di fondamentale importanza per i bambini e svolgono un
ruolo importante nella socializzazione delle emozioni, proprio perché l’infanzia è un
periodo di sviluppo particolarmente importante in termini di formazione di relazioni che
avranno un impatto a lungo termine sullo sviluppo socio-emotivo e sul benessere
psicologico dei bambini.
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