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INTRODUZIONE
Fin dall'inizio dei tempi le donne sono state considerate cittadine di seconda classe,
viste come creature deboli e fragili: ciò significava avere meno diritti rispetto a quelli di cui
disponevano gli uomini. Nel corso della storia, le donne sono state oppresse e poco
considerate nella società in cui vivevano. Sin dall’infanzia, le ragazze sono state incoraggiate
a preoccuparsi più del loro aspetto che della capacità della loro mente. Si dava per scontato
che le donne non fossero brillanti quanto l’altro sesso o comunque non adatte a svolgere un
ruolo di primo piano nella società. Il femminismo è stato in grado di cambiare questo vecchio
sistema, incitando le donne di tutto il mondo a unirsi allo scopo di porre fine
all’emarginazione femminile. L’elaborato, dunque, è volto ad analizzare il femminismo, una
serie di movimenti sociali e politici, e le sue peculiarità.
L’analisi e lo sviluppo di tale argomento è frutto di un personale interesse sulla
condizione femminile su scala mondiale, sul modo in cui è stata in grado di conciliare il suo
ruolo nella società, di madre, moglie e lavoratrice; e sulla pioniera del femminismo italiano
Sibilla Aleramo, la prima donna a rifiutare pubblicamente il ruolo di moglie e madre tramite
Una Donna, un romanzo talmente scandaloso ma di enorme impatto da essere tradotto
immediatamente in dodici lingue.
Scopo del presente elaborato è mettere in rilievo in quale modo il femminismo ha
aiutato la donna a liberarsi da quella posizione di subordinazione che la soggiogava ad una
“inferiorità innata”, mettendone in evidenza le peculiarità storico-sociali e superare la
semplice definizione del femminismo, con il fine di scoprire quali personalità si celano dietro
a ogni singola battaglia. La dissertazione, in questo modo, mira a proporre delle nuove chiavi
di lettura del fenomeno del movimento femminista; grazie al quest’ultima, la donna ha avuto
finalmente l’occasione di dimostrare il proprio valore, raggiungendo traguardi che prima
sembravano impossibili.
Dalla presente dissertazione si spera di imparare se e come è cambiato il movimento
femminista e per quali cause si batte rispetto a quelle di fine Ottocento-inizio Novecento,
analizzandolo in maniera oggettiva e imparziale. Che ruolo ha ricoperto Sibilla Aleramo
nella lotta femminista in Italia e in che modo Una Donna è stato metaforicamente lo
spartiacque della visione femminile.
Nel trattare un argomento vasto come il femminismo, la piattaforma internet è stata
fondamentale per approfondire lo sviluppo di questo fenomeno, consentendo di affrontare
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eventi talmente attuali di cui non esiste documentazione cartacea: tramite interviste,
documentari e film. I social media come Instagram e Tiktok hanno ricoperto un ruolo sempre
più rilevante nella condivisione di testimonianze, un tempo rinchiuse nella riservatezza e nel
pudore, contro la violenza subita, benché, ovviamente, sia sempre soppesata la veridicità di
tali comunicazioni. Il supporto cartaceo è costituito invece da saggi e libri, i quali trattano il
movimento femminista e le sue declinazioni, ma anche autobiografie di protagoniste del
movimento.
Il femminismo dimostra che non esiste rivoluzione senza le donne. Contrariamente a
ciò che si pensa, il movimento femminista non vuole rendere le donne più forti, ma rendere
il mondo conscio della loro forza. Perché ogni volta che una donna lotta per sé stessa, lotta
anche per tutte le donne.
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CAPITOLO PRIMO
IL FEMMINISMO, UN MOVIMENTO IN CONTINUA EVOLUZIONE.
1.1 La preistoria del femminismo
Prima di parlare di femminismo, ovvero il movimento internazionale che rivendica
alle donne il diritto di assoluta parità nei confronti degli uomini, in campo economico,
giuridico, politico (accesso a tutti gli impegni, uguali diritti civili, diritto di voto e di
eleggibilità
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), è opportuno citare alcune scrittrici che hanno contribuito all’emancipazione
della donna, a partire da Chistine de Pizan che è stata la prima donna scrittrice francese di
professione a cavallo tra il XIV e XV secolo.
Chistine de Pizan nasce nel 1365 a Venezia, ma ben presto si trasferisce con la famiglia
a Parigi, dove resterà per tutta la vita. Grazie alla magnanimità del padre, Tommaso de
Pizzano, viene istruita come i fratelli, contrariamente all’usanza medievale che impediva alle
donne di studiare. Per il ruolo ricoperto da Tommaso alla corte di Carlo V di Francia, la
giovane ha l’opportunità di frequentare un ambiente stimolante. Christine partecipa alla
“Querelle du Roman de la Rose”, il primo dibattito letterario francese, denunciando la
volgarità e la misoginia dei romanzi “de la Rose”, appunto, affermando che l’inferiorità
femminile non era di carattere naturale, bensì di origine culturale:
Pourquoi appeler le Roman de la Rose « art d’aimer »? » s’insurge-t-elle: C’est bien plutôt
l’art d’enseigner aux hommes les mauvaises ruses pour tromper les femmes. L’attaque du
château de Jalousie ne les livrent-elles pas à honte et à débauche
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?
Christine si rende quindi conto di come la letteratura continua a emarginare la donna, senza
permetterle di istruirsi, e di conseguenza di elevarsi socialmente ed economicamente:
1
S. Battaglia, Grande Dizionario Della Lingua Italiana, 1972, Torino, p. 808.
2
https://gallica.bnf.fr/html/und/manuscrits/querelle-du-roman-de-la-rose?mode=desktop (Data di ultima
consultazione: 11/03/2023). “Perché chiamare il Roman de la Rose “arte di amare”?» protesta: “È piuttosto l’arte
di insegnare agli uomini brutti trucchi per ingannare le donne. L’attacco al castello di Jalousie non li consegna alla
vergogna e alla dissolutezza?” (Traduzione Nostra).
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Mais se femmes eussent les livres fait;/Je sçay de vray que autrement fust du fait;/ Car
bien scevent qu’a tort sont encoupées;/ Car les plus fors prenent la plus grant part;/ Et
le Meilleur pour soy qui pieces part
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.
La scrittura di Pizan cerca di stabilire l’autorità femminile tramite la reinterpretazione della
tradizione, scostandosi così dalla visione misogina medievale, maturando i suoi ideali
femministi che porranno le basi del suo scritto La cité des Dames, scritto in pochi mesi,
nell’inverno tra il 1404 e il 1405. L’opera vuole dimostrare che l’inferiorità femminile non
è dovuta alla delicatezza fisica della donna stessa, ma è semplicemente un fattore culturale,
solo grazie all’istruzione lei sarà finalmente libera dall’oppressione imposta dalla società:
Se ci fosse l’usanza di mandare le bambine a scuola e di insegnare loro le scienze come si
fa con i bambini, imparerebbero altrettanto bene e campirebbero le sottigliezze di tutte le
arti, così come essi fanno
4
.
Christine crea dunque una città letteraria fittizia abitata da solo donne, dame non nobili per
titolo, ma per grandezza d’animo, che per la tradizione erano state esempi dei vizi femminili;
e così riscrivendone la storia, l’autrice ridona loro la dignità. I dialoghi che la scrittrice
instaura con le tre dame che incontra, Ragione, Rettitudine e Giustizia, sono di fondamentale
importanza, siccome scardinano i pregiudizi degli uomini sulla vacuità e vanità delle donne.
Terminata l’opera, Christine apre le porte della città a regine, guerriere, poetesse, indovine,
scienziate, martiri e sante che possono finalmente trovarvi rifugio e comprensione.
Nell’ambito francese troviamo un’altra protofemminista, ma è necessario aspettare
qualche secolo. Nell’anno 1791, in piena Rivoluzione francese, Olympe de Gouge,
pseudonimo di Marie Gouze (1748-1793), elabora La Déclaration des droits de la femme et
de la citoyenne (Dichiarazione dei diritti della donna e della cittadina). Si tratta del primo
documento che invoca l’uguaglianza giuridica e legale delle donne in rapporto agli uomini
ed è stato pubblicato allo scopo di essere presentata all’Assemblée Nationale per esservi
adottata. Costituisce un’imitazione della Dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino,
in cui vengono elencati i diritti validi solo per gli uomini, le donne invece sembravano
escluse da questo nuovo ordine moderno: non disponendo del diritto di voto, dell’accesso
alle libere professioni e ai diritti di possedimento. Entrambi i documenti sono costituiti da
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C. Pizan, La Città delle Dame, a cura di P. Caraffi, Roma, Carocci, 2022, p. 17. “Ma se le donne avessero scritto
i libri/ so per certo che sarebbe stato diverso, / poiché ben sanno che a torto sono accusate/ così le parti non sono
divise equamente, / poiché i più forti prendono la parte più grande/ e chi divide tiene quella migliore per sé”.
4
Ivi, p. 153.
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un preambolo e diciassette articoli; De Gouges ricalca i contenuti già proposti nella
Dichiarazione dell’89, limitandosi solo a sostituire la parola donna a quella di uomo o ad
aggiungerla. In particolare, nel primo articolo Olympe de Gouges esprime le sue idee
politiche sulla condizione femminile: «la femme naît libre et demeure égale l’homme en
droits. Les distinctions sociales ne peuvent être fondées que sur l’utilité commune
5
».
Nel novembre 1793 Olympe paga con la vita l’impegno profuso per i suoi ideali di
parità di genere. Grazie al suo contributo nascono i primi club politici, formati
esclusivamente da donne. Oltre all’ostilità maschile, questi club affrontarono una forte
divisione interna: non tutte avevano come principale obiettivo la stessa causa.
Un’altra femminista ante litteram è stata Mary Wollstonecraft. Nata nel 1759, è figlia
di un imprenditore fallito e violento e di una madre debole e indifferente. A diciannove anni,
a causa del padre, Mary spinta dalla necessità di guadagnarsi da vivere, fonda una scuola,
insieme alle due sorelle e Fanny Blood, che però si vede costretta a chiudere. La violenza
del padre che rivolgeva nei confronti della madre era la prova indelebile delle ingiustizie
subite dalle donne della sua epoca. I suoi primi testi sono dunque riflessioni sulla condizione
della donna nel sistema educativo e professionale. Quando cercava un lavoro, si rendeva
conto che le strade lavorative che poteva intraprendere, come donna, erano due: diventare
istitutrice o governante. Importante sottolineare che l’istruzione che ricevevano le donne era
assai diversa da quella che ricevevano gli uomini, e di conseguenza enormemente limitata:
È giunta l’ora di dare inizio a una rivoluzione nei costumi delle donne, è giunta l’ora di
recuperare la dignità perduta, e far sì che esse, in quanto parte della specie umana, si
adoperino per riformare se stesse e per riformare il mondo
6
.
Il passato sembra ripetersi ancora una volta, quando a Parigi incontra l’imprenditore Gilbert
Imlay, del quale si innamora senza essere corrisposta: per l’uomo, Wollstonecraft era una
preda come tante altre donne prima di lei. Dalla relazione avrà la sua primogenita Fanny, ma
la relazione la ferisce così nel profondo che Mary tenta il suicidio due volte, prima con il
laudano e poi gettandosi nel Tamigi. Nel 1796 inizia la relazione con William Godwin, i due
condividevano l’amore per la cultura e la fede nella libertà e nella parità. Dopo la morte della
Wollstonecraft il marito pubblica delle lettere private della moglie, dalle quali emerge una
versione di Mary totalmente diversa: schiava di un amore non ricambiato da Imlay.
5
https://gallica.bnf.fr/essentiels/anthologie/declaration-droits-femme-citoyenne-0 (Data di ultima consultazione:
08/03/2023). “La Donna nasce libera e ha gli stessi diritti dell’uomo. Le distinzioni sociali non possono essere
fondate che sull’interesse comune” (Traduzione Nostra).
6
M. Wollstonecraft, Sui diritti delle donne, a cura di B. Antonucci, Milano, Bur, 2008, p 5.