3
INTRODUZIONE
Almeno una volta nella vita, gli appassionati dei giochi da tavolo, inevitabilmente
avranno sentito parlare o si saranno imbattuti in Dixit, uno dei più celebri e innovativi
giochi di società degli ultimi anni.
Esso non a caso, ha raggiunto un’ampia notorietà grazie anche ai numerosi premi e
riconoscimenti ottenuti, che testimoniano la sua straordinaria qualità ed eccellenza.
Tuttavia, Dixit non è soltanto un gioco di società, Dixit va oltre il mero intrattenimento
ludico, perché ti permette di entrare in un mondo incantato dove l’immaginazione si
libera e prendono vita dei racconti sorprendenti. La fantasia si fonde con la realtà e le
storie inventate si intrecciano con le storie personali. Dixit sfida i confini della logica e,
grazie al forte potere evocativo delle immagini, permette di lasciarsi andare e di
esprimere tutto ciò che risulta difficile con la sola comunicazione verbale.
L’ispirazione ad approfondire questo tema nasce dal fascino suscitato dalle immagini
delle carte Dixit; è strabiliante come una stessa immagine venga interpretata in modo
completamente differente da persona a persona: una stessa caratteristica può incutere
timore o meraviglia, così come uno stesso personaggio può essere tralasciato o messo in
primo piano, perché ogni carta ha mille significati che cambiano in base alla persona, al
suo vissuto e al suo stato d’animo.
Allora mi sono chiesta: Cosa definisce la nostra percezione del mondo? Cosa influenza
le nostre interpretazioni? Cosa si cela dietro le nostre scelte?
In ambito psicodiagnostico, esistono numerosi test performance-based che consentono
di esplorare la personalità ed altri aspetti di un individuo attraverso le sue risposte a
specifici stimoli, immagini o fotografie. Tra questi test rientrano il Rorschach, il
Thematic Apperception Test (TAT), l’Object Relations Technique (ORT), e molti altri.
4
Tuttavia, ritengo che anche le carte Dixit, grazie al loro potente simbolismo e impatto
evocativo, possano costituire un prezioso strumento in grado di far emergere aspetti
dell’individuo che non trovano sbocco nelle parole, e che quindi attraverso le immagini
possano essere più facili da verbalizzare.
Dalle prime ricerche effettuate su Dixit al di fuori del contesto ludico, emerge una
sorprendente varietà di approcci da parte di professionisti di diversi campi, ognuno con
scopi e modalità differenti, ma tutti approfittando del loro potenziale illustrativo.
In ambito terapeutico, le carte vengono utilizzate dai professionisti di salute mentale con
metodi differenti in base al tipo di orientamento psicoterapeutico e al tipo di setting, ma
con lo scopo comune di favorire la narrazione e facilitare la comunicazione con i loro
pazienti.
Inoltre, Dixit trova ampio impiego anche nell’ambito educativo, nei processi di
coaching e counseling, e in molti altri contesti incentrati sulle relazioni interpersonali.
Non a caso, le carte hanno numerose potenzialità, tra cui l’estrema versatilità e l’ampia
adattabilità ad ogni contesto.
Per questo motivo, mi sono interrogata su quanto le metodologie di utilizzo di Dixit, da
parte soprattutto di psicologi e psicoterapeuti, sia vasto e diversificato, ma su come al
momento, facendo riferimento alla letteratura scientifica, non esistano ancora studi volti
a renderlo uno strumento oggettivo e standardizzato.
Ciò comporta che, nonostante la possibilità di trarre numerose inferenze sul singolo
caso in esame, al momento non si dispone di alcuna solida certezza riguardo la loro
affidabilità e validità ai fini di una valutazione psicologica.
Per tale ragione, questa tesi si pone l’obiettivo di conferire un barlume di scientificità al
potenziale di Dixit come strumento di valutazione psicodiagnostica, attraverso una
5
piccola ma fondamentale standardizzazione delle carte, che consentirà di suddividerle in
categorie, corrispondenti agli stili interpersonali del Personality Assessment Inventoy
(PAI). Questa suddivisione servirà come base per la seconda parte della ricerca, volta
invece a studiare gli stili interpersonali di ciascun individuo sia attraverso il test PAI,
che mediante l’analisi delle risposte alle carte Dixit.
In questo modo, se le ipotesi saranno confermate e si evidenzierà una correlazione
significativa tra i due strumenti, si avrà conferma che le carte Dixit possono fornire
informazioni rilevanti e attendibili in merito al costrutto che si vuole indagare, in questo
caso lo stile interpersonale.
Una solida standardizzazione delle carte potrebbe costituire il fondamento per sviluppi e
approfondimenti futuri di questo possibile nuovo strumento diagnostico potenzialmente
innovativo ed estremamente utile per i professionisti del campo della salute mentale.
Per quanto concerne la struttura della tesi, il primo capitolo sarà incentrato sulla
trattazione teorica di Dixit, analizzando le sue origini come gioco, nonché le potenzialità
che lo contraddistinguono e le sue diverse applicazioni. Si esplorerà inoltre il ruolo delle
immagini nell’ambito dei test psicologici, esaminando sia il crescente interesse verso gli
approcci innovativi, sia l’importanza delle metodologie tradizionali con i test
psicologici più consolidati.
Il secondo capitolo costituirà un approfondimento della ricerca condotta sulle carte
Dixit, a partire dalla formulazione delle ipotesi e degli obiettivi dello studio. Saranno
descritti nel dettaglio le modalità con cui sono stati raccolti i dati e la selezione dei
partecipanti, nonché gli strumenti e le procedure utilizzate per la standardizzazione delle
carte Dixit. Verranno presentati inoltre i risultati ottenuti mediante le analisi statistiche,
fornendo una visione esaustiva dell’efficacia dello strumento.
6
Infine, il terzo e ultimo capitolo sarà dedicato alla discussione dei risultati, emersi sia
dalla standardizzazione delle carte, sia dalla somministrazione del test PAI, sia dai
colloqui con le carte Dixit. Sarà dato spazio a interpretazioni e considerazioni sulle
implicazioni dei dati raccolti, evidenziando i contributi significativi che la ricerca offre
nel contesto della valutazione psicologica. Si concluderà infine con l’importanza delle
scoperte per lo sviluppo di future ricerche e approfondimenti su Dixit, in quanto questo
studio si propone di gettare nuova luce sul potenziale inesplorato di questo meraviglioso
strumento.
7
CAPITOLO 1
Esplorando il mondo dei test psicologici: dall’approccio tradizionale a
metodi innovativi
1.1 Dixit, il gioco: un’esperienza ludica per stimolare la creatività e la
comunicazione
Il gioco Dixit è un gioco di società, un gioco di carte e di immagini, il cui scopo è quello
di cercare di far capire ad almeno uno degli altri giocatori (ma non a tutti) la propria
carta.
Ma in realtà Dixit è molto più di questo… partiamo dagli albori.
Il gioco fu ideato da Jean-Louis Roubira, un neuropsichiatra infantile specializzato nella
relazione madre-bambino, che nei primi anni 2000 era solito ritagliare immagini dalle
riviste per bambini per poterle poi utilizzare nei suoi colloqui terapeutici (Barone et al.,
2019, pag. 172-215). Quelle immagini ritagliate diedero a Roubira l’ispirazione per
ideare uno strumento che andasse ad indagare i vissuti dei bambini uscendo da un clima
asettico di valutazione. È facile decodificare un qualcosa che si ha davanti, ma è ben più
difficile descriverlo, e Dixit adotta proprio questa logica. Nel gioco, un narratore a turno
dà una descrizione della sua carta, inventa una storia partendo da una semplice
immagine in cui sono racchiusi molteplici contenuti metaforici, e sceglie lui stesso
quale contenuto descrivere e che significato attribuirgli.
Dixit diventerà così un gioco di carte incentrato sulla fantasia e l’immaginazione, il
quale faciliterà la narrazione e la comunicazione.
Inizialmente, il gioco non aveva questo nome e conteneva soltanto le carte disegnate
dallo stesso Roubira. A tal proposito ci furono diverse critiche, tra cui il fatto di esser
8
ritenuto un gioco troppo intellettuale e il problema dei diritti d’autore legati alle
immagini che lo psichiatra avrebbe voluto utilizzare.
È per questo che Roubira si affidò ad un’illustratrice professionista per creare le carte da
gioco, Marie Cardouat, la quale si mise subito all’opera per il nuovo progetto.
Marie Cardouat è specializzata nella creazione di illustrazioni di libri per bambini e ha
sviluppato nel tempo uno stile artistico molto personale e riconoscibile.
Il suo estro creativo portò alla realizzazione di splendide illustrazioni per le carte Dixit,
ispirate ai grandi dell’arte, della letteratura fantastica e della mitologia. Come ad
esempio immagini che richiamano al surrealismo di Magritte e Dalì, o i segnapunti del
gioco ispirati ai Bianconigli di Lewis Carroll.
Nei suoi lavori Marie Cardouat utilizza una combinazione di tecniche tradizionali e
digitali, tra cui acquerello, inchiostro e collage, ed ogni immagine, unica e colorata,
spesso surreale o fantastica, riesce subito a catturare l’occhio dell’osservatore e ad
essere fonte d’ispirazione per i giocatori. Inoltre, vengono presentate anche una
moltitudine di tematiche antropologiche e psicologiche, molto care allo psichiatra
Roubira, come ad esempio il tema della nascita, della libertà e della prigionia, delle
scelte, delle relazioni e dell’amore… tutte tematiche che racchiudono grandi contenuti
metaforici e che incoraggiano i giocatori a trovare delle connessioni tra le immagini e le
parole da usare per descriverle.
Ed è proprio così che ha preso vita e si è evoluto Dixit, pubblicato per la prima volta nel
2008 dalla casa editrice francese Libellud, la quale ha colto l’opportunità di farsi
conoscere attraverso la pubblicazione di questo gioco, che si è rivelato infatti perfetto
per tale scopo. In Italia, invece, il gioco è stato poi distribuito dalla casa editrice
Asmodee.