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ABSTRACT
L’evasione fiscale rappresenta un problema serio e diffuso per molte econo-
mie, inclusa quella italiana, dal momento che compromette la capacità dello
Stato di finanziare servizi pubblici essenziali e di garantire un equo sistema
fiscale. L’evasione fiscale contribuisce ad aumentare le disuguaglianze sociali,
in quanto coloro che evadono i tributi non contribuiscono al finanziamento
dei servizi pubblici, mettendo a rischio il benessere della società nel suo in-
sieme.
Questa tesi si propone di esaminare i metodi utilizzati per stimare l’entità
dell’evasione fiscale e di condurre un’analisi sulla sua dimensione quantitativa
in Italia, verificando se la valutazione fatta dallo Stato sia aderente alla realtà.
In particolare, vengono messi a confronto i risultati ottenuti applicando i me-
todi top down e bottom up, dimostrando come quest’ultimo sia ritenuto più at-
tendibile, sebbene l’Amministrazione finanziari preferisca utilizzare il primo.
La metodologia top down, che si basa sulla discrepanza fra dati fiscali ed un
corrispondente aggregato economico, risulta eccessivamente approssimativa
e conduce ad una sovrastima del fenomeno evasivo. Pertanto, il metodo che
risulta più adatto al calcolo dell’evasione è quello bottom up: esso consente di
ottenere stime precise e affidabili del fenomeno evasivo dal momento che si
basa sull’utilizzo di fonti informative già in possesso dell’amministrazione fi-
nanziaria e/o di dati micro di origine statistica. Per ottenere la stima e la per-
centuale delle imposte evase, nonché individuare le categorie di contribuenti
più propensi ad evadere, sono stati utilizzati i dati del Ministero dell’Econo-
mia e delle Finanze, dell’INPS e dell’ISTAT. Tuttavia, il presente elaborato
non ha la pretesa di formulare una verità assoluta ma ha l’obiettivo di offrire
un punto di vista alternativo rispetto a quello ufficiale, soprattutto dal mo-
mento che ogni metodo di calcolo è necessariamente caratterizzato da un’ap-
prossimazione intrinseca.
4
Nel corso del lavoro vengono inoltre analizzate le principali cause dell’eva-
sione fiscale, le sue implicazioni economiche e sociali, le strategie e gli stru-
menti utili a contrastarla in maniera efficace. Viene dedicata attenzione anche
alle misure cautelari e al sistema sanzionatorio, sia amministrativo che penale.
Al termine dell’indagine si giunge alla conclusione che applicando la meto-
dologia bottom up la stima dell’evasione fiscale risulta nettamente inferiore,
pari circa ad un sesto, rispetto a quella che emerge dai dati ufficiali, frutto
dell’applicazione del metodo top down. In conseguenza di ciò, la presente ri-
cerca ha cercato di capire perché lo Stato dovrebbe sovrastimare l’evasione,
individuando molteplici possibilità.
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INTRODUZIONE
L’evasione fiscale è un problema rilevante e diffuso in molti Paesi del mondo
e, in modo particolare, per la nostra società in quanto compromette la
corretta funzionalità dei sistemi fiscali, minando la capacità dello Stato di
raccogliere le entrate necessarie per finanziare i servizi pubblici e promuovere
lo sviluppo economico. Inoltre, crea disuguaglianza fra i contribuenti,
aumentando il carico fiscale che grava solo su quelli onesti; invece, i soggetti
che evadono le tasse non contribuiscono al finanziamento dei servizi pubblici
e delle politiche sociali. Si crea dunque un divario tra coloro che pagano i
tributi e coloro che non lo fanno. Combattere l’evasione fiscale è
fondamentale per garantire maggiore equità sociale, tale per cui tutti i cittadini
partecipano alla spesa pubblica in proporzione alle proprie possibilità.
Si tratta dunque di un fenomeno che ha un impatto negativo sull’economia
poiché riduce le entrate fiscali, aumentando il debito pubblico, e mette lo
Stato in difficoltà economiche tali da non poter offrire servizi pubblici
adeguati ai bisogni dei cittadini (salute, pensioni, assicurazione contro gli
incidenti sul lavoro). L’evasione fiscale può avere conseguenze anche sulle
imprese, che possono subire una concorrenza sleale da parte di quelle che
evadono i tributi: lo Stato si vede dunque costretto a ridurre i servizi pubblici
o ad aumentare la pressione fiscale al fine di recuperare il mancato gettito
legato all’inadempienza degli imprenditori che operano fuori dall’economia
legale.
L’evasione fiscale assume diverse forme, che vanno dall’omissione di redditi
al trasferimento di capitali in Paesi a bassa tassazione, dall’uso di società
fittizie per occultare le attività economiche alla manipolazione dei prezzi di
trasferimento tra società affiliate. Queste pratiche illegali e dannose hanno un
7
impatto significativo sulle finanze pubbliche, sulle disuguaglianze sociali e
sull’equità sociale.
Stando ai dati ufficiali, a livello mondiale l’Italia è uno dei Paesi con il più alto
tasso di evasione fiscale ed è al primo posto a livello europeo. Si tratta di un
tema ricorrente nel dibattito politico ed economico del Paese; infatti, nel
corso degli anni vari sono stati i tentativi dei Governi di ridurre o arginare il
fenomeno; tuttavia, spesso si sono rivelati inefficaci.
Si è scelto di affrontare il tema dell’evasione fiscale e della sua dimensione
quantitativa in quanto si ritiene interessante capire come si manifesti il
fenomeno evasivo, a quanto corrisponda l’entità di imposte evase
annualmente e se il dato venga stimato correttamente dal Fisco. Si ritiene che
analizzare l’evasione fiscale sia una grande opportunità per approfondire un
tema di grande attualità e importanza sociale, con possibili ricadute anche
sulle politiche pubbliche: studiare la sua dimensione quantitativa può aiutare
ad identificare le categorie di contribuenti che sono più propense ad evadere
e valutare l’impatto sociale che ne scaturisce; inoltre, può fornire utili
indicazioni su come progettare politiche pubbliche adeguate a contrastare il
fenomeno e a promuovere una maggiore trasparenza e compliance fiscale.
L’obiettivo dell’elaborato risiede nell’analizzare giuridicamente il fenomeno
evasivo e nel ricostruire la sua dimensione quantitativa da un punto di vista
alternativo rispetto a quello ufficiale adottato dall’Amministrazione
finanziaria. La dimensione quantitativa dell’evasione rappresenta un aspetto
rilevante per valutare l’entità del fenomeno e per adottare efficaci politiche di
contrasto. Nel corso dell’elaborato ci proponiamo di esaminare nel dettaglio
i principali metodi utilizzati per stimare l’evasione, valutandone anche i limiti.
Attraverso l’analisi della letteratura scientifica e dei dati disponibili,
cercheremo di fornire una panoramica esaustiva della portata del fenomeno
evasivo, identificandone le principali cause ed effetti.
8
Lo scopo ultimo di questa tesi è quello di contribuire ad una maggiore
comprensione del fenomeno evasivo come problema sociale ed economico,
offrendo spunti utili per eventuali future ricerche.
Partendo dal presupposto che l’evasione fiscale è strettamente collegata al
fenomeno dell’economia sommersa, ad oggi poco conosciuto in maniera
rigorosa, ogni metodo utilizzato per quantificarla è pertanto caratterizzato da
un alto grado di approssimazione. Ad ogni modo, nella ricerca si effettuerà
un confronto tra i risultati ottenuti utilizzando il criterio bottom up con quelli
derivanti dall’applicazione del metodo top down, adottato ufficialmente in
Italia. Vedremo se vi sarà differenza di risultato ed eventualmente quale
metodo sia da ritenere più affidabile.
La tesi è articolata in quattro capitoli: nel primo capitolo si andrà innanzitutto
a trattare le caratteristiche del fenomeno evasivo, partendo dalla sua
definizione e dalle differenze con i fenomeni del risparmio d’imposta,
elusione, erosione e simulazione. Si andrà poi ad analizzare le sue principali
cause e gli effetti che genera sia per la comunità che per l’evasore stesso.
Infine, verranno esposte alcune delle forme in cui il fenomeno si può
manifestare.
Il secondo capitolo si aprirà con l’esposizione della differenza fra evasione
da accertamento ed evasione da riscossione. Si proseguirà con l’analisi delle
procedure, degli organi e degli strumenti volti a contrastare e prevenire il
fenomeno evasivo. Infine, verranno descritte le misure cautelari e il sistema
sanzionatorio, tenendo in considerazione anche il quadro internazionale.
Nel terzo capitolo si andrà in primis a descrivere i metodi di stima
dell’evasione, per poi procedere con il calcolo del tax gap ottenuto dalla loro
applicazione. L’analisi si conclude con il confronto fra i risultati ottenuti e
con la spiegazione dei motivi per cui il metodo bottom up sia ritenuto più
affidabile.
9
Il quarto, e ultimo, capitolo sarà dedicato alle considerazioni conclusive, con
le quali si andranno a commentare i risultati ottenuti dalla ricerca e si cercherà
di dare una risposta al seguente interrogativo: perché lo Stato dovrebbe sovrastimare
l’evasione?.
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CAPITOLO I: L’Evasione Fiscale
1.1 Definizione del concetto di “evasione”: approccio economico-patrimoniale ed etico-
sociale.
L’evasione fiscale è quel fenomeno sociale per cui i contribuenti non dichiarano
al Fisco tutto o parte del proprio reddito, al fine di ridurre o eliminare
l’importo delle imposte da pagare, sottraendosi al dovere di concorrere alla
spesa pubblica. Si tratta di un fenomeno che si è evoluto nel corso dei secoli
insieme al progresso economico, tecnologico e sociale, assumendo forme
sempre più complesse e diffuse; ad ogni modo, il principio alla base
dell’evasione fiscale, ossia l’intenzione di sottrarsi al pagamento dei tributi, è
sempre lo stesso fin dai tempi antichi
1
. Nel nostro ordinamento non esiste,
tuttavia, una definizione univoca del fenomeno.
Dal punto di vista descrittivo, è costituita dall’insieme dei comportamenti
attivi e/o omissivi che il contribuente mette in pratica in violazione di legge,
al fine di ottenere un indebito vantaggio d’imposta, che altrimenti non
avrebbe potuto conseguire. Un esempio di comportamento che dà luogo al
fenomeno dell’evasione è rappresentato dalla dichiarazione fraudolenta, che
consiste nella condotta del contribuente che utilizza fatture o altri documenti
per dichiarare elementi passivi fittizi all’interno della dichiarazione IVA o
della dichiarazione dei redditi, al fine di evadere il pagamento delle imposte
dovute
2
.
1
M. Marè, L’evasione in Italia e nei paesi OCSE: evidenze empiriche, determinanti ed effetti economici, in
Moneta e credito, 1996, p. 394: “L’evasione fiscale non è un fenomeno recente, esclusivo delle società
capitalistiche sviluppate. È infatti largamente documentato che essa risalga ai tempi di Platone e dell’Impero
Romano. Il rifiuto di pagare le imposte e di adempiere correttamente gli obblighi tributari sembra aver
caratterizzato, più o meno sempre, la storia fiscale”.
2
Art. 2 D.Lgs. del 10/03/2000 n. 74- Nuova disciplina dei reati in materia di imposte sui redditi e sul
valore aggiunto, a norma dell'articolo 9 della legge 25 giugno 1999, n. 205.
11
Un tale comportamento danneggia pesantemente l’economia dello Stato,
poiché riduce le entrate fiscali destinate al finanziamento di servizi pubblici
essenziali come la sanità, l’istruzione e la sicurezza. Oltre a questo, crea
un’ingiustizia sociale fra i cittadini che pagano tasse e imposte, e che
rispettano le leggi, e coloro che invece non lo fanno.
L’imposta è infatti essenziale per il corretto funzionamento dello Stato e
viene intesa come “l’espressione di un dovere morale e civile, che grava su
ognuno di noi, di concorrere al bene della società”
3
.
Per questo motivo il Legislatore ha introdotto sanzioni più severe per gli
evasori e strumenti di controllo più efficaci al fine di prevenire il fenomeno:
i comportamenti che danno luogo all’evasione fiscale costituiscono infatti
reato, nei casi più gravi, e vengono puniti con sanzioni amministrative e
penali.
Il fenomeno evasivo si presta ad essere ricostruito secondo due diverse
prospettive interpretative: una pone l’accento sull’aspetto economico-
patrimoniale, l’altra su quello etico-sociale.
Secondo la prima prospettiva, le ragioni che spingono il contribuente ad
evadere sono da ricercare nella convenienza a non versare all’erario quanto
dovuto allo scopo di realizzare un guadagno. Questo approccio, che prende
ispirazione dal Modello di Allingham e Sadmo, si limita all’esame costi-
benefici ad opera del contribuente al fine di fruire di beni e servizi pubblici
senza adempiere al proprio obbligo contributivo: il contribuente vaglierà la
convenienza economica ad evadere, da un lato, e la possibilità di essere
scoperti e la conseguente sanzione dall’altro
4
.
3
R. Merlino, Processo all’evasione fiscale, Maggioli Editore, 1991, p. 14.
4
L. Bernardi-A. Fransoni, Evasione fiscale e nuove tipologie di accertamento: un'introduzione all’analisi
economica, Pavia, 2004, pp. 3-4: “Il modello di partenza (par. 3.1) è tuttora quello proposto da Allingham
e Sandmo (1972), il quale presenta la scelta di evadere come decisione di un agente economico razionale che
vuole massimizzare la propria l’utilità attesa data una certa probabilità di essere sottoposto ad accertamento.
12
La seconda prospettiva, sviluppata più recentemente, si concentra sulla
componente morale del fenomeno evasivo, superando le precedenti
ricostruzioni di natura esclusivamente economica. Infatti, secondo tale
prospettiva, la scelta di realizzare un guadagno a fronte dell’inadempimento
dell’obbligo tributario dipende dal concetto di etica fiscale. Con esso
intendiamo il grado di adesione di un popolo al sistema tributario e ne
costituisce, in tal senso, un importante misuratore della civiltà giuridica
5
.
L’evasione è quindi da ricondurre alla rottura del patto sociale fra Stato e
cittadini: la collettività non percepisce la partecipazione alla spesa pubblica
come un dovere sociale previsto dalla Costituzione e come elemento cardine
del patto sociale. Sostanzialmente i contribuenti non comprendono che
adempiere agli obblighi tributari significa contribuire al benessere di tutta la
collettività e allo sviluppo sociale del Paese.
Come si può constatare siamo di fronte a due prospettive diverse; tuttavia,
entrambe concorrono a definire le cause dell’evasione.
1.2 Confronto con legittimo risparmio d’imposta, simulazione, elusione ed erosione fiscale.
In linea di principio, ciascun contribuente può scegliere l’assetto giuridico più
confacente a disciplinare i propri interessi, senza necessariamente optare per
la soluzione fiscalmente più onerosa. È il sistema tributario stesso ad offrire
al contribuente l’alternativa più vantaggiosa: il vantaggio che ne deriva è
Se evade ottiene un premio, se è scoperto viene sanzionato. Dovrà quindi scegliere un livello di evasione che tenga
conto di questi fattori, dato il suo grado di avversione al rischio”.
5
P. Boria, L’evasione fiscale: ricerca su natura giuridica e dimensione quantitativa, Roma, 2022, p.89.
13
accettato dal sistema, non contrario ad esso. Si verifica in questo caso il
legittimo risparmio d’imposta
6
.
La linea di demarcazione fra il legittimo risparmio d’imposta e la sottrazione
d’imposta presenta caratteristiche diverse a seconda della modalità in cui
quest’ultima si manifesta.
La simulazione si verifica quando le parti stipulano un atto ma sono concordi
nel non volerne gli effetti, allo scopo di recare un pregiudizio a terzi o di
violare norme imperative. Ciò può avvenire per motivi fiscali nei casi di
interposizione fittizia: un soggetto, detto prestanome, è l’intestatario del
bene, mentre un altro soggetto, chiamato interponente, ne ha pagato il prezzo
ed è per accordo tra le parti l’effettivo proprietario. La simulazione può essere
“assoluta”, se le parti sembrano interessate a stipulare un atto ma in realtà
non lo sono, o “relativa”, se le parti fanno finta di attuare un negozio ma in
realtà vogliono realizzarne un altro. Nel primo caso l’atto non produce effetti,
nemmeno sul piano fiscale, in quanto non è effettivamente voluto
7
. Nel caso,
invece, di simulazione relativa ha effetto tra le parti il diverso contratto
stipulato, purché sussistano i requisiti di validità
8
.
L’elusione fiscale, o abuso del diritto, disciplinata dall’art. 10-bis della legge
212/2000
9
, che è stato introdotto dal D.Lgs. 128/2015, viene definita come:
“una o più operazioni prive di sostanza economica che, pur nel rispetto
formale delle norme fiscali, realizzano essenzialmente vantaggi fiscali
indebiti”.
10
Da questa definizione si può evincere la principale differenza con
6
Art. 10-bis c.4, L. 212/2000: “Resta ferma la libertà di scelta del contribuente tra regimi opzionali diversi
offerti dalla legge e tra operazioni comportanti un diverso carico fiscale, salvo che queste ultime non configurino
un abuso del diritto”.
7
Art. 1414 c.c.: “Il contratto simulato non produce effetto tra le parti”.
8
Art. 1414 c.c. c.2: “Se le parti hanno voluto concludere un contratto diverso da quello apparente, ha effetto
tra esse il contratto dissimulato, purché ne sussistano i requisiti di sostanza e di forma”.
9
Statuto dei diritti del contribuente.
10
Art. 10-bis c.1 L. 212/2000 “Disciplina dell’abuso del diritto o elusione fiscale”.
14
il fenomeno dell’evasione fiscale: nell’evasione, infatti, il contribuente decide
di non rispettare le norme dell’ordinamento, mentre nell’elusione attua un
comportamento formalmente rispettoso delle norme, anche se
sostanzialmente teso ad aggirarle
11
. Secondo Beghin:
“nell’abuso è aggirata una regola riferita ad una determinata fattispecie; e
tale aggiramento avviene adottando un percorso negoziale alternativo, il quale
consente di arrivare ad un risultato simile a quello che si sarebbe conseguito se si
fosse intrapresa la strada maestra”
12
.
Siamo giunti a definire il fenomeno elusivo secondo l’attuale disciplina,
contenuta nell’art.10-bis, grazie ad alcune teorie che hanno contribuito alla
sua evoluzione normativa. Dal punto di vista interpretativo, dottrina e
giurisprudenza hanno sviluppato negli anni tre diversi orientamenti al fine di
contrastare il fenomeno in questione:
Il primo orientamento in ordine cronologico
13
, sostenuto dalla Scuola di
Pavia
14
, afferma il principio della prevalenza della sostanza economica sulla forma
giuridica, per cui quando viene applicata un’imposta bisogna dare rilievo agli
effetti economici dell’operazione realizzata dal contribuente piuttosto che ai
suoi aspetti formali. La teoria in questione, di fatto ”anticipava il principio di
capacità contributiva e, in particolare, il criterio di tassazione della fattispecie
sulla base di indici economicamente rilevanti”
1516
.
11
M. Marè, L’evasione in Italia e nei paesi OCSE: evidenze empiriche, determinanti ed effetti economici, in
Moneta e credito, 1996, p. 401: ”Il termine elusione fiscale denota i metodi legali di ridurre l’onere della
tassazione, mediante lo sfruttamento di tutti i vuoti e le scappatoie fiscali che il legislatore ha più o meno
esplicitamente formulato”.
12
M. Beghin, Diritto Tributario, Padova, 2020, pp. 197-198.
13
Siamo infatti attorno agli anni ’40 del ’900 quando viene pubblicato il primo articolo di
Benvenuto Griziotti, fondatore della scuola pavese.
14
B. Graziotti, Il teorema della prevalenza della natura economica degli atti oggetto delle imposte di registro,
in Riv. Dir. Fin., 1941, II, pp. 28 ss.; E. Vanoni, Natura e interpretazione delle leggi tributarie, in Opere
giuridiche, I, Milano, 1961, 210, pp. 246 ss.; D. Jarach, Il fatto imponibile, Padova, 1981, pp. 24ss.
15
F. Montanari, La prevalenza della sostanza sulla forma nel diritto tributario, Milano, 2019, p.12.
16
B. Griziotti, Legge di registro e realtà economica, in Riv. dir. sc. fin., 1949, II, p. 137: ”l’imposta da
pagare non deve essere né minore né maggiore, ma proprio quella corrispondente all’effettiva capacità che risulta