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Abstract
Il nuoto è da sempre considerato lo sport completo per eccellenza. Nella concezione
comune rappresenta una tappa imprescindibile nella vita di ogni bambino, che necessita
di nuotare il più possibile per avere uno sviluppo ottimale della struttura ossea e
muscolare. In età adulta il nuoto, ancora oggi, viene continuamente proposto come la
soluzione a molte problematiche relative a postura e dolori cronici della schiena. Negli
anziani le attività natatorie vengono consigliate nei casi di osteoporosi per evitare di
sovraccaricare eccessivamente l’apparato scheletrico, cercando di proteggerlo il più
possibile dalla forza di gravità.
Per questi motivi il nuoto, inteso come attività sportiva praticata in autonomia e senza
adeguata prescrizione medica o supervisione di un chinesiologo specializzato, viene
utilizzato come panacea di tutti i mali, facendone ricorso anche quando le linee guida lo
sconsiglierebbero.
➢ Nei bambini il nuoto non rappresenta la miglior soluzione sia per quanto riguarda
lo sviluppo dell’apparato muscolo-scheletrico sia per ciò che concerne le capacità
coordinative.
. Nel primo caso la stimolazione del tessuto osseo e dei muscoli tonici richiede la
presenza di un eustress dato da sovraccarichi esterni di varia natura
1
, cosa che
nuotando non può essere proposta in maniera ottimale. Nel secondo caso le capacità
coordinative del bambino, sulla terraferma, non beneficiano di alcun miglioramento
poiché tutto ciò che viene svolto durante il galleggiamento non porta alcun transfert
nelle attività svolte a secco.
➢ Le problematiche relative a postura e dolori alla colonna vertebrale hanno bisogno
di trattamenti specifici, gestiti o supervisionati da un medico specialista. Spesso
nuotare, anche a dorso, porta a generare una serie di compensi in grado di
peggiorare ulteriormente la situazione esistente.
➢ Nella terza età, specialmente se si è soggetti ad osteoporosi, è necessario
ricercare il rinforzo della muscolatura tonico-posturale e la stimolazione delle ossa,
1
Come la pressione, data dalla forza-peso, che subisce il sistema muscolo scheletrico quando si è in
stazione eretta.
3
imprimendo un eustress che in acqua non ha la possibilità di venire applicato in
maniera ottimale.
Premessa
Il nuoto è sempre stato considerato dalla maggior parte delle persone come la soluzione
a qualsiasi problema, o dolore, riguardante la colonna vertebrale o la schiena in generale.
Nella popolazione sana le attività natatorie vengono considerate come la forma di
prevenzione, o come miglior metodo, per uno sviluppo armonico della struttura muscolo-
scheletrica.
L’espressione “il nuoto è lo sport più completo” appartiene ormai alla nostra cultura a tale
livello che, purtroppo, anche chi lavora nel campo della salute e della prevenzione
difficilmente confuta tale affermazione. Il consiglio di nuotare, specialmente a dorso,
viene dato il più delle volte senza nemmeno sincerarsi se esistono le condizioni fisiche e
le abilità tecniche per poter eseguire i movimenti specifici dello stile indicato. Ecco perché,
molto spesso, le piscine si riempiono di persone senza competenze tecniche che, sotto
consiglio di personale non qualificato, fanno un’attività che il più delle volte risulta
infruttuosa, o addirittura dannosa.
Questo elaborato è diviso in tre capitoli ognuno dei quali dedicato ad un tema specifico.
Il primo capitolo affronta il tema del rapporto fra bambini/ragazzi e nuoto, analizzandone
le possibili criticità nello sviluppo, fisico e motorio. Seguiranno alcune indicazioni su quali
siano le attività più indicate da seguire in base alle varie fasce d’età.
Il secondo capitolo è dedicato ai problemi della postura e della colonna vertebrale.
Verranno evidenziate le incongruenze della pratica del nuoto libero come trattamento nei
casi di alcuni paramorfismi, dando indicazioni su alcuni protocolli di lavoro da seguire.
Verrà inoltre fatto un rapido accenno sulla scoliosi e sui motivi per i quali nuotare non può
essere considerata una terapia sufficiente e risolutiva per questa particolare
deformazione del rachide.
Il terzo capitolo riguarda gli anziani ed i motivi per i quali, spesso, si consiglia il nuoto alle
persone in terza età. Seguiranno delle linee guida riguardanti le soluzioni dei problemi
trattati.
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I dati presenti in questo elaborato sono stati ottenuti analizzando la letteratura scientifica
di riferimento e consultando alcuni libri sul nuoto. Le conclusioni alle quali porta l’analisi
dei vari studi è che il nuoto, inteso come attività eseguita in maniera libera e non
supportata da professionisti di riferimento, non può in alcun modo essere presentato
come uno sport in grado di curare, prevenire, o stabilizzare le problematiche qui di seguito
presentate. È quindi necessario rimarcare in maniera netta la differenza fra lo sport nuoto
e tutta quella che è la ginnastica rieducativa in acqua, specificando come il primo abbia
il solo scopo di coprire una distanza il più velocemente possibile, impiegando la minor
quantità di energie necessarie, mentre la seconda rappresenta la parte iniziale di una
catena che serve a portare ad una rieducazione totale, che vede il lavoro in acqua
personalizzato come primo di molti step da seguire. È opportuno specificare che quando
si parla di patologie, in nessun caso, è possibile eseguire attività fisica di vario genere in
totale autonomia senza aver prima consultato il proprio medico di riferimento.
Introduzione
Ad oggi i dati riguardanti l’importanza dell’attività motoria sono sempre maggiori,
dimostrando quanto la costante pratica di un esercizio fisico strutturato sia in grado di
aumentare l’aspettativa di vita anche di oltre 4 anni
1
. Nonostante ciò i motivi per i quali si
sceglie di fare attività fisica difficilmente riguardano principalmente il solo aspetto relativo
alla prevenzione o al wellness in generale.
Attualmente, se si esclude il calcio, diffuso in larga misura fra le fasce più giovani della
popolazione, il nuoto risulta la disciplina maggiormente praticata, con una percentuale di
penetrazione trasversale a tutte le età
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, pur godendo di una minor visibilità rispetto ad
altri sport. Il motivo di questo dato è spiegabile in un insieme di idee che ormai formano
la base della cultura legata all’attività sportiva di molte persone: il nuoto è uno sport
completo e la sua pratica aiuta a prevenire e curare problemi posturali o dolori alla
schiena. Anche se in letteratura queste idee sono state ampiamente superate
3
è difficile
scardinare un pensiero talmente tanto radicato e condiviso negli anni.
1
S.C. Moore, et al. - Leisure time physical activity of moderate to vigorous intensity and mortality: a large
pooled cohort analysis. PLoS Med; 9:e1001335 (2012)
2
Osservatorio sullo Sport System Italiano – Banca Ifis, Edizione Marzo 2022
3
ISSLS – Annual congress of the International Society for the Study of the Lumbar Spine, 2009
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Alla base di questa tesi vi è l’analisi dei motivi che maggiormente portano le persone a
scegliere il nuoto come disciplina da praticare. La motivazione principale che mi ha spinto
ad approfondire queste tematiche riguarda l’insieme di falsi miti che girano attorno al
nuoto, inteso come attività sportiva praticata in maniera autonoma, e la poca conoscenza
delle linee guida, ampiamente pubblicate, riguardanti varie problematiche, da parte degli
operatori del fitness e del wellness. Ad oggi il nuoto viene considerato come la “panacea
di tutti i mali”, rendendo difficile divulgare le motivazioni per le quali è necessario fare
attività totalmente diverse rispetto a quelle praticate in piscina in autonomia. Molte
persone tendono ad essere diffidenti e spaventate nell’eseguire allenamenti a secco che
prevedono l’utilizzo di sovraccarichi e progressioni ben strutturate, anche quando queste
risultano essere le migliori indicazioni da seguire.
L’obiettivo di questa tesi è quello di analizzare i motivi che portano a scegliere, o
consigliare, il nuoto come unica disciplina per affrontare determinate problematiche
all’interno di tre contesti di vita diversi. L’elaborato si struttura in capitoli che trattano
ognuno una fase della vita differente: i bambini/gli adolescenti, gli adulti e gli anziani, in
modo tale da coprire la maggior parte delle casistiche possibili. Le informazioni utilizzate
per l’analisi delle varie problematiche provengono da pubblicazioni e studi specifici,
nonché dall’esperienza personale maturata negli anni.
Le conclusioni di questa tesi verranno trattate debitamente nella sezione finale
dell’elaborato.
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Nuoto e bambini
Quando si deve scegliere l’attività fisica per i propri figli uno dei primi pensieri va
sicuramente verso il nuoto. Il problema non è assolutamente nella disciplina in sé ma nei
motivi che guidano genitori, e specialisti del settore, verso questa scelta. Di seguito
verranno analizzati i più comuni.
Lo sport più completo
Il rapporto esistente fra funzione e struttura è stato ampiamente discusso negli anni e
vede ancora accesi dibattiti. Una sintesi su questa diatriba è stata fatta da Mézières che,
semplificando al massimo il suo pensiero, parla di come la funzione governi la struttura
quando si ha a che fare con un corpo sano, al contrario, la struttura governa la funzione
quando si tratta di un corpo malato
1
. Prima di scegliere una disciplina da far praticare
occorre quindi sapere se il bambino possiede una adeguata gestione del corpo, e
controllo dei movimenti, per evitare che la sua struttura imponga dei compensi sui vari
gesti tecnici. In alternativa sarebbe meglio optare per un’attività che preveda un livello di
ingresso nel quale il primo step consiste nel lavorare in maniera specifica sulla correzione
dei vizi posturali e funzionali.
Quando si parla del nuoto come lo “sport più completo” si trasmette l’idea che questa
disciplina sia in grado di allenare tutti i muscoli del corpo in maniera armonica e bilanciata
fra di loro, favorendo il miglior sviluppo muscolo-scheletrico possibile, a prescindere dalla
condizione di base del bambino. Vediamo perché questo non è sempre possibile e quali
sono gli eventuali problemi a livello posturale che possono scaturire.
I muscoli coinvolti
L’idea comune è che il nuoto coinvolga tutti i muscoli del corpo (rimandando il pensiero,
in maniera indiretta, al fatto che esistano attività sportive che ne attivino una sola parte).
A questo punto è opportuno rivolgersi ad una delle classificazioni dei muscoli che li vede
divisi in due gruppi: fasici e tonici. I primi hanno un metabolismo prettamente glicolitico e
sono deputati principalmente al movimento, permettendo di compiere gesti rapidi con una
potenza relativamente elevata, raggiungendo in tempi brevi la condizione di
affaticamento. I secondi vengono anche detti muscoli tonico-posturali, sono caratterizzati
1
P. E. Souchard, F. Mézières, Françoise,Darmagnac, M.-C. - Méthode Mézières : Bases scientifiques,
principes mécaniques, technique, Maloine, (1979)