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INTRODUZIONE
L’economia moderna non è ancora del tutto uscita dalla situazione di crisi in cui si è
venuta a trovare a partire dal 2008. Questa situazione si è protratta a lungo nel tempo tanto da
indurre le imprese a dover spostare inevitabilmente l’attenzione verso nuovi e diversi fattori
che, fino a qualche decennio fa, non erano considerati fondamentali come lo sono oggi: si tratta
della considerazione dell’ambiente, della sua salute, del rispetto per il sociale e di come le
attività produttive possano influire negativamente sui luoghi naturali in cui l’uomo vive.
Negli ultimi anni, dunque, si è assistito sempre più ad una maggiore attenzione verso
la sfera “green”, e verso la tutela dell’ambiente e del regime sociale, aspetti questi da dover
necessariamente considerare poiché si è constatato essere sempre più soggetti alle negatività
derivanti dalla mano dell’uomo. A livello aziendalistico soprattutto, questo aspetto ha acquisito
una valenza fondamentale, tanto che numerose organizzazioni hanno intrapreso una strategia
specifica in merito che è quella della Responsabilità sociale o Corporate Social Responsability
(CSR).
L’attuazione di questo piano operativo, che si affianca agli altri già attivi nelle imprese,
è particolarmente attivo nel settore agroalimentare: è sempre maggiore, infatti, il numero di
persone che presta attenzione a ciò che mangia, sia in relazione alla qualità che rispetto ai
prodotti utilizzati sia, soprattutto, a come le materie prime dei beni da tavola vengono prodotti.
Emerge, dunque, una forte relazione tra il settore agroalimentare e il rispetto dell’ambiente e
della persona che non può più prescindere dall’andamento tradizionale delle imprese. A ciò si
aggiunge un altro imprescindibile fattore che ricopre un ruolo importante sul quantitativo di
rifiuti prodotti e, dunque, sull’inquinamento ambientale: stiamo parlando del confezionamento,
del cosiddetto packaging, attività aziendale fondamentale sulla quale sono state addirittura
definite specifiche normative a cui le imprese devono attenersi per l’imballaggio dei propri
prodotti offerti.
Partendo, dunque, dal presupposto secondo cui, il packaging, data la sua valenza, ha
iniziato ad essere attentamente studiato dal marketing in quanto valutato come una vera e
propria strategia di comunicazione con il consumatore finale, esso è ancora più controllato e
gestito con sani criteri dalle imprese del settore agroalimentare. In effetti, gli alimenti devono
essere ovviamente conservati in contenitori che ne tutelino la salubrità e le caratteristiche
qualitative e nutrizionali quanto meno sino alla data di scadenza. A ciò, però, va aggiunta
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un’ulteriore attenzione per questo step operativo che contempla sempre più l’utilizzo di prodotti
d’impacchettamento riciclabili e con la minor percentuale possibile di agenti inquinanti.
Sulla base di queste brevi considerazioni, il presente lavoro è stato elaborato con
l’intento di comprendere la sinergia esistente tra i fattori menzionati: nello specifico, è stato
posto l’obiettivo di valutare e studiare più attentamente il settore agroalimentare e il rispetto per
le normative della qualità in concomitanza alla valenza che il concetto di Responsabilità Sociale
ha su di esso in un’epoca in cui, valutare ciò che si mangia e il modo in cui giunge sulle nostre
tavole, è alla base della quotidianità umana.
L’elaborato è stato quindi suddiviso in quattro capitoli.
Nel primo capitolo sarà descritta nel dettaglio la politica della Corporate Social
Responsability (CSR): sarà descritta nello specifico la sua utilità in epoca moderna dopo aver
effettuato una preventiva analisi dell’attuale ambiente imprenditoriale e sociale. Con questa
premessa, dunque, sarà più semplice comprendere i conseguenti risvolti positivi che tale
strategia induce ad ottenere prestando particolare attenzione anche ai criteri eco-sostenibili e al
criterio della eco-efficienza.
Il secondo verterà su una presentazione generale del settore agroalimentare il quale
sarà descritto in relazione alle politiche attuate per definire la qualità degli alimenti.
Il terzo capitolo, invece, sarà concentrato sulla funzione e sull’importanza, economica,
salutare ed ambientale del processo di packaging. Dopo una breve presentazione del concetto,
dunque, tale attività sarà valutata da un punto di vista di marketing poiché, l’impatto del
consumatore con la confezione di un prodotto risulta essere fondamentale per la sua
fidelizzazione. Oltre ad una questione di gestione del mercato, il capitolo affronterà anche il
legame esistente tra il packaging ed il concetto di responsabilità spiegando come, al giorno
d’oggi, l’utilizzo di materiali adeguati e di una limitata quantità di prodotti di scarto sia
fondamentale per la tutela dell’ambiente e della salute dell’uomo. Particolare attenzione sarà,
infine, posta al settore alimentare del quale ne saranno valutati gli sprechi ed i vantaggi derivanti
da un processo di imballaggio adeguato al prodotto.
Infine, per poter valutare nella pratica la valenza di questa attività di filiera nel settore
di riferimento considerato, il quarto ed ultimo capitolo è stato incentrato su un importante case
study, il colosso alimentare Barilla, il quale già da diversi anni si impegna attivamente nel
sociale, nella ricerca e nel miglioramento continuo delle materie prime utilizzate nei suoi
prodotti presentando nuovi progetti come la doppia piramide la quale descrive bene la sua
politica di sostenibilità e la sua politica innovativa in materia di packaging.
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CAPITOLO 1
PRODUZIONE INDUSTRIALE ED AMBIENTE: LA
RESPONSABILITA’ D’IMPRESA
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1.1. I sistemi industriali e l’ambiente
La recente crisi economica e finanziaria che ha visto coinvolti, negli ultimi anni, la
maggior parte dei paesi industrializzati, ha posto l’attenzione sull’importanza di una crescita
sostenibile, stabile e duratura, fondata sulla lotta alla povertà, al rispetto dei diritti umani, del
lavoro e, soprattutto, dell’ambiente.
Inoltre, al fine di fronteggiare adeguatamente le sfide che si propongono per l’accesso
alle materie prime, alle nuove conoscenze e alle risorse finanziarie, è necessario evitare azioni
sleali, lasciando spazio ad attività volte a promuovere la qualità, l’innovazione tecnologica e
l’efficienza nell’utilizzo delle risorse. L’affermarsi di questi nuovi temi etici inerenti una nuova
possibile metodologia circa la conduzione dell’impresa, rappresenta un momento in cui è
risultato opportuno interrogarsi sul perché si senta, in maniera così diffusa, questa esigenza che
richiama una sorta di responsabilità di tipo sociale nel suo operato.
Nello specifico, si fa riferimento alla Responsabilità Sociale
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che pervade il mondo
industrializzato e a cui ha fatto seguito l’ormai diffusa eco-sostenibilità o sviluppo sostenibile:
tali accezioni sono sostanzialmente riferite all’ambiente in cui viviamo e che è necessario
migliorare dal punto di vista economico, sociale e naturale tant’è che, tale concetto è stato anche
espresso dalla Commissione Europea la quale la definisce come una “decisione volontaria [da
parte di un’impresa] di contribuire al progresso della società e alla tutela dell’ambiente,
integrando preoccupazioni sociali ed ecologiche nelle operazioni aziendali e nelle interazioni
con gli stakeholders [portatori di interessi] …
2
”.
Nello specifico, una prima definizione del concetto di “Sviluppo Sostenibile” è stata
data nel 1987 dalla Commissione Mondiale Ambiente e Sviluppo (WCED), presieduta nel
Rapporto Brundtland
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il quale sostenne che “lo sviluppo sostenibile è uno sviluppo che soddisfi
i bisogni del presente senza compromettere la possibilità delle generazioni future di soddisfare
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La responsabilità Sociale d’Impresa, detta anche Corporate Social Responsibility (CSR), può essere definita
come “l’impegno ad accrescere il benessere della comunità attraverso pratiche di business discrezionali e la
messa a disposizione di risorse aziendali
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”. L’argomento sarà ripreso nel dettaglio nel prosieguo del lavoro. Kotler
P., 2008, “Marketing e responsabilità sociale d’impresa”, IlSole24Ore, Milano.
2
Commissione Europea, Libro verde - Promuovere un quadro europeo per la responsabilità sociale delle
imprese, COM (2001) 366 del 18.7.2001, pag. 7, in
http://europa.eu/legislation_summaries/employment_and_social_policy/employment_rights_and_work_o
rganisation/n26039_en.htm consultato il 25/01/2019.
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Il nome del rapporto deriva dal Premier norvegese Gro Harlem Brundtland che ha presieduto la Commissione.
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i propri bisogni. Lo sviluppo sostenibile è un processo di cambiamento tale per cui lo
sfruttamento delle risorse, la direzione degli investimenti, l’orientamento dello sviluppo
tecnologico e i cambiamenti istituzionali siano resi coerenti con i bisogni futuri oltre che con
gli attuali
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”: ciò implica il dover garantire che le decisioni delle future generazioni non siano
condizionate dalle mancanze e dalla miopia decisionale di chi ha agito ed operato prima di
loro
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.
Tuttavia, appare opportuno chiedersi anche quale sia la motivazione che spinge le
imprese odierne ad intraprendere la strada della sostenibilità, visti i numerosi cambiamenti a
livello gestionale che questo nuovo concetto di impresa comporta. La motivazione principale
risiede nelle numerose trasformazioni che, negli ultimi tempi, hanno interessato la società su
tutti i livelli, facendo emergere nuove e più complesse esigenze sociali ed una sempre più alta
richiesta, da parte del pubblico, dell’assunzione di comportamenti rispettosi verso l’ambiente
da parte delle strutture produttive. In effetti, l’impresa eco-sostenibile, punta soprattutto a un
maggiore impegno in merito alla riduzione dell’inquinamento, alla limitazione e al riciclaggio
dei rifiuti, alla minimizzazione dei consumi energetici attraverso l’adozione di opportuni
sistemi di illuminazione, riscaldamento e refrigerazione dei locali. Allo stesso modo, i prodotti
e i servizi offerti ai consumatori finali devono essere sempre più compatibili con la sostenibilità
dello sviluppo.
In quest’ottica, la sostenibilità è riuscita ad unificare le tre principali dimensioni dello
sviluppo: ambiente, società ed economia
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; l’unione di queste tre macroaree ha permesso la
realizzazione del concetto dello sviluppo sostenibile il cui obiettivo primario risiede nella tutela
dell’ambiente – specificatamente dell’intero patrimonio naturale – ed è volta ad evitare il
declino dell’economia.
4
Dal “Rapporto Brundtland”, 1987, documento rilasciato dalla “Commissione Mondiale sull’ambiente e lo
sviluppo”, presieduta da Gro Brundtland.
5
Vercelli A., Borghesi S., 2005, “La sostenibilità dello sviluppo globale”, Carocci Editore, Roma.
6
Morgante A., Simboli A., 2015, “Tecnologia dei processi produttivi”, Maggioli Editore.