69
3. Gli ultimi teen drama e le famiglie imperfette
Per Grasso e Penati (2016) la serialità televisiva americana è considerabile un genere a
tutti gli effetti, fatto di una storia, di uno stile specifico, di una cultura della produzione,
ma, soprattutto, della volontà di porsi come specchio della realtà americana ormai
globale:
“Quel che mi affascina è notare come l’America usi la denuncia delle sue debolezze
per invadere l’immaginario del pubblico, proprio nel momento in cui non ha più la
volontà o i mezzi per essere il gendarme del mondo. Il soft power dell’America
continua a progredire, nel momento in cui l’hard power si indebolisce
considerevolmente.” (Moisi, 2016)
Rispetto agli anni Novanta, il panorama della serialità televisiva globale ha subito una
rivoluzione senza precedenti che ha consolidato i processi emersi durante gli anni
Novanta e sviluppatisi nel corso del nuovo millennio: la digitalizzazione e il
conseguente switch off, la convergenza mediale e culturale, la diffusione di DVR
26
e
VOD
27
e la conseguente nascita dei player OTT
28
.
È proprio la mutazione del contesto tecnologico a determinare una rivoluzione del
contesto industriale e, di conseguenza, culturale ed estetica. Mentre produzione,
distribuzione ed esercizio, un tempo separati, convergono in giganteschi conglomerati
mediali, i contenuti convergono nei sempre più onnipresenti supporti mobili e la visione
dello spettatore non è più vincolata, ma anytime ed anywhere (Re, 2017).
Amanda Lotz definisce quest’epoca “Post-network Era” per sottolineare la costante
comparsa di nuovi competitors che combattono insieme ai vecchi una vera e propria
guerra globale per conquistare il tempo degli spettatori sempre più consapevoli circa il
loro gusto personale e sempre meno disposti a guardare qualcosa che non fa per loro.
26
Digital Video Recording, apparecchiatura che consente la registrazione dei programmi su disco rigido.
(Corvi, 2020)
27
Video On Demand. Comprende tre modelli di business:
• SVOD: servizio che comprende un canone fisso periodico per accedere su richiesta ai contenuti
audiovisivi presenti nel catalogo in maniera illimitata e senza vincoli di orario. Tipico di Netflix
e Amazon Prime.
• TVOD: Servizio che non prevede un abbonamento, ma permette all’utente di comprare il singolo
contenuto dietro corrispettivo di un determinato importo. Tipico di iTunes e Chili.
• AVOD: Servizio gratuito per gli utenti e basato sulla pubblicità. Tipico di Youtube.
(Corvi, 2020)
28
Over The Top: la distribuzione di servizi e contenuti tramite Internet, senza l’intervento di un provider.
Le OTT sono fruibili da qualsiasi dispositivo che permetta una connessione a banda larga, previo
pagamento di un abbonamento.(Corvi, 2020)
70
L’immensa mole di contenuti disponibili non per tutti rappresenta un vantaggio: mentre
il CEO di FX, John Landgraf, ha coniato l’espressione “Peak TV” proprio per descrivere
la sovrabbondanza dell’offerta (Trimarchi, 2018), Michael Gubbins parla di quanto sia
difficile scovare, all’interno della Peak Tv, un prodotto nuovo che riesca ad ampliare i
nostri gusti:
“La libertà di scelta di cui si parla è in realtà un’illusione [...] Potremmo definire
“illusione della scelta” la situazione paradossale per cui, quanto più si espande
l’accesso ai contenuti, tanto più questi diventano difficili da trovare.” (Gubbins, 2014,
p. 79)
Mittell (2015) parla di “complex tv” per sottolineare che le serie tv non hanno visto
accrescere la loro qualità, concetto definibile unicamente sulla base di ciò che non è “di
qualità”, ma piuttosto hanno visto le loro trame divenire sempre più complesse e sempre
meno prevedibili e la loro attrattiva riferirsi non più unicamente al dipanarsi delle
vicende, ma anche all’estetica funzionale che invita uno spettatore sempre più
competente e attivo a rintracciare i numerosi riferimenti interni ed esterni al testo. In
ultimo le serie complesse elevano il personaggio, la sua evoluzione e involuzione, al
centro della narrazione a prescindere dal genere di appartenenza, considerando la
frequente ibridazione che caratterizza le moderne serie tv.
Negli ultimi anni poi si è assistito ad un’ulteriore rivoluzione, databile 2010, anno in cui
finisce Lost, serie che per la prima volta ha generato un culto senza precedenti, fatto di
assidue discussioni su Internet per cercare di ricostruire il filo di una narrazione
stratificata e atemporale e di un senso di abbandono incolmabile al momento della sua
definitiva chiusura: Daniela Cardini (2017) definisce l’attuale periodo “Era della Grande
Serialità” e identifica nel formato la grande differenza rispetto alle serie del passato.
Infatti, l’unità di misura delle serie recenti è la stagione: la struttura da 22 episodi,
profondamente legata al palinsesto televisivo, nelle piattaforme OTT viene sostituita da
un formato che prevede 10 o 13 episodi spesso rilasciati interamente, favorendo la
modalità di visione nota come binge watching
29
, proprio per via del fatto che le stagioni
vengono concepite come un unicum narrativo. Ulteriore caratteristica della Grande
Serialità è quella di creare fenomeni di fandom impensabili in precedenza perché
amplificati dalla pervasività dei social network.
29
Per binge watching si intende “il consumo compulsivo e sequenziale di diverse puntate in un’unica
soluzione temporale che permette al fruitore di esaurire la visione dell’intera stagione in pochi giorni”
(Cardini, 2017, p. 47)
71
Anche se l’attuale situazione mediale è caratterizzata dall’ibridazione, non ha eliminato
i generi, ma “ne ha fatto emergere, rafforzata, la loro natura di interfacce fondamentali
tra un’offerta sempre più ricca e le audience” (Grignaffini, 2016, p. 6). Infatti, il teen
drama non è scomparso, ma anzi si è rivelato tra i generi più di successo sulla
piattaforma Netflix che, per quanto abbia un’offerta variegata e non si rivolga
specificamente ad un target preciso, vede nei giovani la sua base utenti più numerosa e
fedele
30
. Tenendo presenti i pericoli insiti nella modalità di fruizione prediletta dagli
utenti Netflix, Dalila Forni (2020) ne evidenzia anche i risvolti positivi:
“Guardare serie televisive diventa un mezzo per connettersi con amici e coetanei, una
fonte di dialogo, scambio, partecipazione. Il binge-watching viene quindi interpretato
come un tentativo non di isolarsi, ma di stare al passo con gli altri, di mettersi in pari
con gli episodi e di partecipare ad una discussione diretta, evitando spoiler” (ivi, p.
304)
Poiché “ciò che negli anni Novanta aveva attratto i giovani perché ritenuto originale e
alternativo, era ormai diventato obsoleto per le nuove generazioni” (Palermo, 2019), i
teen drama attuali usano l’adolescenza come cornice di trame più articolate e
particolarmente inserite all’interno di altri generi narrativi, ma anche se focalizzati su
tematiche ben precise, rimangono comunque fedeli allo scopo di rispecchiare le ansie di
un’età particolarmente difficile e favorire l’immedesimazione degli adolescenti.
Condividendo la centralità della stagione e la capacità di generare fandom con le
contemporanee serie tv per adulti, anche i personaggi dei teen drama sono mutati, hanno
perso la patina dorata precedente a favore di una rappresentazione più fedele a ciò che
sono oggi gli adolescenti: non tutti bellissimi, ricchissimi e circondati di opportunità da
cogliere, ma spesso tristi, in balia di un mondo che si sgretola di fronte ai loro occhi e
incapaci di comunicare con genitori che parlano un linguaggio diverso da loro.
Ecco che anche i genitori non sono più patinati, ma terribilmente simili a quelli reali,
dotati di sfaccettature che ne rendono difficile un giudizio morale univoco, capaci di
rispecchiare le attuali difficoltà del mestiere più difficile del mondo. Non solo oggi la
famiglia nucleare non rappresenta più l’unica socialmente accettabile, ma è
accompagnata dalle più variegate strutture familiari (miste, single, conviventi,
omosessuali, divorziati), ma soprattutto è mutata anche la concezione di genitorialità e il
dovere di crescere ed educare i figli nel miglior modo possibile è condivisa dalle madri
e dai padri, almeno a livello puramente ideologico.
30
Nel 2016 l’81% degli americani tra i 18 e i 35 anni possiede un abbonamento Netflix. (Grigis, 2016)
72
Il presente capitolo illustrerà i mutamenti sociali avvenuti attorno alla concezione di
genitorialità attraverso la rappresentazione dei genitori in Tredici (2017- 2020), primo
teen drama a tratteggiare dei genitori più umani e veritieri, apripista per Sex Education
(2019 - x), Atypical (2017-2021) ed infine Euphoria (2019 - x): mentre attraverso le
prime due serie verrà illustrato il passaggio dalla maternità intensiva alla genitorialità
intensiva (Sità, 2017) e le conseguenze della paternità inadeguata nella vita dei figli, con
gli ultimi due invece verranno evidenziati gli stili educativi efficaci e inefficaci
(Buonanno et al, 2010). In queste serie i genitori riprendono la loro posizione gerarchica
rispetto alla seconda decade del teen drama, non trattano i figli come pari, né figurano
come un’ideale univoco e irraggiungibile: colpevoli, inadeguati, ossessivi, assenti,
redenti, preoccupati, come uno specchio del mondo reale i genitori nei teen drama
attuali non sono altro che imperfetti.
3.1 Tredici: le madri imperfette
“Ci sono un’infinità di tipi di solitudine. Non parlo di quando ci si sente soli in mezzo
alla folla. Questo succede a tutti, tutti i giorni. […] Il tipo di solitudine di cui parlo è la
sensazione che non ti sia rimasto niente. Niente e nessuno. Come se stessi affogando e
nessuno ti lanciasse una corda.” -Hannah Baker [1x07]
È il 2017 quando la prima stagione di Thirteen Reasons Why viene rilasciata su Netflix
e il clamore generato è impressionante: mentre in molti paesi pullulano aspri dibattiti
moralistici che ritengono il programma troppo esplicito e pericoloso per gli
adolescenti
31
, al punto da spingere Netflix ad eliminare alcune scene,
contemporaneamente il programma raccoglie le lodi della critica alla delicatezza con cui
affronta il suicidio giovanile, il bullismo e la violenza sessuale senza censure e senza
limitare tali tematiche a pochi singoli episodi come accadeva in precedenza nei teen
drama. Anche se sono presenti i numeri verdi e il sito dedicato a cui rivolgersi qualora si
dovesse aver bisogno di aiuto, esattamente come in passato erano presenti in 90210, qui
i gravi problemi che si possono incontrare durante l’adolescenza sono elevati a centro
nevralgico del racconto e l’intento non è quello di educare gli spettatori, ma indurli a
riflettere su ciò che raramente hanno il coraggio di affrontare con gli adulti presenti
nelle loro vite, ritenuti spesso incapaci di ascoltare senza giudizio.
31
Alcuni studi hanno evidenziato un aumento del 30% sul tasso di suicidio tra gli adolescenti negli Stati
Uniti nell’aprile del 2017, anche se nessuno è in grado di affermare con certezza che esso sia legato alla
visione della serie. (Fazio, 2019)
73
Tredici è lo schietto ritratto delle insidie nascoste tra le mura di un liceo qualunque, “è il
silenzio assordante che separa due mondi” (Cardini, 2017, p. 122), quello degli
adolescenti e quello degli adulti, per la prima volta terribilmente normali, fragili,
spezzati, ma soprattutto afflitti da un dolore incomunicabile.
3.1.1 Il programma
Tratta dal romanzo best seller di Jay Asher e co-prodotta dalla popstar Selena Gomez
con l’intenzione di “fare qualcosa che potesse aiutare le persone, perché il suicidio non
dovrebbe mai essere un’opzione” (Fazio, 2019), Tredici è un ibrido tra il teen drama e il
thriller, caratterizzato da una narrazione non cronologica ricca di frequenti flashback e
qualche flashforward, oltre che di suspence e colpi di scena inattesi.
Tutto comincia a seguito della morte di Hannah Baker, ragazza suicidatasi nella sua
vasca da bagno subito dopo aver lasciato ad un suo amico che le doveva un favore,
l’ingombrante compito di recapitare 13 cassette, contenenti i 13 motivi per cui è arrivata
a togliersi la vita, ai 13 colpevoli della sua sofferenza: Justin Foley, per aver diffuso una
foto hot di Hannah in seguito al quale girano alla Liberty High numerose false voci sulle
prodezze sessuali della ragazza; Jessica Davis, per aver mandato all’aria la loro amicizia
durante la sua relazione e successiva rottura con Alex Standall; quest’ultimo, per aver
stilato una classifica indicando Hannah come “miglior sedere della scuola”; Tyler
Down, per aver seguito e fotografato Hannah nella sua privacy; Courtney Crimsen, che,
pur di non ammettere la sua omosessualità, ha usato Hannah come capro espiatorio
dopo che Tyler ha diffuso la foto delle due ragazze che si baciano; Marcus Cole,
presidente del comitato studentesco, per averla molestata in pubblico durante un
appuntamento; Zach Dempsey, per aver lasciato credere a tutti che il biglietto anonimo
sulla volontà di suicidarsi sia di Skye Miller e non suo; ancora Justin, per aver permesso
che Bryce Walker stuprasse Jessica; Sheri Holland, per non essersi assunta la colpa di
aver causato l’incidente mortale di Jeff Atkins; Clay Jensen, che anche se non merita di
condividere la colpa con gli altri, è comunque accusato dalla ragazza di non essere stato
in grado di confessare i suoi sentimenti; Bryce Walker, per aver stuprato Hannah; e in
ultimo il signor Porter, consulente scolastico a cui Hannah si è rivolta in seguito alla
violenza sessuale senza ricevere il supporto adeguato.
74
Lo spettatore viene a conoscenza della storia e ascolta le cassette attraverso il punto di
vista di Clay, attanagliato dal senso di colpa e per questo lento ad ascoltarle tutte fino al
punto di non rispettare la volontà di Hannah, la quale voleva che fossero consegnate a
tutti i protagonisti uno dopo l’altro: spinge Bryce a confessare lo stupro mentre registra,
arrivando a farsi pestare a sangue, ma non gli consegna le cassette, rompe la catena e le
porta direttamente all’ultimo destinatario, il signor Porter. Nel frattempo, Tony
consegna il file con le registrazioni alla famiglia di Hannah, che ha intentato causa
contro la scuola per non aver saputo salvaguardare la figlia dagli atti di bullismo.
Tutte le stagioni si basano su due piani temporali e mentre la prima stagione, il cui
presente ruota attorno all’ascolto delle cassette da parte di Clay e il passato mostra ciò
di cui esse parlano dal punto di vista di ogni protagonista, ottiene alti indici di
gradimento
32
poi essi calano drasticamente per le stagioni successive. Nella seconda il
presente è il processo contro la scuola, che viene alla fine sollevata dalle accuse e il
passato mostra ciò che è successo davvero, al di là di ciò tutti dichiarano in aula; dopo
l’arresto di Bryce, che viene messo ai domiciliari e cambia scuola, Tyler subisce una
violenza sessuale da parte di Monty, un giocatore di football con gravi problemi di
rabbia e decide di presentarsi alla festa di primavera armato e pronto a compiere una
strage, ma viene convinto da Clay a non farlo. La terza stagione vede al centro
l’omicidio di Bryce ed è tutta giocata sul passato, quando alla Liberty arriva Ani, figlia
dell’infermiera che si prende cura del nonno di Bryce e tutti i ragazzi aiutano Tyler ad
uscire dalla sua spirale di odio e rabbia, e il presente, quando tutte le prove sembrano
indicare Clay come l’assassino e alla fine si scopre esser stato Alex ad aver spinto nel
fiume Bryce, ma saputo della morte di Monty in carcere, Ani architetta un piano per
incolpare lui e salvare Clay. L’ultima stagione ruota invece attorno all’arrivo alla
Liberty High di Winston, ex amante di Monty, intenzionato a dimostrare la sua
innocenza e scoprire il vero colpevole, esattamente come gli altri giocatori della squadra
di football, convinti che Clay ne sappia qualcosa e disposti a tutto pur di scoprirlo, in
più il flashforward del funerale di Justin, avvenuto sei mesi dopo. Il discorso tenuto
durante la funzione è un efficace riassunto del messaggio che Tredici voleva lanciare:
“Un’infinità di mali crescono nutriti dal nostro colpevole silenzio. Perché permettiamo
alle paure, ai nostri rimorsi, ai nostri assurdi moralismi, di impedirci di parlare mentre
la morte ci porta via i nostri ragazzi. Io dico adesso basta. Basta scaricare le colpe,
32
Mentre la prima stagione ottiene il 77% delle valutazioni positive per la critica, la seconda ottiene solo
il 28%; la terza l’11% e infine la quarta il 25% (Rotten Tomatoes)
75
basta puntare il dito, basta confondere quelli che subiscono il danno con quelli che lo
hanno causato” [4x10]. Alla fine la Liberty High si dimostra cambiata: Alex e il suo
fidanzato Charlie vengono proclamati re e re del ballo dalla squadra di football,
decretando la fine del maschilismo tossico tra gli atleti, le drastiche misure restrittive
che la scuola aveva adottato nella convinzione di tutelarli (metal detector, poliziotti
armati, telecamere di sicurezza ecc) vengono abolite e i protagonisti riescono ad essere
finalmente sinceri con i genitori e solidali tra di loro, seppelliscono le cassette di Hanna
e si salutano per partire al college. Come i teen drama precedenti, anche Tredici
racconta la quotidianità di un gruppo di adolescenti, ma qui ad essere quotidiani sono il
suicidio, il bullismo e la violenza sessuale, tematiche delicate affrontate in maniera
sincera, priva di superficialità e omissioni. Poiché è impossibile per Netflix assicurarsi
che la visione della serie venga effettivamente limitata ai maggiori di 14 anni, ogni
episodio presenta numeri verdi e link a cui rivolgersi e ogni stagione viene
accompagnata da un documentario, Beyond the Reasons, in cui il cast, i produttori, la
troupe discutono delle riprese e delle tematiche presentate assieme a degli esperti che
spiegano agli spettatori come riconoscere i segni che indicano una vittima, li invitano a
chiedere aiuto e a ribellarsi di fronte alle ingiustizie. Inoltre, emerge chiaramente la
volontà della serie di essere uno spazio sicuro in cui mostrare argomenti che troppo
spesso vengono taciuti ed evitati con gli adolescenti, ma di cui invece si dovrebbe
discutere proprio per fornire la consapevolezza necessaria ad affrontarli.
3.1.2 Olivia Baker e Lainie Jensen
Come già precedentemente evidenziato, Tredici mostra un ritratto realistico del mondo
in cui gli adolescenti vivono nel nuovo millennio, un mondo in cui la reputazione e le
apparenze contano più di ogni altra cosa e in cui qualunque evento, per gli adulti
insignificante, può apparire ai ragazzi insormontabile ed eterno. Esattamente come
invita i suoi giovani spettatori a parlare dei propri problemi senza vergogna, fornisce
anche ai genitori gli strumenti per osservare con più attenzione i figli, che vivono
un’adolescenza molto diversa rispetto al passato e probabilmente più pericolosa: le
informazioni, vere o false che siano, circolano ad una velocità impensabile prima di
Internet e ciò che finisce sul web ci rimane per sempre.
76
Olivia Baker è la madre di una ragazza suicida e l’enorme dolore che prova per la
perdita della figlia è ingigantito dal senso di colpa e dal giudizio degli altri. Tuttavia, la
paura di poter essere colpevole lei stessa non la ferma dal ricercare la verità, al contrario
del marito Andy che ha paura di ciò che potrebbero scoprire. La morte di Hannah è nota
agli spettatori fin dall’inizio ed è con questa consapevolezza che guardano il passato alla
ricerca dei motivi che l’hanno causata. Quando i flashback mostrano Hannah interagire
serenamente con i genitori e nascondere i suoi problemi ai loro occhi, viene da chiedersi
se avessero potuto prestare più attenzione, farsi più domande, intervenire prima.
Cercando prove che dimostrino gli atti di bullismo subiti dalla figlia, Olivia chiede al
marito “perché non me ne sono accorta? Lei era qui, con noi, stava malissimo e
cercava di comunicare e noi invece eravamo convinti che fosse tutto a posto […] se non
fossimo stati così preoccupati per quel negozio m***a…” [1x6]. I problemi economici
della famiglia Baker hanno un peso nel destino di Hannah: hanno contratto debiti
ingenti per aprire un piccolo negozio con farmacia ad Evergreen, poco prima che nella
cittadina costruissero Walplex, ipermercato che porta via i clienti dai commercianti
locali. Quando Ryan pubblica la poesia di Hannah sul giornale della scuola, lei discute
con lui e quando torna a casa dice alla madre di non voler più andare al club dei poeti e
di voler cambiare città, ma Olivia è troppo presa dai conti per badare alle parole della
figlia e litiga con Andy riguardo al fatto che devono risparmiare.
Hannah nasconde il suo dolore per non gravare troppo sui genitori, che non
percepiscono i segnali di allarme che avrebbero dovuto vedere: vedono il nuovo taglio
di capelli della figlia e le fanno i complimenti, senza domandare il perché di questo
cambiamento, che nasconde di fatti la volontà di allontanarsi dal passato e costruire una
nuova immagine di sé per adattarsi ai suoi coetanei; inoltre Hannah chiede ad Olivia il
permesso per andare alla festa in cui Jessica verrà stuprata, lasciando intendere di volere
che le venga impedito, ma la madre non è in grado di capire il suo turbamento così le
dice di fare ciò che vuole e continua a discutere con Andy del negozio. In seguito i
Baker ricevono un avviso di sfratto e Hannah consiglia loro di usare i soldi per il suo
college, ma Olivia non ne ha la minima intenzione e vuole parlare con il proprietario per
accordarsi. Sarebbe dovuta andare in banca a depositare dei soldi, così Hannah si offre
di farlo al posto suo, ma si dimentica la borsa che li contiene sul tetto della macchina,
perdendola come mette in moto.
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Ovviamente i genitori si infuriano e rifiutano che lei li ripaghi con il suo lavoro al
cinema, ma anche se da parte loro non subisce alcuna ripercussione, Hannah si sente
mortificata e questo evento non fa altro che peggiorare il suo stato emotivo, spingendola
ad uscire di casa. Vagando senza meta sente il rumore della festa a casa di Bryce e
proprio quella notte viene stuprata, l’ultimo evento che la convince a togliersi la vita.
Olivia non è sola nel suo dolore, né nel suo senso di colpa, perché Andy soffre tanto
quanto la moglie ed è intenzionato a cercare la verità tanto quanto lei: fa notare al signor
Porter che la poesia sul giornale della scuola parla chiaramente di suicidio e che
avrebbero potuto far qualcosa per scoprirne l’autore e avvertire i genitori; questo gesto
non piace ad Olivia, che gli fa notare di aver dato al nemico l’unica arma di difesa che
avevano e lui risponde “Hannah stava cercando aiuto a gran voce sotto il loro naso e
anche sotto il nostro” [1x9]. Andy dubita di poter vincere la causa e teme che possa
trascinarli in un abisso ancora più profondo di quello in cui già nuotano, vorrebbe perciò
accettare un accordo che oltre a risarcirli, preveda misure di sicurezza contro il bullismo
e i suicidi, ma Olivia non ha intenzione di smettere di lottare e vuole giustizia per la
figlia. Quando ricevono il file delle cassette da Tony, ne rimangono sconvolti al punto
che quando il processo inizia, nella seconda stagione, Andy e Olivia si sono separati.
Olivia è tanto ostinata quanto sofferente per tutto ciò che è costretta a sentire in
tribunale e quando parla ai giornalisti dicendo che sua figlia non è il ritratto costruito
dalla difesa, ma una buona amica, una ragazza gentile e premurosa, Andy decide di
sostenerla in quello che si sta trasformando un processo contro di loro: proprio in
tribunale Olivia scopre che Hannah sapeva del tradimento di Andy con l’attuale
compagna, da cui si era separato proprio nel momento in cui la figlia lo aveva colto in
flagrante. Dopo che Andy sottolinea che al momento dell’ammissione di Hannah alla
Liberty gli era stato assicurato che sarebbe stata accolta in un ambiente sicuro e protetto,
in cui non c’era alcuna tolleranza sul bullismo, l’avvocato difensore usa il suo adulterio
per spostare l’attenzione della giuria sui genitori, sottolineando le loro inadempienze e
la loro responsabilità circa lo stato emotivo della figlia: anche se dichiarano che a casa
Hannah era una ragazza felice e che il tradimento era stato gestito in famiglia con
serenità, la difesa fa notare che la pretesa per cui la scuola si sarebbe dovuta accorgere
della sofferenza di Hannah è assurda dal momento in cui neanche i genitori sono stati in
grado di vederla; inoltre, nonostante i problemi di salute mentale, frequenti nella
famiglia di Olivia, questa non ha mai mandato la figlia in terapia.
78
L’ideologia della maternità intensiva (Hays, 1996) che affida alle madri i principali
doveri nei confronti dei figli non è scomparsa: Olivia si sente colpevole e si sente
giudicata costantemente, “Non passa giorno, durante tutto questo processo e non
passava nei mesi prima, in cui io non rimpianga di non averla abbracciata, di non
averle detto che tutto sarebbe andato bene, ma non ne ho avuto la possibilità.” [2x8].
Nonostante sappia benissimo che i suoi errori hanno avuto delle conseguenze sulla
figlia, è certa che la colpa non sia imputabile unicamente a lei come madre e lotta fino
alla fine per dimostrarlo.
Nel ventunesimo secolo sono in molti a ritenere che questo modello culturale estremo in
base a cui in passato venivano giudicate le madri si è esteso anche ai padri e Tredici
sembra dimostrarlo: Andy non si sottrae mai al suo ruolo, è il primo ad accusare sé
stesso e il senso di colpa lo lacera al punto da allontanarsi dalla moglie e da causargli
difficoltà ad affrontare il processo, anche se si siede sul banco dei testimoni e permette
che l’avvocato e la giuria lo giudichino. Al termine della giornata Andy e Olivia
discutono e lui sostiene di essere stanco di lottare, di aver sempre pensato che sarebbero
stati processati anche loro e che dovrebbero assumersi le loro responsabilità per non
aver saputo riconoscere ed arginare il dolore di Hannah e condividere la colpa con la
scuola, i bulli, Bryce.
Oggi si parla di intensive parenting per indicare che entrambi i genitori (e non solo le
madri, come in passato) sono responsabili del fallimento dei figli e ciò che fanno o non
fanno per loro ha effetti a lungo termine che potrebbero essere devastanti. Esattamente
come la maternità intensiva, si tratta di un’immagine irreale di ciò che dovrebbe essere
un “bravo genitore”, uno standard impossibile sulla base del quale tutti dovrebbero
essere giudicati, senza tener conto del contesto in cui sono diventati genitori e in cui
ancora prima sono stati a loro volta figli. Ma non esiste alcun manuale su cui si possa
imparare a fare i genitori ed è una forzatura pensare alla genitorialità come un set di
competenze da acquisire. (Sità, 2017)
Il fatto che Kevin Porter ammetta in tribunale che avrebbe dovuto fare di più e che
condividerà con i Baker il senso di colpa per non aver saputo salvare Hannah non
garantisce la vittoria: la scuola viene sollevata da ogni accusa. Tuttavia il dolore di
Olivia e di Andy viene in parte attenuato quando scoprono che Hannah aveva scritto
anche i motivi per cui non togliersi la vita e tra questi ci sono anche loro due, oltre a
Clay: “Ha trovato undici ragioni, troppo poche, ma ne ha dimenticate un mucchio! Non
79
importa quante ragioni possano esserci per cui farlo, sono di più quelle per cui no”
[2x13]. Tredici pone l’attenzione su un fatto molto semplice, anche se spesso
dimenticato: i genitori sono esseri umani e come tutti quanti, hanno dei difetti e
commettono degli errori. Sicuramente questi hanno delle conseguenze sui figli, ma non
tutto ciò che fanno può essere imputato a loro e non sempre sono in grado di vedere i
figli per come sono realmente. Questo vale per i genitori di Hannah Baker esattamente
come vale per i genitori di Bryce, sicuramente molto più negligenti nei confronti del
loro ruolo, ma altrettanto ingiustamente giudicabili sulla base del comportamento del
figlio. Nora Walker è la prima a dubitare del figlio quando sente le accuse mosse a suo
carico, mentre il padre, Barry, non sembra porsi neppure il problema. Quando le accuse
si rivelano esatte, il padre si allontana vergognandosi, mentre la madre accetta il
problema, ci fa i conti, si assume le sue colpe (non solo ha sofferto di depressione post-
partum, ma ha subito abusi fisici da parte del padre) e aiuta il figlio che,
autonomamente, inizia un percorso per redimersi e migliorare. Tanto quanto Olivia non
ha la piena responsabilità del suicidio di Hannah, così come non ce l’ha Nora per avere
un figlio capace di stuprare, anche Lainie, madre di Clay, è impotente di fronte alla
spirale di follia in cui il figlio precipita nel corso delle stagioni. Niente può il suo
controllo costante e le frequenti domande a cui sottopone il figlio, perché Clay si tiene
tutto dentro ed è un maestro dell’omissione, anche se non riesce a nascondere i suoi
sentimenti.
Lainie è una madre attenta: vuole che il figlio indossi un casco quando va in giro con la
bici, si allarma quando lo vede sanguinare e anche se lui non dice di star male, capisce
che il figlio nasconde qualcosa fin da quando inizia ad ascoltare le cassette di Hannah e
quando torna a casa in ritardo e ubriaco lei si infuria. Il marito, Matt Jensen, sembra
essere molto più permissivo e tollerante, chiede alla moglie di mantenere la calma e
rimandare la ramanzina, consapevole che i postumi saranno già una punizione adeguata
e convince Lainie a non impedirgli di uscire, in cambio di un maggiore dialogo con loro
e della promessa di tenere sempre la porta aperta. Quando Clay afferma di trovare
stressante l’idea di doversi lavare tutti i giorni, anche Matt inizia a capire che il figlio
non sta bene, nonostante ciò che afferma lui: Laine sente che qualcosa non va, dubita
che non sappia nulla sul bullismo a scuola e fa pressione affinché il figlio si apra con
lei, ma lui le chiede se abbia mai preso in considerazione che potrebbe essere lui il bullo
e la allontana dicendo “Tu non puoi aiutarmi” [1x6].