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INTRODUZIONE
A partire dal 1970, la Francofonia riunisce attorno a sé una grande comunità,
fortificata dalla lingua francese e dalla condivisione di valori e culture. Tali sono le
caratteristiche più rilevanti del movimento francofono, il quale, mediante le sue
diversità, costituisce uno spazio emblematico per il superamento delle differenze
attraverso il dialogo e la tolleranza. Tale studio prende in considerazione la condizione
delle comunità minoritarie francofone del Canada in un Paese bilingue ma fortemente
anglicizzato, evidenziando come, anche nella provincia del Québec, a maggioranza
francofona, vi sia un timore radicato di perdere i diritti linguistici e le opportunità
acquisite nel tempo. L’insicurezza, le discriminazioni e i pregiudizi sono alla base delle
molteplici difficoltà sociali, scolastiche e politiche che tali comunità hanno affrontato
nel corso di quattro secoli e che, ancora oggi, non sono state eliminate.
Le motivazioni che mi hanno spinto ad approfondire questa tematica hanno una
duplice natura: l’interesse e la curiosità per le caratteristiche culturali e linguistiche del
francese al di là dei confini della Francia, e un forte senso di opposizione alle
discriminazioni e alle disparità in ambito scolastico.
La tesi è articolata in tre capitoli: nel primo viene fornita un’introduzione dettagliata
sulla situazione delle comunità francofone; mediante un’analisi storico-politica, si
mettono in luce i mancati diritti linguistici dei francofoni all’interno delle scuole, il
rifiuto, da parte dei Governi, di promuovere politiche incentrate a valorizzare ed a
proteggere la lingua francese e, come conseguenza, le molteplici insurrezioni e gli
scioperi predisposti da diverse Organizzazioni, appoggiate dai genitori degli alunni
francofoni, per tentare di rivendicare le medesime opportunità degli studenti anglofoni
nello spazio scolastico canadese.
Nel secondo capitolo, dopo aver brevemente introdotto gli importanti obiettivi
stabiliti dalla Francofonia, si approfondisce il fenomeno dell’insicurezza linguistica,
la sua presenza all’interno delle province francofone e quanto esso provochi disagi
nell’apprendimento e nelle relazioni con gli altri. In seguito, si è proceduto ad
individuare e, al contempo, analizzare le attuali politiche educative ed inclusive
promosse dagli Istituti Scolastici delle province francofone per consentire, ad una
popolazione scolastica sempre più diversificata, di apprendere al meglio e di
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valorizzare le capacità di ciascuno. Tale sezione si conclude con una riflessione sugli
anglicismi, volta a classificare e ad analizzare le diverse tipologie di prestiti inglesi
utilizzati in Canada.
Il terzo ed ultimo capitolo è incentrato sull’analisi del documentario Donner sa
langue au chat, pensato e prodotto da un ragazzo Franco-ontariano con lo scopo di
invogliare a difendere con tenacia la cultura e la lingua francese, e denunciare la
condizione dei francofoni vissuta in Canada, anche mediante la menzione di alcuni
epiteti offensivi e discriminatori utilizzati dagli anglofoni. In particolare, si pone
l’attenzione sulle variazioni morfosintattiche e fonetiche riscontrate nel parlato nel
contesto francofono canadese, un quadro estremamente variegato che offre numerosi
spunti di analisi e di riflessione. Facendo un confronto tra la cosiddetta variété
laurentienne e le differenze linguistiche individuate rispetto alla variété acadienne, si
procede analizzando le singole sequenze del documentario, in particolare quelle più
rilevanti e con la maggiore presenza di fenomeni fonetici e morfologici. Infine, si è
messo in luce, mediante la rilevazione delle espressioni tipiche francofone e degli
anglicismi utilizzati all’interno del documentario, quanto la diversità arricchisca
l’identità e il Paese di ciascuno.
L’obiettivo del presente elaborato è quello delineare un quadro approfondito delle
dinamiche storiche e delle iniziative promosse dalle scuole per arginare i fenomeni di
discriminazione e insicurezza linguistica, e di fornire un’analisi pratica accurata dei
dati raccolti, mettendone in evidenzia le peculiarità morfosintattiche, fonetiche ed
espressive. L’elaborato, in tale direzione, mira a proporre nuove chiavi di lettura del
fenomeno delle variazioni della lingua francese nello spazio francofono canadese.
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1.1 La nascita del Canada e i suoi due volti linguistici
L’esplorazione delle coste del Nord America iniziò, come è noto, nel 1497, con la
spedizione di Giovanni Caboto
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, viaggio commissionatogli dal re d’Inghilterra Enrico
VII, il quale sbarcò nell’Isola di Capo Bretone e prese possesso di questa nuova terra.
Fino ad allora, tutte le regioni erano state abitate da popoli autoctoni chiamati
Indiens
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; ciò portò gli europei a credere di aver raggiunto le Indie orientali. Nel 1534
Jacques Cartier attraversò tre volte l’Oceano Atlantico e, durante l’esplorazione del
villaggio di Stadacona, il futuro Québec, udì due irochesi pronunciare la parola kanata
(villaggio), da cui deriva il nome dell’attuale Paese. Nel 1604 gli esploratori francesi
Pierre de Monts e Samuel de Champlain ottennero dal re francese Enrico IV il
permesso di stabilirsi in Acadia per fondare una colonia e promuovere il commercio
di pellicce.
Tale scenario geografico richiede una precisazione: i coloni francesi contribuirono
alla costituzione della Nouvelle France, termine con il quale si designa l’area che,
estendendosi dal Golfo di San Lorenzo fino alla Louisiana, ingloba tutte le colonie
francesi del Nord America. Nella medesima direzione, nel 1670, i coloni inglesi
fondarono la Hudson’s Bay Company, una società che inizialmente aveva l’obiettivo
di sfruttare le risorse e le ricchezze del territorio, ma che in breve tempo divenne una
grande potenza economica. Tra i due gruppi vi fu sempre una profonda rivalità che
raggiunse il culmine con la stipula del Trattato di Utrecht nel 1713, il quale decretò la
fine della guerra di successione spagnola e stabilì la cessione all’Inghilterra, da parte
della Francia, delle regioni della Nuova Scozia, della Baia di Hudson e di ulteriori
territori a sud dei Grandi Laghi. Infine, con la guerra dei Sette Anni (1756-63) i
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Esploratore e navigatore italiano, noto per aver portato avanti l’impresa di Cristofolo Colombo con
una serie di grandi viaggi e scoperte verso il nord-ovest. D. Hunter, Jean Cabot, «L’Encyclopédie
Canadienne», 2008, https://www.thecanadianencyclopedia.ca/fr/article/cabot-jean, (consultato il
27/02/2023).
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Gli Indiens costituiscono, unitamente ai Meticci e agli Inuit, le prime popolazioni indigene del Canada.
Quest’ultime furono minacciate e, in alcuni casi, annientate dalle forze coloniali. Nonostante ciò, la
cultura, la lingua e i sistemi sociali degli indigeni hanno plasmato lo sviluppo del Canada. Z. Parrott,
Peuples autochtones au Canada, «L’Encyclopédie Canadienne», 2007,
https://www.thecanadianencyclopedia.ca/fr/article/peuples-autochtones, (consultato il 27/02/2023).
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francesi rinunciarono a tutti i territori del Nord America e la Nouvelle France divenne
una colonia inglese.
Seguendo l’impostazione storica, si segnala che nel 1791 il Constitutional Act
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istituì una nuova forma di governo per il Canada francese, dividendo il Québec in Alto
Canada (attuale Ontario) e Basso Canada (Québec). Essa rappresentò un importante
passo in avanti perché per la prima volta sancì un sistema di governo rappresentativo
nella colonia. Quasi un secolo dopo, con l’Atto di Unione promulgato nel 1841,
vennero fuse le colonie dell’Alto e del Basso Canada sotto un unico governo, dando
vita alla Provincia del Canada. Fu, in altre parole, un tentativo di assoggettare il Basso
Canada alla cultura e alla lingua inglese.
Nel 1867 fu avviato il processo di unificazione dello Stato mediante il quale la
Provincia del Canada, il Nuovo Brunswick, l’Ontario e la Nuova Scozia si unirono
formando la Confederazione canadese. Il Canada ottenne la piena indipendenza
soltanto nel 1931 con lo Statuto di Westminster che riconobbe l’uguaglianza
legislativa al Canada e agli altri domini del Commonwealth
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.
Dalle brevi considerazioni svolte, nella consapevolezza di una dualità, o per meglio
dire di un Paese a due volti, è possibile affermare che il Canada è un Paese bilingue
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,
nel quale convivono due lingue diverse ed entrambe ufficiali, così come è riscontrabile
la convivenza di due ordinamenti giuridici, quello di civil law e quello di common law.
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Conosciuto anche come Canada Act, fu emanato da Parlamento britannico e segnò il principio di un
lungo cammino verso la Confederazione. Tuttavia, le sue rigide disposizioni posero le basi per la
ribellione in Canada. P. Tousignant, Costitutional Act, «L’Encyclopédie Canadienne» 2020,
https://www.thecanadianencyclopedia.ca/en/article/constitutional-act-1791, (consultato il 28/02/2023).
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Il termine inglese formato da common e wealth significa, letteralmente, “bene comune”. Si tratta di
un’organizzazione intergovernativa che ingloba ben cinquantasei Stati indipendenti, accumunati dalla
passata appartenenza all’impero britannico. B. Bongiovanni, Commonwealth, «Treccani»,
https://www.treccani.it/enciclopedia/commonwealth_%28Enciclopedia-dei-ragazzi%29/, (consultato il
28/02/2023).
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Il bilinguismo in Canada è, oltre che una realtà linguistica, una politica pubblica federale che consacra
l’ufficialità della lingua inglese e della lingua francese e garantisce che le medesime siano poste sullo
stesso piano nelle istituzioni federali. K. Massey, L’identité bilingue: vers un bilinguisme canadien plus
inclusif, «Institut des langues officielles et du bilinguisme», https://www.uottawa.ca/notre-
universite/institut-langues-officielles-bilinguisme/nouvelles/archive/lidentite-bilingue-vers-un-
bilinguisme-canadien-plus-inclusif, (consultato il 28/02/2023).
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La popolazione canadese si aggira intorno ai 38 milioni di abitanti; circa il 22,8%
parla il francese come prima lingua ufficiale. Il Québec è l’unica provincia a
maggioranza francofona (circa l’85,4%), la restante parte è distribuita in altre regioni
del Paese, definite “minoranze francofone”.
In Canada i francofoni lamentano ritardi economici, culturali ed educativi piuttosto
notevoli. A titolo esemplificativo si constata che i francofoni godono di una
retribuzione oraria media inferiore rispetto a quella degli anglofoni e che l’accesso
all’istruzione in lingua francese e i diritti linguistici sono incongrui o inesistenti
rispetto ai diritti di cui gode la minoranza anglofona in Québec.
Da quanto detto si evince, in maniera chiara, che nel contesto descritto è possibile
rilevare un’evidente differenza fra i due popoli colonizzatori: infatti, sebbene francesi
e inglesi godessero del medesimo status, questi ultimi, a tratti con spirito
discriminatorio, a partire dalla fine del IX secolo, adoperano le parole “francese” e
“cattolico” quali sinonimi di termini dispregiativi come “ignorante” o “arretrato”.
Tali tensioni si riflettono anche su questioni che vanno al di là di mere fattispecie
discriminatorie: le minoranze francofone canadesi, quali l’Ontario, il Manitoba,
l’Acadia, diventano protagoniste di diatribe incentrate sulla lingua.
1.2 Le Réglement XVII e le diatribe linguistiche in Ontario
L’Ontario è una provincia che, più di tutte, si è battuta per la difesa e la tutela dei
diritti dei francofoni. In questa comunità l’insegnamento del francese rimase, per quasi
un secolo - dal 1890 al 1980 -, una questione controversa.
Tra gli accadimenti di maggior rilievo emerge, da parte del governo conservatore
ontariano del Primo Ministro Sir James P. Whitney, nel 1912, la promulgazione del
cosiddetto Réglement XVII, il quale statuisce la limitazione dell’insegnamento del
francese come lingua di istruzione e comunicazione nelle scuole bilingue separate in
Ontario. Tale statuizione induce alcuni estremisti della lingua inglese a sperare che si
tratti di un vero e proprio tentativo di eliminare, radicalmente, il francese dall’Ontario.
Nel documento fu chiaramente sancita la limitazione dell’uso del francese ai soli
primi due anni di Scuola Primaria: in via eccezionale, esso autorizzò, per l’anno 1912-