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2.2 DIVERSI PROFILI DI PLUSDOTAZIONE: QUALI GLI
ATTEGGIAMENTI DIDATTICO-EDUCATIVI.
È stato già chiarito come non tutti i soggetti ad alto potenziale sono uguali,
ovvero a destra della campana gaussiana del QI: per quanto il quoziente intellettivo
sia un buon indicatore, non può e non deve essere l’unico.
Tra le caratteristiche più comuni che si possono riscontrare negli alunni
plusdotati si ritrovano un precoce e ampio sviluppo del linguaggio, l’elevata abilità
di ragionamento astratto e di problem solving con ottima memoria, alti livelli di
curiosità, di motivazione intrinseca ad apprendere e di energia motoria, reazioni
emotive intense al dolore, alla frustrazione e al rumore assieme a un’elevata
sensibilità ed empatia, con difficoltà a regolare le proprie emozioni, e alti livelli di
perfezionismo. La difficoltà a regolare le proprie emozioni può rappresentare, come
verrà trattato di seguito, un ostacolo nel momento in cui devono modulare l’intensità
dei loro vissuti interni e adeguare il proprio comportamento al contesto.
Si può giungere alla descrizione di diversi profili cognitivi di soggetti che
manifestano, o ne hanno il potenziale, livelli eccezionali di capacità e performances
(parlando in termini ICF) in una o più aree tra abilità intellettiva generale, specifica
attitudine scolastica o alla leadership, pensiero creativo, arti visive e dello spettacolo
(Fiorucci, 2017), il tutto grazie a un ambiente stimolante e motivante, che incoraggia
e promuove una buona performance scolastica in virtù di interventi didattico-
educativi adeguati. Ne conseguono diversi profili di plusdotati, individuati secondo il
modello di Betts e Neihart del 1988, che non riguardano soltanto la dimensione
scolastica, ma che prendono in considerazione “l’atteggiamento verso le regole, la
regolazione emotiva, la capacità di relazionarsi con gli altri, gli aspetti motivazionali
e le caratteristiche sulla personalità (come la tendenza ad affrontare o a evitare)”
(Zanetti & Gualdi, 2019, p. 15).
Per ciascuno dei profili si possono individuare punti di forza e di debolezza,
ma certo è che non si tratta di categorie entro cui classificare gli alunni, ma di
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descrizioni che si possono combinare tra loro e che accolgono le sfumature che
caratterizzano la variabilità di ciascuno e di cui bisogna tener conto.
Il primo profilo descrive un plusdotato di successo, che nella dimensione
scolastica è ben adattato e consegue buoni risultati, in cerca dell’approvazione degli
insegnanti senza andare oltre le loro richieste, accontentandosi senza rischiare,
questo per il timore di fallire; plusdotati che riportano tali caratteristiche rischiano
frustrazione a causa del loro perfezionismo. Per coltivare il loro potenziale, come ci
dicono nei loro lavori Mangione & Maffei (2013) e Morganti et al. (2017), una strada
percorribile che si potrebbe pensare può essere quella di costruire percorsi didattici
avanzati e personalizzati (arricchimento)
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, basati sul modello di arricchimento a
livello scolastico di Renzulli e Reis (The Schoolwide Enrichment Model) e che gli
consentono di affrontare sfide calibrate alle loro possibilità e creatività, come
riportano Mangione & Maffei (2013) anche favorendo esperienze con compagni di
pari livello intellettivo (raggruppamento), promuovendo la loro indipendenza e
creatività, ma cercando di evitare di farli adagiare su questo con il rischio di una
dispersione e/o di un uso poco funzionale del loro potenziale (Zanetti & Gualdi,
2019).
Ad oggi, nel contesto europeo, l’offerta di un percorso educativo differenziato
è la strategia più frequentemente utilizzata (Mangione & Maffei, 2013), ma in una
soluzione che crea delle classi speciali, dei raggruppamenti di alunni di pari livello,
per cui è bene fare delle riflessioni a riguardo: ciò potrebbe andare a scapito di
un’inclusione educativa di classe, e c’è da chiedersi se non possa andare ad intaccare
l’instaurazione di relazioni tra pari. Per quanto riguarda un possibile percorso di
studio abbreviato, un’accelerazione dello stesso percorso didattico degli altri
compagni, ma concentrato in minor tempo, questo potrebbe far risparmiare tempo, e,
se opportunamente sostenuti con le speciali risorse adeguate, potrebbe rendere
l’allievo particolarmente ambizioso e motivato, ma, d’altra parte, è un percorso a
rischio “dissincronia” (Mangione & Maffei, 2013) tra l’elevato livello cognitivo e
quello emotivo. L’accelerazione mostra risultati positivi dal punto di vista emotivo,
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Nel loro lavoro, Morganti et al. (2017) analizzano il modello di Renzulli e Reis, Schoolwide
Enrichment Model (SEL), un intervento educativo che si basa sull’uso di “strumenti e attività
strutturate, di gruppo e individuali, che promuovono una didattica personalizzata” (Morganti et al.,
2017, p. 36).
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soprattutto se praticata in gruppo piuttosto che al singolo allievo, però comporta
anche numerosi rischi, tra cui bullismo, difficoltà di adattamento al contesto e
isolamento (Marsili et al., 2020).
Certo è, che come ogni percorso personalizzato, va valutato individuo per
individuo.
Da non sottovalutare, inoltre, è che gli allievi plusdotati manifestano una
grande profondità emotiva, e sottile è la linea di confine con la fragilità emotiva:
tutto ciò si traduce in un mondo di vissuti emotivi più intensi, sia nella percezione del
vissuto, che nella traduzione della reazione in un comportamento, che si può
concretizzare nella manifestazione emotiva stessa (es. reazioni che sembrano
spropositate), oppure nella percezione corporea (es. somatizzazioni, dolori fisici,
fastidi, iperacusia, ecc.), apparendo distanti o freddi, quasi anaffettivi, anche quando
in realtà non lo sono affatto.
Il secondo profilo descrive il plusdotato creativo, sfidante, che si distingue per
una forte creatività ed indipendenza, facendo fatica ad adattarsi al contesto scolastico
in quanto anticonformista e fuori dagli schemi.
Caratterizzati da un pensiero complesso, originale e divergente, gli alunni
plusdotati creativi possono manifestare un interesse particolare che per loro risulta
molto stimolante, perseguono con tenacia ed energia le proprie passioni e, se
necessario, mettono in discussione le regole per farlo, talvolta con tono arrogante.
Per quanto sarcastici e provocatori, apparentemente sicuri di sé, sia con gli
insegnanti, che con i coetanei, questo cela l'insicurezza di non sentirsi riconosciuti ed
accettati, sono sensibili e psicologicamente vulnerabili, e questo lo manifestano con
scarso autocontrollo e impazienza, un comportamento poco accettabile che può, a
suo volta, creare conflittualità nelle classi ed innescare rancore, rabbia e frustrazione
(Zanetti & Gualdi, 2019).
Con questi allievi, un buon supporto potrebbe essere quello di adottare uno
stile comunicativo chiaro e diretto, apprezzando e ricompensando il loro modo
creativo di pensare fuori dagli schemi, il tutto unito da un potenziamento delle
competenze socio-emotive (Zanetti & Gualdi, 2019).
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Il terzo profilo di plusdotato si avvicina in parte al secondo, ma più che altro
per l’insicurezza che lo caratterizza: è la tipologia del sotterraneo, dell’allievo
plusdotato invisibile, la cui insicurezza è tale da diventare ansia.
Cercando di nascondere le loro capacità per essere accettati nel gruppo dei
coetanei, all'origine della negazione di sé, soprattutto in età adolescenziale, questo li
porta a nascondere la propria diversità e a mascherarla in risorse e competenze,
allontanandosi anche, se necessario, da precedenti interessi che li potrebbero
differenziare rispetto al gruppo al quale desiderano appartenere (Zanetti & Gualdi,
2019).
Anche in questo caso ci troviamo di fronte ad allievi insicuri di non sentirsi
riconosciuti ed accettati, sensibili e psicologicamente vulnerabili, che vivono il
contesto scolastico con disagio: per questo potrebbe essere fortemente indicato
costruire con loro un ambiente di apprendimento stimolante, con obiettivi a medio
termine e senza la pressione del risultato che porta loro soltanto ansia, oppure attività
di arricchimento, di livello avanzato al fine di sviluppare le loro capacità nelle aree di
maggior eccellenza, per motivarli e promuoverne le ambizioni (Zanetti & Gualdi,
2019; Mangione & Maffei, 2013).
Ben più accentuata è la difficoltà a gestire la frustrazione nel quarto profilo del
plusdotato, a rischio di abbandono scolastico (drop out): il sentimento prevalente in
questi allievi è la collera, poiché sono arrabbiati con se stessi e con gli altri, non si
sentono compresi né accolti, e questo li porta ad assumere comportamenti disturbanti
nel contesto scolastico in cui, in genere, il rendimento è scarso, e da qui il rischio di
abbandono.
La rabbia è frutto di un sistema che non accoglie e non risponde alle loro reali
necessità, e questo si verifica più che mai in età adolescenziale, un periodo di
sviluppo caratterizzato da comportamenti ambigui, in cui è una ricerca d’identità,
una lotta continua tra l’affrancarsi per il bisogno d’indipendenza, e il bisogno di
protezione, a rendere gli allievi particolarmente irritabili (Santrock, 2008).
Per quanto possano apparire disinteressati a qualsiasi cosa, e/o ribelli al
sistema, necessitano più che mai di un supporto che li ascolti, che li aiuti a potenziare