3
Introduzione
La produzione poliziesca del grande Gaston Leroux, noto per essere
l’autore del Fantôme de l’Opéra, è caduta nell’oblio per il poco interesse da parte
della critica contemporanea. L’obiettivo di questo studio è suscitare una nuova
curiosità per la figura del detective Rouletabille, protagonista dell’omonima
raccolta Rouletabille di Leroux. Dalla nascita di Rouletabille investigatore, al
quale lo scrittore ha dedicato la saga che prende il medesimo nome, a oggi si
sono susseguiti una miriade di detective, i quali hanno danno vita a molteplici
romanzi, serie e trasposizioni cinematografiche, le quali hanno contribuito a
superare e a rendere sempre meno popolare la figura del detective in questione. A
ostacolare un maggiore interesse da parte dell’attuale mondo accademico, nel
caso di Rouletabille, è stato anche il delinearsi nel tempo di un vero e proprio
canone della letteratura poliziesca nel quale il detective francese non rientra a
pieno titolo. Anche se si tratta di regole e schemi formatisi e stilati solo a
posteriori, ormai costituiscono il vademecum del genere policier rispettato da
ogni buon autore di polizieschi. Rouletabille può essere considerato come un
embrione del moderno detective e ancor prima di lui Dupin di Edgar Allan Poe e
Lecoq di Gaboriau sono dei pionieri, degli antesignani del moderno eroe del
policier e, come tutti i precursori, portano dentro di loro i semi del nuovo
personaggio che ancora non ha invaso e dominato la scena letteraria poliziesca.
L’applicazione di tali regole al personaggio Rouletabille potrebbe allora sembrare
inappropriata, inadeguata da un punto di vista cronologico visto che i romanzi di
Leroux precedono le famose regole stabilite da Van Dine nell’articolo Twenty
Rules for Writing Detective Stories apparso nella rivista The American Magazine
nel 1928. Come prima è nata la poesia, l’arte, e solo in seguito è stato possibile
studiarne e analizzarne la struttura, le regole, così il romanzo poliziesco segue la
stessa evoluzione.
4
Dall’analisi dei romanzi Le mystère de la chambre jaune, Le parfum de la dame
en noir, Rouletabille chez le tsar , Les étranges noces de Rouletabille verrà fuori
che le opere di Leroux, oltre a non rispettare le regole del genere letterario
poliziesco moderno possono essere considerate ancora come degli ibridi in cui
prevale un’impostazione d’impronta tipicamente feuilletonistica ottocentesca.
Ciò fa sì che Rouletabille rimanga per certi aspetti ancorato alle forme letterarie
del passato, rendendolo forse oggetto di scarso interesse per la critica letteraria e
poco allettante agli occhi del pubblico contemporaneo, abituato ormai a romanzi
polizieschi che tendono a seguire degli schemi fissi e ben delineati, in cui il
protagonista-detective segue anch’egli un modello che ormai è entrato a far parte
dello stereotipo dell’investigatore per eccellenza. Allo stesso tempo, Rouletabille
presenta degli elementi, delle caratteristiche singolari che gli hanno garantito una
gran fortuna alle prime uscite dei romanzi che lo vedono protagonista e l’hanno
diversificato dai suoi predecessori rendendolo singolare, atipico e innovativo per
il suo tempo e, dal momento che non rientra nel canone, perché no, anche per i
nostri tempi.
Prima di analizzare la figura del detective Rouletabille nell’opera di
Gaston Leroux ho voluto dedicare la prima parte dello studio alla formazione del
“roman policier” e ai meccanismi che regolano q uesto genere. La seconda parte
del mio studio si concentra sulla vita, la produzione letteraria e la ricezione da
parte della critica di Gaston Leroux e le affinità della vita dell’autore con il suo
personaggio. Nella terza parte gli elementi su cui ho cercato di focalizzare la mia
attenzione per tracciare il profilo e il carattere del giovane detective oggetto della
mia analisi sono le differenze e le analogie con gli altri detective del Novecento,
il metodo investigativo, l’originalità riscontrate proprio nei romanzi sopra citati.
5
Capitolo I
Le origini del romanzo poliziesco
I.1 Breve excursus storico
Le origini del policier risalirebbero all’antica Grecia, a causa
dell’abitudine diffusa fra gli antichi filosofi di scambiarsi indovinelli, enigmi che
appaiono in modo camuffato allo scopo di allontanare dalla verità. A tal
proposito, Brecht afferma: «il romanzo poliziesco ha come argomento il pensiero
logico ed esige che il lettore ragioni logicamente»
1
vale a dire che sta a noi
lettori e al detective capire e scoprire l’enigma attraverso un procedimento
deduttivo. Il poliziesco viene accostato anche ai cruciverba per il processo logico
che subentra nella ricerca della soluzione. Brecht sostiene ancora, nel suo Die
Dreigroschenoper, che:
Il romanzo poliziesco presenta molti punti di contatto con i cruciverba
[…]. La variazione di elementi più o meno fissi costituisce una delle
caratteristiche fondamentali dei romanzi polizieschi. È appunto questo
uno degli elementi distintivi di un ramo della letteratura colta […]
2
.
Le origini del policier si possono trovare anche nell’Odissea di Omero, in
cui «Ulisse si sottrae a Polifemo e mette il gigante su false tracce grazie alle pelli
di capra di cui si ricopre»
3
.
1
E. G . LAURA, Storia del giallo da Poe a Borges, Studium, Roma, 1981, p. 16.
2
Ibidem, p. 20.
3
Ivi, p. 14.
6
Emblematico è anche un episodio della Bibbia, ossia la storia di Susanna
contenuta nel libro di Daniele
4
. La deliziosa Susanna è adocchiata da due vecchi
che frequentano la casa del marito mentre fa un bagno nel suo giardino; questi
pretendono che lei si conceda a loro altrimenti minacciano di recarsi dal marito
per accusarla di averla trovata fra le braccia di un altro uomo. Susanna non vuole
sottostare al loro ricatto e viene accusata di adulterio. Condotta davanti al
tribunale, viene riconosciuta colpevole e condannata alla lapidazione, è a questo
punto che interviene Daniele
5
:
[…] il Signore suscitò il santo spirito di un giovanetto, chiamato
Daniele, il quale si mise a gridare: «Io sono innocente del sangue di
lei!». Tutti si voltarono verso di lui dicendo: «che vuoi dire con le tue
parole?». Allora Daniele, stando in mezzo a loro, disse: «Siete così
stolti, Israeliti? Avete condannato a morte una figlia d’Israele senza
indagare la verità! Tornate al tribunale, perché costoro hanno deposto
il falso contro di lei»
6
.
Daniele interroga i due anziani diffamatori fino a far confessare loro l’inganno e
li fa condannare a morte per aver deposto il falso, mentre a Susanna viene
restituita l’onorabilità perduta
7
. La storia di Daniele pone le basi del poliziesco,
in particolare del giallo giudiziario.
Altra antica fonte sembra essere stata la favola della volpe e il leone di
4
Ivi, p. 14.
5
Cfr. DANIELE: 13: 1-63, La Bibbia di Gerusalemme.
6
Ibidem.
7
Ibidem.
7
Esopo. La favola di Esopo può essere considerata come un modello
d’interpretazione delle tracce poiché la volpe, dopo aver osservato, alla stregua di
un detective, le impronte degli altri animali che si erano recati nella grotta del
leone, ed essersi resa conto che nessuna delle tracce ritornava indietro, decide di
non entrarvi
8
.
C’è anche chi farebbe risalire le origini del giallo a un’antica favola
persiana in cui Giaffer, grande re di Serendippo, invia i tre figli maschi in viaggio
fuori dal regno, affinché conoscano il mondo. Un giorno accade un imprevisto: i
tre giovani principi incontrano un uomo che dice loro di aver perso il cammello.
Essi dicono di sapere, dove sia finito il cammello e anche di conoscere chi lo
abbia preso, sono al corrente infatti di alcune caratteristiche dell’animale, fra cui
la sua cecità da un occhio, la coda tagliata e il fatto che fosse zoppo. Traggono
tali conclusioni dall’osservazione di un terreno in cui è possibile notare che il
terreno era stato roso solo da una parte ciò quindi stava a indicare che il
cammello era cieco da un occhio, inoltre dal terreno è possibile dedurre anche
l’andamento claudicante dell’animale a causa della forte evidenza delle impronte
del piede destro rispetto a quello sinistro, e per finire deducono che avesse la
coda tagliata perché il letame non era stato sparpagliato così come è solito fare il
cammello con la coda
9
. I tre non vengono creduti; anzi, vengono accusati del
furto e messi in prigione. Saranno salvati solo in un secondo momento grazie al
ritrovamento del cammello da parte di un altro cammelliere, che conferma le loro
teorie
10
.
8
Cfr. R. BONNIOT, Emile Gaboriau ou La naissance du roman policier, Vrin, Paris, 1985, p.158.
9
Cfr. T. BOILEAU- NARCEJAC, Le roman policier , Presse Universitaire de France, Paris, 1982, p 13.
10
Ibidem.
8
Nelle Storie di Erodoto
11
è raccontata la vicenda del re Rampsinito
d’Egitto che, per mettere al sicuro i suoi tesori, fa costruire una camera di
sicurezza in pietra di cui solo lui deve essere in grado di aprire la porta.
L’architetto che si occupava della costruzione trovò una tattica per riuscire a
penetrare lo stesso nella camera: senza rivelarlo a nessuno egli aveva disposto
una delle pietre in modo che sollevandola si potesse accedere all’interno della
stanza. Alla morte confessa ai suoi figli il segreto della costruzione, ma il re si era
già accorto che i suoi tesori diminuivano; per cui quest’ultimo aveva fatto
riempire la stanza di lacci affinché i ladri vi cadessero e così uno dei fratelli vi
rimane impigliato. L’altro fratello, ancora più astuto di lui, decide di decapitare la
testa del fratello impigliato affinché il Re non riuscisse a riconoscerlo. La storia
prosegue con una serie di stratagemmi messi in atto dal figlio rimasto in vita che
alla fine è apprezzato a tal punto dal faraone per la sua astuzia da concedergli la
mano della figlia.
Tracce del policier compaiono anche in Edipo re di Sofocle
12
, in cui
l’omonimo protagonista indaga sull’assassinio del padre e alla fine scopre di
essere stato lui stesso a commetterlo. Nella stessa opera ritroviamo anche un altro
episodio che accosta Edipo alla figura del detective, quello relativo
all’indovinello della Sfinge. La città di Tebe, decimata quasi del tutto da una
creatura per metà uomo e per metà leone alato, inviato lì dalla dea Era, sta
cadendo in disgrazia. Per placare l’ira della Sfinge occorre risolvere un enigma
che essa pone a tutti: “chi è quell’animale che al mattino cammina a quattro
zampe, al pomeriggio con due ed alla sera con tre?”. A tale quesito, Edipo, dopo
11
Cfr. R. BONNIOT, op. cit., p. 158.
12
Cfr. T. BOILEAU NARCEJAC, op.cit., p. 12.
9
aver formulato varie supposizioni e ipotesi che lo conducono alla soluzione alla
pari di un detective, risponde che si tratta dell’uomo: quando è un bambino, egli
inizia a camminare a quattro zampe; dopo si erge sulle due gambe; infine, nella
sua vecchiaia fa uso di un bastone che rappresenta il terzo piede. Edipo è l’unico
in grado di risolvere l’enigma posto dalla Sfinge, e di salvare in questo modo la
città di Tebe dalla maledizione. Sono considerate altre fonti del giallo anche gli
antichi racconti di crimini e punizioni della letteratura cinese del XIV e del XV
secolo e che sono stati tradotti in francese e pubblicati solo nel 1981 con il titolo
di Sept victimes pour un oiseau et autres histoires policières da André Lévy
13
.
Nel XVIII secolo troviamo in Zadig di V oltaire uno dei primi antecedenti
del “récit policier”. Il protagonista Zadig
14
viene accusato di avere ucciso il
cavallo del re e il cane della regina a causa delle risposte che dà durante
l’interrogatorio; in realtà lui arriva a dare quelle risposte perché ha usato la logica
e il ragionamento che ricordano molto da vicino il metodo in seguito usato dai
detective.
Secondo alcuni studiosi, il roman policier ha origine dal feuilleton
15
. La
pratica di pubblicare i romanzi a episodi nei quotidiani risale in realtà agli anni
venti dell’Ottocento, quando autori come Balzac e Sue pubblicano le loro opere
all’interno di riviste letterarie quali La Revue de Paris e La Revue des Deux
Mondes. Fin dai primi anni dell’Ottocento all’interno del quotidiano vi è una
parte chiamata feuilleton dedicata esclusivamente alla critica letteraria, artistica,
teatrale e musicale. La pratica di pubblicare i romanzi a puntate nei quotidiani si
13
Cfr. R. BONNIOT, op. cit., p. 160.
14
Cfr. T. BOILEAU-NARCEJAC, op. cit., p. 13.
15
Cfr. L. QUÉFFELEC-DUMASY , Une Période de transition : 1866-1875, Le roman feuilleton français
au XIX
e
siècle, Belphégor Littérature Populaire et Culture Médiatique, Novembre 2007, URL:
http://etc.dal.ca/belphegor/vol7_no1/it/livre.html.
10
diffonde sempre più dal 1836, grazie al quotidiano La presse, che dedica la parte
bassa del giornale o rez-de chaussée alla pubblicazione dei vari capitoli dei
romanzi. La prima fase del feuilleton o feuilleton-roman, come veniva
inizialmente denominato, va dal 1836 al 1866. L’abbassamento del costo dei
quotidiani, avvenuto dopo la rivoluzione del 1848, provoca un incremento della
vendita dei giornali anche fra i ceti meno abbienti. L’Affaire Lerouge di Émile
Gaboriau si colloca nella seconda fase (dal 1866 al 1875), coincide con il periodo
del secondo Impero e vede la nascita di creazioni molto lontane dal classico
roman-feuilleton romantique (contraddistinto dal carattere drammatico e dal
predominio dei sentimenti). Si assiste alla nascita di un roman-feuilleton che si
avvicina molto al futuro roman policier (contraddistinto dalla scelta cronologica
degli eventi). Il romanzo comincia a crimine già avvenuto, perciò vi è
un’analessi; in altre parole esso racconta ciò che è accaduto in precedenza mentre
il feuilleton segue l’ordine lineare degli avvenimenti, tipico del romanticismo
16
.
A rompere definitivamente con la tradizione romantica è nel 1857, prima ancora
dell’Affaire Lerouge, Le drame de Paris di Ponson du Terrail
17
. Con Le drame
de Paris, il feuilleton è pervaso da sadismo e criminalità incarnate da Rocambole.
Rocambole rompe gli schemi, è un eroe negativo che si caratterizza per le sue
gesta impavide e oltraggiose che hanno anche dato vita all’espressione “fuga
rocambolesca”
18
. I romanzi di Gaboriau così come quelli di Ponson du Terrail
rappresentano la transizione che gli uomini vivevano in quel periodo, dal
secondo Impero fino alla proclamazione della Repubblica nel 1870, e sono lo
specchio della società. La seconda fase vede un successivo sviluppo della stampa
16
Cfr. J. DUPUY, Le roman policier, Larousse, Paris, 1974, p. 25.
17
Cfr. E. G . LAURA, op. cit, pp. 89-91.
18
Ibidem, p. 91.
11
che presta particolare attenzione alla cronaca nera. Nell’ultima e terza fase, che
va dal 1875 al 1914 e che corrisponde alla III Repubblica, vi è una nuova
diversificazione dei giornali politici. Il feuilleton è caratterizzato dalla
pubblicazione dei romans historiques, romans exotiques, romans de science-
fiction.
Il contesto storico in cui nasce il genere policier corrisponde al processo di
urbanizzazione e industrializzazione della città nell’Ottocento. Il dilatarsi del
centro urbano causato dalle nuove esigenze del mercato origina una multiforme
convivenza di persone appartenenti a ogni ceto sociale con la conseguente
evoluzione e stratificazione di tipi sociali nuovi come criminali, malfattori,
accattoni che determinano lo sviluppo e il potenziamento della polizia
metropolitana di cui si nutre il filone poliziesco. Il “roman policier”simboleggia
la vita delle nuove metropoli in cui le forze del male, rappresentate dal criminale
si scontrano con le forze del bene rapresentate dall’investigatore unico portatore
del sapere e della verità. Il policier rappresenta il caos della vita moderna, dove il
detective si erge come paladino della giustizia per ristabilire l’ordine. Il critico
Chesterton a proposito del policier afferma: «dell’immagine della metropoli
stessa, come di qualcosa di selvaggio e insieme di naturale, il romanzo poliziesco
è, senza dubbio, il poema epico, l’Illiade.
19
». Sul finire dell’Ottocento si assiste
anche alla nascita dell’antropologia criminale per merito di Alphonse Bertillon
che oltre a generare un certo interesse negli scrittori da origine a una serie di
ricerche e studi sul tipo delinquente nella letteratura e nell’arte
20
. Fondamentali
sono anche le continue sommosse da parte del popolo, che lotta contro la miseria,
e le varie fazioni politiche (repubblicani e imperialisti) che si scontrano
continuamente. La fine del XIX è il terreno fertile del “roman policier”, la
19
Cfr. G . PETRONIO, Il punto su: il romanzo polizieco, Laterza, Bari, 1985, p. 96.
20
Ibidem, p. 27.
12
prerogativa del policier è ristabilire l’ordine infranto dal misfatto, ordine
rappresentato dalla logica, dalle scienze esatte, dallo sviluppo del Positivismo e
del Determinismo, attraverso cui l’uomo è in grado non solo di scoprire le leggi
che governano i fenomeni fisici e naturali ma anche quelle che regolano la
mente.
Il padre dei racconti polizieschi è considerato l’americano Edgar Allan
Poe, anche se nel panorama letterario inglese del XVIII secolo troviamo
precursori del genere come Ann Radcliffe e William Godwin
21
. Ann Radcliffe è
nota al grande pubblico per aver scritto dei thrillers e dei romanzi che suscitano
molta paura e angoscia attraverso immagini tetre e fatti inspiegabili. Nel
romanzo Les mystères du château d’Udolphe del 1794 di Ann Radcliffe appare
già il topos del «problème du local clos» perché si assiste alla scomparsa di un
individuo da un luogo senza vie d’uscita
22
. Altri precursori del roman policier
sono Conan Doyle che pubblica nel 1887 A study in scarlet, Gaston Leroux che
nel 1907 dà alle stampe Le mystère de la chambre jaune, Maurice Leblanc che
nello stesso anno fa apparire Arsène Lupin gentleman cambrioleur
23
. Nel corso
del Novecento molti altri autori si cimenteranno nella scrittura di gialli
costruendo alcuni dei personaggi più famosi della storia, fra cui Poirot di Agatha
Christie, Fantômas ideato da Marcel Alain e Pierre Sauvreste, il commissario
Maigret di Georges Simenon
24
.
Inizialmente il poliziesco non ha avuto il plauso della critica, la quale l’ha
21
Cfr. R. BONNIOT, op. cit., p. 159.
22
Ibidem.
23
Cfr. E. G . LAURA, op. cit, pp. 66-81.
24
Cfr. Ibidem, pp. 84-94.