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INTRODUZIONE
Il panorama industriale italiano è caratterizzato da una ricca storia di distretti industriali che,
nel corso del tempo, hanno subito significative trasformazioni reagendo alle sfide dell'era
digitale. Questa tesi si propone di esplorare la complessità e l'evoluzione dei distretti
industriali italiani analizzandone difetti e pregi in un contesto digitale sempre più dominante.
Attraverso un'esaminazione approfondita dei network collaborativi, dei distretti industriali
italiani in generale e con una focalizzazione sul rinomato distretto Motor Valley situato in
Emilia-Romagna, ci si propone di comprenderne le dinamiche, le sfide e le opportunità che
caratterizzano il tessuto produttivo del nostro Paese.
Il primo capitolo si concentra sull’analisi dei network collaborativi, veri e propri catalizzatori
di innovazione e competitività. Attraverso un'analisi approfondita, si esplorerà l'origine e la
storia di questi network e la loro distinzione tra network formali e informali. Saranno poi
delineate le caratteristiche che contraddistinguono i network collaborativi nell'era digitale
evidenziando come abbiano il potenziale di favorire sinergie tra imprese accrescendo la
capacità innovativa e competitiva del sistema produttivo. Tuttavia, si esamineranno anche le
criticità e le debolezze di tali reti comprendendo come possano essere vulnerabili a
dinamiche interne ed esterne che ne minano l'efficacia.
Il secondo capitolo attinge alle radici storiche dei distretti industriali offrendo una
panoramica della nascita e dell'evoluzione di queste realtà economiche. Richiamando gli
studi pionieristici di Marshall e Becattini si analizzeranno le influenze storiche che hanno
plasmato i distretti industriali italiani. Un focus dettagliato sarà riservato alla situazione
attuale di questi distretti esplorando la loro storia e origini per poi scrutarne in modo critico
le caratteristiche principali positive e negative. Successivamente, si farà particolare
riferimento al ruolo della normativa italiana nel plasmare e regolare questi modelli. Infine,
si affronteranno le dinamiche di sviluppo e innovazione attraverso l’analisi dei pregi e difetti
che caratterizzano il sistema produttivo.
Il terzo capitolo dirige lo sguardo alla Motor Valley, un distretto automotive situato
nell'Emilia-Romagna. In questa sezione, la storia e l'evoluzione della Motor Valley saranno
esplorate in dettaglio con uno sguardo attento alle caratteristiche uniche e i fattori di successo
che ne fanno un punto di eccellenza non solo a livello nazionale ma anche internazionale.
Infine, si darà rilievo al fatto che la Motor Valley non è semplicemente un distretto
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industriale, ma anche un catalizzatore culturale di primo piano. L'associazione Motor Valley
Development sarà al centro dell'analisi evidenziando quanto sia cruciale per il successo e
l'evoluzione dell'intera area. Si esploreranno, quindi, le sinergie tra sviluppo economico e
valorizzazione culturale dimostrando come questa connessione sia essenziale per la
prosperità sostenibile del distretto.
1
CAPITOLO 1: I NETWORK COLLABORATIVI
1.1 Definizione e caratteristiche dei network
1.1.1 Definizione
Il concetto di network collaborativo possiede radici profonde che risalgono alle prime forme
di cooperazione tra gruppi e individui, ma ha acquisito una notevole importanza sia teorica
che pratica solamente nel XX secolo.
Durante questo periodo diverse imprese hanno deciso di adottare in modo più assiduo
strategie di tipo collaborative piuttosto che individuali.
Definiti come “Forme organizzative caratterizzate da scambi ripetuti tra organizzazioni
semi-autonome che interagiscono fra loro sulla base di relazioni sociali tese alla protezione
delle transazioni e la riduzione dei costi
1
”, i network collaborativi si sono sviluppati grazie
al cambiamento causato da un contesto economico-sociale in cui una forte pressione
competitiva, in contemporanea all’avanzamento della globalizzazione e dell’innovazione
tecnologica, ha reso inevitabile il passaggio da un’ottica perlopiù concentrata su strategie a
scopi individualistici e interni, ad un approccio collaborativo che prevede la coesione di
diverse imprese aventi uno o più obiettivi in comune.
Nella pratica i network collaborativi hanno dimostrato di essere efficaci attraverso la forte
inclinazione verso l’innovazione e attraverso la possibilità di accedere a risorse globali e in
mercati nuovi o emergenti riducendo di gran lunga i rischi connessi ad essi, grazie alla
condivisione di conoscenze, competenze e responsabilità da parte di ogni impresa del
gruppo.
Questo approccio ha condotto le singole imprese al conseguimento di risultati e obiettivi che
non avrebbero mai potuto raggiungere separatamente.
Si evince come il punto cardine di un network collaborativo consiste nella forte connettività
e intesa tra le imprese facenti parte di esso. Questa coesione permette loro di ottenere
vantaggi competitivi duraturi che consentono di superare in modo più efficiente e rapido il
continuo susseguirsi di sfide economiche e globali.
1
Borgatti, S. P., & Foster, P. C. (2003). The network paradigm in organizational research: A review and
typology. Journal of management, 29(6), 991-1013.
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1.2.1 Caratteristiche
Una delle caratteristiche fondamentali del network collaborativo riguarda la capacità di
riuscire a creare una sinergia intensa tra le varie imprese eterogenee che conduce ad un
effettivo aumento della competitività complessiva e alla realizzazione di traguardi altrimenti
inaccessibili singolarmente.
Sinergia che avviene grazie alla condivisione delle competenze, del know-how e delle risorse
uniche appartenenti ad ogni impresa facente parte del network.
Di conseguenza non si deve assolutamente tralasciare l’importanza della fiducia e della lealtà
che ogni impresa e i propri attori devono far valere nei confronti delle altre imprese per
cercare di agire e operare al meglio all’interno di un ambiente in cui si deve respirare un
clima mite e sereno.
Un altrettanto aspetto fondamentale del network collaborativo risiede nella condivisione dei
rischi e delle responsabilità tra le diverse imprese partecipanti. Approccio che si basa sullo
scambio reciproco di investimenti, costi operativi e risorse necessarie che consentono di
entrare all’interno di nuovi mercati senza dover fronteggiare costi elevati.
Ciò risulta particolarmente efficace nell'abbattere le barriere all’entrata e l’infinità di rischi
a cui ogni impresa presa singolarmente incorre. Questi ostacoli causano, nella maggior parte
dei casi, lo scoraggiamento e la resa verso una potenziale espansione.
2
Inoltre, la condivisione delle risorse risulta essenziale poiché essa non corrisponde solo ad
un’opzione vantaggiosa in termini di risparmio dei costi, ma anche in termini di sostenibilità
per il nostro pianeta. Quindi, in un contesto attuale in cui la conservazione delle risorse
naturali e non è diventata di vitale urgenza, lo scambio di risorse all’interno di un network
diviene rilevante per un futuro sempre più sostenibile.
La flessibilità riguarda uno degli altri principi chiave di un network. Esprime il modo in cui
le imprese riescono a adattarsi rapidamente ai continui cambiamenti dell’ambiente.
Adattamento che è realizzabile grazie allo scambio e alla condivisione rapida di informazioni
e dati che concernono le evoluzioni e i cambiamenti dei mercati.
Questo continuo susseguirsi di informazioni permette alle imprese di percepire i segnali di
cambiamento sia forti che deboli all’interno dell’ambiente riuscendo ad anticipare e ad
2
Ingram, T. N., & Silverman, B. S. (2002). Industrial clustering and firm performance: The case of the U.S.
pharmaceutical industry. Journal of Business Research.
3
evitare, pertanto, le sfide e le minacce e a investire sulle opportunità emergenti e più
stimolanti.
Flessibilità che è resa possibile grazie alla natura interconnessa e alla struttura più piatta e
decentralizzata, rispetto ai modelli gerarchici tradizionali, che consente e facilita lo scambio
costante di informazioni e idee tra le diverse parti.
L’ultima caratteristica chiave che ritroviamo all’interno di un network riguarda l’intensa
inclinazione verso l’innovazione, dove l’unione di competenze e idee derivanti dalle varie
organizzazioni e, quindi, da punti di vista diversi, dà origine ad un ambiente e ad un clima
ricco di strategie e approcci innovativi in grado di risolvere una moltitudine di incertezze e
problemi.
Una competenza traversale come il problem solving, quindi, non manca sicuramente
all’interno di un qualsiasi network collaborativo. Esso si rivela essere il perno che conduce
le imprese a ottenere performance migliori e conseguire degli obiettivi ambiziosi che
altrimenti non sarebbero perseguibili individualmente. Ciò è reso possibile grazie alla forte
capacità di affrontare le sfide in modo rapido e coeso cercando di riconoscere la soluzione
più efficiente ed efficace tra le possibili.
1.2 Due tipologie di network
Riportare una classificazione approfondita e chiara delle differenti tipologie di network
collaborativi è decisamente complicato poiché esistono parecchi criteri che possono essere
adottati.
Questa numerosità comporta la facoltà di dividere le aggregazioni in molteplici varietà
provocando incertezza, confusione e ambiguità sia in ambito letterario sia nella pratica.
Per citare alcuni criteri, i network si possono distinguere in base
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:
• Al grado di formalizzazione dell’accordo
• Alla durata temporanea dell’accordo
• Alla rilevanza strategica dell’accordo
• Al livello di coordinamento
• Al grado di dominanza
• Alla natura delle attività condivise
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Cecchi, M. (2005). Economia dei gruppi e delle aggregazioni aziendali (V ol. 24). FrancoAngeli.