5
INTRODUZIONE
Partendo dal presupposto che l’innovazione è identificata come il motore dello
sviluppo economico, culturale, civile e sociale di ogni Paese, a favorire l’ aumento
dell’attività delle imprese, a rendere efficiente il sistema, a ottimizzare le
disponibilità, intervengono la produzione , la tecnologia e l’organizzazione che
assicurano una crescita inclusiva e sostenibile.
Per quanto l’innovazione renda effettivi i meriti su elencati, Schumpeter ritiene che
il veicolo dell’innovazione sia l’imprenditore
1
.
L’imprenditorialità e l’innovazione che ne deriva, si impongono sui mercati nel
momento in cui lo sviluppo di nuove imprese crea occupazione e genera nuovi
prodotti e servizi. Oggi l’imprenditorialità risulta essere uno dei principali input
della crescita economica; infatti, è grazie ad essa che si introducono sul mercato
prodotti e servizi, per alimentare, da un lato, la competitività e il profitto delle
imprese e, dall’altro, il benessere e la soddisfazione dei consumatori.
L’imprenditorialità, vale a dire il processo attraverso il quale nuove imprese
vengono fondate, è il motore chiave delle attività economiche, tanto per le economie
stagnanti sia per quelle emergenti, per sostenerne la crescita, grazie agli effetti
sull’occupazione, sulla creazione di posti di lavoro e sulla crescita salariale e di
ricchezza. Tuttavia, una nuova categoria di imprenditorialità, vale a dire quella
innovativa, guadagna slancio
2
. Si tratta di un fenomeno socio-economico e
tecnologico rilevante per le “nuove iniziative imprenditoriali e per la trasformazione
delle imprese esistenti attraverso la creazione e l’utilizzo di nuove tecnologie digitali
per migliorare le operazioni aziendali, inventare nuovi modelli di business, affinare
la business intelligence e interagire con clienti e stakeholder attraverso nuovi
canali.”
3
1
Schumpeter J.A. (1911), The Theory of Economic Development: An inquiry into profits, capital, credit, interest and
the business cycle, Harvard Economic Studies 46.
2
Sahut, J. M., Iandoli, L., & Teulon, F. (2021). The age of digital entrepreneurship. Small Business Economics, 56(3),
1159–1169. https://doi.org/10.1007/s11187-019-00260-8
3
Fuelling Digital Entrepreneurship in Europe, European Commission
6
L’innovazione favorisce l’emergere di una nuova generazione di imprenditori che,
a differenza dei predecessori, sfrutta le tecnologie digitali, l’innovazione e le
comunità online per supportare la maggior parte dei processi chiave all’interno di
un’azienda
4
.
L’unione tra Innovazione ed Imprenditorialità favorisce la nascita delle Start-up.
Secondo Ceccherelli, l’azienda è un organismo naturale elementare della società
economica derivante dalla organizzazione delle forze, delle energie personali e dei
mezzi esterni
5
.
In quanto tale, l’azienda esercita di continuo l’attività per la quale è generata,
attraversando fasi di sviluppo tipiche di un qualsiasi altro essere vivente
6
.
Addentrandosi nello specifico, il ciclo vitale di un’azienda consta diversi step
identificabili in
7
:
a) Concepimento dell’idea
b) Nascita
c) Cessazione
d) Dissoluzione
A ciascuno step , poi, corrispondono, 7 fasi:
1) Gestazione/ incubazione
2) Avvio o decollo
3) Crescita o sviluppo
4) Maturità o stallo
5) Crisi
6) Declino o decadenza
7) Dissolvenza
4
Bryniolfsson, E., & MCAfee, A. (2014). The Second Machine Age: Work, Progress, and Prosperity in a Time of
Brilliant Technologies. W. W. Norton & Company
5
Ceccherelli A. Introduzione allo studio della ragioneria generale. Le Monnier, Firenze, 1923.
6
Catturi G. L’azienda universale. L’idea, la forza, la morfologia e la fisionomia. Cedam, Padova, 2003.
7
Damodaran A., Finanza Aziendale, Apogeo Editore, 2006.
7
Tra la nascita (lettera b) e l’avvio/ decollo (fase numero 2) si gettano le basi e le
condizioni per la c.d. start-up aziendale.
In questo momento, l’azienda “tocca con mano”, verifica l’efficacia dei processi di
creazione del valore e controlla i risultati ottenuti per intervenire con eventuali
correttivi
8
.
L’idea delle Start-up innovative viene fuori dalla volontà di favorire la nascita e lo
sviluppo di nuove imprese a carattere innovativo, per dare vita a una nuova cultura
imprenditoriale e creare un clima maggiormente favorevole all’innovazione.
Vivendo un periodo di crisi, la creazione e l’avvio di una start-up rappresenta un
segnale di “buon auspicio”.
Le start-up rappresentano la sistemazione e l’ innovazione per molti settori di
mercato, perché portano una ventata positiva nell’intero sistema industriale, e ne
permettono la crescita e il ricambio nel tempo.
Nel momento economico in corso, l’idea del lavoro “fisso”, dato come sistemazione
definitiva per molti delle generazioni passate, non esiste più. Oggi, il lavoro va
“scoperto”, avviato e sviluppato, in quanto i giovani si dimostrano capaci e inclini
a organizzare delle nuove attività. E lo Stato, non essendo più in grado di assicurare
a tutti una stabilità occupazionale, attraverso misure e facilitazioni in ambito fiscale
a chi abbia spirito imprenditoriale, offre la chance di una sistemazione lavorativa
autonoma. Pertanto, ogni apertura di start-up va considerata alla stregua di una
“sorta di rimedio sociale”, un modo per andare incontro alle difficoltà economiche
dei giovani. Dal momento che l’attività di una start-up è soggetta a elevati intoppi
e rischi, sono previsti incentivi statali all’atto dell’investimento. Non è detto , infatti
,che ogni avvio e prosieguo di start-up vadano a buon fine, dal momento che spesso
si manifestano situazioni sfavorevoli da parte del mercato, ma anche dello stesso
imprenditore ,per il continuum dell’attività intrapresa.
8
Giorgino M.C. Crisi aziendali e prevenzione. Metodologie e modelli per prevedere il prevedibile. Franco Angeli,
Milano, 2015. Pg. 20 e ss.
8
Col presente lavoro si seguono la nascita e l’evoluzione di una start-up, alla luce del
sistema giuridico vigente, si analizzano la regolamentazione dell’attività da avviare
e le agevolazioni fiscali disponibili.
Si fissa l’attenzione, anzitutto, sulla comunità lavorativa ed imprenditoriale di
impianto, poi si passa alle eventuali differenze tra il Nord ed il Sud italiano, in
relazione, soprattutto, alla dicotomia PMI e grandi imprese.
A seguire, si fa riferimento alle norme giuridiche che regolamentano la materia in
oggetto, e si estrapolano quelle utili alla disamina delle facilitazioni in ambito
italiano.
Successiva è una dettagliata analisi delle agevolazioni fiscali per ogni neo-
imprenditore, in che modo e in che forma sono concesse.
E, a conclusione di tutto il discorso, si illustra la vita di una start-up, partendo dalla
creazione e dai primi passi della neo nata attività, andando avanti per il biennio di
prassi e chiudendo con l’implementazione o la cessazione della suddetta attività.
9
CAPITOLO 1: LE START-UP ED IL CONTESTO DI RIFERIMENTO
1.1 Caratteristiche ambientali e risorse interne
In relazione al presente paragrafo, si scindono due caratteristiche fondamentali della
start-up:
- ambiente di riferimento che può essere più o meno favorevole alla creazione
delle nuove imprese. Se l’ambiente risulta ostile, in termini normativi, di
mercato, di domanda di acquisto, l’impresa appena costruita sarà destinata,
nonostante i propri sforzi al fallimento.
- il background e l’esperienza dell’imprenditore innovatore. Quest’ultimo aspetto
non risulta di poco conto dal momento che il “fattore” umano risulta
particolarmente importante per la creazione ed il successo di una neo nata
azienda.
1.1.1 Le caratteristiche ambientali
L’importanza della posizione e dell’ambiente in cui l’impresa si posiziona incide
per il successo di una start-up; infatti la mente creatrice di chi pensa di aprire una
nuova attività non basta per dare avvio alla business creation. Devono essere tenuti
presenti e valutati anche altri fattori ed elementi che portano alla nascita e alla vita
di una start-up .. e primario resta l’ambito in cui si posiziona.
La c.d. context-centric perspective evidenzia come il territorio nazionale, regionale,
locale e industriale sia fondamentale per porre le basi di un’impresa e per lo sviluppo
di un’economia basata sulle start-up; è indispensabile dunque tenere presente le
condizioni esterne, favorevoli alla loro affermazione
9
; tutto ciò comporta che, nel
momento in cui si insedia una start-up, è di obbligo passare al vaglio una serie di
precondizioni, particolari e ambientali.
Le precondizioni particolari fanno capo e sono riferibili alla :
9
Freeman, C., 1987. Technology, Policy, and Economic Performance: Lessons from Japan. Pinter Publishers
Saxenian, A., 1996. Regional Advantage: Culture and Competition in Silicon Valley and Route 128. Harvard
University Press.
Van de Ven, A.H., Garud, R., 1989. A framework for understanding the emergence of new industries. In: Rosenbloom,
R.S., Burgelman, R.A. (Eds.), Research on Technological Innovation, Management and Policy. JAI Press, Greenwich,
pp. 195–225
10
- idea imprenditoriale
- capacità manageriale
Le precondizioni ambientali sono, dal canto loro, riferibili alla :
- utenza consolidata per quella specifica domanda
- provvista di risorse necessarie per l’attività dell’ impresa.
Come dice la parola stessa, le precondizioni ambientali sono strettamente
dipendenti dall’ambiente in cui si stabilisce la nuova impresa. In pratica, va sempre
considerato e studiato il luogo in cui si muove ogni impresa ed entro cui la NEW
BUSINESS CREATION si sviluppa, a prescindere dall’ oggetto e dall’attività
economica.
Se accade che il punto di posizionamento ambientale si rivela ostile, per limiti propri
o impedimenti di qualsiasi genere, l’imprenditore non avrebbe alcuna convenienza
nell’attività “in loco”, e lo stesso luogo si impoverirebbe di offerta, nonché di
interesse lavorativo ed economico
10
; si verrebbe a delineare una condizione
decisamente negativa, per lo stato di povertà e di abbandono dell’ambiente
circostante.
Resta accertato, come asserisce Birch D. che le start-up apportano un aumento del
tasso di occupazione; le nuove imprese, ogni anno, aprono le porte a nuovo lavoro,
rispetto alle realtà aziendali già esistenti sul territorio e già consolidate , che
perdono in fatto di competitività e offerta di occupazione
11
.
Si crede, pertanto, che l’innovazione si contrapponga alla “distruzione” in termini
lavorativi delle industrie presenti, e favorisca la “creazione” di nuove opportunità
lavorative
12
. Si instaura un ecosistema che, in nome e per conto dell’innovazione,
sostituisce alle imprese poco innovative, e ormai alla fine del proprio ciclo
lavorativo, altre che fanno dell’innovazione il proprio core business, ossia le start-
up.
10
Buttà C. La genesi dell’impresa: fondamenti cognitivi e decisioni, Franco Angeli, Milano, 1991
11
Birch D.L. The job generation process , Cambridge : M.I.T. program on neighbourhood and regional
change. 1979
12
Autio E., Kenney M., Mustar P., Siegel D., Wright M., Entrepreneurial innovation: The importance of
context, Research Policy, 2014.
11
Secondo Buttà C. (1991) sono denominati variabili ambientali gli elementi in
comune tra l’ambiente e la nascita delle imprese , non quelli tra una impresa ed il
suo ambito di riferimento. Vanno considerati e vagliati tutti gli atteggiamenti e le
posizioni che la società assume verso la figura dell’imprenditore (c.d. grado di
approvazione sociale) , senza trascurare naturalmente le tendenze demografiche,
sociali, fiscali, economiche, nonché il sistema creditizio, fatti che incentivano o
demoralizzano il neo imprenditore
13
.
A detta della letteratura, gli ecosistemi favorevoli allo sviluppo delle start-up, oltre
a promuovere il “dialogo” tra le start-up stesse , inseriscono, nella rete di
comunicazione, anche istituzioni, quali atenei ed enti di ricerca, che arricchiscono le
idee con spunti e ulteriori consigli in merito ,per il conseguimento di enormi
vantaggi
14
.
Il compito dei network di imprese è quello di intervenire positivamente nella loro
crescita e offrire spillover di cui chiunque possa avvantaggiarsi.
Affinchè le conoscenze passino tra le parti e contribuiscano per il sapere di ciascuna,
i rapporti tra imprese, università e governi (c.d. policymaker), richiedono l’azione
coordinata dei tre soggetti su menzionati
15
.
Compito delle università e degli enti di ricerca è diramare la conoscenza
16
e
assicurare la creazione della c.d. “economia della conoscenza”.
L’azione del governo punta allo sviluppo e alla crescita delle start-up: favorisce la
costruzione di politiche valide e provvede al finanziamento delle stesse, con
proposte e norme che ne facilitino i primi passi.
Un’economia favorevole allo sviluppo imprenditoriale, abbisogna di contesti
ambientali in cui implementare l’innovazione ; ciò si avvera solo lì dove i fattori
immateriali sono riconducibili alla conoscenza.
13
Buttà C., Elementi per una concettualizzazione del processo genetico di nuove imprese, in Sinergie n.61-
62, 2003.
14
Link A. U.S. science parks: the diffusion of an innovation and its effects on the academic missions of
universities, 2003
15
Etzkowitz H., Leydesdorff L., The dynamics of innovation: from National Systems and ‘Mode 2’ to a Triple Helix
of university–industry–government relations, Research Policy 29, 2000.
16
Finegold D., Creating self-sustaining, high- skill ecosystems, Oxford Review of Economic Policy 15 (1), 1999.
12
Bisogna creare un’economia della conoscenza che si fondi sull’innovazione e sulla
competitività e che dia merito alle imprese ad alta tecnologia e a crescita veloce,
con conseguente sviluppo di mercati favorevoli all’innovazione
17
.
Schumpeter ed Hayek studiano e dimostrano come le differenze informative, dovute
alla differenza di conoscenza, determinano il fatto che alcuni individui si rivelino
più abili e pronti nell’approfittare delle opportunità commerciali e di innovazione
rispetto ad altri
18
. Sono le differenze di conoscenza a consentire agli imprenditori
l’innovazione e l’ uso degli assests. In questo modo, essi lavorano sulle idee
innovative e le trasformano abilmente in prodotti e servizi commerciali, tramite la
formazione di imprese
19
(vedi figura 2).
Tenendo sempre presente il grafico, si vede come la funzione tecnico economica
favorisca l’attività delle imprese attraverso il processo di trasformazione delle
risorse per la creazione di altre e nuove risorse , necessarie al soddisfacimento di
uno specifico bisogno
20
.
17
Il termine “economia della conoscenza” è relativamente recente. Si veda in tal proposito:
Mokyr J., “The Gifts of Athena: Historical Origins of Knowledge Economy”, Princeton, Princeton University Press,
2002;
David P.A., Foray D., “Economic Fundamentals of the Knowledge Society”, Policy Futures in Education, 2003.
18
Schumpeter J.A. Business cycles : a theoretical history and statistical analysis of capitalist process Mc Graw Hill,
New York, 1939.
Hayek F.A. The use of knowledge in society, American Economic Review, 1945.
19 Venkataraman S. The distinctive domain of entrepeneurship research in J.A.Katz Advances in entrepeneurship ,
firm, emergence and growth. VOL. III, Greenwich.
20
Vallini C. Fondamenti di Governo e direzione di impresa e direzione di impresa. Giappichelli, Torino, 1990