II
sport". "Tuttosport", "Corriere dello sport". Con l’ampia foliazione dedicata
agli avvenimenti agonistici del fine settimana, il Corriere della sera si
pone, tuttavia, quale valida alternativa rispetto a pubblicazioni
monotematiche.
Ci si potrebbe interrogare sul motivo dell’assunzione di tali, e non altri,
organi d’informazione: la ragione risiede nell’orientamento "similare" dei
due giornali, espressioni ambedue di un’impostazione tradizionale, che pur
concede ampia visibilità ad argomenti sportivi. Altri quotidiani avevano, a
nostro avviso, un target più marcato, sia come modalità editoriale sia come
orientamento culturale: si pensi, ad esempio, a "Repubblica". Nel dualismo
fra "conservazione" e innovazione, la nostra scelta ha privilegiato la prima,
senza far valere peraltro un giudizio di merito.
L’arco cronologico prescelto riguarda il quinquennio 1996-2000: si è inteso
coprire, in questo modo, il periodo che prende avvio con l’arrivo di
Michael Schumacher sotto i colori di Maranello, sino a giungere alla
conquista, da parte del tedesco, del mondiale piloti. Si è trattato di un
evento di estrema importanza, maturato dopo ventun anni di "carestia": il
giusto coronamento per stagioni di intenso lavoro, volti a riconsegnare alla
Ferrari l’antica competitività.
L’assunto di base mira a dimostrare come i diversi "ciottoli", che hanno
lastricato il "percorso iridato" del corridore tedesco, abbiano contribuito a
segnare un’evoluzione, nella resa a mezzo stampa, del personaggio in
III
esame. La strada segnata conosce idealmente il proprio punto d’arrivo con
le lacrime versate dal fuoriclasse nella sala stampa del circuito di Monza: in
quell’occasione Schumacher ha rivelato la propria natura di uomo, non più
di "macchina", segnando ad un tempo la morte del "pilota bionico",
grottesco stereotipo con il quale il campione di Kerpen si è trovato a dover
convivere nel corso dei primi anni a Maranello.
Può essere identificata, più precisamente, la sequenza di due fasi
successive: nella prima il Pilota offusca l’Uomo, quasi ad inibire
l’espressione di sentimenti ed emozioni, pur naturali; nella seconda l’Uomo
riconquista pari dignità, concedendosi anche ad un pianto liberatorio.
Nella lettura sequenziale dei quotidiani volevamo ritrovare, se possibile,
un’evoluzione significativa ad un doppio livello: nel Corriere della sera,
dall’iniziale inerenza al "mito-Ferrari", sino all’appropriazione totale della
"leggenda-Schumacher"; nella Frankfurter Allgemeine, dall’iniziale
solidarietà con la "leggenda-Schumacher", alla crescente complicità con il
"mito-Ferrari".
L’analisi proposta ha inteso verificare, inoltre, in quale misura
"l’appartenenza etnica" abbia influito nella descrizione degli eventi.
Quest’ultimo elemento è stato interpretato secondo una duplice prospettiva:
da un lato analizzando i particolari artifici narrativi applicati alle realtà "di
casa" (macchina italiana - giornale italiano; pilota tedesco - giornale
tedesco); dall’altro adottando, invece, un criterio incrociato, teso a
IV
rimarcare l’incidenza di evidenti diversità storico-culturali a livello di
“modus narrandi” (monoposto italiana - quotidiano tedesco, e viceversa).
L’approccio da noi recato alle testate ha poggiato su una premessa teorica:
la natura circolare del rapporto che lega Michael Schumacher agli organi di
informazione.
Si è voluto dimostrare come i quotidiani di cui all’oggetto siano stati
influenzati ed abbiano influenzato ad un tempo il comportamento del
fuoriclasse germanico: possiamo affermare che il campione di Kerpen si è
trovato a vivere una doppia evoluzione, personale e massmediatica,
strettamente correlate l’una all’altra.
Il lavoro è stato strutturato in due parti fondamentali, di lunghezza
differente.
La Premessa è ritmata da schede. Vengono richiamate, da principio, la
storia e le principali caratteristiche del Corriere della sera e della
Frankfurter Allgemeine; segue un raffronto tra le testate, impostato su
livelli diversi, quali impaginazione e scansione interna delle rubriche. Il
paragrafo "Il personaggio" regala la biografia di Michael Schumacher,
anticipando alcuni dei contenuti che saranno poi oggetto della tesi; questi
stessi elementi sono richiamati da una serie di tavole schematiche che
raccontano i campionati di Formula 1 dal 1996 al 2000 in termini di vittorie
ottenute, pole position e giri veloci. Chiude una breve storia della scuderia
Ferrari.
V
Il "cuore" della tesi è rappresentato dall’analisi degli articoli riguardanti il
pilota tedesco, apparsi sui due quotidiani trascelti.
L’opera di stesura è stata preceduta da un’attenta valutazione del materiale
raccolto, sottoposto ad una lettura mirata, che valesse ad identificare i
contributi più interessanti ai fini dell’assunto di base: la selezione che
proponiamo rappresenta, al riguardo, una significativa porzione delle
corrispondenze pubblicate dalle testate all’esame. Il Corriere della sera, in
particolar modo, ha prodotto una mole considerevole di servizi; ben più
limitata, invece, l’offerta della Frankfurter Allgemeine (si potrebbe
parlare di un rapporto di 1 a 4). Ma anche questo è cultura e ha finito per
fornire nuovi spunti teorici al nostro lavoro.
Gli articoli sono stati organizzati secondo un criterio cronologico,
funzionale a ravvisare l’evoluzione in atto del personaggio, fondamento
teorico della presente indagine, e altresì la sua crescente empatia con il
pubblico italiano: ogni capitolo tratta di un singolo campionato ed è
suddiviso, a sua volta, in paragrafi e sottoparagrafi, che valgono a
distinguerne le differenti fasi (spesso è stata rispettata una scansione per
singolo Gran Premio).
Al fine di consentire una più agevole comprensione, che collocasse gli
eventi all’interno di una prospettiva diacronica, talune sezioni sono
precedute da un cappello introduttivo, distinto anche nelle dimensioni e
VI
nella scelta del carattere tipografico (Arial a fronte di un Times New
Roman): riporta in breve le vicende di un dato momento della stagione.
I capitoli sono sei, non cinque, come sarebbe logico attendersi: il primo, di
dimensioni contenute, non riguarda direttamente il quinquennio prescelto,
ma si occupa di evidenziare la particolare accoglienza tributata al pilota
tedesco da parte dei tifosi della Rossa.
Lo scenario tracciato parte dalle prime indiscrezioni riguardo al possibile
ingaggio dell’allora campione del mondo della Benetton e giunge,
attraverso la conquista di un nuovo traguardo iridato, sino alla prima uscita
pubblica del corridore germanico al volante di una Ferrari.
Abbiamo focalizzato la nostra attenzione su quegli elementi che avrebbero
costituito il "bagaglio iconografico" di Michael Schumacher, in occasione
del suo passaggio alla "corte" di Maranello: sarebbe stato impossibile
tracciare l’evoluzione del personaggio senza questo indispensabile
fondamento teorico.
Per quanto riguarda l’analisi dei singoli articoli, si è operato su un duplice
piano, linguistico e concettuale. Partendo dal titolo, ove si mostrasse,
tuttavia, di particolare interesse (intendiamo il termine "titolo" nella sua
accezione più generale, a ricomprendere altri elementi, quali occhiello e
catenaccio), abbiamo considerato il lead ed eventuali estratti, probanti ai
fini della "tesi", che ci eravamo proposti di verificare.
VII
Un’attenzione speciale è stata rivolta a categorie quali focus e struttura
dell’articolo.
Due "i topics" che hanno illuminato costantemente il nostro lavoro: "come
viene detto" e "che cosa viene detto", organizzati secondo questo preciso
ordine; la tesi proposta, lo ricordiamo, riguarda, infatti, la resa
massmediatica del "fenomeno-Schumacher" e non ha potuto così
prescindere da una valutazione linguistica, che aprisse scenari su un modo
particolare di intendere e fare giornalismo.
L’analisi è venuta completandosi con il riferimento al corredo fotografico,
vissuto nella doppia valenza, o di semplice supporto o di "notizia nella
notizia".
Precisiamo che i quotidiani trascelti sono stati oggetto, ove possibile, di una
trattazione parallela, tesa a ravvisare le principali differenze a livello di
impostazione e di resa delle informazioni relative al campione di Kerpen.
La parte finale si orienta a delineare le conclusioni, distinte, ancora una
volta, secondo un piano linguistico, che inerisce a temi, quali la titolazione,
l’attacco e la struttura del servizio; ed un livello contenutistico, articolato
secondo microtematiche, riconducibili alle categorie "Il campione" e
"L’uomo".
Le considerazioni ivi riportate sono volte a rimarcare i punti di
discontinuità, analogia o, talora, profonda divergenza fra le due testate in
oggetto.
VIII
Segue un contributo sul corredo iconografico, che mira a rilevare la
particolare natura delle immagini proposte.
Il lavoro si completa con alcune interviste. Abbiamo contattato Nestore
Morosini, editorialista del Corriere della sera, i cui articoli sono stati
spesso oggetto della nostra trattazione; e, per ragioni analoghe, Anno
Hecker, corrispondente della Frankfurter Allgemeine.
Il dialogo intrattenuto ha consentito di verificare le motivazioni che hanno
orientato i due giornalisti nella scelta di particolari "artifici narrativi"; ha
permesso, altresì, di tracciare un’immagine ancor più nitida del pilota
tedesco.
Lo stesso Michael Schumacher si è reso disponibile a rispondere in merito
ad alcune nostre domande, evidenziando il proprio personale rapporto con
gli organi di informazione nel corso del quinquennio trascelto.
A tutti loro, il più sentito ringraziamento.
La tesi si chiude con la sezione "fonti", dove viene precisato il materiale di
lavoro; e con la "bibliografia".
1
PREMESSA
Breve scheda delle due testate prescelte
Corriere della sera: quotidiano politico, fondato a Milano il 5
marzo 1876 da Eugenio Torelli-Viollier, che ne è il primo direttore.
Portavoce della borghesia, sotto la guida di Luigi Albertini (1900-1925),
diviene il foglio di informazione più diffuso ed autorevole d’Italia e uno fra
i migliori d’Europa, avvalendosi di inviati speciali, come Luigi Barbini
senior, o collaboratori di grande nome, quali D’Annunzio, Pirandello,
Einaudi. Avversato in epoca fascista, riprende le pubblicazioni dopo la
Liberazione con il nome Corriere d’Informazione, titolo rimasto
all’edizione pomeridiana dopo la ricomparsa del Nuovo Corriere della sera
(1946) e poi della testata originale. Nel 1974, dopo anni vissuti sempre ai
massimi vertici del giornalismo, il quotidiano viene acquistato da Angelo
Rizzoli, dell’omonimo gruppo: coinvolta nelle travagliate vicende della
proprietà, la testata vive, a partire dal 1981, un periodo di difficoltà,
culminato nell’amministrazione controllata nel 1982-1984. La tempesta
finanziaria ha fine, quando la testa del gruppo viene assunta dalla
finanziaria Gemina, nella quale la Fiat detiene la maggioranza: nasce la Rcs
editori. Da quando il Corriere della sera è stato fondato, si sono
avvicendati venticinque direttori: fra i più importanti (e recenti) ricordiamo:
Giovanni Spadolini (1968-1972); Piero Ottone (1972-1977); Franco Di
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Bella (1977-1981); Alberto Cavallari (1981-1984); Piero Ostellino (1984-
1987); Ugo Stille (1987-1992); Paolo Mieli (1992-1997). Attualmente sulla
poltrona di via Solferino siede Ferruccio De Bortoli (1997 -)
Frankfurter Allgemeine Zeitung: Esce a Francoforte dal 1
novembre 1949. Si pone sulla stessa linea della Frankfurter Zeitung, un
grande quotidiano di tendenza liberal-democratica, fondato nel 1856 da
Leopold Sonnemann (titolo originario: Frankfurter Handelszeitung):
portavoce degli ambienti finanziari ed industriali, cessò le pubblicazioni nel
1943, dopo che Hitler, in precedenza, aveva deciso di non sopprimerlo a
causa dell’influenza di cui godeva all’estero. La Frankfurter Allgemeine
sembra difendere, tuttavia, più le idee liberali che i gruppi che a quella
ideologia si rifanno: fra gli interessi dei datori di lavoro e quelli dei
sindacati dei lavoratori, le sue preferenze vanno ai primi. Il punto di forza
del quotidiano tedesco è rappresentato da una rete mondiale di
corrispondenti, che gli consente di fornire un servizio informazioni
internazionale largamente indipendente dalle agenzie di notizie; la testata si
è distinta sin dall’inizio per aver saputo fornire una documentazione molto
più ricca rispetto ai giornali concorrenti, in particolare nel settore della
politica estera. Molto accurato appare il fascicolo dedicato all’economia: a
livello di completezza e precisione dei dati, la Frankfurter Allgemeine si
pone come un autentico punto di riferimento per gli operatori del settore.
Distribuito in 148 paesi della terra, con un’utenza di più di un milione di
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lettori, il quotidiano detiene la più alta diffusione all’estero fra tutti i
giornali tedeschi. Esce sei giorni la settimana; esiste un’edizione
domenicale, la Frankfurter Allgemeine Sonntagszeitung, reperibile in tutta
la Germania e dedicata in larga parte agli avvenimenti sportivi del fine
settimana. Le pagine migliori della testata germanica vengono selezionate e
tradotte per lettori di lingua inglese: la particolare edizione, allegata
all’International Herald Tribune (distribuito in Germania, Austria,
Lussemburgo), è presente anche su Internet. La Frankfurter Allgemeine
non è posseduta da alcun editore privato: i soci fondatori hanno istituito nel
1959 una fondazione di interesse pubblico (la Fazit-Stiftung), che detiene la
maggioranza delle azioni. Non è presente neppure una figura unica di
direttore: la testata è guidata collegialmente da cinque giornalisti, tutti
dotati della medesima autorità e chiamati ad un confronto costante e diretto
con il resto della redazione.
Quotidiani a confronto
Il Corriere della sera e la Frankfurter Allgemeine, entrambi quotidiani
nazionali estremamente autorevoli e diffusi, mostrano, ad un attento esame,
sia differenze, sia punti di convergenza. Diverso è, innanzitutto, il criterio
utilizzato per l’impaginazione. Mentre il quotidiano di via Solferino si
presenta sotto forma di "libro" (secondo un modello utilizzato non solo
lungo il nostro Stivale, ma anche in Francia), la testata di Francoforte lascia
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che ogni fascicolo tematico rimanga diviso e a se stante, così da consentire
in famiglia una lettura separata dei vari argomenti (una scelta, comune a
tutti i giornali teutonici, che pare incontrare in pieno il favore del lettore
medio tedesco). Differente è anche l’impostazione della prima pagina, la
"vetrina" di una testata. Il Corriere della sera propone una serie di
richiami più o meno lunghi, riferiti a notizie di vario genere a girare nelle
pagine interne; lo spazio è organizzato secondo uno schema classico, con
una certa componente di staticità contrastata dalla presenza di fotografie a
colori e dall’immancabile vignetta dell’umorista senese, Emilio Giannelli,
ad illustrare, in genere, l’articolo d’apertura. Il "fondo" è collocato (salvo
taluni casi) in alto, nella parte sinistra. La prima pagina della Frankfurter
Allgemeine appare, invece, priva di qualsiasi illustrazione: viene
accentuata, in questo modo, la divisione geometrica del foglio, nel quale
sono presenti accenni a notizie, poi riprese ed analizzate nelle sezioni di
competenza. Rompono la monotonia di righe e colonne il lungo box
"Themen von Tage" ("Argomenti del giorno"), che riporta gli argomenti
affrontati dalla testata, secondo una divisione per rubrica e con i numeri di
pagina relativa; e i due articoli di fondo, riportati di spalla. Il primo,
definito nel linguaggio tecnico "Glosse", non è firmato, ma solo siglato:
viene deciso all’ultimo momento, durante la riunione quotidiana dei
capiservizio, ed è relativo, in genere, all’argomento di cui ci si è trovati a
parlare maggiormente ed in modo spontaneo.
5
Simile, invece, nei due quotidiani la scansione interna delle notizie. La
testata di via Solferino prevede la seguente ripartizione: "In primo
piano"/"Esteri"/"Cronache"/"Economia"/"Cultura" (con la sezione
"Spettacoli")/"Sport"; rubriche che si ritrovano quasi tutte anche nella
testata tedesca, se pure con un ordine diverso. La Frankfurter Allgemeine
presenta un primo fascicolo dedicato alla politica ("Politik") e agli
avvenimenti di cronaca estera ("Deutschland und die Welt" - "La Germania
e il mondo"), cui occorre aggiungere la sezione "Zeitgeschehen"
("Avvenimenti del tempo"). Seguono la raccolta economica ("Wirtschaft")
ed il fascicolo "Finanzmarkt" ("Mercato finanziario"), in fondo al quale
sono collocate le pagine sportive. Chiude il novero delle sezioni fisse il
"Feuilleton" (equivalente alle nostre rubriche culturali).
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Il personaggio
Michael Schumacher nasce a Hürth-Hermühlheim, in Germania, il 3
gennaio 1969. Esordisce in Formula 1 il 25 agosto 1991, al volante di una
Jordan, nel Gran Premio del Belgio a Spa: il sodalizio con il team
britannico dura, però, solo il tempo di una corsa e già con la gara
successiva, disputata sul circuito di Monza, il pilota tedesco passa a
difendere i colori della Benetton. Schumacher corre per la scuderia di
Flavio Briatore sino al 1995: centra il primo successo in carriera un anno
dopo il debutto, sulla pista di Spa, e per ben due volte, nel 1994 e nel 1995
si laurea campione del mondo piloti. Nel 1996 passa alla Ferrari e dopo una
prima stagione incolore sfiora il titolo iridato nel 1997 e nel 1998,
perdendolo entrambe le volte all’ultima gara, rispettivamente a favore di
Jacques Villeneuve e di Mika Hakkinen. Nel 1999 subisce un grave
incidente sul circuito di Silverstone: riporta la frattura di tibia e perone ed è
costretto a saltare sette gare. Quando ritorna in pista si pone a disposizione
di Eddie Irvine, lanciato in una corsa a due per il titolo mondiale contro il
"solito" Hakkinen; il pilota finlandese mette, però, a tacere i sogni della
casa di Maranello al termine del Gran Premio del Giappone. Il 2000 è
finalmente l’anno della riscossa. Schumacher trionfa in cinque delle prime
otto gare: ha un’estate sfortunata con due collisioni in partenza con
Fisichella in Austria ed in Germania, subisce un umiliante sorpasso da
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Hakkinen a Spa, poi improvvisamente risorge. Vince a Monza e ad
Indianapolis, quindi a Suzuka, con una gara di anticipo, arriva il tanto
sospirato campionato del mondo piloti. Con la conquista della terza iride,
Michael Schumacher entra definitivamente nella leggenda ed affianca, per
numero di titoli vinti, fuoriclasse del calibro di Jack Brabham, Jackie
Steward, Niki Lauda, Nelson Piquet ed Ayrton Senna. Insegue Alain Prost
che se ne è aggiudicati quattro e Juan Manuel Fangio, primatista assoluto a
quota cinque.
Il campione tedesco ha disputato complessivamente, sino alla stagione
2000, 143 gran premi (1 con la Jordan, 68 con la Benetton, 74 con la
Ferrari), vincendone 44, venticinque dei quali sotto l’insegna del Cavallino
Rampante: nella classifica dei successi di tutti i tempi ha staccato Senna
(fermo a quota 41) ed insegue sempre più da vicino Prost che può vantare
51 primi posti. Ha conquistato 32 pole positions, agganciando Nigel
Mansell e portandosi immediatamente a ridosso di Prost e Clark;
irraggiungibile, al momento, invece, Senna, con 65 partenze al palo.